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EVITIAMO CHE I FIGLI DEI CAMORRISTI SUBISCANO… ALTRI TRAUMI Maurizio Patriciello mercoledì 3 luglio 2024
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NON SONO SCRITTE su un foglio di carta, ma diluite qua e là e sovente, ignorate. Sono le regole del BUON SENSO che basterebbero a oliare gli ingranaggi di UNA BUROCRAZIA SOVENTE PEDANTE E FARRAGINOSA.
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RICORDO DI AVER LETTO – cito a memoria che Enrico Fermi, riferendosi all’intelligenza straordinaria del collega Ettore Majorana, ebbe a dire: «Aveva qualcosa che manca alla maggior parte degli esseri umani, mancava di quella cosa che hanno la maggior parte degli esseri umani: IL PUON SENSO»
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BUON SENSO che eviterebbe di farci impelagare in tanti vicoli senza uscita. Buon senso che, prima di farci gridare per reclamare i nostri propri sacrosanti diritti, dovrebbe indurci a chiederci se quel diritto sia davvero tale o solo “presunto”. La prova del nove è semplice ed efficace.
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UN VERO DIRITTO ARRICCHISCE chi lo riceve senza fare male a nessuno. Ogni cosa, che pretendo in più per me, se non mi spetta, LA STO RUBANDO a qualcun altro, che magari non ha la forza per protestare e … LASCIA FARE.
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PENSO ALL’“UTERO IN AFFITTO”. Non credo che occorra fare ricorso ai grandi cervelli per capire che si tratta di un atto di egoismo, UN VERO OBBROBRIO ai danni dei più fragili, che sono i non ancora nati e LE MADRI SURROGATE.
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NEI SECOLI PASSATI, nemmeno la mente più astrusa sarebbe arrivata a concepire qualcosa del genere. Giù le mani dalla vita nascente. Eppure ci tocca sentire, anche da qualcuno che passa per intellettuale, che “UN FIGLIO È UN DIRITTO CHE NON SI DEVE NEGARE A NESSUNO”.
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DERIVA del pensiero falsa e pericolosissima. Un figlio non sarà mai un diritto per nessuno ma solo e SEMPRE UN DONO davanti al quale l’intera umanità ha il dovere di TOGLIERSI IL CAPPELLO. Gli adulti sanno quali sono i diritti del nascituro e quali i doveri che si sono assunti nell’averlo In questa atmosfera dei “diritti a oltranza” i diritti dei bambini non sempre hanno la precedenza. In PRIMA fila dobbiamo mettere loro, I PICCOLI.
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A NAPOLI UNA BAMBINA di soli 3 anni è contesa tra la sua mamma e la famiglia del papà attualmente in carcere …Troppo poco abbiamo riflettuto sui figli dei mafiosi, sulla loro educazione.
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Vere vittime innocenti di cui difficilmente riusciremo a capire i drammi che sopportano, soprattutto, durante la prima infanzia. Quando saranno in grado di esternarli, quei drammi, avranno già causato danni, sovente, irreparabili.
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IL PAPA’ DELLA bambina contesa è rinchiuso in carcere, ma riesce ugualmente a comunicare con la figlia tramite videochiamate clandestine. Ora che i telefonini dalle carceri escono ed entrano con estrema facilità, lo sanno tutti.
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Per legge la bambina deve passare alcune ore della settimana con i nonni paterni, il che non guasterebbe affatto se la vicinanza di costoro fosse per lei motivo di serenità e di gioia. Purtroppo, così non accade. La convivenza crea problemi. Si arriva alle minacce, alla violenza fisica da parte dei nonni nei confronti della mamma, in presenza della minore.
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NASCE LA DOMANDA: chi e in che misura avrebbe dovuto vigilare che i rapporti, già tesi, tra le due famiglie, non avessero a CAUSARLE ULTERIORI PROBLEMI? PRIMA I DIRITTI DEI BAMBINI, poi il resto. Penso che, manca tra i vari organismi preposti alla tutela dei minori la capacità di organizzarsi, entrare in comunione, mettersi insieme perché tutto possa essere fatto nel migliore dei modi.
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RISONANZE: Occorre aprire gli occhi e tenere sotto controllo i figli di mafiosi e camorristi. Il loro benessere psico-fisico, tanto fragile, potrebbe risentire fortemente del clima violento che si sprigiona intorno a essi. Che ne dite, Amici? DV 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it …………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………..
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