Cari amici,  Siamo tutti PREOCCUPATI per la situazione sanitaria  nel mondo e anche in Italia…  invitati giustamente a evitare aggregazioni… vi proponiamo qualcosa delle CATECHESI  E  DELLE CELEBRAZIONI per via e-mail e attraverso il SITO DI S. BIAGIO. www.donvincenzoalesiani.it   Augurando a tutti un BUON CAMMINO QUARESIMALE verso la PASQUA DI RESURREZIONE.  Fraternamente  DV    donalesiani@gmail.com   CEL. 333.88.90.862

Cari amici…IO  RESTO  A  CASA”   

IN COMPAGNIA DI GESU’ – S. PAOLO  – DON ORIONE 

CARI AMICI, stiamo tribolando un pò tutti per questa situazione … e le paure e i problemi non mancano davvero… ma fra tutti i messaggi che circolano sui social mi ha colpito quanto scrive questa MAMMA E MAESTRA.  Che riesce a vedere i possibili risvolti POSITIVI  soprattutto sul piano educativo,  che possono derivare da questa situazione,  se la affrontiamo tutti con forza e senza lamentarci troppo. Ascoltiamola…

LETTERA DI UNA MAMMA                                          SULL’EMERGENZA DA CORONAVIRUS

  • “IN QUESTI GIORNI DI ISOLAMENTO, in cui siamo costretti a rimanere a casa, non mi preoccupo se i miei figli non svolgono i compiti assegnati, non mi importa della scuola.
  • Non mi affanno a scaricare loro le schede online, le letture, i ripassi, l’elenco delle operazioni.   
  •  Non aspetto che gli insegnanti si attivino in lezioni a distanza, mi è indifferente, anche se quest’anno i programmi scolastici probabilmente si fermeranno a febbraio.                         
  •  Non mi rammarico di quanto i miei figli possano “rimanere indietro”.                                     INDIETRO… A CHE COSA?   È un tempo questo, che gli insegnerà ALTRO,  ciò che non troveranno in nessun libro.                                                                                
  •  IMPARERANNO a confrontarsi con la vita, quella VERA. A seguire l’unico programma che non è mai lo stesso, che è pieno di fatti imprevedibili,  di LEZIONI NUOVE.
  • IMPARERANNO il rispetto di se stessi e degli altri, che significa ADATTARSI a nuove regole e rimanere a casa.  A gioire del calore e della vicinanza delle persone care.         
  • IMPARERANNO ad adattarsi a queste ore dilatate, a confrontarsi con la noia .   Sapranno che c’è chi è SOLO davvero, non ha una casa, un posto in cui sentirsi al sicuro. 
  • IMPARERANNO A GODERE DEL SILENZIO di queste stanze,che  E’ SOLO QUIETE, tanto lontano dal silenzio di una stanza d’ospedale.                                                               
  • IMPARERANNO AD APPREZZARE quello che hanno, ora che non ci sono nuovi giochi o vestiti da comprare.                                                               
  •   IMPARERANNO AD ACCONTENTARSI di mangiare quel che c’e’, per non sprecare, perché c’è chi non ha la forza di andare a fare la spesa e NON HA NESSUNO DA CHIAMARE.
  •  IMPARERANNO  LA FORZA di dire “andrà tutto bene”, quando tutto nel mondo sembra gridare il contrario. 
  •  IMPARERANNO a farsi adultiA studiare una lezione che dice che la vita, a volte, si blocca, si rivolta su se stessa e non ha più nome.   
  •  IMPARERANNO a capire che c’è UN MOMENTO PER FERMARSI, PRENDERE IL RESPIRO, RACCOGLIERE LE FORZE, e SOFFIARE SULLA SPERANZA, FORTE...
  • …Ai miei figli e a tutti i bambini! 

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E …

GIUSEPPE MOSCATI, IL MEDICO DEI POVERI,

IL MEDICO SANTO.

Carissimi, Vedendo in questi giorni L’IMPEGNO EROICO DI TANTI  OPERATORI SANITARI            (fino a dare la vita…) ho pensato che i “santi esistono ancora”  e mi è venuto in mente un medico santo:   San Giuseppe Moscati: è stato un medico italiano;  beatificato da Paolo VI nel corso dell’Anno Santo 1975 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.

Fu definito medico dei poveri”.

  • GIUSEPPE MOSCATI, PRIMARIO OSPEDALIERO, visse i suoi molteplici compiti con tutto l’impegno e la serietà che l’esercizio di queste delicate professioni laicali richiede. “.
  • PENSIERI DEL MEDICO SANTO: La vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezza e scienza cadono…Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi.
  • E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.”
  • UN ESEMPIO: Ti spiace accompagnarmi?”  Sentì chiedersi lo  studente dal giovane Primario … Le discussioni sopra i casi clinici le sai fare benissimo da te.VORREI CHE DA CRISTIANO GIÀ TEMPRATO TU VEDESSI L’AUTENTICO “MALATO“. Si avviarono in un dedalo di vicoli stretti e fangosi, non senza disagio. Poi, dentro il corridoio di un tugurio, si spinsero all’estremo pianerottolo contemplando     uno squallido spettacolo:  un uomo dall’aspetto cadaverico sopra una branda retta per miracolo fissò lo sguardo sopra il professore, quasi in attesa del suo salvatore. Il quale, inginocchiatosi presso il giaciglio, conchiuse un minuzioso esame clinico con la puntura di un medicinale, (… lasciando anche un’offerta generosa.)  Poche parole al bravo allievo:  RICORDALO: TU HAI VISTO NETTAMENTE L’IMMAGINE DEL CRISTO SOFFERENTE!”
  • UMANIZZAZIONE DELLA MEDICINA… Moscati, anticipò con il suo comportamento quello che è oggi considerata nell’esercizio della medicina la condizione necessaria ed essenziale per occuparsi del malato, inteso non più come mero portatore di una malattia da guarire, ma come persona che soffre e a cui bisogna perciò riconoscere pari dignità nella sua sfera fisica e in quella emotiva spirituale, con una presa in carico totale dei suoi bisogni.
  •  “E POI NOI ALTRI MEDICI CHE COSA POSSIAMO? Ben poco! E perciò non potendo soccorrere il corpo, soccorriamo l’anima”. NON LA SCIENZA, MA LA CARITÀ HA TRASFORMATO IL MONDO, e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, SE SI DEDICHERANNO AL BENE.   IN CRISTO!                                                 Vostro aff.mo Giuseppe Moscati
  • DON ORIONE :

“LA CARITA’ E SOLO  LA CARITA’

SALVERA’  IL MONDO”

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Cari amici, di fronte alle scene quotidiane  di Chiese piene di… Bare e di camions che trasportano morti…  RESTIAMO OGNI GIORNO PIU’ SCONCERTATI… NELLA MESSA DI  OGGI siamo  messi di fronte a… un funerale!!!  Ma questa volta  a LIETO FINE… E allora VOGLIAMO RILEGGERE INSIEME LA PAGINA DEL VANGELO DI  GIOVANNI  c. 11?    E’ LA PAGINA DELLA NOSTRA SPERANZA…  GESU’  IN CASA DI MARTA E MARIA CI HA PORTATO LA GRANDE NOTIZIA: LA MORTE, LA GRANDE, L’ UNICA NEMICA DELL’UOMO,  SI PUO’ VINCERE...       CON GESU’ : CHI CREDE IN ME,   ANCHE SE MUORE, VIVRÀ.

“Un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «SIGNORE, ECCO, COLUI CHE TU AMI È MALATO». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato».         GESÙ VOLEVA MOLTO BENE A MARTA, A SUA SORELLA E A  LAZZARO. Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro  giorni nel sepolcro.

  •  Il Signore Gesù, incarnandosi, è venuto a condividere la nostra vita. In tutti i suoi aspetti: LA GIOIA DI UN MATRIMONIO A CANA E IL PIANTO DI UN FUNERALE A BETANIA

 “Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli  andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a  Gesù:  “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!  Gesù le disse: IO  SONO LA RISURREZIONE E LA VITA; CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ. CHIUNQUE VIVE E CREDE IN ME, NON MORRÀ IN ETERNO. ”.  Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua  sorella, dicendo:   “IL MAESTRO È QUI …E TI CHIAMA”.

  •  Gesù Accoglie lo sfogo di dolore  di una sorella e ne sostiene la fede… Non con generiche  parole di conforto ma con affermazioni che squarciano il tempo … E’ di grande  conforto, nel nostro dolore, pensare che EGLI E’ PRESENTE E SOFFRE CON NOI.  E, nel suo silenzio, parla e chiama…IL SIGNORE E’ QUI E TI CHIAMA!!! 

“Gesù allora quando la vide piangere e  piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, SI COMMOSSE PROFONDAMENTE, si turbò e disse: “Dove l’avete posto?”. Gli dissero:  “Signore, vieni a vedere!”. GESÙ SCOPPIÒ IN PIANTO… Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al  sepolcro.

  •  Questa nostra terra, bagnata anche dalle Sue lacrime….Come dubitare ancora della sua vicinanza e della sua comprensione? Ma noi non abbiamo solo bisogno di uno in più che pianga con noi…siamo già in tanti! Ci serve UNO CHE CI LIBERI DALLA MORTE!        Per questo…

 “Disse  Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto:  “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. Le  disse Gesù: Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: PADRE TI RINGRAZIO CHE MI HAI ASCOLTATO. E, detto questo, gridò a gran voce:  LAZZARO VIENI FUORI!. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in  bende, e il volto coperto da un sudario.

  •  Siamo di fronte al MISTERO DI GESU’:  fattosi per noi fragile uomo in pianto, resta pur sempre il  Figlio del Dio vivente, che libera l’amico Lazzaro dai legami della morte…

 “Gesù disse loro: “Scioglietelo  e lasciatelo andare”…

  •  E un giorno non lontano, con la sua MORTE E RISURREZIONE, libererà tutti coloro che “per paura della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita”(cfr. Eb. 2).  Anche noi. Liberi per sempre dalla grande nemica, la morte. E’  LA BUONA NOTIZIA PER ECCELLENZA, TUTTO IL VANGELO CRISTIANO. IL NUCLEO DELLA GIOIA PASQUALE. Il fondamento per … VARCARE LA SOGLIA DELLA SPERANZA”.
  • E DON ORIONE?  IN MORTE DI D. GOGGI, IL SUO PRIMO DISCEPOLO, SI SFOGA CON LA MADONNA…COSI: Sono tanti anni  che  in questo santo giorno, venivo ai tuoi piedi col primo figlio della divina Provvidenza… venivamo qui ai tuoi piedi benedetti, o Vergine Benedetta. Quest’anno quel povero figliolo è morto e sono qua solo. Sono solo, davanti a Te. Ascoltami, o Tu che vedi e sai compatire IL CUORE CHE PIANGE. Il mio figliuolo è morto! Io vengo ancora a rinnovarti la consacrazione di me e la mia offerta,  MA SONO SOLO.  O Maria, CARA MADONNA MIA, ascoltami; GUARDA LE LACRIME DEL MIO POVERO CUORE. Vedi quest’anno non so più parlare: perdonami, sono solo. Il mio povero  figliuolo è morto! IO PIANGO E MI CONSOLO  pensando che tu sei tanto buona e mi sai compatire.  Ma io so che sarà qui anche lui.  E’ da anni che questo giorno lo passavamo insieme; ERAVAMO IN TRE: Tu, cara Madonna, lui ed io. ANCHE TU HAI PIANTO TANTO, anche tu, o cara Madonna.  LASCIAMI PIANGERE; SONO SOLO. IL MIO POVERO FIGLIUOLO E’ MORTO” (Scr. 61,205)
  • S. PAOLO: “E COSI’ SAREMO SEMPRE CON IL SIGNORE”   (1Ts 4,17)

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  • L’ORA DI PREGHIERA CHE CON DEVOZIONE IMMAGINO, TUTTI ABBIAMO SEGUITO… MERITA CHE GLI DEDICHIAMO UN PO’ DI TEMPO DI RIFLESSIONE NEI PROSSIMI GIORNI.

“SIGNORE, NOI   TI IMPLORIAMO                                 IN QUESTO MARE AGITATO                          Per la prima volta nella storia il Papa ha guidato un momento straordinario di preghiera in tempo di pandemia con la benedizione “Urbi et Orbi” e l’indulgenza plenaria

LA TEMPESTA  … SEDATA     (Mc. 4,35ss)

  • In quel medesimo giorno, verso sera, Gesù disse loro: “Passiamo all’altra riva”. 36 E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era,  nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si  sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca,  tanto che ormai era piena. 38 Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e  dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa  che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci,  calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.  Poi disse loro:  “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi  da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al  quale anche il vento e il mare obbediscono?”.

 

  •  PAPA FRANCESCO: “VENUTA LA SERA”, inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato:          da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio”.
  • FRAGILI E DISORIENTATI Un’atmosfera cupa, si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi: ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, come i discepoli del Vangelo, siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa, ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare Insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.  Su questa barca ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’ angoscia dicono “Siamo perduti”, così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”.  È facile, ritrovarci in questo racconto: quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù che, mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, sta a poppa, nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa?  Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre (è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme)”. Quando, poi, viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: “PERCHÉ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE?”
  •   “CERCHIAMO DI COMPRENDERE. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano”. Ma, vediamo come lo invocano: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?””. “Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire “Non t’importa di me?. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi”. Infatti, una volta invocato, “salva i suoi discepoli sfiduciati“.
  • VULNERABILITÀ SMASCHERATA “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità…Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. Con la tempesta è “caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”.  “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”
  • . “SIGNORELA TUA PAROLA STASERA CI COLPISCE e ci riguarda, In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.:Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “SVEGLIATI SIGNORE!
  • . PERCHÉ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE?”. Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, MA VENIRE A TE E FIDARSI DI TE”. In questa Quaresima, risuona il tuo appello urgente: CONVERTITEVI”, “RITORNATE A ME CON TUTTO IL CUORE”. Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta“. Non è, il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa CONTA E CHE COSA PASSA, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è, èil tempo di REIMPOSTARE LA ROTTA DELLA VITA VERSO DI TE, Signore, e verso gli altri e possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito DONANDO LA PROPRIA VITA“. È “la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni“. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni (solitamente dimenticate) che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: MEDICI, INFERMIERI E INFERMIERE,   ADDETTI ALLE PULIZIE, BADANTI,  FORZE DELL’ORDINE,  VOLONTARI, SACERDOTI, RELIGIOSE E TANTI ALTRI CHE HANNO COMPRESO CHE NESSUNO SI SALVA DA SOLO”.
  • CORRESPONSABILITÀ “Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù:”CHE TUTTI SIANO UNA COSA SOLA“. Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità- Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti“.  
  • “ABBIAMO UN TIMONE: NELLA SUA CROCE SIAMO STATI RISCATTATI” e “la preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti”. “Perché avete paura? Non avete ancora fede?“. L’inizio della fede è “saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. INVITIAMO GESÙ NELLE BARCHE DELLE NOSTRE VITE“. CONSEGNIAMOGLI LE NOSTRE PAURE, PERCHÉ LUI LE VINCA. Come i discepoli sperimenteremo che, CON LUI A BORDO, NON SI FA NAUFRAGIO. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. EGLI PORTA IL SERENO NELLE NOSTRE TEMPESTE, PERCHÉ CON DIO LA VITA NON MUORE MAI. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui TUTTO SEMBRA NAUFRAGARE. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale, abbiamo un’ancora: NELLA SUA CROCE SIAMO STATI SALVATI“.

:“ABBIAMO UNA SPERANZA: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”. In mezzo all’isolamento “nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: È RISORTO E VIVE ACCANTO A NOI.Non spegniamo la fiammella smorta, e lasciamo che riaccenda la speranza. Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, ABBANDONANDO PER UN MOMENTO IL NOSTRO AFFANNO DI ONNIPOTENZA E DI POSSESSO per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare“. Nella sua croce “siamo stati salvati per accogliere la speranza  “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.  cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta LA FEDE ROCCIOSA DI PIETRO, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta”. DA QUESTO COLONNATO CHE “ABBRACCIA ROMA E IL MONDO SCENDA SU DI VOI, COME UN ABBRACCIO CONSOLANTE, LA BENEDIZIONE DI DIO“.

  • PENSO A DON ORIONE CHE NELLE TEMPESTE DELLA VITA andava in pellegrinaggio ai santuari, in cerca di luceSono un povero pellegrino che cerco luce e amore: vengo al Santuario col rosario in mano per diventare lo sgabello dei piedi immacolati di Maria…Vengo a Lei per non perdermi, dopo esser passato tra profondità, frane, altezze, precipizi, montagne, uragani, abissi, oscurità di spirito, ombre nere…Vengo a Lei, e sento sopra di me un’alta pace che si libra: vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste, e una serenità inoffuscabile mi avvolge e penetra. E in questa luce inebriante mi spoglio dell’uomo vecchio e amo…

 

  • …. OLTRE AL VANGELO e alle mirabili parole di PAPA FRANCESCO … cio’ che ha parlato e’ stato…IL SILENZIO.  PREZIOSA ATMOSFERA CHE AIUTA A INTERIORIZZARE LA PAROLA…
  • IL SILENZIO È MITEZZA quando non rispondi alle offese quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci a Dio la difesa del tuo onore.
  • IL SILENZIO È MISERICORDIA quando non riveli le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare il passato, quando non condanni, ma intercedi nell’intimo.
  • IL SILENZIO È PAZIENZA quando soffri senza lamentarti,quando non cerchi consolazione tra gli uomini quando attendi che il seme germogli lentamente.
  • IL SILENZIO È UMILTÀ  quando taci per lasciare emergere i fratelli, quando celi nel riserbo i doni di Dio, quando lasci che il tuo agire venga interpretato male,quando lasci ad altri la gloria dell’impresa.
  • IL SILENZIO È FEDE  quando taci perché è Lui che agisce, quando rinunci alle voci del mondo, per stare alla sua presenza, quando non cerchi comprensione perché ti basta sapere di essere amato da Lui.
  • IL SILENZIO È ADORAZIONE  quando abbracci la Croce senza chiedere perché nell’intima certezza che questa è l’unica via giusta.
  • MA ANCHE CANTI DELLA TRADIZIONE GREGORIANA : eccone due ben noti.IL PRIMO E’ UNA SUPPLICA AL SIGNORE PER IMPLORARE IL SUO PERDONO:      PARCE DOMINE, PARCE POPULO TUO NE IN AETERNUM IRASCARIS NOBIS
  • UN ALTRO  ALLA MADONNA   SUB TUUM PRAESIDIUM”   LA PRIMA INVOCAZIONE CHE LA CHIESA HA RIVOLTO ALLA MADONNA SOTTO LA CUI PROTEZIONE CI RIFUGIAMO...
  • “SUB TUUM PRAESIDIUM” CONFUGIMUS SANCTA DEI GENITRIX NOSTRAS DEPRECATIONES  NE DESPICIAS IN NECESSITATIBUS NOSTRIS, SED A PERICULIS CUNCTIS LIBERA NOS SEMPER VIRGO GLORIOSA ET BENEDICTA 

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IL PADRE GLI CORSE INCONTRO  …                     LO ABBRACCIÒ  E  LO BACIÒ   (Lc. 15)

Cari amici,  parlando ieri delle “pulizie di Pasqua“, per brevità abbiamo interrotto il discorso con la domanda:            E DON ORIONE HA QUALCOSA DA DIRCI IN PROPOSITO? 

DON ORIONE: PENITENTE E CONFESSORE

  • Ricordando le confessioni con Don Bosco:  Quando ci andavamo a confessare si veniva via che si aveva il cuore più buono, più grande, dilatato … Oh, Don Bosco , come ti sento ancora! Oh, quelle sere in cui parlavi ai tuoi figlioli, e la serenità del tuo spirito illuminava l’anima mia! O giorni santi, giorni belli della mia vita, o giorni dell’innocenza, perché non tornate ancora?
  • Vennero con me 1279 pellegrini  Caro professore Vennero con me 1279 pellegrini, moltissimi uomini. C’è stato da confessare e da predicare così tanto che pure essendo in 14 sacerdoti tutti o quasi tornarono senza voce e stanchi morti
  • Andando in America latina, Sul Conte Grande confessa giorno e notte Il Signore mi chiamò ad essere come il confessore di tutti sul Conte Grande; venivano di giorno, venivano anche di notte: per me e per molti è stata un’ineffabile consolazione. Il mare fu sempre tranquillo; Il Congresso Eucaristico fu un miracolo: oltre due milioni di fedeli partecipanti … noi qui abbiamo pregustato il Paradiso!
  • Ho visto com’è grande la misericordia di Dio:  Ho visto che cos’è, com’è grande la misericordia di Dio: più grande dei cieli! Ho visto decine di migliaia e migliaia di operai, di robusti lavoratori, di giovani, medici, deputati, ministri, confessarsi sulle piazze, lungo le vie, sui corsi di questa grande capitale! Più di 200.000 uomini, pregando, cantando, e prostrarsi ai piedi di Cristo, ricevere Cristo, su la gran Plaza Mayo. In quella piazza li ho visti fraternizzare, abbracciarsi in Cristo, giurare la loro fede, piangere d’amore! Spettacolo unico al mondo!
  • I vostri peccati, ditemeli pure in buon tortonese…Nella notte del 26 agosto, vi invito tutti al vostro Santuario: ci sarà una funzione apposta e solo per voi… venite dunque di notte. Gesù ci aspetta anche di notte. Venite senza tante paure: i peccati, si confessano forse meglio di notte, perché non si vedono. I vostri peccati, ditemeli pure in buon tortonese, e cominciate dai più grossi, … in quattro e quattr’otto vi metto a posto, e ve ne andrete contenti con la pace nel cuore. Vi aspetto tutti.  
  • S. Confessione e… caffè: Dopo la Comunione, mi farete l’onore di passare tutti nella Casa dietro il Santuario: Vi darò un buon caffè. Scr. 52,255.
  • E  PER CONFESSARMI BENE… COME FARE?

A)-INIZIO RINGRAZIANDO IL SIGNORE, PER I SUOI BENEFICI 

 

B)  CHIEDO PERDONO AL SIGNORE PER IL MIO POCO AMORE : Cominciando dal basso…

– doveri del mio stato di vita? 

– amore a me stesso: sincero – laborioso – puro?

– amore al prossimo: mi accorgo? Aiuto o sono egoista?

– Anore al Signore: quando e come prego? –Ci tengo alla Messa? – Cerco di approfondire la mia fede?

 ABBÀ PADRE,(2V) -Guardami, Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ASCOLTAMI! -Più solo non sarò, a te mi appoggerò. Sono tuo figlio, ABBRACCIAMI! -Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, GUARISCIMI!

  • – MI ABBANDONO ALLA TUA MISERICORDIA Pietà di me, o Dio,secondo la tua misericordia;nella tua grande bontà cancella il mio peccato Lavami da tutte le mie colpe,mondami dal mio peccato(SL 50)
  • MI IMPEGNO faccio un piccolo ma serio proposito 
  • RINGRAZIO DIO che mi riabbraccia con amore di Padre-Madre

 “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”  (Lc 15,24)

donalesiani@gmail.com  sito: www.donvincenzoalesiani.it

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  • Cari amici, mai come in questi giorni stiamo attenti alle pulizie…   Del resto siamo abituati ogni anno alle PULIZIE DI PASQUA. Passato l’inverno, si spalancano le finestre. Le nostre case hanno bisogno di aria nuova. Ma basterà una pulizia radicale di stanze e suppellettili? Non bisognerà pensare anche alle persone che vi abitano? Dove si annida lo “sporco” più resistente? Negli angoli delle stanze o nei nostri cuori? Cominciando le  pulizie di Pasqua, forse ci esce spontaneo:  “Qui c’è da mettersi le mani nei capelli”…  E allora come possiamo affermare con serafica innocenza:  ma io che peccati  ho? Basterebbe  aprire le finestre dell’anima al sole della Parola:  Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato»,  facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi. (1Gv 1,8) Se invece fosse il timore del giudizio di Dio a tarparci le ali,  possiamo contare su un avvocato difensore.   Se uno cade in peccato, possiamo contare su Gesù Cristo, il Giusto. Egli è il nostro difensore accanto al Padre. Sarà bene allora  per Pasqua, fare un pò di pulizie… Delle stanze e…del cuore. Da dove cominciare?
  • DALLA NOSTRA CAMERA, ovviamente Luogo di intimità e riposo. Ci verrà spontaneo pensare alla nostra interiorità da proteggere. Al nostro cuore da tenere pulito. Perché possa essere degna abitazione di Dio. E luogo privilegiato dell’incontro con Lui nella preghiera: «Quando vuoi pregare, entra in camera tua e chiudi la porta. Poi, prega Dio, presente anche in quel luogo nascosto.  E Dio tuo Padre, che vede anche ciò che è nascosto, ti darà la ricompensa.” (Mt 6, 6)
  • E POI PASSIAMO AL SALOTTOAbbiamo fatto tanti sacrifici per arredarlo con gusto. Non succeda che, mentre vi riceviamo amici e parenti, lo “sporchiamo” con parole e giudizi taglienti.  S. Paolo ci  previene: Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. (Ef. 4-5) Si direbbe che conosca bene  certe nostre abitudini… Sarà necessario il perdono reciproco:  Perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi, per mezzo di Cristo. Senza rimandare troppo. Meglio sarebbe farlo, ogni giorno. E  prima di sera. Altrimenti… La vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole, altrimenti darete occasione al diavolo. (Ef. 4,26) La carità è virtù esigente. Che richiede di condividere gioie e dolori: Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Non rendete a nessuno male per male.(Rm 12)
  • ENTRIAMO ORA NELLA CAMERA DEI RAGAZZI. Abbiamo così l’opportunità di soffermarci sul rapporto con i nostri ragazzi. Coi tempi che corrono, non fa male sentirci ricordare che i genitori sono sempre genitori. Vanno amati e rispettati. Anche quando cominciassero a perdere qualche colpo: Figli, davanti al Signore avete il dovere di ubbidire ai vostri genitori.  Onora il padre e la madre perché tu sia felice e possa godere lunga vita sulla terra. (Ef 6,1ss)  Se poi siamo genitori a nostra volta, chiediamoci come stiamo educando i nostri figli. Troppo indulgenti? O, all’opposto,  li stiamo esasperando?  E voi, genitori, non esasperate i vostri figli, ma date loro un’educazione e una disciplina degna del Signore.
  • PASSANDO DAVANTI  ALLO  SPECCHIO,  una pulita più accurata del solito, non guasta. Perché specchiandoci, riusciamo a vedere  non solo le rughe del viso e le impurità della pelle (che tanto ci preoccupano…), ma ben  più profonde impurità del cuore. “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie,  invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc 7,21)
  • E UN PÒ D’ORDINE NEGLI ARMADI E NEI CASSETTI? Quanta roba! Forse troppa. Ci può fare bene, riascoltare, come in sottofondo, la voce severa di S. Basilio: E’ dell’affamato, il pane che possiedi in avanzo.  E’ del nudo, il panno che hai negli armadi. Sono dello scalzo, le scarpe che ammuffiscono in casa tua. Parole forti. Che ci dovrebbero far riflettere prima di andare a comperare… altri vestiti.
  • DETERSIVO PER IL CUORE… E così, insieme alle pulizie pasquali, quasi senza accorgercene, stiamo dando una buona “ripassata” alla nostra vita spirituale: la preghiera, il comportamento in famiglia e sul lavoro, la purezza di pensieri e azioni. E  l’uso dei beni, senza cedere al consumismo.   E adesso? Dove trovare un “detersivo” efficace per le macchie del cuore?  Nel sangue di Cristo. “Questo è il calice del mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”  I santi vi hanno fatto frequente ricorso. E le loro vesti risplendono di celestiale candore: Essi sono coloro che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. (Ap. 7)
  •  IO MI CONFESSO CON DIO…!? Certamente, solo Lui può rimettere i peccati. Tenersi il peccato dentro, fa male. Anche alla salute. Confessarlo è una liberazione. E si sta meglio. Parola del salmista. Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre gemevo tutto il giorno. Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. (Sl  32) Facciamo bene allora a supplicarlo: Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, nel tuo grande amore cancella il mio peccato” (Sl 50,1)
  • MA SE SIAMO CRISTIANI… non dimentichiamo che, nella pienezza dei tempi, Dio Padre ci  ha inviato Gesù. A condividere la nostra condizione umana.    E a perdonarci. Quando incontrava un peccatore era solito rassicurarlo così: «Ti sono rimessi i tuoi peccati!» (Mc 2,5) E dopo la sua risurrezione, ha affidato alla Chiesa il compito di perdonare  in suo nome: “ A chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Gv 20,21) E allora, avvicinandosi la Pasqua, cominciamo a pensare a un bravo confessore. Né troppo severo né troppo… di manica larga.
  • Che sappia comprendere l’umana debolezza. E non ci condanni. Ma che abbia anche la forza di dirci la verità. Per il nostro bene. Come fece Gesù con l’adultera: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”  “Nessuno, Signore!” Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più.” (Gv 8,1) Il nostro cuore continua a rimproverarci? Non ascoltiamolo. Fidiamoci piuttosto di S. Giovanni che ci assicura:  SE IL TUO CUORE TI RIMPROVERA …DIO È PIÙ GRANDE DEL NOSTRO CUORE   E CONOSCE OGNI COSA   (1GV 3,20)
  • E DON ORIONE HA QUALCOSA DA DIRCI IN PROPOSITO? 

Certamente ma…alla prossima “puntata” !

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Si, ieri vi ho raccontato qualcosa della mia esperienza a Sassello con le “BAMBINE” malate…Ma Sassello, da qualche anno, e’ conosciuta (oltre che per i suoi gustosissimi amaretti… ) soprattutto per una ragazza CHIARA LUCE BADANO…                      Basteranno poche parole per farci commuovere e RINGRAZIARE IL SIGNORE PER UNA CREATURA COSI’... e basterà quel suo “ritornello” a indicarci la via, semplice e ardua, della santità …”SE LO VUOI TU, GESU’…LO VOGLIO. ANCH’IO! “

  • A Sassello, il 29 ottobre 1971 nasce Chiara Badano.  Chiara di nome e di fatto, intelligente e volitiva, vivace, viene educata dalla mamma a PARLARE CON GESÙ E A DIRGLI «SEMPRE SÌ».  Chiara è una ragazzina normale: è docile alla grazia e al disegno di Dio su di lei, che le si svelerà a poco a poco. Dai suoi quaderni  delle elementari traspare la gioia nello scoprire la vita:  È UNA BAMBINA FELICE.    
  • Nel giorno della prima Comunione riceve in dono il libro dei Vangeli. Sarà per lei un «MAGNIFICO LIBRO» affermerà:   «COME PER ME È FACILE IMPARARE L’ALFABETO, COSÌ DEVE ESSERLO ANCHE VIVERE IL VANGELO!». 
  • Entra come Gen nel Movimento dei Focolari e vi coinvolge i genitori. Da allora la sua vita sarà tutta nella ricerca di «METTERE DIO AL PRIMO POSTO».
  •  Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a 17 anni, all’improvviso un lancinante spasimo alla spalla svela un osteosarcoma, dando inizio a un calvario che durerà circa tre anni.
  • Appresa la diagnosi, CHIARA SUBITO RIMANE ASSORTA IN SILENZIO…  MA DOPO SOLI 25 MINUTI   DALLE SUE LABBRA ESCE IL SÌ ALLA VOLONTÀ DI DIO.  Ripeterà spesso:         «SE LO VUOI TU, GESÙ, LO VOGLIO ANCH’IO».
  • Non perde il suo luminoso sorriso; affronta cure dolorose e trascina nello stesso Amore chi l’avvicina.  
  • RIFIUTATA LA MORFINA perché le toglie lucidità, dona tutto per la Chiesa …, Ripete:  “NON HO PIÙ NIENTE, MA HO ANCORA IL CUORE E CON QUELLO POSSO SEMPRE AMARE.  
  • La cameretta, in ospedale a Torino e a casa, è luogo di incontro, di apostolato:              È LA SUA CHIESA. Alla mamma che le chiede se soffre molto risponde:  «GESÙ MI SMACCHIA CON LA VARECHINA ANCHE I PUNTINI NERI E LA VARECHINA BRUCIA. COSÌ QUANDO ARRIVERÒ IN PARADISO SARÒ BIANCA COME LA NEVE». 
  • Il male avanza: «SE LO VUOI TU, GESÙ, LO VOGLIO ANCH’ IO». Chiara si prepara all’incontro: «E’ LO SPOSO CHE VIENE A TROVARMI», e sceglie l’abito da sposa, i canti e le preghiere per la “sua” Messa dove «NESSUNO DOVRÀ PIANGERE!».   
  • E lo «Sposo» viene a prenderla all’alba del 7 ottobre 1990. E’ il giorno della Vergine del Rosario. Queste le sue ultime parole:  MAMMA, SII FELICE, PERCHÉ IO LO SONO. CIAO”.  

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PREMESSA: Ho sempre amato le sintesi e le comparazioni che con un semplice colpo d’occhio, riassumono  possibili grandi discorsi. Ma quello di stamattina si fonda su un preciso RICORDO… Mi trovavo a Sassello, piccolo “dolce” paese dell’Appennino ligure. Per tanti anni sede del nostro Seminario di formazione e poi luogo di ameno riposo ESTIVO PER LE “BAMBINE” DI PAVERANO (Genova).  Stavo celebrando LA S. MESSA per loro all’aperto, nel cortile asfaltato…Circondato da queste  “BAMBINE”, alcune delle più gravi sdraiate sui loro lettini. Al momento della CONSACRAZIONE mentre pronunciavo le sacre parole della Liturgia: “QUESTO E’ IL MIO CORPO OFFERTO IN …SACRIFICIO PER VOI”… Il mio sguardo fisso SULL’OSTIA SANTA si…estese alla bambina allettata proprio davanti all’altare. SOFFERENTE E…SORRIDENTE!  Sentii nel cuore che quella formula della Consacrazione si POTEVA APPLICARE (… analogamente ma mirabilmente!) sia al CORPO DI CRISTO, sia a quella BAMBINA che guardava e sorrideva… E ALLORA compresi che si poteva trovare un prezioso, impegnativo PARALLELISMO TRA IL CORPO DI CRISTO E QUELLO DEI POVERI…   

IN  CONTEMPLAZIONE        DEL  MEDESIMO  SIGNORE    PRESENTE  NELL’ EUCARISTIA        E NEL POVERO…

NELLA POVERTÀ DELLE APPARENZE

Un semplice pezzo di pane:

“Nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane…” (1Cor 11,24)

I Poveri non sono appariscenti, non sono “belli”, come il servo di Dio:              “Non ha apparenza né bellezza” (Is. 53)

 LA PRESENZA DI CRISTO IN MEZZO A NOI

“Prendete e mangiatene tutti:

questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi” (dalla liturgia)

“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di  questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25)

 IMMAGINE DI DIO FATTA PERSONA

“Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura…” (Col. 1,15) Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio (Don Orione)

 I VERI TESORI DELLA CHIESA

“Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11) “Portami, Vergine benedetta ad accogliere gli orfanelli e i poveri…i tesori della Chiesa”(DO)

 FONTE DEL NOSTRO PERDONO

“Questo è il mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati…”(dalla liturgia) “La carità copre una moltitudine di peccati (1Pt 4,8 “Il Signore perdona tante cose per un’opera di misericordia”(D. Orione)

 LA NOSTRA SALVEZZA O LA NOSTRA CONDANNA…

“Chi mangia  questo pane vivrà in eterno” (Gv 6) “Chi mangia  e beve senza riconoscere il corpo del Signore,  mangia e beve la propria condanna” (1Cor. 11,29) “Venite, benedetti del Padre mio…l’avete fatto a me!                Lontano da me, maledetti… avevo fame…avevo sete…ero malato e non mi avete assistito”(cfr.  Mt25)

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IL PENSIERO DI QUESTA MATTINA (più breve del solito…) vorrebbe aiutarci A RITROVARE   E  VERIFICARE QUANTO SONO STABILI I GRANDI PILASTRI DI UNA VITA CRISTIANA AUTENTICA. CAPACI DI RESISTERE  AI “TERREMOTI” DELLA NOSTRA VITA…  PILASTRI “SISMICI” INSOMMA… CHE IN S. PAOLO E IN DON ORIONE ERANO CHIARAMENTE QUESTI TRE:

  • UN RAPPORTO VITALE CON CRISTO
  • UNA FORTE ESPERIENZA DI AMORE
  • UN INFATICABILE ZELO APOSTOLICO

IL  GRANDE  SEGRETO

SAN PAOLO SAN  L. ORIONE

RAPPORTO  VITALE  CON  CRISTO

“Sono stato crocifisso con  Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita  nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) “Le mie regole voi non le conoscete, ma voi conoscete la mia vita … Un cuore senza confini perché dilatato dalla carità del mio Dio Gesù crocifisso.” (Scr.102,32)

ESPERIENZA  D’AMORE

“Una notte in visione il Signore disse a Paolo:           “Non aver paura,  ma continua a parlare e non tacere, perché   IO SONO CON TE, nessuno  cercherà di farti del male” (At 18,9s) Una volta, Gesù, sentivo bisogno di non essere solo… sentivo bisogno di uno che mi amasse…   e mi amasse per tutti…   Sono passato tra figli e fratelli, ma l’affetto degli uomini non ha saziato la povera anima mia. …  Era una sera, quando sono entrato nella chiesuola del mio paese e posi la testa ai piedi di quel vecchio Crocifisso, che è là, entrando, quando una voce soave e penetrante mormorò vicino al mio cuore: – GESU’ E’ CON TE! GESU’ E’ CON TE! Scomparvero le ombre, gli affanni scomparvero ….  si aprì come il tabernacolo, e Gesù si mostrò alla povera anima sconsolata e sola ! Gesù è con te! – mormorò vicino al mio cuore il Signore:                         SONO QUI AD AMARTI PER TUTTI!   Scr. 69,211

 

 ZELO  APOSTOLICO

Pur essendo libero da tutti,  mi sono fatto servo di tutti               per  guadagnarne  il maggior numero:  Mi sono  fatto debole con i deboli, per guadagnare    i deboli; mi sono fatto tutto    a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il  vangelo (1Cor.9,22s).

“ Nel nome della Divina Provvidenza,               ho aperto le BRACCIA E IL CUORE                     a sani e ad ammalati, di ogni età,                       di ogni religione, di ogni nazionalità:               a tutti avrei voluto dare,                                   COL PANE DEL CORPO,                                         IL DIVINO BALSAMO DELLA FEDE.      (Let.II,463)

 

“DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE  

DELL’APOSTOLO PAOLO,

tenero e sensibile  fino alle lacrime,

infaticabile e coraggioso   fino all’ardimento,

tenace e dinamico  fino all’eroismo. 

                                 Mirabile è Dio nei suoi santi”                                      

 (Giovanni Paolo II)


donalesiani@gmail.com   www.donvincenzoalesiani.it

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MA QUESTA DOMENICA I PROTAGONISTI SARANNO … DUE CIECHI! 

 A) – IL “CIECO NATO”  DEL VANGELO (Libera rielaborazione di GV. C. 9)              “PRIMA ERO CIECO  E ORA CI VEDO…” Sono nato cieco. Non so cosa sia un prato in fiore e l’azzurro del cielo. Passo le giornate chiedendo l’elemosina ai crocicchi delle strade. Ho accettato la mia situazione anche se da sempre, sentendo parlare gli altri di tante cose belle, ho sognato di svegliarmi e vedere, all’improvviso, uccelli che volano (così mi dicono…) e gli occhi  di mia madre. Un giorno seppi che Gesù stava arrivando a Gerusalemme. Barcollando mi feci avanti come potei. Sentii alcuni che gli chiedevano, riferendosi a me: Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori,  perché egli nascesse cieco?” La domanda, ad essere sincero, non mi piacque molto. Perché non mi sentivo così cattivo e poi i miei genitori che c’entravano,  poveretti? La risposta di Gesù mi fece molto piacere:  NÉ LUI HA PECCATO  NÉ I SUOI GENITORI, MA È COSÌ PERCHÉ SI MANIFESTASSERO IN LUI LE OPERE DI  DIO.” Era la prima volta che sentivo una cosa del genere. Di fronte al dolore, tutti cominciano a porre domande e a dare  colpe a qualcuno: non ultimo a  Dio stesso. Gesù la pensava diversamente. E invitava tutti a non guardare indietro in cerca di possibili cause, MA DI SCORGERE ANCHE IN UNA SITUAZIONE DOLOROSA,  IL “LUOGO” DOVE DIO SI MANIFESTA.. E AGGIUNSE: DOBBIAMO COMPIERE LE OPERE DI COLUI CHE MI HA MANDATO FINCHÉ  È GIORNO; FINCHÉ SONO NEL MONDO, SONO LA LUCE DEL MONDO” Come dire: nelle tenebre del mondo non serve imprecare. Bisogna che  ognuno accenda una piccola luce dando sollievo a chi soffre.  Gesù mi si avvicinò, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sui miei occhi e mi disse: “VA’ A LAVARTI NELLA PISCINA DI SÌLOE (CHE  SIGNIFICA INVIATO)”. Non me lo feci dire due volte. Andai, mi lavai  e , mio Dio, che sensazione, CI VEDEVO! Corsi da Gesù per ringraziarlo. Ma nel frattempo s’era radunata tanta gente che discuteva sul mio caso… Discorsi difficili su Gesù,  se poteva o no guarirmi in giorno di sabato… Chiesero a me se ero io la stessa persona cieca fino a mezz’ora prima.  Cosa potevo dire? La verità. Mi piace la verità senza troppi raggiri. Risposi di getto: “SONO IO!”. Ma quelli continuavano a discutere animatamente. Non tanto su di me quanto su Gesù che mi aveva guarito. Mi condussero dai nostri maestri della legge, i quali vollero che spiegassi un’altra volta come avevo riacquistato la vista… E io a ripetere la stessa cosa: MI HA POSTO DEL FANGO  SOPRA GLI OCCHI, MI SONO LAVATO E CI VEDO”.  Sinceramente  mi irritò  LA LORO SICUREZZA NEL DEFINIRE GESÙ UN PECCATORE. DÁ GLORIA A DIO! NOI SAPPIAMO CHE QUEST’UOMO È UN  PECCATORE”.  Io so che loro hanno studiato ma… Quel “NOI SAPPIAMO” non lo digerivo proprio. Non mi sembrarono molto umili e aperti alla novità di Dio. Che sappiamo noi cosa Dio può fare o non fare? Risposi loro con tutta franchezza “SE SIA UN PECCATORE, NON LO SO; UNA  COSA SO:  PRIMA ERO CIECO E ORA CI VEDO”. E mi permisi anche di aggiungere: “DA CHE  MONDO È MONDO, NON S’È MAI SENTITO DIRE CHE UNO ABBIA APERTO GLI  OCCHI A UN CIECO NATO. SE COSTUI NON FOSSE DA DIO, NON AVREBBE  POTUTO FAR NULLA”.  A questo punto si sentirono offesi e me ne dissero di tutti colori: SEI NATO TUTTO NEI PECCATI E VUOI  INSEGNARE A NOI?”.E mi  cacciarono fuori dal tempio.   Ci rimasi un po’ male, a dire il vero, ma la bellezza della natura che osservavo per la prima volta, mi rallegrava e benedicevo il Signore per ogni cosa. Toccavo delicatamente  i petali dei fiori e rincorrevo le farfalle. Mi sentivo un bimbo felice alla scoperta del mondo. Ad un tratto, ecco laggiù un gruppetto di persone. C’era anche Gesù in mezzo a loro. Avevano saputo che ero stato cacciato dal tempio. Gesù mi si avvicinò e guardandomi intensamente mi chiese:  “TU CREDI NEL FIGLIO DELL’UOMO?”.Mi sentii smarrito e incerto. E CHI È, SIGNORE,  PERCHÉ IO CREDA IN LUI?”. Mi  rispose  Gesù: “TU L’HAI VISTO: COLUI CHE  PARLA CON TE È PROPRIO LUI”. Mio Dio, che momento fu mai quello…Ero confuso. Mi gli prostrai dinanzi per esprimergli tutta la mia gratitudine e la mia fede, così come potevo. IO CREDO, SIGNORE!”. Cominciavo a capire che Gesù mi aveva donata la vista fisica  perché poco a poco imparassi ad aprire gli occhi della fede sulla sua realtà di Figlio di Dio, venuto nel mondo a portarci la luce vera.  Questo valeva per me e per i miei concittadini. Egli infatti, guardando con tristezza verso la città di Gerusalemme, continuò: “IO SONO VENUTO IN QUESTO  MONDO PERCHÉ COLORO CHE NON VEDONO, VEDANO E QUELLI  CHE VEDONO, DIVENTINO CIECHI”.            Mi giunse all’orecchio il borbottio dei farisei e poi la loro ironica domanda a Gesù:  “SIAMO FORSE CIECHI ANCHE NOI?”. E Gesù: SE FOSTE CIECHI, NON AVRESTE ALCUN PECCATO; MA  SICCOME DITE: NOI VEDIAMO, IL VOSTRO PECCATO RIMANE”.

Cominciavo a capire…E mi venne spontaneo benedire il Signore per la mia passata cecità fisica. Si, perché  anche grazie ad essa, avendo  bisogno di tutto e di tutti, avevo assunto nella vita un atteggiamento di umiltà, e di gratitudine verso tutti. E così avevo potuto incontrare  e accogliere Colui che qualche giorno prima, nel tempio,  aveva affermato solennemente:   “IO SONO LA LUCE DEL MONDO. CHI SEGUE ME NON CAMMINA NELLE TENEBRE,  MA AVRÀ LA LUCE DELLA VITA”  (GV 8,12)

B) – FRATE AVE MARIA – EREMITA CIECO DELLA CONGREGAZIONE DI DON ORIONE  La luminosa notte di un cieco  –  Pensieri di  FRATE AVE MARIA

  •   Quand’ero tre volte cieco “Io quand’ero tre volte cieco mi vergognavo fino all’avvilimento della mia cecità fisica e di quella intellettuale, ma non mi vergognavo di essere cieco moralmente, spiritualmente”  Ma Gesù mi folgorò
  • “Ma quando Gesù mi folgorò con la sua luce, con la sua verità, la sua grazia, la sua carità, allora dissi a Gesù e lo dissi con grande entusiasmo: ”Gesù, tu solo mi basti!“ 
  • La mia è una luminosa e deliziosa notte “Convertisti in luce le mie tenebre e in gioia la mia tristezza, sicché la mia è veramente una luminosa e deliziosa notte, perché l’unica mia luce, l’unica mia gioia sei Tu solo, o Gesù Figlio di Dio! O Gesù, Dio mio! O Gesù , figlio di Maria”
  • Ciechi veri sono… “Chiedere la grazia di vederci? No, no!   Sono quarant’anni che sono al buio  e sto bene così.  Ciechi veri sono quelli che non vedono Gesù,  quelli che non hanno fede!”
  • So soltanto essere felice! Tutti sanno molte cose ed io so una cosa sola: so soltanto essere felice!  Tutti posseggono più oggetti;  io invece non posseggo che una cosa:  la vera felicità”

  PARLIAMONE TRA NOI: —————————————————

 

 

 

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  •  “DON ORIONE EBBE IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO ”          
  • A)  ATTENZIONE E  CURA VERSO GLI AMMALATI
  • S. PAOLO:  AVENDO  SPERIMENTATO LA MALATTIA DIMOSTRA GRATITUDINE VERSO CHI HA AVUTO CURA DI LUI    “Sapete che fu a causa di una  malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo;  mi avete accolto come un  angelo di Dio, come Cristo Gesù…. SE FOSSE STATO POSSIBILE VI SARESTE CAVATI ANCHE GLI OCCHI PER DARMELI...” (Gal 4, 13ss)
  • ED E’ ATTENTO A CHI STA MALE…  EPAFRODITO, inviato dai Filippesi a portare aiuto a Paolo,   si ammala…  Paolo supplica il Signore e, APPENA GUARITO, lo rimanda subito a casa:   “…ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto,  …  lo mando perché  aveva grande desiderio di rivedere voi tutti. Accoglietelo dunque nel Signore con  piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui;  perché  ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per  sostituirvi nel servizio presso di me.” (Fil.3,23ss)
  • Nella 2Timoteo, il suo testamento,  l’ultimo pensiero  è  per un  fratello  ammalato:  “ Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo.  Eràsto è  rimasto a Corinto; Tròfimo l’ho lasciato ammalato a Milèto”. (2Tim 4,19)
  • E DON ORIONE? FESTEGGIA COSI IL SUO 25.MO DI SACERDOZIO                             “Quel giorno io dovevo passarlo a Bra, ma, la vigilia, mi accorsi che il caro Chierico Viano  andava peggiorando, La notte la passai presso il letto di Viano…. Venuta l’ora del pranzo, Viano andava peggiorando, ma era sempre presente a se stesso; da più giorni quel povero figlio,  non aveva avuto più beneficio di corpo, quando, verso mezzodì ebbe come un rilassamento di corpo, e non si fece a tempo, perchè anche lui non avvertì a tempo o non se ne è neanche accorto, poveretto!  E allora il chierico Don Camillo Secco che fa da infermiere, alzò il caro malato diritto sul letto, e abbiamo cambiato tutto, e il letto e il malato, e così mentre gli altri pranzavano, con dell’acqua tiepida io lo lavavo e pulivo, facendo, col nostro caro Viano, quegli uffici umili sì, ma santi, che una madre fa con i suoi bambini.  Ho guardato in quel momento il chierico Camillo, ed ho visto che piangeva. Ci eravamo chiusi in infermeria, perchè nessuno entrasse, e fuori picchiavano con insistenza che andassi giù a pranzo; ma io pensavo che meglio assai era compiere, con amore di Dio e umiltà, quell’opera santa…-Oh molto meglio questo che tutte le prediche che ho fatto nei 25 anni di ministero sacerdotale.“ 

B) – SENSIBILI FINO ALLE LACRIME 

  • Una  commovente scena di addio, negli  Atti degli Apostoli. Paolo agli anziani di Efeso raccomanda: Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io  non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti  scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo  baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla  nave”. (Atti 20,31ss)
  • – A Cesarea in casa di Filippo,   “Paolo rispose: “Perché  fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono  pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il  nome del Signore Gesù”.  E poiché non si lasciava persuadere,  smettemmo di insistere dicendo: Sia fatta la volontà del Signore!.(A 21,8ss)
  •  E DON ORIONE?  Il pensiero corre all’ultima  SUA “BUONA NOTTE” 8 Marzo 1940. E’ il  testamento spirituale di Don Orione sigillato dalle  sue lacrime di padre,   a soli  4 giorni dalla morte.  
  • « Sono venuto a darvi la buona notte... Sono venuto anche a salutarvi, perché a Dio piacendo domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita benché apparentemente sia, data l’età, florida, nessuno più me sente che la mia vita, che questa vita è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.”  Dopo preziosi insegnamenti Alla fine  conclude:
  • “Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange…).
  • Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».

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  • Dopo aver detto “qualcosa” della TEMPRA DI S. PAOLO E D. ORIONE,  passiamo al secondo aspetto: 
  • “DON ORIONE EBBE IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO ”   
  •   SOFFRIRE CON CHI SOFFRE:  lettera dalle “molte lacrime”.  C’era stata una grave incomprensione tra Paolo e un cristiano della comunità di Corinto. Tra i molti tentativi di riappacificazione, Paolo scrive anche una lettera detta “dalle molte lacrime”:
  • Vi ho scritto  in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte  lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’affetto  immenso che ho per voi.” (2Cor 2,1s)
  • NON NEGA DI AVER SOFFERTO, ma ha perdonato e chiede ai Corinti di perdonare anche loro quel fratello:  Per quel tale però è  già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, cosicché voi  dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non  soccomba sotto un dolore troppo forte…A  chi voi perdonate, perdono anch’io”. (2Cor 2,5ss)
  •  RIDONA PIENA FIDUCIA. “ Dio che consola gli afflitti ci ha consolati con la venuta di  Tito.. Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi” .(2Cor 7,3)
  • ANCHE CON MARCO (giovane cugino di Barnaba…)  c’era stata una grave incomprensione ma  quando Marco è maturato… restituisce tutta la stima  chiamandolo  accanto a sé. Scrive a Timoteo: “Cerca di venire presto da me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero”(2Tm 4, 9) 
  • DON ORIONE: scrive da Buenos  Aires dove è arrivato da poco a un ragazzo di Genova che fa disperare i genitori. Il tono è paterno ma anche molto  forte e chiaro

Buenos Aires, il 19 ottobre 1934 « Caro Federico,  penso tante volte a te, e m’è fin passato in mente se non avessi fatto meglio a condurti in America insieme con me. Io vengo ad incoraggiarti al bene: io ti amo tanto e vengo in cerca piuttosto delle tue buone qualità che dei tuoi torti… Don Orione non vorrà mai avvelenare le piaghe, ma le vuole lenire con l’olio del buon samaritano. Fede, caro Fede, tu devi voltar pagina: devi ritornare quel bravo figlio che eri un giorno. Vedi come ti parlo!  Quando tu trovassi le mie lettere troppo severe, potrai gettarle nel fuoco. Ma se senti in esse la voce di chi ti ama,  ascoltala, caro Fede”.  “Questo ti raccomando, caro mio Fede,  che tu umilmente riconosca il tuo passato non sempre buono. Devi pregare, non devi più essere  un nottambulo, devi romperla con certe amicizie e compagnie.  Poi bisogna levarti dall’ozio, assolutamente. Piuttosto va a fare il facchino al Porto, ma  togliti dall’ozio, che è il padre del vizio.   Il tuo stato non mi impedisce di amarti e di pregare per te…Io ti abbraccio, caro Federico, nel Signore, e ti conforto e molto spero”.

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  1. MAESTRI NELL’ ARTE DI EDUCARE: 

 “E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto  la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande  tribolazione,  così da diventare modello a tutti i credenti che sono  nella Macedonia e nell’Acaia. (1Ts 1,6)  

 Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe  essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo  vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta?  Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia”.(1Ts 2.17).

  • DOPO AVERLI  LODATI,  ricorda le esigenze dell’insegnamento  del Signore  QUESTA È LA VOLONTÀ DI DIO, LA  VOSTRA SANTIFICAZIONE:                   CHE VI ASTENIATE DALLA IMPUDICIZIA… (4,1ss)
  • E DON ORIONE?   QUALE  METODO PEDAGOGICO USA CON I GIOVANI?   CHIEDE TANTO E ...DONA TANTO!             
  • 1.   Caro Baldassarre, leggo la tua lettera. Non ho nessuna difficoltà di prenderti qui … Ogni miglior avvenire ti sarà serbato, se tu lascerai che, come ti ho accolto e riparato un giorno dai geli e dalle nevi nelle prime baracche di piazza Torlonia, così ti guidi e di difenda ora da altri venti e da altre tempeste, o caro mio Baldassarre!  Sentirai tu la  voce di un amico che ti ha dato prove non dubbie di volere il tuo vero bene, e di amarti di vero amore in Gesù Cristo, e di pensare in modo serio e con amore di padre al tuo avvenire? Guardati attorno, o caro Baldassarre: non vedi che non hai più nessuno? Ma la Divina Provvidenza e Don Orione ci sono ancora per te, e ci saranno sempre, se tu lo vuoi. Tu dovrai lottare per diventare buono, ma io ti aiuterò come se fossi tua madre, e Dio ti aiuterà!        Tuo aff.mo come padre Don Orione”
  • 2.  CARO PAOLINO… devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo dunque risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte condizionate… .Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai. Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta…In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, cioè il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima.
  • MA OGGI 19 MARZO FESTA DI S. GIUSEPPE... ben volentieri lo accogliamo tra i GRANDI AMICI  per passare questi giorni in casa. E’ ANCHE LA FESTA DEI PAPA’  ai quali vogliamo augurare proprio i tre grandi insegnamenti che ci ha dato la S. famiglia di Nazaret.
  • TORNIAMO A SCUOLA  … A NAZARET   1.  “IN PRIMO LUOGO LA CASA DI NAZARET CI INSEGNA IL SILENZIO. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio,  atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni,   rumori e voci clamorose   nella esagitata  e tumultuosa vita del nostro tempo.    OH! SILENZIO DI NAZARETH,  insegnaci ad essere  fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.                                                                                                                                         2. QUI COMPRENDIAMO IL MODO DI VIVERE IN FAMIGLIA                        Nazareth ci ricordi COS’È LA FAMIGLIA, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed INSOSTITUIBILE L’EDUCAZIONE IN FAMIGLIA, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale.                                                          3.    INFINE IMPARIAMO LA LEZIONE DEL LAVORO.  Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, IL LORO DIVINO FRATELLO, il profeta di tutte le giuste cause cioè Cristo nostro Signore.    (Paolo VI,  5 gennaio 1964)

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S. PAOLO:   Scrivendo ai Cristiani di Tessalonica da Lui evangelizzati,  Paolo  afferma di essersi comportato con loro  COME UNA MADRE E UN PADRE: 

E siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura  delle proprie creature.  Così affezionati a voi, avremmo desiderato  darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci  siete diventati cari. Voi  sapete anche che, come fa  un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi,  incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna  di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.” (1Ts 2,2ss)

  •  E DON ORIONE?  UNA VERA MADRE CHE PENSA ANCHE A UNA BUONA… COLAZIONE.     Al Direttore  raccomanda:
  • Il mattino, fai dare all’Ing. Marengo sempre un uovo e anche due, sbattuti nel latte e caffè.  Usagli ogni riguardo nel cibo. Vedi che in parecchi giorni della settimana, egli ha scuola alle 8. Andando in Cappella alle 6 ½, tra Messa, Meditazione e Colazione, non ce la farà ad entrare in Classe già alle 8, o arriverà col boccone in bocca, e gli farà male.- Quindi, in quei giorni, che ha scuola alle 8, lo dispenso dalla Meditazione in comune,-dopo Messa vada subito e fagli trovare pronta la colazione. Mi raccomando” .
  • E UN VERO PADRE CON GLI ORFANI DEL TERREMOTO DELL’ ABRUZZO                ai quali scrive una tenerissima lettera IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DEL “GRANDE DOLORE”                                                                                                                                                                              Roma, l’11 Genn. 1916

“Cari miei figlioli, gli orfani dell’Abruzzo e di Sora, che siete alla Colonia di Montemario   Non so partire per Avezzano se non vi lascio una parola…Giovedì, dopo domani, è l’anniversario della morte dei vostri amati genitori, l’anniversario del grande dolore della vostra vita e della vostra terra, o miei figlioli, e non vi so dire quanto vivamente amerei esservi vicino… Cari orfani del terremoto, che siete i miei più cari orfani e i più cari miei figlioli nel Signore, vi prometto che, fin che Dio mi darà vita e fin che potrò e quanto più lo potrò, con la grazia del Signore, prometto che vi aiuterò sempre e vi farò da padre in Gesù Cristo. Vi abbraccio spiritualmente in Gesù Cristo, e vi benedico tutti e con tutto l’affetto e ad uno ad uno vi benedico ancora nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo. Amen!” 

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Regaliamoci anche oggi  un pensiero sul tema “DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO.              In particolare su la “TEMPRA” intesa come capacità di  ADATTAMENTO e di AUTOCONTROLLO nelle varie situazioni di vita… 

 PAOLO AD ATENE: Mentre aspetta i suoi amici fa un giro per la città e … “FREME” al vedere tutte quelle  STATUE AGLI IDOLI ... Ma quando poi comincia a parlare… cambia completamente  “TONO”… 
Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli….  Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete MOLTO TIMORATI DEGLI DEI . Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: AL DIO IGNOTO. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. (Atti 17,16ss)
SOBRIETÀ DI VITA …
Ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione; ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e l’indigenza. Tutto posso in colui che mi dá la forza (Fil. 4,11ss).

  • E DON ORIONE?  A Don Cremaschi, MAESTRO DEI NOVIZI,  che  aveva chiesto di  costruire un’altra aula per i novizi (numerosi, allora!!!...)  scrive una lettera che fa tanto riflettere anche oggi. Per imparare a saperci adattare… e saper distinguere tra la sostanza e le cose secondarie…
    “Hai ragione di richiedere tre aule… Solo succede che i vostri occhi sono velati… Dietro la cappella, quante aule ci sono? Tre! Ecco le tre aule. Mi dirai: “Ma è la sacrestia”!. Rispondo: fino a che non farete le aule, se ne faccia a meno della sacrestia, e i sacerdoti si vestano in presbiterio. E’ forse supremamente necessaria la sacrestia? Ah! come si vede che non siete stati in paesi di missione! E IL CENACOLO AVEVA LA SACRESTIA? Del resto, e perché la mattina il sacerdote non potrà vestirsi anche in un’aula scolastica? Ah Cremaschi, Cremaschi!, Torniamo poveri, torniamo ai primi tempi!. Che m’importano le sacrestie e le cerimonie, quando mancasse lo spirito? Io, caro don Cremaschi, trovo da FAR SCUOLA da per tutto … E che male c’è, a far scuola in una cappella?

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Dopo la  splendida  figura della SAMARITANA, protagonista del Vangelo di ieri, riprendiamo il  tema che ci siamo prefissi  per queste nostre “conversazioni mattutine”:  DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO

A)  TEMPRA, COME FORZA DI VOLONTÀ e DIFESA DELLA PROPRIA DIGNITA’ 

  • S. PAOLO: 
  •  “ …Ma giunsero da Antiochia e da Icònio  alcuni Giudei, i quali  trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e quindi  lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.  Allora gli si  fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò in città”…“Il giorno  dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe” (Atti 14,19)
  • A FILIPPI: La folla insorse contro Paolo e Barnaba, mentre i magistrati fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli  e  dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al  carceriere di far buona guardia… Egli li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi.(Atti 16,23ss)
  • PAOLO esige anche rispetto  e pubbliche scuse:                            “ Ma Paolo disse alle guardie: “Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, sebbene siamo cittadini  romani, e ci hanno gettati in prigione; e ora ci fanno uscire di  nascosto? No davvero! Vengano di persona a condurci fuori!”
  • E così fu con tanto di scuse:  “ vennero e si scusarono con loro;  poi li fecero uscire e li pregarono di partire dalla città.(Atti 16, 37)

B) – DON ORIONE: Per quanto riguarda la difesa della sua dignità di uomo e di sacerdote, basti solo  un cenno  circa una penosa vicenda, un’accusa ingiusta che qualcuno aveva inventato per diffamare D. Orione…         

 Che il 16 Ottobre 1934 dall’Argentina scrive al suo Vescovo  Mons. Grassi, gravemente infermo. “Mio buon padre in Gesù Cristo, Non sono più venuto a rivederla, perché non avrei saputo resistere senza piangere, vedendola su codesto letto…Sa, Eccellenza, chi pregherà ancora per lei dopo la sua morte?  I poveri figli della Divina Provvidenza! La supplico umilmente in Gesù Cristo e nella santa Madonna di non voler morire così.   Ella sa che si è tentato coprirmi di fango, e di qual fango!  È da quattro anni che io sto aspettando una parola dal mio Vescovo, di difesa… Ho sempre taciuto, ho sempre sofferto e pregato; ma non sono sasso né pietra; si tratta del buon nome e di ciò che un sacerdote deve avere più caro: il suo onore. O mio caro Vescovo e padre, vi supplico di non lasciare le cose così, di non voler morire così…”

B) TEMPRA,  COME  CORAGGIO DI DENUNCIA

  • S. PAOLO AI  GALATI  SCRIVE :     Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la  grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. Orbene, se anche noi stessi o un  angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi  abbiamo predicato, sia anàtema! ” (Gal 1, 6ss)   
  • AVVERTE I FILIPPESI:  “Molti, ve l’ho già   detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si  comportano da nemici della croce di Cristo:  perché essi, che hanno come dio il loro ventre,   si vantano  di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra…tutti cercano i propri interessi, non quelli  di Gesù Cristo”(Fil 3,17-21)
  • DON ORIONE“  Chi non intende seguirmi si levi di mezzo, altrimenti vi salto avanti, vi metto da parte, non vi offendete.   Se non era per sorpassare gli altri in santità, non valeva la pena di fondare una Congregazione. O rinnovarsi o morire!”   “In modo particolare dobbiamo vedere di fortificare bene quella virtù che è così cara a Maria santissima…”

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Cari amici,  il tema che ci siamo prefissi  per queste nostre “conversazioni mattutine” resta sempre questo: «DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO» Ma oggi davanti al Vangelo della Samaritana, non resisto alla “tentazione”  di fare un’eccezione. Sono sicuro che i miei tre AMICI saranno ben lieti che dedichiamo qualche minuto a questa donna di Samaria. Soprattutto sarà contento Gesù… che sicuramente conserva un ricordo indelebile di quell’incontro con Lei al pozzo di Sicar. Ma anche questa donna sarà contenta di raccontarsi…   La sua esperienza unica potrebbe far bene anche a noi.  Ascoltiamola. (libera rielaborazione …cfr. GV. 4,1ss)

Mi ricordo come fosse ieri. Era verso mezzogiorno.  Faceva un gran caldo. Mi stavo recando come ogni giorno ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, appena fuori dalla mia città di Sicar . Ci andavo di proposito sempre a quel ora calda del giorno. Speravo di non incontrare nessuno. Mi infastidivano le battute pesanti della gente sulla mia vita affettiva piuttosto disordinata. Con mia grande sorpresa quel giorno mi accorsi che, seduto sul pozzo, c’era qualcuno: GESÙ, STANCO DEL VIAGGIO, sedeva presso il pozzo. Era verso  mezzogiorno. Mi sforzai di essere disinvolta. Tirai su l’acqua dal pozzo e in tutta fretta me ne stavo andando via quando quel uomo stanco e assetato  con voce gentile mi chiese: DAMMI DA BERE” Quella semplice richiesta sulle prime mi meravigliò assai e glielo dissi chiaramente:  “COME MAI TU, CHE SEI GIUDEO, chiedi da bere a me,  che sono  una donna samaritana?”. Ma poi pensai che finora, avevo vissuto elemosinando un pò d’amore… ora qualcuno assetato  mi chiedeva da bere. Anch’io potevo essere utile a qualcuno?  Quella richiesta mi fece balenare la possibilità di passare dal chiedere al donare. Ero anch’io  capace di amare gratuitamente? Egli interruppe i miei pensieri: “SE TU CONOSCESSI IL DONO  DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: “DAMMI DA BERE” tu stessa gliene  avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”Mi sembrò subito un tipo originale. Valeva la pena soffermarsi  a parlare con Lui. Con un pizzico di orgoglio nazionalistico gli feci notare “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è  profondo;  da dove hai dunque quest’acqua viva?  SEI TU FORSE PIÙ  GRANDE DEL NOSTRO PADRE GIACOBBE,  che ci diede questo pozzo e ne  bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” La sua risposta fu pronta. Mi sentii spiazzata. A pensarci bene, aveva proprio ragione:  “CHIUNQUE  BEVE DI QUEST’ACQUA AVRÀ DI NUOVO SETE; ma chi beve dell’acqua che  io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò  DIVENTERÀ IN LUI SORGENTE DI ACQUA CHE ZAMPILLA PER LA VITA ETERNA”.  Queste sue parole mi penetrarono nell’anima: erano semplicemente vere. Da una vita andavo elemosinando un po’ d’acqua per la mia sete d’amore, senza riuscire a dissetarmi. Davvero c’era un’acqua diversa che poteva dissetare una donna come me? Con la gioia di una bambina lo supplicai: “SIGNORE, DAMMI DI QUEST’ACQUA, PERCHÉ NON  ABBIA PIÙ SETE E NON CONTINUI A VENIRE QUI AD ATTINGERE ACQUA”. Ma ad un tratto egli si fece serio e guardandomi negli occhi, con voce calma e ferma,  mi disse:  “VA’ A CHIAMARE TUO MARITO E POI RITORNA QUI”. Sentivo che non potevo nascondermi a Lui: mi leggeva dentro. In un attimo la mia vita mi apparve in tutta la sua vacuità e inconsistenza.    Ebbi la forza di reagire istintivamente:    “NON HO MARITO” E Lui senza cattiveria ma per aiutarmi a far chiarezza, mi spiegò:  “HAI DETTO BENE “NON HO  MARITO”;  infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è  tuo marito; in questo hai detto il vero”. Era la prima persona che mi diceva le cose con verità, ma  senza la voglia di ferirmi. Volli dirglielo quasi per fargli un complimento sulla sua chiaroveggenza interiore. Ma più ancora per deviare il discorso… Quel suo dito sulla piaga, mi faceva troppo male. Era più semplice parlare di questioni religiose allora dibattute.  “SIGNORE, VEDO CHE TU SEI UN PROFETA.  I nostri padri hanno adorato  Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù stette al gioco. E ne approfittò per rivelarmi il cuore della vera religiosità:  “CREDIMI, DONNA, È GIUNTO IL  MOMENTO, ED È QUESTO, iN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN  SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI”  Mi colpirono quelle sue parole ispirate su Dio  in affannosa ricerca di adoratori veri. Col cuore e con la vita. Mi sentii tanto superficiale e frivola. Sinceramente gli manifestai la mia attesa di qualcuno, del Messia, che tutti aspettavamo per avere luce su queste grandi cose: “SO CHE DEVE VENIRE IL MESSIA (CIOÈ IL CRISTO): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”. A queste mie parole Egli rimase per un attimo in silenzio….I suoi occhi brillarono di luce divina. Poi volgendosi verso di me, mi confidò il grande segreto:  “SONO  IO, CHE TI PARLO”. Avvertii nelle fibre più intime della mia anima che quella dichiarazione non era  follia…  SENTII UN FREMITO PERCORRERMI TUTTA LA VITA AL PENSIERO CHE L’ATTESO DELLE GENTI STESSE PARLANDO, CON UNA DONNA COME ME.   In quel momento tornarono i suoi discepoli,  loquaci e affamati…  Ne approfittai per allontanarmi. Dimenticai perfino di prendere la brocca d’acqua… La donna intanto lasciò la  brocca … Ma portai con me, quel suo sguardo e quelle sue parole SONO IO, CHE TI PARLO”. Sentivo in me una forza e una libertà interiore mai provata prima. Mi sentivo come rinata. Non avevo più paura della gente. Corsi in città col bisogno di comunicare  quanto mi era accaduto: “VENITE A VEDERE UN UOMO  CHE MI HA DETTO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO. CHE SIA FORSE IL MESSIA?”E con mia grande meraviglia, mi accorsi che la gente non mi prendeva per matta. Anzi molti “USCIRONO ALLORA DALLA CITTÀ E ANDAVANO DA LUI. E lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni” Ero contenta che altri potessero fare la mia stessa esperienza. Molti dopo avergli parlato e aver creduto in Lui vennero a dirmi: “Non è più per la tua parola che noi  crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che QUESTI  È VERAMENTE IL SALVATORE DEL MONDO”.  La cosa non mi offendeva,  anzi. Ero felice, per essere  servita a qualcosa di buono. Avevo sciupato la vita nel cercare fonti inquinate dove dissetarmi. Ora finalmente avevo trovato la sorgente di acqua viva: Gesù! Che solo ha ancora parole di vita eterna.  Per me e per tutti.  Anche per te…                   Una donna di Samaria

S. AGOSTINO. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua,  come sogliono fare uomini e donne. «Gesù le disse: Dammi da bere. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana. 

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Cari amici,  Ieri abbiamo terminato con una domanda:  E Don Orione  aveva la tempra dell’apostolo Paolo?  Tempra, intesa come personalità ricca e forte che lo rendeva:

  1.  FIERO DELLA SUA CITTA’ NATALE –  E DEGLI STUDI FATTI A GERUSALEMME
  2. CON LA CAPACITA’ DI PARLARE DIVERSE LINGUE PER FARSI CAPIRE DA TUTTI…
  3. E CON UNA FORZA FISICO-PSICOLOGICA CHE GLI FACEVA AFFRONTARE FATICHE  DI OGNI GENERE PER PORTARE IL VANGELO AI FRATELLI 
  • Oggi riprendiamo la nostra “conversazione” mattutina”  con la domanda:            E DON ORIONE?  Ascoltiamolo,  rileggendo con amore di figli qualcosa dei  SUOI SCRITTI…
  • IL 15 DICEMBRE  1921 da RIO DE JANEIRO SCRIVE AL SUO VESCOVO:            “Mio caro e venerato Padre in Gesù Cristo,
  • Mg.r Arcivescovo mi ha dato una parrocchia al Braz,  il quartiere più popolato dai nostri emigrati: apriremo, con l’aiuto di Dio e di anime generose, un vero segretariato di lavoro, e una Casa operaia italiana, che sarà la vera Casa del popolo – vi sarà attigua e annessa una bella chiesa, di stile italiano, e andranno uniti: Dio e popolo.  Poveri emigrati! poveri nostri fratelli italiani!  Che sono a S. Paolo, tra padri e figli, sono più di 300.000,  tutto sangue italiano!”
  • “Molto avrei voluto scriverle in questi passati giorni, ma non ho potuto lavorare, non potevo più lavorare.  Male, veramente non sono mai stato, solo una o due notti un po’ così: mi rincresceva MORIRE  lontano da Tortona, lontano dai miei primi orfani e dai miei primi sacerdoti … ma poi mi sono ripreso. Ma sono un bifolco delle ossa dure; e mi sto preparando ad aprire la Casa in S. Paolo, in quattro o, al più cinque giorni di mare e sono là. Sono passi che i miei in Italia non  capiscono, io pure non capisco che poco  di ciò che sto facendo, e che mi va succedendo qui. Cerco di pregare…”
  • OSSERVAZIONI: come non restare ammirati per…
  •  la sensibilità verso gli  Emigrati ITALIANI (100 anni fa…!)
  •  La forza di volontà nonostante la salute precaria…
  • L’incomprensione dei Confratelli in Italia…
  • Il lasciarsi guidare dallo Spirito pur non comprendendo… 
  • Cerca di pregare...
  • CERCA DI FARSI VICINO AI POVERI ESPRIMENDOSI NELLA LORO LINGUA   “Ti ringrazio, caro don Montagna, …Anch’io ora predico in portoghese, e già dal 18 settembre ho fatto tre Vangeli e il catechismo a un 100 ragazzi.” “Ho chiesto Stanislao perché con uno che sa inglese e tedesco,  rialzo subito avanti al pubblico il morale dell’Istituto. Qui si è nulli, se non si sa la lingua da potere insegnare le materie in classe. “ 
  • Ricco della sua esperienza, può raccomandare a un sacerdoteTi raccomanderei molto lo studio della lingua portoghese: non parlare italiano se prima non sai il portoghese” 
  •  -Don Orione fin dalla prima infanzia, sperimentò la fatica. CHIEDE PIU’ FORZA AI SUOI RELIGIOSI
  • Non ho bisogno di sciupare le mie ultime energie nel tirarvi avanti con la forza di quattro buoi.  Io non voglio delle statue ma dei vivi e che camminino in avanti… Charitas Christi urget nos!     Animo, o figli miei! Padre C. mi scrive una brutta carta, (LETTERA!) dice che non sa tenere quei 5 ragazzi. Son cose che si dovrebbe avere il pudore, e aver vergogna a scrivermele. Io di 64 anni già stanco di lavoro, faccio 400 km.tri sabato, per far un discorso a Mar del Plata domenica, e lunedì già son tornato qui al lavoro! Come mai un cristiano, e un sacerdote e un Figlio della Div. Provv.za non sente verguenza (VERGOGNA!) a scrivermi certe cose?”
  • E’ bello costatare che ha imparato lo spagnolo perché mentre scrive in italiano gli sfuggono due parole… in spagnolo!!!
  • E allora anch’io saluto augurando una buona giornata A TUTTI… BUENOS DIAS A TODOS !

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Cari Amici… IERI abbiamo ascoltato DON ORIONE nella sua ULTIMA BUONA NOTTE, oggi non vorrei che mi si… “offendesse” S. Paolo per cui ho pensato di… METTERLI INSIEME. Cominciando però da una premessa. Quasi una…“confessione” . Basta che non vi “scandalizzate”

* TORTONA, PRIMAVERA del 1968. +Un giovane si prepara al sacerdozio presso l’Istituto Teologico Don Orione, a pochi metri dal Santuario della Madonna della Guardia dove riposano le spoglie di Don Orione. Frequenta il 4° anno di Teologia e segue con particolare interesse le lezioni sulle LETTERE DI S. PAOLO…. Si entusiasma quando in una sola frase dell’Apostolo, gli pare di vedere ben sintetizzati e “superati” tutti gli studi filosofici fatti: “TUTTO È VOSTRO: IL MONDO, LA VITA, LA MORTE, IL PRESENTE, IL FUTURO: TUTTO È VOSTRO! MA VOI SIETE DI CRISTO E CRISTO È DI DIO”(1Cor 3,21). Mirabile sintesi cosmica. Ma nella vita quotidiana del seminario, ogni volta che gli viene presentata la figura del Fondatore (in modo assai riduttivo e con accentuazioni quasi esclusivamente… disciplinari), avverte un notevole DISAGIO SPIRITUALE. Un giorno decide di recarsi nella vicina cripta del Santuario, come per cercare luce e conforto. Sosta in preghiera davanti alla TOMBA DEL FONDATORE. Lo sguardo si leva allo stendardo della Congregazione posto accanto. Gli occhi si fissano sulla scritta “INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO”. Una luce improvvisa… Un sollievo profondo. Una conclusione liberatoria: “SE DON ORIONE ha preso come programma di tutta la sua opera, il motto paolino “INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO”, non poteva essere una persona “piccola di mente e di cuore!”. Si rialza felice. Deciso a ricercare sempre maggiori CONSONANZE tra il pensiero paolino e quello del suo Fondatore. Con tale premessa autobiografica, si può intuire quale gioia abbia rappresentato per me l’affermazione di G. PAOLO II: “DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO” (Messa di Beatificazione di D. Orione, 26 ottobre 1980).

A) TEMPRA, COME PERSONALITÀ RICCA E FORTE

1. * PAOLO FIERO DELLA SUA CITTA’ NATALE:
“Rispose Paolo: “Io sono un Giudeo di TARSO DI CILICIA, cittadino di una città NON CERTO SENZA IMPORTANZA. (Atti 21,39)

2. PUO’ VANTARSI, DI ESSERSI FORMATO ALLA SCUOLA DI UN GRANDE MAESTRO:
“Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla SCUOLA DI GAMALIELE3. nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. “ (Atti 22,3)

3. CI TIENE ALLA SUA CITTADINANZA ROMANA
“Ma quando l’ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: “Potete voi flagellare un CITTADINO ROMANO non ancora giudicato?”. Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: “Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!”. Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: “Dimmi, tu sei CITTADINO ROMANO ?”. Rispose: “Sì”. Replicò il tribuno: “Io questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo”. Paolo disse: “IO INVECE LO SONO …DI NASCITA!”.(Atti c. 22, 24ss)

4. HA UNA NOTEVOLE CULTURA
“Mentr’egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: “Sei pazzo, Paolo; LA TROPPA SCIENZA ti ha dato al cervello!”. (Atti 26,24 )

5. ERA CERTO UN POLIGLOTTA.
“Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: “Posso dirti una parola?”. “CONOSCI IL GRECO?, disse quello. Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, RIVOLSE LORO LA PAROLA IN EBRAICO(Atti c. 21, 39ss)

6. E LA COSTITUZIONE FISICA E… PSICOLOGICA?
“Tre volte sono stato BATTUTO CON LE VERGHE , una volta sono stato LAPIDATO, tre volte ho fatto NAUFRAGIO, ho trascorso un giorno e una notte IN BALIA DELLE ONDE. Viaggi innumerevoli, pericoli di FIUMI pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, VEGLIE senza numero, FAMEE SETE, FREQUENTI DIGIUNI, FREDDO e nudità”(2Cor. 11,25)

– E DON ORIONE? AVEVA LA TEMPRA DELL’APOSTOLO PAOLO? … A domani, la risposta,                   .BUONA GIORNATA a tutti..!

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 Cari amici,  AVETE FATTO TESTAMENTO?  Tranquilli… Certo di questi tempi di coronavirus, la domanda può suonare una…minaccia. No, La domanda l’ho rivolta questa mattina alle…5, appena sveglio, ai MIEI TRE AMICI CON CUI CON-VIVO IN QUESTI GIORNI… Ed essi per nulla spaventati ma felici mi hanno RI-COR-DATO PAGINE IMMORTALI DELLA NOSTRA FEDE che, se non vi dispiace, vorrei nel mio piccolo rileggere ( RI-COR-DANDOLE: ridonandole al nostro cuore…) CON VOI.
 IL TESTAMENTO DI GESU’: GV. CC. 13 – 17
 IL TESTAMENTO DI S. PAOLO: ATTI C. 20 E 2TIM
 IL TESTAMENTO DI D. ORIONE… ULTIMA BUONA NOTTE

  • E siccome oggi è 12 MARZO: 80.MO anniversario della sua morte… cominciamo proprio da D. ORIONE  L’ULTIMA SUA BUONA NOTTE                                                          A Tortona 8 Marzo 1940: Nella cappella del Paterno…

1. CONSAPEVOLEZZA…« Sono venuto a darvi la buona notte… perché piacendo a Dio domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita, è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.

2. POVERTÀ: UNO “STILE” per vivere e morire…
Desiderano che vada a San Remo, mi vogliono mandare a S. Remo, perchè pensano quel clima, quel sole, possono portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere e morire. Se potessi esprimere un desiderio: non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo.

3. SENSIBILITÀ E DELICATEZZA DI PADRE… Dunque partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa che ripugna al mio cuore, e forse avrebbe fatto male anche a voi. …

4. PIANGERE CON CHI PIANGE…Vogliate bene a quelli che piangono, che soffrono. Dice la Scrittura: “Andrai più volentieri nella casa del dolore e del pianto che a quella del tripudio “.

5. VIVIAMO UMILI E PICCOLI AI PIEDI DELLA CHIESA … Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore. Cari figliuoli, Viviamo umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con pieno abbandono ai piedi dei Vescovi, del Papa che è il Vescovo dei Vescovi, il dolce Cristo in terra.

6. LE TRE GRANDI MADRI… La prima grande Madre è Maria SS.ma, la seconda madre è la santa Chiesa, la terza, piccola ma pur grande, madre è la nostra Congregazione.

7. EVITARE IL PECCATO…CONFESSIAMOCI BENE evitate ad ogni costo, il peccato, tutti i peccati. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. Se qualche volta ci sentiamo deboli raccomandiamoci al Signore e a Maria SS.ma, confessiamoci bene,

8. UMANITÀ …Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange). Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».

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     (… nell’80.mo anniversario della sua morte: 12 Marzo 1940)

  • S. PAOLO: “…Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per  guadagnarne il maggior numero:  Mi sono  fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto  a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.  Tutto io faccio per il  vangelo, per diventarne  partecipe con loro.(1Cor. 9,19ss)
  • DON ORIONE: Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli.  Anime di piccoli, anime di poveri, anime di peccatori, anime di giusti, anime di figli degeneri,  anime semplici pure angeliche di vergini… 
  • S. PAOLO: “…Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino  alla conoscenza della verità. (1Tim 2, 4s) 
  • DON ORIONE: Tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto, tutte Cristo vuole salve tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto. 
  • S. PAOLO:  Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma  non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un  cembalo che tintinna. (1Cor 13,1ss)
  • DON ORIONE: Io non sento che una infinita,  divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce.   Dalla Croce Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore. 
  • S. PAOLO “Questa vita  nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e  ha dato se stesso per me” ( Gal 2,20).
  • DON ORIONE: Vedere e sentire Cristo nell’uomo. Dobbiamo avere in noi la musica profondissima della carità.  Io non sento che una infinita,  divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce.   Dalla Croce Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore.  
  •  S. PAOLO Dico la verità in Cristo… Vorrei infatti essere io stesso  anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei  consanguinei secondo la carne. (Rom 9,3) 
  • DON ORIONE: Ponimi, o Signore, sulla  bocca dell’inferno, perché io, per la misericordia tua la chiuda.Che il mio segreto martirio  per la salvezza delle anime, di tutte le anime, sia il mio paradiso  e la suprema mia beatitudine.
  •  S. PAOLO: Vi ho scritto  in un momento di grande afflizione, col cuore angosciato, tra molte  lacrime,  per farvi conoscere l’affetto  immenso che ho per voi.( 2Cor 2,4) 
  • DON ORIONE: Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.   
  • S. PAOLO: Se Dio è per noi, chi sarà  contro di noi?.  Io sono infatti persuaso che né morte né vita,  né angeli né principati, né presente né avvenire,  né alcun’altra creatura potrà mai separarci  dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8, 38s) 
  •  DON ORIONE: La carità di Cristo è di tanta dolcezza e sì ineffabile che il cuore non può pensare,né dire, né l’occhio vedere, né l’orecchio udire. 
  • S. PAOLO:  La carità è paziente, è benigna la carità; Tutto copre, tutto crede,  tutto spera, tutto sopporta.  (1Cor. 13, 4)  Insultati, benediciamo; perseguitati,  sopportiamo;  calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi” (1 Cor 4,12)
  •  DON ORIONE: L’ingiustizia degli uomini non ci affievolisca la fiducia piena nella bontà di Dio.   La nostra carità è un dolcissimo e folle amore di Dio e degli uomini che non è della terra.  La carità di Cristo è di tanta dolcezza e sì ineffabile che il cuore non può pensare,né dire, né l’occhio vedere, né l’orecchio udire. 
  • S. PAOLO: Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra  bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la  necessaria edificazione” (Ef. 4,29)
  • DON ORIONE:   Parole sempre affocate.  Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare. Lume e pace di cuore. Salirò il mio Calvario come agnello mansueto.
  • S. PAOLO: Infatti nessuno può porre  un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù  Cristo  1COR. 3.20  
  •  DON ORIONE: Apostolato e martirio;  martirio e apostolato. Le nostre anime  e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di conforto che elevi verso il Cielo.    Edificare Cristo! Edificare sempre!   «Petra autem est Christus!»  (64PG)

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DOMENICA 8 MARZO 2020  –  FESTA DELLA  DONNA 

DONNE COSÌ… Donne vere. Fatte di grazia e di fragilità. Storie di umiliazione e riscatto. Tanto diverse ma tutte segnate da un Evento che ha cambiato la loro vita. Incontrata la Luce, l’hanno accolta con gioia. E si sono messe al servizio di Gesù e del Vangelo. Ieri come oggi. Donne-madri. Donne-sorelle. Donne capaci di amare. Sì, penso a mia madre. Ma anche a tutte quelle donne che sanno amare sul serio. Fino al sacrificio totale di sé. Con un’ abnegazione e fedeltà a tutta prova. Per questo sono perennemente attuali. Ne abbiamo bisogno come del pane. Ne ha bisogno il mondo. A volte ci afferra come un intimo  timore di rimanere senza  donne così. Perché,  con l’aria che tira, potrebbero correre il rischio di… estinzione. Dio non voglia!

  • Oltre ai Dodici, Gesù aveva scelto anche voi. A quel tempo?                                             C’erano con lui  i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi  e da infermità: Maria di Màgdala, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode,  Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. (Lc 8,2-3).
  • Gli Evangelisti vi dedicano pagine sublimi. Indimenticabili.                                                   «In verità vi dico, dovunque sarà predicato questo vangelo sarà detto anche ciò che costei ha fatto, » (Mt 26,13)   La Samaritana Gv 4,1;  la donna siro-fenicia(Mc 7,24)   la peccatrice perdonata  (Lc 7,36.) Marta e Maria (Gv 11)
  • Commuove il candore della donna che                                                                                                tremante, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. (Mc 5,21s)
  • Sorprende la fede semplice e audace della donna Cananea                                                      Signore, anche i cagnolini si cibano delle  briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni…“Donna, davvero grande è la tua fede! (Mt15,25) 
  • E la “dichiarazione d’amore” di Gesù per Marta e Maria?                                                        All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la  morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga  glorificato”.  Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a  Lazzaro. Gv 11,4s 
  • I Dodici fuggirono, voi donne siete rimaste fedeli fino alla croce                                        C’erano anche là molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. 
  • Che santa invidia per la Maddalena chiamata per nome da LUI                                   Gesù le disse: “Maria!”.  Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro! Gv 20,18ss 
  • E a lei affidò la missione di andare dagli Apostoli                                                                        Gesù le disse: “Non mi  trattenere, và dai miei  fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio  vostro”. Maria di Màgdala andò ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore” e anche ciò che le aveva detto.Gv 20,11-18).

S. PAOLO E LE DONNE:  INSIEME  A SERVIZIO DEL VANGELO

  • Lidia: una donna-manager, ospita Paolo e compagni           Restammo a Filippi alcuni  giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove  ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la  parola alle donne colà riunite. C’era ad ascoltare anche una donna  di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di  Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci  invitò:  “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad  abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare. (At. 16,14)
  • Dietro un buon ragazzo, c’è una madre e una nonna …doc.                                          Ringrazio Dio;  mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di  rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede  schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre  Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. (2Tm 1)
  • Sei stato in casa di due sposi, Priscilla e Aquila. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo  mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la  parola di Dio. Paolo s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila.  (Atti 18,1ss)
  • Sei rimasto grato a loro per tutta la vita. Se lo meritavano? Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, ad essi non io  soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili (RM 16,  3)
  • Avevi un’ “agenda” piena di nomi di donne… Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate  Rufo  e la madre sua che è anche mia. Salutatevi gli uni gli  altri con il bacio santo.                    (Rm 6,6.12a.12b.15)
  • GRAZIE A TE, DONNA:   IL GRAZIE DELLA CHIESA  “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella    gioia e nel travaglio di un’esperienza unica.  Grazie a te, donna-sposa che unisci   irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono . Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
  • GRAZIE A TE DONNA-LAVORATRICE, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
  • Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della più grande delle donne, la madre di Cristo, ti apri all’amore di Dio…
  • Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!  (G.Paolo II, lettera alle donne)

 IL GRAZIE DI DON ORIONE

Mia madre “Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare,  e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti… Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo  messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero e faceva ancora la sua più bella figura ed era il suo vestito più bello! (Let. 36)

  • N’AVE MARIA  Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva:  ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo E se solleva, come pe’ maggìa. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato. Da un pezzo s’è addormita la vecchietta Ma quer consijo non l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo  Io prego la Madonna benedetta E l’anima da sola pija er volo!  (Trilussa)
  • BOCELLI: LA VOCE DEL SILENZIO 

Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio  una voce dentro me e tornan vive troppe cose  che credevo morte ormai  e chi ho tanto amato dal mare del silenzio  ritorna come un’onda nei miei occhi  e quello che mi manca  nel mare del silenzio  mi manca sai, molto di più.  Ci sono cose in un silenzio  che non m’aspettavo mai,  vorrei una voce  ed improvvisamente  ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto  ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore  stai riprendendo il posto che  tu non avevi perso mai,  che non avevi perso mai, che non avevi perso mai.  E quello che mi manca nel mare del silenzio  mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce  e improvvisamente  ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo  il posto che tu non avevi perso mai  non avevi perso mai   non avevi perso mai

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  • .. PARLA IL SILENZIO

333.88.90.862 donalesiani@gmail.com  – www.donvincenzoalesiani.it

  • BASILICA DI SAN CLEMENTE  – Mosaico dell’abside Questo mosaico celebra il trionfo della Croce, mistero centrale della fede cristiana. Si può osservare la fioritura di un cespo di acanto.  La vitalità di questa pianta è data dalla croce di Gesù,  che, con il mistero della sua morte  e risurrezione, fa rifiorire l’umanità, riconciliata  col Padre. Attorno al Cristo ci  sono 12 bianche colombe: rappresentano i 12 Apostoli. Ai piedi della croce, ci sono Maria e Giovanni… In alto si sporge  la mano del Padre, che  offre una corona di gloria al suo Figlio vittorioso della morte con il suo mistero  pasquale. Da questa  pianta, albero della Redenzione, scaturisce una sorgente di acqua di 4 rivoli, simbolo dei 4 vangeli, alla quale si dissetano i fedeli, come fanno i cervi alle sorgenti di acqua viva. La Chiesa è  un giardino celeste vivificato da Gesù, vero albero di vita.
  • VENERDì   SERA   A  S. BIAGIO        6. 13. 20. 27 MARZO  2020   (Ore 19.00 – 21.00)
  • A P E R I C E N A: spegniamo le luci e …il cellulare  
  • Ascoltiamo PENSIERI DI VITA e musiche di… CIELO  
  • AMÒ SINO ALLA FINE”   – IL SERVO DEL SIGNORE IN LINEA… (Isaia 40 – 53)
  • PER SEMPRE  O… FINCHÉ DURA? 
I Love You Forever: è una simpatica frase che i giovani innamorati scrivono sui muri. Nella realtà il  “per sempre” fa paura. L’impegno totale e definitivo, ci sembra un carcere. Ci stanchiamo di tutto e di tutti. Preferiamo vivere all’insegna del…”Proviamo”!  Lasciandoci sempre un’ uscita di sicurezza.  Chiediamoci: si può continuare a fare ”prove” per tutta la vita? Vivere “alla giornata”, aiuta a maturare come persone? O ci lascia tutti, giovani e adulti, in balia della nostra instabilità emotiva?  Ci può illuminare la figura del “Servo del Signore” di cui ci parla Isaia. In mezzo a mille difficoltà, Egli ha perseverato fino alla fine nella sua missione… Come Gesù che  “AVENDO AMATO I SUOI LI AMÒ SINO ALLA FINE” (Gv. 13,1ss)  Un esempio per noi. E un augurio perché la Pasqua che celebreremo nei riti diventi IMPEGNO E NOVITÀ DI VITA.

  •  Sei vissuto in esilio tra gente disperata. Che potevi  fare?  «Confortate, confortate il mio popolo! Fate coraggio agli abitanti di Gerusalemme, e annunziate loro: La vostra schiavitù è finita, la vostra colpa perdonata (40,1)
  • Se soffriamo significa che Dio ci ha abbandonati?  Come un pastore conduce il suo gregge: prende in braccio gli agnellini, li porta sul petto e ha cura delle pecore che partoriscono, così Dio provvede per il suo popolo». (40,9ss)
  • Siamo vermiciattoli ma… amati da Lui! « Non temere, io sono con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Non temere, sono qui ad aiutarti. Sei piccolo e debole come un verme, ma non temere: io ti aiuterò. Io, il Santo d’Israele, sono colui che ti salva. (41,10ss)
  • Con Lui vicino, il deserto si cambia in sorgente d’acqua? «Il mio popolo è come povera gente assetata, dalla gola riarsa: cerca acqua ma non ne trova. Io, il Signore, esaudirò la loro preghiera. Non li abbandonerò mai. Trasformerò il deserto in un lago e la terra arida in sorgenti d’acqua. (41,17s)
  • All’inizio di tutto c’è stata una particolare chiamata  di Dio? Ecco il mio servo che io sostengo,  il mio eletto di cui mi compiaccio.  Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. (42,1)
  • Che metodo usavi per farti ascoltare? Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. (42,2) 
  • Ma sapevi essere anche forte e perseverante? Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. (42,4ss)
  • Quale missione speciale ti ha affidato il Signore? Io, il Signore, ti ho chiamato e ti ho preso per mano; ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni,  perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. (42,6ss)  Quale certezza di fondo ti sosteneva? «Non temere! Se tu attraverserai fiumi profondi, io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se passerai attraverso il fuoco,   tu non brucerai.  Per me sei molto prezioso, io ti stimo e ti amoNon temere, io sono con te! (43,1ss)  
  •  E Nei momenti di scoraggiamento, dove trovavi  la forza? Io ho pensato: inutilmente mi sono affaticato, ho consumato tutte le mie forze, senza risultato. Ma il Signore garantisce il mio diritto, Dio ricompensa il mio sforzo. Egli mi ha chiamato fin dalla nascita, per essere il suo servo, per ricondurre a lui il popolo d’Israele. (49,4ss
  • A un certo punto la tua missione si è ampliata?  Mi ha detto: «Tu sei mio servo, non solo per radunare le tribù di Giacobbe, e ricondurre a me i superstiti d’Israele. Faccio di te la luce delle nazioni, per portare la mia salvezza in tutto il mondo». (49,6) 
  • Ti rendevi conto che questo comportava maggior sofferenza? Dio, ogni mattina mi insegna ad ascoltarlo e io non mi tiro indietro. Ho offerto la schiena a chi mi batteva, la faccia a chi mi strappava la barba. Non ho sottratto il mio volto agli sputi e agli insulti. (50,4s) 
  • Dove trovavi la forza per non abbatterti? Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso. Il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? (50,7s) 
  •  Bellezza e successo sono importanti: tu potevi contarci? Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (53,2s)
  • Ognuno tende a dare la colpa agli altri. Tu cosa hai fatto?Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori.  Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. (53,4s) 
  • Guariti per… le tue piaghe: che senso ha? Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.  Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (53,5s)
  • Oggi ha ragione chi grida più forte. E TU hai scelto di tacere? Maltrattato, non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello,  come pecora muta di fronte ai suoi tosatori. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. (53,7s) 
  •  Potevi Salvarti…  Perché ti sei offerto spontaneamente? Quando offrirà se stesso in espiazione,  vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. (53,10) 
  • la sofferenza innocente, sarebbe  salvezza per il  mondo? Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. (53,11
  • Per essere efficaci bastano le parole, o occorre ben altro…? Perciò io gli darò in premio le moltitudini,  perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. (53,12)

SALMO  73 – LA ROCCIA DEL MIO CUORE È DIO 

Quanto è buono Dio con i giusti,  con gli uomini dal cuore puro!  Per poco non inciampavano i miei piedi,  per un nulla vacillavano i miei passi,   perché ho invidiato i prepotenti,  vedendo la prosperità dei malvagi. Non c’è sofferenza per essi,  sano e pasciuto è il loro corpo. Dell’orgoglio si fanno una collana  e la violenza è il loro vestito.  Levano la loro bocca fino al cielo  e la loro lingua percorre la terra.  Perciò seggono in alto,  non li raggiunge la piena delle acque.  Ecco, questi sono gli empi:  sempre tranquilli, ammassano ricchezze. Invano dunque ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell’innocenza le mie mani,  poiché sono colpito tutto il giorno, e la mia pena si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: “Parlerò come loro”,  avrei tradito la generazione dei tuoi figli.  Riflettevo per comprendere:  ma fu arduo agli occhi miei,  finché non entrai nel santuario di Dio  e compresi qual è la loro fine. Ecco, li poni in luoghi scivolosi.  Come un sogno al risveglio, Signore, quando sorgi, fai svanire la loro immagine.  Quando si agitava il mio cuore  e nell’intimo mi tormentavo,  io ero stolto e non capivo, davanti a te stavo come una bestia.   MA io sono con te sempre:  tu mi hai preso per la mano destra.   mi guiderai con il tuo consiglio  e poi mi accoglierai nella tua gloria. Fuori di te nulla bramo sulla terra. vengono meno la mia carne e il mio cuore; MA LA ROCCIA DEL MIO CUORE È DIO,  è DIO la mia sorte per sempre.  il mio bene è stare vicino a DIO:  nel SIGNORE DIO ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere presso le porte della città DI SION.

 AD AMARE   SI IMPARA… DAVANTI ALL’EUCARESTIA

Amore che perdona:  nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane                            Amore che benedice: rese grazie con la preghiera benedizione                                        Amore che si offre: Offrendosi liberamente alla sua Passione                                            Amore totale: questo è il mio corpo… questo è il mio sangue                                  Amore sacrificato: spezzò il pane. corpo offerto in sacrificio per voi                     Amore personale e universale: sangue versato per voi e per tutti                                      Amore che nutre i fratelli: prendete e mangiatene tutti                                           Amore che costruisce comunione: grani macinati e impastati                                 Amore puro che libera dal male: sangue per remissione  peccati                                 Amore silenzioso e fedele... ricambiato o no, continua ad esserci

IN QUARESIMA …   DIGIUNIAMO COSÌ 

  • CON LA MENTE   “Amerai il Signore, Dio tuo, con tutta la tua mente”(Mt 22,37)                         – COLTIVA il pensiero di Dio e della sua bontà: Il Signore sia al vertice dei tuoi pensieri e dei tuoi progetti  EVITA pensieri frivoli e malevoli verso i fratelli
  • CON GLI OCCHI  “Se il tuo occhio è limpido, tutto diventa trasparente” (Mt 6,22)    – GUARDA le cose e le persone con occhio limpido e buono                                                                EVITA Sguardi poco caritatevoli e spettacoli non edificanti 
  • CON GLI ORECCHI   “Israele, se tu mi ascoltassi!” (Sl. 81,9)                                           – ASCOLTA  la Parola del Signore e il fratello che ha bisogno di sfogarsi                                           NON ASCOLTARE  discorsi vani, osceni o insinuazioni malevoli
  • CON LA BOCCA  “Effatà, apriti…” (Mc. 7,34)                                                                              – APRITI  alla lode  di Dio e alla preghiera personale e  in famiglia                                                   – EVITA  di  parlare male di chi ti fa soffrire         
  • CON LA GOLA  Quanto sono dolci le tue Parole, o Signore!”(Sl. 118)                                             – GUSTA  la Parola di Dio e prendi il cibo con sobrietà e gratitudine a Dio e a chi lo ha preparato – MORTIFICATI  un poco nel mangiare, nel bere, nel fumo, negli spettacoli …         Fa un pò di “digiuno televisivo”              
  • CON LE MANI    “Non amiamo a parole ma coi fatti e nella verità”  (1Gv. 3,18)                          – AIUTA  chi ti chiede un favore, compi il tuo lavoro con serietà,                                                     – EVITA l’ozio, la perdita di tempo e le chiacchiere inutili
  •  CON IL CUORE   “Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore                                e il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,37)     – DIMOSTRA  il tuo affetto a chi ti sta vicino, cominciando da quelli di casa …   Rispondi come Maria: “Eccomi”!
  • “Allora la tua luce sorgerà come l’aurora                                                                                  e la tua ferita si rimarginerà presto”    (Isaia 58,8)

PADRE  NUESTRO

Padre nuestro dime quien puede explicarle a los niños de aquí Tanta violencia tanta tristeza que ya no hay donde jugar por ahí Por que los ríos se están secando por que en la tele tan solo se ve Guerras y gente que están llorando por una droga que hace morir
Padre nuestro Dame una pista dime la forma de sobrevivir      Tú que me escuchas tú que me entiendes vuelve a sembrar la tierra de paz.  Padre nuestro  abre los cielos para que caigan semillas  de ti Y que a los ríos vuelvan los peces y que en la tierra se pueda vivir   Padre nuestro te lo pedimos has que en los hombres renazca el amor

PARLIAMONE INSIEME

  • Cosa ti  colpisce  del Servo di Dio?
  • Continuare a ”provare” la vita, vivere “alla giornata”, è vera libertà?
  •  Amare comporta solo sacrifici o procura anche gioia e senso di vita?
  • QUALCHE ESPERIENZA?
  • donalesiani@gmail.com   CEL. 333.88.90.862

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  1. LETTERA DI UNA MAMMA sull’Emergenza da Coronavirus

    “In questi giorni di isolamento,
    in cui siamo costretti a rimanere a casa,
    non mi preoccupo se i miei figli
    non svolgono i compiti assegnati, non mi importa della scuola.

    Non mi affanno a scaricare loro
    le schede online, le letture, i ripassi,
    l’elenco delle operazioni.

    Non aspetto che gli insegnanti si attivino
    in lezioni a distanza, mi è indifferente,
    anche se quest’anno i programmi scolastici
    probabilmente si fermeranno a febbraio.

    Non mi rammarico di quanto i miei figli possano “rimanere indietro”.
    INDIETRO …A CHE COSA?
    È UN TEMPO QUESTO, CHE GLI INSEGNERA’ ALTRO,un tempo questo che gli insegnerà altro,
    CIO’ CHE NON TROVERANNO IN NESSUN LIBRO.

    Impareranno a confrontarsi con la vita, quella VERA.
    A seguire l’unico programma che non è mai lo stesso,
    che è pieno di fatti imprevedibili, di interrogazioni che ci trovano impreparati,
    di LEZIONI NUOVE.

    Impareranno il rispetto di se stessi e degli altri,
    che significa ADATTARSI a nuove regole e rimanere a casa.
    A gioire del calore e della vicinanza delle persone care,
    perché per molti, ora, anche questo NON E’ SCONTATO.

    Impareranno ad adattarsi a queste ORE DILATATE,
    a confrontarsi con la noia,
    che “riempiranno delle loro riflessioni”.

    Sapranno che c’è chi è SOLO DAVVERO, e questa solitudine
    si aggiunge a quella che ha da tempo nel cuore.
    Sapranno di chi non ha una casa,
    UN POSTO IN CUI SENTIRSI AL SICURO.

    IMPARERANNOA GODERE DEL SILENZIO di queste stanze,
    che E’ SOLO QUIETE,TANTO LONTANO DAL SILENZIO DI ANGOSCIA
    di una stanza d’ospedale (o di altre solitudini.

    Impareranno AD APPREZZARE quello che hanno,
    ora che non ci sono nuovi giochi o vestiti
    e cose nuove da comprare.

    Impareranno ad ACCONTENTARSI DI MANGIARE QUELLO CHE C’E’,
    per NON SPRECARE, perché bisogna uscire poco,
    perché c’è chi neanche ha la forza di andare a fare la spesa
    e NON HA NESSUNO DA CHIAMARE.

    Impareranno a FARSI CRESCERE DENTRO LA FORZA
    di dire “andrà tutto bene”,
    QUANDO TUTTO NEL MONDO SEMBRA GRIDARE IL CONTRARIO.

    Impareranno a farsi adulti,
    ad accogliere una maturità
    che non viene dallo svolgere bene le operazioni,
    da come si scrive, come si legge, come si pronuncia o si riassume.

    A studiare una lezione che dice che la vita, a volte, si blocca,
    SI RIVOLTA SU SE STESSA E NON HA Più NOME.

    Impareranno a capire che c’è UN MOMENTO PER FERMARSI,
    PRENDERE IL RESPIRO, RACCOGLIERE LE FORZE,
    e SOFFIARE SULLA SPERANZA, FORTE,
    come sui denti di leone.

    Ai miei figli e a tutti i bambini. Ai loro denti di leone.

  2. “HO VISTO UN UOMO”

    HO VISTO UN UOMO VESTITO DI BIANCO
    E STANCO
    SOTTO LA PIOGGIA BATTENTE
    E IL VENTO FREDDO
    SALIRE LENTO / VERSO L’ALTARE
    CARICO DI DOLORE
    DI SOFFERENZA
    MA ANCHE DI SPERANZA.

    HO VISTO UN UOMO
    ANZIANO
    ZOPPICANTE
    FARE LE TANTE SCALE
    CON SULLE SUE SPALLE
    TUTTO IL DOLORE DEL MONDO.

    HO VISTO UN UOMO
    CONCENTRATO
    NEL SUO SILENZIO
    FREMENTE
    NELLA SUA PREGHIERA
    CHIEDERE PERDONO
    DI TUTTI I PECCATI
    DEGLI UOMINI
    E LA LORO SALVEZZA.

    HO VISTO UN UOMO,
    UOMO FRA GLI UOMINI,
    INNALZARSI
    SU TUTTI
    E PREGARE
    PER TUTTI.

    HO VISTO UN UOMO
    DIRE
    ” NESSUNO SI SALVA DA SOLO ”
    PERCHE’
    NON SIAMO SOLI
    SE CREDIAMO
    IN DIO
    E NELLA SUA SALVEZZA.

    HO VISTO UN UOMO
    CHE.
    CON TUTTI GLI ALTRI UOMINI DEL MONDO,
    SI SALVERA’
    PERCHE’ HA CREDUTO
    E CREDERA’
    PER SEMPRE.

    ( Dedicata a PAPA FRANCESCO )

  3. CARI AMICI
    voglio condividere con voi questa bella riflessione per ALLEGGERIRE UN POCO L’ATMOSFERA TRISTE E PESANTE IN CUI SIAMO IMMERSI… E POI ANCHE PERCHE’ IN QUESTA TESTIMONIANZA HO RIVISSUTO TUTTA LA MIA INFANZIA… IDENTICA A QUELLA QUI DESCRITTA… DALL’AUTORE. DEL RESTO SIAMO DELLA STESSA ETA’ . LUI DEL 1940 E IO… (PIU’ ” GIOVANE”) DEL 1941 !!!?

    SONO… VECCHIO, preda designata del Coronavirus. SONO FELICE E RINGRAZIO LA VITA

    Mi hanno detto che sono vecchio. È la verità. Hanno scritto che per noi vecchi il coronavirus è più pericoloso… Pure questo è vero. Io però devo confessare che vivo questi momenti di grande confusione, con uno spirito «leggero» perché, pur essendo vecchio, povero e acciaccato, pur vivendo in questo mondo sempre più senz’anima e senza cuore, IO SONO FELICE. Lo sono perché giorno cresce in me la consapevolezza dei meravigliosi doni avuti dalla vita. Sono nato con l’amore nel cuore, il rifiuto del male…Pure appartenendo alla generazione di quei vecchi (classe 1940) che non sono stati mai bambini perché non si poteva essere bambini in quei terribili anni ’40 Sono felice perché sono sopravvissuto a quella guerra infame, alla mancanza di ogni bene di prima necessità, ai pidocchi, ai geloni e alla morte che era sempre in agguato. SONO FELICE perché sono italiano. SONO FELICE perché avevo 6/7 anni e quando vedevo mia madre china sul lavatoio a lavare le lenzuola nonostante l’acqua gelida, l’artrite che le contorceva le mani… le dicevo che volevo andare a lavorare e portarle i soldi così poteva pagare la lavandaia. SONO FELICE perché dormivo con il libro Cuore sotto il cuscino e piangevo leggendo le storie del piccolo Marco che si imbarca da Genova per l’Argentina in cerca della madre. Ho sentito la fragranza dei fiori. SONO FELICE perché, pur vivendo un’infanzia di miseria nera, con soli pochi giocattoli mi sentivo il più ricco del mondo. Tre di questi giochi me li ero costruiti io, come facevano tanti altri bambini d’allora: «’o carruocciolo», un arco con le frecce … un triciclo che mio padre recuperò da un «sapunaro». SONO FELICE perché 40 anni fa ho incontrato Francesca che ogni mattina, nonostante i miei 80 anni, ancora mi fa gioire e sorridere alla vita. E ringrazio la vita per tutto ciò che mi ha donato! ( Raffaele Pisani)

  4. Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
    CONTEMPLAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

    COLUI CHE VUOLE ONORARE VERAMENTE LA PASSIONE DEL SIGNORE DEVE GUARDARE CON GLI OCCHI DEL CUORE GESÙ CROCIFISSO, IN MODO DA RICONOSCERE NELLA SUA CARNE LA PROPRIA CARNE.
    Tremi la creatura di fronte al supplizio del suo Redentore. Si spezzino le pietre dei cuori infedeli, ed escano fuori travolgendo ogni ostacolo coloro che giacevano nella tomba. Appaiano anche ora nella città santa, cioè nella Chiesa di Dio, i segni della futura risurrezione e, ciò che un giorno deve verificarsi nei corpi, si compia ora nei cuori.
    A nessuno, anche se debole e inerme, è negata la vittoria della croce, e non v’è uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo. Se giovò a molti che infierivano contro di lui, quanto maggiore beneficio apporterà a coloro che a lui si rivolgono!
    L’IGNORANZA DELL’INCREDULITÀ È STATA CANCELLATA. È STATA RIDOTTA LA DIFFICOLTÀ DEL CAMMINO. IL SACRO SANGUE DI CRISTO HA SPENTO IL FUOCO DI QUELLA SPADA, CHE SBARRAVA L’ACCESSO AL REGNO DELLA VITA. LE TENEBRE DELL’ANTICA NOTTE HANNO CEDUTO IL POSTO ALLA VERA LUCE.
    IL POPOLO CRISTIANO È INVITATO ALLE RICCHEZZE DEL PARADISO. PER TUTTI I BATTEZZATI SI APRE IL PASSAGGIO PER IL RITORNO ALLA PATRIA PERDUTA, A MENO CHE QUALCUNO NON VOGLIA PRECLUDERSI DA SE STESSO QUELLA VIA, CHE PURE SI APRÌ ALLA FEDE DEL LADRONE.
    Procuriamo che le attività della vita presente non creino in noi o troppa ansietà o troppa presunzione sino al punto da annullare l’impegno di conformarci al nostro Redentore, nell’imitazione dei suoi esempi. Nulla infatti egli fece o soffrì se non per la nostra salvezza, perché la virtù, che era nel Capo, fosse posseduta anche dal Corpo.
    «IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (GV 1, 14) NESSUNO LASCIANDO PRIVO DELLA MISERICORDIA, AD ECCEZIONE DI CHI RIFIUTA DI CREDERE. E COME POTRÀ RIMANERE FUORI DELLA COMUNIONE CON CRISTO CHI ACCOGLIE COLUI CHE HA PRESO LA SUA STESSA NATURA E VIENE RIGENERATO DAL MEDESIMO SPIRITO, PER OPERA DEL QUALE CRISTO È NATO? CHI NON LO RITERREBBE DELLA NOSTRA CONDIZIONE UMANA SAPENDO CHE NELLA SUA VITA C’ERA POSTO PER L’USO DEL CIBO, PER IL RIPOSO, IL SONNO, LE ANSIE, LA TRISTEZZA, LA COMPASSIONE E LE LACRIME?
    Proprio perché questa nostra natura doveva essere risanata dalle antiche ferite e purificata dalla feccia del peccato, l’Unigenito Figlio di Dio si fece anche Figlio dell’uomo e riunì in sé autentica natura umana e pienezza di divinità.
    È COSA NOSTRA CIÒ CHE GIACQUE ESANIME NEL SEPOLCRO, CHE È RISORTO IL TERZO GIORNO, CHE È SALITO AL DI SOPRA DI TUTTE LE ALTEZZE ALLA DESTRA DELLA MAESTÀ DEL PADRE. NE SEGUE CHE SE CAMMINIAMO SULLA VIA DEI SUOI COMANDAMENTI E NON CI VERGOGNIAMO DI CONFESSARE QUELLO CHE NELL’UMILTÀ DELLA CARNE EGLI HA OPERATO PER LA NOSTRA SALVEZZA, ANCHE NOI SAREMO PARTECIPI DELLA SUA GLORIA. SI ADEMPIRÀ ALLORA SICURAMENTE CIÒ CHE EGLI HA ANNUNZIATO: «CHIUNQUE MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH’IO LO RICONOSCERÒ DAVANTI AL PADRE MIO, CHE È NEI CIELI» (Mt 10, 32).

  5. San Leone Magno, papa
    IL MISTERO DELLA NOSTRA RICONCILIAZIONE

    DALLA MAESTÀ DIVINA FU ASSUNTA L’UMILTÀ DELLA NOSTRA NATURA, DALLA FORZA LA DEBOLEZZA, DA COLUI CHE È ETERNO, LA NOSTRA MORTALITÀ; E PER PAGARE IL DEBITO, CHE GRAVAVA SULLA NOSTRA CONDIZIONE, LA NATURA IMPASSIBILE FU UNITA ALLA NOSTRA NATURA PASSIBILE. TUTTO QUESTO AVVENNE PERCHÉ, COME ERA CONVENIENTE PER LA NOSTRA SALVEZZA, IL SOLO E UNICO MEDIATORE TRA DIO E GLI UOMINI, L’UOMO CRISTO GESÙ, IMMUNE DALLA MORTE PER UN VERSO, FOSSE, PER L’ALTRO, AD ESSA SOGGETTO.
    Vera, integra e perfetta fu la natura nella quale è nato Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. IN LUI C’È TUTTO DELLA SUA DIVINITÀ E TUTTO DELLA NOSTRA UMANITÀ.
    Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. NESSUNA TRACCIA INVECE VI FU NEL SALVATORE DI QUELLE MALVAGITÀ CHE IL SEDUTTORE PORTÒ NEL MONDO E CHE FURONO ACCOLTE DALL’UOMO SEDOTTO. VOLLE ADDOSSARSI CERTO LA NOSTRA DEBOLEZZA, MA NON ESSERE PARTECIPE DELLE NOSTRE COLPE.
    Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l’umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l’invisibile e mortale il creatore e il signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. FU CREATORE DELL’UOMO NELLA CONDIZIONE DIVINA E UOMO NELLA CONDIZIONE DI SCHIAVO. QUESTO FU L’UNICO E MEDESIMO SALVATORE.
    Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, SCENDENDO DAL SUO TRONO CELESTE, SENZA LASCIARE LA GLORIA DEL PADRE .ENTRA IN UNA CONDIZIONE NUOVA, NASCE IN UN MODO NUOVO. ENTRA IN UNA CONDIZIONE NUOVA: INFATTI INVISIBILE IN SE STESSO SI RENDE VISIBILE NELLA NOSTRA NATURA; INFINITO, SI LASCIA CIRCOSCRIVERE; ESISTENTE PRIMA DI TUTTI I TEMPI, COMINCIA A VIVERE NEL TEMPO; PADRONE E SIGNORE DELL’UNIVERSO, NASCONDE LA SUA INFINITA MAESTÀ, PRENDE LA FORMA DI SERVO; IMPASSIBILE E IMMORTALE, IN QUANTO DIO, NON SDEGNA DI FARSI UOMO PASSIBILE E SOGGETTO ALLE LEGGI DELLA MORTE.
    Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l’umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina. Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l’uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. OGNUNA DELLE NATURE OPERA IN COMUNIONE CON L’ALTRA TUTTO CIÒ CHE LE È PROPRIO. IL VERBO OPERA CIÒ CHE SPETTA AL VERBO, E L’UMANITÀ ESEGUE CIÒ CHE È PROPRIO DELLA UMANITÀ. LA PRIMA DI QUESTE NATURE RISPLENDE PER I MIRACOLI CHE COMPIE, L’ALTRA SOGGIACE AGLI OLTRAGGI CHE SUBISCE. E, come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l’umanità non abbandona la natura propria della specie.
    Non ci stancheremo di ripeterlo: L’UNICO E IL MEDESIMO È VERAMENTE FIGLIO DI DIO E VERAMENTE FIGLIO DELL’UOMO. È DIO, PERCHÉ «IN PRINCIPIO ERA IL VERBO E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO» (GV 1,1). È UOMO, PERCHÉ: «IL VERBO SI FECE CARNEE VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (GV 1,14).

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