3 – 8 LUGLIO 2017: 

CORSO BIBLICO                              SULLA LETTERA AGLI EFESINI   

 IN ASCOLTO DI S. PAOLO – DON ORIONE – PAPA FRANCESCO

  • INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO: lectio divina con la lettera agli Efesini
  • TESTIMONI: tempra e cuore  di S. Paolo e D. Orione
  • IN ASCOLTO DI PAPA FRANCESCO – Evangelii gaudium

ABBATTIAMO I MURI – COSTRUIAMO PONTI

 L’icona ripropone il racconto della Pentecoste: «Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal ciclo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. »  (At 2,1-4).  Al centro dell’icona domina Maria, madre  della Chiesa, la regina degli Apostoli e l’orante perfetta.

 

CARO DON ORIONE… IL TUO VOLTO   NOI CERCHIAMOALLA RICERCA DI CONSONANZE PROFONDE 

1. Umili origini contadine: povertà operosa della famiglia Mia madre mise a me, che ero il quarto figlio, i vestiti del mio primo fratello, che ha tredici anni di più, e la povera donna, quei vestiti, li aveva fatti passare a tre altri, prima di me; … ci ha cresciuti bene, all’onore del mondo, come si dice: tutti gli stracci li sapeva combinare e ci cavava dei vestitini, e la famiglia trionfava nella povertà onesta e discreta.(…) Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle tre di notte e via a lavorare, e pareva sempre un fuso che andasse, e sempre faceva e s’industriava: faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti…. Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo ancora messo il suo vestito da sposa, dopo cinquantun anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero, e faceva ancora la sua bella figura, ed era ancora il suo vestito più bello!

2.Centralità Di Cristo nella storia della salvezza –Let 1903  L’opera della Divina Provvidenza, nei secoli avanti la nascita di Nostro Signor Gesù Cristo, era coordinata a disporre l’umanità a ricevere Gesù Cristo Redentore; e, dopo la venuta di Nostro Signore nel corso dei secoli nei quali la Santa Chiesa milita sulla terra, l’opera della Divina Provvidenza consiste nell’instaurare omnia in Christo: illuminare cioè e santificare le anime nella conoscenza e nella carità di Dio, e instaurare successivamente tutte le istituzioni e tutte le cose, anche appartenenti alla società esterna degli uomini, in Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso

3- ASCOLTATO NELLA PAROLA DI DIO E di che cosa vi scriverò oggi? Sentite: oggi ho riletta la lettera dell’Apostolo San Paolo agli Ebrei, lettera che ben può chiamarsi la lettera della Fede, poiché l’Apostolo vi fa un mirabile elogio della Fede.

4- ADORATO NEL SILENZIO DELL’EUCARESTIA – Apro un libro di pensieri serafici, pagine preziose…ma il libro mi si chiude tra le mani, né so più leggere fino a che non abbia gettato tutto il mio povero cuore nel Tuo: Signore Gesù, Ti amo, Ti amo e Ti amo ! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. … A Te, che vegli, apro il mio cuore, con Te esamino le occupazioni della giornata: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo ! E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che Ti amo, Ti amo e Ti amo

– SERVITO  NEI POVERI:  MI FACCIA AMARE IL SIGNORE Don Sterpi le avrà parlato che si è messo un piede nel centro del Chaco…Ho pensato che se V. E. fosse stato qui mi avrebbe dato la benedizione,e ho pensato a tutte quelle anime e a Gesù Cristo e che  mia madre mi diceva  che, in mancanza di cavalli, trottano gli asini, e noi siamo proprio gli asinelli della Divina Provvidenza, o, almeno, desideriamo esserlo. Se sapessi di star qui, le chiederei di andare io al Chaco, per morirci cioè per consumarmi e vivere da vero missionario, affidato al Signore. Eccellenza, mi permetta di pregarla di lasciarmi qui più che può, e, di lasciarmi qui per sempre… mi lasci qui sempre, o mi interni e mi getti dove meglio crederà in Domino,ché sarò sempre felicissimo in Domino. Voglio amare i poveri, gli orfani, la classe povera, gli operai, i comunisti: vorrei morire per questi miei fratelli, e vorrei essere dimenticato da tutti, vivere e morire dimenticato da tutti, sotto i piedi di tutti, e solo amare Gesù, la santa Chiesa e tutti.  E perdermi nel Signore  io, indegnissimo che ho tanto peccato, che sono stato tanto cattivo col Signore e con la Madonna, e non ho tesoreggiato i doni del Signore!. Mi aiuti, caro Padre visitatore, mi aiuti!  Mi faccia amare il Signore, mi faccia riparare”

  •  CON I VOTI SIAMO  MEMORIA VIVENTE DI GESU’ |P22 La vita consacrata «più fedelmente imita e continuamente rappresenta nella Chiesa» , per impulso dello Spirito Santo, la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano). Egli è l’obbediente per eccellenza“, (Fil 2, 7-8). E’  in tale atteggiamento di docilità al Padre che, Cristo assume la forma di vita verginale e rivela così “il pregio sublime e la misteriosa fecondità spirituale della verginità”. La sua piena adesione al disegno del Padre si manifesta anche nel distacco dai beni terreni: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8, 9). Veramente la vita consacrata costituisce “memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli. Essa è vivente tradizione della vita e del messaggio del Salvatore.
  • DATEGLI TUTTO! |P109 . Il mondo e la Chiesa cercano autentici testimoni di Cristo.  la vita consacrata è un dono che Dio offre perché sia posto davanti agli occhi di tutti 1’«unico necessario» (cfr Lc 10,42). Voi sapete a Chi avete creduto (cfr 2 Tm 1,12): dategli tutto!

Preti così: dopo 25 anni – Don Mazzolari Qui, davanti all’altare, Viviamo la nostra Messa: NOI SIAMO IL DRAMMA,  SIAMO IL FIUME CHE VA, SIAMO LA MESSA…La Messa: è la nostra anima. Anche oggi mi è più facile ringraziarti, Signore, più che per aver ricevuto , perché non ho dato. Tu mi sopportasti lo stesso. Tu lo aumentasti il tuo dono. TU HAI FIDUCIA ANCORA IN ME. Nonostante le mie  infedeltà, rimango nell’atto di offerta, il calice in mano, in alto. Il Signore mi nasconde a me stesso: ogni mattina mi riveste come il prodigo…“ Poi ricomincio la Messa. Una sola è la Messa.                            LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo.    E SI VA SOLI… Soli senza illusione. Soli, tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora. Soli, tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna. Soli, nella sconfinata paternità dell’abbraccio.  Soli, senza attese se non…reclinare il capo. Oggi, dopo 25 anni, incomincia la Messa: un povero prete stanco che ogni mattina si distende sulla croce  fino a quando i suoi poveri piedi, le sue povere braccia, il suo povero volto,  il suo povero cuore…saranno i piedi, le braccia, il volto e il cuore di Cristo. La Messa del tempo finisce: incomincia la messa dell’eternità. Ite, Missa est. Deo gratias. 

  • SACERDOTI SIETE GRANDI. SIATE SANTI!  Sacerdoti, io non sono prete e non sono mai stato degno di poterlo diventare. Come fate a vivere, dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio tra le mani. Ogni giorno avete una potenza che S. Michele arcangelo non ha. Siete grandi.  Sacerdoti, ve ne scongiuriamo siate  santi. Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti…Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell’altare. A costruire opere, fabbricati, giornali, lavoro, a correre di qua e di là…siamo capaci  noi .. .Ma a pregare siete capaci voi! State accanto all’altare!  Andate a tenere compagnia al Signore. Preghiera e tabernacolo. Tabernacolo e preghiera. Abbiamo bisogno di quello.  (Prof. Enrico Medi)

 «SE LO VUOI TU, GESÙ, LO VOGLIO ANCH’IO». A Sassello, il 29 ottobre 1971 nasce Chiara Badano, dopo che i genitori l’hanno attesa per 11 anni. Il suo arrivo viene ritenuto una grazia della Madonna. Chiara di nome e di fatto, con occhi limpidi e grandi, dal sorriso dolce e comunicativo,vivace, allegra e sportiva, viene educata dalla mamma a parlare con Gesù e a dirgli «sempre sì». A 9 anni entra come Gen nel Movimento dei Focolari e a poco a poco vi coinvolge i genitori. Da allora la sua vita sarà tutta in ascesa, nella ricerca di «mettere Dio al primo posto». Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a 17 anni, all’improvviso un lancinante spasimo alla spalla sinistra svela tra esami e inutili interventi un osteosarcoma, dando inizio a un calvario che durerà circa tre anni. Appresa la diagnosi, Chiara non piange, non si ribella: subito rimane assorta in silenzio, ma dopo soli 25 minuti dalle sue labbra esce il sì alla volontà di Dio. Ripeterà spesso: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io». Non perde il suo luminoso sorriso; mano nella mano con i genitori, affronta cure dolorosissime. Rifiutata la morfina perché le toglie lucidità, dona tutto per la Chiesa, i giovani, i non credenti, il Movimento, le missioni…, rimanendo serena e forte, convinta che «il dolore abbracciato rende libero». Ripete: “Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”.    La cameretta, in ospedale a Torino e a casa, è luogo di incontro, di apostolato, di unità: è la sua chiesa. Anche i medici,  rimangono sconvolti dalla pace che le aleggia intorno, e alcuni si riavvicinano a Dio.. Alla mamma che le chiede se soffre molto risponde: «Gesù mi smacchia con la varechina anche i puntini neri e la varechina brucia. Così quando arriverò in Paradiso sarò bianca come la neve».  Ma il male avanza e i dolori aumentano.: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io». Chiara si prepara all’incontro: «E’ lo Sposo che viene a trovarmi», e sceglie l’abito da sposa, i canti e le preghiere per la “sua” Messa; il rito dovrà essere una «festa», dove «nessuno dovrà piangere!». E lo «Sposo» viene a prenderla all’alba del 7 ottobre 1990, dopo una notte molto sofferta.  E’ il giorno della Vergine del Rosario. Queste le sue ultime parole: Mamma, sii felice, perché io lo sono. Ciao”. 

 

  • LA PRESENZA DI MARIA:   SINTESI DI UNA VITA

OR DUNQUE, DISCENDI E VIENI A NOI: CORRI, O MADRE,  perché il tempo è breve.  Vieni, e infondici una profonda vena di vita interiore e di spiritualità.  Fa che arda il nostro cuore dell’amore di Cristo e di Te:. Vivere, palpitare morire ai piedi della Croce o in Croce con Cristo! Ai tuoi piccoli figli, ai Figli della Divina Provvidenza, dona, Beatissima Madre, amore amore; quell’amore che non è terra, che è fuoco di carità e follia della Croce.    Dacci, Maria, un animo grande, un cuore grande e magnanimo, che arrivi a tutti i dolori e a tutte le lagrime. Fa che siamo veramente quali ci vuoi: i padri dei poveri! Che tutta la nostra vita sia sacra a dare Cristo al popolo e il popolo alla Chiesa di Cristo; arda essa e splenda di Cristo; e in Cristo si consumi, in una luminosa evangelizzazione dei poveri; la nostra vita e la nostra morte siano un cantico dolcissimo di carità, e un olocausto al Signore.   E poi… e poi il santo Paradiso! – Vicini a Te, Maria: sempre con Gesù, sempre con Te, seduti ai tuoi piedi, o Madre nostra. in Paradiso, in Paradiso!

donalesiani@gmail.com    www.donvincenzoalesiani.it

 

– MIRIAM Lungo la notte ti ho cercato buio pesto e lacrime. lo ti chiamo e non rispondi tu non ci sei più. La tua morte sulla croce, quella tomba vuota e poi dietro ad un muro troppo alto sei Signore mio. Donna dimmi perché piangi e chi stai cercando qui. Sto cercando il mio diletto l’hai nascosto tu. Non lasciarmi vagabonda per questi deserti qui tu custode del giardino dimmi dove è Lui. Miriam” oh quella voce  e gli occhi due colombe su ruscelli d’acqua. “Miriam” ancora il vento a scoperchiarmi casa e a gonfiare la mia vela. Mio Maestro la tua mano ancora sulla porta mia. E’ passato ormai l’inverno e allora canterò. Mettimi come un sigillo Sopra il braccio e il cuore tuo. Non andartene di nuovo, non resisterei.Miriam non trattenermi ma vai dai miei fratelli e dì che ormai li sto aspettando”.   

– SO CHE SEI QUI (GEN VERDE)  So che sei qui in questo istante, so che sei qui dentro di me. Abiti qui in questo niente ed io lo so che vivi in me.  Che mai dirò al mio Signore, che mai dirò tutto Tu sai. Ti ascolterò nel mio silenzio e aspetterò che parli Tu. E mi dirai cose mai udite, mi parlerai del Padre. Mi colmerai d’amore e scoprirò chi sei. Io sento in me la Tua pace, la gioia che Tu solo dai. Attorno a me io sento il cielo, un mondo di felicità. Mio Dio sei qui, quale mistero Verbo di Dio e umanità. Non conta più lo spazio e il tempo è scesa qui l’eternità.  Cosa sarà il Paradiso cosa sarà la vita Sarai con noi per sempre sempre Tu tutto in noi, noi in Te. Cosa sarà il Paradiso cosa sarà la vita Sarai con noi per sempre sempre Tu tutto in noi, noi in Te.

-PREGHIERA  Celine Dion e A. Bocelli I pray you’ll be our eyes And watch us where we go – And help us to be wise – In times when we don’t know – Let this be our prayer- When we lose our way  Lead us to the place – Guide us with your grace – To a place where we’ll be safe La luce che tu dai nel cuore resterà  A ricordarci che L’eterna stella sei  – Sogniamo un mondo  senza più violenza,   un mondo di giustizia e di speranza   Ognuno dia la mano al suo vicino  simbolo di pace di fraternità  La forza che ci dai  – We ask that life be kind  È il desiderio che  Ognuno trovi amor    Intorno e dentro a sè  Let this be our prayer Just like every child    Need to find a place,  guide us with your grace  Give us faith so we’ll be safe   E la fede che  hai acceso in noi   Sento che ci salverà

ABBATTIAMO I MURI PER…  

COSTRUIRE PONTI

COMINCIANDO DALLA FAMIGLIA

  • S. PAOLO RACCOMANDAVA…   Cap.5  21 Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;  il marito  infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui  che è il salvatore del suo corpo.  E come la Chiesa sta sottomessa a  Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la  Chiesa e ha dato se stesso per lei,  per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola al fine  di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata.  Così anche i  mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo,  perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti  ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come  fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per  questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna  e i due formeranno una carne sola . Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso e la donna sia  rispettosa verso il marito.
  • c.  6   1 Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è  giusto. Onora tuo padre e tua madre : è questo il primo comandamento associato a una promessa: 3  perché tu sia felice e goda di una  vita lunga sopra la terra .  E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma  allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore.

EVANGELIZZATORI CON SPIRITO (nn.259 – 274)

  •  Bel titolo ma…che significa? Vuol dire evangelizzatori che si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo che infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Come vorrei trovare le parole per incoraggiare una stagione evangelizzatrice più fervorosa e piena d’amore!
  • Non basta pregare? Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavoranoLa Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera… Senza momenti prolungati di adorazione, di dialogo sincero con il Signore, ci indeboliamo e il fervore si spegne. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica. C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione. Impariamo dai santi che ci hanno preceduto.
  • QUALI MOTIVAZIONI CI SOSTENGONO? L‘incontro personale con Gesù.   La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù, l’esperienza di essere salvati da Lui. Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo!  Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di farla conoscere?
  •  Di che cosa ha bisogno la gente?  E’ urgente riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza. Il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno. La nostra tristezza infinita si cura con un infinito amore.
  • Con Gesù o senza Gesù: è la stessa cosa?  Non si può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, camminare con Lui o camminare a tentoni. Non è la stessa cosa poterlo contemplare, riposare in Lui, o non poterlo fare.  Il vero missionario sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, lavora con lui. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette. E una persona che non è convinta, innamorata, non convince nessuno.
  • Gesù come si avvicinava alla gente? Se parlava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda attenzione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Affascinati da tale modello, condividiamo la vita con tutti, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono.
  • Apriamo il cuore o siamo condannati al …suicidio? Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché « si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri… Ciò non è altro che un lento suicidio.
  • La vita: un mestiere o una missione? Io sono una missione su questa terra, per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare,  guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri
  • Ma la gente merita così tanto?   Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.
  • Perché impegnarsi tanto se non cambia nulla? Gesù Cristo vive veramente. “Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola» (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. È vero che a volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità sempre sboccia qualcosa di nuovo.  Questa è la forza della risurrezione…La risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano.
  • Dopo tutti i nostri sforzi, cosa resta? A volte ci sembra di non aver ottenuto alcun risultato, ma la missione non è un progetto aziendale. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi.
  • Bisogna fidarsi e basta… Qual è la sua esperienza? Questa fiducia nell’invisibile è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, dove Lui desidera.
  • IL BAMBU’…

C’ERA UNA VOLTA un bellissimo e meraviglioso giardino. Era situato ad ovest del paese, in mezzo al grande regno.  Il Signore di questo giardino aveva l’abitudine di farvi una passeggiata ogni giorno, quando il caldo della giornata era più forte. C’era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello di tutti gli alberi del giardino e il Signore amava questo bambù più di tutte le altre piante.  Anno dopo anno, questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e più grazioso. Il bambù sapeva che il Signore lo amava e ne godeva. Un bel giorno, il Signore, molto in pensiero, si avvicinò al suo albero amato e l’albero, in grande venerazione, chinò la testa. Il Signore gli disse: “Caro bambù, ho bisogno di te”. Sembrò al bambù che fosse venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era nato. Con grande gioia, ma a bassa voce, il bambù rispose: “O Signore, sono pronto. Fa di me l’uso che vuoi”. “Bambù”, la voce del Signore era seria, “per usarti devo abbatterti”.  Il bambù fu spaventato, molto spaventato:  “Abbattermi, Signore, me che hai fatto diventare il più bel albero del tuo giardino?  No, per favore, no! Fa uso di me per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi”. “Mio caro bambù,” disse il Signore e la sua voce era più seria, “se non posso abbatterti, non posso usarti”. Nel giardino ci fu allora un grande silenzio. Il vento non tirava più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, molto lentamente, il bambù chinò ancora di più la sua testa meravigliosa poi sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa di me quello che vuoi e abbattimi“. “Mio caro bambù,” disse di nuovo il Signore “non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie e i rami. Se non posso tagliarli, non posso usarti”. Allora il sole si nascose e gli uccelli ansiosi volarono via. Il bambù tremò e disse appena udibile: “Signore, tagliali!” “Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore.  Se non posso farti questo, non posso usarti”. Il bambù non poté più parlare. Si chinò fino a terra.  Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami, levò le foglie, lo spaccò in due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca vicino ai suoi campi inariditi. Là, delicatamente, il Signore dispose l’amato bambù a terra: un’estremità del tronco la collegò alla fonte, l’altra la diresse verso il suo campo arido. fu piantato il riso, i giorni passarono, la semente crebbe e il tempo della raccolta venne. Così il meraviglioso bambù divenne realmente una grande benedizione in tutta la sua povertà e umiltà. Quando era ancora grande e bello e grazioso, viveva e cresceva solo per se stesso e amava la propria bellezza. Al contrario nel suo stato povero e distrutto, era diventato un canale che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno “Se il chicco di grano caduto in terra muore, porta molto frutto”(Gesù)

 

SPOSI SANTI COSì… 

  • GIANNA BERETTA MOLLA  Fidanzata: “Pietro carissimo, sono certa che mi renderai sempre felice come lo sono ora  e che il signore esaudirà le tue preghiere, perché chieste da un cuore che  Lo ha sempre amato e servito santamente…Così con l’aiuto del Signore faremo di tutto perché la nostra nuova famiglia abbia ad essere un piccolo cenacolo ove Gesù regno sopra tutti i nostri affetti, desideri e azioni.  Pietro mio, mancano pochi giorni e mi sento tanto commossa  ad accostarmi a ricevere il sacramento dell’Amore. Diventiamo  collaboratori di Dio nella creazione, possiamo così dare a Lui dei figli che lo amino e lo servano.Pietro, sarò capace di essere la sposa e la mamma che tu hai sempre desiderato? Lo voglio proprio, perché tu lo meriti e perché ti voglio  tanto bene. (Lettera al fidanzato Pietro Molla, 4 sett. 1955) “Voglio formare con te una famiglia veramente cristiana, un piccolo cenacolo dove il signore  si senta di casa, ci guidi e ci aiuti a realizzare i nostri progetti” 
  • Sposa così: “Ti amo tanto , Pietro e mi sei sempre presente cominciando dal mattino quando,  durante la santa Messa all’offertorio, offro con il mio il tuo lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze e poi durante tutta la giornata fino alla sera. …vivendo così, Pietro, giorno dopo giorno  noi raggiungiamo quella santità coniugale che Dio si aspetta da noi… voglio formare con te una famiglia ricca di figli come lo sono state le  nostre belle famiglie nelle  quali siamo nati e cresciuti”
  • Fibroma all’utero: al dottore che le dice: “Se vogliamo mettere al sicuro la tua vita,  dobbiamo interrompere la gravidanza” risponde: “Non lo permetterò mai…anche se devo rischiare io voglio che il mio bambino viva…Professore, operi in modo che la gravidanza possa continuare… 
  • al marito: Pietro se dovrete decidere se salvare  la mia vita o quella del bambino, io esigo, salvate il bambino!” Entra nel reparto il venerdi santo 1962  e a sr Eugenia dice: “Sono qui a fare il mio dovere di mamma…sono pronta a tutto pur di salvare la mia creatura” 
  • Il fratello prete commenta: sono parole davanti alle quali io mi inginocchio. Non ha pensato mai di fare  un atto eroico, ma solo il suo dovere di mamma!!! Il giorno dopo il sabato santo nasce con taglio cesareo la bimba Gianna Emanuela…ma per lei comincia l’agonia: Chiede di essere portata a casa per morire nel suo letto di sposa… sente i bambini che si svegliano…due lacrime rigano il suo volto   “Gesù ti amo, Gesù ti amo!”  e spira.
  • Non c’è amore più grande che dare la vita  per le persone amate (Gesù)

DON ORIONE FACEVA COSI…

– Don Orione, padre e… madre.  Al Direttore  raccomanda: “Il mattino, fai dare all’Ing. Marengo sempre un uovo e anche due, sbattuti nel latte e caffè.  Usagli ogni riguardo nel cibo. Vedi che in parecchi giorni della settimana, egli ha scuola alle 8. Andando in Cappella alle 6 ½, tra Messa, Meditazione e Colazione, non ce la farà ad entrare in Classe già alle 8, o arriverà col boccone in bocca, e gli farà male.- Quindi, in quei giorni, che ha scuola alle 8, lo dispenso dalla Meditazione in comune,-dopo Messa vada subito e fagli trovare pronta la colazione. Mi raccomando” .

–  LETTERA AGLI ORFANI DEL TERREMOTO            Roma, l’11 Genn. 1916

“Cari miei figlioli gli orfani dell’Abruzzo e di Sora, che siete alla Colonia di Montemario      Non so partire per Avezzano se non vi lascio una parola…Giovedì, dopo domani, è l’anniversario della morte dei vostri amati genitori, l’anniversario del grande dolore della vostra vita e della vostra terra, o miei figlioli, e non vi so dire quanto vivamente amerei esservi vicino…Cari orfani del terremoto, che siete i miei più cari orfani e i più cari miei figlioli nel Signore, vi prometto che, fin che Dio mi darà vita e fin che potrò e quanto più lo potrò, con la grazia del Signore, prometto che vi aiuterò sempre e vi farò da padre in Gesù Cristo. Vi abbraccio spiritualmente in Gesù Cristo, e vi benedico tutti e con tutto l’affetto e ad uno ad uno vi benedico ancora nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo. Amen!” 

  • CAPACITA’ PEDAGOGICA CON UN GIOVANE INDECISO…            Ma devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo dunque risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte condizionate….Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai. Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta…In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, cioè il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima.”

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  • DEPORRE L’UOMO VECCHIO 17 Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore:  non comportatevi più  come i pagani nella vanità della loro mente,  accecati nei loro  pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro,  e per la durezza del loro cuore.  Diventati così insensibili, si sono  abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità  con avidità insaziabile.
  • RIVESTIRE L’UOMO NUOVO 20 Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo,  21 se proprio  gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è  in Gesù,  22 per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta  di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici  23 e  dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente  24 e rivestire l’uomo  nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
  • SINCERITÀ – ONESTÀ – LINGUAGGIO EDIFICANTE Perciò, bando alla menzogna:  dite ciascuno la verità al proprio  prossimo ; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell’ira, non  peccate ; non tramonti il sole sopra la vostra ira,  e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare  lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si  trova in necessità. 29 Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra  bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la  necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. 30 E non  vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per  il giorno della redenzione.  31 Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32 Siate invece benevoli gli uni verso gli  altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato  a voi in Cristo.

Quali regali farsi? 

  1. DITE LA VERITÀ: Perciò, basta con le menzogne! Ciascuno dica la verità al suo prossimo, perché noi tutti formiamo un unico corpo.
  2. NON TRAMONTI IL SOLE … Se vi arrabbiate, attenti a non peccare: la vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole,  per non dare una buona occasione al diavolo. 
  3. NESSUNA PAROLA CATTIVA… Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; piuttosto dite parole buone, che facciano bene a chi le ascolta
  4. PERDONATEVI A VICENDA Siate buoni gli uni con gli altri, perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi, per mezzo di Cristo. 
  5. SEMPRE E PER OGNI COSA RINGRAZIATE DIO Usate bene il tempo che avete, perché viviamo giorni cattivi. Siate pieni di Spirito Santo. Cantate, inneggiate al Signore con tutto il cuore. Per ogni cosa ringraziate Dio nostro Padre, nel nome di Gesù Cristo nostro Signore.

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  • c. 2 1Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, 2nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.
  • Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo. Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, 12ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. 13Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. 
  • Egli infatti è la nostra pacecolui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,  eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,  al Padre in un solo Spirito.Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete  concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
  • PASSATO: UN TEMPO vv. 1-3:  tutti uniti nella morte…-
  •  PRESENTE:  vv 4-6 MA DIO… ci ha fatti  passare da morte a vita grazie a Gesù 
  • FUTURO: VV 7-10 per i secoli futuri:   siamo frutto della bontà di Dio chiamati a affrettare un futuro di bontà con le opere buone che egli vuole che facciamo 

 

  • SUN E VERBO 
  1. CON-RIVIVERE CON CRISTO
  2. CON-RISUSCITARE   CON CRISTO
  3. CON-SEDERE NEI CIELI  CON CRISTO
  4. CON-CITTADINI DEI SANTI

 DON ORIONE …COSTRUTTORE DI PONTI

  • Fin da giovane prete, si impone un metodo, un linguaggio, uno stile. Per fare da ponte tra la Chiesa e la gente.Don Orione COSTRUTTORE DI  “PONTI” I tempi corrono velocemente e sono alquanto cambiati, e noi, in tutto che non tocca la dottrina, la vita cristiana e della Chiesa, dobbiamo andare e camminare alla testa dei tempi e dei popoli, e non alla coda, e non farci trascinare. Per poter tirare e portare i popoli e la gioventù alla Chiesa e a Cristo bisogna camminare alla testa. Allora toglieremo l’abisso che si va facendo tra il popolo e Dio, tra il popolo e la Chiesa (Lett.I,  21)
  • Certo curerà la liturgia. Ma si butterà in mille altre iniziative di carattere sociale e caritativo: fuori di sacrestia! Ci vuole un illuminato spirito di intrapresa, se no certe opere non si fanno. Avanti, dunque!  Non si potrà far tutto in un giorno, ma non bisogna morire né in casa, né in sacrestia: fuori di sacrestia!  Non perdere d’occhio mai né la chiesa, né la sacrestia, anzi il cuore deve essere là, la vita là dove è l’Ostia; ma con le debite cautele, bisogna che vi buttiate ad un lavoro che non sia più solo il lavoro che fate in chiesa.   Via, via, ogni pusillanimità! (034PG) 
  • Fedele al modello di Gesù, buon Pastore, fa una scelta di campo: sarà il prete di quelli che …non vanno in Chiesa!  Fine del sacerdozio è di salvare le anime e di correre dietro, a quelle che, allontanandosi da Dio si vanno perdendo. Ad esse devo una preferenza. Gesù non venne per i giusti, ma per i peccatori.  Preservatemi, dunque, o mio Dio, dalla funesta illusione, dal diabolico inganno che io prete debba occuparmi solo di chi viene in chiesa e ai sacramenti, delle anime fedeli e delle pie donne.  Solo quando sarò spossato e tre volte morto nel correre dietro ai peccatori, solo allora potrò cercare qualche po’ di riposo presso i giusti.   (08PG) 
  • Viene incontro a quanti fanno fatica a confessarsi, organizzando una celebrazione di notte e… per soli uomini!   Nella notte dunque del sabato 25 a domenica 26 agosto, vi invito tutti al vostro Santuario della Guardia:  ci sarà una funzione per voi, apposta e solo per voi:  Venite senza tante paure… I vostri peccati, ditemeli pure in buon tortonese e cominciate dai più grossi…in quattro e quattr’otto vi metto a posto, e ve ne andrete contenti con la pace nel cuore. Vi aspetto.S. Confessione e caffè : Dopo la Comunione, mi farete l’onore di passare tutti nella Casa dietro il Santuario: Vi darò un buon caffè. Voglio mandarvi a casa dalle vostre donne o madri con la bocca dolce e col cuor contento. ( Scr.52,255) 
  • E quando difficoltà sorgono anche tra le varie confessioni cristiane, egli getta il “ponte” della  carità. “È venuto da me un signore, il quale mi ha detto: Voglio fondare un Ospizio Cattolico, e lei si sente di mandarmi i suoi preti? – Ed io: – Se per cattolico intende universale, cioè dove si possono accettare tutti, sì che accetto di mandare il personale; ma se vuole fondare un Ospedale esclusivamente per i cattolici, no che non accetto. Perché, quando si presenta uno che ha un dolore, non si stà lì a domandare se ha il battesimo, ma se ha un dolore. “(Parola VIII, 195 – 196)

DALLE «LETTERE» DI SAN FRANCESCO SAVERIO, SACERDOTE: Abbiamo percorso i villaggi dei neofiti. Non c’è nessuno che celebri le sacre funzioni, nessuno che insegni loro il Credo, il Padre nostro, l’Ave ed i Comandamenti della legge divina. Da quando dunque arrivai qui non mi sono fermato un istante; percorro i villaggi, amministro il battesimo ai bambini. I fanciulli poi non mi lasciano né dire l’Ufficio divino, né prendere cibo, né riposare fino a che non ho loro insegnato qualche preghiera; allora ho cominciato a capire che a loro appartiene il regno dei cieli. Mi sono accorto che sono molti intelligenti e, se ci fosse qualcuno a istruirli nella legge cristiana, non dubito che diventerebbero ottimi cristiani…. Molto spesso mi viene in mente di percorrere le Università d’Europa, specialmente quella di Parigi, e di mettermi a gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità …Oh! se costoro, come si occupano di lettere, così si dessero pensiero anche di questo…Griderebbero certo dal profondo del loro cuore: «Signore, eccomi; che cosa vuoi che io faccia?» Mandami dove vuoi, magari anche in India.

 PARLIAMONE TRA NOI:

  • Cosa pensi della distanza tra Chiesa e popolo? Oggi come è la situazione, secondo te? Cosa chiede Papa Francesco?
  • Cosa possiamo fare per costruire “ponti” con i “lontani”?

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  • PRIMA PARTE: Il disegno di Dio per l’umanità
    1. stabilito da Dio dall’eternità, ma rimasto nascosto nei secoli,  è iniziato prima della creazione del mondo (1,4).
    2. eseguito in Gesù Cristo, esso coinvolge e raduna tutte le cose del cielo e della terra sotto il potere di Cristo unico capo (1,10.21)
    3. rivelato all’apostolo, esso comporta creazione unico popolo di Ebrei e non Ebrei (2,13-22).
    4. spiegato nella chiesa. La “chiesa” nelle lettere prime di Pl era sinonimo della chiesa locale. Ora assume un significato universale.
    5. La Chiesa è una realtà profondamente unitaria -un corpo dove Cristo è il capo, -un edificio dove Cristo è la pietra angolare; -una donna amata e resa santa da Cristo, che l’ha fatta sua sposa
  • BENEDETTO DIO:     C. 1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Efeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. 
  • In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
  •  Don Orione ha un programma : Instaurare omnia in Cristo.  Da Tortona, il 18 Gennaio 1905 Da oltre dieci anni, cioè fin dai suoi inizî, l’umile Congregazione l’«Opera della Divina Provvidenza», che la bontà di Dio ha fatto nascere ai vostri piedi, e in questa città di S. Marziano, prese, crediamo per disposizione del Signore, come suo motto e programma l’«Instaurare omnia in Christo» dell’apostolo (Eph. Cap. I. Vol. 10.)   Poiché l’«Instaurare omnia in Christo» fu per noi sempre quasi una invocazione, l’idea che tutta assomma la missione dell’Opera e i suoi sacrificî: con esso specialmente intendo rivolgere a Dio un voto, un’aspirazione, una preghiera, un desiderio ardentissimo che in Gesù Cristo Signor nostro tutto l’uomo si rinnovi e si rinnovi tutta l’umanità”

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9 comments

  1. DAVID M. TUROLDO
    “Questo è un mondo SENZA MISURA e senza gloria,
    perché si è perso il DONO e L’USO della CONTEMPLAZIONE.
    Civiltà del frastuono.
    Tempo senza PREGHIERA, senza SILENZIO
    e quindi senza ASCOLTO.
    E il diluvio delle nostre parole …soffoca l’appassionato SUONO della Parola”

  2. Dinanzi alle dure prove che GESU’ permette per il nostro bene , ci invita con ” AMORE ” a superarle con genosa
    disponibilità d’animo. ESSERE CAPACI AD ACCETTARE la SUA VOLONTA’, SPESSO MOLTO COSTOSA, PERCHE’ PREZIOSA…
    S. Clemente 1° PAPA, nella 2 Lettura di oggi del Breviario ci suggerisce qual’è la condizione CHE OGNI ANIMA NELLA SUA UMILTA’ DOVREBBE assumere prima di prendere qualsiasi decisione…”CERCARE CIO’ CHE E’ UTILLE A TUTTI, NON IL PROPRIO TORNACONTO”.
    RIUSCIRE A TANTO E’ UNA GRAZIA!.

  3. Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
    BUTTIAMOCI AI PIEDI DEL SIGNORE E SUPPLICHIAMOLO CON LACRIME PERCHÉ…
    … Perché liti, collere, discordie, scismi e guerre tra voi? Non abbiamo forse un unico Dio, un unico Cristo, un unico Spirito di grazia diffuso su di noi, un’unica vocazione in Cristo? Perché straziare e lacerare le membra di Cristo, perché ribellarsi contro il proprio corpo e arrivare a tal punto di delirio da dimenticare di essere gli uni membra degli altri?
    Ricordate le parole di Gesù nostro Signore. Egli ha detto: Guai a quell’uomo! Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato, piuttosto che recare scandalo a uno dei miei eletti; sarebbe meglio che gli fosse messa al collo una pietra da mulino e fosse sommerso nel mare, piuttosto che trarre al male uno dei miei eletti (cfr. Lc 17, 1-2). LA VOSTRA SCISSIONE HA SVIATO MOLTI, HA GETTATO MOLTI NELLO SCORAGGIAMENTO, MOLTI NEL DUBBIO, TUTTI NOI NEL DOLORE; E IL VOSTRO DISSIDIO PERDURA TUTTORA.
    PRENDETE IN MANO LA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO. QUAL È LA COSA CHE VI HA SCRITTO PER PRIMA ALL’INIZIO DEL SUO MESSAGGIO? CERTO È SOTTO UN’ISPIRAZIONE DIVINA CHE EGLI VI HA SCRITTO UNA LETTERA SU SE STESSO, SU CEFA, SU APOLLO, PERCHÉ FIN DA ALLORA VI ERA TRA VOI LA TENDENZA ALLE FAZIONI. Ma quel parteggiare vi ha causato allora un peccato minore, perché le vostre preferenze andavano verso apostoli famosi per chiara reputazione e verso un uomo approvato da loro. Ora invece date ascolto a gente da nulla, a persone che vi pervertono e gettano il discredito su quella vostra coesione fraterna, che vi ha resi meritatamente celebri. È un disonore che dobbiamo eliminare al più presto. BUTTIAMOCI AI PIEDI DEL SIGNORE E SUPPLICHIAMOLO CON LACRIME PERCHÉ, FATTOSI PROPIZIO, CI RESTITUISCA LA SUA AMICIZIA E CI RISTABILISCA IN UNA MAGNIFICA E CASTA FRATERNITÀ D’AMORE.

  4. … ” EGLI INFATTI E’ LA NOSTRA PACE…” affidando a GESU’ le nostre pene , deponendole nelle SUE Mani con fede ,esse non scompaiono , ma vengono “mitigate” dalla serenità che infonde nei nostri cuori. E’ un “dono” che scaturisce dalla SUA Grande Bontà. Noi lo ringraziamo ! solo LUI può concedere certI favorI a coloro che si affidano a LUI CON CUORE PURO.

  5. Preghiera di un anonimo

    “Ho pregato, Signore, perché ci sia la pace.
    Quella pace che abbatte i muri, le frontiere.
    Quella pace che accende la speranza.
    Quella pace che invoca a gran voce l’amore.
    Quella pace che…
    Ma tu non mi hai ascoltato!
    Ed ora capisco che colui che doveva ascoltare non eri tu, ma ero io!
    Uomo o donna che sia, ero io!”

  6. … Grazie S. Paolo! il tuo grande Amore AVUTO per CRISTO,ci indica perfettamente qual’è la via che possiamo intraprendere per arrivare alla conoscenza dell’AMORE del PADRE che ha per tutti noi. L’uomo in genere , con la sua debolezza, si allontana facilmente da questo AMORE, ma ” IL SUO CUORE è più grande del NOSTRO PECCATO”; allora lo rincorre ,lo supera. CRISTO è COLUI che ci RICONDUCE A QUESTO GRANDE AMORE. CON la SUA MORTE siamo diventati come nuovi perchè REDENTI e RICONCILIATI. I SANTI hanno intuito la grandezza dell’AMORE INFINITO di DIO, LA LORO VITA E’ STATA TEMPESTATA DI PERLE PREZIOSE OFFERTE GENEROSAMENTE ALL’AMORE PER ECCELLENZA SENZA INDUGIARE.

  7. CRISTO NON VUOLE PERDONARE NULLA SENZA LA CHIESA

    Isacco, abate del monastero della Stella

    Due sono le cose che sono riservate a Dio solo: A lui noi dobbiamo fare la nostra confessione; da lui dobbiamo aspettarci la remissione. A Dio solo infatti spetta rimettere i peccati e perciò a lui ci si deve confessare.      Ma l’Onnipotente, avendo preso in sposa una debole e l’eccelso una di bassa condizione,  da schiava ne ha fatto una regina e colei che gli stava sotto i piedi la pose al suo fianco.  Uscì infatti dal suo costato, donde la fidanzò a sé. E come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, così lo sposo ha dato tutte le cose sue alla sposa,  e lo sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa. Voglio, dice il Figlio al Padre,  pregando per la sposa, che come io e tu siamo una cosa sola,  così anch’essi siano una cosa sola con noi (cfr. Gv 17, 21).  Lo sposo pertanto è una cosa sola con il Padre e uno con la sposa;  Perciò nulla può rimettere la Chiesa senza Cristo e Cristo non vuol rimettere nulla senza la Chiesa. Nulla può rimettere la Chiesa se non a chi è pentito, cioè a colui che Cristo ha toccato con la sua grazia;  Cristo nulla vuol ritenere per perdonato a chi disprezza la Chiesa.  «Quello che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi.  Questo mistero è grande, lo dico in riferimento  a Cristo e alla Chiesa» (Mt 19, 6; Ef 5, 32).Non voler dunque smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe più tutto intero.  Cristo infatti non è mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non è mai intera senza Cristo.  Infatti il Cristo totale ed integro è capo e corpo ad un tempo; per questo dice:  Questi è il solo uomo che rimette i peccati.     

  8. QUESTA PREGHIERA E’ BELLISSIMA:

    Se ti volti non mi vedi. Neanche avanti
    non mi vedi. Io sono al tuo fianco,
    senza spingere nè tirare, nel posto in
    cui ti puoi appoggiare quando perdi
    l’equilibrio. Di fianco, per dirti
    all’orecchio che ti voglio bene, per non
    perderti di vista neanche quando ti
    allontani. Di fianco, per non oscurare
    la tua luce, per non coprire la strada
    che vuoi fare, per solleticarti se ti
    chiudi nei pensieri………………..
    ……………….. E non occorre che allungo la
    mano per cercare la tua , E’ SEMPRE
    STATA NELLA MIA.
    ABBI FEDE… IO TI AMO
    GESU’

  9. Vorrei raccontarvi una storia. Parla di un ragazzo. Aveva una decina di anni e non sapeva ancora cosa volesse dire essere malato. Sulla strada aveva improvvisamente notato qualcosa che non andava. Sentiva un dolore acuto, aveva freddo e non sapeva cosa fare. Al dolore si aggiungeva il fatto che nessuno si occupava di lui, che nessuno lo notava. Le persone passavano senza prestargli attenzione. Finì col rientrare a casa. Tremava, e sperava che qualcuno lo sentisse. In quel momento arrivò sua madre e se ne accorse. Gli disse: “Non stai bene. Sei malato”. E nello stesso istante, il peggio passò. Il ragazzo pensò: “Qualcuno sa e vede come sto”. Certamente è avvenuta la stessa cosa per i discepoli quando improvvisamente è apparso Gesù in mezzo a loro e hanno detto: “Vedete, sono io”. Nell’istante stesso in cui si è mostrato a loro, la loro paura si è trasformata. Capisco che Tommaso si sia mostrato tanto riluttante quando gli hanno detto: “Abbiamo visto il Signore”. Probabilmente non era così poco credente come sembra a prima vista. Forse aveva vagato per la strada senza sapere cosa fare, con una grande tristezza in fondo al cuore a causa degli avvenimenti recenti. Ed ecco che gli altri gli dicono: “Abbiamo visto il Signore e mangiato con lui”. Sentiamo che Tommaso vorrebbe vedere di persona cose ancora più grandi. Gesù avvicina Tommaso con molta tenerezza. Tommaso può mettere la mano sulle sue ferite. Potrebbe capitare anche a noi, che abbiamo tutti un Tommaso in noi. Perché non siamo forse Tommaso quando diciamo: “Se non vediamo, non crediamo”?
    Gesù dice a Tommaso: “Vieni, puoi toccarmi”. E poiché Gesù è così vicino a Tommaso e gli manifesta una tale tenerezza, egli non può che gridare, sconvolto: “Mio Signore e mio Dio!”.
    Se capitasse a qualcuno tra noi di sentire il tenero amore e la presenza di Gesù, allora anche noi potremmo incontrarlo.

    GEORG LOKAY

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