PROPOSTE FORMATIVE DI VILLA S. BIAGIO PER L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA 2015-2016

 ANNO SANTO MISERICORDIA

GESU’ CONFIDO IN TE…

*** 

Cari amici, in questo mese di Settembre ogni comunità cristiana è impegnata a programmare il nuovo anno pastorale… alla luce dell’anno della Misericordia. Anche “Villa S. Biagio” vorrebbe offrire qualche piccolo aiuto per viverlo intensamente. Ecco alcune proposte concrete. Buon cammino di…Misericordia. dv

21 SETTEMBRE

“CHI ACCOGLIE UNO DI QUESTI PICCOLI…

bambina che gattona davanti ai soldati

… ACCOGLIE ME!” (Gesù)

LA FRONTIERA, GLI SCUDI  e la piccola che gattona…

  • Li abbiamo visti, nelle foto alle frontiere, camminare per chilometri, correre con i figli in braccio, avanzare con i gomiti sotto il filo spinato. Oggi una piccola siriana ha fatto la cosa per lei più naturale, gattonare, davanti a un cordone di polizia in tenuta antisommossa. Con il pigiamino puntellato di pupazzetti, il bavaglino, il ciuccio, le manine e i piedini veloci, è a suo agio sull’asfalto dell’autostrada Istanbul-Edirne, dove la sua famiglia aspetta con migliaia di profughi il permesso di passare il confine greco turco per raggiungere la Germania.
  • Tra le immagini simbolo del grande esodo siriano verso l’Europa, ora c’è anche quella di questa piccola di nemmeno un anno. La Bbc l’ha scelta per aprire il sito e i social network l’hanno rilanciata in tutto il mondo. La rilancia anche Avvenire aggiungendola alla gallery di immagini dei piccoli “invasori”, che punta il dito contro chi strumentalizza per fini politici il dramma dei profughi, senza un reale interesse ad affrontare il problema.
  • Dovere scappare da casa e lasciare tutto prima ancora di avere imparato a camminare: alla piccola è toccato in sorte un destino più grande di lei, che sorride inconsapevole – e ricambiata – agli agenti. Il pensiero va ad Aylan Kurdi, e al suo sorriso vispo affogato nel mare turco. La piccola, tiene lo sguardo alto, oltre gli scudi dei poliziotti, e guarda avanti anche per lui.

LA CHIAMATA DI MATTEO…

S. MATTEO CARAVAGGIO S. MATTEO2

FESTA DI S. MATTEO

GESÙ LO GUARDÒ CON SENTIMENTO DI PIETÀ E LO SCELSE

Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote

  • Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «SEGUIMI» (Mt 9, 9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. VIDE UN PUBBLICANO E, SICCOME LO GUARDÒ CON SENTIMENTODI AMORE E LO SCELSE, GLI DISSE: «SEGUIMI».
  • Gli disse «Seguimi», cioè imitami. Seguimi, disse, non tanto col movimento dei piedi, quanto con la pratica della vita. Infatti «chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato» (1 Gv 2, 6).   «Ed egli si alzò, prosegue, e lo seguì» (Mt 9, 9). Non c’è da meravigliarsi che un pubblicano alla prima parola del Signore, che lo invitava, abbia abbandonato i guadagni della terra che gli stavano a cuore e, lasciate le ricchezze, abbia accettato di seguire colui che vedeva non avere ricchezza alcuna.
  •  LO STESSO SIGNORE CHE LO CHIAMÒ ESTERNAMENTE CON LA PAROLA, LO ISTRUÌ ALL’INTERNO CON UN’INVISIBILE SPINTA A SEGUIRLO. INFUSE NELLA SUA MENTE LA LUCE DELLA GRAZIA SPIRITUALE CON CUI POTESSE COMPRENDERE COME COLUI CHE SULLA TERRA LO STRAPPAVA ALLE COSE TEMPORALI ERA CAPACE DI DARGLI IN CIELO TESORI INCORRUTTIBILI.
  •    «Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli» (Mt 9, 10). Ecco dunque che la conversione di un solo pubblicano servì di stimolo a quella di molti pubblicani e peccatori, e la remissione dei suoi peccati fu modello a quella di tutti costoro.  
  • GLI APRIAMO LA PORTA PER ACCOGLIERLO, QUANDO, UDITA LA SUA VOCE, DIAMO VOLENTIERI IL NOSTRO ASSENSO AI SUOI SEGRETI O PALESI INVITI E CI APPLICHIAMO CON IMPEGNO NEL COMPITO DA LUI AFFIDATOCI. ENTRA QUINDI PER CENARE CON NOI E NOI CON LUI, PERCHÉ CON LA GRAZIA DEL SUO AMORE VIENE AD ABITARE NEI CUORI DEGLI ELETTI, PER RISTORARLI CON LA LUCE DELLA SUA PRESENZA.
  • Essi così sono in grado di avanzare sempre più nei desideri del cielo. A sua volta, riceve anche lui ristoro mediante il loro amore per le cose celesti, come se gli offrissero vivande gustosissime.

15 SETTEMBRE 2015

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 MADONNA ADDOLORATA

Ti fu detto infatti: 

«DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO» (Gv 19, 26).

QUALE SCAMBIO!

TI VIENE DATO GIOVANNI AL POSTO DI GESÙ,

IL SERVO AL POSTO DEL SIGNORE,

IL DISCEPOLO AL POSTO DEL MAESTRO,

IL FIGLIO DI ZEBEDEO AL POSTO DEL FIGLIO DI DIO

COME L’ASCOLTO DI QUESTE PAROLE

NON AVREBBE TRAPASSATO LA TUA ANIMA TANTO SENSIBILE,

QUANDO IL SOLO RICORDO RIESCE A SPEZZARE

ANCHE I NOSTRI CUORI, CHE PURE SONO DI PIETRA E DI FERRO?

(S. Bernardo)
***

Addolorata, in pianto 
la Madre sta presso la Croce 
da cui pende il Figlio. 

Quanto grande è il dolore 
della benedetta fra le donne, 
Madre dell’Unigenito! 

Piange la Madre pietosa 
contemplando le piaghe 
del divino suo Figlio. 

Chi può non provare dolore 
davanti alla Madre 
che porta la morte del Figlio?

Per i peccati del popolo suo 
ella vede Gesù nei tormenti 
del duro supplizio. 

Per noi ella vede morire 
il dolce suo Figlio, 
solo, nell’ultima ora.

O  Madre, sorgente di amore, 
fa’ ch’io viva il tuo martirio, 
fa’ ch’io pianga le tue lacrime. 

Fa’ che arda il mio cuore 
nell’amare il Cristo-Dio, 
per essergli gradito.

Ti prego, Madre santa:
siano impresse nel mio cuore 
le piaghe del tuo Figlio.

Uniscimi al tuo dolore 
per il Figlio tuo divino 
che per me ha voluto patire.

Restarti sempre vicino
piangendo sotto la croce:
questo desidero.

O Vergine santa tra le vergini, 
non respingere la mia preghiera, 
e accogli il mio pianto di figlio. 

Fammi portare la morte di Cristo, 
partecipare ai suoi patimenti, 
adorare le sue piaghe sante. 

Nel suo ritorno glorioso 
rimani, o Madre, al mio fianco, 
salvami dall’eterno abbandono. 

O Cristo, nell’ora del mio passaggio
fa’ che, per mano a tua Madre, 
io giunga alla mèta gloriosa. 

Quando la morte dissolve il mio corpo

aprimi, Signore, le porte del cielo, 
accoglimi nel tuo regno di gloria.

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  • CORSI BIBLICI  ED ESERCIZI SPIRITUALI  2015-2016

 9 – 14 Novembre 2015: Lampada ai miei passi Salmi) Pregare i salmi con Cristo e con la Chiesa

 27 – 31 Dicembre 2015: Egli ci ha amato per Primo (1Giovanni)  Ritiro spirituale di fine-anno

  4 – 9 Aprile  2016: Padroni o modelli del gregge?  (1Pietro)   Tempra e cuore dell’apostolo, oggi

 23 – 25 Aprile 2016: “Tu mi hai rapito il cuore…” (Cantico)      Fare famiglia: su quali basi e quali obiettivi?

   29 Aprile – 1 Maggio 2016:  Che cercate? (Vangelo di Giovanni)   Famiglie in ascolto di Gesù e di santi sposati

    13 – 18 Giugno 2016: Quando Mosè alzava le mani… (Esodo)  Gioie e fatiche della vita in comunità

  4 – 9 Luglio 2016: Ora i miei occhi ti vedono…(Giobbe) Le prove della vita: come viverle davanti a Dio?

18 – 21 Agosto 2016 Viaggio nella vita… (Tobia)  La vocazione del custodire: cosa comporta?

  7 – 12 Novembre 2016: Consolate il mio popolo (Isaia)    Pastori misericordiosi con l’odore delle pecore

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MISERICORDIAE  VULTUS

ANNO SANTOO

Gesù Cristo è il volto

della Misericordia del Padre.

  • Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore» (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina.
  • Nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.

donalesiani@gmail.com     –www.donvincenzoalesiani.it

 

8 comments

  1. La scrittrice ebrea francese Simone Weil, molto vicina a Cristo nel suo travaglio interiore, ha scritto una bella testimonianza autobiografica. rinchiusa in una cella di un campo di concentramento nazista, così angusta da essere simile a una bara, aveva cominciato a battere contro quelle mura i piedi, le mani, la testa in un gesto di ribellione e di disperazione.
    Ma ecco, nel silenzio seguìto allo sfinimento, dall’altra parte di una parete gli giunsero, soffusi e attenuati, i colpi di risposta di un suo compagno di martirio. Iniziava, così, una comunicazione di vita proprio attraverso quello schermo di isolamento e di morte.
    Concludeva, Simone Weil:”Il dolore è come quel muro, ci si può disperare, restando inerti al di qua di esso; ma si può anche battere, bussare, lottare contro di esso per scoprire che al di là c’è uno che ti ascolta. Anzi, Uno che ti può liberare e condurre alla pace «all’ombra delle sue ali»; Uno che sà quanto aspro sia il sapore delle lacrime, ma anche l’unico capace di tergerle”.
    L’apostolo Giovanni conferma che Dio: «asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Apocalisse 21:4).
    Il poeta francese A.de Musset ci ha lasciato un verso folgorante ma anche impressionante:
    “I canti più disperati sono anche i canti più belli”.
    Il dolore è spesso simile ad un fuoco che affina l’anima e l’intelligenza rendendole incandescenti e luminose. (G.ravasi)
    Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me.
    Don Tonino Bello
    (Parole d’amore)

  2. IN QUESTA FESTA DI MARIA ADDOLORATA CI FA BENE QUESTA PAGINA DI UN SANTO INNAMORATO DI MARIA…

    LA MADRE DI GESÙ STAVA PRESSO LA CROCE
    SAN BERNARDO, ABATE

    Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone, quanto nella storia stessa della passione del Signore. Egli è posto, dice del bambino Gesù il santo vegliardo, quale segno di contraddizione, e una spada, dice poi rivolgendosi a Maria, trapasserà la tua stessa anima (cfr. Lc 2, 34-35).
    Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Certamente dopo che il tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente tuo, era spirato, la lancia crudele non potè arrivare alla sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la sua morte, gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. MA A TE SÌ. A TE TRAPASSO L’ANIMA. L’ANIMA DI LUI NON ERA PIÙ LÀ, MA LA TUA NON SE NE POTEVA ASSOLUTAMENTE STACCARE. PERCIÒ LA FORZA DEL DOLORE TRAPASSÒ LA TUA ANIMA, E COSÌ NON SENZA RAGIONE TI POSSIAMO CHIAMARE PIÙ CHE MARTIRE, PERCHÈ IN TE LA PARTECIPAZIONE ALLA PASSIONE DEL FIGLIO, SUPERÒ DI MOLTO, NELL’INTENSITÀ, LE SOFFERENZE FISICHE DEL MARTIRIO.
    Non fu forse per te più che una spada quella parola che davvero trapassò l’anima ed arrivò fino a dividere anima e spirito? Ti fu detto infatti: «DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO» (Gv 19, 26). QUALE SCAMBIO! TI VIENE DATO GIOVANNI AL POSTO DI GESÙ, IL SERVO AL POSTO DEL SIGNORE, IL DISCEPOLO AL POSTO DEL MAESTRO, IL FIGLIO DI ZEBEDEO AL POSTO DEL FIGLIO DI DIO, UN SEMPLICE UOMO AL POSTO DEL DIO VERO. COME L’ASCOLTO DI QUESTE PAROLE NON AVREBBE TRAPASSATO LA TUA ANIMA TANTO SENSIBILE, QUANDO IL SOLO RICORDO RIESCE A SPEZZARE ANCHE I NOSTRI CUORI, CHE PURE SONO DI PIETRA E DI FERRO?
    Qualcuno potrebbe forse obiettare: Ma non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? Certo. Non era forse certa che sarebbe ben presto risorto? Senza dubbio e con la più ferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribile. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potuto morire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? NEL FIGLIO OPERÒ L’AMORE SUPERIORE A OGNI ALTRO AMORE. NELLA MADRE OPERÒ L’AMORE, AL QUALE DOPO QUELLO DI CRISTO NESSUN ALTRO AMORE SI PUÒ PARAGONARE.

  3. PREGHIERA:
    SIGNORE!sono un piccolo tassello in un immenso mosaico, sono una piccola goccia d’acqua nel fiume sterminato che mi precede e mi seguirà.
    Aiutami a vivere con serietà e profondità la mia storia quotidiana, senza esagerare le proporzioni del mio modo di vivere, senza perdere mai di vista la mirabile e sconvolgente storia di salvezza che infinitamente mi supera e mi accoglie, e di cui MARIA, TUA madre, è fonte e pilastro portante nella sua inenarrabile piccolezza.
    Accogli SIGNORE la mia semplice preghiera! parte da un cuore rinnovato, perchè liberato e graziato dalla Tua
    Paterna bontà misericordiosa. AMEN .

  4. GODIAMOCI una BELLA PAGINA DI UN GRANDE PAPA
    SAN GREGORIO MAGNO

    Per amore di Cristo non risparmio me stesso nel parlare di lui
    «Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele» (Ez 3, 16). È da notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella. La sentinella infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano qualunque cosa stia per accadere. Chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita, per poter giovare con la sua preveggenza.
    Come mi suonano dure queste parole che dico! Così parlando, ferisco me stesso, poiché NÉ LA MIA LINGUA ESERCITA COME SI CONVIENE LA PREDICAZIONE, NÉ LA MIA VITA SEGUE LA LINGUA, ANCHE QUANDO QUESTA FA QUELLO CHE PUÒ.
    Ora io non nego di essere colpevole, e vedo la mia lentezza e negligenza. Forse lo stesso riconoscimento della mia colpa mi otterrà perdono presso il giudice pietoso.
    CERTO, QUANDO MI TROVAVO IN MONASTERO ero in grado di trattenere la lingua dalle parole inutili, e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione. Ma da quando ho sottoposto le spalle al peso dell’ufficio pastorale, l’animo non può più raccogliersi con assiduità in se stesso, perchè è diviso tra molte faccende.
    Sono costretto a trattare ora le questioni delle chiese, ora dei monasteri, spesso ad esaminare la vita e le azioni dei singoli; ora ad interessarmi di faccende private dei cittadini; ora a gemere sotto le spade irrompenti dei barbari e a temere i lupi che insidiano il gregge affidatomi.
    ORA DEBBO DARMI PENSIERO DI COSE MATERIALI, perchè non manchino opportuni aiuti a tutti coloro che la regola della disciplina tiene vincolati. A volte debbo sopportare con animo imperturbato certi perdoni, altre volte affrontarli, cercando tuttavia di conservare la carità.
    Quando dunque la mente divisa e dilaniata si porta a considerare una mole così grande e così vasta di questioni, come potrebbe rientrare in se stessa, per dedicarsi tutta alla predicazione e non allontanarsi dal ministero della parola?
    Siccome poi per necessità di ufficio debbo trattare con uomini del mondo, talvolta non bado a tenere a freno la lingua. Se infatti mi tengo nel costante rigore della vigilanza su me stesso, so che i più deboli mi sfuggono e non riuscirò mai a portarli dove io desidero. Per questo succede che molte volte sto ad ascoltare pazientemente le loro parole inutili. E poichè anch’io sono debole, trascinato un poco in discorsi vani, finisco per parlare volentieri di ciò che avevo cominciato ad ascoltare contro voglia, e di starmene piacevolmente a giacere dove mi rincresceva di cadere.
    CHE RAZZA DI SENTINELLA SONO DUNQUE IO, CHE INVECE DI STARE SULLA MONTAGNA A LAVORARE, GIACCIO ANCORA NELLA VALLE DELLA DEBOLEZZA?
    Però il creatore e redentore del genere umano ha la capacità di donare a me indegno l’elevatezza della vita e l’efficienza della lingua, perchè, PER SUO AMORE, NON RISPARMIO ME STESSO NEL PARLARE DI LUI.

  5. “Quando ho camminato fuori dalla porta verso il cancello che avrebbe portato alla mia libertà, SAPEVO CHE
    SE NON AVESSI LASCIATO L’AMAREZZA E L’ODIO DIETRO ME,
    SAREI RIMASTO ANCORA IN PRIGIONE”.
    (Nelson Mandela)

  6. “Colui che non riesce a perdonare DISTRUGGE IL PONTE SUL QUALE EGLI STESSO DEVE PASSARE. perché OGNI UOMO HA BISOGNO DI ESSERE PERDONATO”.
    (George Herbert)

  7. INVOCAZIONE:
    DIO ricco di MISERICORDIA, rendi il mio cuore sempre disponibile alla TUA MISERICORDIA. Non permettere a questo mio povero cuore di stare lontano da TE. TU solo riesci a colmarlo di serenità E di amore per TE e per i fratelli. Solo in TE, ha trovato e trova, la capacità di amare e perdonare. Il TUO amore MISERICORDIOSO susciti in me sempre sentimenti, di bontà, di perdono, di tolleranza, di amore. Grazie, perchè anche nella sofferenza TU mi sei sempre accanto porgendomi la TUA mano ricca di bontà e di infinita comprensione. Cosa posso darti in cambio? TI offro solo…” La mia povertà, TU accettala, TU accoglila…” Non ho altro. Ho estremo bisogno DELLA TUA MISERICORDIA AMEN.

  8. I DONI DI DIO
    La mia preghiera è stata ascoltata.
    Gli ho chiesto la forza
    e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
    Gli ho chiesto la saggezza
    e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
    Gli ho chiesto la prosperità
    e Dio mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.
    Gli ho chiesto il coraggio
    e Dio mi ha dato pericoli da superare.
    Gli ho chiesto l’Amore
    e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
    Gli ho chiesto favori
    e Dio mi ha dato opportunità
    NON HO RICEVUTO NULLA DI CIÒ CHE VOLEVO
    MA TUTTO QUELLO DI CUI AVEVO BISOGNO.

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