CAMMINO VERSO PASQUA – QUARTA SETTIMANA

 

  • Contempliamo la Passione del Signore –  S. Leone Magno, papa –    Colui che vuole onorare veramente la passione del Signore deve guardare con gli occhi del cuore Gesù Crocifisso, in modo da riconoscere nella sua carne la propria carne.   Tremi la creatura di fronte al supplizio del suo Redentore. Si spezzino le pietre dei cuori infedeli. Le tenebre dell’antica notte hanno ceduto il posto alla vera luce.   Per tutti i battezzati si apre il passaggio per il ritorno alla patria perduta, a meno che qualcuno non voglia precludersi da se stesso quella via, che pure si aprì alla fede del ladrone.   Procuriamo che le attività della vita presente non creino in noi o troppa ansietà o troppa presunzione sino al punto da annullare l’impegno di conformarci al nostro Redentore, nell’imitazione dei suoi esempi.  Chi non lo riterrebbe della nostra condizione umana sapendo che nella sua vita c’era posto per l’uso del cibo, per il riposo, il sonno, le ansie, la tristezza, la compassione e le lacrime?   …Ne segue che se camminiamo sulla via dei suoi comandamenti e non ci vergogniamo di confessare quello che nell’umiltà della carne egli ha operato per la nostra salvezza, anche noi saremo partecipi della sua gloria.

OGNUNO DI NOI  HA IL SUO MACIGNO…

Una pietra enorme, messa all’imboccatura dell’anima,

che non lascia filtrare l’ossigeno,

che opprime in una morsa di gelo,

che blocca ogni lama di luce,

che impedisce la comunicazione con l’altro.

E’ il macigno della solitudine, della miseria,

della malattia, dell’odio, della disperazione,  del peccato.

Siamo tombe allineate. Ognuna col suo sigillo di morte.

Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno,

la fine degli incubi, l’inizio della luce,

la primavera di rapporti nuovi.

E se ognuno di noi, uscito dal sepolcro,

si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto,

si ripeterà finalmente il miracolo del terremoto

che contrassegnò la prima Pasqua di Cristo.

Pasqua è la festa dei macigni rotolati.

(D. Tonino Bello)

 

21 marzo – PRIMAVERA 

E’ PRIMAVERA NELL’ANIMA …

QUANDO CREDIAMO ALL’AMORE DI DIO

  • Dalle «Lettere» di san Massimo Confessore

Il Verbo divino non solo guarì le nostre malattie con la potenza dei miracoli, ma prese anche su di sé l’infermità delle nostre passioni, pagò il nostro debito mediante il supplizio della croce, come se fosse colpevole, lui innocente.  Per questo disse:  «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9, 12). Disse inoltre di essere venuto a cercare la pecorella smarrita .  Il buon samaritano del vangelo curò con olio e vino e fasciò le ferite di colui che era incappato nei ladri ed era stato spogliato di tutto e abbandonato sanguinante e mezzo morto sulla strada. Lo pose sulla sua cavalcatura, lo portò all’albergo, pagò quanto occorreva e promise di provvedere al resto. Cristo è il buon samaritano dell’umanità.    Dio è quel padre affettuoso, che accoglie il figliol prodigo, si china su di lui, è sensibile al suo pentimento, lo abbraccia, lo riveste di nuovo con gli ornamenti della sua paterna gloria e non gli rimprovera nulla di quanto ha commesso. Richiama all’ovile la pecorella che si era allontanata dalle cento pecore di Dio. Dopo averla trovata che vagava sui colli e sui monti, non la riconduce all’ovile a forza di spintoni e urla minacciose, ma se la pone sulle spalle e la restituisce incolume al resto del gregge con tenerezza e amore. Dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo (cfr. Mt 11, 28).

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L’UMANITÀ INTERA HA BISOGNO DI TE

Se la nota dicesse: ” Non è una nota che fa una musica…”

non ci sarebbero le sinfonie!

Se la parola dicesse: ” Non è una parola che può fare una pagina…”

non ci sarebbero i libri!

Se la pietra dicesse: ” Non è una pietra che può alzare un muro…”

non  ci sarebbero le case!

Se la goccia d’acqua dicesse: ” Non è una goccia d’acqua che può fare il fiume…”

non ci sarebbe l’oceano!

Se il chicco di grano dicesse: ” Non è un chicco di grano che può seminare il campo…”

non ci sarebbe la messe!

Se l’uomo dicesse: ” Non è un gesto d’amore che può salvare l’umanità…”

non ci sarebbero mai nè giustizia, nè pace, nè dignità,

nè felicità nella terra degli uomini.

 Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota, 

come il libro ha bisogno di ogni parola, 

come la casa ha bisogno di ogni pietra, 

come l’oceano ha bisogno di ogni goccia d’acqua, 

come la messe ha bisogno di ogni chicco di grano, 

l’umanità intera ha bisogno di te,

là, dove sei, unico, e dunque insostituibile!

 (Michel Quoist)

 

19 MARZO – FESTA DI S. GIUSEPPE

 

Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote

 

  •     Giuseppe fu scelto dall’eterno Padre come fedele custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la sua sposa, e assolse questo incarico con la più grande assiduità. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza. Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità, quella riverenza e quell’altissima dignità che gli ha mostrato mentre viveva fra gli uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l’ha portata al massimo della perfezione.  Ricòrdati dunque di noi, o beato Giuseppe, e intercedi presso il tuo Figlio putativo con la tua potente preghiera; ma rendici anche propizia la beatissima Vergine tua sposa, che è Madre di colui che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli infiniti. Amen

 

 

  • MEDITAZIONE  di San Claudio La Colombiere (1641-1682) Sappiamo pochissime cose della vita di San Giuseppe. Il Vangelo riporta solo tre o quattro sue azioni; ed un vecchio scrittore ha notato che non vi si trova nessuna sua parola. Forse … lo Spirito Santo ha voluto così sottolineare per noi il silenzio e l’umiltà di san Giuseppe, il suo amore per la solitudine e la vita nascosta. … Quale profitto deve aver tratto san Giuseppe da tanti anni di dialogo quasi continuo con la santa Vergine! … Non dubito affatto che il silenzio stesso di Maria fosse estremamente edificante e che bastasse guardarla per sentirsi portati ad amare Dio e a disprezzare tutto il resto. Ma quali dovevano essere i discorsi di un’anima in cui abitava lo Spirito Santo, dove Dio aveva riversato la pienezza delle sue grazie, che aveva più amore dell’insieme dei serafini! Quale fuoco doveva uscire da
    quella bocca, quando si apriva per esprimere i sentimenti del cuore!  E quale effetto non avrebbe prodotto su Giuseppe che era già così disposto ad essere infiammato! … Quel grande fuoco, capace di incendiare tutta la terra, ha avuto solo il cuore di Giuseppe da riscaldare e da consumare per così tanti anni… Se ella ha creduto che il cuore di san Giuseppe fosse parte del
    suo, quale cura non ne avrà preso per infiammarlo dell’amore di Dio!

AUGURI A TUTTI I PAPA’…

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Rallegrati, Gerusalemme…

IV DOMENICA DI QUARESIMA – LAETARE –  DOMENICA DELLA GIOIA

  • IL RICORDO DI TE, SIGNORE, E’ LA NOSTRA GIOIA. (Salmo 136 )

* Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.

* Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.

  • Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.  

 

 Vangelo Gv 3,14-21  In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: 

DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL FIGLIO UNIGENITO

 perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

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    Come mai si dimentica così in fretta che Gesù è stato condannato a morte,
    alla morte di croce, perché era un ribelle, un ribelle dell’amore?
    Gesù non è morto di morte naturale, non è morto per un incidente,
    è stato giustiziato al termine un processo. Era processo di tutta una vita.
    Gesù è stato condannato perché voleva creare un mondo nuovo
    – il regno di Dio – e perché vi invitava tutti gli uomini,
    senza lasciarsi scoraggiare da barriere sociali, morali, religiose.
    Gli si rimproverava di incitare allo sciopero delle tasse,
    di essere pronto a sollevare Israele, di aver disprezzato il tempio,di farsi uguale a Dio!
    Lo si sarebbe potuto accusare di insurrezione generale,
    dal momento che voleva cambiare ogni aspetto della vita.
    Lo hanno portato fuori dalle mura e crocifisso.
    Come avrebbero potuto tenere in città un uomo così contagioso di divina umanità?
    Gesù è stato ucciso perché era troppo vivo. 
    (G. Bessière, Dio è proprio giovane)

Signore, non lasciarci vagare lontano da te 

 Signore, quando gli affanni della vita
e le seduzioni di illusorie felicità
ci attirano e ci spingono lontano da te,
rendi struggente e incancellabile la nostalgia di te.

Signore, quando perdiamo la strada
e vaghiamo in esilio lontano da te,
tu, ricco di misericordia infinita,
riconduci i nostri passi verso te.

Signore, quando cediamo alle false verità
e ci lasciamo sedurre dal richiamo delle tenebre,
rialza i nostri occhi verso la luce vera
che risplende luminosa nel tuo figlio Gesù.

 

  • ABBRACCIAMI, GESU’  – Lasciai un giorno il mio pastore,
    avevo soldi e tanti sogni da comprare.  Ed una sera il cuore mio ha chiesto amore,
    ed ho scoperto che l’amore non si vende.  Così, ho corso forte per la via
    e nell’affanno son caduto ed ho  gridato al mondo intero che cercavo amore
    ma l’amore non c’e’ e stanco e solo son rimasto qui.

 

RIT: Ti prego abbracciami Gesù-  c’è troppo freddo senza te e in questo mondo di tempesta puoi salvarmi solo tu, e questo ghiaccio che ho nel cuore puoi scioglierlo solo tu – Riscaldami GesùTi prego abbracciami Gesù io non ti lascerò mai più e  nella barca della vita adesso ci sei tu
se il vento soffia così forte  lascio che mi guidi tu  e come posso naufragare, se al timone ci sei tu.
Gesù io son venuto qui da te  perché c’è un grande vuoto dentro di me Io come il figlio prodigo volevo far tutto da solo ma poi ho perso tutto quanto e a mani vuote torno a te  – Gesù, accettami così. TI PREGO, ABBRACCIAMI, GESÙ

La misericordia di Dio:    E proprio per ricondurre a sé gli uomini Dio fece cose straordinarie, anzi diede la massima prova della sua infinita bontà. … si fece carne e si degnò di abitare tra noi.   Il Verbo divino non solo guarì le nostre malattie con la potenza dei miracoli, ma prese anche su di sé l’infermità delle nostre passioni, pagò il nostro debito mediante il supplizio della croce, come se fosse colpevole, lui innocente.

 

  Il buon samaritano del vangelo curò con olio e vino e fasciò le ferite di colui che era incappato nei ladri ed era stato spogliato di tutto e abbandonato sanguinante e mezzo morto sulla strada. Lo pose sulla sua cavalcatura, lo portò all’albergo, pagò quanto occorreva e promise di provvedere al resto.  Cristo è il buon samaritano dell’umanità.

 

21 MARZO – PRIMAVERA

  • E’ PRIMAVERA NELL’ANIMA QUANDO CREDIAMO ALL’AMORE DI DIO:  Dalle «Lettere» di san Massimo Confessore

    Disse  di essere venuto a cercare la pecorella smarrita … Richiama all’ovile la pecorella che si era allontanata dalle cento pecore di Dio. Dopo averla trovata che vagava sui colli e sui monti, non la riconduce all’ovile a forza di spintoni e urla minacciose, ma se la pone sulle spalle e la restituisce incolume al resto del gregge con tenerezza e amore. Dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo (cfr. Mt 11, 28).    Dio è quel padre affettuoso, che accoglie il figliol prodigo, si china su di lui, è sensibile al suo pentimento, lo abbraccia, lo riveste di nuovo con gli ornamenti della sua paterna gloria e non gli rimprovera nulla di quanto ha commesso. 

7 comments

  1. Quel MACIGNO che è di ognuno di noi …quello che non lascia filtrare l’ossigeno e che…!!
    quelle “pietre di cuori infedeli” che ci ritroviamo dentro!

    Ed è nella mia infedeltà e ingratitudine che vedo il mio macigno ( Hillesum diceva “fedeli a noi stessi, ai nostri momenti migliori, a Dio” ) ,
    ma è nella SUA FEDELTA’ che vedo speranza e Pasqua anche per me !

    Mi chiede “solo” di affidarmi,di lasciar guidare Lui…e quando lo faccio non tarda a regalarmi la Sua Pace.
    Aiutami , aiutaci Signore…

  2. Carissimo D.V.,guardando il sito, ho constatato che hai inserito: L’UMANITA’ HA BISOGNO DI TE, preceduta dalla bella foto di tante mani insieme. Sì, è proprio vero che insieme si possono fare grandi cose; ancora di più, se fatte con il Signore.
    Mi è venuta in mente un’altra preghiera di Michel Quoist che a me piace e che ti trascrivo
    Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario. …Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia, è che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, donare, sempre donare… e darmi!Questo non posso farlo e tuttavia è certamente ciò che Tu mi chiedi…
    Ogni giorno mille frammenti di vita da donare, in mille possibili gesti d’amore, che più non si vedono tanto sono abituali, e più non si notano tanto sono banali, ma di cui Tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un’offerta e perchè un giorno io possa dire in verità:Ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.E’ ciò che desideri, Signore, ma non ne sono capace… non posso farlo, lo so, ed ho paura.
    Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
    E, soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono, perchè donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze, ma anche la propria povertà, i propri peccati. Fà questo, figliolo,…nelle mie mani la tua povertà offerta, diventerà ricchezza per l’eternità.

  3. L’UMANITÀ INTERA HA BISOGNO DI TE, è splendida questa affermazione. Certe volte mi capita di sentire un’urgenza di ciò che compio; qualsiasi atto, anche il più insignificante. Lo sento stranamente quando mi sento sconfitta, quando mi sento vuota e come dispersa. Allora una voce dentro me mi dice: Fai!
    Ogni atto sia un gesto amato, attento, ogni atto offerto e trasformato dalla grazia di Dio.
    io sono un nulla infinito, eppure ogni mio atto se messo in Cristo, questo nulla salva il mondo. Quanta dolcezza di riconoscenza riempie il mio cuore in quei momenti, è come un elisir di forza e speranza. Non dimenticata, non inutile e incapace, ma, amata e preziosa, perchè in Cristo sono una promessa di bene per il mondo, anche nel silenzio, anche nel nulla, anche nel nascondimento.

  4. Caro Don Vincenzo, grazie per le tue mail, vuol dire che non mi dimentichi e ne sono felice. Quest’anno il Parroco mi ha chiesto di fare gli allestimenti floreali per Quaresima e Pasqua e i segni della Via Crucis dei bambini e degli adulti. Così ho dovuto necessariamente leggere e ri- ri-leggere le Letture per coglierne il Cuore da trasferire nei fiori e nei simboli. Sicchè da un impegno che subito mi era parso troppo impegnativo e stancante ho dovuto leggendo, meditare, valutare, masticare, soffrire e gioire per le innumerevoli espressioni e atti di Amore che il Signore DA SEMPRE ha avuto per noi, per me, per te…. è stata è sarà fino a Pasqua una gran fatica…. MA CHE GRAZIA!!!! Ti voglio bene. BUONA PASQUA!!!!!

  5. Ricevo e giro una bella preghiera a S. Giuseppe. E’ in spagnolo…comprensibile. Ne abbiamo tanto bisogno in un’epoca in cui non si sa più cosa voglia dire umiltà…

    ORACION DE LA HUMILDAD DE SAN JOSE:

    ENSEñanos JOSE’:

    Cómo se es “no protagonista”,

    Cómo se avanza, sin pisotear;

    Cómo se colabora, sin imponerse;

    Cómo se ama, sin reclamar.

    DINOS José:

    Cómo se vive, siendo “número dos”;

    Cómo se hacen cosas fenomenales,

    Desde un segundo puesto.

    EXPLICANOS José:

    Cómo se es grande, sin exhibirse;

    Cómo se lucha sin aplauso;

    Cómo se avanza, sin publicidad;

    Cómo se persevera y se muere,

    Sin esperar homenaje.

    Amen.

  6. Amo questo salmo, fa parte di me, lo sento mio. La Parola di Dio deve diventare nostra, leggendola e meditndola, dobbiamo fare memoria della nostra storia, rivederla in filigrana nelle parole del Libro, vedremmo allora che questo Libro è la nostra storia, le nostre lotte, le nostre sconfitte, ma sopra tutto vedremo che: Cristo ne è il Vincitore. La Parola si incarna ha un senso dimenticato, quasi che questo si sia compiuto una volta per tutte, non è cosi, ESSA, LA PAROLa, si incarna ogni volta che noi ci riconosciamo in questa Storia di uomini e donne, la riconosciamo nostra storia, cioè nostra carne, nostro vissuto. Se lasciamo fuori Dio dalla nostra vita concreta, queste parole non avranno mai la forza di dirci la Verità su Dio e su noi.Questo salmo è ancora vivo, vibra dentro di me, questo fiume, questi canti che non escono perchè il cuore è avvolto da una sofferenza immensa. Scacciati, deportati, ma, lo sguardo è verso Sion, li e solo li, il cuore canta anche nella prova. Guai a me se mi dimentico di Te,
    di Te mio Dio,
    Tu mio Salvatore,
    Colui che mi fa il Bene,
    Colui che ha pagato la colpa
    espiato il debito
    Colui che ha ricucito lo strappo
    Guai a me se mi dimentico di Te mio amato.

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