PASQUA  DI RESURREZIONE 2015 – PROPOSTE FORMATIVE DI VILLA S. BIAGIO PER FARE PASQUA NELLA VITA

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 Cari amici di S. Biagio,
questa mattina al risveglio ho pensato di …non AUGURARVI una Buona Pasqua… (mi sembra troppo facile e sbrigativo…) ma di aiutarci a FARE una Buona Pasqua, aprendo al Signore che bussa, la porta del nostro cuore. E facendo nella nostra vita alcuni “PASSAGGI” (= Pasque!) importanti. Proviamo a FARE PASQUA COSI’…  fraternamente. dv

IV DOMENICA DI PASQUA

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  • Gv 10,11-18  IL BUON PASTORE DA’ LA PROPRIA VITA PER LE PECORE.
    In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

  • Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.

E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore».

Cari amici,

voglio invitarvi a ringraziare con me il Signore per il RITIRO DI PRIMAVERA APPENA CONCLUSO…  sono tutti ripartiti ognuno per le proprie attività… abbiamo vissuto INSIEME SOLTANTO 2 GIORNI   ma IL SIGNORE  CI HA FATTO IL DONO DI SCAMBIARCI RECIPROCAMENTE “PEZZI DI VITA”…GIOIE E SOFFERENZE MA IN MODO MOLTO SERENO E RICCO DI PARTECIPAZIONE… QUESTO ANEDDOTO  esprime  il clima che abbiamo respirato… ci siamo scambiati “COSE  preziose”  perche’ venivano dal cuore… 

IL  RICCO E IL POVERO

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  • Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò col cesto, poi lo svuotò, lo lavò e lo riempì di fiori bellissimi…
  • Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì e gli disse: «Perché mi hai donato fiori bellissimi se io ti ho dato la spazzatura?».
  • E l’uomo povero disse: “OGNI  PERSONA DÀ CIÒ CHE HA NEL CUORE».

 

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  • Gesù come si avvicinava alla gente?  Se parlava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda attenzione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Affascinati da tale modello, condividiamo la vita con tutti, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono.
  • E con chi sbaglia? È vero che, nel nostro rapporto con il mondo, siamo invitati a dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano.“Sia fatto con dolcezza e rispetto » (1 Pt 3,16)
  • Questa è una Sua opinione personale?   Questa non è l’opinione di un Papa; sono indicazioni della Parola di Dio così chiare che non hanno bisogno di interpretazioni. Viviamole “sine glossa”, senza commenti.
  • Apriamo il cuore o siamo condannati al …suicidio?   Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché « si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri… Ciò non è altro che un lento suicidio.
  • La vita: un mestiere o una missione?   Io sono una missione su questa terra, per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare,  guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri
  •  Ma la gente merita così tanto?   Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.

LEGGI TUTTO: 3b DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE ult def

III DOMENICA DI PASQUA 

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«PACE A VOI!».

Mentre essi parlavano di queste cose,
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse:
«PACE A VOI!».
 «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!
Toccatemi e guardate; … «Avete qualche cosa da mangiare?».
Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;
egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
 

IN ASCOLTO DI UN TESTIMONE DI PACE E DI GIOIA

PUR NELLA MALATTIA TERMINALE

+-DON SALVATORE MELLONE MALATO TERMINALE PRETE

  • L’AMORE VINCE LA MORTE: Don Salvatore Mellone  17/04/2015  La sua vicenda ha commosso tantissimi, ben oltre i confini della Chiesa: Salvatore Mellone, 38 anni di Barletta, affetto da un male incurabile ora allo stadio terminale, è stato ordinato ieri sacerdote, il più grande desiderio della sua vita. L’ordinazione è stata possibile in tempi estremamente rapidi, per volere dell’arcivescovo locale, mons. Giovanni Battista Pichierri, che ha ottenuto il beneplacito dalla Congregazione del Clero. Nei giorni scorsi, Papa Francesco aveva chiamato il seminarista barlettano chiedendogli di benedirlo nella Messa della sua ordinazione. Alessandro Gisotti ha raccolto la straordinaria testimonianza di don Salvatore Mellone, proprio poco prima della sua prima Messa da sacerdote, celebrata stamani nella sua casa a Barletta:

R.  Ho una grande gioia da sempre ma in modo particolare in questi giorni questa gioia sta aumentando ancora di più. Si sente molto il senso della responsabilità perché comunque il ministero presbiterale ci chiama ad essere testimoni veri di Cristo, ma comunque questa testimonianza fin quando c’è la gioia, fin quando c’è questa grande carica di misericordia che ti arriva da Dio, ti fa stare bene. A pochi momenti dalla mia prima Messa ho veramente una grande serenità, una grande pace, che mi permette di abbracciare un po’ tutti e di farmi vivere una condizione – posso dirlo con molta umiltà – di beatitudine e di vera gioia, ecco.                                                   

  •  Salvatore, l’orizzonte della morte sembra completamente cancellato da quello della vita nelle sue parole e nella sua testimonianza                                                                                                 

R. – Sì, perché alla fine le paure, anche le incongruenze umane, quelle restano sempre, perché siamo persone, ma la prospettiva è altra: la prospettiva è quella di un amore caritatevole che ci abbraccia. E quindi senza questo amore caritatevole che ci abbraccia anche la vita terrena stessa, anche la sofferenza stessa, non avrebbe senso. C’è questa proiezione, che non è una proiezione sterile, ma è una proiezione concreta verso un qualcosa di molto più grande, di molto più bello.      

  •  D. – Lei ha ripetuto le parole di San Paolo ieri durante l’ordinazione: “Sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio”. E’ questo che sta vivendo e che trasmette anche come messaggio magari a chi sta male?                                                                                                                  

R. – Io penso proprio questo, che man mano che si va avanti proprio nell’affrontare la malattia, giorno per giorno la malattia non è mai uguale, non è mai la stessa. Ti accorgi che comunque nonostante la difficoltà puoi andare avanti, nonostante la difficoltà c’è la speranza, c’è la bellezza di un qualcosa di molto più grande di noi. Questo qualcuno molto più grande di noi si chiama Dio, si chiama Santissima Trinità.            

D. – Lei ha rivolto la prima benedizione dopo l’ordinazione a Papa Francesco: era proprio quello che le aveva chiesto il Santo Padre chiamandola al telefono…

R. – Sì, con un po’ di trepidazione e, devo essere sincero, anche un po’ di imbarazzo perché può immaginare! Però con il cuore veramente pieno di gioia perché per noi tutti è un modello e per noi tutti è un maestro. Non possiamo fare altro che seguirlo, stargli dietro e benedirlo e continuare a pregare per lui.

D. – Le dà forza, immagino, anche questa vicinanza del Santo Padre in questo momento…

R. – Certo mi dà forza e mi dà forza la vicinanza di tante persone che si uniscono nella preghiera. Questa è la cosa più bella: che si preghi e si preghi e si continui a pregare perché possano venire fuori vocazioni e possano venire fuori anche cose belle nella vita delle persone.

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ETERNA E’ LA SUA MISERICORDIA

ANNO SANTO MISERICORDIA  

GESU’ CONFIDO IN TE  ETERNA E’ LA SUA MISERICORDIA

Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre…

Gesù di Nazareth con la sua parola,

con i suoi gesti e con tutta la sua persona

rivela la misericordia di Dio.

  • Cari amici,  ho tentato una piccola sintesi della BOLLA DI PAPA FRANCESCO PER L’ANNO SANTO… è veramente ricca di spunti che meritano di essere approfonditi e “digeriti” durante tutto l’anno santo e…tutta la nostra vita. GRAZIE, PAPA FRANCESCO… ECCO ALCUNI PASSAGGI SIGNIFICATIVI:

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  1.  DIO COME MANIFESTA LA SUA  ONNIPOTENZA…? «È proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza». Le parole di san Tommaso d’Aquino mostrano quanto la misericordia divina non sia affatto un segno di debolezza, ma piuttosto la qualità dell’onnipotenza di Dio. È per questo che la liturgia, in una delle collette più antiche, fa pregare dicendo:  «O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono» . Dio sarà per sempre nella storia dell’umanità come Colui che è presente, vicino, provvidente, santo e misericordioso

  2. I SALMI fanno emergere questa grandezza dell’agire divino«Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia» (103,3-4).     Un altro Salmo attesta i segni concreti della misericordia: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto,    il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi» (146,7-9). E da ultimo:  «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite…Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi» (147,3.6).

  3. QUAL E’ IL RITORNELLO CHE DOVREMMO RIPETERCI SEMPRE?  “Eterna è la sua misericordia”: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136. La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia” sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. Non è un caso che il popolo di Israele abbia voluto inserire questo Salmo, il “Grande hallel” nelle feste liturgiche più importanti.

  4.  PRIMA DELLA PASSIONE GESU HA PREGATO CON QUESTO SALMO DELLA MISERICORDIA. Lo attesta l’evangelista Matteo «dopo aver cantato l’inno» (26,30), Gesù con i discepoli uscirono verso il monte degli ulivi.  Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua passione e morte, cosciente del grande mistero di amore che si sarebbe compiuto sulla croce.  Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: “Eterna è la sua misericordia”.

  5. QUAL E’ ALLORA L’IMPERATIVO DI QUESTO ANNO SANTO? Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr Lc 6,27).Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. 
  6.  CHE FARE DAVANTI A SITUAZIONI DI PRECARIETÀ OGGI? In questoGiubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza… Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo.
  7. C’E’ PERDONO ANCHE PER  CRIMINALI E CORROTTI? La parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente. Il mio invito alla conversione si rivolge verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale. PER IL VOSTRO BENE, VI CHIEDO DI CAMBIARE VITA. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità. Per tutti, presto o tardi, viene il giudizio di Dio a cui nessuno potrà sfuggire. Lo stesso invito giunga anche alle persone fautrici o complici di corruzione. Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuoreLa vera vita è ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano. È sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia.

LEGGI TUTTO: – BOLLA DELL’APERTURA ANNO SANTO

      ADORAZIONE EUCARI              

 

 

 

 

  • IL NOSTRO TUTTO

 Il migliore, il vero infinito, la vera pace, 

sono ai piedi del Divin Tabernacolo.

Qui non c’è più in immagine,

ma nella realtà,  tutto il nostro bene,

il nostro amore,  la nostra beatitudine

c’è tutto il nostro cuore e tutta la nostra anima,

il nostro tempo e la nostra eternità, 

IL NOSTRO TUTTO

(Beato Charles de Foucauld)

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S. FAUSTINA 

   

  • GIOVANNI PAOLO II: Nel giorno della Canonizzazione di Sr. Faustina: “Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia” (Sal 118, 1). Così canta la Chiesa nell’Ottava di Pasqua… Cristo risorto,  nel Cenacolo porta il grande annuncio della misericordia divina e ne affida agli apostoli il ministero: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi… Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 21-23).
  • Prima di pronunciare queste parole, Gesù mostra le mani e il costato. Addita cioè le ferite della Passione, soprattutto la ferita del cuore, sorgente da cui scaturisce la grande onda di misericordia che si riversa sull’umanità. Da quel cuore suor Faustina Kowalska, la beata che d’ora in poi chiameremo santa, vedrà partire due fasci di luce che illuminano il mondo: I due raggi – le spiegò un giorno Gesù stesso – rappresentano il sangue e l’acqua” (Diario).
  •  Sangue ed acqua! Il pensiero corre alla testimonianza dell’evangelista Giovanni che, quando un soldato sul Calvario colpì con la lancia il costato di Cristo, vide uscirne “sangue ed acqua” (cfr Gv 19, 34).
  • E se il sangue evoca il sacrificio della croce e il dono eucaristico, l’acqua, nella simbologia giovannea, ricorda non solo il battesimo, ma anche il dono dello Spirito Santo (cfr Gv 3,5; 4,14; 7,37-39).
  • Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: Figlia mia, dì che sono l’Amore e la Misericordia in persona”, chiederà Gesù a Suor Faustina (Diario, 374).
  • Suor Faustina Kowalska ha lasciato scritto nel suo Diario: “Provo un dolore tremendo, quando osservo le sofferenze del prossimo. Tutti i dolori del prossimo si ripercuotono nel mio cuore; porto nel mio cuore le loro angosce, in modo tale che mi annientano anche fisicamente. Desidererei che tutti i dolori ricadessero su di me, per portare sollievo al prossimo” (Diario, p. 365). 
  •  “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia” (Diario, p. 132)  
  •  Il messaggio della divina misericordia è così, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l’accesso alla sua intimità. 
  •  Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione.
  • A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza.
  • Quante anime ha già consolato l’invocazione “GESÙ, CONFIDO IN TE”, che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! 
  • Questo semplice atto di abbandono a Gesù squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno
  •  Misericordias Domini GESU CONFIDO3 in aeternum cantabo (Sal 88  2).

 

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VIVERE DA CRISTIANI OGGI: COME?

S. PIETRO GOYA

 “La Prima Lettera di Pietro”

Tema centrale è LA SPERANZA VIVA: Una speranza che il mondo rimette in discussione e che il cristiano difende e ne da ragione con forza e dolcezza (3,15ss). Tutto questo vissuto nella quotidianità della vita e nella situazione in cui ciascuno si trova.

 DOMANDE DI UN CRISTIANO, OGGI

RISPONDE PIETRO CON LA SUA PRIMA  LETTERA

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D. BONHOEFER :

Preghiera composta nel campo di Flossenburg    

            BONHOEFFER 1           

C’è buio in me  in te invece c’è luce;

sono solo, ma tu non m’abbandoni;

non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto;

sono inquieto, ma in te c’è la pace;

c’è amarezza in me,  in te pazienza;

non capisco le tue vie,  ma tu sai qual è la mia strada.

Tu conosci tutta l’infelicità degli uomini;

tu rimani accanto a me, quando nessun uomo mi rimane accanto,

tu non mi dimentichi e mi cerchi,

tu vuoi che io ti riconosca e mi volga a te.

Signore, odo il tuo richiamo e lo seguo, aiutami!

Signore, qualunque cosa rechi questo giorno,

IL TUO NOME SIA LODATO!

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  • MA PERCHÉ ANCHE NELLA CHIESA CI SONO TANTI DIFETTI?  NON DOVREBBERO I SACERDOTI DARE L’ESEMPIO?  NOI GENITORI,EDUCATORI… SIAMO SEMPRE “MODELLI”?

 C.    5  1 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro,  testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che  deve manifestarsi: 2 pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile  interesse, ma di buon animo; 3 non spadroneggiando sulle persone a voi  affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4 E quando apparirà il pastore  supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

  •  HA ANCORA SENSO LA VIRTÙ DELL’UMILTÀ O SERVE SOLO L’ARROGANZA?

 5 Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perchè Dio resiste ai superbi,   ma dá grazia agli umili .

  •  DOBBIAMO AVERE FIDUCIA IN NOI STESSI O IN DIO?

  Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti  al tempo opportuno,   gettando  in lui ogni  vostra preoccupazione ,  perché egli ha cura di voi.

  •  CHE SENSO HA  OGGI IL CONCETTO DI SOBRIETÀ E  MORTIFICAZIONE?

 Siate temperanti, vigilate. Il vostro  nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi  divorare Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli  sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.   E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria  eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza  vi confermerà e vi renderà forti e saldi. 11 A lui la potenza nei secoli.  Amen!

  •  ABBIAMO UNA COMUNITÀ CHE CI SORREGGE E CHE A NOSTRA VOLTA AIUTIAMO?

 Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano,  fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di  Dio. In essa state saldi!  Vi saluta la comunità che è stata eletta come  voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio.  Salutatevi l’un  l’altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!

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  • LA SITUAZIONE UMANA È TANTO FRAGILE: UN PROPOSITO E  PRESTO …CI RICADIAMO.  SIAMO DAVVERO DECISI A ROMPERE CON IL PECCATO?  A DIRE …BASTA!???
  •  CAPITOLO  4 Rottura con il peccato:  1 Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi  degli stessi sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto  definitivamente col peccato, 2 per non servire più alle passioni  umane ma alla volontà di Dio, nel tempo che gli rimane in questa vita  mortale. Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del  paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule,  nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli.

 

  • IL CRISTIANO SI SENTE SEMPRE A SUO AGIO NELLA SOCIETÀ? …SENTIRSI UN POCO “ESTRANEI”  A CERTE COSE NON E’ MALE… Per  questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso  questo torrente di perdizione e vi oltraggiano.  Ma renderanno conto  a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti;  infatti è stata  annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo  subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli  uomini, vivano secondo Dio nello spirito.
  •  MA OCCORRE ANCHE METTERE A FRUTTO I TALENTI O NO?  Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di  Dio. 11 Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un  ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga  glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la  gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!

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  • OGNUNO HA LA SUA CROCE…   LA MIA QUAL È? L’HO INDIVIDUATA? L’HO ACCETTATA?  Carissimi, non siate sorpresi per l’incendio di persecuzione che si  è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa  di strano. 13 Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di  Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria  possiate rallegrarvi ed esultare. 14 Beati voi, se venite insultati per il  nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio  riposa su di voi.  Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o  ladro o malfattore o delatore. 16 Ma se uno soffre come cristiano, non  ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome.

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  • QUALE MODELLO DI COMPORTAMENTO  HA UN CRISTIANO?
  1.  E` una  grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente;   che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma  se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà  gradito davanti a Dio.
  2. A questo infatti siete stati chiamati, poiché     anche Cristo patì per voi,  lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: 22 egli  non commise peccato  e  non si trovò inganno sulla sua bocca , 23 oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta,   ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli  portò i nostri  peccati  nel suo corpo  sul legno della croce,   perché, non vivendo più per il peccato,  vivessimo per la giustizia;  25  dalle  sue  piaghe siete stati guariti .  
  3. Eravate  erranti come pecore , ma ora siete tornati al pastore   e guardiano delle vostre anime.
  •  ESSERE CRISTIANI COMPORTA CONSEGUENZE ANCHE NELLA SFERA AFFETTIVA OPPURE QUESTE SONO …COSE PRIVATE? E’ POSSIBILE PREGARE INSIEME DA FIDANZATI E SPOSI? 
  1.  C.   3 1 Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti  perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola,  vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole,  conquistati  considerando la vostra condotta casta e rispettosa.  
  2. E ugualmente voi,  mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è  più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della  grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.
  •  E QUAL E’ LA “REGOLA”  CHE RIASSUME TUTTO QUELLO CHE DOBBIAMO FARE?
  1.   E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori  degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili;
  2. non  rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per  avere in eredità la benedizione. Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male  e le sue labbra da parole d’inganno;  eviti il male e faccia il bene,  cerchi la pace e la segua… 
  3. E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene?
  • E QUANDO CI PERSEGUITANO? DI FRONTE A TANTE  RELIGIONI, CHE FARE? – ESSER VIOLENTI ANCHE NOI…?  – UNA RELIGIONE VALE L’ALTRA… ? C’È UNA TERZA VIA? 

BATTESIMO AD. 2

  1. E se  anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi!  Non vi sgomentate  per paura di loro, né vi turbate , ma  adorate il Signore, Cristo, nei  vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi  ragione della speranza che è in voi.
  2. Tuttavia questo sia fatto con  dolcezza e rispetto,  con una retta coscienza, perché nel momento  stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che  malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. E` meglio infatti, se  così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.

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  • BISOGNA CRESCERE  anche spiritualmente… Cosa vuol dire e come fare?  Di che nutrirsi?
  1.  CAPITOLO   2   Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie  e ogni maldicenza,  come bambini appena nati bramate il puro  latte spirituale, per CRESCERE con esso verso la salvezza:  se  davvero  avete gia gustato come è buono il Signore . 
  2. Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e  preziosa davanti a Dio,  anche voi venite impiegati come pietre vive  per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo,  per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
  • E’ VERO CHE COL BATTESIMO SIAMO TUTTI  “SACERDOTI”? CHIESA AFRI
  • Cosa vuol dire e cosa comporta  essere sacerdoti, profeti e re?
  1.   Voi siete  la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la  nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le  opere meravigliose  di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua  ammirabile luce; 
  2. voi, che un tempo eravate  non-popolo , ora invece  siete  il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia , ora  invece  avete ottenuto misericordia
  •  COME SI DEVE COMPORTARE UN CRISTIANO verso i non credenti? Il vangelo va annunciato più con le parole o con la vita?
  1.   Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai  desideri della carne che fanno guerra all’anima. 12 La vostra condotta  tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come  malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio  nel giorno del giudizio.
  2.  State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del  Signore:. Perché questa è la  volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca  all’ignoranza degli stolti. 
  3. Comportatevi come uomini liberi, non  servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma  come servitori di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.
  • VI INVITO A GODERVI L’INTERVISTA A QUESTA BAMBINA IRACHENA DI 10 ANNI... Myriam, originaria di Qaraqosh «chiede a Dio di perdonare» i jihadisti … Dio ci ama e non permetterà che l’Is ci uccida. Dio li perdonerà», dice. La speranza è da riporre certo più in Dio che negli uomini perché da agosto, quando i guerriglieri vestiti di nero sono arrivati alle porte delle loro case a Mosul, la loro vita è un inferno. Forse a una bambina i particolari più atroci, le immagini di decapitazioni, come i racconti più drammatici dei parenti possono essere stati nascosti ma quelle parole di perdono, pronunciate davanti ai microfoni dell’emittente cristiana di lingua araba SAT-7, oltre che sorprendenti sono preziose. Circa 10mila i cristiani fuggiti da Mosul, oltre 100mila quelli scappati con un vero esodo forzato ad agosto dai vicini villaggi di Qaraqosh, Bartalla e Kharamles. In tutto un milione i profughi che hanno raggiunto il Kurdistan iracheno. Molti a Erbil si sono rifugiati in un centro commerciale in costruzione di Ankawa: freddo e disagio di ogni tipo tutto attorno. I bambini, intervistati, ricordano la loro vita di prima: «Avevamo una casa e tante cose da fare. Ora non è più così, ma per fortuna Dio ci assiste», dice Myriam, originaria di Qaraqosh.
    Flourine, un’altra bambina cristiana rifugiata a Erbil, racconta che le manca soprattutto «la scuola e andare in chiesa», ma è anche convinta che «Gesù è sempre con noi nei nostri cuori e non ci abbandona». Ma Myriam riesce a guardare al futuro senza paura: «Dio ci ama e non permetterà all’Is di ucciderci», aggiunge la piccola che vuole «chiedere a Dio di perdonare» i jihadisti di Abu Bakr al-Baghdadi. Nella memoria, ascoltando, riaffiora un passo del Vangelo: «Beati voi quando vi perseguiteranno per causa mia».
  1.  Guardate che fede ha questa bambina.(video)Myriam, cristiana

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  • Ho ricevuto il battesimo da bambino: non capivo nulla. Essere cristiano  cambia la vita o  la fede è una cosa ma … la vita è un’altra?

Esigenze della nuova vita.  13 Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate  vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data  quando Gesù Cristo si rivelerà. 14 Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, 15 ma  ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi  in tutta la vostra condotta; 16 poiché sta scritto:  Voi sarete santi, perché  io sono santo

  • Ma è vero che   siamo preziosi agli occhi di Dio? Perché? Come si fa a dirlo quando siamo tribolati da tutte le parti? 

E se pregando chiamate Padre colui che senza  riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. 18 Voi sapete che  non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati  dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, AGNELLO1 ma con il  sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza  macchia.  Egli …si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per  opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato  gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.

  • Come  accostarmi alla Parola di Dio? non ci capisco niente e poi  ho ben altro da pensare…

Dopo aver santificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità, amatevi intensamente, di vero cuore,  gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma  immortale, PAROLADIDIOULT-300x135cioè dalla parola di Dio viva ed eterna Poichè tutti i mortali sono come l’erba  e ogni loro splendore è come fiore d’erba.    L’erba inaridisce, i fiori cadono,   ma la parola del Signore rimane in eterno . E questa è la parola del vangelo che vi è stato annunziato.

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  •  A volte nel mio ambiente mi sento un pò ESTRANEO…   E’ NORMALE PER UN CRISTIANO O…DEVO PREOCCUPARMI?         
  1. Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai FEDELI DISPERSI nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, eletti  secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione  dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo  sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
  •  Ma in fin dei conti… COSA CI DONA L’ESSERE CRISTIANI?
  1. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella  sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione  di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva,  per una eredità che  non si corrompe, non si macchia e non marcisce.
  2. Essa è conservata  nei cieli per voi,  che dalla potenza di Dio SIETE CUSTODITI mediante la  fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.
  •  CHI È CREDENTE È ESONERATO DALLE PROVE DELLA VITA O FORSE  DEVE  SOFFRIRE  COME E PIÙ  DEGLI ALTRI?   6 Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco,  torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù  Cristo: 8 voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo  credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9 mentre  conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.

 

  • UN CRISTIANO NON DOVREBBE CERCARE DI AMARE E CONOSCERE  DI PIU LA PROPRIA FEDE?  10 Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in  loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che  dovevano seguirle.  E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per  voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da  coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato  dal cielo;    cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.

Leggi tutto: – EESS PASQUA 2015 DEFF

 

DAL VANGELO: Gv 20,1-9  

  • Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
    Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
  • Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
  • Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

DONNA, PERCHE’ PIANGI?   

PASQUA MADDALENA

     CHI CERCHI?

  (Gv 20,1ss – Libera rielaborazione )

  • Erano due notti che non riuscivo a chiudere occhio. Mi  tornavano alla mente tutti i particolari strazianti della crocifissione e morte di  Gesù. E quelle sue ultime parole alla madre e a  Giovanni: “ Donna, ecco il tuo figlio!”.   Poi disse al discepolo: “Ecco la  tua madre!”. La scena  della spugna imbevuta di aceto e quel suo abbandono supremo nelle braccia del Padre:  “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò.
  • Per qualche momento noi donne, impietrite dal dolore, rimanemmo in un angolo, mentre alcuni discepoli calavano il corpo del Signore dalla croce. Pochi minuti per prepararlo ad una degna anche se affrettata  sepoltura. Poi dovemmo  allontanarci in fretta a motivo della Pasqua ebraica che stava iniziando. Ero tornata  a casa con l’unico desiderio che passasse in fretta  la festa per  poter tornare a completare i servizi funebri al mio Signore.
  • Ma quella notte sembrava interminabile. Non si faceva mai giorno. Mi rigiravo nel letto, pensando a Lui e pregando con le parole di un salmo a me caro: “ Nel mio giaciglio, di te mi ricordo;   penso a te nelle veglie notturne…” (Sl.63) Erano parole confortanti,  ma…Lui non c’era. Mi alzai di scatto dal letto  e corsi,  nella notte, in cerca di Lui. “ Nel giorno dopo il sabato,  Maria di Màgdala si recò al  sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio…” Era davvero buio. Fuori e dentro di me. Gesù era morto.  Lui, il sole della  mia vita, tramontato per sempre.  “…e vide  che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.”
  • A quella vista rimasi sconvolta. Qualcuno aveva profanato la tomba di Gesù? Avevano rubato il suo corpo? Mi sentii terribilmente sola e impotente. Allora corsi a chiedere aiuto a Pietro e Giovanni: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro  e non  sappiamo dove l’hanno posto…

LEGGI TUTTO: 02.MARIA di MAGDALA DEF

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+ PULIZIE DI PASQUA

– TONINO BELLO RICONCILIAMOCI CON LA SPERANZA

GESU’ A RAPPORTO

  SVEGLIATI. RISORGI… PASQUA RUPNIK U SCIAMO DI QUI! 

“Io pongo sempre innanzi a me il Signore, 

sta alla mia destra, non posso vacillare. 

Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; 

anche il mio corpo riposa al sicuro, 

perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, 

NON LASCERAI CHE IL TUO  SANTO VEDA LA CORRUZIONE…” 

(SL 16)

  • OMELIA SUL SABATO SANTO –    Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme:la terra è rimasta sbigottita e  tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.
  • Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.Certo egli va a cercare il primo padre come la pecorella smarrita…Appena Adamo il progenitore lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse:«Sia con tutti il mio Signore»E Cristo rispondendo disse ad Adamo:»E con il tuo spirito». 
  • E, presolo per la mano, lo scosse dicendo: «Svegliati, tu che dormi e risorgi dai morti e Cristo  ti illuminerà…Risorgi dai morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effigie fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!…
  • Per te, io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio…Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te,per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi sopportatiper rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati .Guarda le mie mani inchiodate al legno per te che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero….
  • Sorgi allontaniamoci di qui…Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io che sono la Vita, ti comunico quello che sono.Il trono celeste è pronto, la sala allestita, la mensa apparecchiata…è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli» 

PAPA FRANCESCO

PASQUA GESù E MARIAPASQUA GESù E MARIA Maria dell'attesa

 NEL SABATO SANTO LA CHIESA, 

SI IDENTIFICA CON MARIA:

TUTTA LA SUA FEDE È RACCOLTA IN LEI,

LA PRIMA E PERFETTA DISCEPOLA,

LA PRIMA E PERFETTA CREDENTE.

NELL’OSCURITÀ CHE AVVOLGE IL CREATO,

ELLA RIMANE SOLA

A TENERE ACCESA LA FIAMMA DELLA FEDE,

SPERANDO CONTRO OGNI SPERANZA 

NELLA RISURREZIONE DI GESÙ.

  • Invocazioni
    Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a vita immortale. Pieni di riconoscenza e di amore rivolgiamo al Cristo la nostra preghiera: Abbi pietà di noi, Signore.
    Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla tua croce e al tuo sepolcro la tua Madre addolorata,
    – fa’ che in mezzo alle sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua passione.
    Cristo Signore, che come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna, – fa’ che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per il Padre.
    Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini,
    – insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del Padre.
    Nuovo Adamo, che sei disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall’origine del mondo,
    – fa’ che tutti coloro che sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te.
    Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai uniti misticamente a te nella morte e nella sepoltura,
    – fa’ che, configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova.
    Padre nostro.

     O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito, disceso nelle viscere della terra, fa’ che, sepolti con lui ne battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

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– TONINO BELLO RICONCILIAMOCI CON LA SPERANZA

GESU’ A RAPPORTO

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VENERDI SANTO  2015

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LA CROCE, SUPREMO ATTO D’AMORE

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti.

Quelli che passavano di là lo insultavano,

scuotendo il capo e dicendo:

«Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 

salva te stesso scendendo dalla croce!»

  • IN ASCOLTO DEL SERVO DEL SIGNORE… crocifisso4
  1. Per noi bellezza, stima e successo sono al primo posto: e tu potevi contarci? Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (53,2s)
  2. Ognuno tende a dare la colpa agli altri. Tu invece ti sei addossato le colpe altrui?  Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori.  Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. (53,4s)
  3. Guariti con… le tue piaghe?  Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.  Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (53,5s)
  4. Oggi ha ragione chi grida più forte, TU hai scelto di tacere? Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello,  come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. (53,7s)
  5. Forse avresti potuto salvarti… Perché ti sei offerto spontaneamente? Quando offrirà se stesso in espiazione,  vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. (53,10s)
  6. Dunque la sofferenza innocente, che tanto ci scandalizza,  sarebbe  salvezza per il  mondo? Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. (53,11)
  7. Per essere efficaci non bastano dunque le parole, occorre ben altro: che cosa? Perciò io gli darò in premio le moltitudini,  perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. (53,12)

 LEGGI TUTTO: G. IL SERVO DEL SIGNORE DEF

DON ORIONE:

Dalla Croce Cristo grida “Sitio”.

Terribile grido di arsura, che non è della carne,

 ma è grido di sete di anime.

Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.

Salirò il mio Calvario come agnello mansueto.

Apostolato e martirio;  martirio e apostolato.

Soffrire, tacere, pregare, amare,

 crocifiggersi e adorare.

Lume e pace di cuore. 

Scr.63,226)

  1. «INGINOCCHIARMI AI PIEDI DELLA CROCE» (K. Rahner). 
    «Gli uomini vanno a Dio nella loro tribolazione, piangono per aiuto, chiedono pane. Così fan tutti, tutti. I cristiani invece stanno vicino a Dio nella sua sofferenza» (Bonhoffer)…Infatti se noi crediamo che Cristo è in ogni uomo, che tutti insieme formiamo l’unico corpo di Cristo, allora riusciamo a sentire che Cristo è in agonia fino alla fine dei tempi, è ancora crocifisso oggi in infiniti fratelli, su tutta la terra. Contemporanea a me è la croce. Non spettatore, allora, ma partecipe della eterna passione di Dio e dell’uomo, voglio abitare la croce, le infinite croci del mondo.  
  2. «Salva te stesso, allora crederemo». Qualsiasi uomo, qualsiasi re, potendolo, scenderebbe dalla croce. Gesù, no. Solo un Dio non scende dal legno, solo il nostro Dio. Il nostro è il Dio differente: è il Dio che entra nella tragedia umana, entra nella morte perché là va ogni suo figlio.
  3. Sale sulla croce per essere con me e come me, perché io possa essere con lui e come lui. Perché l’amore conosce molti doveri, ma il primo di questi è di essere con l’amato. Qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato in una falsa idea di Dio. Solo la croce è lo svelamento supremo di Dio.
  4. la croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante. Dove un amore eterno penetra nel tempo come una goccia di fuoco, e divampa. L’ha capito per primo un estraneo, un soldato esperto di morte. È un pagano ad esprimere il primo atto di fede cristiano: costui era figlio di Dio.
  5. Che cosa ha visto in quella morte? Non un miracolo, non la risurrezione. Ha visto il capovolgimento del mondo, dove la vittoria era sempre del più forte, del più armato, del più spietato. Ha visto il supremo potere di Dio, che è un disarmato amore; che è quello di dare la vita anche a chi ti dà la morte; che è servire non asservire; che è vincere la violenza prendendola su di sé.
  6. La suprema bellezza della storia è quella accaduta fuori Gerusalemme, dove il Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, per morire d’amore: un atto d’amore perfetto. La croce è l’immagine più pura, più alta, più bella che Dio ha dato di se stesso.
  7. Da allora, «per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (K. Rahner).

GIOVEDI SANTO 2015

L’agnello immolato

AGNELLO1

ci strappò dalla morte

Dall’«Omelia sulla Pasqua» di Melitone di Sardi, vescovo        

  • Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; 
  • Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida. Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue. 
  •   Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato.
  •  Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato. Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia.
  • Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte.  
  • Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.

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PREGHIERA PER I PRESBITERI

(Tonino Bello)

Spirito del Signore,
dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo,
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
Rendili innamorati della Terra,
e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
Confortali con la gratitudine della gente e la comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza,
perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo
se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più.
Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle loro mani grondi i il crisma su tutto ciò che accarezzano.
Fa risplendere di gioia i loro corpi.
Rivesti loro di abiti nuziali e cingili con cinture di luce perché,
per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà.

DALL’EUCARISTIA AL SERVIZIO

DAL VANGELO DI GIOVANNI C. 13: LAVANDA PIEDI11 

  • Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese la sua veste e si mise di nuovo a tavola. Poi disse: «Capite quello che ho fatto per voi? 
  • Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene perché lo sono. Dunque, se io, Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.   Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho fatto a voi.  Certamente un servo non è più importante del suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi lo ha mandato.  Ora sapete queste cose; ma sarete beati quando le metterete in pratica.

PAPA FRANCESCO: Il Triduo Pasquale: PAPA LAVA I PIEDI

  1. Nel pomeriggio, con la Santa Messa “nella Cena del Signore”, avrà inizio il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, che è il culmine di tutto l’anno liturgico e anche il culmine della nostra vita cristiana. Il Triduo si apre con la commemorazione dell’Ultima Cena. Gesù, la vigilia della sua passione, offrì al Padre il suo corpo e il suo sangue sotto le specie del pane e del vino e, donandoli in nutrimento agli Apostoli, comandò loro di perpetuarne l’offerta in sua memoria.
  2. Il Vangelo di questa celebrazione, ricordando la lavanda dei piedi, esprime il medesimo significato dell’Eucaristia sotto un’altra prospettiva. Gesù – come un servo – lava i piedi di Simon Pietro e degli altri undici discepoli (cfr Gv 13,4-5). Con questo gesto profetico, Egli esprime il senso della sua vita e della sua passione, quale servizio a Dio e ai fratelli: «Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire» (Mc 10,45).
  3. Questo è avvenuto anche nel nostro Battesimo, quando la grazia di Dio ci ha lavato dal peccato e ci siamo rivestiti di Cristo (cfr Col 3,10). Questo avviene ogni volta che facciamo il memoriale del Signore nell’Eucaristia: facciamo comunione con Cristo Servo per obbedire al suo comandamento, quello di amarci come Lui ci ha amato (cfr Gv 13,34; 15,12). 

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RICONCILIAMOCI CON LA SPERANZA.

gesù8

ARRIVA LA PASQUA!

Con grande fiducia appoggiamo il nostro capo

sul capo di Gesù che rantola sulla croce.

Io vorrei tanto che ognuno di noi

sentisse  questa vicinanza con Gesù Cristo,

questo rantolo del suo respiro nelle nostre orecchie.

Il mondo cambia, il mondo cambierà, il mondo sta cambiando.

E’ incredibile quello che sto dicendo;

le ragioni del nostro pianto non hanno più motivo per esistere.

La risurrezione di Gesù ha disseccato tutte le sorgenti del pianto.

Riconciliamoci con la speranza. Arriva la Pasqua!

Frantumi il nostro peccato! Frantumi le nostre disperazioni!

Ci faccia vedere le tristezze, le malattie, il nostro fallimento, il nostro smacco…

ci faccia vedere perfino la morte dal versante giusto,

                     dal versante della risurrezione, che è il versante della speranza.”                                                      

Don Tonino Bello 1993

 

  • Leggi allegati: FACCIAMO PASQUA COSI… e intervista al SERVO DI DIO
  1. G. IL SERVO DI DIO DEF
  2. 07b CARI AMICI DI S. BIAGIO

31 comments

  1. CARI AMICI… UNA GRANDE PAGINA DI S. EFREM. QUALE RICCHEZZA DI CONTENUTI E CHIAREZZA ESPOSITIVA DI COSE SUBLIMI…

    LA CROCE DI CRISTO, SALVEZZA DEL MONDO
    Dai «Discorsi» di sant’Efrem, diacono

    Il nostro Signore fu schiacciato dalla morte, ma a sua volta egli la calpestò come una strada battuta. Si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte, che non voleva morire. NOSTRO SIGNORE SULLA CROCE COL SUO GRIDO TRASSE I MORTI FUORI DAGLI INFERI.
    … Cristo venne da Eva, genitrice di tutti i viventi. Ella è la vigna, la cui siepe fu aperta proprio dalla morte per le mani di quella stessa Eva che doveva, per questo, gustare i frutti della morte. Eva, madre di tutti i viventi, divenne anche causa di morte per tutti i viventi.
    Fiorì poi Maria, nuova vite rispetto all’antica Eva, e in lei prese dimora la nuova vita, Cristo. AVVENNE ALLORA CHE LA MORTE SI AVVICINASSE A LUI PER DIVORARLO CON LA SUA ABITUALE SICUREZZA E INELUTTABILITÀ. NON SI ACCORSE, PERÒ, CHE NEL FRUTTO MORTALE, CHE MANGIAVA, ERA NASCOSTA LA VITA. FU QUESTA CHE CAUSÒ LA FINE DELLA INCONSAPEVOLE E INCAUTA DIVORATRICE. LA MORTE LO INGHIOTTÌ SENZA ALCUN TIMORE ED EGLI LIBERÒ LA VITA E CON ESSA LA MOLTITUDINE DEGLI UOMINI.
    Fu ben potente il figlio del falegname, che portò la sua croce sopra gli inferi che ingoiavano tutto e trasferì il genere umano nella casa della vita. Siccome poi a causa del legno il genere umano era sprofondato in questi luoghi sotterranei, sopra un legno entrò nell’abitazione della vita. Perciò in quel legno in cui era stato innestato il ramoscello amaro, venne innestato un ramoscello dolce, perché riconosciamo colui al quale nessuna creatura è in grado di resistere. GLORIA A TE CHE DELLA TUA CROCE HAI FATTO UN PONTE SULLA MORTE. ATTRAVERSO QUESTO PONTE LE ANIME SI POSSONO TRASFERIRE DALLA REGIONE DELLA MORTE A QUELLA DELLA VITA.
    Gloria a te che ti sei rivestito del corpo dell’uomo mortale e lo hai trasformato in sorgente di vita per tutti i mortali.
    TU ORA CERTO VIVI. COLORO CHE TI HANNO UCCISO HANNO AGITO VERSO LA TUA VITA COME GLI AGRICOLTORI. LA SEMINARONO COME FRUMENTO NEL SOLCO PROFONDO. MA DI LÀ RIFIORÌ E FECE RISORGERE CON SÉ TUTTI.
    VENITE, OFFRIAMO IL NOSTRO AMORE COME SACRIFICIO GRANDE E UNIVERSALE, eleviamo cantici solenni e rivolgiamo preghiere a colui che offrì la sua croce in sacrificio a Dio, PER RENDERE RICCHI TUTTI NOI DEL SUO INESTIMABILE TESORO.

  2. “SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRÀ IN ETERNO”
    San Colombano
    Amatissimi fratelli, se la vostra anima ha sete dell’acqua divina di cui sto per parlarvi, alimentate questa sete e non la spegnete. BEVETE, MA NON SIATENE SAZI. Poiché la sorgente viva ci chiama e la fontana di vita ci dice: “CHI HA SETE VENGA A ME E BEVA” (Gv 7,37)… Guardate da dove sgorga quest’acqua: vene dal luogo da cui è disceso il Pane, poiché il Pane e la sorgente sono uno – il Figlio unigenito, nostro Dio, Gesù Cristo Signore, di cui dobbiamo sempre avere sete. Anche se lo mangiamo e divoriamo per amore, il desiderio ci mette ancora sete di lui. Come l’acqua di una fonte, beviamolo senza posa con amore immenso, beviamolo con avidità e gustiamone il dolce sapore. Poiché dolce e buono è il Signore. Sia che lo mangiamo, sia che lo beviamo, avremo sempre fame e sete di lui, poiché è per noi cibo e bevanda inesauribili… E’ INFATTI LA FONTANA DEGLI ASSETATI, NON DEI SAZIATI. GLI ASSETATI, CHE ALTROVE DICHIARA BEATI (MT 5,6), EGLI LI INVITA: COLORO CHE NON SONO MAI SAZI DI BERE, MA CHE HANNO ANCOR PIÙ SETE DOPO AVER BEVUTO.
    Fratelli, “la radice della sapienza” (Si 1,5), desideriamola, cerchiamola, amiamola; in essa sono nascosti, come dice l’apostolo Paolo, “tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3)… Se hai sete, bevi alla sorgente della vita; se hai fame, mangia il Pane della vita. Felici coloro che hanno fame di questo Pane e sete di questa sorgente!… Quanto è buono ciò che si può gustare continuamente senza smettere di desiderarlo! Il re profeta David lo dichiara: “GUSTATE E VEDETE QUANTO È BUONO IL SIGNORE” (Sal 34,9).

  3. « IO SONO IL PANE DELLA VITA »
    San Cirillo di Gerusalemme
    +++
    Quando Cristo in persona dice riguardo al pane: « Questo è il mio corpo », chi può esitare? E quando egli afferma: « Questo è il mio sangue », chi può dubitare? Una volta a Cana di Galilea Gesù ha cambiato l’acqua in vino – il vino, fratello del sangue – . Chi ora rifiuta di credere, quando cambia il vino in sangue? Invitato ad un matrimonio quaggiù, ha operato questo miracolo stupendo; a maggior ragione, come potremmo rifiutare di riconoscere che concede agli « invitati a nozze » (Mt 9,15) la gioia del suo Corpo e del suo Sangue? IL SUO CORPO INFATTI TI È STATO DATO SOTTO L’APPARENZA DEL PANE E IL SUO SANGUE SOTTO L’APPARENZA DEL VINO AFFINCHÉ, PARTECIPANDO AL CORPO E AL SANGUE DI CRISTO, TU SIA CON LUI UN UNICO CORPO E UN UNICO SANGUE. COSÌ DIVENTIAMO DEI « PORTATORI DI CRISTO » [CRISTOFORI]. Il suo corpo e il suo sangue si mescolano alle nostre membra; ecco come diventiamo partecipi della natura divina. Un tempo, intrattenendosi con i giudei, Cristo diceva: « Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avrete in voi la vita » (Gv 6,54). Se il pane e il vino ti sembrano solo naturali, non fermarti lì… SE I SENSI TI SVIANO, TI SOSTENGA LA FEDE.
    QUINDI, MENTRE TI AVVICINI PER RICEVERLO, NON AVANZARE SENZA RISPETTO, STENDENDO IL PALMO DELLA MANO, CON LE DITA ALLARGATE. PIUTTOSTO, POICHÉ SULLA MANO DESTRA RIPOSERÀ IL RE, FAGLI UN TRONO CON LA MANO SINISTRA, NELL’INCAVO DELLA MANO RICEVI IL CORPO DI CRISTO E RISPONDI: AMEN !

  4. Chi più di S. AGOSTINO ha potuto sperimentare l’intimità con “L’AMORE”vero,l’AMORE che non ha confini.L’AMORE che si china sulla sua creatura e la libera da ogni più piccola imperfezione, rendendola nuova,rinnovata, piena della sua grazia divina.Dal cuore della creatura rinnovata dalla grazia, si sprigiona un canto di lode e ringraziamento infinito misto a tanta commozione. Il cuore colmo dell’Infinito, non può contenere il bene ricevuto;allora lo dona, lo condivide con i fratelli che ogni giorno camminano al suo fianco bisognosi di questo “AMORE”.

  5. L’uomo nuovo conosce il canto nuovo! Questo canto non nasce per merito e sapienza nostra, è un dono dell’incontro col Risorto.E’ il canto dell’Amante per l’amato che si riversa nell’amato e lo fa cantare. “Tutti amiamo” dice sant’Agostino, ma dipende da cio che amiamo, se uno ama il mondo canta del mondo, se uno ama Dio, canta il cantico dell’Amore che è Dio. Non nasce da se, è un dono dello Spirito Santo, è Lui che conoscendo l’Amante, mette nel cuore dell’amato il canto.Chi conosce questo canto non ha più paura nè della vita nè della morte, ma solo di non essere amante a sua volta.

  6. CANTIAMO AL SIGNORE IL CANTO DELL’AMORE
    DAI «DISCORSI» DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO

    «Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli» (Sal 149, 1). Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo. L’UOMO NUOVO CONOSCE IL CANTO NUOVO. Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore.
    Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto nuovo. Che cosa sia questa vita nuova, dobbiamo saperlo in vista del canto nuovo. Infatti tutto appartiene a un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il Testamento nuovo. PERCIÒ L’UOMO NUOVO CANTERÀ IL CANTO NUOVO E APPARTERRÀ AL TESTAMENTO NUOVO.
    Non c’è nessuno che non ami, ma bisogna vedere che cosa ama. Non siamo esortati a non amare, ma a scegliere l’oggetto del nostro amore. Ma che cosa sceglieremo, se prima non veniamo scelti? POICHÉ NON AMIAMO, SE PRIMA NON SIAMO AMATI. ASCOLTATE L’APOSTOLO GIOVANNI: NOI AMIAMO PERCHÉ EGLI CI HA AMATI PER PRIMO (cfr. 1 Gv 4, 10).
    Cerca per l’uomo il motivo per cui debba amare Dio e non troverai che questo: perché Dio per primo lo ha amato. COLUI CHE NOI ABBIAMO AMATO, HA DATO GIÀ SE STESSO PER NOI, HA DATO CIÒ PER CUI POTESSIMO AMARLO.
    Che cosa abbia dato perché lo amassimo, ascoltatelo più chiaramente dall’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5, 5). Da dove? Forse da noi? No. Da chi dunque? «Per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Avendo dunque una sì grande fiducia, amiamo Dio per mezzo di Dio. Ascoltate più chiaramente lo stesso Giovanni: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4, 16).
    Non basta dire: «L’amore è da Dio» (1 Gv 4, 7). Chi di noi oserebbe dire ciò che è stato detto: «Dio è amore»? Lo disse colui che sapeva ciò che aveva.
    DIO CI SI OFFRE IN UN MODO COMPLETO. CI DICE: AMATEMI E MI AVRETE, PERCHÉ NON POTETE AMARMI, SE GIÀ NON MI POSSEDETE.
    O fratelli, o figli, o popolo cristiano, o santa e celeste stirpe, o rigenerati in Cristo, o creature di un mondo divino, ascoltate me, anzi per mezzo mio: «Cantate al Signore un canto nuovo».
    Ecco, tu dici, io canto. TU CANTI, CERTO, LO SENTO CHE CANTI. MA BADA CHE LA TUA VITA NON ABBIA A TESTIMONIARE CONTRO LA TUA VOCE.
    Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa. «Cantate al Signore un canto nuovo». Mi domandate che cosa dovete cantare di colui che amate? Parlate senza dubbio di colui che amate, di lui volete cantare. Cercate le lodi da cantare… Il cantore diventa egli stesso la lode del suo canto.
    VOLETE DIRE LE LODI A DIO? SIATE VOI STESSI QUELLA LODE CHE SI DEVE DIRE, E SARETE LA SUA LODE, SE VIVRETE BENE.

  7. Nonostante la malattia in stadio terminale che colpisce don Salvatore Mellone, si avverte nelle sue parole la densità dell’alito di Dio che lo investe dalla testa ai piedi.
    Ci si domanda LA RAGIONE di TANTA SPERANZA, PACE, addirittura…GIOIA! Non c’è dubbio NON VI E’ ALTRA SPIEGAZIONE (a mio parere) che questa: è un uomo INNAMORATO, lo è di DIO.
    Se pure nella malattia anzi a motivo di questa, può a “testa e cuore alti” citare s. Paolo: “…nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio”, un amore CORRISPOSTO come una bella, alta composizione musicale, armonia perfetta che congiunge due VERI INNAMORATI!

  8. ” …si va avanti proprio nell’affrontare la malattia, giorno per giorno la malattia non è mai uguale, non è mai la stessa. Ti accorgi che comunque nonostante la difficoltà puoi andare avanti, nonostante la difficoltà c’è la speranza , c’è la bellezza di un qualcosa di molto più grande di noi…” ( don Salvatore )

    Rileggo queste parole , nel bisogno di fermarmici . Penso che a dirle è un uomo di 38 anni , malato terminale .
    Grazie , don Salvatore .

    LA MALATTIA può essere dentro o fuori di noi .. , si può chiamare tumore o paura , relazioni difficili , scoraggiamento o stanchezza … però è vero : ogni giorno non è mai la stessa MA OGNI GIORNO , PROPRIO NELL’ AFFRONTARLA , POSSIAMO ANDARE AVANTI .

    E lei non può rubarci la SPERANZA o farci deviare lo sguardo verso quel ” Qualcuno di molto più grande di noi ” , al Quale affidare e affidarci..

  9. Sant’Agostino

    GOVERNARE IL MONDO INTERO È UN MIRACOLO PIÙ GRANDE CHE SAZIARE CINQUEMILA PERSONE CON CINQUE PANI. Tuttavia, di quel fatto nessuno si stupisce, di questo gli uomini si stupiscono, non perché sia più grande, ma perché è raro. Chi, infatti, anche adesso nutre il mondo intero, se non colui che CON POCHI GRANI CREA LE MESSI? Cristo operò, quindi, come Dio. Allo stesso modo, infatti, che con pochi grani moltiplica le messi, COSÌ NELLE SUE MANI HA MOLTIPLICATO I CINQUE PANI. La potenza era nelle mani di Cristo; e quei cinque pani erano come semi, non affidati alla terra, ma moltiplicati da colui che ha fatto la terra.
    E’ stato dunque offerto ai sensi tanto di che elevare lo spirito, … affinché fossimo presi da ammirazione, attraverso le opere visibili, per l’invisibile Dio (Rm 1,20); ed elevati alla fede, e mediante la fede purificati, sentissimo il desiderio di vedere spiritualmente, con gli occhi della fede, l’invisibile, che già conosciamo attraverso le cose visibili… E’ STATO COMPIUTO AFFINCHÉ QUELLI LO VEDESSERO, ED È STATO SCRITTO AFFINCHÉ NOI LO ASCOLTASSIMO. Ciò che essi poterono vedere con gli occhi, noi possiamo vederlo con la fede. Noi contempliamo spiritualmente ciò che non abbiamo potuto vedere con gli occhi. Noi ci troviamo in vantaggio rispetto a loro, perché per noi è stato detto: “BEATI QUELLI CHE NON VEDONO E CREDONO” (Gv 20, 29).

  10. ….Soltanto chi è innamorato dell’Eucarestia può comprendere le bellissime espressioni del Beato Charles de Foucauld che rivolge a Gesù nel Tabernacolo. Quando decidiamo di metterci ai suoi piedi con tutta la nostra nullità, per grazia ci viene concesso,in parte, di riconoscere la SUA immensa e insostenibile grandezza.I Momenti trascorsi dinanzi a LUI regalano all’anima l’alito di DIO. E’ qui che si ritrova la “pace”, è qui che ritroviamo la”gioia”, è qui ancora che ritroviamo la forza perchè ritemprati dal SUO AMORE misericordioso. Sostenuti da questo infinito AMORE possiamo andare incontro ai fratelli con il cuore rinnovato. GRAZIE GESU’, PERCHE’SEI RIMASTO CON NOI, SEMPRE!

  11. Le tue opere, Signore, ti lodano affinché noi ti amiamo;
    e noi ti amiamo affinché le tue opere ti lodino.
    Esse ricevono l’inizio e la fine del tempo, origine e decadenza, perfezione e difetto;
    hanno dunque il loro mattino e la loro sera che si susseguono, talora segretamente, talora in piena luce
    (s. Agostino)

  12. D.B.(Teologo luterano tedesco)
    Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo,vi entra dentro (…)
    Dio è vicino alla bassezza,ama ciò che è perduto,ciò che non è considerato,l’insignificante,ciò che è emarginato,debole e affranto;dove gli uomini dicono”perduto”,lì egli dice”salvato”;dove gli uomini dicono”no”,lì egli dice “sì”.Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo,lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile.Dove gli uomini dicono”spregevole”,lì Dio esclama “beato”. Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio,dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi,dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima. Lì egli vuole irrompere nella nostra vita,lì ci fa sentire il suo approssimarsi,affinchè comprendiamo il miracolo del suo amore,della sua vicinanza e della sua grazia.

  13. LA VITA È BELLA, SIGNORE
    (Michel Quoist)
    LA VITA È BELLA SIGNORE, E VOGLIO COGLIERLA
    come si colgono i fiori in un mattino di primavera. Ma so, mio Signore, che il fiore nasce solo alla fine di un lungo inverno,
    in cui la morte ha infierito. Perdonami Signore, se a volte, non credo abbastanza nella primavera della vita, perché, troppo spesso, mi sembra un lungo inverno…
    Eppure con tutte le mie forze credo in Te, Signore,
    ma urto contro il tuo sepolcro e lo scorgo vuoto. E QUANDO GLI APOSTOLI D’OGGI MI DICONO CHE TI HANNO VISTO VIVENTE SONO COME SAN TOMMASO,
    ho bisogno di vedere e di toccare.
    SIGNORE TU SEI RISORTO! DAL SEPOLCRO, GRAZIE A TE, LA VITA È USCITA TRIONFANTE. La sorgente d’ora in poi non si prosciugherà mai, Vita nuova, offerta a tutti, per ricrearci per sempre figli di un Dio che ci attende, per le Pasque di ogni giorno e di una gioia ERA PASQUA IERI, SIGNORE, MA È PASQUA ANCHE OGGI OGNI VOLTA CHE ACCETTANDO DI MORIRE IN NOI STESSI,
    CON TE APRIAMO UNA BRECCIA NELLA TOMBA DEI NOSTRI CUORI, PERCHÉ ZAMPILLI LA FONTE E SCORRA LA TUA VITA. Era Pasqua ieri, ma è Pasqua anche oggi, QUANDO UN BAMBINO divide le sue caramelle, dopo avere in segreto lottato per non tenersele tutte lui. QUANDO MARITO E MOGLIE SI ABBRACCIANO DI NUOVO
    dopo una discussione o una penosa rottura.
    Quando i ricercatori scoprono il rimedio che guarisce e il medico riaccende la vita che senza di lui si spegneva.
    QUANDO LA PORTE DELLA PRIGIONE SI APRONO,
    perché la pena è terminata, e quando già nella sua cella il carcerato divide le sigarette con i compagni.
    Quando l’uomo dopo un lungo sforzo trova lavoro e porta a casa un po’ di denaro guadagnato. (…)Sì, Signore, la vita è bella, poiché è tuo Padre che l’ha donata.
    La vita è bella, poiché sei Tu che ce l’hai ridata quando l’avevamo perduta.
    La vita è bella, perché è la tua stessa Vita offerta per noi… ma dobbiamo farla fiorire.
    E per offrirtela ogni sera devo raccoglierla
    sulle strade degli uomini come quel bimbo che passeggiando, raccoglie i fiori dei campi per farne un mazzo da offrire ai suoi genitori.
    OH, SÌ SIGNORE, FAMMI SCOPRIRE OGNI GIORNO, SEMPRE DI PIÙ, CHE LA VITA È BELLA!

  14. NUOVA CREATURA IN CRISTO
    Sant’Agostino, vescovo

    RIVOLGO LA MIA PAROLA A VOI, BAMBINI APPENA NATI, FANCIULLI IN CRISTO, NUOVA PROLE DELLA CHIESA, GRAZIA DEL PADRE, FECONDITÀ DELLA MADRE, PIO GERMOGLIO, SCIAME NOVELLO, FIORE DEL NOSTRO ONORE E FRUTTO DELLA NOSTRA FATICA, MIO GAUDIO E MIA CORONA, A VOI TUTTI CHE SIETE QUI SALDI NEL SIGNORE.
    Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
    OGGI RICORRE L’OTTAVO GIORNO DELLA VOSTRA NASCITA, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. CRISTO, FACENDO PASSARE IL PROPRIO CORPO DALLA MORTALITÀ ALL’IMMORTALITÀ, HA CONTRASSEGNATO IL SUO GIORNO CON IL DISTINTIVO DELLA RISURREZIONE.
    Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «SE DUNQUE SIETE RISORTI CON CRISTO, CERCATE LE COSE DI LASSÙ, DOVE SI TROVA CRISTO ASSISO ALLA DESTRA DI DIO; PENSATE ALLE COSE DI LASSÙ, NON A QUELLE DELLA TERRA. VOI INFATTI SIETE MORTI E LA VOSTRA VITA È ORMAI NASCOSTA CON CRISTO IN DIO! QUANDO SI MANIFESTERÀ CRISTO, LA VOSTRA VITA, ALLORA ANCHE VOI SARETE MANIFESTATI CON LUI NELLA GLORIA» (Col 3, 1-4).

  15. “DOV’E’ ORA LA MORTE? …Ciò che è avvenuto in anticipo nel Capo si realizzerà anche nelle membra: LA MORTE MORIRA’ ANCHE IN NOI”.
    La splendida pagina di s. Agostino riaccende LA SPERANZA ESSENZIALE, DEFINITIVA, che dà il senso a tutte le speranze che ci attraversano nel breve tratto impervio della vita temporale dove… “SE FOSSIMO CAPACI DI TOGLIERE IL VELO e fossimo VIGILANTI e ATTENTI, Dio si rivelerebbe a noi incessantemente e noi AD OGNI COSA DIREMMO: “E’ IL SIGNORE!” e IN TUTTE LE CIRCOSTANZE CI ACCORGEREMMO di RICEVERE UN DONO DI DIO, CHE LA CURA CONTINUA CHE DIO HA DI NOI LO SPINGE A DARCI QUEL CHE CI E’ UTILE”, rammenta lo scritto di Jean-Pierre de Caussade.
    Considerando attentamentene ll’intimo questi due fatti essenziali, forse il cuore di ogni uomo sarebbe pacificato e denso di vera speranza.

  16. UNA GRANDE PAGINA DI SPERANZA PER TUTTI NOI… “MORÌ MA UCCISE LA MORTE: CON LA SUA VITTORIA STERMINÒ COLEI CHE TEMEVAMO”- S. AGOSTINO
    Avete ascoltato quel che disse ai discepoli il Signore risorto. Li mandò a predicare il Vangelo, ed essi così fecero: il Vangelo è stato predicato e l’annunzio è giunto fino a noi. Veramente, “per tutta la terra s’è diffuso il loro messaggio e le loro parole agli estremi confini della terra” (Sal 19,5). CAMMINA CAMMINA, IL VANGELO È GIUNTO FINO A NOI e fino alle estremità della terra. Parlando ai suoi discepoli, fissava in poche linee quel che noi avremmo dovuto fare e quel che avremmo potuto sperare. Lo avete ascoltato in atto di parlare. Diceva: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”. Da noi si esige la fede e ci viene donata la salvezza. Preziosa la promessa, dono gratuito l’esecuzione del comando. “Quanto ai figli dell’uomo, essi spereranno all’ombra delle tue ali…, e li disseterai al torrente delle tue delizie, poiché presso di te è la fonte della vita”( Sal 36,8ss). La fonte della vita è Cristo. Avevamo la stessa salute degli animali finché non venne a noi la sorgente della vita, poiché dice il salmo: “Uomini e bestie tu salvi, Signore” (Sal 36,7). LA SORGENTE DELLA VITA VENNE A NOI E PER NOI MORÌ. RICUSERÀ DI DARCI LA SUA VITA DOPO CHE CI HA FATTO DONO DELLA SUA MORTE? ECCO LA SALVEZZA CHE NON È VANA. Perché non è vana? Perché non passa. Egli dunque venne così; venne per essere salvatore. MORÌ MA UCCISE LA MORTE: CON LA SUA VITTORIA STERMINÒ COLEI CHE TEMEVAMO. L’ASSUNSE IN SÉ E LA UCCISE. DOV’È ORA LA MORTE? Se la cerchi in Cristo, in lui non c’è più. C’è stata una volta, ma ora è morta in lui. O vita che hai dato morte alla morte! Ma state tranquilli! essa morrà anche in noi. Ciò che è avvenuto in anticipo nel Capo si realizzerà anche nelle membra: LA MORTE MORIRÀ ANCHE IN NOI.

  17. « È IL SIGNORE ! »
    Jean-Pierre de Caussade

    Tutte le creature vivono nelle mani di Dio. I sensi non scorgono che l’azione della creatura, ma la fede crede all’azione divina in ogni cosa. Essa vede che Gesù Cristo vive in tutto e opera per tutti i secoli, che il minimo istante e il più piccolo atomo racchiudono una parte di questa vita nascosta e di quest’azione misteriosa.
    Gesù Cristo dopo la sua risurrezione sorprendeva i discepoli con le sue apparizioni, si presentava loro sotto aspetti che lo nascondevano, e non appena si era rivelato di nuovo, scompariva. Questo stesso Gesù che è sempre vivo, sempre operante, sorprende ancora le anime che non hanno la fede abbastanza pura e penetrante. NON C’È UN SOLO MOMENTO IN CUI DIO NON SI PRESENTI SOTTO LE SEMBIANZE DI QUALCHE PENA, DI QUALCHE ESIGENZA O DI QUALCHE DOVERE. Tutto quello che avviene in noi, attorno a noi e attraverso di noi, contiene e nasconde la sua azione divina, seppure invisibile, e questo fa sì che noi siamo sempre colti di sorpresa e non riconosciamo la sua azione se non quando non sussiste più.
    Se fossimo capaci di togliere il velo e fossimo vigilanti e attenti, Dio si rivelerebbe a noi incessantemente e noi godremmo della sua presenza in tutto ciò che ci accade; AD OGNI COSA DIREMMO: “È IL SIGNORE!” E IN TUTTE LE CIRCOSTANZE CI ACCORGEREMMO DI RICEVERE UN DONO DI DIO, che le creature sono debolissimi strumenti, che niente ci può mancare e che LA CURA CONTINUA CHE DIO HA DI NOI LO SPINGE A DARCI QUEL CHE CI È UTILE.

  18. “RESTA CON NOI SIGNORE!” perchè nella nostra vita di ogni giorno affiora il buio che incute paura.Se tu non rimani con noi la notte prende il sopravvento e con molta facilità ci smarriamo.Abbiamo fortemente bisogno di te,”PAROLA e PANE”di vita,per saziare e colmare il desiderio di incontrarti,e tu ci possa ripetere ,come hai ripetuto ,alle donne e ai tuoi discepoli:”SONO IO,NON TEMETE”!. Sì Signore!abbiamo un forte desiderio di sentircelo ripetere ogni momento ,ma particolarmente quando ci appare tutto offuscato e non riusciamo a scorgere la tua presenza negli avvenimenti e nelle situazioni quotidiane. GRAZIE SIGNORE ANCHE QUANDO NON RIUSCIAMO A CAPIRE!!!

  19. FA BENE PENSARE ALLA SERIETA’ CON CUI I NOSTRI PADRI MEDITAVANO SULLE “GRANDI REALTA'” DELLA NOSTRA FEDE…DALLE «CATECHESI» DI GERUSALEMME IL BATTESIMO, SEGNO DELLA PASSIONE DI CRISTO

    Siete stati portati al santo fonte, al divino battesimo, come Cristo dalla croce fu portato al sepolcro. E ognuno è stato interrogato se credeva nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; avete professato la fede salutare e siete stati immersi tre volte nell’acqua e altrettante siete riemersi, e con questo rito avete espresso un’immagine e un simbolo. AVETE RAPPRESENTATO LA SEPOLTURA DI TRE GIORNI DEL CRISTO.
    NELLO STESSO ISTANTE SIETE MORTI E SIETE NATI E LA STESSA ONDA SALUTARE DIVENNE PER VOI E SEPOLCRO E MADRE. Ciò che Salomone disse di altre cose, si adatta pienamente a voi: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire» (Qo 3, 2), ma per voi al contrario il tempo per morire è stato il tempo per nascere. L’unico tempo ha causato ambedue le cose, e con la morte ha coinciso la vostra nascita. O nuovo e inaudito genere di cose! Sul piano delle realtà fisiche noi non siamo morti, né sepolti, né crocifissi e neppure risorti. Abbiamo però ripresentato questi eventi nella sfera sacramentale e così da essi è scaturita realmente per noi la salvezza.
    CRISTO INVECE FU VERAMENTE CROCIFISSO E VERAMENTE SEPOLTO ED È VERAMENTE RISORTO, ANCHE NELLA SFERA FISICA, E TUTTO QUESTO È STATO PER NOI DONO DI GRAZIA. Così infatti, partecipi della sua passione mediante la rappresentazione sacramentale, POSSIAMO REALMENTE OTTENERE LA SALVEZZA.
    O TRABOCCANTE AMORE PER GLI UOMINI! CRISTO RICEVETTE I CHIODI NEI SUOI PIEDI E NELLE SUE MANI INNOCENTI E SOPPORTÒ IL DOLORE, E A ME, CHE NON HO SOPPORTATO NÉ DOLORE, NÉ FATICA, EGLI DONA GRATUITAMENTE LA SALVEZZA MEDIANTE LA COMUNICAZIONE DEI SUOI DOLORI.
    . È per questo che Paolo proclama: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme con lui nella morte» (Rm 6, 3-4a).

  20. Ci sono frasi che , in se stesse , racchiudono gli sbagli , i percorsi , le speranze , la meta di una vita intera :

    ” Come FIGLI obbedienti, NON CONFORMATEVI AI DESIDERI DI UN TEMPO , quando eravate nell’ignoranza, ma ad immagine del Santo che VI HA CHIAMATI, diventate santi anche voi in TUTTA la vostra condotta..”

    ” Ritorno” anche stasera su queste parole , pensando che sono ” Parola di Dio ” per noi , per me .

    E mi ritrovo a pregarci sopra…

  21. « RESTA CON NOI »
    S. Josemaría Escrivá de Balaguer
    I due discepoli si recavano a Emmaus. Il loro passo era normale, come quello di tanti altri che passavano in quei posti. E lì, con naturalezza, Gesù appare loro e cammina con loro, iniziando una conversazione che fa loro dimenticare la fatica… Gesù sul cammino. Signore, sei sempre grande! MA MI COMMUOVI QUANDO ACCONDISCENDI A SEGUIRCI, A CERCARCI NEL NOSTRO VIAVAI QUOTIDIANO. Signore, concedici la semplicità di spirito; dacci uno sguardo puro, un’intelligenza limpida per poter capirti quando vieni senza nessun segno esteriore della tua gloria. Arrivati al villaggio, finito il percorso, i due discepoli, che senza accorgersene sono stati toccati nel più profondo del loro cuore dalla parola e dall’amore di Dio fatto uomo, rimpiangono che egli se ne debba andare. Infatti Gesù prende congedo da loro, facendo “come se dovesse andare più lontano”. NOSTRO SIGNORE NON SI IMPONE MAI. Una volta che abbiamo intravisto la purezza dell’amore che ha messo nel nostro animo, egli vuole che lo chiamiamo liberamente. Dobbiamo trattenerlo a forza e pregarlo: “RESTA CON NOI, PERCHÉ SI FA SERA E IL GIORNO GIÀ VOLGE AL DECLINO”.
    Noi siamo così: sempre poco audaci, forse per mancanza di sincerità, o per pudore. In fondo pensiamo: Resta con noi, perché le tenebre avvolgono la nostra anima, e tu solo sei la luce, tu solo puoi placare questa sete che ci consuma… E Gesù resta con noi. I nostri occhi si aprono come quelli di Clèopa e del suo compagno, quando Cristo spezza il pane; e benché egli scompaia di nuovo ai nostri occhi, ANCHE NOI SAREMO CAPACI DI RIMETTERCI IN CAMMINO – SI FA NOTTE – PER PARLARE DI LUI AGLI ALTRI, PERCHÉ TANTA GIOIA NON PUÒ ESSERE CONTENUTA IN UN SOLO CUORE.

  22. UNA VITA SOLITARIA (Bruno Ferrero)
    Figlio di una ragazza madre, era nato in un oscuro villaggio. Crebbe in un altro villaggio, dove lavorò come falegname fino a trent’anni. Poi, per tre anni, girò la sua terra predicando. Non scrisse mai un libro. Non ottenne mai una carica pubblica. Non ebbe mai né una famiglia né una casa. Non frequentò l’università. Non si allontanò più di trecento chilometri da dov’era nato. Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo. Non aveva altre credenziali che se stesso. Aveva solo trentatré anni quando l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo che era una farsa. Fu inchiodato a una croce, in mezzo a due ladri. Mentre stava morendo, i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti, che erano l’unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne deposto in un sepolcro messo a disposizione da un amico mosso a pietà. Due giorni dopo, quel sepolcro era vuoto. Sono trascorsi venti secoli e oggi egli è la figura centrale nella storia dell’umanità. Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti che si sono riuniti, i re che hanno regnato, i pensatori e gli scienziati messi tutti assieme, hanno cambiato la vita dell’uomo sulla terra quanto quest’unica vita solitaria. Al tempo della propaganda antireligiosa, in Russia, un commissario del popolo aveva presentato brillantemente le ragioni del successo definitivo della scienza. Si celebrava il primo viaggio spaziale. Era il momento di gloria del primo cosmonauta, Gagarin. Ritornato sulla terra, aveva affermato che aveva avuto un bel cercare in cielo: Dio proprio non l’aveva visto. Il commissario tirò la conclusione proclamando la sconfitta definitiva della religione. Il salone era gremito di gente. La riunione era ormai alla fine. “Ci sono delle domande?”. Dal fondo della sala un vecchietto che aveva seguito il discorso con molta attenzione disse sommessamente: “Christòs ànesti”, “Cristo è risorto”. Il suo vicino ripeté, un po’più forte: “Christòs ànesti”. Un altro si alzò e lo gridò; poi un altro e un altro ancora. Infine tutti si alzarono gridando: “Christòs ànesti”, “Cristo è risorto”. Il commissario si ritirò confuso e sconfitto. Al di là di tutte le dottrine e di tutte le discussioni, c’è un fatto. Per la sua descrizione basterà sempre un francobollo: “Christòs ànesti”. Tutto il cristianesimo vi è condensato. Un fatto: non si può niente contro di esso.

  23. Caro don oggi alla messa il mio pensiero si è fermato su Maria di magdala ” archetipo ” del discepolo in quanto il primo discepolo a cui il Signore si è rivolto per portare l’annuncio… La stessa dalla quale se non sbaglio aveva cacciato 7 demoni quindi una tra le persone considerate peggiori al mondo ( me la sento molto vicina…) ecco che mi viene da pensare a Dio e le donne … Un rapporto misterioso intricante e bellissimo : Al principio tradito da una donna Eva…! Quindi la nuova storia, la nascita del nuovo uomo, il Vero Uomo, Gesù , da cui ne verrà redenta tutta l’umanità, si riapre con l’annuncio ad una donna, questa volta pura umile piena di grazia di amore e intelligenza divina che non tradisce affinché DIO possa essere con noi di nuovo e ricreare tutto nell’eternità passando per la morte ed ecco che poi il compimento della rinascita è questa volta annunciato di nuovo ad una donna una donna che non era ne pura ne immacolata ma che grazie a Gesù diventa alla stessa stregua di Maria Santissima. Lui la rende degna di essere la protagonista dell’annuncio della risurrezione della nascita alla vita eterna della umanità intera in Cristo nostro Signore e Salvatore .
    Ecco questo è ciò che sento ma sento caro don che molto altro si potrebbe meditare ed estrapolate da questo mistero e dalle parole del vangelo e ci si potrebbe passare dei giorni interi come faceva San Agostino e forse come lui incontrare anche noi quel bimbo sulla sabbia che con un secchiello voleva portare il mare nella piccola buca da lui scavata …..

  24. Amici, Cristo è risorto per ridarci speranza.ALLELUIA!Non perdiamo tempo a cercarlo tra i sepolcri. Viviamo con la sguardo del cuore la luminosa certezza della vittoria di Cristo.Affrettiamoci a dire a tutti che Gesù è il Dio della vita. A chi lo cerca,diremo che la vita dell’amore vince ogni morte,diremo che la vita trattenuta per possesso marcisce e quella donata per amore risorge, diremo che la luce della Pasqua può cancellare le ombre che ci abitano.Lo diremo anche stando in silenzio; lo diremo anche solo con un sorriso;lo diremo ovunque ,dove il dovere ci chiama, purchè sia fatto di benevolenza e di misericordia, colmo di serenità e di pace.Diremo che la “gioia” matura sul terreno fedele.
    Buona Pasqua di resurrezione e di speranza. Siete tutti nel cuore della mia preghiera.

  25. ” AUGURO A TUTTI NOI OCCHI DI PASQUA , CAPACI DI GUARDARE nella morte sino a vedere la vita , nella colpa sino a vedere il perdono , nelle ferite sino a vedere la gloria , nell’uomo sino a vedere Dio , in Dio sino a vedere l’uomo…

    E insieme a tutto questo , tutta la forza della Pasqua ! ” ( Klaus Hemmerie )

    ” OCCHI DI PASQUA ” ..perché , forse, anche oggi si è affacciata nella nostra giornata qualche fatica….qualche solitudine o paura…. ma se l’abbiamo guardata con occhi diversi , con gli occhi dell’Oltre , della Speranza , della Carità .. se abbiamo provato e proviamo a guardarla ” dal versante giusto : quello del terzo giorno ” … sì , oggi abbiamo “FATTO PASQUA!”

  26. DONNA, PERCHE’ PIANGI? (Tonino Bello)
    I Vangeli ci raccontano numerose apparizioni del Risorto avvenute nel giorno di Pasqua. Se è lecito esprimere delle preferenze, quella che mi commuove di più è l’apparizione a Maria di Magdala, piangente accanto al sepolcro vuoto.
    Le si avvicina Gesù e le dice: “Perché piangi?”. Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che tu non pianga per gioia o per amore. Vedi: la collina del Calvario, che l’altro ieri sera era solo un teschio coperto di fango, oggi si è improvvisamente allagata di un mare d’erba. Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. Non è trascorso del tempo: è passata un’eternità. Donna, tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione. Cari amici, nel giorno solennissimo di Pasqua anch’io debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: “Perché piangi?”. Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l’ultimo rigagnolo di un pianto antico. Lo so che hai mille ragioni per tacciarmi di follia. Lo so. Forse rischio di restare in silenzio anch’io, se tu mi parli a lungo dei dolori dell’umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza. Forse vedrai vacillare anche la mia speranza se continuerai a parlarmi di Teresa che, a trentacinque anni, sta morendo di cancro. O di Corrado che, a dieci, è stato inutilmente operato al cervello. O di Nicola e Annalisa che, dopo tre anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo una creatura, se ne sono andati ognuno per la sua strada, perché non hanno più nulla da dirsi. Queste cose le so: ma io voglio giocarmi, fino all’ultima, tutte le carte dell’incredibile e dire ugualmente che il nostro pianto non ha più ragione di esistere. La Resurrezione di Gesù ne ha disseccate le sorgenti. E tutte le lacrime che si trovano in circolazione sono come gli ultimi scoli delle tubature dopo che hanno chiuso l’acquedotto.
    Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del “terzo giorno”. Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo! Buona Pasqua. Don Tonino Bello

  27. caro don Vincenzo,nel cuore ancora il bel ritiro sui figli… nella speranza di rivederci presto, ti chiedo una preghiera per noi, ne abbiamo molto bisogno… Questa nostra riflessione per Pasqua:

    DONNA PERCHE’ PIANGI? CHI CERCHI?
    Se l’hai portato via tu…
    Se hai portato via chi?
    Lui, l’amato del mio cuore esangue, della mia carne…terra deserta arida senz’acqua, del mio sangue per 12 anni scorso invano Lui il rinnegato, il bestemmiatore, il salvatore di ogni mio franare nella morte, nel non-essere, nel non-esserci Dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo
    Dove? Dove sei Maria? Dove Adam? e tu Eva? Dove Abele? Dove…?
    Che cosa ti ha trattenuta dal cercarmi fino ad ora? Quale legge ti ha trattenuta e ancora ti trattiene dalla Resurrezione? La legge del sabato? Ancora quella legge? Forse avresti scoperto il Vivente già sabato risorto.
    Rabbunì… e le mani si fanno radice intorno alle radici… i tuoi piedi mi sfuggono…
    Non mi trattenere, mi dici? Ma senza te il respiro si trattiene… non torna ad allargare bronchi e polmoni, il cuore rimane ciotola vuota senza il tuo vino… Perché devi andare? E dove? Dove salire? Dal padre? Ma lui Lui può aspettare… Lui non ti ha abbandonato? Io no, non ti ho lasciato. Io ero con tua madre ai piedi dei tuoi piedi, in mezzo a sputi, scherni, botte. I nostri ventri erano presenti dove tutto era assenza.
    E, se restare non puoi, attirami dietro a te corriamo… per le vigne, insieme alle gazzelle… insieme andiamo a dire ai miei fratelli che occorre salire dove tu sai, dove io non so. Io del padre di cui parli non conosco che il tuo viso, i tuoi piedi, la voce
    Resta con me o portami con te in questa notte che rimane buia senza l’alba della tua voce, senza la luce dei tuoi piedi, senza… non ri-sorge il sole

  28. MARIA, DONNA DEL SABATO SANTO
    (Carlo Maria Martini)

    IL SENSO DEL TUO SOFFRIRE, O MARIA, è dunque la generazione di un popolo di credenti. Tu nel Sabato Santo ci stai davanti come madre amorosa che genera i suoi figli a partire dalla croce, intuendo che né il tuo sacrificio né quello del Figlio sono vani.
    SE LUI CI HA AMATO E HA DATO SE STESSO PER NOI, se il Padre non lo ha risparmiato, ma lo ha consegnato per tutti noi, tu hai unito il tuo cuore materno all’infinita carità di Dio con la certezza della sua fecondità.
    NE È NATO UN POPOLO, “UNA MOLTITUDINE IMMENSA… di ogni nazione, razza, popolo e lingua”; il discepolo prediletto che ti è stato affidato ai piedi della croce (“Donna, ecco il tuo figlio”: Gv 19,26) è il simbolo di questa moltitudine.
    La consolazione con la quale Dio ti ha sostenuto nel Sabato santo, nell’assenza di Gesù e nella dispersione dei suoi discepoli, è una forza interiore di cui non è necessario essere coscienti, ma la cui presenza ed efficacia si misura dai frutti, dalla fecondità spirituale. E NOI, QUI E ORA, O MARIA, SIAMO I FIGLI DELLA TUA SOFFERENZA.

  29. PAPA FRANCESCO: …NELLA LITURGIA DEL VENERDI SANTO meditiamo il mistero della morte di Cristo e adoriamo la Croce. Negli ultimi istanti di vita, prima di consegnare lo spirito al Padre, Gesù disse: «E’ compiuto!» (Gv 19,30). Che cosa significa questa parola? che Gesù dica: “E’ compiuto”? Significa che l’opera della salvezza è compiuta, che tutte le Scritture trovano il loro pieno compimento nell’amore del Cristo, Agnello immolato. Gesù, col suo Sacrificio, ha trasformato la più grande iniquità nel più grande amore.
    Nel corso dei secoli ci sono uomini e donne che con la testimonianza della loro esistenza riflettono un raggio di questo amore perfetto, pieno, incontaminato. Mi piace ricordare un eroico testimone dei nostri giorni, Don Andrea Santoro, sacerdote della diocesi di Roma e missionario in Turchia. Qualche giorno prima di essere assassinato a Trebisonda, scriveva: «Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne … Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo, come ha fatto Gesù» (A. Polselli, Don Andrea Santoro, le eredità, Città Nuova, Roma 2008, p. 31). Questo esempio di un uomo dei nostri tempi, e tanti altri, ci sostengano nell’offrire la nostra vita come dono d’amore ai fratelli, ad imitazione di Gesù. E anche oggi ci sono tanti uomini e donne, veri martiri che offrono la loro vita con Gesù per confessare la fede, soltanto per questo motivo. E’ un servizio, servizio della testimonianza cristiana fino al sangue, servizio che ci ha fatto Cristo: ci ha redento fino alla fine. E questo è il significato di quella parola “E’ compiuto”. Che bello sarà che tutti noi, alla fine della nostra vita, con i nostri sbagli, i nostri peccati, anche con le nostre buone opere, con il nostro amore al prossimo, possiamo dire al Padre come Gesù: “E’ compiuto”; non con la perfezione con cui lo ha detto Lui, ma dire: “Signore, ho fatto tutto quello che ho potuto fare. E’ compiuto”. Adorando la Croce, guardando Gesù, pensiamo all’amore, al servizio, alla nostra vita, ai martiri cristiani, e anche ci farà bene pensare alla fine della nostra vita. Nessuno di noi sa quando avverrà questo, ma possiamo chiedere la grazia di poter dire: “Padre, ho fatto quello che ho potuto. E’ compiuto”.

  30. Il suggerimento che ci viene dato di aprire la porta del nostro cuore a Gesù richiede un rapporto intimo
    con Lui e di grande coraggio. Da parte nostra dargli
    la possibilità di dimorare sempre nel nostro cuore
    significa invitarlo a restarci nonostante le
    nostre povertà ,LUI è ricchezza, nonostante le nostre
    fragilità ,LUI è misericordia, nonostante le nostre ripetute cadute, la SUA mano amorosa è sempre pronta a rialzarci .Perchè tutto questo? PERCHE’ CI AMA.
    Allora cari amici coraggio,senza titubanza alcuna,con tutta la gioia di figli diamogli tutto, anche perchè
    è Lui che ce lo ha donato. Grazie Gesù tu sei la fonte di ogni bene!!!.

  31. GIOVEDI SANTO: PREGHIERA PER I PRESBITERI
    (Tonino Bello)
    Spirito del Signore,
    dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo,
    gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
    Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
    Rendili innamorati della Terra,
    e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
    Confortali con la gratitudine della gente con l’olio della comunione fraterna.
    Ristora la loro stanchezza,
    perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro.
    Liberali dalla paura di non farcela più.
    Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
    Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
    Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano.
    Fa risplendere di gioia i loro corpi.
    Rivesti loro di abiti nuziali e cingili con cinture di luce perché,
    per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà.

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