Dal libro della «IMITAZIONE DI CRISTO»

 L’ANIMA MIA È MOLTO SBIGOTTITA.
RIMANGO ATTONITO E CONSIDERO CHE I CIELI NON SONO PURI AI TUOI OCCHI. Se hai trovato difetti negli angeli (cfr. Gb 15, 15; 4, 18) e non li hai risparmiati, che cosa avverrà di me? Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo? ALCUNI UOMINI CHE SEMBRAVANO SEGUIRE UNA CONDOTTA SUBLIME, CADDERO NEL PIÙ BASSO; E CHI MANGIAVA IL PANE DEGLI ANGELI, L’HO POI VISTO COMPIACERSI DELLE GHIANDE DEI PORCI.

NON C’È, DUNQUE, NESSUNA SANTITÀ, SE TU, SIGNORE, SOTTRAI LA TUA MANO. Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere.
 SE SIAMO ABBANDONATI, AFFONDIAMO E PERIAMO. SE INVECE SIAMO VISITATI, C’INNALZIAMO E VIVIAMO. SIAMO INSTABILI, MA DA TE SIAMO FATTI SALDI. CI INTEPIDIAMO, MA TU CI RIACCENDI.Ogni gloria fatua è inghiottita dalla profondità dei tuoi giudizi su me. Che cos’è ogni carne al tuo cospetto? Forse che la creta si glorierà contro chi la plasma? (cfr. Is 29, 16). Come può perdersi in vanterie chi ha il senso vivo della verità e sta soggetto a Dio?
    IL MONDO INTERO NON RIUSCIREBBE A FARE INORGOGLIRE COLUI CHE SI SENTE SOTTOMESSO ALLA LEGGE DELLA VERITÀ, NÉ IL LABBRO DI TUTTI GLI ADULATORI SMUOVERÀ COLUI CHE HA STABILITO OGNI SUA SPERANZA IN DIO. Quelli stessi che parlano, son nulla anche loro; verranno meno col suono delle parole: «LA FEDELTÀ DEL SIGNORE», INVECE, «DURA IN ETERNO» (SAL 116, 2).

…CHE NE DICI DI UNA PAGINA COSI?

2 comments

  1. Paolo VI

    “CARITA’ e VERITA’ non sono nemiche;
    come non lo sono SCIENZA e FEDE,
    pensiero UMANO e pensiero DIVINO;
    estrema ELABORAZIONE CRITICA ed estrema SEMPLICITA’ MISTICA”

  2. La santità
    Dio dice-siate santi perché Io sono santo.
    La santità è un attributo di Dio, cosa vuol dire essere santo?
    Etimologicamente significa essere separato.
    Riguardo a Dio lo capiamo bene, non siamo simili a Lui, sebbene siamo a Sua immagine.
    Dio dice- I miei pensieri non sono i vostri pensieri. Quindi ha un modo di pensare che trascende l’uomo, di cui l’uomo non capisce la valenza.
    Quando Dio chiama il popolo d’Israele a seguirlo gli dice che lo separa da tutti i popoli che gli stanno intorno, è una scelta di elezione, cioè lo chiama a essere fedele a Lui.
    Sebbene il popolo non faccia che desiderare ciò che gli stà intorno, Dio non si stanca di richiamarlo a Sé, non può non farlo, perché le scelte di Dio sono irrevocabili, temporalmente lo sono, proprio in vista di un ripensamento dell’uomo.
    Umanamente la parola separato ha un accezione negativa, come sempre riusciamo a dare disvalore alle cose, alle azioni, per noi separato è negazione di una azione che in principio era buona come per esempio la separazione della coppia o separazione da ogni vincolo umano; separare un figlio dai genitori, separare come dividere, è sempre una cosa negativa nel pensiero dell’uomo.
    Nei ragionamenti di Dio è motivo di elezione, ci sceglie perché in questa scelta c’è motivo di benedizione, in primo luogo per chi ne usufruisce, ma poi per chi gli stà intorno, è un richiamo per gli altri.
    Gesù dice: perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria a Dio.
    È una scelta personale e collettiva insieme, è un richiamo.
    Essere santi non vuol dire mettere l’uomo o la donna al di sopra degli altri, ma mettere Dio al di sopra dell’uomo e della donna, noi li separiamo, li chiamiamo santi in un modo negativo, cioè li riteniamo al di sopra degli altri uomini/donne “normali”. Non sono per noi stimolo per desiderare quella santità che discende da Dio, ma la usiamo come usiamo Dio, per chiedere.
    Io non voglio essere ripetizione di un qualsiasi santo/a, voglio la mia santità, e la mia santità significa scoprire il mio progetto in Dio. Voglio essere santa, cioè separata dal peccato, da tutti i popoli che abitano il cuore dell’uomo, da tutti gli attaccamenti che mi impediscono di essere totalmente immagine di Dio.
    Voglio essere santa nei pensieri di Dio, cioè scoprire cos’è il progetto di santità della mia vita, in cosa consista il fatto di essere chiamata alla separazione dal pensiero decadente dell’uomo, dalle sue azioni che non corrispondono all’ampiezza della chiamata.
    Noi pensiamo alla santità quasi a un fatto mitologico, uomini e donne che hanno dei poteri quasi magici, quasi dei super eroi. Come ci sbagliamo, come davvero non abbiamo più il senso dell’essere destinati alla normalità di Dio, e qual è la normalità di Dio? La Santità. Cioè fare della santità una cosa, un’esperienza quotidiana, normale. Se siamo di Dio, figli di Dio, abbiamo in noi questo, i figli della carne hanno in comune la carne, i figli dello Spirito hanno in comune lo Spirito. Non è un’eccezione, è la normalità. Dio ci chiama alla separazione, se giungiamo a capire che siamo chiamati alla santità e non alla solitudine, chiamiamoci pure beati.
    Dio dice- Solo è male! Questo pensiero è consolante, perché ci dice che non è una chiamata all’infelicità, ma all’unione con Lui che è Santo.
    Non esistono classi intermedie o meno importanti nella sfera dello spirito
    Chi desidera la santità, se la pensa legata a scelte estreme come le vite di tanti santi? chi non avrà un po’ di paura al pensiero di ripercorrere quelle vite? ma la santità è di Dio, non è uno sforzo esclusivamente umano, è rispondere ad un Amore e chi è che non desidera fare il meglio per chi ci ama e amiamo? La santità è tutta qui, desiderare di fare il meglio per amare chi ci ama, cioè, Dio.

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