CARI AMICI,

 ieri il ritardo di un treno che mi ha costretto a stare fermo alla stazione per due ore… mi ha come “ISPIRATO”. E ho pensato che  forse abbiamo davvero BISOGNO DI “PAUSE”  NELLA SFRENATA CORSA DELLA VITA… e allora BENEDETTA QUARESIMA che potrebbe darci qualche opportunità in più in questo senso… Per questo vorrei rivivere con voi questa “INIZIATIVA BIZZARRA” che ho sperimentato tante volte quando ero “GIOVANE COI GIOVANI” . Mi faccio coraggio e ve la ripropongo ora da  “vecchietto che comincia a perdere qualche … colpo”. ECCOLA… scarica file allegato . VI ASPETTO? Come vedete, metto il punto INTERROGATIVO… A VOI, se volete… Trasformarlo, con la vostra partecipazione, in… PUNTO ESCLAMATIVO!!!…

PROVARE PER CREDERE!!!! Caramente…Dv

VENERDìSERASANBIAGIO…             VENERDÌ 2.9.16.23 Marzo 2018  (19.30–21.00)

C E N A  DI  P O V E R I

 Forte esperienza quaresimale  

I N  S I L E N Z I O

  • A P E R I C E N A: Ascolto canti gregoriani (Solesmes)
  • M E N Ù: salutare per l’anima e… il corpo!
-PANE E ACQUA

-RISO IN BIANCO

-UN FRUTTO…

Presi con GRATITUDINE

In meditativo SILENZIO

A lume di CANDELA…

 

VENERDI 9 MARZO 2018:

SALMI DELLE ASCENSIONI SONO 15 salmi: un cammino verso il tempio. Gesù li ha celebrati tante volte… S. Paolo: vado a Gerusalemme senza sapere…E’ il cammino verso la Gerusalemme celeste… Parola di Dio: bagaglio per il  viaggio nella vita!

SL 118/19.Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Voglio osservare i tuoi decreti: non abbandonarmi mai. Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Custodendo le tue parole. Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi precetti. Io sono straniero sulla terra, non nascondermi i tuoi comandi. Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola.   Sono canti per me i tuoi precetti, nella terra del mio pellegrinaggio. Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua parola. Bene per me se sono stato umiliato, perché impari a obbedirti Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.  Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti.     Come pecora smarrita vado errando; cerca il tuo servo, perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.

S. L U I G I  O R I O N E      12  MARZO 1940   12 MARZO 2018   

LA SUA ULTIMA “buona notte”  

  1. CONSAPEVOLEZZA « Sono venuto, a darvi la Buona Notte, e sono venuto anche per salutarvi, perché, piacendo a Dio, domani mi assenterò per qualche tempo; per poco o per molto o anche per sempre, come piacerà al Signore. E nessuno più di me sa che la mia vita, benché apparentemente data l’età, sia ancora florida, nessuno più di me sente che questa mia vita è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi. È misericordia del Signore se sono ancora qui a parlarvi. Quindi mi vedo davanti e vicina la morte, più che non l’abbia mai veduta e sentita così vicina”.
  2. POVERTÀ: UNO STILE PER VIVERE E MORIRE Desiderano che vada a San Remo, perchè pensano che là quel clima, quel riposo possono portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere e morire e se potessi esprimere un desiderio direi che non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo.
  3. SENSIBILITÀ E DELICATEZZA DI PADRE… Dunque partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa ripugnante, cosa che ripugna al mio cuore, e forse avrebbe fatto male anche a voi. …
  4. PIANGERE CON CHI PIANGE Vogliate bene a quelli che piangono, a quelli che soffrono. Dice la sacra scrittura: “Andrai più volentieri nella casa del dolore e del pianto che a quella del tripudio e de trionfo”. Sono venuto a darvi la buona notte. Potrebbe anche essere l’ultima!…
  5. VIVIAMO UMILI E PICCOLI AI PIEDI DELLA CHIESA Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore. Sono venuto per darvi la buona notte, potrebbe essere l’ultima! Viviamo umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con piena adesione di mente, di cuore e di opere, ai piedi dei Vescovi, della Chiesa… del Papa il Vescovo dei Vescovi, il  dolce Cristo in terra.  
  6. LE TRE GRANDI MADRI La prima grande Madre è Maria SS.ma, la seconda madre è la santa Chiesa, la terza, piccola ma pur grande, madre è la nostra Congregazione. Siate tutti di Maria SS., siate tutta roba della Chiesa. Amate molto il Signore:  EVITARE IL PECCATO…CONFESSIAMOCI BENE… evitate a costo di qualunque sacrificio il peccato. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. In queste parole del discepolo più caro di Don Bosco, c’è tutto quello che il Signore vuole da me e da voi.                      Se qualche volta ci sentiamo deboli raccomandiamoci al Signore e a Maria SS.ma, confessiamoci bene, non per abitudine.
  7. UMANITÀDunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange). Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ». Quasi per tacita convenzione, nessuno si muove . Si sente un silenzio pieno di commozione: parecchi piangono. Passano alcuni minuti; poi il Canonico Perduca, che aveva in quei giorni predicato agli ordinandi, si decide a pregare un chierico perchè chieda al Direttore la benedizione per tutti. D. Orione si alza, recita un’Ave Maria e benedice con ampio gesto: « gratia misericordia pax et benedictio Dei Patris et Filii et Spiritus Sancti et Beatae Mariae Virginis descendat super me, super vos et maneat semper nobiscum. Amen ».                                                          
  • Silenzio meditativo… PER CONFESSARMI BENE 

    1. GRAZIE, SIGNORE       PER I TUOI BENEFICI…

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  1. PERDONAMI, IL MIO POCO AMORE:

4°- doveri del mio stato di vita? 

 3°- amore a me stesso: sincero – laborioso – puro? 

2°- amore al prossimo 

1°- a Te: preghiera – messa – fede…

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  1. MI ABBANDONO ALLA TUA MISERICORDIA

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Pietà di me, o Dio,  secondo la tua misericordia;

nella tua grande bontà cancella il mio peccato. (SL 50)

 -Guardami, Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ascoltami!

-Più solo non sarò, a te mi appoggerò. Sono tuo figlio,abbracciami!

-Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, guariscimi!

ABBÀ PADRE, ABBÀ PADRE, ABBÀ, ABBÀ, ABBÀ. (2V)

 MI IMPEGNO

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 donalesiani@gmail.com  – www.donvincenzoalesiani.it

  A MANI VUOTE  Stamane (Stasera) sono a mani vuote, o Dio niente ti posso regalare, o Dio, solo l’amarezza solo il mio peccato, solo l’amarezza e il mio peccato, o Dio. Son questi i miei poveri doni, o Dio, sono l’offerta di stasera, o Dio, poi la speranza, poi la certezza, poi la speranza del perdono, o Dio, o Dio.

MI ALZERÒ E ANDRÒ DA MIO PADRE E DIRÒ:  PADRE HO PECCATO.   Alzatosi andò da suo padre e lo vide, il padre, da lontano; preso da pietà gli corse incontro e con grande tenerezza lo baciò.
  • LA GRAZIA D’ESSER NATO POVERO

Fra le grazie che il Signor mi ha fatto, ho avuto quella di essere nato povero. I miei hanno sempre lavorato per poter mangiare. Non ci mancò mai il pane: ma si faceva, una volta al giorno, la polenta; e, nelle invernate, c’era la polenta nel latte. (Da discorso del 21 – I – 1938) 

  • Tempi eroici     Quei tempi erano veramente eroici,tempi di fame e di estrema miseria; tanto che i ragazzi dell’Oratorio portavano qualche tozzo di pane per sfamare quel povero chierico. Allora era fiamma la vita del cuore, ed erano giorni grandi, giorni di fame, giorni di fede, e la fede era fiamma di carità e di amore a Dio. Mai più come quei giorni, mai più; giorni eroici quando i ragazzi dell’Oratorio, vedendo che si pativa la fame, mi portavano dei tozzi di pane da mangiare  … (da discorso del 14 – X – 1939)
  • .3. La povertà dei nostri vecchi   Mia madre mise a me, che ero il quarto figlio, i vestiti del mio  primo fratello, che ha tredici anni di più, e la povera donna,      quei vestiti, li aveva fatti passare a tre altri, prima di me;       ma ci ha lasciato un po’ di denaro, e ci ha cresciuti bene,:  tutti gli stracci li sapeva combinare e ci cavava dei vestitini, e la famiglia trionfava nella povertà onesta e discreta. Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle tre di notte e via a lavorare, faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, Teneva da conto fin i coltelli rotti, e questi sono stata la mia eredità. Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo ancora messo il suo vestito da sposa, dopo cinquantun anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero, e faceva ancora la sua bella figura, ed era ancora il suo vestito più bello!

 

  • «NO ALLA CULTURA DELLO SCARTO  Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi vorrei soffermarmi sulla questione dell’ambiente…Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (cfr 2,15). E mi sorgono le domande: Che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi;. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione;   ….Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Una volta i nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo avanzato.  Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!  Papa Francesco

– FRANCESCO VENERDISERASANBIAGIO CENA POVERI 2 MARZO 2018

  • E F F E T T I S P E C I A L I: brani biblici e pensieri sapienziali con sottofondo musicale (Cori Famosi )

 

  • P E R C O N C L U D E R E  I N… BELLEZZA:
  • Breve adorazione in Cappella (canti Gen e Rsn) 

  • Condivisione fraterna di risonanze spirituali
  • Momento mariano: SALVE REGINA e le campane  dell’AVE MARIA…
  • Buona Notte.

 

 NB: -Prenotarsi  entro ore 20 del GIOVEDÌ precedente

– E’ gradita una piccola offerta spontanea per i poveri

– Info e prenotazioni: 0721.823175 – 3338890862 donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

27C VENERDìSERASANBIAGIO MARZO 2018 DEF

donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it

 

22 comments

  1. DESIDERO INVIARE A TUTTA LA FAMIGLIA RELIGIOSA “ORIONINA” UN GRANDE AUGURIO , PERCHE’ S. LUIGI ORIONE CONCEDA A TUTTI I SUOI FIGLI , L’ ARDORE PER LE ANIME COME LO SENTIVA LUI .
    DI CUORE INVOCHIAMO SU TUTTI NOI LA SUA BENEDIZIONE. (una sua grande devota)

  2. SERVIAMO CRISTO NEI POLVERI
    san Gregorio Nazianzeno, vescovo

    Afferma la Scrittura: «BEATI I MISERICORDIOSI, PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA» (Mt 5, 7). La misericordia non ha l’ultimo posto nelle beatitudini. Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. NEPPURE LA NOTTE SOSPENDA I TUOI DOVERI DI MISERICORDIA. NON DIRE: «RITORNERÒ INDIETRO E DOMANI TI DARÒ AIUTO». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l’opera di beneficenza. LA BENEFICENZA, INFATTI, NON CONSENTE INDUGI. SPEZZA IL TUO PANE ALL’AFFAMATO E INTRODUCI I POVERI E I SENZA TETTO IN CASA TUA (CFR. IS 58, 7) E QUESTO FALLO CON ANIMO LIETO E PREMUROSO. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico.
    Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: FINCHÉ CI È DATO DI FARLO, VISITIAMO CRISTO, CURIAMO CRISTO, ALIMENTIAMO CRISTO, VESTIAMO CRISTO, OSPITIAMO CRISTO, ONORIAMO CRISTO NON SOLO CON LA NOSTRA TAVOLA, COME ALCUNI HANNO FATTO, NÉ SOLO CON GLI UNGUENTI, COME MARIA MADDALENA, NÉ SOLTANTO CON IL SEPOLCRO, COME GIUSEPPE D’ARIMATEA, NÉ CON LE COSE CHE SERVONO ALLA SEPOLTURA, COME NICODEMO, CHE AMAVA CRISTO SOLO PER METÀ, E NEPPURE INFINE CON L’ORO, L’INCENSO E LA MIRRA, COME FECERO, GIÀ PRIMA DI QUESTI NOMINATI, I MAGI. MA, POICHÉ IL SIGNORE DI TUTTI VUOLE LA MISERICORDIA E NON IL SACRIFICIO, E POICHÉ LA MISERICORDIA VALE PIÙ DI MIGLIAIA DI GRASSI AGNELLI, OFFRIAMOGLI APPUNTO QUESTA NEI POVERI E IN COLORO CHE OGGI SONO AVVILITI FINO A TERRA. COSÌ QUANDO CE NE ANDREMO DI QUI, VERREMO ACCOLTI NEGLI ETERNI TABERNACOLI, NELLA COMUNIONE CON CRISTO SIGNORE, AL QUALE SIA GLORIA NEI SECOLI. AMEN.

  3. Piccola risonanza:
    – Parola di Dio: BAGAGLIO per il viaggio nella vita!
    – POVERTA’: uno “STILE” per VIVERE E MORIRE.
    – La MORTE, ma NON PECCATI!
    “CHINA il capo, appoggiandosi alla balaustra, COMMOSSO PIANGE”
    Meglio un piatto di riso… mangiato CON PACE

  4. …una pagina che ci fa pensare tanto sulla nostra preghiera…

    PREGA OGNI CREATURA Dal trattato «l’orazione» di Tertulliano, sacerdote

    L’orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m’importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco» (Is 1, 11). Chi richiede da voi queste cose? (cfr. Is 1, 12). Quello che richiede il Signore, l’insegna il vangelo: «È GIUNTO IL MOMENTO, ED È QUESTO, IN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI. DIO È SPIRITO E QUELLI CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITÀ» (Gv 4, 23-24). Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide.
    Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l’ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo! Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. ORA INVECE SI SA CHE LA PREGHIERA ALLONTANA OGNI IRA DELLA GIUSTIZIA DIVINA, È SOLLECITA DEI NEMICI, SUPPLICA PER I PERSECUTORI. HA POTUTO STRAPPARE LE ACQUE AL CIELO, E IMPETRARE ANCHE IL FUOCO. SOLO LA PREGHIERA VINCE DIO. MA CRISTO NON VOLLE CHE FOSSE CAUSA DI MALE E LE CONFERÌ OGNI POTERE DI BENE.
    Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti. PREGANO ANCHE GLI ANGELI, PREGA OGNI CREATURA. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida nel modo che a loro è proprio. ANCHE GLI UCCELLI QUANDO SI DESTANO, SI LEVANO VERSO IL CIELO, E AL POSTO DELLE MANI APRONO LE ALI IN FORMA DI CROCE E CINGUETTANO QUALCOSA CHE PUÒ SEMBRARE UNA PREGHIERA. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell’orazione. Ecco, questo: CHE IL SIGNORE STESSO HA PREGATO. A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.

  5. La povertà è un cammino. In realtà noi pensiamo alla povertà come una mancanza di cose materiali che è certamente una privazione di beni, ma questa povertà se non è una scelta personale non è certamente una cosa bella. C’è però una povertà che è un’ascesa al cielo ed è un cammino di rinuncia al male, ai vizi, a tutto ciò che ci allontana da Dio e all’ immagine che Egli ha impresso in noi. La povertà dell’ altro non ci scandalizza quando siamo sazi di cose materiali ma poveri di Dio. Questa è la povertà che deve spaventarci e la quaresima non è che questo. Non possiamo risorgere con Cristo se non siamo morti con Lui se cioè non siamo diventati poveri.

  6. MI HA MOLTO TOCCATO CIO’ CHE STO PER CONDIVIDERE.
    “I fiumi non BEVONO la propria acqua; Gli alberi non MANGIANO i propri frutti.
    Il sole non BRILLA per se stesso; ed i fiori non DISPERDONO la propria fragranza per se stessi.
    VIVERE per gli altri è una regola della natura.
    La vita è bella quando tu sei felice, però la vita è molto meglio
    quando gli altri sono felici per merito tuo”.
    (anonimo)

  7. GODIAMOCI UNA DELLE PIU BELLE PAGINE DI S. AGOSTINO

    LA SAMARITANA
    Dai «Trattati su Giovanni» di s. Agostino
    «E arrivò una donna» (Gv 4, 7):
    figura della Chiesa, non ancora giustificata, ma ormai sul punto di esserlo. E’ questo il tema della conversione. Viene senza sapere, trova Gesù che inizia il discorso con lei. Vediamo su che cosa, vediamo perché «Venne una donna di Samaria ad attingere acqua». I samaritani non appartenevano al popolo giudeo: erano infatti degli stranieri. E’ significativo il fatto che questa donna, la quale era figura della Chiesa, provenisse da un popolo straniero. La Chiesa infatti sarebbe venuta dai pagani, che, per i giudei erano stranieri.
    Riconosciamoci in lei, e in lei ringraziamo Dio per noi. «VENNE, DUNQUE, AD ATTINGERE ACQUA». ERA SEMPLICEMENTE VENUTA AD ATTINGERE ACQUA, COME SOGLIONO FARE UOMINI E DONNE. «GESÙ LE DISSE: DAMMI DA BERE. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani» (Gv 4, 7-9). Vedete come erano stranieri tra di loro: i giudei non usavano neppure i recipienti dei samaritani.
    E siccome la donna portava con sé la brocca con cui attingere l’acqua, si meravigliò che un giudeo le domandasse da bere, cosa che i giudei non solevano mai fare.
    COLUI PERÒ CHE DOMANDAVA DA BERE, AVEVA SETE DELLA FEDE DELLA SAMARITANA.
    Ascolta ora appunto chi è colui che domanda da bere. «Gesù le rispose: SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: DAMMI DA BERE, TU STESSA GLIENE AVRESTI CHIESTO ED EGLI TI AVREBBE DATO ACQUA VIVA» (Gv 4, 10).
    DOMANDA DA BERE E PROMETTE DI DISSETARE. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere, e abbonda come chi è in grado di saziare. «Se tu conoscessi», dice, «il dono di Dio». Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma Gesù parla alla dottrina in maniera ancora velata, E A POCO A POCO SI APRE UNA VIA AL CUORE DI LEI. FORSE GIÀ LA ISTRUISCE. CHE C’È INFATTI DI PIÙ DOLCE E DI PIÙ AFFETTUOSO DI QUESTA ESORTAZIONE: «SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: DAMMI DA BERE, FORSE TU STESSA GLIENE AVRESTI CHIESTO ED EGLI TI AVREBBE DATO ACQUA VIVA»?
    QUALE ACQUA, DUNQUE, STA PER DARLE, SE NON QUELLA DI CUI È SCRITTO: «E’ IN TE SORGENTE DELLA VITA»? (Sal 35, 10).
    Infatti come potranno aver sete coloro che «Si saziano dell’abbondanza della tua casa» ? (Sal 35, 9).
    Prometteva una certa abbondanza e sazietà di Spirito Santo, ma quella non comprendeva ancora, e, non comprendendo, che cosa rispondeva? La donna gli dice: «SIGNORE DAMMI DI QUEST’ACQUA, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, ma la sua debolezza non vi si adattava volentieri. Oh! se avesse sentito: «VENITE A ME, VOI TUTTI, CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, E IO VI RISTORERÒ»! (Mt 11, 28). INFATTI GESÙ LE DICEVA QUESTO, PERCHÉ NON DOVESSE PIÙ FATICARE, MA LA DONNA NON CAPIVA ANCORA…

  8. LA GRAZIA DI ESSERE NATO POVERO …di aver vissuto sulla propria pelle la condivisione di chi ti regala un pezzo di pane per condividere … la GRAZIA DI ESSERE NATO POVERO …… Ho ingoiato lacrime per una mamma di bambino autistico in una condizione di reale e profonda POVERTA’ E SOLITUDINE . Quando una donna straniera , abbandonata dal marito , con un lavoro precario e un bambino autistico e debiti e …. LA GRAZIA DI avere sperimentato la difficoltà …la salita … Ho chiuso i caloriferi il giorno… . E diventa relativo il mangiare e il curarsi …gli occhiali ..il freddo….ma quando scende la nebbia sul perché , quando non si vede la motivazione o un raggiungibile fine …quando tutto sembra ingiusto ( un nostro bambino in casa al freddo con una mamma e il suo sconforto .. ..quando un bambino va a mangiare alla mensa dei poveri e NOI BUTTIAMO IL MANGIARE….) LA GRAZIA DI essere nato povero …e stasera lo traduco anche col ” diventato povero ” ….povero/a dentro ..stanco/a…impotente … La Grazia ….?? Che fatica scriverlo con una certa consapevolezza ……LA GRAZIA DI ESSERE POVERO ….LA ” GRAZIA CHE VALE PIU’ DELLA VITA ” …. e mi butto nel mistero …. la GRAZIA DI ESSERE POVERO …DIFFICILE da accogliere se si tratta di ” povertà dei figli nostri ” . E il nostro salto nella fede diventa ancora più grande ..nella fede . LA GRAZIA DI ESSERE NATO POVERO .. mi ha colpito tanto questa frase DI DON ORIONE …

  9. DOMENICA 4 MARZO 2018: LA LITURGIA DI OGGI LUCE PREZIOSA PER QUESTA GIORNATA… CHE VI PARE?

    libro dell’Esodo 22, 20 – 23, 9
    LEGGI RIGUARDO AL FORESTIERO E AL POVERO
    Così dice il Signore: «NON MOLESTERAI IL FORESTIERO, NÉ LO OPPRIMERAI, PERCHÉ VOI SIETE STATI FORESTIERI NEL PAESE D’EGITTO.
    NON MALTRATTERAI LA VEDOVA O L’ORFANO. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
    Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
    SE PRENDI IN PEGNO IL MANTELLO DEL TUO PROSSIMO, GLIELO RENDERAI AL TRAMONTO DEL SOLE, PERCHÉ È LA SUA SOLA COPERTA, È IL MANTELLO PER LA SUA PELLE; COME POTREBBE COPRIRSI DORMENDO? ALTRIMENTI, QUANDO INVOCHERÀ DA ME L’AIUTO, IO ASCOLTERÒ IL SUO GRIDO, PERCHÉ IO SONO PIETOSO.
    Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un’ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.
    NON FAVORIRAI NEMMENO IL DEBOLE NEL SUO PROCESSO.
    QUANDO INCONTRERAI IL BUE DEL TUO NEMICO O IL SUO ASINO DISPERSI, GLIELI DOVRAI RICONDURRE. QUANDO VEDRAI L’ASINO DEL TUO NEMICO ACCASCIARSI SOTTO IL CARICO, NON ABBANDONARLO A SE STESSO: METTITI CON LUI AD AIUTARLO.
    NON FARAI DEVIARE IL GIUDIZIO DEL POVERO, CHE SI RIVOLGE A TE NEL SUO PROCESSO.
    TI TERRAI LONTANO DA PAROLA MENZOGNERA. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
    NON ACCETTERAI DONI, PERCHÉ IL DONO ACCECA CHI HA GLI OCCHI APERTI E PERVERTE ANCHE LE PAROLE DEI GIUSTI.
    NON OPPRIMERAI IL FORESTIERO: ANCHE VOI CONOSCETE LA VITA DEL FORESTIERO, PERCHÉ SIETE STATI FORESTIERI NEL PAESE D’EGITTO».

  10. …Ma di che sentimenti sublimi e semplici erano capaci questi NOSTRI PADRI NELLA FEDE… S. AMBROGIO POI CON QUESTA SUA SUBLIMITA’ DI CONTENUTI E SEMPLICITA’ DI ESPRESSIONE HA CONVERTITO… UN AGOSTINO…DIVENTATO GRAZIE ANCHE A LUI SANT’AGOSTINO

    ADERIAMO A DIO, UNICO VERO BENE
    DOV’È IL CUORE DELL’UOMO IVI È ANCHE IL SUO TESORO. Infatti il Signore non suole negare il buon dono a quanti lo pregano.
    Pertanto, poiché il Signore è buono e lo è soprattutto per quelli che lo aspettano pazientemente, ADERIAMO A LUI, STIAMO CON LUI CON TUTTA LA NOSTRA ANIMA, CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA FORZA, PER RESTARE NELLA SUA LUCE, VEDERE LA SUA GLORIA E GODERE DELLA GRAZIA DELLA FELICITÀ SUPREMA. ELEVIAMO DUNQUE L’ANIMA A QUEL BENE, RESTIAMO IN ESSO, ADERIAMO AD ESSO; A QUEL BENE, CHE È AL DI SOPRA DI OGNI NOSTRO PENSIERO E DI OGNI CONSIDERAZIONE E CHE ELARGISCE PACE E TRANQUILLITÀ SENZA FINE, UNA PACE CHE SUPERA OGNI NOSTRA COMPRENSIONE E SENTIMENTO.
    Questo è il Bene che pervade tutto, e tutti viviamo in esso e da esso dipendiamo, mentre esso non ha nulla al di sopra di sé, ma è divino. Nessuno infatti è buono se non Dio solo: perciò tutto quello che è buono è divino e tutto quello che è divino è buono, per cui è detto: «Tu apri la mano, si saziano di beni» (Sal 103, 28); a ragione, infatti, per la bontà di Dio ci vengono date tutte le cose buone perché a esse non è mischiato alcun male.
    Questi beni la Scrittura li promette ai fedeli dicendo: «Mangerete i frutti della terra» (Is 1, 19).
    Siamo morti con Cristo; portiamo sempre e in ogni luogo nel nostro corpo la morte di Cristo perché anche la vita di Cristo si manifesti in noi. Dunque, ormai non viviamo più la nostra vita, ma la vita di Cristo, vita di castità, di semplicità e di tutte le virtù. SIAMO RISORTI CON CRISTO, VIVIAMO DUNQUE IN LUI, ASCENDIAMO IN LUI PERCHÉ IL SERPENTE NON POSSA TROVARE SULLA TERRA IL NOSTRO CALCAGNO DA MORDERE.
    FUGGIAMO DI QUI. ANCHE SE SEI TRATTENUTO DAL CORPO, PUOI FUGGIRE CON L’ANIMA, PUOI ESSERE QUI E RIMANERE PRESSO IL SIGNORE SE LA TUA ANIMA ADERISCE A LUI, SE CAMMINI DIETRO A LUI CON I TUOI PENSIERI, SE SEGUI LE SUE VIE NELLA FEDE, NON NELLA VISIONE, SE TI RIFUGI IN LUI; perché è rifugio e fortezza colui al quale Davide dice: In te mi sono rifugiato e non mi sono ingannato (cfr. Sal 76, 3 volg.).
    Pertanto siccome Dio è rifugio, e Dio è in cielo e sopra i cieli, allora dobbiamo FUGGIRE DI QUI VERSO LASSÙ DOVE REGNA LA PACE, IL RIPOSO DALLE FATICHE, DOVE FESTEGGEREMO IL GRANDE SABATO, come disse Mosè: «Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te» (Lv 25, 6). Infatti riposare in Dio e vedere le sue delizie è come sedere a mensa ed essere pieni di felicità e di tranquillità.
    FUGGIAMO DUNQUE COME CERVI ALLE FONTI D’ACQUA, ANCHE LA NOSTRA ANIMA ABBIA SETE DI QUELLO DI CUI ERA ASSETATO DAVIDE. QUAL È QUELLA SORGENTE? ASCOLTA COLUI CHE DICE: «È IN TE LA SORGENTE DELLA VITA» (SAL 35, 10): DICE LA MIA ANIMA A QUESTA FONTE: QUANDO VERRÒ E VEDRÒ IL TUO VOLTO? (CFR. SAL 41, 3). LA SORGENTE INFATTI È DIO.

  11. Con gioia condivido le risonanze positive del primo “VENERDISERA A S. BIAGIO FANO” . Sono le piccole gioie quelle che ci arricchiscono. Chi ha vissuto in prima persona la povertà colta negli scritti di S. LUIGI ORIONE può cogliere e intuire i disagi e fare memoria della propria esperienza, senza scartare nulla e magari “RICICLARLA”.

  12. Da una rivista missionaria:

    “NOI, POPOLI SUPERNUTRITI, ABBIAMO INVENTATO:
    Il pane insipido e il pane salato.
    Il pane croccante e quello floscio.
    Il pane a rosetta e quello a filone.
    Il pane all’olio e quello col riso.
    Il pane bianco e quello integrale.
    Il pane magro e quello vitaminizzato.
    Il pane a fuoco e quello a vapore.
    Il pane diabetico e quello con patate.
    Le fette rotonde e quelle quadrate.
    I POVERI CERCANO SEMPLICEMENTE “IL PANE …QUOTIDIANO”.

  13. IL MIO PESO E’ IL MIO AMORE
    “Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme”
    Dammi te stesso, Dio mio, datti sempre a me… Di lui solo fu detto che è dono tuo il dono ove riposiamo, ove ti godiamo. Il nostro riposo è il nostro luogo. LA’ CI SOLLEVA L’AMORE, e il tuo Spirito buono eleva la nostra bassezza, strappandola alle porte della morte. Nella buona volontà è la nostra pace.
    OGNI CORPO A MOTIVO DEL SUO PESO TENDE AL LUOGO CHE GLI È PROPRIO. Un peso non trascina soltanto al basso, ma al luogo che gli è proprio. IL FUOCO TENDE VERSO L’ALTO, LA PIETRA VERSO IL BASSO, spinti entrambi dal loro peso a cercare il loro luogo. L’olio versato dentro l’acqua s’innalza sopra l’acqua. l’acqua versata sopra l’olio s’immerge sotto l’olio, spinti entrambi dal loro peso a cercare il loro luogo. Fuori dell’ordine regna l’inquietudine, nell’ordine la quiete.
    IL MIO PESO E’ IL MIO AMORE; ESSO MI PORTA DOVUNQUE MI PORTO. IL TUO DONO CI ACCENDE E CI PORTA VERSO L’ALTO. NOI ARDIAMO E CI MUOVIAMO… DEL TUO FUOCO, DEL TUO BUON FUOCO ARDIAMO E CI MUOVIAMO, SALENDO VERSO LA PACE DELLA GERUSALEMME CELESTE. QUALE GIOIA PER ME UDIRE QUESTE PAROLE: “ANDREMO ALLA CASA DEL SIGNORE”! LÀ COLLOCATI DALLA BUONA VOLONTÀ, NULLA DESIDEREREMO, SE NON DI RIMANERVI IN ETERNO.

  14. QUANDO VUOI FOTOGRAFARE UNA PERSONA in tutta la sua dimensione, devi metterti ad una certa distan¬za. Se ti metti troppo vicino, sì e no, ne fotografi un particolare soltanto, e non la riconosci, o la ri¬prendi sfocata; se ti metti troppo lontano, la per¬sona scompare.
    SE VUOI VEDERE GESÙ E FOTOGRAFARLO IN OGNI PER-SONA, DEVI AMARLA QUESTA PERSONA IN TUTTA LA SUA GRANDEZZA, DEVI GUARDARLA DA UNA PRECISA DISTANZA: DEVI GUARDARLA DA DIO, DEVI GUARDARLA CON GLI OCCHI DI DIO, PERCHÉ È DIO; È AMA¬TA INFINITAMENTE DA DIO, E DIO SI FOTOGRAFA CON UN OBBIETTIVO INFINITO.
    Ciao da p. Andrea

  15. CARI AMICI,
    PERMETTERETE A UN …VECCHIETTO RIMASTO BAMBINO NOSTALGICO DELLA …FORZA DOLCE DELLA NATURA… RIMANERE AFFASCINATO DA UNA CONSIDERAZIONE COSI SEMPLICE E TRISTEMENTE VERA .. . EFFICACE E E DELICATO RIMPROVERO ALLA NOSTRA INGUARIBILE SUPERFICIALITA’…

    LA PIANTINA (Marcie Hans)
    Spinto da un milione di ali di fuoco accese dall’uomo, IL RAZZO si fa un tunnel nel cielo, E TUTTI ACCLAMANO.
    Spinta da un solo pensiero di Dio, LA PIANTINA si fa strada con urgenza nello spessore nero, e quando ha bucato il cielo pesante del suolo e si lancia su verso gli spazi esterni, NEANCHE UNO BATTE LE MANI.

  16. CERTIFICATO DI AMICIZIA!

    È la storia di due amici che camminano nel deserto.
    A un certo punto litigarono e uno di loro schiaffeggiò l’altro. Quest’ultimo, dolorante ma senza dire nulla, ha scritto sulla sabbia:
    “OGGI IL MIO MIGLIORE AMICO MI HA DATO UNO SCHIAFFO.”
    Continuarono a camminare e trovarono un’oasi, nella quale decisero di fare il bagno. Ma l’uomo che è stato schiaffeggiato è quasi annegato e il suo amico lo ha salvato.
    Quando si fu ripreso, scrisse su una pietra:
    “OGGI IL MIO MIGLIORE AMICO MI HA SALVATO LA VITA. ”
    Colui che aveva schiaffeggiato e salvato il suo amico gli chiese:
    “QUANDO TI HO FERITO HAI SCRITTO SULLA SABBIA, E ORA HAI SCRITTO SULLA PIETRA. PERCHÉ? ”
    L’ALTRO AMICO RISPOSE: “QUANDO QUALCUNO CI FERISCE, DOBBIAMO SCRIVERLO SULLA SABBIA, DOVE I VENTI DEL PERDONO POSSONO CANCELLARLO. MA QUANDO QUALCUNO FA QUALCOSA DI BUONO PER NOI, DOBBIAMO INCIDERLO SULLA PIETRA, DOVE NESSUN VENTO PUÒ CANCELLARLO “.
    Impara a scrivere le tue ferite sulla sabbia e incidere le tue gioie sulla pietra.

  17. LA NEVE – G. D.ANNUNZIO

    Scendi con pace,
    o neve: e le radici difendi e i germi,
    che daranno ancora erba molta agli armenti,
    all’uomo il pane.
    Scendi con pace,
    si che al novel tempo da te nutriti,
    lungo il pian ridesto, corran qual greggi obbedienti i fiumi.
    ————————————————————————-

    R. BATTAGLIA
    “Il tempo è come un fiocco di neve,
    scompare mentre cerchiamo di decidere cosa farne.”
    ————————————————————————-

    G. UNGARETTI
    “comme une graine mon âme aussi
    a besoin du labour caché de cette saison”

    “Come la semente anche la mia anima
    ha bisogno del dissodamento nascosto di questa stagione”

  18. Santa Teresa di Calcutta:
    “SIATE MISERICORDIOSI, COME È MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO”

    …Sono abitata dal pensiero che senza sosta, dappertutto, è rivissuta la Passione di Cristo. SIAMO PRONTI, NOI, A PARTECIPARE A QUESTA PASSIONE? SIAMO PRONTI A CONDIVIDERE LE SOFFERENZE DEGLI ALTRI, NON SOLTANTO LÌ DOVE DOMINA LA POVERTÀ, MA IN OGNI PARTE SULLA TERRA? Mi sembra che la miseria e la sofferenza siano più difficili da risolvere in occidente. Raccogliendo un affamato nella strada, offrendogli una tazza di riso o un pezzo di pane, posso placare la sua fame. MA COLUI CHE È STATO PICCHIATO, CHE NON SI SENTE DESIDERATO, AMATO, CHE VIVE NELLA PAURA, CHE SI SENTE RIFIUTATO DALLA SOCIETÀ, PROVA UNA FORMA DI POVERTÀ BEN PIÙ PROFONDA E DOLOROSA. ED È MOLTO PIÙ DIFFICILE TROVARVI UN RIMEDIO.
    LA GENTE HA FAME DI DIO. LA GENTE È ASSETATA DI AMORE. NE SIAMO COSCIENTI? LO SAPPIAMO? LO VEDIAMO? ABBIAMO OCCHI PER VEDERLO? QUANTO SPESSO, IL NOSTRO GUARDO VAGA SENZA FERMARSI. COME SE NON FACESSIMO ALTRO CHE ATTRAVERSARE QUESTO MONDO. DOBBIAMO APRIRE GLI OCCHI, E VEDERE.

  19. «QUESTI È IL FIGLIO MIO PREDILETTO, ASCOLTATELO» Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa

    IL SIGNORE MANIFESTA LA SUA GLORIA ALLA PRESENZA DI MOLTI TESTIMONI E FA RISPLENDERE QUEL CORPO, CHE GLI È COMUNE CON TUTTI GLI UOMINI, DI TANTO SPLENDORE, CHE LA SUA FACCIA DIVENTA SIMILE AL FULGORE DEL SOLE E LE SUE VESTI UGUAGLIANO IL CANDORE DELLA NEVE.
    Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall’animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché l’umiliazione della Passione, volontariamente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.
    Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava un fondamento solido alla speranza della santa Chiesa, perché tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato oggetto, e perché ANCHE LE MEMBRA SI RIPROMETTESSERO LA PARTECIPAZIONE A QUELLA GLORIA, CHE ERA BRILLATA NEL CAPO.
    Di questa gloria lo stesso Signore, parlando della maestà della sua seconda venuta, aveva detto: «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Mt 13, 43). La stessa cosa affermava anche l’apostolo Paolo dicendo: «IO RITENGO CHE LE SOFFERENZE DEL MOMENTO PRESENTE NON SONO PARAGONABILI ALLA GLORIA FUTURA CHE DOVRÀ ESSERE RIVELATA IN NOI» (Rm 8, 18). In un altro passo dice ancora: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 3. 4).

    ALL’ANNUNZIO DEL VANGELO SI RINVIGORISCA DUNQUE LA FEDE DI VOI TUTTI, E NESSUNO SI VERGOGNI DELLA CROCE DI CRISTO, PER MEZZO DELLA QUALE È STATO REDENTO IL MONDO.
    Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, NESSUNO DUBITI DI RICEVERE LA RICOMPENSA PROMESSA, PERCHÉ ATTRAVERSO LA FATICA SI PASSA AL RIPOSO E ATTRAVERSO LA MORTE SI GIUNGE ALLA VITA. AVENDO EGLI ASSUNTO LE DEBOLEZZE DELLA NOSTRA CONDIZIONE, ANCHE NOI, SE PERSEVEREREMO NELLA CONFESSIONE E NELL’AMORE DI LUI, RIPORTEREMO LA SUA STESSA VITTORIA E CONSEGUIREMO IL PREMIO PROMESSO.
    Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «QUESTI È IL FIGLIO MIO PREDILETTO, NEL QUALE MI SONO COMPIACIUTO. ASCOLTATELO» (Mt 17, 5).

  20. • DITELO PRIMA!
    Lui era un omone robusto, dalla voce tonante e i modi bruschi. Lei era una donna dolce e delicata.
    Si erano sposati. Lui non le faceva mancare nulla,
    accudiva la casa ed educava i figli. I figli crebbero,
    si sposarono, se ne andarono. Una storia come tante…
    Ma, quando tutti i figli furono sistemati,
    la donna perse il sorriso,
    divenne sempre più esile e diafana.
    Non riusciva più a mangiare e in breve
    non si alzò più dal letto.
    Preoccupato, il marito la fece ricoverare in ospedale.
    Vennero al suo capezzale medici e poi specialisti famosi.
    Nessuno riusciva a scoprire il genere di malattia.
    Scuotevano la testa e dicevano: “ Ma? ”.
    L’ultimo specialista prese da parte l’omone e gli disse:
    “DIREI … SEMPLICEMENTE … CHE…
    SUA MOGLIE NON HA PIÙ VOGLIA DI VIVERE”.
    Senza dire una parola, l’omone si sedette accanto al letto della moglie e le prese la mano. Una manina sottile che scomparve nella manona dell’uomo.
    Poi, con la sua voce tonante, disse deciso:
    “TU NON MORIRAI! ”.
    “ Perché? ”, chiese lei, in un soffio lieve.
    “ PERCHÉ IO HO BISOGNO DI TE! ”.
    “E PERCHÉ NON ME L’HAI DETTO PRIMA?”.
    Da quel momento la donna cominciò a migliorare.
    E oggi sta benissimo.
    Mentre medici e specialisti continuano a chiedersi
    che razza di malattia avesse
    e quale straordinaria medicina
    l’avesse fatta guarire così in fretta.

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