CASA DI SPIRITUALITA’ –  VILLA S. BIAGIO

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 PROPOSTE FORMATIVE   ANNO 2014-15

27 – 31 OTTOBRE 2014

BUONI E CATTIVI A CONFRONTO:

CHI HA RAGIONE?

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Spunti di riflessione dal libro della Sapienza     

 Gli stolti ragionamenti degli empi  

 Cap. 4 – 5

  • Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo.                                     Divenuto caro a Dio, fu amato da lui e, poiché viveva fra peccatori, fu portato altrove. Fu rapito, perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello e il turbine della passione perverte un animo senza malizia.
  • Giunto in breve alla perfezione,  s.-stefano ha conseguito la pienezza di tutta una vita.  La sua anima era gradita al Signore, perciò si affrettò a uscire dalla malvagità. La gente vide ma non capì, non ha riflettuto su un fatto così importante: grazia e misericordia sono per i suoi eletti e protezione per i suoi santi. 
  • Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a coloro che lo hanno perseguitato e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. Alla sua vista saranno presi da terribile spavento, stupiti per la sua sorprendente salvezza. Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato:
  •  «Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso. Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi? Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi.

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  • Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui,  abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. Quale profitto ci ha dato la superbia? Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace, come una nave che solca un mare agitato, e, una volta passata, di essa non si trova più traccia; oppure come quando un uccello attraversa l’aria e non si trova alcun segno del suo volo: l’aria leggera, percossa dal battito delle ali e divisa dalla forza dello slancio, è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio….Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi; ci siamo consumati nella nostra malvagità».

APOCALISSE LA CELESTE GERUSALEMME

I giusti al contrario vivono per sempre,

la loro ricompensa è presso il Signore .

Per questo riceveranno una magnifica corona,

un bel diadema dalle mani del Signore,

perché li proteggerà con la destra,

con il braccio farà loro da scudo.

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  • CAP. 2 :  CONCEZIONE DI VITA NEGATIVA: 

 A-  DICONO  FRA LORO SRAGIONANDO:

  1. «La nostra vita è breve e triste; non c’è rimedio quando l’uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti.  Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati: è un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore, spenta la quale, il corpo diventerà cenere e lo spirito svanirà come aria sottile.
  2. Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell’oblio e nessuno ricorderà le nostre opere. La nostra vita passerà come traccia di nuvola, si dissolverà come nebbia messa in fuga dai raggi del sole. Passaggio di un’ombra è infatti la nostra esistenza e non c’è ritorno quando viene la nostra fine, poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.

B- CONSEGUENZE SUL PIANO DEI COMPORTAMENTI:

  1. Venite e godiamo dei beni presenti, gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza!
  2. Saziamoci di vino pregiato e di profumi, non ci sfugga alcun fiore di primavera, coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;
  3. Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere, perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.

 C-  ATTEGGIAMENTI ARROGANTI:

  1. Spadroneggiamo sul giusto, che è povero, non risparmiamo le vedove, né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato. La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile.
  2. Tendiamo insidie al giusto, che si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. 
  3. È diventato per noi una condanna; ci è insopportabile solo al vederlo. Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. e si vanta di avere Dio per padre. Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».  

D-  MA DIO COSA PENSA?:

  1. Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile.
  2. Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

CAP. 3:   LA SORTE FINALE SARA’ MOLTO DIVERSA

  1. LE ANIME DEI GIUSTI sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come l’offerta di un olocausto. Nel giorno del loro giudizio risplenderanno, come scintille nella stoppia correranno qua e là. IL Signore regnerà per sempre su di loro. Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
  2. MA GLI EMPI riceveranno una pena conforme ai loro pensieri; non hanno avuto cura del giusto e si sono allontanati dal Signore. Infatti è infelice chi disprezza la sapienza e l’educazione. Vana è la loro speranza e le loro fatiche inutili, le loro opere sono senza frutto.

O GIORNO DESIDERATO…

S. FAUSTINA

S. Faustina K (1905-1938)

  • O giorno eterno, giorno desiderato, ti attendo con nostalgia ed impazienza, tra non molto l’amore scioglierà i veli, tu diverrai la mia salvezza. Giorno stupendo, momento impareggiabile, in cui vedrò per la prima volta il mio Dio, lo Sposo della mia anima e il Signore dei Signori, sento che la mia anima non proverà timore.
  • Giorno solennissimo, giorno luminoso, in cui l’anima conoscerà Dio nella sua potenza,e s’immergerà tutta nel Suo amore, constatando che sono finite le miserie dell’esilio. Giorno felice, giorno benedetto,nel quale il mio cuore arderà per Te di ardore eterno poiché fin d’ora Ti sento, sia pure attraverso i veli,Tu, o Gesù, in vita e in morte sei per me estasi ed incanto.

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Giorno che attendo da tutta la vita, ed attendo Te, Dio

poiché desidero soltanto Te. Solo Tu sei nel mio cuore,

tutto il resto è nulla per me. Giorno di delizia, di eterne dolcezze,

Dio di grande Maestà, mio Sposo. 

Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore.

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  • LE RACCOMANDAZIONI DI UN PAPA DEL I° SECOLO-  Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I              Non andiamo contro la volontà di Dio
  1.   Badate, carissimi, che i benefici di Dio, così grandi e numerosi, non abbiano a convertirsi in condanna per noi, se non viviamo in maniera degna di lui.
  2.    Pensiamo quanto ci sia vicino, e come a lui nulla resti nascosto dei nostri pensieri e dei nostri propositi. Perciò non andiamo mai contro la sua volontà. Piuttosto che offendere Dio, non esitiamo a metterci in conflitto con gli uomini stolti e senza giudizio, tronfi e superbi e ricchi solo di parole bugiarde.  
  3. Adoriamo il Signore Gesù Cristo, il cui sangue fu versato per noi, portiamo rispetto a quelli che ci governano, onoriamo gli anziani e istruiamo i giovani nella scienza del timor di Dio.
  4. I nostri figli facciano tesoro degli insegnamenti di Cristo; imparino quale forza abbia davanti a Dio l’umiltà, che cosa possa presso di lui un amore casto, e come il suo timore sia buono e grande.
  5. C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene? Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila» (Sal 33, 12-15).    Compassionevole e largo di benefici verso tutti, egli è Padre che porta amore speciale verso quanti lo temono. Con dolcezza e bontà egli spande le sue grazie su coloro che si accostano a lui con cuore semplice. 

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25 OTTOBRE 2014

IL CREATORE “GIOCA” CIELO STELLATO2…CON LE STELLE !?

DAL PROFETA BARUC…

  • …E’ LUI  che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore.  Le stelle brillano dalle loro vedette  e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create.
  • Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato. Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.
  • Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Non dare ad altri la tua gloria, né i tuoi privilegi a gente straniera.
  • Beati noi, perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.

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23 OTTOBRE 2014 

« Sono venuto a portare il fuoco sulla terra »

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Sant’Ambrogio  vescovo di Milano

  • Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso”.… Non certo il fuoco che distrugge, bensì quello che produce la volontà buona, quello che rende migliori i vasi d’oro della casa del Signore
  • Questo fuoco divino bruciava nelle ossa dei profeti, come dichiara Geremia: “C’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa” (Ger 20, 9).
  • Il fuoco del Signore è luce eterna; le lucerne dei credenti si accendono a questo fuoco: “Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese” (Lc 12, 35). Una lucerna è necessaria perché i giorni di questa vita sono ancora notte.
  • Il Signore stesso, secondo la testimonianza dei discepoli di Emmaus, aveva messo questo fuoco nel loro cuore: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24, 32)  
  • Ci mostra con evidenza qual’è l’azione di questo fuoco, che rischiara il profondo del cuore dell’uomo.

PER RIACCENDERE QUESTO FUOCO DI AMORE NELLE NOSTRE FAMIGLIE…

DOMENICA 26 OTTOBRE  2014

DIAMO INIZIO AGLI INCONTRI PER FIDANZATI E SPOSI

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EDUCARCI PER EDUCARE…

Mosè, educatore dei “suoi” figli

Laboratori su temi familiari

  • ULTIMA DOMENICA DEL MESE

 

  1. OTTOBRE 2014: Domenica 26  Educarci per educare: da dove cominciare? 
  2.   NOVEMBRE 2014: Domenica 30  E quando abbiamo paura noi stessi? 
  3. DICEMBRE 2014: Domenica 28 Cosa imparare dalla famiglia di Nazaret? 
  4. GENNAIO 2015: Domenica 25 E quando in casa tutti si lamentano…che fare? 
  5. FEBBRAIO 2015: Domenica 22 Per le cose urgenti, trascuriamo le importanti?
  6. MARZO 2015: Domenica 29 Con i figli: troppo esigenti o troppo…indulgenti?

PROGRAMMA

  • h. 15.30: Ascolto della Parola
  • h. 16.30: Preghiera e dialogo di coppia
  • h. 17.30: Scambio di esperienze sul tema  e merenda insieme…
  • h. 19.00: Preghiera di adorazione e Vespri

    Info: 0721.823.175.  d.alesiani@virgilio.it    Sito: www.donvincenzoalesiani.it

21 OTTOBRE  2014

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PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI…

  • S. Agostino ci insegna a pregare il “PADRE NOSTRO”…
  1. Quando dunque diciamo: «Sia santificato il tuo nome», stimoliamo noi stessi a desiderare che il suo nome, che è sempre santo, sia ritenuto santo anche presso gli uomini.
  2. Quando poi diciamo: «Venga il tuo regno» che, volere o no, certamente verrà, eccitiamo la nostra aspirazione verso quel regno, perché venga per noi e meritiamo di regnare in esso.
  3. Quando diciamo: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra», gli domandiamo la grazia dell’obbedienza, perché la sua volontà sia adempiuta da noi, come in cielo viene eseguita dagli angeli.
  4. Dicendo: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», con la parola «oggi» intendiamo nel tempo presente. Con il termine «pane» chiediamo tutto quello che ci è necessario, indicandolo con quanto ci occorre maggiormente per il sostentamento quotidiano. Domandiamo anche il sacramento dei fedeli, necessario nella vita presente per conseguire la felicità, non quella temporale, ma l’eterna.
  5. Quando diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori», richiamiamo alla memoria sia quello che dobbiamo domandare, sia quello che dobbiamo fare per meritare di ricevere il perdono.
  6. Quando diciamo: «E non ci indurre in tentazione», siamo esortati a chiedere l’aiuto indispensabile per non cedere alle tentazioni e per non rimanere vinti dall’inganno o dal dolore. Quando diciamo:
  7. «Liberaci dal male», ricordiamo a noi stessi che non siamo ancora in possesso di quel bene nel quale non soffriremo più alcun male. Questa domanda è l’ultima dell’orazione domenicale. Essa ha un significato larghissimo. Perciò, in qualunque tribolazione si trovi il cristiano, con essa esprima i suoi gemiti, con essa accompagni le sue lacrime, da essa inizi la sua preghiera, in essa la prolunghi e con essa la termini.
  8. Le espressioni che abbiamo passato in rassegna hanno il vantaggio di ricordarci le realtà che esse significano. Tutte le altre formule destinate o a suscitare o ad intensificare il fervore interiore, non contengono nulla che non si trovi già nella preghiera del Signore, purché naturalmente la recitiamo bene e con intelligenza. Chiunque prega con parole che non hanno alcun rapporto con questa preghiera evangelica, forse non fa una preghiera mal fatta, ma certo troppo umana e terrestre. Del resto stenterei a capacitarmi che una tale preghiere si possa dire ancor ben fatta per i cristiani. E la ragione è che, essendo essi rinati dallo Spirito, devono pregare solo in modo spirituale.

LEGGI TUTTO: + AF3C AGOSTINO E LA PREGHIERA

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20 OTTOBRE 2014

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IMPARIAMO A PREGARE CON S. AGOSTINO: 

Dalla «Lettera a Proba» 

  •  Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente, se perdura il fervore e l’attenzione. Il servirsi di molte parole nella preghiera equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue. 
  • Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore del cuore. 
  • Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, più con le lacrime, che con i discorsi. Dio, infatti, «pone davanti al suo cospetto le nostre lacrime» (Sal 55, 9 volg.), e il nostro gemito non rimane nascosto (cfr. Sal 37, 10) a lui che tutto ha creato per mezzo del suo Verbo, e non cerca le parole degli uomini.
 

18 OTTOBRE 2014

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FESTA DI S. LUCA, EVANGELISTA 

Solo Luca è con me.

  • Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo  C.4

Figlio mio, Dema mi ha abbandonato…

Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia.

Solo Luca è con me.

Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. 

Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo,

e i libri, soprattutto le pergamene

Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito;

tutti mi hanno abbandonato.

Nei loro confronti, non se ne tenga conto.

Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza…

 

SE VUOI SAPERNE UN PO DI PIU… LEGGI : 019 Luca (deff)

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17 OTTOBRE 2014 – s. IGNAZIO D’ANTIOCHIA 

S. IGNAZIO DI ANTIOCHIA

Ogni mio desiderio terreno è crocifisso

e non c’è più in me nessun’aspirazione per le realtà materiali,

ma un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice:

«Vieni al Padre».

Io sono frumento di Dio.

Bisogna che sia macinato dai denti delle belve,

affinché sia trovato puro pane di Cristo “.

LEGGI TUTTO: 02a S. IGNAZIO DALLA LETTERA AI ROMANI

  •   15 OTTOBRE 2014 : S. TERESA D’AVILA

s. teresa BERNINI

  • L’estasi di Santa Teresa (1647-1652) è considerata uno dei capolavori dell’arte barocca. Realizzata nel XVII secolo da Gian Lorenzo Bernini. In questa scena la santa è colta in una delle estasi più importanti che il Signore le donò. In essa infatti, un angelo, le ferisce il cuore con una freccia e la rende ancor più ricolma dell’amore di Dio.
  • La statua della santa, sembra rimanere sospesa su delle nubi anche esse realizzate interamente in marmo. La maestria nell’uso del marmo da parte del  Bernini è qui indiscutibile. Il corpo della santa, completamento posseduto nell’estasi, si lascia andare in questo momento di estrema intimità con il Signore.
  • SANTA TERESA: AUTOBIOGRAFIA
  1. C. 22 Importanza dell’umanità di Gesù “Eppure mio Dio, io mi sono allontanata da voi nella speranza di meglio servirvi!…Oh, che falsa strada avevo preso, Signore!.. Per me ho sempre riconosciuto e tuttora riconosco che non possiamo piacere a Dio, né Dio accorda le sue grazie se non per il tramite dell’Umanità santissima di Cristo, nel quale ha detto di compiacersi. Ne ho fatto molte volte l’esperienza, e me l’ha detto Lui stesso, per cui posso dire di aver veduto che per essere a parte dei segreti di Dio, bisogna passare per questa porta”
  2. La vita mi è divenuta come una specie di sogno…“Ma ormai grazie a Dio non mi importa più nulla: non il mormorio della gente, fatto a mio riguardo anche con retta intenzione, e nemmeno il molto di cui altri mi accusano… Essendo così lontana dal mondo e in compagnia così piccola e così santa, vedo ogni cosa come da un’altura, per cui poco mi curo di ciò che si dica o si sappia di me …Più che delle chiacchiere a mio riguardo mi interesso di ogni più piccolo progresso che un’anima possa fare… La vita mi è divenuta come una specie di sogno… Non sento più né grandi gioie, né grandi afflizioni. Il Signore si è degnato affrancarmi da tutte queste impressioni, prima in me così vive perché non mortificata né morta al mondo Egli, insomma non vuole più che ricada nel passato accecamento”      
  3. Gioie di Dio e di una comunità fervorosa (c. 36) “Non è da dire la mia gioia nel trovarmi in questa casa con anime così distaccate, la cui unica occupazione è di avanzarsi sempre meglio nel servizio di Dio.  Perciò non viene se non chi vuol parlare di Dio: in caso contrario né i visitatori avrebbero soddisfazione, né ne avrebbero le monache. Siccome queste non parlano che di Dio, non capiscono, né sono capite se non da chi parla come loro”

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Cari amici, dopo una breve sosta… Villa S. Biagio, con l’aiuto del Signore,  riprende le sue attività. Ecco il DEPLIANT delle proposte formative per l’anno pastorale 2014-2015 

– DEPLIANT 2014-15 def            01- PROPOSTE OTTOBRE 

  • UNA PARTICOLARE ATTENZIONE: Nel mese di ottobre l’attenzione di tutta la Chiesa è rivolta al Sinodo sulla famiglia. Anche il nostro foglietto mensile “Paninodisanbiagio” si prefigge di sottolineare qualche pensiero su questo delicato e attualissimo tema. Per questo vi anticipo i 4 aspetti su cui ci soffermeremo. Eccoli:

01 – PANINODISANBIAGIO OTT.2014

Cari amici  come ogni anno, presso il SANTUARIO  S. GIOVANNI BOSCO

è ripresa la SCUOLA DI PREGHIERA  col seguente programma

2° SABATO: ore 16 gesù8 17.30

  • Oggi devo fermarmi a casa tua…  GESÙ NELLE FAMIGLIE  
  • La comunità che si raduna in casa tua. FAMIGLIA E CHIESA – ieri e oggi
  1. Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:
  2. «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose:
  3. «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 PER RIFLETTERE… 

Þ     Zaccheo: ha fatto carriera. Ed è ricco. Non gli bastava? Cosa cercava?

Þ     Ognuno nella vita investe su qualcosa…Noi su quali basi e valori stiamo costruendo la vita?

Þ     Gesù cosa ha portato a Zaccheo? …e cosa gli ha chiesto? Quale risposta c’è stata? (subito…In fretta – con gioia…)

Þ     Chi cerca chi? Zaccheo cercava Gesù o Gesù cercava Zaccheo?    Di chi è l’iniziativa?… S. Agostino: non mi cercheresti se non mi avessi già incontrato…

Þ     “Oggi la salvezza è entrata in questa casa “Che senso ha? Cosa cambia? E’ successo un po’ anche a noi?

leggi tutto: A1. OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA ZACCHEO

3°  SABATO ore 16-17.30 

  • Famiglie di Santi. IN ASCOLTO DEI TESTIMONI 
  • Da vero amico:  DON ORIONE VICINO ALLE FAMIGLIE

GIANNA BERETTA MOLLA:  FAMIGLIE SANTE

  • FIDANZATA: noi ci vorremo sempre bene, come ora, Pietro.…Così con l’aiuto del Signore faremo di tutto perché la nostra nuova famiglia abbia ad essere un piccolo cenacolo ove Gesù regno sopra tutti i nostri affetti, desideri e azioni.  Pietro mio, mancano pochi giorni e mi sento tanto commossa  ad accostarmi a ricevere il sacramento dell’Amore. Diventiamo  collaboratori di Dio nella creazione, possiamo così dare a Lui dei figli che lo amino e lo servano. Pietro, sarò capace di essere la sposa e la mamma che tu hai sempre desiderato? Lo voglio proprio, perché tu lo meriti e perché ti voglio  tanto bene. ( 4 sett. 1955)
  • SPOSA COSI: “Ti amo tanto , Pietro e mi sei sempre presente cominciando dal mattino quando,  durante la santa Messa all’offertorio, offro con il mio il tuo lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze…vivendo così, Pietro, giorno dopo giorno  noi raggiungiamo quella santità coniugale che Dio si aspetta da noi… voglio formare con te una famiglia ricca di figli come lo sono state le  nostre belle famiglie nelle  quali siamo nati e cresciuti” 
  • FIBROMA: Al dottore che le dice:  “Se vogliamo mettere al sicuro la tua vita,  dobbiamo interrompere la gravidanza” risponde: “Non lo permetterò mai…anche se devo rischiare io voglio che il mio bambino viva… Professore, operi in modo che la gravidanza possa continuare…
  •  AL MARITO: Pietro se dovrete decidere se salvare  la mia vita o quella del bambino, io esigo, salvate il bambino!” Entra nel reparto il venerdi santo 1962  dice: “Sono qui a fare il mio dovere di mamma…sono pronta a tutto pur di salvare la mia creatura”

LEGGI TUTTO:  B1. GIANNA BERETTA MOLLA

  1. S. LUIGI ORIONE AMICO DELLE FAMIGLIE….“Ai dilettissimi Figli della Divina Provvidenza,  Signori coniugi Generale Eugenio e Teresa Beaud. La grazia di N. Signore e la sua pace siano sempre con noi! … Confesso che anch’io ho tanto sofferto nel lasciare l’Italia e i miei cari poveri, gli orfanelli, le malate, le povere vecchierelle; quando poi penso ai miei cari chierici , devo farmi forza per non piangere, poveri figli!
  2.  Ma la Divina Provvidenza sa perché sono qui… Tutto affidato alla Divina Provvidenza,  cercherò di fare  quanto potrò per questi miei sacerdoti e chierici, per tanti orfani e poveri fanciulli che abbiamo qui…
  3. Dall’Argentina andrò al Cile e al Perù, ma prima mi recherò ancora per qualche settimana nell’Uruguay…   Ho accettato una missione nel Matto Grosso, in Brasile. Qui, ove sono, teniamo un Istituto con scuole gratuite per esterni, sono parecchie centinaia di fanciulli poverissimi.    Moltissimi sono figli di Italiani.  Domani farò un numero consolantissimo di prime comunioni.  Dicono che saranno qualche migliaio.  Sono venuto per questo e non sento stanchezza …  
  4. Io avrei disposto così, ma poi farà il Signore, come meglio crederà: voglio stare nelle sue mani e nel suo cuore: preghiamo che così sia.   Iddio sempre li assista e li benedica. Don L. Orione            Scr.41,154

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7  Ottobre 2014

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BEATA VERGINE DEL ROSARIO

 Bisogna meditare i misteri della salvezza

Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate

  •  Il Santo che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio (cfr. Lc 1, 35)…. «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14); venne ad abitare particolarmente nei nostri cuori per mezzo della fede. Divenne oggetto del nostro ricordo, del nostro pensiero e della nostra stessa immaginazione.  Se egli non fosse venuto in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l’uomo, se non quella di un idolo, frutto di fantasia?  Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, ha voluto essere immaginato.  Dirai: Dove e quando si rende a noi visibile?
  • Appunto nel presepio, in grembo alla Vergine, mentre predica sulla montagna, mentre passa la notte in preghiera, mentre pende sulla croce e illividisce nella morte, oppure mentre, libero tra i morti, comanda sull’inferno, o anche quando risorge il terzo giorno e mostra agli apostoli le trafitture dei chiodi, quali segni di vittoria, e, finalmente, mentre sale al cielo sotto i loro sguardi.

      Non è forse cosa giusta, pia e santa rosario in mano meditare tutti questi misteri? Quando la mia mente li pensa, vi trova Dio, vi sente colui che in tutto e per tutto è il mio Dio. È dunque vera sapienza fermarsi su di essi in contemplazione. È da spiriti illuminati riandarvi per colmare il proprio cuore del dolce ricordo del Cristo.

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6 OTTOBRE 2014

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“ACCENDI UNA LUCE IN FAMIGLIA”

Preghiera in famiglia in comunione con Papa Francesco

Papa Francesco ha detto:

“Vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri del Sinodo e li guidi nel loro impegnativo compito”.

  • INVOCAZIONE ALLA SPIRITO SANTO:
  1. Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio R. Scendi su di noi
  2. Spirito Santo, dono di Cristo risorto R.
  3. Spirito Santo, guida dei pastori R.
  4. Spirito Santo, maestro interiore R.
  5. Spirito Santo, luce di verità R.
  6. Spirito Santo, acqua che dà vita R.
  7. Spirito Santo, fuoco che riscalda R. Rimani in noi
  8. Spirito Santo, vento che spinge al largo R.
  9. Spirito Santo, fonte di comunione R.
  10. Spirito Santo, sorgente di fedeltà R.
  • ACCENSIONE DEL LUME: 1. Il Signore è la luce che illumina il mondo. R. GLORIA GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE
  • 2. Il Signore è la luce che vince la notte. R.
  • 3. Il Signore è la luce sul nostro cammino. R.

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 Preghiera alla Santa Famiglia per il Sinodo (a cori alterni)

  1. Gesù, Maria e Giuseppe in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo.
  2. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. 
  3. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. 
  4. Santa Famiglia di Nazareth, il  Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio.
  5. Tutti insieme: Gesù, Maria e Giuseppe ascoltate, esaudite la nostra supplica.

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DOMENICA 5 OTTOBRE

Mi hai sedotto, Signore…

Il Profeta Geremia - Michelangelo

GEREMIA: Una vocazione radicale e sofferta…

RITIRO SPIRITUALE PER PERSONE CONSACRATE

  • Tempi burrascosi,i tuoi. Ancora giovane, ti sei trovato in mezzo a grossi problemi: Come hai fatto? Il Signore mi disse – Prima che tu venissi alla luce, ti avevo già scelto, ti avevo consacrato profeta per annunziare il mio nome alle nazioni. Io risposi: – Signore mio Dio, come farò? Vedi che sono ancora troppo giovane per presentarmi a parlare. Ma il Signore mi disse: – Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va’ dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò. 1,3ss
  • Qualche volta hai pensato che anche il Signore ti avesse deluso? Perché continuo a soffrire? Il mio dolore è come una piaga che nessuna medicina riesce a guarire. E ora, anche tu mi deludi, come un torrente dalle acque incostanti». (15,18)
  • Quale fu  la Sua risposta? «Se tu tornerai verso di me, io ti accoglierò di nuovo al mio servizio…continuerò a parlare per mezzo tuo. Combatteranno contro di te, ma non ti vinceranno perché con te ci sono io a difenderti e salvarti. Te lo prometto io, il Signore!» (15,1ss)
  • Dunque riconfermata la fiducia. Perché allora subito dopo, quello sfogo che rasenta la bestemmia? 7Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. 8Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. 9Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.
  • Ma nel tuo messaggio, c’era  posto per la speranza?  Io mi recai dal vasaio mentre lavorava al tornio. Ma il vaso, che  stava modellando con la creta, a un certo punto si guastò tra le sue mani. Allora il vasaio prese altra creta e fece un nuovo vaso… Voi siete nelle mie mani proprio come la creta nelle mani del vasaio. (18,1ss)        vaso-di-creta    Immagine consolante: Dio non butta via nessuno… Il Signore dice: « Nel deserto, mentre Israele camminava ancora cercando riposo, gli sono venuto incontro da lontano e gli ho detto: “Ti ho sempre amato e per questo continuerò a mostrarti il mio amore incrollabile” (31,3)

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LEGGI TUTTO:     1. GEREMIA

 

4 OTTOBRE: s. francesco 2 S. FRANCESCO D’ASSISI

Francesco poverello, rivestito di grazia,

ascende lieto in gloria nel regno dei beati.

Esce umile e nudo dalla scena del mondo,

ed entra ricco in cielo festeggiato dagli angeli.

Dolce padre dei poveri, amico della pace,

tu splendi come un sole nella Chiesa di Dio!

s. francesco4

Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,

spetialmente messer lo frate sole, lo qual è iorno; et allumini noi per lui.
 Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
 Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’hai formate clarite et pretiose et belle.
 Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale alle tue creature dai sustentamento.
 Laudato si’, mi’ Signore, per sora acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.
 Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte;
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
 Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
 Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengon infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke le sosterranno in pace
ka da te, Altissimo, saranno incoronati.
 Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente pò skappare.
 Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male.
  • DALLA «LETTERA A TUTTI I FEDELI» DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

 Dobbiamo essere semplici, umili e puri

  1.  O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo!  Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
  2. Amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.   Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. È il Signore che dà loro il premio e la ricompensa. 
  3. Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore.
  4. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.

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2 OTTOBRE 2014:

FESTA DEGLI     ANGELO  ANGELI CUSTODI

  • S. BERNARDO: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi». Queste parole quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devozione recarti, quanta fiducia infonderti!  
  • Siamo dunque devoti, siamo grati a protettori così grandi, riamiamoli, onoriamoli quanto possiamo e quanto dobbiamo. Tutto l’amore e tutto l’onore vada a Dio, dal quale deriva interamente quanto è degli angeli e quanto è nostro. Da lui viene la capacità di amare e di onorare, da lui ciò che ci rende degni di amore e di onore.     
  • Amiamo affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre.

RICORDATI…  Santa Teresa del Bambin Gesù

  1. Ricordati della divina tenerezza che riversavi sui più piccoli
    Voglio anch’io le tue carezze! Ti prego, dammi i tuoi dolci baci  per gioire nei cieli della tua presenza Saprò vivere le virtù dei bambini Non hai detto spesso: “Il Cielo appartiene ai bambini? RICORDATI.
  2. Venite a me, povere anime affaticate  I vostri pesanti fardelli presto diverranno più leggeri . E per non aver più sete dal vostro seno sgorgheranno sorgenti” (Gv 4,15). Ho sete, mio Gesù ! Desidero quell’Acqua – Degnati d’inondare la mia anima dei suoi torrenti  per fissare la mia dimora  nell’Oceano d’Amore. ARRIVO DA TE!
  3. Ricordati che, figlia della luce, spesso dimentico di servire bene il mio Re. Oh! Abbi pietà della mia grande miseria – Nel tuo amore, Gesù, perdonami,  degnati di farmi capace delle cose del Cielo Mostrami i segreti nascosti nel Vangelo – Oh! Questo Libro d’oro è il mio più grande tesoro
    RICORDATI.
  4. Ricordati della festa degli Angeli, ricordati dell’armonia dei Cieli e della gioia delle sublime schiere  quando un peccatore torna a te (Lc 15,10).  Oh! Voglio far crescere questa gioia
    Gesù, voglio pregare senza sosta per i peccatori
    La mia vita al Carmelo sia per popolare il tuo Cielo … RICORDATI.

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1 Ottobre 2014:

 S. TERESA DI GESU B s. teresa del Bambin Gs. teresa del Bambin G

S. Teresa di Gesù Bambino

 

-1873, 2 Gennaio: nasce ad Alençon – -1888, 9 Aprile: entra nel Carmelo

-1897, 30 Settembre: muore  -1921: eroicità delle virtù      

-1923: Proclamata Beata -1925: Proclamata Santa

-1927: Patrona delle missioni 1997: Dottore  della Chiesa

Þ      La mia vocazione è l’amore!

“Durante l’orazione, i miei desideri mi facevano soffrire un vero martirio: aprii le epistole di S. Paolo per cercare una risposta…E l’Apostolo spiega come i doni più perfetti sono  nulla  senza l’Amore. Finalmente avevo trovato il riposo. Capii che l’amore solo fa agire le membra della Chiesa, che, se l’amore si spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue…Capii che l’amore racchiude tutte le vocazioni, che l’amore è tutto…Allora nell’eccesso della mia gioia delirante, esclamai: Gesù amore mio, la mia vocazione l’ho trovata finalmente, la mia vocazione è l’amore! Si ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, Dio mio, me l’avete dato voi! el cuore della Chiesa,  mia madre, io sarò l’amore.”(251-254)

Þ      un gran numero di piccole anime…

O Gesù, sento che se, cosa impossibile, tu trovassi un’anima più debole, più piccola della mia ti compiaceresti di colmarla con favori anche più grandi, se si abbandonasse con fiducia completa alla tua misericordia infinita…Sì, ti scongiuro di farlo, ti supplico di abbassare il tuo sguardo divino sopra un gran numero di piccole anime…Ti supplico di scegliere una legione di piccole vittime degne del tuo Amore…(265)

Þ      L’ascensore: le vostre braccia, Gesù!

Vorrei anch’io trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché son troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. allora ho cercato nei libri santi l’indicazione dell’ascensore:”Se qualcuno è piccolissimo, venga a me”(Prov. 9,4) “Come una madre carezza il suo bimbo così io vi consolerò, vi porterò sul mio cuore e vi terrò sulle mie ginocchia”(Is 66,12) L’ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, Gesù!(271)

Þ      sono veramente felice di soffrire.

Madre cara, lei lo sa bene , il Signore si è degnato di far passare l’anima mia per varie prove; ho sofferto molto da quando sono sulla terra, ma se nella mia infanzia ho sofferto con tristezza, ora non soffro più così, bensì nella gioia e nella pace e sono veramente felice di soffrire.

scarica sintesi: – 3 SANTA TERESA DI LISIEUX 4pg

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30 Settembre 2014 – S. GIROLAMO

S. GIROLAMO

   COSA   POSSIAMO IMPARARE  DA SAN GIROLAMO?

  • Amare la Parola di Dio: Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi.
  • La Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. La Parola di Dio, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna.
  • LEGGERE LA SCRITTURA … parola di Dio è CONVERSARE CON DIO
  1. -a una nobile giovinetta di Roma: «Se preghi, tu parli con lo Sposo; se leggi, è Lui che ti parla»
  2. al sacerdote Nepoziano: «Leggi con molta frequenza le divine Scritture; anzi, che il Libro Santo non sia mai deposto dalle tue mani. Impara qui quello che tu devi insegnare (Ep. 52,7).
  3. – ad una sua figlia spirituale: «Ama la Sacra Scrittura e la saggezza ti amerà; amala teneramente, ed essa ti custodirà; onorala e riceverai le sue carezze. Che essa sia per te come le tue collane e i tuoi orecchini» (Ep. 130,20). «Ama la scienza della Scrittura, e non amerai i vizi della carne»

DON ORIONE: DON-ORIONE-3

Il nostro sommo studio deve essere meditare nella vita di Gesù Cristo. …si deve studiare per conoscere meglio Iddio e poterlo meglio amare: per poter avvicinare di più il prossimo, per conoscerne i bisogni, per elevarlo a Dio, per meglio assisterlo e salvarlo.. …dobbiamo dalle scienze salire al Dio e Signore delle Scienze: DOBBIAMO PERVENIRE AL VANGELO.

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  • Domenica 28 Settembre: MA TU CI RIACCENDI…

FUOCO22

DAL LIBRO DELLA «IMITAZIONE DI CRISTO»(3, 14)

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  • Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo?
  • Alcuni uomini che sembravano seguire una condotta sublime, caddero nel più basso; e chi mangiava il pane degli angeli,  l’ho poi visto compiacersi delle ghiande dei porci.
  • Non c’è , dunque, nessuna santità, se tu, Signore, sottrai la tua mano. Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere.
  • Se siamo abbandonati, affondiamo e periamo. Se invece siamo visitati, c’innalziamo e viviamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi.
  • Ci intepidiamo, ma tu ci riaccendi…

donalesiani@gmail.com    www.donvincenzoalesiani.it

 

24 comments

  1. … visitare il sito DI S. Biagio come sempre mi fa tanto pensare …La Preghiera di S.Agostino mi ha colpito in particolare perché ho capito che pregare è molto soggettivo, ho difficoltà a concentrarmi, molto spesso mi metto a dire le Lodi e poi…leggo e rileggo i salmi ma a volte sento un’aridità che mi spaventa, e allora ricordo una frase che ho trovato nel messalino “scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della verità” La mia fede è più intimistica, mi pare di tornare, dopo tanto cammino, alla fede della mia infanzia, senza tanti come e perché, coll’innocenza, la fiducia e la serenità di quell’età…cerco la “Roccia” del mio credere, non a occhi chiusi e seguendo passivamente la corrente, ma con gli occhi del cuore, so che Lui non si arrabbia se discuto e gli dico che mi aiuti a capire.

  2. …e , in questo “eccoci” delle stelle , la loro gioia .
    …e , in questo NON darsi a “gente straniera” ovvero a dei stranieri che vogliono solo ” vestirci di morte ” , la nostra vera PACE .

    Chissà se queste stelle che ora rispondono con quel tremore che non è paura ma desiderio di contraccambiare l’Amore e di lasciarsi illuminare …chissà se anche loro, in qualche momento ,si nascondono per scappare un po’ , per mettere loro stesse – e non l’ALTRO – al centro del proprio esistere , per provare altre vie o semplicemente perché attratte da quel buio e da quei vuoti d’aria che anche nel cielo ci sono .

    Si nascondono… ma LUI le chiama …e loro ascoltano perché “conoscono la Sua voce” …No, non è uno straniero che le chiama : è COLUI che LE AMA a pronunciare i loro nomi .

    E se capiamo e accogliamo questo , se facciamo memoria del Suo Amore per noi… il peccato resta nella nostra vita come fatica e dura lotta , come bivio e qualche inciampo ….ma , poi , che bello NON saper resistere a quel ” nostro DIO ” che vuole donarci la Sua Luce ..il Senso ..l’ Amore ..la Pace .

    Grazie , Signore per la Tua pazienza e Fedeltà in questo Tuo continuare a chiamare , con Amore di Papà , noi ..queste ” Tue stelle ” che senza la Tua luce nemmeno sarebbero visibili … nemmeno avrebbero un Nome… ”

    Aiutaci a scegliere sempre la Voce di chi ci ama , e non quella di dei stranieri che….

    Aiutaci a vincere questa nostra fragilità che a volte ci mette in difficoltà e stupidamente mette a confronto Te , fuoco vero , fuoco che ” produce la volontà buona e che rende migliori i vasi d’oro della Tua casa ” , fuoco di legna buona , con il fuoco della plastica..quello che dura solo un istante e che solo produce cattivo odore…ma NON il Vero Calore di cui abbiamo bisogno .

  3. RICEVO E CONDIVIDO UNA BELLA RIFLESSIONE-PREGHIERA DI UN GIOVANE PRETE…
    Vorrei vedere le tue mani, Maria madre mia. ( Don Cristiano Mauri )

    Un figlio conosce bene le mani della madre. Le tue, per me sono una presenza tangibile, seppur invisibile e vorrei vederle, almeno una volta. Non quelle bianche, affusolate, delicate, nobili delle statue e dei dipinti, ma le tue. Vorrei vederle e scoprirvi i segni del tempo, del lavoro, del gelo degli inverni, del caldo delle estati. Quella pelle scura, un po’ di grinze, i calli sulle palme, qualche cicatrice… Mani un po’ sfatte, mani consumate, mani vere .Come profetesse mi parlerebbero di te, del tuo essere donna, ebrea, madre di Dio .Mi racconterebbero del tempo di Nazaret, col suo ripetersi lento e consumante di opere e giorni. Mi rivelerebbero una fedeltà fatta di mense quotidianamente imbandite, abiti rammendati, pagliericci riassestati. Mi insegnerebbero la materna sapienza dell’accarezzare, sollevare, medicare, imboccare, pulire, vestire, spingere, frenare. Mi farebbero intuire la potenza del loro stringersi per la supplica e contemplare la bellezza del loro muoversi nel canto – o ballo? – del Magnificat. Mi indicherebbero la via di un’intimità d’affetti veri e puri. Vorrei vedere quelle mani che hanno preso il Figlio di Dio dal legno della mangiatoia e da quello della croce e non mi ingannerei più circa la verità dell’amore che dà la vita. Mani tue Madre mia, mani che vorrei fossero le mie.
    Vorrei vedere i tuoi occhi, Maria madre mia.
    Un figlio conosce bene gli occhi di sua madre. Sento su di me il tuo sguardo buono, eppure i tuoi occhi non li vedo. Come vorrei vederli! Non quelli finti che ti han dato i pittori, azzurri, eterei e plastificati, ma i tuoi. Mi piacerebbe almeno una volta affrontare la loro profondità bruna da donna ebrea, contemplare le rughe che li contornano facendoli intensi, constatare che anche tu – sì anche tu – porti in loro i segni di notti insonni e dolori nascosti. Come un album di memorie mi parlerebbero di te, del tuo essere donna, ebrea, madre di Dio. Mi racconterebbero dei giorni di Betlemme quando per la prima volta si posarono su Colui che è la Luce del mondo. Mi rivelerebbero la tua verità di madre che già capiva che non gli avrebbe più tolto gli occhi di dosso. Mi insegnerebbero la materna sapienza del vedere il bisogno, dell’intuire il cuore dallo sguardo dell’altro, del vedere bello anche ciò che non lo è, di saper sempre “chiudere un occhio”. Mi farebbero imparare la tua mistica capacità di vedere l’invisibile e intuire l’eterno. Mi indicherebbero la via di sguardi trasparenti e sinceri. Vorrei vedere quegli occhi feriti dallo strazio del Crocifisso e guariti dalla luce del Risorto e non mi ingannerei più circa l’eternità dell’amore che dà la vita. Occhi tuoi Madre mia, occhi che vorrei fossero i miei.
    Vorrei vedere il tuo volto, Maria madre mia.
    Un figlio conosce bene il viso di sua madre. Sento che il tuo cerca il mio, ma non ti vedo ancora. Vorrei vedere il tuo volto! Non certo quello trasparente e diafano sognato dagli artisti, ma il tuo. Che bello sarebbe stare davanti al tuo volto scurito dal sole d’Israele, intuire nei tratti dolci ma decisi la tua identità profonda di figlia di Sion, interpretare la mappa della tua storia marcata nelle pieghe della pelle. Come un cantastorie mi parlerebbe di te, del tuo essere donna, ebrea, madre di Dio. Mi racconterebbe di quel giorno di primavera in cui un viso a viso dal sapore eterno seppe renderti feconda. Mi rivelerebbe la dolce fermezza dei tanti “Figlio perché ci hai fatto questo?”. Mi insegnerebbe il coraggio fiducioso di chi sa metterci la faccia e affronta la feroce malignità degli uomini a viso aperto. Mi farebbe incontrare il duro ma onesto maestro del tempo che incide le sue lezioni nella carne. Mi introdurrebbe ai segreti di chi ha avuto sempre una parola e un volto solo. Vorrei vedere quel volto semplice, raggiante della medesima bellezza del suo stesso figlio, e non mi ingannerei più circa la beatitudine della vita nell’amore. Volto tuo Madre mia, volto che vorrei fosse il mio.
    Vorrei vedere le tue mani, i tuoi occhi, il tuo volto Madre nostra.
    Mani, occhi e volto che vorrei fossero i miei.
    Che sarebbe bello fossero sempre i nostri.

  4. Tu sei i miei giorni
    Signore Gesù,
    Tu sei i miei giorni,
    non ho altri che Te
    nella mia vita.
    Quando troverò
    un qualcosa
    che mi aiuta,
    te ne sarò immensamente grato;
    però Signore,
    quand’anche io fossi solo,
    quand’anche non ci fosse nulla
    che mi dà una mano,
    non ci fosse neanche
    un fratello di fede
    che mi sostiene,
    Tu, o Signore, mi basti,
    con Te ricomincio da capo.
    Tu mi basti, Signore:
    il mio cuore,
    il mio corpo, la mia vita,
    nel suo normale modo di vestire,
    di alimentarsi, di desiderare
    è tutta orientata a Te.
    Io vivo nella semplicità
    e nella povertà di cuore;
    non ho una famiglia mia,
    perché Tu sei la mia casa,
    la mia dimora, il mio vestito,
    il mio cibo,
    Tu sei il mio desiderio.
    don Luigi Serenthà

  5. Come vi ho anticipato le scorse settimane, ogni terza domenica del mese ci incontriamo a S. BIAGIO per godere di un giorno di RITIRO SPIRITUALE.
    Le uniche finalità che si prefissa questo nostro incontrarci sono quelle proprie di un ritiro spirituale: dedicare tempo alla preghiera, al silenzio, alla lode a Dio ed all’ascolto della Sua Parola. Dedicare tempo all’incontro con i fratelli, condividere sia i momenti di preghiera che di giovialità, per riconoscerci cristiani e favorire la nascita di attività e collaborazioni intra-parrocchiali. Trovare ispirazione per il nostro agire quotidiano e per le attività che svolgiamo nell’ambito della diocesi e della Chiesa…A seguito dell’impegno in ambito ecumenico di alcuni dei partecipanti al ritiro, abbiamo voluto inserire nella preghiera anche dei piccoli segni, volti a mantenere vivo e fattivo il contatto che abbiamo con alcune comunità di diversa confessione. Nello specifico ho invitato, se lo desideravano, sia il pastore Sverker (Chiesa luterana di Svezia) che padre Constantino (Chiesa ortodossa rumena), a recapitarmi alcune intenzioni di preghiera per le loro comunità…L’incontro si svolge a S. Biagio in quanto è un posto che si adatta particolarmente a questo genere di cose e Don Vincenzo Alesiani ci ospita già da un paio di anni mettendoci a disposizione una sala. Inoltre, su nostra richiesta ed avendo sentito la necessità dell’intervento di un sacerdote, gli abbiamo chiesto di accompagnare la nostra meditazione, arricchendola con un suo intervento di approfondimento della Scrittura e della dottrina cattolica. Richiesta alla quale ha acconsentito e mantiene fede da qualche tempo.
    Ho voluto mettervi a conoscenza di quanto sopra perché riteniamo che sia bello poter allargare l’offerta di partecipare a questo ritiro all’intera diocesi. Specialmente a coloro che svolgono attività di guida e di formazione, e che dovessero sentire il bisogno di fermarsi in preghiera o ricercare sinergie con altri cristiani che svolgono le loro stesse attività in altre parrocchie.
    Vi sarei grato se vorrete farmi partecipe di ciò che pensate a proposito e se avrete consigli utili affinché questo “progetto” possa proseguire. Sarò ben lieto di collaborare con chiunque fosse interessato alla sua buona riuscita ed al suo arricchimento.
    Grazie.
    Matteo Cecconi

  6. “SONO ANCH’IO UN PECCATORE”…
    Le sentenze dei Padri del deserto (IV-V sec.)
     Un fratello che aveva peccato fu cacciato dalla chiesa dal sacerdote; abba Bessarion si alzò e uscì con lui dicendo: “Sono anch’io un peccatore”…
     Un fratello sbagliò una volta a Sceté. Si tenne un consiglio al quale fu convocato abba Mosé. Ma quest’ultimo rifiutò di andare. Allora il sacerdote gli mandò a dire: “Vieni che tutti ti aspettano”. Si alzò e andò con un cesto bucato riempito di sabbia. Gli altri gli dissero: “Che cos’è, padre?” Il vecchio disse: “I miei sbagli si stanno perdendo dietro di me e non li vedo; ed io, sono venuto oggi per giudicare le colpe degli altri?” All’udire ciò, non dissero nulla al fratello, ma lo perdonarono.
     Un fratello interrogò lo stesso abba Poemen: “Se vedo una colpa di mio fratello, è bene che la nasconda?” Il vecchio rispose: “Quando nascondiamo le colpe di nostro fratello, Dio pure nasconde le nostre, e quando riveliamo le colpe di nostro fratello, pure Dio rivela le nostre”.

  7. Oggi 15 Ottobre, FESTA DI S. TERESA, il pensiero va a tutte le “sorelle” di nome TERESA che ho incontrato nella mia vita a cominciare da una mia cara nipote. Auguro a ciascuna BUON ONOMASTICO con un pensiero della Santa sulla bellezza del PADRE NOSTRO: “Non pensavo nemmeno che questa preghiera potesse racchiudere così grandi segreti… contiene tutta la vita spirituale …ci potranno togliere tutti i libri ma non mai questa preghiera che è uscita dalle labbra di Colui che è la stessa verità …E siccome dobbiamo recitarla spesse volte al giorno, CERCHIAMO DI METTERE IN ESSA TUTTE LE NOSTRE DELIZIE”

  8. Essere famiglia sembra la cosa più semplice del mondo, ci si innamora, ci si sposa(o si convive!), nascono figli, tutto molto scontato.
    Dopo 42 anni di matrimonio, mi sento graziata, il Signore mi ha concesso uno sposo che amo, dei buoni figli, dei bravi nipoti. Sono in ansia per la famiglia, disgregata, frantumata, ferita e sporcata.Sono in pena per chi ha visto fallire questo rapporto, ma temo si banalizzi la nostra responsabilità. Spero in questo Sinodo, supplico lo Spirito Santo affinchè illumini le menti e il cuore di chi, dovrà prendere decisioni che guidino realmente a un cammino di accoglienza. Spero non si cada nella trappola del modernismo, svuotando il senso del matrimonio indivisibile. Vedo tante povere persone intrappolate in situazioni senza via di uscita. Poveri che rimangono legati a situazioni che li colpevolizzano. Vedo ricchi che sciolgono questi vincoli facilmente, si comprano una nuova dignità! Questo mi fa adirare parecchio, questo grida giustizia!Amo la famiglia, penso sia il più bel regalo che Dio ci ha fatto, un percorso di santità difficile e stimolante. Non è facile vivere insieme, non è facile perdonare, non è facile tacere, non è facile educare. Maria mi ha insegnato a pregare, il giorno del mio matrimonio le ho chiesto aiuto. “Insegnami a essere una buona sposa, insegnami a essere una buona mamma, mi affido a Te mamma del cielo” Dopo tutti questi anni imparo ancora, ogni giorno prego e benedico coloro che Dio mi ha dato da custodire. Tanti i momenti tremendi in questi anni, ma l’amore non è ancora finito; non si è spento, non si è smarrito, è cresciuto. Si sono una graziata, insegno anche ai miei figli ad essere dei graziati, a non far cessare l’amore, a guardarsi sempre con amore, a custodirsi nell’amore.

  9. “La concapevolezza della mia miseria
    mi fa conoscere in pari tempo
    l’abisso della Tua Misericordia.

    Nella mia vita interiore guardo con un occhio verso l’abisso di miseria e di abiezione che sono io,
    e con l’altro occhio VERSO L’ABISSO DELLA TUA MISERICORDIA, o Dio.

    Tutto è nulla se lo si confronta con Te.
    Le sofferenze, le contrarietà, le umiliazioni, gli insuccessi,i sospetti che gravano su di me,
    sono fuscelli che ravvivano il mio amore verso Te, o Gesù.”
    (S. Faustina Kovalska)

  10. Cari amici, nella festa di S. VINCENZO DE’ PAOLI, voglio farvi un grande regalo… una delle sue pagine più belle sull’AMORE AI POVERI…

    Da alcune «Lettere e conferenze spirituali» di san Vincenzo de’ Paoli, sacerdote

    SERVIRE CRISTO NEI POVERI

    Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare esternamente in essi e neppure in base alle loro qualità interiori. Dobbiamo piuttosto considerarli al lume della fede. Il Figlio di Dio ha voluto essere povero, ed essere rappresentato dai poveri. Nella sua passione non aveva quasi la figura di uomo; appariva un folle davanti ai gentili, una pietra di scandalo per i Giudei; eppure egli si qualifica l’evangelizzatore dei poveri: «Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4, 18).
    Dobbiamo entrare in questi sentimenti e fare ciò che Gesù ha fatto: curare i poveri, consolarli, soccorrerli, raccomandarli. Egli stesso volle nascere povero, ricevere nella sua compagnia i poveri, servire i poveri, mettersi al posto dei poveri, fino a dire che il bene o il male che noi faremo ai poveri lo terrà come fatto alla sua persona divina. Dio ama i poveri, e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. In realtà quando si ama molto qualcuno, si porta affetto ai suoi amici e ai suoi servitori. Così abbiamo ragione di sperare che, per amore di essi, Dio amerà anche noi.
    Quando andiamo a visitarli, cerchiamo di capirli per soffrire con loro, e di metterci nella disposizione interiore dell’Apostolo che diceva: «Mi sono fatto tutto a tutti» (1 Cor 9, 22). Sforziamoci perciò di diventare sensibili alle sofferenze e alle miserie del prossimo. Preghiamo Dio, per questo, che ci doni lo spirito di misericordia e di amore, che ce ne riempia e che ce lo conservi.
    Il servizio dei poveri deve essere preferito a tutto. Non ci devono essere ritardi. Se nell’ora dell’orazione avete da portare una medicina o un soccorso a un povero, andatevi tranquillamente.
    Offrite a Dio la vostra azione, unendovi l’intenzione dell’orazione. Non dovete preoccuparvi e credere di aver mancato, se per il servizio dei poveri avete lasciato l’orazione. Non è lasciare Dio, quando si lascia Dio per Iddio, ossia un’opera di Dio per farne un’altra. Se lasciate l’orazione per assistere un povero, sappiate che far questo è servire Dio. La carità è superiore a tutte le regole, e tutto deve riferirsi ad essa. È una grande signora: bisogna fare ciò che comanda.
    Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcun timore della morte. Serviamo dunque con rinnovato amore i poveri e cerchiamo i più abbandonati. Essi sono i nostri signori e padroni.

    DON ORIONE HA…COPIATO S. VINCENZO: CON LA VITA E LE PAROLE: Come è il Piccolo Cottolengo
    Esso, ora, è come un piccolo grano di senape, cui basterà la benedizione del Signore per diventare un giorno grande albero, sui cui rami si poseranno tranquilli gli uccelli. (Math. c. 13 ). – Gli uccelli, qui, SONO I POVERI PIU’ ABBANDONATI, NOSTRI FRATELLI E NOSTRI PADRONI.
    Iddio ama tutte quante le sue creature, ma la sua Provvidenza non può non prediligere i miseri, gli afflitti, gli orfani, gli infermi, i tribolati d’ogni maniera, dopo che Gesù li elevò all’onore di suoi fratelli, dopo che si mostrò loro modello e capo, sottostando anche Egli alla povertà, all’abbandono, al dolore e sino al martirio della Croce. Onde l’occhio della Divina Provvidenza è, in ispecial modo, rivolto alle creature più sventurate e derelitte.

  11. Carissimo Don Vincenzo,
    grazie per questi spunti preziosi. Li ho stampati, così me li porto dietro da rileggere ogni tanto.
    Sempre preziose le cose in questo sito!
    Un abbraccio.

  12. CARI AMICI… quando di fronte a imprevedibili eventi del mondo e della chiesa rimaniamo sconcertati…ci fa bene l’ammonizione di S. AGOSTINO AI PASTORI

    IN PASCOLI RIGOGLIOSI PASCOLERO’ LE MIE PECORE
    Per «monti di Israele» devono intendersi le pagine delle Sacre Scritture. Lì pascolate, se volete pascolare con sicurezza. Tutto quello che ascolterete da quella fonte, gustatelo con piacere; tutto quello invece che è al di fuori, rigettatelo. Per non andare errando nella nebbia, ascoltate la voce del pastore. Radunatevi sui monti delle Sacre Scritture. Ivi troverete le delizie del vostro cuore, ivi non c’è nulla di velenoso, nulla di dannoso: solo pascoli ubertosi. … Ma il nostro aiuto ci viene dal Signore, «che ha fatto il cielo e la terra» (Sal 123, 8).
    Considera come egli solo sappia pascolare il gregge, perché solo lui lo pascola come è giusto, con giudizio. Quale uomo infatti è in grado di giudicare un altro uomo? Il mondo è pieno di giudizi avventati. Colui del quale dovremmo disperare, ecco che all’improvviso si converte e diviene ottimo. Colui dal quale ci saremmo aspettati molto, ad un tratto si allontana dal bene e diventa pessimo. Né il nostro timore, né il nostro amore sono stabili e sicuri. Che cosa sia oggi ciascun uomo, a stento lo sa lo stesso uomo. Tuttavia fino a un certo punto egli sa che cosa è oggi, ma non già quello che sarà domani. Dio solo dunque pascola con giudizio, distribuendo a ciascuno il suo: a chi questo, a chi quello, secondo che gli è dovuto. Egli infatti sa quello che fa. Pascola con giudizio coloro che ha redento, lui che si è sottoposto a un giudizio umano. Dunque è lui solo che pascola con giudizio.

  13. PER FAVORE, NON MORIRE… IMPARIAMO A PIANGERE CON CHI PIANGE E A GIOIRE CON CHI GIOISCE…

    «MIO ADORATO AMORE,… messaggi destinati alle mogli e alle fidanzate (Repubblica 19 set)

    POZZALLO . «Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir». Questa è una lettera che non è mai arrivata a destinazione, una delle tante. Si conosce solo il mittente, “Samir”. È la lettera di un morto, uno dei tanti cadaveri giunti nei barconi a Pozzallo o ripescati da mercantili in navigazione e dalle navi della nostra Marina militare dell’operazione Mare Nostrum, che nel Canale di Sicilia da mesi raccolgono vivi e morti. Quella di Samir è una delle tante lettere d’amore e di speranza inviate dagli uomini in fuga dal Sud del mondo alle mogli e fidanzate. Lettere che non sono mai state spedite e che sono state trovate nelle loro tasche, molte chiuse in buste di plastica per non farle distruggere dal mare e che portavano addosso come reliquie. Spesso le reliquie sono diventati inutili testamenti. «Troviamo di tutto in quelle tasche e nelle buste di plastica che portano attorno al collo», «fotografie dei figli, delle mogli, dei genitori. Non sono utili alle indagini, ma quando le traducono ti fanno venire un groppo in gola». Sono lettere scritte in arabo, francese e inglese, come quella di “George”, probabilmente di origine liberiana, che avrebbe scritto alla sua amata quando dal porto di Zuhara salì su uno dei barconi salpato verso le coste di Lampedusa: «Amore mio, finalmente sono arrivato. La vita comincia adesso, spero di tornare presto per portarti con me e vivere insieme lontani dalla guerra. Ti Amo». Fotogrammi di una tragedia senza fine…. Spesso, consapevoli di non arrivare vivi alla destinazione sperata, i fuggitivi copiano queste lettere e le consegnano ad altri compagni di viaggio nella speranza che possano sopravvivere e inviare notizie ai loro congiunti. Su un pacchetto di sigarette c’era una brevissima lettera scritta a mano. «Volevo essere con te. Non osare dimenticarmi. Ti Amo tantissimo, il mio desiderio è che tu non mi dimentichi mai. Stai bene amore mio. A ama R». Era una lettera indirizzata ad una ragazza il cui nome cominciava per “A” e scritta da “R”. Mai arrivata a destinazione, ormai parte degli archivi dei fantasmi del mare. Racconta il poliziotto di Ragusa: «In alcuni fogli si leggono racconti della prigionia nelle carceri libiche, in attesa del trasferimento sui barconi che li avrebbero dovuti portare, vivi, in Italia». Lettere scritte alle madri dove ragazzi raccontavano la loro odissea, la traversata nel deserto, il pizzo pagato a ogni frontiera, i biglietti numerati presi per salire a bordo delle carrette che non si sa mai se arriveranno a destinazione. L’archivio della speranza e della morte è lunghissimo.

  14. MESSAGGIO DI SPERANZA PER TUTTI

    L’AMORE COPRE UNA MOLTITUDINE DI PECCATI
    (Soren Kierkegaard)

    Signore Gesù Cristo,
    gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, ma tu non avesti dove posare il capo, non hai avuto un letto su questa terra.
    Tuttavia eri quel luogo segreto, l’unico,
    in cui il peccatore potesse trovar rifugio.
    E anche oggi tu sei il nascondiglio:
    quando il peccatore torna a te,
    si nasconde in te, è nascosto in te.
    Allora egli è eternamente difeso,
    perché il tuo Amore copre
    una moltitudine di peccati.

  15. SIAMO IN BUONA …COMPAGNIA! MARIA – LA CHIESA – L’ANIMA FEDELE… Gustiamoci questa “perla” di Isacco della Stella…
    ECCO MIA MADRE E I MIEI FRATELLI Isacco della Stella (1171), monaco cistercense
    « Volgendo lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, Gesù disse: ‘Ecco mia madre e i miei fratelli’ » (Mc 3,34)
     A buon diritto la Vergine Maria occupa il primo posto nell’assemblea dei giusti, lei che ha generato il primo di tutti loro. Cristo è infatti il “primogenito tra molti fratelli” (Rom 8,29)…
     Perciò giustamente nelle Scritture divinamente ispirate quel che è detto in generale della vergine madre che è la Chiesa, s’intende in particolare per la Vergine Maria; e quel che si dice in particolare della vergine madre che è Maria, va riferito in generale alla Chiesa vergine madre. Quando un testo parla di una delle due, può essere riferito quasi indifferentemente all’una e all’altra.
     Anche la singola anima fedele può essere considerata come sposa del Verbo di Dio, madre, figlia e sorella di Cristo, vergine e feconda. La Sapienza stessa di Dio, il Verbo del Padre, parla a volte della Chiesa in senso generale, di Maria in modo speciale, di ogni anima in particolare … Dice la Scrittura: “Nell’eredità del Signore mi stabilii” (Sir 24, 7.12).
     Eredità del Signore in senso universale è la Chiesa, in modo speciale è Maria, in modo particolare ogni anima fedele. Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi; nel tabernacolo della fede della Chiesa resterà sino alla fine del mondo; nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele per l’eternità.

  16. Cari amici, per ritrovare ENTUSIASMO APOSTOLICO all’inizio di questo nuovo anno pastorale …niente di meglio di questa pagina di S. AGOSTINO. CHE EFFETTO TI FA?

    TU VUOI PERDERTI,
    IO INVECE NON LO VOGLIO.

    Insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna
    … ci troviamo come tra le mani di ladri e le zanne di lupi furiosi e per questi pericoli vi domandiamo preghiere. Per di più anche le pecore non sono docili. Se noi andiamo in cerca di loro quando si smarriscono, dicono che non ci appartengono. Perché ci desiderate, esse dicono, perché venite in cerca di noi? Se sono nell’errore, se sono vicino a morte, perché mi desideri? Perché mi cerchi?
     Rispondo: Perché sei nell`errore, voglio richiamarti; perché ti
    sei smarrito, voglio ritrovarti. Replicano: Voglio smarrirmi così, voglio perdermi così. Così vuoi smarrirti, così vuoi perderti? Ma io con tanta maggior forza non voglio questo. Te lo dico chiaramente: Voglio essere importuno. Poiché mi risuonano alla mente le parole dell’Apostolo che dice: «Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna» (2 Tm 4, 2). Sono proprio importuno e oso dirtelo: Tu vuoi smarrirti, tu vuoi perderti, io invece non lo voglio. Alla fin fine non lo vuole colui che mi incute timore. Qualora io lo volessi, ecco che cosa mi direbbe, ecco quale rimprovero mi rivolgerebbe: «Non avete riportato le disperse, non siete andati in cerca delle smarrite». Devo forse avere più timore di te che di lui? «Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo» (2 Cor 5, 10).
     Riporterò quindi la pecora dispersa, andrò in cerca di
    quella smarrita; che tu voglia o no, lo farò. Anche se nella mia ricerca sarò lacerato dai rovi della selva, mi caccerò nei luoghi più stretti, cercherò per tutte le siepi, percorrerò ogni luogo, finché mi sosteranno quelle forze che il timore di Dio mi infonde. Riporterò la pecora dispersa, andrò in cerca di quella smarrita.

    Se non vuoi il fastidio di dovermi sopportare, non sperderti, non smarrirti:
    E’ troppo poco se io mi contento di affliggermi nel vederti smarrita o sperduta.
    Temo che, trascurando te, abbia ad uccidere anche chi è forte.Se trascurerò la pecora smarrita, la pecora che si perde, anche quella che è forte si sentirà trascinata
    ad andar vagando e a perdersi.

  17. La famiglia…e meglio il- senso di famiglia-, va custodito oltre ogni inimmaginabile difficoltà e sofferenza…che vi siano o no gentitori separati.
    Certo che l’armonia e l’unione forte in 1 coppia, crea maggiore atmosfera di serenità ……….
    Ma anche laddove purtroppo, questa unione è venuta meno, occorre sempre mantenere 1 atmosfera di “relativa” serenità e Amore…in modo tale che i figli non avvertano mai 1 senso di trascutezza o peggio di abbandono, e si sentano sempre al centro dei pensieri, gioie o ansie dei loro genitoir. Per questo credo che noi col ns esmpio siamo chiamati ad 1 delle responsabilità maggiori: dobbiamo essere –Generatori delle loro Speranze-
    Generare Speranza.
    E cmq credo che le sfide e i problemi della vita, siano risorse, esperienze di arricchimento personale e caratteriale, e non ostacoli..ed il ns compito deve essere principalmente quello di trasmettere questo messaggio.
    Di questi tempi, ci stanno tutte le ansie e le paure che vogliamo…(ed io x prima ne ho..) , ma attenti a farsi “inchiodare”dalle paure, xkè non ci fanno crescere, guardare oltre e risolvere i problemi.
    Quindi lpenso ke la famiglia si custodisca, solo infondendo fiducia e speranza…1 senso di fiducia che porti alla libertà ed alla sicurezza delle capacità di ognuno.
    “Educare all’Amore …Educare x Amore DV .
    Non è affatto semplice, anzi: Il linguaggio dell’amore è strano, è il più semplice e naturale, ma il più difficile in assoluto da comunicare xkè ognuno è fatto in modo differente. La gente pensa di amarsi, giura di amrsi…ed all’improvviso, si sfasciano i matrimoni…. Invece credo ke 1 legame vero non passa. Non può passare. E’ per sempre. Sa durare nel tempo, nel bene e nel male, non si consuma..tiene sempre viva anke 1 fiammellina microscopica…, ma nn si spegne MAI. Se invece accade…allora meglio rassegnarsi e farsene 1 ragione: non era amore vero.!
    Far durare un matrimonio è questione di sentire con intelligenza e provare a camminare anche quando le cose non vnno come speravi..quando accadono eventi dolorosi… Lì si dimostra l’AMORE, prendendo x mano ke è rimasto indietro…ki è inciampato..se lo ami veramente…o quantomeno ami + di ogni altra cosa i tuoi figli.
    La ns qualità + grande…? Il ns senso di –equilibrio- e soprattutto vederlo..anche laddove proprio non si riesce a scorgere.È la nostra capacità di misurarci con la realtà che conta e di provare a tenere l’equilibrio, anche per chi non amiamo + , ma ke resta cmq il padre dei ns figli.
    Anche gli eroi si “incazzano” o no..? Questa è la vita vera…il Signore ci sostiene in questa folle corsa ad ostacoli…ci manda tante prove…prove ke nn finiscono mai…eppure gli domandi dcol cuore pieno di lacrime..”cos’altro ancora mio Dio?”Poi capisci, dopo tanta sofferenza ke tutte quelle prove così dure, ti hanno solo fatto + FORTE…+ donna + mamma.
    E’ proprio vero, ke ci vuole una vita per imparare a sentire chi siamo..e cosa siamo capaci di FARE.
    Grazie DV.
    P.M.

  18. Convertire i “propri” interessi verso e DENTRO a “quelli di Cristo” in PERFETTA FUSIONE:
    nobilissima ineffabile DIGNITA’ umana!

  19. Cari Amici, voglio farvi partecipi di una bella PAGINA DI S. AGOSTINO che (anche se direttamente non si riferisce agli sposi ma al rapporto pastori-fedeli…) almeno in modo indiretto, può dare un pò di luce anche su un tema tanto delicato e complesso, come quello delle separazioni, le sue cause e le sue sofferenze… E,DIO VOGLIA…su come prevenirle.

    Dal «Discorso sui pastori» di sant’Agostino, vescovo: Ciascuno cerchi non i propri interessi, ma quelli di Gesù Cristo
    Poiché abbiamo spiegato che cosa significhi «prendere il latte», cerchiamo di capire che cosa voglia dire «vestirsi di lana». Chi dà il latte offre il cibo, chi dà la lana offre l’onore. Questi sono i due beni che chiedono ai fedeli quei pastori che pensano a pascere se stessi e non il gregge: di provvedere alle loro necessità e di ricevere onore e lode.
    E in verità ben si comprende come il vestito stia a significare l’onore, per il fatto che copre la nudità. Ogni uomo infatti è fragile. E colui che vi governa non è certo diverso da voi. Anch’egli ha un corpo, è mortale, mangia, dorme, si alza: è nato ed un giorno dovrà morire. Pertanto se consideri che cosa egli sia in se stesso, vedi che è un semplice uomo. Ma quando tu l’onori grandemente, ricopri, per così dire, ciò che in lui v’è di fragile. Vedete come lo stesso Paolo aveva ricevuto dal buon popolo di Dio un indumento di tal genere, quando diceva: «Mi avete accolto come un angelo di Dio. Vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darmeli» (Gal 4, 14. 15). Ma, benché gli fosse stato tributato un onore così grande, risparmiò forse i peccati degli erranti, per timore che gli venisse tolto quell’onore e gli fosse diminuita la lode per i rimproveri che loro faceva? Se avesse agito così, si sarebbe messo tra coloro che pascono se stessi e non il loro gregge.
    Avrebbe pertanto detto fra sé: Che m’importa? Ciascuno faccia quel che vuole: il mio vitto è assicurato, il mio onore è salvo. Ho latte, lana e mi basta. Ognuno vada pure dove vuole. Ma davvero credi di essere a posto se ognuno va dove gli pare? Se così pensi, ti sbagli. Per dimostrartelo permettimi solo di prescindere dalla tua dignità e pensarti come fossi un semplice fedele. E allora non dovresti ricordare che «se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme»? (1 Cor 12, 26).
    Perciò l’Apostolo stesso, ricordando come si erano comportati verso di lui, per non sembrare dimentico dell’onore che gli avevano reso, attesta di essere stato accolto da loro come un angelo di Dio e che, se fosse stato possibile, si sarebbero tolti anche gli occhi per darglieli.
    Ma tuttavia si avvicina alla pecora malata, alla pecora infetta per incidere la ferita, non risparmiando l’infezione. «Sono dunque», soggiunge infatti, «sono diventato vostro nemico dicendovi la verità?» (Gal 4, 16). Egli prese bensì il latte delle pecore, come abbiamo ricordato poco fa, si rivestì della lana delle pecore, ma non trascurò le sue pecore. Perché egli non cercava i suoi interessi, ma quelli di Gesù Cristo.

  20. NO, mia cara SEPARATA, il mio, non voleva essere un “giudizio” nei confronti delle persone che vivono situazioni di sofferenza legate al problema delle separazioni! Perdonami se ho dato tale impressione. Il mio commento, che voglio riprendere dopo aver letto il tuo, era dettato solo dalla mia esperienza: era una constatazione legata al mio lavoro ed alle mie attività in parrocchia che mi portano ad essere a contatto con i bambini: noto tanta, tantissima sofferenza nei piccoli che vivono in famiglie disgregate.
    Hai ragione, è tanto difficile andare avanti quando si subiscono situazioni che minimamente si immaginavano nel momento in cui, dinanzi a Dio, si sono fatte delle scelte che dovevano essere…per tutta la vita.
    Sì, tutti siamo PREZIOSI per Lui: ha dato la vita per ciascuno di noi e sa…ricostruire e proteggere anche ciò che noi distruggiamo con le nostre scelte e con il nostro peccato.
    Mi piace aggiungere ciò che il Papa ha detto ieri nella sua omelia: ” Gesù è vicino ed ha compassione del suo popolo.
    Si possono fare belle prediche ma se non si è vicini alle persone, se non si soffre con la gente e non si dà speranza, quelle prediche non servono, sono vanità.”
    Aiutiamoci a vicenda con la preghiera: sempre, è l’arma più potente che ci dà la possibilità di vincere le lotte quotidiane e di andare avanti con la certezza che LUI NON ABBANDONA MAI I SUOI FIGLI.
    A.M.A.

  21. Sì , la famiglia è UN TESORO , forse e per certi aspetti , in un vaso di cristallo anche se tante volte non è al” primo colpo ” che si lascia rompere …anche se non sono solo i figli a pagare un così alto prezzo in sofferenza .

    Eppure LUI entra , se noi Glielo permettiamo , anche in questa nostra ” polvere di cristallo ” !

    No , tante volte , non si ricostruisce il vaso ma LUI non abbandona e sulla sofferenza sia noi che i nostri figli possiamo costruire e crescere , possiamo offrirla , possiamo perseverare IN LUI ..con la nostra faticosa solitudine nella grande malinconia di quando camminavamo anche noi con una mano nella mano …
    ma LUI vede anche le nostre lacrime , i nostri tentativi , e quella impotenza con la quale ancora ci lasciamo ferire dall’altro..
    e noi possiamo , sempre potremo , pregare per chi in un sacramento ci è stato messo affianco … noi che a volte ci troviamo ad essere ” polvere di vaso rotto ” perché in qualche maniera abbiamo voluto salvare un po’ di dignità nostra e dei nostri figli …noi che siamo ben consapevoli delle nostre imperfezioni e colpe ..anche di quelle verso i nostri figli ..ed è questa consapevolezza che ci ferisce molto di più dei giudizi degli altri …

    …noi che siamo polvere ma di un materiale che resta ” prezioso ai Suoi occhi ” ..

    Sì , la famiglia oggi è TESORO in vasi tanto fragili ..e ogni vaso ha una sua storia ..ha un suo vissuto ….da ascoltare …..

  22. FAMIGLIA OGGI: UN TESORO IN VASI DI CRETA.

    Posso dirti cosa penso? Prima di tutto ti dico che io considero la famiglia odierna “un tesoro in vasi di…cristallo” e sai perchè affermo questo?
    Gli oggetti di creta, quando si rompono, si possono…riattaccare più facilmente e riutilizzare per lungo tempo, anche se rimane qualche imperfezione.
    Diverso è il discorso, quando si rompe roba in cristallo! Si polverizza. Non si ricorstruisce più niente. Così sono le famiglie odierne: al primo…colpo, si distruggono. Ma poi, a pagarne sono i figli.
    Secondo me, sono 2 i motivi e le cause che distruggono le famiglie: non si parla più e non si prega più…. insieme. Ognuno è preso dalle proprie attività e quando si torna a casa, si …parla solo con il proprio pc….
    amal

  23. “Quando ogni mattina parto da casa per venire a scuola,
    mia madre mi stampa sul palmo della mano sinistra un forte bacio e poi, chiudendomi la mano, mi dice sorridendo:
    “Bambina mia, tieni sempre ben chiuso qui nelka tua mano il bacio di tua madre”.
    X questo tengo sempre il pugno chiuso: c’è il bacio della mia mamma dentro”.
    (B. Ferrero)

  24. Da un racconto di B. Ferrero:

    Una bambina di 8 anni in un componimento per la scuola, ha descritto la sua FAMIGLIA:

    “Nella mia casa ci sono due stanze, due lettini, una piccola finestra e un gatto bianco.
    Nella mia casa mangiamo solo la sera, quando il mio babbo torna a casa con il sacchetto pieno di pane e di pesce secco.
    Nella mia casa siamo tutti poveri, ma il mio babbo ha gli occhi CELESTI, la mia mamma ha gli occhi CLESTI, mio fratello ha gli occhi CELESTI e anche il gatto ha gli occhi CELESTI.
    Quando siamo tutti SEDUTI A TAVOLA,
    nella nostra CASA sembra che ci sia il CIELO”.

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