*** CHI DI VOI È SENZA PECCATO,

getti per primo la pietra contro di lei. (Gv 8,1)

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: …CHI DI VOI È SENZA PECCATO, getti per primo la pietra contro di lei. Ma Gesù si chinò e si mise a SCRIVERE col dito per terra. .. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «NEANCH’IO TI CONDANNO; VA’ E D’ORA IN POI NON PECCARE PIÙ».

*** S. PAOLO: “… Questo affinché non siamo  più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi  vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro  astuzia che tende a trarre nell’errore.  Al contrario, vivendo secondo  la VERITÀ NELLA CARITÀ, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso Cristo” (Ef. 4,1)                            ***PAPA FRANCESCO…MISERICORDIA ET MISERA  sono le due parole che S. AGOSTINO utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera (cfr Gv 8,1-11).Non poteva trovare espressione più bella «RIMASERO SOLTANTO LORO DUE: LA MISERA E LA MISERICORDIA».   Una donna e Gesù si sono incontrati. Gesù ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore: vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata. LA MISERIA DEL PECCATO È STATA RIVESTITA DALLA MISERICORDIA DELL’AMORE.                                                                                         *** S. BERNARDO:  “IO INVECE, QUANTO MI MANCA, me lo approprio con fiducia dal CUORE DEL SIGNORE, perché è pieno di misericordia, né mancano le vie attraverso le quali emana le grazie. hanno trapassato le sue mani e i suoi piedi, e squarciato il petto con la lancia; e attraverso queste ferite io posso «succhiare miele dalla roccia» (Dt 32, 13), cioè gustare e sperimentare quanto È BUONO IL SIGNORE (SL 33, 9).

  • RISONANZE PERSONALI: QUESTE POCHE RIGHE DI VANGELO sono state sempre per me tra le più amate e … usate SOPRATTUTTO nel ministero sacerdotale del SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE… Sono belle perché equilibrate… sono in sintesi CIO’ CHE DEVE FARE un sacerdote quando siede in confessionale… ACCOGLIERE ogni persona con sguardo benevolo… ASCOLTARE con attenzione e comprensione… PERDONARE IN NOME DEL SIGNORE grande nell’amore…e indicare la STRADA NUOVA DELLA VITA E DELLA PACE.                                               
  • E A VOI, AMICI, CHE EFFETTO  FANNO I GESTI E LE PAROLE DI GESÙ?  ——————————————————————————————donalesiani@gmail.com

2 comments

  1. Ho semplicemente una domanda,
    ” Neanche io ti condanno, và e non peccare più” questa seconda parte ” và e non peccare più” . è possibile sapere la traduzione originale, o la risposta originale, sempre se è possibile.
    Quando ero ragazzo mi sembra che la seconda parte era ” và in pace” ma può essere che ricordo male. Grazie ❤️

  2. Nel mezzo fu posta l’adultera, poiché il peccato dell’altro è sempre evidente, sempre al centro, è come un palo infisso al centro di una radura. Grande, sovrasta l’orizzonte, lo copre, pur essendo uno, non lascia intravedere niente. Va abbattuto, ci si mette una pietra tombale, vi si scrive un epitaffio, lo si toglie dal mondo dei vivi. Gesù sposta la visuale dei suoi astanti, i pali che stanno intorno, che fanno da steccato. Ogni palo è un albero in una radura, ogni pianta è una pietra che ha un epitaffio tombale. Qual è il tuo epitaffio? chiede Gesù, lo puoi scagliare sull’altro? Nò, ti appartiene, è tuo, con questo non puoi lapidare nessuno, lapida te stesso, allora lo nascondi, nascondi la tua morte. Tutti hanno peccato, tutti sono morti. Gesù stà salendo a Gerusalemme, quel peccato lo assume Lui, non è un perdonismo vuoto, quello di Gesù, come se non contasse la Legge che chiede la fedeltà, ma la Parola di Gesù non è una pietra tombale, è un altare dove chi si offre sana, redime, chiama alla vita e non alla morte. La Legge non può essere trasgredita, il peccato è sempre peccato e Gesù non è venuto a dirci che con Lui il peccato cambia nome, ma che è importante capire che la salvezza è “non peccare più”. Il perdono della trasgressione, la misericordia sono legate a questo, scegliere di cambiare i nostri piani, le nostre scelte, le nostre abitudini, è capire il senso del perdono che viene da Dio. Non può Gesù annullare la Legge, poiché la Legge è un pedagogo che insegna a camminare sulle vie di Dio. Gesù è venuto a rendere piana, cioè spianare l’idea di un rigorismo senza misericordia. Egli sa che siamo deboli, cioè soggetti alla caduta, non avrebbe senso la sua morte se noi fossimo giusti e non trasgressori. Riconoscerci peccatori ci tapperebbe la bocca, farebbe cadere dalla nostra mano la pietra con su scritto l’epitaffio del fratello. Gesù è Colui che ci colloca nella dimensione giusta, che fa chiarezza su noi, ci mette nella luce.

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