CARI AMICI,

TRA TANTE brutte notizie che ci rattristano quotidianaemente,  leggere qualcosa come questa notizia che vi propongo… ALLARGA DAVVERO IL CUORE. Viene solo da dire: GRAZIE, SIGNORE.

  • CONDANNATO A 30 ANNI…  sabato pronuncerà i voti di povertà, castità e obbedienza. Il vescovo Camisasca:  NEL SUO GESTO DI DONAZIONE C’È QUALCOSA DI LUMINOSO  
  • Da ragazzo, per prenderlo in giro, i compagni lo chiamavano ‘don Luigi’. A lui non dispiaceva perché voleva davvero diventare sacerdote, e intanto serviva Messa, pregava, interveniva con un rimprovero quando sentiva bestemmiare.
  • Non avrebbe immaginato di finire in carcere, a scontare trent’anni per omicidio. Non è questa, però, la fine della storia di Luigi, nome convenzionale dietro il quale si nasconde una vicenda di caduta e di rinascita che monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, racconta ad Avvenire con il consenso dell’interessato.
  • SABATO LUIGI, OGGI QUARANTENNE, PRONUNCERÀ INFATTI I VOTI DI POVERTÀ, CASTITÀ E OBBEDIENZA PROPRIO NELLE MANI DI MONSIGNOR CAMISASCA…  « Non conoscevo molto la realtà del carcere, lo confesso, ma da allora è iniziato un cammino di presenza, celebrazione e condivisione che mi ha molto arricchito».  La storia di Luigi, dunque. Dopo l’infanzia e l’adolescenza segnate dal desiderio del sacerdozio, quando si trova nell’ impossibilità di entrare in seminario il ragazzo cambia vita, bruscamente. ALCOL, DROGHE, episodi sempre più frequenti di violenza, una sregolatezza costante. Si allontana dalla Chiesa, di tanto in tanto sembra trovare un suo equilibrio, ma la dipendenza finisce sempre per avere la meglio.
  • È SOTTO L’EFFETTO DI ALCOL E COCAINA ANCHE LA SERA IN CUI, COINVOLTO IN UNA RISSA, COMMETTE L’OMICIDIO PER CUI È CONDANNATO. Al momento del processo, SI RIFIUTA DI INVOCARE L’INFERMITÀ MENTALE. UN PRIMO SEGNALE DI RISCATTO, un primo passo sulla strada del pentimento e del recupero della propria dignità.
  • CON IL RITORNO ALLA FEDE SI RISVEGLIA LA VOCAZIONE, LUIGI RIPRENDE A PREGARE, DIVENTA LETTORE ALLA MESSA DOMENICALE IN CARCERE, STUDIA E PREGA, PREGA MOLTISSIMO, SPECIE «PER LA SALVEZZA DELL’UOMO CHE HO UCCISO», come scrive in una delle numerose lettere scambiate con monsignor Camisasca. «Un passaggio che mi ha molto colpito è quello in cui Luigi sostiene che ‘IL VERO ERGASTOLO NON SI VIVE DENTRO UNA GALERA, MA FUORI, QUANDO MANCA LA LUCE DI CRISTO’».
  • L’INTUIZIONE DEI VOTI EMERGE LENTAMENTE, ma con chiarezza. «INIZIALMENTE AVREBBE VOLUTO ASPETTARE L’USCITA DAL CARCERE. È stato don Daniele a suggerirgli un percorso diverso, che gli permettesse di prendere questo impegno solenne già adesso», racconta ancora monsignor Camisasca, che dal settembre dello scorso anno ha intrattenuto con lui un rapporto sempre più fitto. «Nessuno di noi è padrone del proprio futuro – osserva – e questo vale a maggior ragione per una persona privata della libertà. Per questo volevo che Luigi pensasse anzitutto a ciò che significano questi voti nella sua condizione attuale. Per questo l’ho invitato a mettere per iscritto i suoi pensieri e le sue aspettative. ALLA FINE MI SONO CONVINTO CHE NEL SUO GESTO DI DONAZIONE C’È QUALCOSA DI LUMINOSO PER LUI, PER GLI ALTRI CARCERATI, PER LA CHIESA STESSA».
  • A LEGGERE GLI APPUNTI DI LUIGI, ci si rende conto che il linguaggio teologico, acquisito di recente, è sostenuto da una freschezza a tratti quasi infantile. « L’esperienza di Luigi può davvero essere UN SEGNO COLLETTIVO DI SPERANZA: non per fuggire dalle difficoltà, ma per affrontarle con forza e consapevolezza. Non conoscevo il carcere, e anche per me, da principio, l’impatto è stato molto duro. Mi sembrava un mondo di disperazione, nel quale la prospettiva della risurrezione era continuamente contraddetta e negata. Questa storia, come altre che ho conosciuto, dimostra che non è così. Il merito va all’azione dei sacerdoti e al lavoro straordinario della Polizia Penitenziaria e di tutto il personale sanitario, senza dubbio.
  • Ma c’è dell’altro, C’È IL MISTERO al quale non posso fare a meno di pensare quando sollevo lo sguardo verso il CROCIFISSO CHE STA NEL MIO VIENE DAL LABORATORIO DEL CARCERE, mi impedisce di dimenticare i detenuti. LE LORO SOFFERENZE E LE LORO SPERANZE SONO SEMPRE CON ME. E RIGUARDANO CIASCUNO DI NOI».
  •  CHE DIRE? …SI RIMANE perplessi e stupiti di fronte al MISTERO DELLA VITA, DEL BENE E DEL MALE.  CHI è BUONO?…CHI è CATTIVO?

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RISCOPRIAMO LA DOMENICA:  WEEK-END  O… GIORNO DEL SIGNORE?

 Cari amici, siamo a Giugno. Abbiamo ricominciato ad andare a Messa. ED È UNA GIOIA PER TUTTI.  E forse, essendone stati privati in questi mesi, ne abbiamo sentito la mancanza. GIUGNO È  IL MESE DEL CORPUS  DOMINI… Può essere l’occasione  per riscoprire IL TESORO  DELL’EUCARISTIA, DELLA MESSA, DELLA DOMENICA. Realtà grandi della nostra fede. TESORI nella nostra vita personale e familiare. Per non essere sopraffatti dalle fatiche del vivere…  E anche da difendere come VALORI DI RILEVANZA SOCIALE.  LA DOMENICA IN PARTICOLARE: che ne pensate?

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CARI AMICI, se a volte ci prende il timore del GIUDIZIO DI DIO quando saremo davanti a LUI… questi pensieri ci danno…SPERANZA.  Sono concetti difficili ma tanto confortanti …Ne abbiamo bisogno tutti…

IL GIUDIZIO DI DIO, “LUOGO” DI SPERANZA 

  • TERRORE O SPERANZA? «Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ». L’immagine del Giudizio finale è non un’immagine terrificante, MA DI SPERANZA… La grazia non esclude la giustizia. Non è una spugna che cancella tutto così che quanto s’è fatto sulla terra finisca per avere sempre lo stesso valore.
  • DOSTOËVSKIJ PROTESTA A RAGIONE …Contro un tale tipo di grazia ha protestato a ragione, per esempio, Dostoëvskij nel suo romanzo: «I FRATELLI KARAMAZOV». I Malvagi alla fine, NEL BANCHETTO ETERNO, NON SIEDERANNO indistintamente a tavola accanto alle vittime, COME SE NULLA FOSSE STATO…
  •  NON SCAVIAMOCI LA FOSSA DA SOLI …Gesù, nella parabola del ricco epulone (Lc.16,19-31), ha presentato l’immagine di una tale anima devastata dalla spavalderia e dall’opulenza, che ha creato essa stessa UNA FOSSA INVALICABILE tra sé e il povero: la fossa della chiusura entro i piaceri materiali, della dimenticanza dell’altro, DELL’INCAPACITÀ DI AMARE
  • INFERNO E PARADISO: Possono esserci persone che HANNO VISSUTO PER L’ODIO. È questa una prospettiva terribile. In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile: È QUESTO L’INFERNO. Dall’altra parte possono esserci PERSONE PURISSIME, che si sono lasciate penetrare da Dio e sono aperte al prossimo, persone, delle quali la comunione con Dio orienta già fin d’ora l’intero essere e il cui andare verso Dio CONDUCE A COMPIMENTO CIÒ CHE ORMAI SONO…E’ IL PARADISO!
  • L’INCONTRO CON LUI, NOSTRO GIUDICE E… “AVVOCATO”. E’ ASSURDO?  NO!  NELLA GRAN PARTE DEGLI UOMINI RIMANE PRESENTE UN’ULTIMA APERTURA PER LA VERITÀ, PER L’AMORE, PER DIO. Nelle concrete scelte di vita, però, essa è ricoperta da compromessi col male, MOLTA SPORCIZIA COPRE LA PUREZZA Alcuni Teologi recenti sono dell’avviso che IL FUOCO CHE BRUCIA E INSIEME SALVA SIA CRISTO STESSO, IL GIUDICE E SALVATORE. L’INCONTRO CON LUI È L’ATTO DECISIVO DEL GIUDIZIO. È L’INCONTRO CON LUI CHE, BRUCIANDOCI, CI TRASFORMA E CI LIBERA PER FARCI DIVENTARE VERAMENTE NOI STESSI.  Ma nel dolore di questo incontro, in cui l’impuro ed il malsano del nostro essere si rendono a noi evidenti, STA LA SALVEZZA.  IL SUO SGUARDO, IL TOCCO DEL SUO CUORE CI RISANA… È UN DOLORE BEATO, IN CUI IL SUO AMORE CI PENETRA COME FIAMMA. Il nostro modo di vivere non è irrilevante, ma la nostra sporcizia non ci macchia eternamente, se almeno siamo rimasti PROTESI VERSO CRISTO, verso la verità e verso l’amore. IL DOLORE DELL’AMORE DIVENTA LA NOSTRA SALVEZZA E LA NOSTRA GIOIA.  LA GRAZIA CONSENTE A NOI TUTTI DI SPERARE E DI ANDARE PIENI DI FIDUCIA INCONTRO AL GIUDICE CHE CONOSCIAMO COME NOSTRO « AVVOCATO »(1Gv 2,1)

+ E’ UNA BELLA CONFORTANTE VISIONE DEL NOSTRO INCONTRO FINALE CON LUI, NOSTRO GIUDICE MA ANCHE NOSTRO AVVOCATO!

… CHE NE DITE?

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CARI AMICI, riprendiamo qualche pensiero della LETTERA DI BENEDETTO XVI, con una domanda: ma come e dove RITROVARE LA GRANDE SPERANZA? Ascoltiamolo… È IMPEGNATIVO ma…merita la nostra attenzione.

 « LUOGHI » DI ESERCIZIO DELLA SPERANZA (32 – 48)

  1. LA PREGHIERA,  SCUOLA DI SPERANZA …Un primo luogo di apprendimento della speranza è la preghiera. SE NON MI ASCOLTA PIÙ NESSUNO, DIO MI ASCOLTA ANCORA. … A DIO POSSO SEMPRE PARLARE. Se non c’è più nessuno che possa aiutarmi EGLI PUÒ AIUTARMI. IL CARD. VAN THUAN:  tredici anni di carcere. L’ascolto di Dio, il poter parlargli, divenne per lui una forza DI QUELLA GRANDE SPERANZA CHE ANCHE NELLE NOTTI DELLA SOLITUDINE NON TRAMONTA.
  • MA COME PREGARE? DILATARE E PULIRE IL CUORE… «Supponi che Dio ti voglia riempire di miele. Se tu, però, sei pieno di aceto, dove metterai il miele? IL VASO DEL CUORE, DEVE PRIMA ESSERE ALLARGATO E POI PULITOpregare è un processo di purificazione interiore che ci fa capaci per Dio e per gli uomini. NELLA PREGHIERA L’UOMO DEVE IMPARARE CHE COSA SIA DEGNO DI DIO…L’incontro con Dio risveglia la mia coscienza… Diventiamo capaci di Dio e idonei al servizio.
  1. L’AGIRE E IL SOFFRIRE  DI OGNI GIORNO  Io posso sempre sperare, anche se non ho più niente da sperare. Solo la grande speranza-certezza che la mia vita personale e la storia sono custodite nel potere dell’Amore PUÒ DARE IL CORAGGIO DI  PROSEGUIRE.  
  • Perché la sofferenza?  La sofferenza fa parte dell’esistenza umana. Sì, dobbiamo fare di tutto per superare la sofferenza, ma eliminarla completamente non sta nelle nostre possibilità, perché non possiamo scuoterci di dosso la nostra finitezza… Non è la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, MA LA CAPACITÀ DI ACCETTARE LA TRIBOLAZIONE E IN ESSA DI MATURARE, NELL’UNIONE CON CRISTO, CHE HA SOFFERTO CON INFINITO AMORE.
  • UNA LETTERA DALL’INFERNO (MARTIRE PAOLO LE-BAO-THIN(† 1857) “Questo carcere è un’immagine dell’inferno: ai crudeli supplizi di ogni genere, (ceppi, le catene di ferro…) si aggiungono odio, calunnie, cattiverie, angoscia. DIO MI È VICINO E HA LIBERATO ANCHE ME DA QUESTE TRIBOLAZIONI, TRASFORMANDOLE IN DOLCEZZA. PER LA GRAZIA DI DIO SONO PIENO DI GIOIA E LETIZIA, PERCHÉ NON SONO SOLO, MA CRISTO È CON ME. MENTRE INFURIA LA TEMPESTA, GETTO L’ANCORA FINO AL TRONO DI DIO: SPERANZA VIVA, CHE È NEL MIO CUORE…
  • AIUTARE CHI SOFFRE: VALE LA PENA? Una società che non riesce ad accettare i sofferenti, è una società disumana  L’amore esige  ESPROPRIAZIONI DEL MIO IO, IN CUI MI LASCIO POTARE E FERIRE.
  • GUARDANDO AL CROCIFISSO, SORGE LA STELLA DELLA SPERANZA L’uomo ha per Dio un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter COM-PATIRE CON L’UOMO, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Gesù. Da lì si diffonde in ogni sofferenza LA CONSOLAZIONE DELL’AMORE DI DIO E COSÌ SORGE LA STELLA DELLA SPERANZA.
  • IL NOSTRO “TESORETTO”  Queste persone erano convinte di poter inserire NEL GRANDE COM-PATIRE DI CRISTO LE LORO PICCOLE FATICHE, CHE ENTRAVANO COSÌ A FAR PARTE IN QUALCHE MODO DEL TESORO DI COMPASSIONE DI CUI IL GENERE UMANO HA BISOGNO.

 

  • CHE POSSIAMO FARE PER NON “SCIUPARE” LE NOSTRE SOFFERENZE MA UNIRLE A QUELLE DI CRISTO?

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CARI AMICI, per non essere troppo pesante… col tema pur bello della SPERANZA CRISTIANA… facciamo una pausa con un testo ritrovato in questi giorni e a me tanto caro perché  ho amato tanto PAOLO VI,  IL PAPA dei miei primi anni di sacerdozio e poi perché è di una densità  cristologica unica e per di più pronunciata a MANILA NELLE FILIPPINE tra i paesi  che mi hanno lasciato un segno visitandoli diverse volte… ASCOLTIAMOLO CON DEVOZIONE…

 «GUAI A ME SE NON PREDICASSI IL VANGELO!»   

Paolo VI, Papa (Manila, 29 novembre 1970)

NOI PREDICHIAMO CRISTO A TUTTA LA TERRA

  • «GUAI A ME SE NON PREDICASSI IL VANGELO!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è l’amore che a ciò mi spinge.
  • IO DEVO CONFESSARE IL SUO NOME: GESÙ È IL CRISTO, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). È il fondamento d’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi.
  • EGLI È IL CENTRO DELLA STORIA E DEL MONDO. EGLI È COLUI CHE CI CONOSCE E CHE CI AMA. EGLI È IL COMPAGNO E L’AMICO DELLA NOSTRA VITA. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità.
  • IO NON FINIREI PIÙ DI PARLARE DI LUI. Egli è la luce, è la verità, anzi egli è «la via, la verità, la vita» (Gv 14, 6). EGLI È IL PANE, LA FONTE D’ACQUA VIVA PER LA NOSTRA FAME E PER LA NOSTRA SETE, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. COME NOI, E PIÙ DI NOI, EGLI È STATO PICCOLO, POVERO, UMILIATO, LAVORATORE E PAZIENTE NELLA SOFFERENZA.
  • PER NOI EGLI HA PARLATO, HA COMPIUTO MIRACOLI, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, DOVE I PECCATORI POSSONO ESSERE PERDONATI, DOVE TUTTI SONO FRATELLI.
  • GESÙ CRISTO: VOI NE AVETE SENTITO PARLARE, anzi voi, la maggior parte certamente, siete già suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: Gesù Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia.
  • EGLI È LA CHIAVE DEI NOSTRI DESTINI. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico. GESÙ CRISTO!
  • RICORDATE: QUESTO È IL NOSTRO PERENNE ANNUNZIO, È LA VOCE CHE NOI FACCIAMO RISUONARE PER TUTTA LA TERRA, E PER TUTTI I SECOLI DEI SECOLI.

GRANDE, PAOLO SESTO… CHE VE NE PARE?

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CARI  AMICI, 

OGGI, DOMENICA, giorno particolarmente adatto a riflettere sulla “DOMENICA SENZA TRAMONTO” … LA VITA ETERNA. Ci può aiutare la lettera di BENEDETTO XVI CHE STIAMO LEGGENDO… una BUONA DOMENICA a tutti.  dv

  • LA VITA ETERNA,  COS’È ?  (10 – 15) 
  • VITA ETERNA: UN DONO  O… UNA CONDANNA?   Oggi molte persone rifiutano la fede perché LA VITA ETERNA non sembra loro una cosa desiderabile. Non vogliono la vita eterna, ma QUELLA PRESENTE. Continuare a vivere in eterno APPARE PIÙ UNA CONDANNA CHE UN DONO… vivere sempre, senza un termine, tutto sommato, può essere solo noioso e alla fine insopportabile «L’IMMORTALITÀ È UN PESO PIUTTOSTO CHE UN VANTAGGIO, SE NON LA ILLUMINA LA GRAZIA » (S. Ambrogio)
  • PAURA  O… IMMERSIONE NELL’OCEANO DELL’AMORE? « Eterno », suscita in noi l’idea dell’interminabile, e questo ci fa paura; Possiamo solo presagire che l’eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento dell’immergersi NELL’OCEANO DELL’INFINITO AMORE, mentre siamo sopraffatti dalla gioia. «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia» (Gv 16,22).
  • I MONACI, VITE SPRECATE  O ..ECOLOGISTI DEL MONDO?  BERNARDO DI CHIARAVALLE, illustra la responsabilità dei monaci per l’intero organismo della Chiesa, anzi, per l’umanità; « Il genere umano vive grazie a pochi; SE NON CI FOSSERO QUELLI, IL MONDO PERIREBBE.»  I giovani nobili che affluivano ai suoi monasteri dovevano piegarsi al lavoro manuale. UN APPEZZAMENTO SELVATICO DI BOSCO vien reso fertile, proprio mentre vengono abbattuti GLI ALBERI DELLA SUPERBIA, ESTIRPATO CIÒ CHE DI SELVATICO CRESCE NELLE ANIME.

LA SPERANZA CRISTIANA NEL TEMPO MODERNO  (16 – 31)

  • LA SALVEZZA VIENE DAL PROGRESSO? Ora questa «redenzione» non si attende più dalla fede… Ora si chiama: FEDE NEL PROGRESSO. Marx ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. IL SUO VERO ERRORE È IL MATERIALISMO:  l’uomo, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo soltanto  creando condizioni economiche favorevoli.
  • QUALE PROGRESSO? E IN MANO A CHI? Il progresso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche POSSIBILITÀ ABISSALI DI MALE. Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato, PROGRESSO TERRIBILE NEL MALE.
  • I CRISTIANI CHE COSA HANNO DA OFFRIRE AL MONDO? Anche i cristiani, devono imparare nuovamente in che cosa consista la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire. La scienza può contribuire molto all’umanizzazione del mondo. Essa però può anche distruggere l’uomo e il mondo… L’UOMO VIENE REDENTO MEDIANTE L’AMORE.
  • QUANDO VIVIAMO DAVVERO?  Ma anche l’amore è tanto fragile può essere distrutto dalla morte. L’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato.«Né morte né vita,  potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore » (Rm 8,38-39). Se siamo in relazione con COLUI CHE NON MUORE, che è la vita stessa,  CHE È AMORE,  ALLORA SIAMO NELLA VITA. ALLORA « VIVIAMO ».
  • FUGGIRE DA QUESTO MONDO? TU ME L’HAI IMPEDITO! « Atterrito dai miei peccati, avevo meditato la fuga nella solitudine. MA TU ME L’HAI IMPEDITO e mi hai confortato con la tua parola: « Cristo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto per tutti » (2 Cor 5,15) » Agostino ha predicato ed agito in modo semplice per la gente semplice: «Correggere gli indisciplinati, sostenere i deboli, istruire gli ignoranti, incoraggiare gli sfiduciati, aiutare i bisognosi, liberare gli oppressi, tollerare i cattivi  E [AHIMÈ!] AMARE TUTTI»             (S. Agostino)
  • E noi dove fondiamo la nostra speranza ?
  • E io cosa ho da offrire ai fratelli che incontro?

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“LA GRANDE  SPERANZA”         

LETTERA DI BENEDETTO XVI  SULLA SPERANZA CRISTIANA 

Sono tornato in sede e siccome ancora viviamo un pò tutti in situazione di grande incertezza sotto tanti aspetti… vorrei rileggere con voi in questi giorni alcuni pensieri di una bella LETTERA DI BENEDETTO XVI  SULLA SPERANZA CRISTIANA... Non vi pare che ne  abbiamo tutti un grande bisogno?

“LA GRANDE  SPERANZA”                                                                                 

LETTERA DI BENEDETTO XVI  SULLA SPERANZA CRISTIANA

CARI AMICI proseguiamo nella riflessione sulla lettera di Benedetto XVI riguardante la nostra GRANDE SPERANZA…Testo impegnativo ma assai CONSOLANTE. IN TEMPI COME QUESTI…

 LA SPERANZA NEL NUOVO TESTAMENTO (4 – 9) 

  • BARABBA  O  GESÙ?
  •  Gesù non era Spartaco, non era un combattente per una liberazione politica, come Barabba o Bar-Kochba. Ciò che Gesù, Egli stesso morto in croce, aveva portato era qualcosa di totalmente diverso: L’INCONTRO CON IL DIO VIVENTE e così l’incontro con UNA SPERANZA che era più forte delle sofferenze
  •  SCHIAVO O … FRATELLO CARISSIMO?  Ciò che di nuovo era avvenuto appare con evidenza nella Lettera di SAN PAOLO A FILEMONE. Paolo rimanda lo schiavo al suo padrone da cui era fuggito: «TI SUPPLICO PER IL MIO FIGLIO CHE HO GENERATO IN CATENE . Te l’ho rimandato, lui, il mio cuore. forse per questo è stato separato da te per un momento, perché tu lo riavessi per sempre; NON PIÙ PERÒ COME SCHIAVO, ma molto più che schiavo, COME UN FRATELLO CARISSIMO » (Fm 10-16).
  • TUTTI FRATELLI E SORELLE...Gli uomini che, secondo il loro stato civile, si rapportano tra loro come padroni e schiavi, in quanto membri dell’unica Chiesa SONO DIVENTATI TRA LORO FRATELLI E SORELLE.
  • CRISTO BUON PASTORE “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché TU SEI CON ME » (Sal 22 ) Il vero pastore è Colui che conosce la via che passa per la valle della morte; E che anche sulla strada dell’ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, CAMMINA CON ME guidandomi per attraversarla…

·         PREGHIAMO COL SALMO 22:  IL BUON PASTORE 

 IL SIGNORE È IL MIO PASTORE:  non manco di nulla;  su pascoli erbosi mi fa riposare  ad acque tranquille mi conduce. MI RINFRANCA, MI GUIDA PER IL GIUSTO CAMMINO,  per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, PERCHÉ TU SEI CON ME.  Il tuo bastone e il tuo vincastro  mi danno sicurezza.  DAVANTI A ME TU PREPARI UNA MENSA  sotto gli occhi dei miei nemici;  cospargi di olio il mio capo.  Il mio calice trabocca.  FELICITÀ E GRAZIA mi saranno compagne  tutti i giorni della mia vita,  E ABITERÒ NELLA CASA DEL SIGNORE  PER LUNGHISSIMI ANNI.

·         CANTIAMOLO CON LA VOCE E…COL CUORE  

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE Nulla manca ad ogni attesa In verdissimi prati mi pasce mi disseta a placide acque. E’ IL RISTORO DELL’ANIMA MIA, in sentieri mi guida per amore del Santo suo nome,  dietro Lui mi sento sicuro. Pur se andassi per valle oscura Non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro.

E NOI in chi o in che cosa riponiamo la nostra fiducia e la nostra speranza?

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  • ¨ SPE SALVI FACTI SUMUS:  NELLA SPERANZA SIAMO STATI SALVATI, dice san Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24).    La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata una speranza affidabile,  in virtù della quale noi possiamo affrontare…   
  •  IL PRESENTE, ANCHE FATICOSO, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se QUESTA META È COSÌ GRANDE DA GIUSTIFICARE LA FATICA DEL CAMMINO.
  • LA FEDE  È  SPERANZA  (2-3)  SPERANZA È L’EQUIVALENTE DI « FEDE »?                 « Speranza » è una parola centrale della fede biblica al punto che in diversi passi le parole «FEDE» E «SPERANZA» sono interscambiabili. La prima lettera di Pietro esorta i cristiani ad essere sempre pronti a dare una risposta circa il senso e la ragione della loro speranza ( 3,15). SPERANZA » è l’equivalente di « FEDE ».
  • DAL NULLA AL… NULLA?  Paolo ricorda agli Efesini come, prima del loro incontro con Cristo, fossero « SENZA SPERANZA E SENZA DIO NEL MONDO » (Ef 2,12). “NEL NULLA DAL NULLA QUANTO PRESTO RICADIAMO” dice un epitaffio di quell’epoca.
  • UNA PORTA SPALANCATA?  Voi non dovete « affliggervi come gli altri che NON HANNO SPERANZA » (1 Ts 4,13). Anche qui compare come elemento distintivo dei cristiani il fatto che essi hanno un futuro: sanno che la loro vita non finisce nel vuoto. La porta oscura del tempo, del futuro, È STATA SPALANCATA. Chi ha speranza vive diversamente.
  • UNA SCHIAVA CON 144 CICATRICI ….GIUSEPPINA BAKHITA, all’età di 9 anni fu rapita da trafficanti di schiavi, PICCHIATA A SANGUE E VENDUTA CINQUE VOLTE sui mercati del Sudan. In conseguenza di ciò le rimasero per tutta la vita 144 cicatrici. Nel 1882 fu comprata da un mercante italiano per il console italiano.  Dopo « padroni » così terribili di cui fino a quel momento era stata proprietà, Bakhita venne a conoscere un« padrone » totalmente diverso, nel dialetto veneziano, chiamava « PARON » IL DIO VIVENTE, IL DIO DI GESÙ CRISTO. 
  • AMATA DAL « PARÒN » SUPREMO  Fino ad allora aveva conosciuto solo padroni che la disprezzavano… Ora sentiva dire che esiste un « paron » al di sopra di tutti i padroni, e che questo Signore è buono. Veniva a sapere che questo Signore la amava. Anche lei era AMATA E PROPRIO DAL « PARON » SUPREMO.
  • LA GRANDE SPERANZA: NON POTEVA TENERLA PER SÉ   Ora lei aveva « speranza » non più solo la piccola speranza di trovare padroni meno crudeli, MA LA GRANDE SPERANZA: io sono definitivamente amata e qualunque cosa accada, IO SONO ATTESA DA QUESTO AMORE. IL 9 GENNAIO 1890, FU BATTEZZATA E CRESIMATA E RICEVETTE LA PRIMA SANTA COMUNIONE.   La liberazione che aveva ricevuto mediante l’incontro con il Dio di Gesù Cristo, SENTIVA CHE NON POTEVA TENERLA PER SÉ.

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dovendo assentarmi per alcuni giorni, mi pare bello salutarci con un pensiero al CUORE DI MARIA di cui proprio oggi facciamo LA FESTA. Che la nostra  MAMMA celeste, ci dia qualcosa del SUO CUORE e ci custodisca nel suo AMORE…                         A risentirci  presto… DV 

COL CUORE DI MARIA…

  • CUORE IN RICERCA Lc. 1,34 Allora Maria disse al1′ Ange1o: “COME È POSSIBILE? Non conosco uomo”.( Lc. 2, 48…) Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “FIGLIO, PERCHÉ CI HAI FATTO COSÌ? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”.
  • CUORE IN ASCOLTO Lc. 2,49s Ed egli rispose: “PERCHÉ MI CERCAVATE? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole.
  • CUORE DISPONIBILE  Lc. 1,38 Allora Maria disse: “ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, avvenga di me quello che hai detto”.  E l’angelo partì da lei .
  • CUORE CONTEMPLATIVO  Lc. 2,19.51  Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose MEDITANDOLE NEL SUO CUORE. Partì dunque con loro e torno a Nazareth e stava loro sottomesso. 
  • CUORE GRATO Lc. 1,46s Allora Maria disse: ” L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE  e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente…
  • CUORE SOLLECITO Lc. 1,39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, saluto Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il  saluto di Maria, il bambino le sussulto nel grembo.
  • CUORE FEDELE AI PIEDI DELLA CROCE Lc. 2,34  Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “ Ecco,   egli    è qui per la  caduta e la risurrezione di molti in  Israele e come segno di contraddizione
  • CUORE DI MADRE VERSO TUTTI Gv. 19,26s   Gesù allora, vedendo la madre e Iì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco il tuo Figlio! “. Poi disse al discepolo: “ECCO LA TUA MADRE!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa
  • CUORE PIENO DI SPIRITO SANTO Atti 1,14; 2,4 Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù… Apparvero  loro lingue come di fuoco ed ESSI FURONO TUTTI PIENI DI SPIRITO SANTO
  • CHE MARIA INTERCEDA PER NOI COME FAREBBE OGNI MAMMA... secondo la splendida poesia di UNGARETTI

La madre  – GIUSEPPE UNGARETTI       E IL CUORE QUANDO D’UN ULTIMO BATTITO AVRÀ FATTO CADERE IL MURO D’OMBRA,
PER CONDURMI, MADRE, SINO AL SIGNORE,
COME UNA VOLTA MI DARAI LA MANO.               IN GINOCCHIO, DECISA,
SARAI UNA STATUA DI FRONTE ALL’ETERNO,
COME GIÀ TI VEDEVA  QUANDO ERI ANCORA IN VITA.   ALZERAI TREMANTE LE VECCHIE BRACCIA,
COME QUANDO SPIRASTI DICENDO: MIO DIO, ECCOMI.                                                          E SOLO QUANDO M’AVRÀ PERDONATO,
TI VERRÀ DESIDERIO DI GUARDARMI.                                                                              RICORDERAI D’AVERMI ATTESO TANTO,
E AVRAI NEGLI OCCHI UN RAPIDO SOSPIRO.

…E CON DON ORIONE LA PREGHIAMO COSì 

“Dacci, o Maria, un CUORE grande che arrivi a tutti i dolori e a tutte le lacrime. Fa’ che siamo veramente quali ci vuoi, i padri dei poveri.               Che tutta la nostra vita sia sacra a dare Cristo al popolo e il popolo alla Chiesa di Cristo…  Arda essa e splenda di Cristo e in Cristo si consumi in una luminosa evangelizzazione dei poveri” (D. Orione)

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LUIGI BELTRAME QUATTROCCHI  –   MARIA CORSINI 

PRIMA COPPIA DI SPOSI BEATIFICATI                       21 OTTOBRE 2001

  • LA BEATIFICAZIONE DEI CONIUGI QUATTROCCHI segna una svolta, “storica”, sul modo comune di concepire la santità: non più soltanto appannaggio di suore, sacerdoti e singoli fedeli, ma un cammino aperto e praticabile da tutti GLI SPOSI CRISTIANI,  Il S. Padre GIOVANNI PAOLO II da tanto tempo desiderava un cammino di santità, da additare al popolo dei fedeli, realizzato da una coppia di sposi. Non hanno fondato congregazioni. Non sono partiti missionari per terre lontane. Semplicemente hanno vissuto il loro matrimonio come un cammino verso DIO FACENDOSI SANTI.  NON “MALGRADO” IL MATRIMONIO, MA IN VIRTÙ DI ESSO.  
  • LUIGI BELTRAME ERA NATO A CATANIA IL 12 GENNAIO 1880; adottato da uno zio, Quattrocchi, si trasferisce a Roma dove STUDIA GIURISPRUDENZA. QUI CONOSCE MARIA LUISA CORSINI, di 4 anni più giovane. Una ragazza: COLTA, AMANTE DELLA LETTERATURA E DELLA MUSICA… Animatori dei gruppi del Movimento di Rinascita Cristiana, avevano aderito anche al Movimento “Per Un Mondo Migliore” di P. Lombardi.
  • LUIGI FU AMICO DI DON STURZO E DI ALCIDE DE GASPERI;  ESERCITÒ L’APOSTOLATO nella testimonianza cristiana offerta nel proprio AMBIENTE DI LAVORO e nella sollecitudine costante verso i bisognosi che bussavano alla loro porta di casa
  • LEI, INFERMIERA VOLONTARIA DELLA CROCE ROSSA, durante le due guerre si prodigò instancabilmente per i soldati feriti; catechista attivissima organizzò CORSI PER FIDANZATI…Maria svolse anche un’intensa opera di apostolato con la penna, fece parte dell’Azione Cattolica e appoggiò la nascita DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL S. CUORE, accanto a P. Agostino Gemelli. La loro esistenza di sposi fu un cammino di santità, un andare verso Dio attraverso l’amore del CONIUGE.
  • APPUNTAMENTO CON IL DOLORE.    La serenità della famiglia viene scossa sul finire del 1913, quando Maria è per la quarta volta in attesa, per i  disturbi seri che incontra, vengono interpellati due tra i migliori ginecologi di Roma che consigliano  “L’ABORTO PER TENTARE DI SALVARE ALMENO LA MADRE. IL RIFIUTO DELL’ABORTO da parte di ambedue i coniugi fu unanime, affidandosi totalmente alla PROVVIDENZA DI DIO con tutta la loro fede. DIO RISPONDE al di là di ogni umana speranza e così nasce la piccola Enrichetta, la mamma è salva accanto a lei. E’ IL LUNEDÌ SANTO DEL 1914.  
  • IL LORO SEGRETO? LA PREGHIERA.  OGNI MATTINA A MESSA INSIEME ALLA BASILICA DI S. MARIA MAGGIORE, “USCITI DI CHIESA MI DAVA IL “BUON-GIORNO”, come se la giornata soltanto allora avesse il ragionevole inizio.”
  • Nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati, a LORETO E A LOURDES COL TRENO DELL’UNITALSI, lui come barelliere, lei come infermiera e dama di compagnia. Il loro esempio,  la pratica quotidiana del pregare in famiglia ebbero di certo i propri effetti sui figli, che si sentirono TUTTI E QUATTRO CHIAMATI DAL SIGNORE ALLA VITA CONSACRATA.
  • Nel progetto di Dio il matrimonio è vocazione alla santità e offre tutti i mezzi per raggiungerla. La santità del terzo millennio che la Chiesa ci addita parla proprio il linguaggio della famiglia. “Si è santi non perché si vive in chiostri odorosi di incenso, salmodiando o curando infermi: ma perché si ama. E L’AMORE È POSSIBILE A TUTTI.  IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA SONO NATURALMENTE LUOGHI DI AMORE… Non si ama un generico “prossimo” ma questa persona che è MIO MARITO, MIA MOGLIE, MIO FIGLIO, MIO FRATELLO. Lo sposato può dire a se stesso:  DIO MI HA MANDATO NELLA VITA DELLA PERSONA DI CUI MI SONO INNAMORATO, E CHIEDE DI SERVIRSI DEL MIO CUORE, DELLA MIA TENEREZZA, del mio amore, per portare in lei, in lui, la Sua vita
  • NELL’ATTESA DELLA BEATA SPERANZA”9 novembre 1951 Luigi muore CIRCONDATO DA TUTTI I SUOI FIGLI…  Maria Beltrame, lacerata nel fondo dell’animo ma non distrutta, superato nella preghiera e nella fede l’umano smarrimento della vedovanza, riprese a dedicarsi a pieni ritmi alle iniziative già vissute a fianco di Luigi. Riprese anche a scrivere, a pubblicare, sempre sul tema cristiano della famiglia. In occasione del primo anniversario, vergò, per i più intimi, il più prezioso dei suoi scritti: RADIOGRAFIA DI UN MATRIMONIO. Brevi pagine grondanti dolore umano, ma svettanti nel sublime della fede e dell’amore, in cui nel rievocare circa mezzo secolo di vita sponsale
  • Il 21 agosto del 1965, Maria andò in macchina con Enrichetta fino a Milano, per la sua visita alla sua suor Cecilia, a cui confidò: “Ho offerto la mia vita al Signore, perchè il mondo vada un po’ meglio”.
  • IL 25 AGOSTO appena terminata la RECITA DELL’ANGELUS DI MEZZOGIORNO, Maria, al braccio della sua Enrichetta, spiccò il volo afflosciandosi senza un lamento, chiamata a ricongiungersi al suo Sposo nella Betania celeste.
  • “FIAT E MAGNIFICAT” La vita dei coniugi Beltrame Quattrocchi, fu un continuo alternarsi di “FIAT E MAGNIFICAT”, nelle gioia e nelle preoccupazioni, cresceva la comune fede in Dio e nella Vergine. Le loro spoglie riposano presso il SANTUARIO DEL DIVINO AMORE A ROMA.   La Chiesa celebra la loro festa il 25 Novembre anniversario del loro matrimonio.

  • LA “RICETTA” DI PAPA FRANCESCO: “PERMESSO”, “SCUSA”, “GRAZIE”:                  Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? E’ una delle parole chiave della convivenza. “Permesso”, “scusa”, “grazie”: SE IN UNA FAMIGLIA SI DICONO QUESTE TRE PAROLE, LA FAMIGLIA VA AVANTI. “PERMESSO”, “SCUSAMI”, “GRAZIE”.
  • Quante volte diciamo “grazie” in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato!
  • E questo avviene anche con Dio. E’ facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo?
  • VOGLIAMO DARCI UN…”VOTO”  SU QUESTE 3 PAROLE?
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INNAMORATO DELL’EUCARESTIA 

ROHAN  KEMU,  GIOVANE  INDIANO   morto qualche giorno fa e assistito per 15 anni  dalle suore della Casa  della Carità

  •  Giunge dalla città indiana di Mumbai la commovente storia di un disabile fisico e psichico 18enneRohan Kemu, ospitato per 15 anni presso la Casa Mariana della Carità,  amorevolmente accudito dalle suore …
  • Rohan, sofferente dalla nascita di una grave forma di distonia muscolare, ha perso LA MADRE quando aveva appena 3 anni. Rimasto solo con il PADRE ALCOLIZZATO subiva CONTINUE PERCOSSE da parte di quest’ultimo versando in un grave stato di abbandono materiale, fino a che la gente del villaggio non ha chiesto alle suore di accoglierlo.
  • Inizialmente, a causa dei terribili traumi subiti,rimaneva chiuso in se stesso di fronte a qualunque tentativo di contatto, manifestando REAZIONI di vero e proprio PANICO ALL’ UDIRE VOCI MASCHILI che gli ricordavano quella dello scellerato genitore. A poco a poco crescendo nella Casa, insieme ad altri ospiti, anch’essi disabili, ha imparato a godere la vita, a essere felice, gioviale, sempre SORRIDENTE.
  • AMAVA L’EUCARESTIA… Dopo aver frequentato la classe di catechismo con tutti gli altri bambini, che gli ha permesso di conoscere Gesù e l’amore che aveva per lui, ha vissuto con grande gioia il momento della PRIMA COMUNIONE.
  •  DEVOTO A SAN  PADRE PIO E SAN GIOVANNI PAOLO II      Sotto il cuscino conservava le immaginette di Padre Pio e di Giovanni Paolo II, i suoi Santi favoriti che sapeva intercedevano per lui affinché venisse sollevato dalle sue sofferenze. 
  • IL SUO SORRISO era talmente contagioso che alcuni dottori che lo seguivano si sono fatti carico delle cure mediche e degli interventi chirurgici che ha dovuto affrontare. La Superiora della casa, aggiunge:
  • ROHAN  PER 15 ANNI  È STATO UN DONO PER NOI, da quando aveva 3 anni. Ci ha dato la gioia e la grazia di Toccare IL CORPO DI GESÙ.
  • DURANTE LA SUA AGONIA CI HA INSEGNATO A PREGARE…  Nei suoi ultimi 20 giorni il ragazzo aveva una febbre continua, tanto che lei lo ha tenuto in braccio come un bambino giorno e notte, senza mai lasciarlo né metterlo a letto.  Mi sedevo su una sedia, con lui fra le braccia, e pregavo il rosario della Divina Misericordia.
  • In quei momenti ho sentito la presenza di Dio, di Gesù che mi diceva: QUESTO SONO IO; È IL MIO CORPO CHE STAI SOSTENENDO; FAI QUESTO IN MEMORIA DI ME; TUTTO CIÒ CHE FAI A LUI, LO HAI FATTO PER GESÙ.
  • ROHAN CI HA INSEGNATO A VIVERE nonostante le sofferenze e OFFRENDO IL PROPRIO DOLORE A CRISTO. Egli ci ha insegnato a contemplare Dio e a come pregarlo. PIÙ SOFFRIVA, PIÙ LA SUA PREGHIERA ERA SINCERA. Anche durante la sua agonia CI HA INSEGNATO A PREGARE. Se tu lo guardavi, il tuo cuore si riempiva di compassione…
  • ROHAN è spirato lo scorso 4 giugno a UTTAN, assistito fino alla fine dalle suore della Casa Mariana della Carità che dopo  la sua morte hanno sentito “UN ODORE DI SANTITÀ”.
  • Padre Godfrey: Rohan è stato scelto da Dio prima che nascesse,  per essere un esempio di pazienza, resistenza, misericordia e amore a Dio. Se tu lo guardavi, il tuo cuore si riempiva di compassione, MA A VEDERE IL SUO ENTUSIASMO, nonostante i suoi limiti fisici... TI FACEVA VERGOGNARE!!!

CARI AMICI …Sinceramente  IO MI VERGOGNO  (…e forse un pò anche voi…)   per non saper sopportare con gioia prove ben più leggere… che ne dite?

 

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CARI AMICI,

 godiamoci ancora alcuni pensieri sull’EUCARESTIA ma oggi  tratti da un grande autore cristiano del secolo scorso  FRANCOIS MAURIAC 

EUCARESTIA, FOLLIA D’AMORE 

 MAURIAC – “GIOVEDÌ SANTO”

  • LA PICCOLA OSTIA GIUDICA L’UOMO  Nessuno conosce se stesso se non si è esaminato alla luce di quest’Ostia. Cristo si fa in essa presente perché il suo giudizio sull’uomo  SIA DI AMORE, NON DI CONDANNA. S. Francesco di Sales , in un momento di profonda angoscia, fu consolato da Cristo: Io non mi chiamo colui che condanna; IL MIO NOME È GESÙ!
  • FONTE DI PERDONO: Ogni uomo, anche carico di un enorme peso di delitti, deve sperare il perdono”
  •  ALLONTANA  LE …FIERE “C’è in essa una forza effettiva che ognuno può sperimentare in se stesso: una potenza della quale  non finiremo mai di meravigliarci. E’ la fiamma che il pellegrino accende nelle tenebre per tener lontane le fiere”(p.72)
  • FORZA PER NON PECCARE “Il peccato, che un modernissimo maestro ha scritto essere quello che non si può non fare, diventa, per sorprendente capovolgimento, proprio quello che non è loro possibile compiere, neanche  quando carne e sangue ruggiscono e reclamano. Che cosa dunque sostiene coloro che resistono, o che dalla caduta d’un subito si rialzano correndo a lavarsi alla minima macchia e per i quali il non essere puri diviene UN’INSOPPORTABILE SOFFERENZA?”(p.55)
  • PIETRA DI PARAGONE  “Basta l’annuncio dell’Eucarestia, pietra di paragone della fede degli uomini e del  loro amore per Cristo. Gesù dovette seguire con gli occhi quelli che si allontanavano, tutti coloro che lungo il corso dei tempi si sarebbero scandalizzati di quel mistero: i bestemmiatori che si sarebbero accaniti contro LA PICCOLA OSTIA SILENZIOSA, l’Agnello che non  si difende. Gesù si ritrova solo con i dodici e rivolge loro la domanda: ”E voi pure, volete abbandonarmi?”    E in questo modo  sino alla fine dei tempi, il Creatore supplicherà la sua creatura”(p.11)
  • LA GRAZIA DEL VIATICO  “Voglia il Signore concederci la grazia di non morire senza il Viatico, di entrare nel mistero della morte col solo Amico che possa con noi oltrepassare la soglia!  Che ci sia data la grazia di ritrovare al di là delle tenebre, Colui che si abbassa fino a unire la sua carne e la sua divinità a un corpo già quasi corrotto. Che egli senta il nostro impercettibile singhiozzo, l’ultimo, quello che  nessun orecchio al mondo potrà mai raccogliere; che egli riceva sulla sua faccia adorabile l’ultimo respiro e così addormentati in Cristo, seppelliti nell’Eucaristia, possiamo risvegliarci ai piedi di Cristo re, vincitore del mondo;  CHE EGLI SIA BENEDETTO PER L’IMMENSA SPERANZA NOSTRA DI NON MORIRE SOLI.”

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CARI AMICI,  anche oggi lasciamoci guidare dai bei pensieri di S. GIOVANNI PAOLO II  SULL’ ADORAZIONE EUCARISTICA...CI FANNO BENE DAVVERO. BUONA GIORNATA  A TUTTI  VOI…DV

  •  OGNI PERSONA CHE PREGA ELEVA IL MONDO...  ATTRAVERSO L’ADORAZIONE, il cristiano contribuisce alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega trascina dietro di sé il mondo e lo eleva a Dio
  • INCORAGGIO I SACERDOTI… a  ravvivare il ricordo della loro ORDINAZIONE SACERDOTALE…che essi ricordino le parole pronunciate dal Vescovo: ”PRENDETE COSCIENZA di ciò che farete,VIVETE ciò che compirete E CONFORMATEVI AL MISTERO DELLA CROCE DEL SIGNORE”TEMPI DI CONTEMPLAZIONE FEDELI E REGOLARI Attingendo alla fonte dei santi misteri mediante tempi di contemplazione fedeli e regolari, essi riceveranno frutti spirituali per la loro vita personale e per il ministero.
  • ESORTO I CRISTIANI a fare regolarmente VISITA A CRISTO PRESENTE NEL SANTISSIMO SACRAMENTO DELL’ALTARE, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi
  • IL  SACRIFICIO EUCARISTICO IL CENTRO DELLA VITA In effetti, con il dono dell’Eucarestia, noi siamo ACCOLTI DA CRISTO riceviamo il SUO PERDONO E ci nutriamo della SUA PAROLA E DEL SUO PANE e siamo quindi inviati IN MISSIONE NEL MONDO
  • LE GIORNATE VENGONO ILLUMINATE  I fedeli rafforzano la loro speranza scoprendo che, con Cristo,  la sofferenza e la disperazione possono essere trasfigurate,  poiché, con Lui, noi siamo già passati dalla morte alla vita. Pertanto quando essi offrono al Maestro della storia,  LA LORO VITA, IL LORO LAVORO E TUTTA LA CREAZIONE, ALLORA LE LORO GIORNATE VENGONO ILLUMINATE.
  •   I GIOVANI CRESCONO DAVANTI ALL’EUCARESTIA Come potranno i giovani conoscere il Signore se NON VENGONO INTRODOTTI AL MISTERO DELLA SUA PRESENZA? Come il giovane Samuele, IMPARANDO LA PREGHIERA DEL CUORE, ESSI SARANNO PIÙ VICINI AL SIGNORE CHE LI ACCOMPAGNERÀ NELLA LORO CRESCITA SPIRITUALE E UMANA
  • LA VITA INTERIORE HA BISOGNO DI SILENZIO  e di intimità con Cristo per crescere. Questa intimità progressiva con il Signore permetterà ad alcuni giovani d’impegnarsi nel servizio dell’accolitato e di partecipare più attivamente alla Messa …Stare presso l’altare è per i giovani anche un’occasione privilegiata per ASCOLTARE LA CHIAMATA DI CRISTO E SEGUIRLO PIÙ RADICALMENTE NEL MINISTERO SACERDOTALE.

 HO SCELTO TE…

–       NEL SILENZIO DELLA NOTTE, io ho scelto te.                                                           –       NELLO SPLENDORE DEL FIRMAMENTO, io ho scelto te.                                             –       NELL’INCANTO DELL’AURORA, io ho scelto te.                                                           –       NELLE BUFERE PIÙ TORMENTOSE, io ho scelto te.                                                       –       NELL’ARSURA PIÙ ARIDA, io ho scelto te.                                                                   –       NELLA BUONA E NELLA CATTIVA sorte, io ho scelto te.                                       –       NELLA GIOIA E NEL DOLORE, io ho scelto te.                                                             –       NEL CUORE DEL MIO CUORE, io ho scelto te  (Charles Schimel Lawrence)

SONO QUI AD AMARTI PER TUTTI !    

 IN ADORAZIONE CON DON ORIONE

Una volta, Gesù, sentivo bisogno di non essere solo… sentivo bisogno di uno che mi amasse… e mi amasse per tutti, che non potevo vivere così solo… SONO PASSATO TRA FIGLI E FRATELLI, MA L’AFFETTO DEGLI UOMINI NON HA SAZIATO LA POVERA ANIMA MIA. In mezzo a tanta gente, mi pareva di trovarmi abbandonato da tutti e afflitto… ERA UNA SERA, quando sono entrato nella chiesuola del mio paese e posi la testa ai piedi di quel vecchio Crocifisso, che è là, entrando, quando una voce soave e penetrante mormorò vicino al mio cuore: – GESÙ È CON TE! GESÙ È CON TE ! Scomparvero le ombre, gli affanni scomparvero …. si aprì come il tabernacolo, e Gesù si mostrò alla povera anima sconsolata e sola ! Gesù è con te! – mormorò vicino al mio cuore il Signore: SONO QUI AD AMARTI PER TUTTI ..!      Scr. 69,211

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  • CARI AMICI, la festa del CORPUS DOMINI celebrata ieri, ci impone una riflessione:  ma noi cristiani nella vita di tutti i giorni che rapporto abbiamo con GESÙ – EUCARISTIA?  E mi ricordo di una lettera di S. GIOVANNI PAOLO II  proprio  SULL’ADORAZIONE EUCARISTICA. Da giovane prete ne avevo fatto una breve sintesi con DOMANDE E RISPOSTE… VI “annoio”  se ne MEDITIAMO INSIEME qualche pensiero?… Spero di no… dv
  • I L  D O N O DELL’EUCARISTIA:  LETTERA DI S. GIOVANNI PAOLO II                   SULL’ADORAZIONE EUCARISTICA
  • GESÙ SI È ALLONTANATO DAGLI UOMINI?  “Gesù … ascendendo al Padre, NON SI È ALLONTANATO DAGLI UOMINI. Egli resta sempre in mezzo ai suoi fratelli e, come ha promesso, li accompagna e li guida mediante il suo Spirito.”
  • MA COM’È PRESENTE IN MEZZO A NOI?   Nell’ultima cena, Cristo istituì questo sacramento come memoria perpetua della sua passione…A coloro che la sua assenza avrebbe riempito di tristezza, LASCIÒ QUESTO SACRAMENTO COME INCOMPARABILE  CONFORTO”  Nessun sacramento è più prezioso e più grande di quello dell’Eucarestia…”  (S. Tommaso d’Aquino)
  • COSA FACCIAMO A MESSA? “Ogni volta che nella Chiesa celebriamo l’Eucarestia, noi RICORDIAMO LA MORTE DEL SALVATORE, ANNUNCIAMO LA SUA RISURREZIONE, NELL’ATTESA DELLA SUA VENUTA.
  • E QUANDO LA MESSA È FINITA? “Al di fuori della celebrazione eucaristica, la Chiesa si prende cura di venerare L’EUCARESTIA che deve essere conservata come il CENTRO SPIRITUALE della comunità cristiana (Paolo VI)
  • CHE COSA FARE DAVANTI ALL’EUCARESTIA?  RIMANENDO IN SILENZIO dinanzi al Santissimo Sacramento, è Cristo, realmente presente che noi adoriamo e stiamo in rapporto. 
  • LA CONTEMPLAZIONE: permette di incontrare Cristo, vero Dio e vero uomo … DI LASCIARSI GUARDARE DA LUI ..Cristo si avvicina a noi e diventa intimo con noi più di quanto lo siamo noi stessi... ci apre la porta che conduce al Padre.
  • GRAZIE, PADRE!  “Onorando il Santissimo Sacramento, rendiamo grazie al Padre, …instaurando un rapporto intimo che ci permette di chiamare Dio col nome di Padre” 
  •   FACCIAMO COME GESÙ… che passava intere notti a pregare, in particolare nei momenti in cui aveva scelte importanti da fare. Nella preghiera, il cristiano APRE IL PROPRIO CUORE e le proprie mani per ricevere il dono di Dio e per ringraziarlo dei suoi favori…
  • PERCHÉ INTRATTENERSI CON CRISTO?  E’ bello intrattenersi con Cristo  e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dall’amore infinito del suo cuore: 
  • Impariamo a conoscere Colui che si è donato totalmente per la gloria di Dio e la salvezza del mondo …Per permettere allo Spirito di agire in noi e realizzare la missione che ci è stata affidata Il mistero eucaristico è la fonte, il centro e il culmine dell’attività spirituale e caritativa della Chiesa (Pr. Ord. 6)
  •  ALLARGA IL CUORE:  L’intimità con Cristo, nel silenzio della contemplazionenon ci allontana dai nostri contemporanei, al contrario ci rende attenti e aperti  alle gioie e agli affanni degli uomini  e ALLARGA IL CUORE alle dimensioni del mondo.     Essa ci rende solidali verso i fratelli,  in particolare verso i più piccoli,  CHE SONO I PREDILETTI DEL SIGNORE
  •  Può bastare per oggi… ma qui vale il DETTO: PROVARE PER CREDERE… CHE NE DITE?

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donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it

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CARI AMICI, 

  •  OGGI è la festa del CORPUS DOMINI… FESTA A NOI TANTO CARA  PER IL SUO VALORE TEOLOGICO E SPIRITUALE ma forse perché, anche a voi come a me… ricorda la SOLENNE PROCESSIONE nella quale “NOI BAMBINI” avevamo un bellissimo compito: andare davanti al SANTISSIMO e cospargere la strada con fiori di campagna …  PETALI DI ROSA E FIORI DI GINESTRA… NOSTALGIE DI NOI VECCHIETTI ? CERTO …ma in questi giorni stiamo ancora SOFFRENDO  per il Coronavirus e gli STUDIOSI CERCANO UN VACCINO… E allora Mi è venuto questo pensiero che vi partecipo. 
  • Certamente il virus ci ha debilitati tutti in ogni senso… ma ci sono altre “PANDEMIE” non meno pericolose per le quali pure bisognerebbe trovare il VACCINO o almeno qualche MEDICINA che aiuti... Ebbene eccoci alla FESTA DI OGGI: L’EUCARISTIA BEN CELEBRATA E VISSUTA E’ LA “MEDICINA”  DEL MONDO… LO SPECCHIETTO che segue vorrebbe aiutarci…Se può fare  un pò di bene…DEO GRATIAS.  BUONA FESTA DEL CORPUS DOMINI… Fraternamente DV

CAPIRE  E  VIVERE  LA  MESSA: 

 “Non possiamo vivere   senza la cena del Signore”  (Martiri di Abitine)

 RISCOPRIAMO IL “TESORO” DELLA MESSA

MESSA: MEDICINA DEL MONDO

TENDENZA A…

LA MESSA

PROPOSTA di VITA

 

– Individualismo egocentrico ASSEMBLEA RADUNATA

DIVENTARE       Persone di comunione

– Autonomia morale

LITURGIA    DELLA PAROLA

Uditori della Parola 

– Uso “facile del denaro”

PRESENTAZIONE               DEI DONI

Uso sociale                dei beni

– Vivere per se stessi

CONSACRAZIONE            “fate questo …”

Sacrificio gradito        a Dio
– Ricerca dei piaceri sensibili COMUNIONE

Ricerca gioie spirituali

– Disimpegno   e ricerca propri interessi BENEDIZIONE  E    MISSIONE Impegni nella società e nella Chiesa

 NOTE PERSONALI … donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

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13 GIUGNO: MEMORIA DI S. ANTONIO DA PADOVA

CARI AMICI, oggi festeggiamo un SANTO 

apparentemente molto noto,  ma forse, poco

veramente CONOSCIUTO. Condivido con voi

qualche notizia e PENSIERO che  mi hanno fatto bene… fraternamente  dv

·     Nel 1219 FRANCESCO D’ASSISI  organizzò con i suoi frati una SPEDIZIONE MISSIONARIA ALLA VOLTA DEL MAROCCO, con l’intento di CONVERTIRE I MUSULMANI DELL’AFRICA. Giunti in Africa, i cinque furono uccisi … Antonio stesso riferì che il martirio di questi fratelli francescani costituì per lui la spinta all’ingresso nell’ordine del SANTO D’ASSISI, NEL SETTEMBRE 1220. 

·    PER ANTONIO IL CAPITOLO GENERALE dei Francescani si rivelò un’occasione per incontrare  FRANCESCO D’ASSISI.  Il capitolo  ebbe luogo nella valle della PORZIUNCOLA dove si raccolsero più di… 3000 FRATI; si costruirono delle capanne di stuoie. Per questo fu chiamato il CAPITOLO DELLE STUOIE.

·    PREPARAZIONE TEOLOGICA: Contro le eresie Antonio, dotato di VASTA CULTURA TEOLOGICA, si sentì portato. Ebbe modo così di evidenziare come la riflessione teologica e antieretica era impossibile senza SOLIDE BASI DOTTRINALI. Francesco stesso,  approvò L’INIZIATIVA DI ANTONIO scrivendogli: «A FRATE ANTONIO, FRATE FRANCESCO AUGURA SALUTE. Mi piace che tu insegni teologia ai nostri fratelli, a condizione però che, a causa di tale studio, non si spenga in esso lo SPIRITO DI SANTA ORAZIONE E DEVOZIONE»

 PAPA ONORIO III.  Verso la fine del 1224 quando papa Onorio III chiese a Francesco di Assisi di inviare qualcuno dei suoi come MISSIONARIO NELLA FRANCIA meridionale per convertire  I Catari e Gli Albigesi, QUESTI INVIÒ ANTONIO.

·  STILE DELLA SUA ORATORIA: “Calibrava il suo dire a seconda delle persone, così che L’ERRANTE ABBANDONAVA LA STRADA SBAGLIATA,    IL PECCATORE SI SENTIVA PENTITO, IL BUONO ERA STIMOLATO A MIGLIORARE, NESSUNO, INSOMMA, SI ALLONTANAVA  MALCONTENTO.»

 
 
     
  • L’ARRIVO A PADOVA La città aveva circa quindicimila abitanti ed era un grande centro di commerci e industrie. Qui Antonio decise di portare a termine la sua opera scritta “I SERMONI”, un’opera di profonda teologia, che lo farà proclamare DOTTORE DELLA CHIESA. Una folla notevole lo seguiva nelle sue prediche tanto che SI RIEMPIVANO LE CHIESE E LE PIAZZE. Tra PREDICAZIONI e lunghe ore dedicate al CONFESSIONALE spesso Antonio compiva LUNGHI DIGIUNI…. sebbene per eloquenza e dottrina superasse tutti, si mostrava CORTESE IN MODO MIRABILE E GOVERNAVA I SUOI FRATI CON CLEMENZA E BENIGNITÀ
  • NONOSTANTE LA CARICA DI GUARDIANO: «NON sembrava affatto superiore, MA COMPAGNO DEI FRATI; voleva essere considerato uno di loro, anzi inferiore a tutti. E pensando che CRISTO LAVÒ I PIEDI AI SUOI DISCEPOLI, LAVAVA ANCHE LUI I PIEDI AI FRATI e si adoperava a tenere puliti gli utensili della cucina.»
·         Antonio stesso nei sermoni scrisse: «LA VITA DEL PRELATO deve splendere d’intima PUREZZA, dev’essere PACIFICA, MODESTA, colma di bontà verso I BISOGNOSI. I beni di cui egli dispone,  APPARTENGONO AI POVERI, E SE NON LI DONA GENEROSAMENTE È UN RAPINATORE. DEVE GOVERNARE SENZA PARZIALITÀ, e caricare sé stesso della PENITENZA CHE TOCCHEREBBE AGLI ALTRI… inargèntino i prelati le loro parole con L’UMILTÀ DI CRISTO, COMANDANDO CON BENIGNITÀ, ché non nel vento gagliardo, non nel sussulto del terremoto, non nell’incendio È IL SIGNORE, MA NEL SUSSURRO DI UNA BREZZA SOAVE IVI È IL SIGNORE
In un’altra predicazione scrisse: «Assai più vi piaccia ESSERE AMATI CHE TEMUTI. L’AMORE rende dolci  le cose aspre e leggere le cose pesanti; «I FRATI, che sono ministri e servi degli altri frati, vìsitino e ammonìscano i loro fratelli e li corrèggano con umiltà e carità (…) ABBIANO  IN ORRORE IL DENARO, rovina della nostra professione; sapendo di essere capo di un Ordine povero, non si permetta alcun abuso IN FATTO DI DENARO.
  • ANTONIO E PAPA GREGORIO IX 
Antonio ebbe modo di incontrarsi  con il Pontefice, CHE GIUNSE IN ASSISI PER CANONIZZARE FRANCESCO, e benedire la prima pietra della Basilica dove avrebbe riposato il suo corpo. 

·         ANTONIO PREDICÒ IN FAVORE DEI POVERI E DELLE VITTIME DELL’USURA: «RAZZA MALEDETTA, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L’USURAIO NON RISPETTA NÉ IL SIGNORE, NÉ GLI UOMINI; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove… E GUARDA CHE MANI OSANO FARE ELEMOSINA, MANI GRONDANTI DEL SANGUE DEI POVERI. VI SONO USURAI che esercitano la loro professione di nascosto; altri apertamente, FANNO IL LORO MESTIERE ALLA LUCE DEL SOLE

  • Il linguaggio della sua predicazione, era semplice e diretto: «LA NATURA CI GENERA POVERI, NUDI SI VIENE AL MONDO, NUDI SI MUORE. È STATA LA MALIZIA CHE HA CREATO I RICCHI, E CHI BRAMA DIVENTARE RICCO INCIAMPA NELLA TRAPPOLA TESA DAL DEMONIO
  • LA MORTE… La Quaresima e la predicazione avevano fiaccato Antonio… Venerdì 13 giugno 1231 si sentì mancare e, avendo compreso che non gli restava molto da vivere, chiese di essere riportato a Padova dove desiderava morire. Fu trasportato verso Padova su un carro agricolo trainato da buoi (i venti chilometri della strada romana oggi sono chiamati “via del Santo”. Al convento dell’Arcella i confratelli adagiarono Antonio per terra. Ricevuta l’unzione degli infermi, ascoltò i confratelli cantare l’inno mariano da lui prediletto,O GLORIOSA DOMINA”; quindi, pronunciate, le parole VIDEO DOMINUM MEUM (VEDO IL MIO SIGNORE), morì. AVEVA… 36 ANNI.
  • UNA VITA COSÌ BREVE MA COSÌ… PIENA DI DIO E DI AMORE AI FRATELLI. 
  • CHE IMPRESSIONE CI FA?

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  • CARI AMICI, OGGI E’ LA FESTA DI S. BARNABA, UN SANTO A ME TANTO CARO PER LA SUA BONTA’ E PERCHE’ …  Ce lo racconta LUI STESSO: UNA  LIBERA RIELABORAZIONE DEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI…
  •  SEMINIAMO PACE O ZIZZANIA?

  Ci sono persone con le quali è davvero difficile andar d’accordo. Arroganti negli atteggiamenti e nelle parole.  Mai contente dei loro collaboratori.  Altri invece, grazie a Dio, sanno trovare il lato buono in ogni situazione. Umili  e operosi si rivelano sempre persone  di pace.. E l’ambiente ne risente in positivo. Nella comunità cristiana delle origini troviamo BARNABA, COLLABORATORE DI PAOLO.   Fu lui a  dargli fiducia per primo quando tutti erano ancora diffidenti. Certo venne il momento dell’incomprensione anche fra di loro…ma se il carattere di PAOLO in un  primo momento  ebbe il sopravvento, alla fine FU IL “METODO” DI BARNABA a rivelarsi più efficace: VALE LA PENA ASCOLTARLO…

  •  BARNABA IN…LINEA!  (Libera rielaborazione degli Atti degli Apostoli) Sono nato nell’isola di Cipro. I miei genitori,  alla loro morte,  mi lasciarono fertili terre che ho coltivato con passione,  per lunghi anni. Il lavoro dei campi  mi ha confermato in una innata tendenza  alla mitezza. Mi piace essere conciliante e positivo con le persone, valorizzandone i doni e incoraggiando sempre.  Forse per questo gli Apostoli, dopo un poco che stavo con loro, mi cambiarono nome: GIUSEPPE, SOPRANNOMINATO DAGLI APOSTOLI BARNABA, CHE  SIGNIFICA “FIGLIO DELL’ESORTAZIONE”, UN LEVITA ORIGINARIO DI CIPRO,  CHE  ERA PADRONE DI UN CAMPO, LO VENDETTE E NE CONSEGNÒ L’IMPORTO  DEPONENDOLO AI PIEDI DEGLI APOSTOLI.
  • Venuto a conoscenza dell’insegnamento di Gesù, me  ne innamorai a tal punto che  volli prendere alla lettera il suo invito al giovane ricco:  “VA VENDI QUELLO CHE HAI, DALLO AI POVERI, POI VIENI E SEGUIMI”  Feci proprio così. E, recatomi a Gerusalemme per la Pasqua, vi restai per sempre. Fu una  liberazione per la mia vita. Potevo dedicarmi totalmente,   alla nuova fede e ai poveri  che, numerosi, ogni giorno venivano a chiedere aiuto materiale e una parola di conforto. Un giorno notai  nella comunità un nuovo arrivato, SAULO DI TARSO. UN PERSONAGGIO FAMOSO. Prima per aver perseguitato a morte la nostra fede. E poi per la sua  conversione, improvvisa e radicale. Era sulla bocca di tutti. In realtà  si respirava aria di  diffidenza nei suoi confronti.  
  • VENUTO A GERUSALEMME, SAULO CERCAVA DI UNIRSI CON I DISCEPOLI, MA  TUTTI AVEVANO PAURA DI LUI, NON CREDENDO ANCORA CHE FOSSE UN  DISCEPOLO. Per parte mia,  cercai di avvicinarlo. Mi resi conto che la sua conversione era sincera e non c’era più nulla da temere. Anzi c’era molto da imparare. Mi sembrò giusto dargli una mano:  
  • ALLORA BARNABA LO PRESE CON SÉ, LO PRESENTÒ AGLI APOSTOLI  E RACCONTÒ LORO COME DURANTE IL VIAGGIO AVEVA VISTO IL SIGNORE CHE GLI  AVEVA PARLATO.  
  • Qualche giorno dopo vidi Saulo,  felice di essere accolto nella comunità  e di poter cominciare a rendersi utile. COSÌ EGLI POTÉ STARE CON LORO E ANDAVA E VENIVA A GERUSALEMME,  PARLANDO APERTAMENTE NEL NOME DEL SIGNORE.
  • Cominciammo a frequentarci, condividendo  pensieri  e progetti apostolici. Una profonda sintonia spirituale si andò instaurando tra noi.  Eravamo molto diversi di temperamento, ma ci completavamo a vicenda nel servizio del Vangelo. Intanto era sorta una nuova  comunità ad Antiochia di Siria: gli Apostoli decisero di mandare me per assicurare  la necessaria comunione. LA NOTIZIA  GIUNSE AGLI ORECCHI DELLA CHIESA DI GERUSALEMME, LA QUALE MANDÒ BARNABA AD ANTIOCHIA.
  • Sentivo  tutta la responsabilità di  un incarico così delicato in ambiente tanto diverso dal nostro. Invocai il Signore che mi desse sapienza nel cogliere il  bene che già esisteva:  QUANDO QUESTI GIUNSE E VIDE LA GRAZIA DEL  SIGNORE, SI RALLEGRÒ E,  DA UOMO VIRTUOSO QUAL  ERA E PIENO DI SPIRITO  SANTO E DI FEDE, ESORTAVA TUTTI A PERSEVERARE CON CUORE RISOLUTO NEL  SIGNORE.
  • Tutto questo era confortante,  ma  onestamente, mi rendevo conto che, per un’azione missionaria più organica, era necessaria  una persona  più preparata di me..  Mi ricordai del mio amico Saulo: BARNABA   PARTÌ ALLA VOLTA DI TARSO PER CERCARE SAULO E TROVATOLO LO CONDUSSE  AD ANTIOCHIA.
  • Lo presentai alla comunità, evidenziando le sue capacità e il fatto che  AVEVA VISTO IL SIGNORE: LA SUA CARTA VINCENTE PER  RENDERSI  CREDIBILE. Concordammo di rimanere tutti e due in città  e  lavorare  insieme, almeno per un anno. NON CI SFIORAVA MINIMAMENTE L’IDEA DI POSSIBILI GELOSIE O RIVALITÀ FRA NOI. La causa del Vangelo era troppo importante per perderci in simili meschinità . Ci buttammo a corpo morto nella predicazione:
  • RIMASERO INSIEME UN ANNO INTERO IN QUELLA COMUNITÀ  E ISTRUIRONO MOLTA GENTE
  • Ci conoscevamo tutti in comunità e ci capivamo. La gente rispondeva . …AD ANTIOCHIA PER LA PRIMA VOLTA I DISCEPOLI  FURONO CHIAMATI CRISTIANI. Ma  qualcuno cominciava a chiedersi se non era  troppo facile starcene tranquilli in quell’oasi di pace. Un giorno, mentre stavamo in preghiera, ci sembrò  di udire la voce dello Spirito:
  • “RISERVATE PER ME BARNABA E  SAULO PER L’OPERA ALLA QUALE LI HO CHIAMATI”. DOPO AVER   DIGIUNATO E PREGATO, I FRATELLI IMPOSERO LE MANI SU DI NOI E CI ACCOMIATARONO.
  • Ci sembrò saggio cominciare proprio da Cipro, dove potevamo contare su qualche persona buona di mia conoscenza.  ESSI DUNQUE, INVIATI DALLO SPIRITO SANTO, DISCESERO A SELÈUCIA E DI  QUI SALPARONO VERSO CIPRO.
  • Eravamo contenti.  Sentivamo la presenza del Signore Gesù. Allietati  anche  DALL’ENTUSIASMO GIOVANILE DI GIOVANNI MARCO, MIO CUGINO. Mi aveva chiesto di accompagnarci e  volentieri l’avevamo portato con noi.  I primi giorni, era fuori di sé dalla gioia.  Ma dopo qualche tempo, la fatica  del viaggio ebbe il sopravvento. Sentì di non farcela:
  •  GIOVANNI SI SEPARÒ DA LORO E RITORNÒ A GERUSALEMME.                                  Fu una grossa delusione per me  e per Paolo. Anche se servì a  farci capire che, nell’opera missionaria, bisognava  fare  i conti con le umane debolezze,  gli abbandoni,  le difficoltà di ogni genere. Tornati ad Antiochia,  radunammo la  comunità per riferire  le meraviglie che Dio aveva compiuto per mezzo nostro.
  • E SI FERMARONO PER NON POCO  TEMPO INSIEME AI DISCEPOLI.                            Una pausa di vita comunitaria. Utile al nostro ristoro  e a preparare un secondo, più impegnativo  viaggio. Ma quando si trattò di decidere  se portare nuovamente  con noi Giovanni Marco, non riuscimmo a metterci d’accordo. Io ero per dargli una possibilità di riscatto. Paolo  fu irremovibile: 
  • RITENEVA  CHE NON SI DOVESSE PRENDERE UNO CHE SI ERA ALLONTANATO DA LORO  E NON AVEVA VOLUTO PARTECIPARE ALLA LORO OPERA.
  •  Che pena! Eravamo d’accordo sulle cose sostanziali. Ci ardeva in petto lo stesso fuoco missionario. Eppure su questo particolare, non ci capivamo. Stimavo tantissimo Paolo, MA LO SENTIVO TROPPO RADICALE. Non ammetteva mezzi termini. E lui mi diceva che io ero troppo accondiscendente. Forse aveva ragione. Ma ho sempre pensato che bisognava avere pazienza con la gente, soprattutto con i giovani.   Non ci fu nulla da fare.
  •  IL DISSENSO  FU TALE CHE SI SEPARARONO L’UNO DALL’ALTRO. BARNABA, PRENDENDO CON SÉ  MARCO, S’IMBARCÒ PER CIPRO.  PAOLO INVECE SCELSE SILA E PARTÌ.
  • E’ stata la più grande sofferenza della mia  vita. Anche da lontano, sentivo parlare delle  imprese che Paolo compiva. Ne ero felice, per Lui e per il Vangelo. Continuavo a pregare e a parlare bene di Lui. CON UNA SPERANZA NEL CUORE:  COL TEMPO FORSE AVREMMO POTUTO  RICUCIRE LO STRAPPO.
  • Intanto gli anni passavano. Vedevo  che Marco andava maturando. Stava facendo un prezioso lavoro nella comunità cristiana. Era diventato un fedele interprete   di  Pietro. Chissà, pensavo, col passare del tempo, si cambia,  si diventa più flessibili. Forse anche Paolo…
  • Un giorno, Marco, mi riferì  della cordiale accoglienza ricevuta a COLOSSI PROPRIO GRAZIE  ALLE “RACCOMANDAZIONI”  DI PAOLO!  AVEVA SCRITTO LORO:  VI SALUTANO ARISTARCO E MARCO, IL  CUGINO DI BARNABA, RIGUARDO AL QUALE AVETE RICEVUTO ISTRUZIONI; SE  VERRÀ DA VOI, FATEGLI BUONA ACCOGLIENZA.  
  • Più tardi  seppi  che Paolo era stato fatto prigioniero.  E che nella solitudine del carcere, poteva contare solo su  pochi discepoli rimastigli fedeli. FRA QUESTI C’ERA  MARCO. SI ERANO DUNQUE RICONCILIATI. NON SOLO. MIO CUGINO SI ERA MESSO A SUA COMPLETA DISPOSIZIONE 
  • PRENDI MARCO E PORTALO CON TE, PERCHÉ MI SARÀ UTILE PER IL MINISTERO 
  • I miracoli della carità: Provai un grande sollievo. E anche se fisicamente distanti, sentivo d’aver come ritrovato il mio amico e  compagno di viaggi. E quella nostra sintonia profonda  SULLE COSE CHE CONTANO. SULLA CARITÀ. 
  • SE ANCHE PARLASSI LE LINGUE DEGLI UOMINI E DEGLI ANGELI, MA  NON AVESSI LA CARITÀ, SONO COME UN BRONZO CHE RISUONA, NON SONO NULLA,  NIENTE MI GIOVA!                Barnaba, il Figlio dell’esortazione

DAVANTI ALLO SPECCHIO:

  •  Cosa ti colpisce di Barnaba? Secondo te, chi aveva “ragione” tra Paolo e Barnaba? A chi assomigli  di più?
  •   E noi tendiamo  a parlare bene della gente, sottolineandone gli aspetti positivi? O troviamo gusto nello  spargere pettegolezzi?
  •     Quando c’è stata un’incomprensione cerchiamo di ricucire lo strappo?

BISOGNA CHE TU SAPPIA CONQUISTARTI SEMPRE DI PIÙ    IL CUORE DELLA POPOLAZIONE. COSA VUOI?   BISOGNA AVERE PAZIENZA, PAZIENZA, PAZIENZA!    (DON ORIONE)

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oggi festa della SS. MA TRINITÀ… Facciamoci il regalo di contemplare il  quadro più famoso di RUBLEV… intitolato appunto  LA TRINITÀ… Alla bellezza estetica immediatamente percepibile, vanno unite alcune semplici  note per comprenderne un pò meglio la profonda ricchezza teologica e spirituale

  • I TRE PERSONAGGI hanno in mano un bastoncino e…stanno camminando verso la casa di Abramo che li accoglie e li ristora all’ombra di un albero… Non è l’uomo che va verso Dio MA DIO CHE È VENUTO A INCONTRARE L’UOMO
  • IL PERSONAGGIO SULLA SINISTRA del quadro è identificato con il Padre, al centro c’è Gesù chiaramente distinto da quella mano con due dita aperte a significare la sua duplice natura: VERO DIO E VERO UOMO. Il personaggio alla destra è universalmente identificato con LO SPIRITO SANTO AMORE PERSONIFICATO che indica con la posizione della mano che il loro amore è destinato alla terra degli uomini.
  • AL CENTRO SI INTRAVVEDE un CALICE divisibile in tre parti e sopra c’è un CALICE E SOPRA UN  AGNELLO IMMOLATO…Quella atmosfera di amore FRA I TRE che si respira e che è per noi … COSTA SANGUE. Ma vale la pena…
  • Quando facciamo fatica a volerci bene tra noi…Guardiamo QUESTI “TRE” CHE SI “PIEGANOUNO VERSO L’ALTRO… È uno sguardo terapeutico.. E pacificante.

  • DON MAZZOLARI  nel  25.mo della sua ordinazione sacerdotale si esprimeva così con parole che fanno fremere un prete e fanno riflettere i fedeli che PARTECIPANO  alla S. MESSA. Non manchi oggi una preghiera per i Sacerdoti che abbiamo incontrato nella nostra vita… fraternamente  DV
  • PRETI COSÌ: DOPO 25 ANNI …   Qui, davanti all’altare, Viviamo la nostra Messa: NOI SIAMO IL DRAMMA,  SIAMO IL FIUME CHE VA, SIAMO LA MESSA…  La Messa è più che qualche cosa della nostra anima: È LA NOSTRA ANIMA. Non si cancella il carattere: non finisce la Messa. La nostra sacerdotalità è eterna come quella di Cristo… Anche oggi mi è più facile ringraziarti, Signore, più che per aver ricevuto, PERCHÉ NON HO DATO.  TU MI SOPPORTASTI LO STESSO. Tu non mi togliesti il tuo dono come all’infingardo. Tu lo aumentasti il tuo dono.    TU HAI FIDUCIA ANCORA IN ME. Nonostante le mie  infedeltà, rimango nell’atto di offerta, il calice in mano, in alto. Il Signore mi nasconde a me stesso: ogni mattina mi riveste come il prodigo … LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo.    E SI VA SOLI… SOLI senza illusione. SOLI, tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora. SOLI tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna. SOLI, nella sconfinata paternità dell’abbraccio.  SOLI, senza attese se non…reclinare il capo. Oggi, dopo 25 anni, incomincia la Messa: un povero prete stanco che ogni mattina si distende sulla croce  fino a quando i suoi poveri piedi, le sue povere braccia, il suo povero volto,  il suo povero cuore…SARANNO I PIEDI, LE BRACCIA, IL VOLTO E IL CUORE DI CRISTO.   LA MESSA DEL TEMPO FINISCE: INCOMINCIA LA MESSA DELL’ETERNITÀ. ITE, MISSA EST.
  • ATTENDERE…  QUALCUNO

La vita di ognuno è un’attesa.
Il presente non basta a nessuno.

In un primo momento, pare   che ci manchi QUALCOSA Più tardi ci si accorge che   ci manca QUALCUNO. E lo attendiamo.

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terminate le conversazioni riguardanti la LETTERA DI G. P. II  SULL’EUCARISTIA… mi  VIENE  spontaneo  dire qualcosa dei  SANTI  (…in particolare dei PRETI !) “INNAMORATI” DELL’EUCARISTIA…  Ascoltiamone qualcuno. COMINCIANDO dal SANTO CURATO D’ARS.

  •  L’EUCARISTIA E LA COMUNIONE : Tutte le buone opere messe insieme non equivalgono al sacrificio della Messa, perché sono opere degli uomini, MENTRE LA SANTA MESSA È OPERA DI DIO. NON C’È NIENTE di tanto grande quanto L’EUCARISTIA. Oh! figli miei, che cosa fa Nostro Signore nel Sacramento del suo amore? HA PRESO IL SUO CUORE BUONO PER AMARCI, ED ESTRAE DA QUESTO CUORE una traspirazione di tenerezza e di misericordia per ANNEGARE I PECCATI DEL MONDO. Eccolo là colui che ci ama tanto! Perché non amarlo?
  • IL NUTRIMENTO DELL’ANIMA È IL CORPO E IL SANGUE DI DIO. Se ci si pensa, C’È DA PERDERSI PER L’ETERNITÀ IN QUESTO ABISSO D’AMORE! Venite alla comunione, venite da Gesù, venite a vivere di Lui, per vivere per Lui. Il buon Dio, volendo darsi a noi, nel sacramento del suo amore, ci ha dato un desiderio profondo e grande che Egli solo può soddisfare.
  • LA COMUNIONE produce nell’anima come un colpo di SOFFIETTO SU UN FUOCO CHE COMINCIA A SPEGNERSI, ma dove ci sono ancora molte braci! Quando abbiamo comunicato, se qualcuno ci dicesse: “CHE COSA VI PORTATE A CASA?”, potremmo rispondere: “PORTO IL CIELO”. NON DITE che non ne siete degni. È vero: non ne siete degni, MA NE AVETE BISOGNO.
  • IL SACERDOTE Quando vedete il sacerdote, pensate a Nostro Signore Gesù Cristo. IL SACERDOTE non è sacerdote per se stesso,LO È PER VOI.  Andate a confessarvi con… la S.VERGINE O  UN ANGELO…VI ASSOLVERANNO? Vi daranno il CORPO E IL SANGUE DI NOSTRO SIGNORE? Anche se aveste 200 ANGELI per voi, non potrebbero assolvervi. UN SACERDOTE, per quanto semplice sia, PUÒ FARLO. PUÒ DIRVI: ANDATE IN PACE, VI PERDONO.   OH, IL SACERDOTE è davvero qualcosa di GRANDE!
  • UN BUON PASTORE SECONDO IL CUORE DI DIO, è il più grande tesoro che IL BUON DIO POSSA CONCEDERE A UNA PARROCCHIA, ed uno dei doni più preziosi della misericordia divina. IL SACERDOZIO È L’AMORE DEL CUORE DI GESÙ. LASCIATE UNA PARROCCHIA PER 20 ANNI SENZA SACERDOTE: VI SI ADORERANNO… LE BESTIE.
  •  IL SANTO CURATO D’ARS PREGAVA COSÌ …TI AMO, MIO DIO, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. TI AMO, O DIO, infinitamente amabile e preferisco morire amandoti,  piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. TI AMO, SIGNORE, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente.
  • TI AMO, MIO DIO, e desidero il Cielo soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dire ogni istante: “Ti amo” voglio che IL MIO CUORE TE LO RIPETA OGNI VOLTA CHE RESPIRO.
  • TI AMO, MIO DIVINO SALVATORE, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, FAMMI LA GRAZIA DI MORIRE AMANDOTI E SAPENDO CHE TI AMO 

 CHE MERAVIGLIA DI PRETE… CHE DICEVA QUESTE COSE E… CONFESSAVA …16 ORE AL GIORNO!!! E pensate che ha fatto fatica a diventare prete perché reputato … piuttosto scarso a livello intellettuale…  Ce ne fossero di …PRETI  COSI !!! CHE VE NE PARE?

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“DIES…  DOMINI”  –  LETTERA APOSTOLICA DI S. GIOVANNI PAOLO II

4°: DIES HOMINIS:  LA DOMENICA,   GIORNO  DI GIOIA, RIPOSO E SOLIDARIETÀ

Cari Amici, eccoci all’ultimo aspetto della DOMENICA: E’ IL GIORNO  DELL’UOMO – Giorno di gioia, riposo e solidarietà verso i poveri.  UN GIORNO, tanti anni fa, celebrando MESSA circondato da  persone gravemente disabili… quando ho pronunciato le parole della Consacrazione: QUESTO E’ IL MIO CORPO… mi è venuto spontaneo applicarle all’ OSTIA SANTA E AI MALATI che mi circondavano… Esperienza indimenticabile. E CHE STA ALL’ORIGINE DEL PICCOLO SCHEMA DI CONFRONTO TRA L’EUCARISTIA E I POVERI…che potete vedere. Buona giornata.

CARI  AMICI, 

siamo alle ultime battute della lettera di S. G PAOLO II sulla Domenica.. Ci proiettano verso la DOMENICA SENZA TRAMONTO!  

  •  DALLA MESSA DOMENICALE, UN’ONDA DI CARITÀ “Dalla Messa domenicale parte un’onda di carità destinata ad espandersi in tutta la vita dei fedeli…
  • invitare a TAVOLA con sé qualche persona sola,
  • far visita a degli AMMALATI,
  • procurare da mangiare a qualche FAMIGLIA BISOGNOSA,
  • dedicare qualche ora a specifiche iniziative di VOLONTARIATO                                         e di solidarietà, sarebbe certamente un modo per portare nella vita  LA CARITÀ DI CRISTO ATTINTA ALLA MENSA EUCARISTICA”
  •  QUALE CONCLUSIONE ?: UNA PROFONDA CONVINZIONE… “È davvero di capitale importanza che ciascun fedele si convinca di non poter vivere la sua fede… SENZA PRENDERE REGOLARMENTE PARTE ALL’ASSEMBLEA EUCARISTICA DOMENICALE” (81)
  • IL TEMPO: BARA O CULLA? “La Domenica è l’annuncio che il tempo, abitato da colui che è il RISORTO E IL SIGNORE della storia, NON È LA BARA delle nostre illusioni, ma LA CULLA DI UN FUTURO SEMPRE NUOVO, l’opportunità che ci viene data per trasformare i momenti fugaci di questa vita IN SEMI DI ETERNITÀ” (84)
  • “MARANA THA: VIENI, O SIGNORE!” “La Domenica è invito a guardare in avanti, è il giorno in cui la comunità cristiana grida al Cristo il suo “MARANA THA: VIENI, O SIGNORE!” In questo grido di speranza e di attesa, essa si fa compagnia e SOSTEGNO DELLA SPERANZA DEGLI UOMINI” PELLEGRINI, GUARDANDO A MARIA 
  • “ALLA VERGINE MARIA GUARDANO I FEDELI che ascoltano la Parola proclamata nell’assemblea domenicale, imparando da lei a CUSTODIRLA E MEDITARLA NEL PROPRIO CUORE…Di Domenica in Domenica, il popolo pellegrinante si pone SULLE ORME DI MARIA e la sua INTERCESSIONE MATERNA rende intensa ed efficace la preghiera che la Chiesa eleva alla Santissima Trinità”
  • IL GIUBILEO PASSERÀ, LA DOMENICA RESTA…  LA DOMENICA, CON LA SUA ORDINARIA “SOLENNITÀ” RESTERÀ    A SCANDIRE IL TEMPO DEL PELLEGRINAGGIO DELLA CHIESA,    FINO ALLA DOMENICA SENZA TRAMONTO”

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  • UNA DOMENICA DI DON ORIONE …IN BRASILE 
  •  “È DALL’8 SETTEMBRE CHE PREDICO IN PORTOGHESE; ieri che era domenica, ho predicato più volte; ho detto due Messe, dove giunsi alle dodici e mezzo, in un paese ove NON C’È SACERDOTE. TUTTA LA GENTE STAVA ASPETTANDOMI  e, quando mi videro comparire, si misero a SVENTOLARE I FAZZOLETTI PER LA GIOIA.  Erano là ad aspettare da tutta la mattina, povera gente!   E LA LORO CHIESA È UNO SQUALLORE E MI VENNE DA PIANGERE, e sull’altare ho giurato ancora una volta al Signore di essere un buon sacerdote, vedendo tutta la fede di quel popolo abbandonato.  La chiesa era “cheia” (piena), e hanno cantato, ed io a quei canti PIANGEVO DI AMORE A DIO E ALLE ANIME, e di dolore nel vedere quel popolo senza sacerdote che BATTEZZASSE I LORO BAMBINI, che confortasse i loro malati, che benedicesse LE TOMBE dei loro morti! HO FATTO IL VANGELO, HO FATTO I BATTESIMI, HO FATTO LE PUBBLICAZIONI DI MATRIMONIO, HO ACCOLTO I LORO FANCIULLI, E VISTO I LORO MALATI! Mi hanno detto SE ALMENO PER I SANTI E PER I MORTI POTRANNO AVERE UNA MESSA! Spero, o io o alcuno di noi, di andarvi. Cari miei figli, qui la nostra messe delle spighe d’oro abbonda ogni dì più, e il campo del lavoro, il campo della carità, delle anime, si allarga, MA LE BRACCIA SONO POCHE!  FATE PRESTO A FORMARVI, FATE PRESTO A CRESCERE, FATE PRESTO A VENIRE” (Mar de Espanha, 17 Ott. 1921)
  • CARI AMICI, cosa ci resterà di questa lettera SULLA DOMENICA?
  • .. come reagiamo a UNA PAGINA COSÌ DI D. ORIONE?                      ————————————————————————————————————————————————————————————————————————

 

donalesiani@gmail.com   www.donvincenzoalesiani.it

  •  DIO SI RIPOSA CON… L’UOMO?!         “Dice Ambrogio: Grazie al Signore Dio nostro che fece un’opera ove egli potesse trovare riposo. Fece il cielo, ma non leggo che ivi abbia riposato; fece le stelle, la luna, il sole e non leggo che abbia in essi riposato. LEGGO CHE FECE L’UOMO E CHE ALLORA SI RIPOSÒ, AVENDO IN LUI UNO AL QUALE POTEVA PERDONARE I PECCATI”
  • GIORNO DI RIPOSO, DIALOGO,  CONTEMPLAZIONE: “Attraverso il riposo domenicale, le preoccupazioni e i compiti quotidiani possono ritrovare la loro giusta dimensione: LE COSE MATERIALI lasciano posto ai VALORI DELLO SPIRITO; LE PERSONE con le quali viviamo riprendono, nel dialogo più pacato, il loro vero volto. LE bellezze della NATURA possono essere riscoperte e profondamente gustate” (67)
  •  L’ESIGENTE CULTURA DELLA CONDIVISIONE “La Domenica deve anche dare ai fedeli l’occasione di dedicarsi alle attività di carità e di apostolato: NON C’È GIOIA SENZA AMORE” Lungi dal promuovere la mentalità dell’”obolo”, fa piuttosto appello a una ESIGENTE CULTURA DELLA CONDIVISIONE” (70)

“QUESTO  È  IL  MIO  CORPO” 

San Giovanni Crisostomo: Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando si trova nudo. Non rendergli onore qui nel tempio con stoffe di seta, per poi trascurarlo fuori, dove patisce freddo e nudità. Colui che ha detto “Questo è il mio corpo” è il medesimo che ha detto “Voi mi avete visto affamato e non mi avete nutrito” A che serve che la tavola eucaristica sia sovraccarica di CALICI D’ORO QUANDO LUI MUORE DI FAME? COMINCIA A SAZIARE LUI AFFAMATO, POI con quello che resterà POTRAI ORNARE ANCHE L’ALTARE” (71)

IN CONTEMPLAZIONE DEL MEDESIMO SIGNORE

NELL’OSTIA E NEL  POVERO…

***

NELLA POVERTÀ DELLE APPARENZE

Un semplice pezzo di pane: “Nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane” (1Cor 11,24) I Poveri non sono “belli”, come il servo di Dio:  “Non ha apparenza né bellezza”(Is. 53)

 LA PRESENZA DI CRISTO IN MEZZO A NOI

“Prendete e mangiatene tutti:  questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi” (liturgia) “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di  questi miei fratelli l’avete fatto  a me” (Mt 25)

IMMAGINE DI DIO FATTA PERSONA

“Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura…” (Col. 1,15) Nel più misero degli uomini                          brilla l’immagine di Dio   (Don Orione)

I  VERI TESORI DELLA CHIESA

“Il sacrificio eucaristico, fonte                    e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11) “Portami, Vergine benedetta ad accogliere gli orfanelli e i poveri…             i tesori della Chiesa”(D. Orione)

FONTE DEL NOSTRO PERDONO

“Questo è il mio sangue,                                 versato per voi e per tutti in remissione dei peccati…” “La carità copre una moltitudine di peccati (1Pt 4,8 )                                                “Il Signore perdona tante cose per un’opera di misericordia”(D. Orione)

LA NOSTRA SALVEZZA O LA NOSTRA CONDANNA…

“Chi mangia  questo pane vivrà in eterno” (Gv 6)                                                      “Chi mangia  e beve senza riconoscere il corpo del Signore,  mangia e beve la propria condanna” (1Cor. 11,29) “Venite, benedetti del Padre mio…avevo fame avevo sete…  ero malato …l’avete fatto a me!                                    Lontano da me, maledetti… avevo fame avevo sete…ero malato …                               non mi avete assistito” (Mt25)

 CHE NE PENSATE, AMICI? …..

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CARI  AMICI,

Le prove della vita non mancano per nessuno…  C’è un pensiero nella LETTERA DEL PAPA che stiamo esaminando,  che mi colpì tanto fin da quando la lessi la prima volta. “OGGI, IL CREDENTE SE NON VUOLE ESSERE SOPRAFFATTO, deve poter contare sul sostegno della COMUNITÀ CRISTIANA…. È  necessario che egli si convinca dell’importanza che ha il RIUNIRSI LA DOMENICA CON GLI ALTRI FRATELLI  PER CELEBRARE LA PASQUA DEL SIGNORE”… Continuiamo a sostenerci a vicenda . Buona giornata a tutti voi.

 3°  DIES  ECCLESIAE:  L’ASSEMBLEA EUCARISTICA,  CUORE DELLA DOMENICA

  •  NELLA MESSA RIVIVIAMO L’ESPERIENZA DEGLI APOSTOLI “È proprio nella Messa domenicale che i cristiani rivivono l’esperienza fatta dagli Apostoli la sera di Pasqua, QUANDO IL RISORTO SI MANIFESTÒ AD ESSI RIUNITI INSIEME.” 
  •  “Tra tutte le attività che una parrocchia svolge, NESSUNA È TANTO FORMATIVA DELLA COMUNITÀ QUANTO LA CELEBRAZIONE DOMENICALE DEL GIORNO DEL SIGNORE” (35)
  • … PER PROMUOVERE L’UNITÀ  Nelle messe domenicali della Parrocchia “comunità eucaristica” è normale che si ritrovino i vari gruppi, movimenti, comunità religiose  Questo consente loro di FARE ESPERIENZA di ciò che è ad essi PIÙ COMUNE, al di là delle LORO SPECIFICHE VIE SPIRITUALI
  • IL GIORNO DELLA SPERANZA CRISTIANA  La Domenica è il giorno della speranza cristiana… Celebrando il memoriale di CRISTO, MORTO, RISORTO E ASCESO AL CIELO, la comunità cristiana si pone “NELL’ATTESA CHE SI COMPIA LA BEATA SPERANZA E VENGA IL NOSTRO SALVATORE GESÙ CRISTO”
  • SACRIFICIO DI CRISTO E DELLA CHIESA  Al suo sacrificio Cristo unisce quello della sua Chiesa… “la vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, sono uniti a quelli di Cristo e in questo modo ACQUISTANO UN VALORE NUOVO” 
  • UN GESTO ESPRESSIVO…IL SEGNO DI PACE Lo scambio del segno di pace è un gesto particolarmente espressivo…come impegno di vicendevole amore nel ricordo dell’esigente parola di Cristo: “VA PRIMA A RICONCILIARTI CON TUO FRATELLO e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23s)
  • DALLA MESSA ALLA… MISSIONE. Ricevendo il pane di vita, i discepoli di Cristo si dispongono ad affrontare, i compiti che li attendono nella loro vita ordinaria… il discepolo di Cristo torna nel suo ambiente abituale con l’impegno di fare di tutta la sua vita un dono, un sacrificio gradito a Dio…
  • DALLA MESSA LA FORZA PER NON ESSERE SOPRAFFATTI  Oggi, Il credente se non vuole essere sopraffatto, deve poter contare sul sostegno della COMUNITÀ CRISTIANA….È  necessario che egli si convinca dell’importanza che ha il RIUNIRSI LA DOMENICA CON GLI ALTRI FRATELLI per celebrare la PASQUA DEL SIGNORE”

HAI UN PROBLEMA? 

RISOLVILO   A  MESSA…!!!

1.  Non riesco a perdonare chi mi  ha fatto del male… 

 2.  Sono nervoso,  vedo tutto nero e maledico tutti…

 3.  Non ho voglia di vedere nessuno…

 4.  Adesso basta, credo d’aver  fatto abbastanza…Ora tocca agli altri…

 5.  Io penso alla  mia famiglia… ai poveri ci pensi lo Stato

 

 6.  Con certe persone non si può collaborare…  meglio far da soli

 

7.  E’ da tanto tempo che sopporto.  Adesso basta.  Mi rifaccio una vita…

  

NELLA NOTTE IN CUI FU TRADITO EGLI PRESE IL PANE E LO DIEDE

 RESE GRAZIE CON LA PREGHIERA DI BENEDIZIONE

 OFFRENDOSI LIBERAMENTE ALLA SUA PASSIONE

 …SPEZZÒ IL PANE… QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI

 QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE VERSATO PER VOI E PER TUTTI

 MA L’OSTIA SANTA È FATTA DI  GRANI  DI FRUMENTO MACINATI, IMPASTATI E COTTI…

 BEVETENE TUTTI,             QUESTO È IL MIO SANGUE PER  LA NUOVA ED ETERNA  ALLEANZA PER LA REMISSIONE DEI PECCATI

1.   AMORE CHE PERDONA 

2.    AMORE CHE BENEDICE

 

 3.   AMORE CHE SI OFFRE

4.   AMORE CHE SI SACRIFICA 

 

 5.    AMORE PERSONALE E UNIVERSALE

 

6.   AMORE CHE COSTRUISCE COMUNIONE

                                                 

7.   AMORE PURISSIMO SILENZIOSO E FEDELE 24 ORE SU 24.

CARI AMICI: sono semplici “briciole” eucaristiche…    Possono farci del bene?  Possono aiutarci a VIVERE CIÒ  CHE … PREGHIAMO?!

 donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it

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CARI AMICI  che effetto vi fa pensare che lo schema della Messa di oggi (recuperato dal CONCILIO VAT. 2°) è lo stesso di quello di 1900 anni fa…da una messa cosi I NOSTRI PRIMI FRATELLI NELLA FEDE  traevano FORZA PER ESSERE…MARTIRI DI GESÙ!?  E noi, oggi, da dove prendiamo la forza? CHE NE DITE?   

                                                                                      donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

 

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 2°: DIES CHRISTI  

IL GIORNO DEL SIGNORE RISORTO                           

CARI AMICI, mi rendo conto che il tema scelto per queste conversazioni è abbastanza impegnativo. Sono tentato di fermarmi già alla seconda puntata… consapevole che il linguaggio social richiede ben altro stile… ma a me povero Prete da 52 anni… pare che sia nostro COMPITO non solo invitare la gente ad ANDARE A MESSA ma  soprattutto a farne scoprire LA PROFONDA RICCHEZZA SPIRITUALE E ANCHE L’EFFICACIA PER MIGLIORARE  IL VIVERE QUOTIDIANO E I NOSTRI RAPPORTI UMANI…   SCUSATE… e buona…. festa della Repubblica !!??

  •  DAL SABATO ALLA… DOMENICA: Il Precetto sul giorno del Signore viene pienamente svelato nella gloria che rifulge SUL VOLTO DI CRISTO. Dal settimo giorno si passa AL PRIMO GIORNO: IL DIES DOMINI DIVENTA IL DIES CHRISTI! (n. 18)
  • IL PRIMO GIORNO DOPO IL SABATO”, primo della settimana, cominciò a caratterizzare il ritmo della vita dei discepoli di Cristo (At. 20,7) I giorni festivi del calendario greco e romano non coincidevano con la Domenica cristiana. Si spiega perché i fedeli fossero costretti a RIUNIRSI PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE”
  • LA DOMENICA, PREANNUNZIO DELLA VITA SENZA FINE “La Domenica è anche “GIORNO OTTAVO”…LA DOMENICA È IL PREANNUNZIO della vita che rianima la speranza dei cristiani e li incoraggia nel loro cammino”
  • IL GIORNO DI CRISTO-LUCE  Una intuizione pastorale suggerì alla Chiesa di cristianizzare, per la Domenica, la connotazione di “GIORNO DEL SOLE” espressione con cui i Romani denominavano questo giorno e che ancora emerge in alcune lingue contemporanee “(cfr. l’inglese Sun-day!)  S. Giustino, utilizza la terminologia corrente per annotare che i cristiani facevano la loro adunanza “nel giorno detto del sole” …

I  DUE DOCUMENTI  PIU’ ANTICHI E FONDAMENTALI  SULLA MESSA

1 DALLA «DOTTRINA DEI 12 APOSTOLI»:   COSI’ RENDETE GRAZIE:

  • Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù; GLORIA A TE NEI SECOLI. 
  • COME QUESTO PANE SPEZZATO ERA DISPERSO SOPRA I MONTI e, raccolto, è diventato una cosa sola, così sia radunata la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo Regno; TUA È LA GLORIA E LA POTENZA NEI SECOLI. 
  • Nessuno mangi e beva della vostra Eucaristia, se non coloro che sono stati battezzati nel nome del Signore..
  • Una volta saziati ringraziateTi rendiamo grazie, o Padre santo, per la conoscenza, la fede e l`immortalità che ci hai manifestato per mezzo di Gesù tuo Servo. GLORIA A TE NEI SECOLI.

2.  TESTIMONIANZA  DI SAN GIUSTINO MARTIRE (Verso Il 155)                                                 NEL GIORNO  CHIAMATO «DEL SOLE» 

  • NEL GIORNO CHIAMATO «DEL SOLE» ci si raduna tutti insieme, Abitanti delle città o delle campagne.
  • Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente. Quando il lettore ha terminato,
  • il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi…sia per gli altri, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.  
  • Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino temperato. Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre  nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: eucharistian) per essere stati fatti degni da lui di questi doni.
  • Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: «Amen».
  •  Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane,          il vino e l’acqua «eucaristizzati»
  • e ne portano agli assenti  (S.Giustino, Apologiae, 1,65)
– DOMENICA 

– ASSEMBLEA

-LITURGIA                della parola

– OMELIA

 PREGHIERA                 dei fedeli

-SCAMBIO                della pace

– PREGHIERA EUCARISTICA

– ILGRANDE “AMEN”

 – COMUNIONE

EUCARISTIA             AGLI INFERMI

   HAI UN PROBLEMA? 

 

RISOLVILO   A  MESSA…!!!

1.  Non riesco a perdonare chi mi  ha fatto del male… 

 2.  Sono nervoso,  vedo tutto nero e maledico tutti…

 3.  Non ho voglia di vedere nessuno…

 4.  Adesso basta, credo d’aver  fatto abbastanza…Ora tocca agli altri…

 5.  Io penso alla  mia famiglia… ai poveri ci pensi lo Stato

 6.  Con certe persone non si può collaborare…  meglio far da soli

 7.  E’ da tanto tempo che sopporto.  Adesso basta.  Mi rifaccio una vita…

                                                                  NELLA NOTTE IN CUI FU TRADITO EGLI PRESE IL PANE E LO DIEDE  

 RESE GRAZIE CON LA PREGHIERA DI BENEDIZIONE

 

OFFRENDOSI LIBERAMENTE ALLA SUA PASSIONE

 …SPEZZÒ IL PANE… QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI

 QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE VERSATO PER VOI E PER TUTTI

 MA L’OSTIA SANTA È FATTA DI  GRANI  DI FRUMENTO MACINATI, IMPASTATI E COTTI…

 BEVETENE TUTTI,                       QUESTO È IL MIO SANGUE PER  LA NUOVA ED ETERNA  ALLEANZA PER LA REMISSIONE DEI PECCATI

1.   AMORE CHE PERDONA 

2.    AMORE CHE BENEDICE

 

3.   AMORE CHE SI OFFRE

4.   AMORE CHE SI SACRIFICA 

 5.    AMORE PERSONALE E UNIVERSALE

 6.   AMORE CHE COSTRUISCE COMUNIONE

                                                  7.   AMORE PURISSIMO SILENZIOSO E FEDELE 24 ORE SU 24.

CARI AMICI  che effetto vi fa pensare che lo schema della Messa di oggi (recuperato dal CONCILIO VAT. 2°) è lo stesso di quello di 1900 anni fa...da una messa cosi I NOSTRI PRIMI FRATELLI NELLA FEDE  traevano FORZA PER ESSERE…MARTIRI DI GESÙ!?  E noi, oggi, da dove prendiamo la forza? CHE NE DITE?   

                                                                                      donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

 

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 LETTERA APOSTOLICA DI S. GIOVANNI PAOLO II

  • IL GIORNO DEL SIGNORE  “Il giorno del Signore ha avuto sempre nella storia della Chiesa, una considerazione privilegiata…È LA PASQUA DELLA SETTIMANA in cui si celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. È invito a rivivere l’esperienza dei DUE DISCEPOLI DI EMMAUS che sentirono ardere il cuore mentre il Signore si affiancava a loro lungo il cammino
  • IL “GIORNO DEL SIGNORE” È “IL SIGNORE DEI GIORNI” Commemorando ogni Domenica il giorno della risurrezione di Cristo la Chiesa intende additare ad ogni generazione l’asse portante della storia. Il “giorno del Signore” è “il signore dei giorni”
  • DOMENICA O “FINE SETTIMANA”? “Ma oggi…si è affermata largamente la pratica del “Week-end”, inteso come tempo settimanale di sollievo…Quando la Domenica perde il significato originario e si riduce a puro “FINE SETTIMANA” può capitare che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il “cielo”. Per quanto VESTITO A FESTA, diventa intimamente incapace di “FAR FESTA”
  • TEMPO PERDUTO O GUADAGNATO? “RISCOPRIRE LA DOMENICA: non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo.   “Il tempo donato a Cristo non è mai tempo perduto, ma piuttosto tempo guadagnato per L’UMANIZZAZIONE DEI NOSTRI RAPPORTI E DELLA NOSTRA VITA”.
  • 1°-  LA DOMENICA, CELEBRA L’OPERA DEL CREATORE LA SOSTA DI DIO di fronte all’opera uscita dalle sue mani Il riposo divino del settimo giorno esprime la sosta di Dio di fronte all’opera molto buona uscita dalle sue mani per volgere ad essa uno sguardo colmo di GIOIOSO COMPIACIMENTO: UNO SGUARDO CONTEMPLATIVO, che mira a godere la bellezza di quanto è stato compiuto.
  •   TUTTO È DI DIO! “Il rapporto dell’uomo con Dio ha bisogno di momenti di esplicita preghiera, in cui il rapporto si fa dialogo intenso…Il giorno del Signore è per eccellenza il giorno di questo rapporto in cui l’uomo eleva a Dio il suo canto, facendosi voce dell’intera creazione Proprio per questo è anche il giorno del riposoTutto è di Dio!
  • RIPOSARE NEL SIGNORE “…il fedele è invitato a riposare non solo come Dio ha riposato ma a RIPOSARE NEL SIGNORE, riportando a lui tutta la creazione, nel rendimento di grazie nell’intimità filiale e nell’amicizia sponsale

” BRICIOLE  EUCARISTICHE ”   

 RISCOPRIAMO

IL “TESORO” DELLA MESSA 

 “Non possiamo vivere  senza la cena del Signore”   (Martiri di Abitine)

SANTA MESSA: MEDICINA DEL MONDO…!?  

  • – Tendenza … all’ individualismo e al “fai da te”
  • – L A  M E S S A:  ASSEMBLEA RADUNATA –  diventare persone di COMUNIONE
  • Tendenza …- all’autonomia morale …Faccio quello che mi pare
  • LITURGIA DELLA PAROLA –  ASCOLTARE LA PAROLA  DI DIO
  • – Tendenza … – all’ uso “facile”  del denaro”… e a sprecare soldi
  • PRESENTAZIONE  DEI DONI: uso dei beni pensando ai POVERI
  • Tendenza a vivere per se stessi                                                 
  • CONSACRAZIONE: “spezzò il pane” – capaci di “SPEZZARCI”
  • Tendenza  alla ricerca del piacere sensibile
  • COMUNIONE al CORPO DI CRISTO… ricerca  di GIOIE SPIRITUALI
  • – Tendenza a guardare solo ai propri interessi                       
  •   BENEDIZIONE – MISSIONE:  IMPEGNARSI nella Società e Chiesa…

 + QUANTE MEDICINE prendiamo ogni giorno? LA MESSA non sarà quella di cui abbiamo più bisogno?… che ne pensi?………………..    donalesiani@gmail.com.

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26 comments

  1. “Volgi gli occhi pietosi allo mio stato,
    Donna del cielo,
    e non m’ avere a sdegno,
    perch’io sia di peccati grave e brutto.

    Io SPERO in te, e ‘n te sempre ho sperato:
    prega per me,
    ed esser mi fa’ degno di veder teco il tuo beato frutto”.

    (G. BOCCACCIO)

  2. QUANDO SAREMO DAVANTI A LUI :
    sì , abbiamo DAVVERO BISOGNO DI FERMARCI IN parole e concetti così ” eterni ” .

    ” Signore , aiutaci a contare i nostri giorni , e giungeremo alla sapienza del cuore ” ….del vivere , delle scelte .

  3. “Punto di partenza: carità e verità non sono nemiche; come non lo sono scienza e fede, pensiero umano e pensiero divino; estrema elaborazione critica ed estrema semplicità mistica.“
    — Papa Paolo VI

  4. «GUAI A ME SE NON PREDICASSI IL VANGELO!»
    Paolo VI, papa (Manila, 29 novembre 1970)
    Noi predichiamo Cristo a tutta la terra

    «GUAI A ME SE NON PREDICASSI IL VANGELO!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è l’amore che a ciò mi spinge. IO DEVO CONFESSARE IL SUO NOME: GESÙ È IL CRISTO, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). È il fondamento d’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. EGLI È IL CENTRO DELLA STORIA E DEL MONDO. EGLI È COLUI CHE CI CONOSCE E CHE CI AMA. EGLI È IL COMPAGNO E L’AMICO DELLA NOSTRA VITA. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità. IO NON FINIREI PIÙ DI PARLARE DI LUI. Egli è la luce, è la verità, anzi egli è «la via, la verità, la vita» (Gv 14, 6). EGLI È IL PANE, LA FONTE D’ACQUA VIVA PER LA NOSTRA FAME E PER LA NOSTRA SETE, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. COME NOI, E PIÙ DI NOI, EGLI È STATO PICCOLO, POVERO, UMILIATO, LAVORATORE E PAZIENTE NELLA SOFFERENZA. Per noi egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, DOVE I PECCATORI POSSONO ESSERE PERDONATI, DOVE TUTTI SONO FRATELLI. Gesù Cristo: voi ne avete sentito parlare, anzi voi, la maggior parte certamente, siete già suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: Gesù Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico. GESÙ CRISTO! RICORDATE: QUESTO È IL NOSTRO PERENNE ANNUNZIO, È LA VOCE CHE NOI FACCIAMO RISUONARE PER TUTTA LA TERRA, E PER TUTTI I SECOLI DEI SECOLI.

  5. Dalle «Omelie» di san Gregorio di Nissa, vescovo
    DIO PUÒ ESSERE TROVATO NEL CUORE DELL’UOMO
    Nella vita dell’uomo la salute del corpo rappresenta un bene, ma la felicità non consiste nel conoscere la ragione della salute, BENSÌ NEL VIVERE IN SALUTE. Se uno dopo aver celebrato le lodi della salute, prende cibi che gli causano malattie, che cosa gli possono giovare le lodi della salute ? Allo stesso modo dobbiamo intendere il presente discorso, quando il Signore dice che la felicità non consiste nel conoscere qualche verità su Dio, MA NELL’AVERE DIO IN SE STESSI: «BEATI», INFATTI, «I PURI DI CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO» (MT 5, 8). MI PARE PROPRIO CHE DIO VOGLIA MOSTRARSI A FACCIA A FACCIA A COLUI CHE HA L’OCCHIO DELL’ANIMA BEN PURIFICATO, MA SECONDO QUANTO DICE CRISTO: IL REGNO DI DIO È DENTRO DI VOI (cfr. Lc 17, 21). Chi ha purificato il suo cuore può contemplare l’immagine della divina natura nella bellezza della sua stessa anima.
    Se dunque laverai le brutture che hanno coperto il tuo cuore, RISPLENDERÀ IN TE LA DIVINA BELLEZZA. COME IL FERRO, LIBERATO DALLA RUGGINE, SPLENDE AL SOLE, COSÌ ANCHE L’UOMO INTERIORE, QUANDO AVRÀ RIMOSSO DA SÉ LA RUGGINE DEL MALE, RICUPERERÀ LA SOMIGLIANZA CON LA FORMA ORIGINALE E PRIMITIVA E SARÀ BUONO.
    Quindi chi vede se stesso, contempla ciò che desidera in se stesso. In tal modo diviene beato chi ha il cuore puro, perché mentre guarda la sua purità, scorge, attraverso questa immagine, la sua prima e principale forma. Coloro che vedono il sole in uno specchio, benché non fissino i loro occhi in cielo, vedono il sole non meno bene di quelli che guardano direttamente l’astro luminoso. COSÌ ANCHE VOI, BENCHÉ LE VOSTRE FORZE NON SIANO SUFFICIENTI PER SCORGERE E CONTEMPLARE LA LUCE INACCESSIBILE, SE RITORNERETE ALLA GRAZIA ORIGINARIA TROVERETE IN VOI CIÒ CHE CERCATE. LA DIVINITÀ INFATTI È PUREZZA, È ASSENZA DI VIZI E DI PASSIONI, È LONTANANZA DA OGNI MALE. SE DUNQUE QUESTE REALTÀ SONO IN TE, DIO È SENZ’ALTRO IN TE. QUANDO PERTANTO LA TUA ANIMA SARÀ PURA DA OGNI SORTA DI VIZI, LIBERA DA PASSIONI E DIFETTI E LONTANA DA OGNI INQUINAMENTO, ALLORA SEI FELICE PER L’ACUTEZZA E LA LIMPIDEZZA DELLA VISTA, PERCHÉ CIÒ CHE SFUGGIRÀ ALLO SGUARDO DI COLORO CHE NON SI SONO PURIFICATI, TU INVECE, PURIFICATO, LO SCORGERAI. TOLTA DAGLI OCCHI SPIRITUALI L’OSCURITÀ MATERIALE, AVRAI LA BEATA VISIONE NELLA PURA SERENITÀ DEL CUORE.
    E questo sublime spettacolo in che cosa consiste? NELLA SANTITÀ, NELLA PUREZZA, NELLA SEMPLICITÀ, E IN TUTTI I LUMINOSI SPLENDORI DELLA NATURA DIVINA PER MEZZO DEI QUALI SI VEDE DIO.

  6. IL CRISTIANO È UN ALTRO CRISTO san Gregorio di Nissa, vescovo

    PAOLO HA CONOSCIUTO CHI È CRISTO MOLTO PIÙ A FONDO DI TUTTI E CON LA SUA CONDOTTA HA DETTO CHIARAMENTE COME DEVE ESSERE COLUI CHE DA CRISTO HA PRESO IL SUO NOME. Lo ha imitato con tanta accuratezza da mostrare chiaramente in se stesso i lineamenti di Cristo e trasformare i sentimenti del proprio cuore in quelli del cuore di Cristo, tanto da non sembrare più lui a parlare. PAOLO PARLAVA, MA ERA CRISTO CHE PARLAVA IN LUI. SENTIAMO DALLA SUA STESSA BOCCA COME AVESSE CHIARA COSCIENZA DI QUESTA SUA PREROGATIVA: «VOI VOLETE UNA PROVA DI COLUI CHE PARLA IN ME, CRISTO» (CFR. 2 COR 13, 3) E ANCORA: «NON SONO PIÙ IO CHE VIVO, MA CRISTO VIVE IN ME» (Gal 2, 20).
    Egli ci ha mostrato quale forza abbia questo nome di Cristo, quando ha detto che è LA FORZA E LA SAPIENZA DI DIO, QUANDO LO HA CHIAMATO PACE E LUCE INACCESSIBILE, SPLENDORE DELLA GLORIA E IMMAGINE DELLA SOSTANZA DIVINA, CREATORE DEI SECOLI, CIBO E BEVANDA SPIRITUALE, PIETRA E ACQUA, FONDAMENTO DELLA FEDE, PIETRA ANGOLARE, IMMAGINE DEL DIO INVISIBILE, CAPO DEL CORPO DELLA CHIESA, PRINCIPIO DELLA NUOVA CREAZIONE, PRIMIZIA DI COLORO CHE SI SONO ADDORMENTATI, ESEMPLARE DEI RISORTI E PRIMOGENITO FRA MOLTI FRATELLI, MEDIATORE TRA DIO E GLI UOMINI, FIGLIO UNIGENITO CORONATO DI ONORE E DI GLORIA, SIGNORE DELLA GLORIA E PRINCIPIO DI OGNI COSA, RE DI GIUSTIZIA, E INOLTRE RE DELLA PACE, RE DI TUTTI I RE, CHE HA IL POSSESSO DI UN REGNO NON LIMITATO DA ALCUN CONFINE.
    Lo ha designato con queste e simili denominazioni, tanto numerose che non è facile contarle. Se tutte queste espressioni si raffrontassero fra loro e si cogliesse il significato di ognuna di esse, ci mostrerebbero la forza mirabile del nome di Cristo e della sua maestà, che non può essere spiegata con parole. CI SVELEREBBERO PERÒ SOLO QUANTO PUÒ ESSERE COMPRESO DAL NOSTRO CUORE E DALLA NOSTRA INTELLIGENZA.
    LA BONTÀ DEL SIGNORE NOSTRO, DUNQUE, CI HA RESI PARTECIPI DI QUESTO NOME CHE È IL PRIMO E PIÙ GRANDE E PIÙ DIVINO FRA TUTTI, E NOI, FREGIATI DEL NOME DI CRISTO, CI DICIAMO «CRISTIANI». Ne consegue necessariamente che tutti i concetti compresi in questo vocabolo, SI POSSONO UGUALMENTE VEDERE ESPRESSI IN QUALCHE MODO NEL NOME CHE PORTIAMO NOI. E PERCHÉ ALLORA NON SEMBRI CHE CI CHIAMIAMO FALSAMENTE «CRISTIANI» È NECESSARIO CHE LA NOSTRA VITA NE OFFRA CONFERMA E TESTIMONIANZA.

  7. San Lorenzo Giustiniani, vescovo
    MARIA SERBAVA TUTTE QUESTE COSE
    MEDITANDOLE NEL SUO CUORE

    MARIA MEDITAVA NEL SUO CUORE TUTTO CIÒ CHE ASSIMILAVA CON LA LETTURA, LA VISTA, L’UDITO, E CHE CRESCITA GRANDE REALIZZAVA NELLA FEDE, CHE ACQUISTO FACEVA IN MERITI, DI QUANTA SAGGEZZA VENIVA ILLUMINATA E DI QUALE INCENDIO DI CARITÀ ANDAVA SEMPRE PIÙ AVVAMPANDO!
    Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà.
    L’opera del dono divino ha questo di caratteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria.
    BEATO IL CUORE DELLA VERGINE MARIA CHE, AVENDO IN SÉ LO SPIRITO E GODENDO DEL SUO INSEGNAMENTO, RIMANEVA DOCILE ALLA VOLONTÀ DEL VERBO DI DIO!
    MARIA NON ERA MOSSA DA UN SUO SENTIMENTO O DA PROPRIE VOGLIE, MA SEGUIVA ESTERNAMENTE LE VIE DELLA FEDE CHE LA SAPIENZA LE SUGGERIVA INTERIORMENTE. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l’osservanza della legge, la norma dell’unità e l’esigenza dell’offerta spirituale.
    O ANIMA FEDELE, IMITA LA VERGINE MARIA. ENTRA NEL TEMPIO DEL TUO CUORE PER ESSERE SPIRITUALMENTE RINNOVATA ED OTTENERE IL PERDONO DEI TUOI PECCATI. RICORDATI CHE DIO RICERCA PIUTTOSTO L’INTENZIONE, CON LA QUALE COMPIAMO LE NOSTRE AZIONI, CHE L’OPERA MEDESIMA CHE NOI FACCIAMO. PERCIÒ SIA CHE CI RIVOLGIAMO CON L’ANIMA A DIO MEDIANTE LA CONTEMPLAZIONE E CI DEDICHIAMO A LUI, SIA CHE ATTENDIAMO AL PROGRESSO DELLE VIRTÙ E CI OCCUPIAMO ASSIDUAMENTE IN OPERE BUONE A SERVIZIO DEL PROSSIMO, TUTTO FACCIAMO IN MODO DA SENTIRCI SEMPRE SPINTI DALLA CARITÀ. RIPETIAMO, INFATTI, CHE L’OFFERTA SPIRITUALE CHE PURIFICA NOI E SALE GRADITA A DIO, NON È TANTO L’OPERA DELLE NOSTRE MANI IN SE STESSA, QUANTO IL SACRIFICIO SPIRITUALE CHE SI IMMOLA NEL TEMPIO DEL CUORE, RAVVIVATO DALLA PRESENZA E DAL COMPIACIMENTO DI CRISTO SIGNOR NOSTRO.

  8. PRESSO DI TE È LA SORGENTE DELLA VITA SAN BONAVENTURA, VESCOVO

    Considera anche tu, o uomo redento, chi, quanto grande e di qual natura sia COLUI CHE PENDE PER TE DALLA CROCE. LA SUA MORTE DÀ LA VITA AI MORTI, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano.
    Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19, 37), per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
    SORGI, DUNQUE, O ANIMA AMICA DI CRISTO. SII COME COLOMBA «CHE PONE IL SUO NIDO NELLE PARETI DI UNA GOLA PROFONDA» (Ger 48, 28). Come «il passero che ha trovato la sua dimora» (Sal 83, 4), non cessare di vegliare in questo santuario. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). CORRI A QUESTA FONTE DI VITA E DI LUCE CON VIVO DESIDERIO, chiunque tu sia, o anima consacrata a Dio, e con l’intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! TU SEI VITA CHE VIVIFICA OGNI VITA, LUCE CHE ILLUMINA OGNI LUCE …O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! LA TUA PROFONDITÀ È SENZA FINE, LA TUA ALTEZZA SENZA TERMINE, LA TUA AMPIEZZA È INFINITA, LA TUA PUREZZA IMPERTURBABILE! DA TE SCATURISCE IL FIUME “CHE RALLEGRA LA CITTÀ DI DIO” (Sal 45, 5), perché “in mezzo ai canti di una moltitudine in festa” (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando, con la testimonianza dell’esperienza, CHE “IN TE È LA SORGENTE DELLA VITA E ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCE” (SAL 35, 10)».

  9. San Cipriano, vescovo e martire
    DOPO IL CIBO, SI CHIEDE IL PERDONO DEL PECCATO

    DICENDO LA PREGHIERA DEL SIGNORE, NOI CHIEDIAMO: «DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO». CIÒ PUÒ ESSERE INTESO SIA IN SENSO SPIRITUALE CHE IN SENSO MATERIALE, POICHÉ L’UNO E L’ALTRO SIGNIFICATO, NELL’ECONOMIA DIVINA, SERVE PER LA SALVEZZA. INFATTI IL PANE DI VITA È CRISTO, E QUESTO PANE NON È DI TUTTI, MA CERTO NOSTRO LO È. E COME DICIAMO «PADRE NOSTRO», PERCHÉ È PADRE DI COLORO CHE INTENDONO E CREDONO, COSÌ INVOCHIAMO ANCHE IL «PANE NOSTRO», POICHÉ CRISTO È PANE DI COLORO CHE COME NOI ASSUMONO IL SUO CORPO.
    CHIEDIAMO QUINDI CHE OGNI GIORNO CI SIA DATO QUESTO PANE. Noi viviamo in Cristo e riceviamo ogni giorno la sua Eucaristia come cibo di salvezza. Non accada che, a causa di peccati gravi, ci venga negato il pane celeste, e così, privati della comunione, veniamo anche separati dal corpo di Cristo. Egli stesso ha proclamato infatti: Io sono il pane di vita, che sono disceso dal cielo. Se uno mangerà del mio pane, vivrà in eterno. E il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo (cfr. Gv 6, 51).
    Dice che se qualcuno mangerà del suo pane vivrà in eterno. È EVIDENTE DUNQUE CHE VIVONO COLORO CHE GUSTANO IL SUO CORPO E RICEVONO L’EUCARISTIA PER DIRITTO DI COMUNIONE. DA CIÒ SI DEDUCE CHE SE QUALCUNO SI ASTIENE DALL’EUCARISTIA SI SEPARA DAL CORPO DI CRISTO, E RIMANE LONTANO DALLA SALVEZZA. È un fatto di cui preoccuparsi. Preghiamo il Signore che non avvenga. È lui stesso che pronunzia questa minaccia, dicendo: Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi (cfr. Gv 6, 53). Per questo chiediamo che ci sia dato ogni giorno il nostro pane, cioè Cristo, perché noi che rimaniamo e viviamo in Cristo, non ci allontaniamo dalla sua vita divina.
    Dopo queste cose preghiamo anche per i nostri peccati, dicendo: «E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Dopo aver chiesto il sussidio del cibo, chiediamo pure perdono delle colpe.
    COME È DAVVERO NECESSARIO, E COME È PRUDENTE E SALUTARE ESSERE AVVERTITI CHE SIAMO PECCATORI, ED ESSERE SPINTI A PREGARE PER I NOSTRI PECCATI! IN TAL MODO, MENTRE CHIEDIAMO IL PERDONO A DIO, L’ANIMO FA RIEMERGERE LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ. E PERCHÉ NON AVVENGA CHE QUALCUNO SI COMPIACCIA COME SE FOSSE SENZA COLPE E, SALENDO IN ALTO, NON ABBIA A CADERE PIÙ ROVINOSAMENTE, VIENE ISTRUITO E AMMAESTRATO CHE EGLI PECCA OGNI GIORNO, E PERCIÒ GLI SI COMANDA DI PREGARE OGNI GIORNO PER I PECCATI.
    Così ammonisce anche Giovanni nella sua lettera, dicendo: Se diremo che non abbiamo alcun peccato, ci inganniamo da noi stessi, e non c’è in noi la verità. Se invece confesseremo i nostri peccati, il Signore è fedele e giusto, e ci rimette i peccati (cfr. 1 Gv 1, 8). Nella sua lettera ha unito assieme l’una e l’altra cosa: che noi dobbiamo pregare per i nostri peccati e che otteniamo indulgenza quando preghiamo. Con questo, ha anche chiamato fedele il Signore perché mantiene fede alla sua promessa di rimetterci i peccati. Colui infatti che ci ha insegnato a pregare per i debiti e le colpe, ha promesso la sua paterna misericordia e il suo perdono.

  10. Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano,
    Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà

    «Venga il tuo regno». Domandiamo che venga a noi il regno di Dio, così come chiediamo che sia santificato in noi il suo nome. Ma ci può essere un tempo in cui Dio non regna? O quando presso di lui può cominciare ciò che sempre fu e mai cessò di esistere? Non è questo che noi chiediamo, ma piuttosto che venga il nostro regno, quello che Dio ci ha promesso, e che ci è stato acquistato dal sangue e dalla passione di Cristo, perché noi, che prima siamo stati schiavi del mondo, possiamo in seguito regnare sotto la signoria di Cristo. Così egli stesso promette, dicendo: «Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25, 34).
    In verità, fratelli carissimi, lo stesso Cristo può essere il regno di Dio di cui ogni giorno chiediamo la venuta, di cui desideriamo vedere, al più presto, l’arrivo per noi. Egli infatti è la risurrezione, poiché in lui risorgiamo. Per questo egli può essere inteso come il regno di Dio, giacché in lui regneremo. Giustamente dunque chiediamo il regno di Dio, cioè il regno celeste, poiché vi è anche un regno terrestre. Ma chi ha ormai rinunziato al mondo del male, è superiore tanto ai suoi onori quanto al suo regno.
    Proseguendo nella preghiera diciamo: «Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra», non tanto perché faccia Dio ciò che vuole, ma perché possiamo fare noi ciò che Dio vuole. Infatti chi è capace di impedire a Dio di fare ciò che vuole? Siamo noi invece che non facciamo ciò che Dio vuole, perché contro di noi si alza il diavolo ad impedirci di orientare il nostro cuore e le nostre azioni secondo il volere divino. Per questo preghiamo e chiediamo che si faccia in noi la volontà di Dio. E perché questa si faccia in noi abbiamo bisogno della volontà di Dio, cioè della sua potenza e protezione, poiché nessuno è forte per le proprie forze, ma lo diviene per la benevolenza e la misericordia di Dio. Infine anche il Signore, mostrando che anche in lui c’era la debolezza propria dell’uomo, disse: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!» (Mt 26, 39). E offrendo l’esempio ai suoi discepoli perché non facessero la volontà loro, ma quella di Dio, aggiunse: «Però non come voglio io, ma come vuoi tu».
    La volontà di Dio dunque è quella che Cristo ha eseguito e ha insegnato. È umiltà nella conversazione, fermezza nella fede, discrezione nelle parole, nelle azioni giustizia, nelle opere misericordia, nei costumi severità. Volontà di Dio è non fare dei torti e tollerare il torto subito, mantenere la pace con i fratelli, amare Dio con tutto il cuore, amarlo in quanto è Padre, temerlo in quanto è Dio, nulla assolutamente anteporre a Cristo, poiché neppure lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di Dio è stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e forza, dargli ferma testimonianza quando è in discussione il suo nome e il suo onore, mostrare sicurezza della buona causa, quando ci battiamo per lui, accettare con lieto animo la morte quando essa verrà per portarci al premio.
    Questo significa voler essere coeredi di Cristo, questo è fare il comando di Dio, questo è adempiere la volontà del Padre.

  11. SCUSAMI (B. Carmagnola)

    Per le parole che non ho detto e per quelle che purtroppo ho detto.
    Per la mano che non ho teso.
    Per quel grido che ho ignorato.
    Per tutte le volte che ho chiuso gli occhi, quando era più facile.
    Per quel dito che ho puntato.
    Per tutti i sorrisi falsi che ho esibito.
    Per quando ho bevuto tutta la poca acqua che c’era.
    Per tutte le volte in cui ho voluto vedere solo le nubi,
    senza cercare il sole che splendeva dietro.
    Per tutti i doni che avrei potuto condividere
    e che invece ho tenuto gelosamente nascosti.
    Per tutte le volte in cui ho dato ascolto all’urlo della vendetta,
    e ho ignorato il sussurro della speranza.
    Perché non avevo capito che dare fa coppia con ricevere.
    Perché la mia ipocrisia non ha limiti.
    E, infine, perché do sempre per scontato il tuo perdono.

  12. San Cipriano
     DOPO IL CIBO, SI CHIEDE IL PERDONO
    Dicendo la preghiera del Signore, noi chiediamo: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Ciò può essere inteso sia in senso spirituale che in senso materiale… Infatti il pane di vita è Cristo, e questo pane non è di tutti, ma certo nostro lo è . E COME DICIAMO «PADRE NOSTRO», PERCHÉ È PADRE DI COLORO CHE INTENDONO E CREDONO, COSÌ INVOCHIAMO ANCHE IL «PANE NOSTRO», POICHÉ CRISTO È PANE DI COLORO CHE COME NOI ASSUMONO IL SUO CORPO.
    Chiediamo quindi che ogni giorno ci sia dato questo pane. Noi viviamo in Cristo e riceviamo ogni giorno la sua Eucaristia come cibo di salvezza. NON ACCADA CHE, A CAUSA DI PECCATI GRAVI, CI VENGA NEGATO IL PANE CELESTE, e così privati della comunione, veniamo anche separati dal corpo di Cristo. Egli stesso ha proclamato infatti: Io sono il pane di vita, che sono disceso dal cielo. Se uno mangerà del mio pane, vivrà in eterno. E il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo (cfr. Gv 6, 51).
    PER QUESTO CHIEDIAMO CHE CI SIA DATO OGNI GIORNO IL NOSTRO PANE, CIOÈ CRISTO, perché noi che rimaniamo e viviamo in Cristo, non ci allontaniamo dalla sua vita divina.
    Dopo queste cose preghiamo anche per i nostri peccati, dicendo: «E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Dopo aver chiesto il sussidio del cibo, chiediamo pure perdono delle colpe.
    COME È DAVVERO NECESSARIO, E COME È PRUDENTE E SALUTARE ESSERE AVVERTITI CHE SIAMO PECCATORI, ED ESSERE SPINTI A PREGARE PER I NOSTRI PECCATI! In tal modo, mentre chiediamo il perdono a Dio, l’animo fa riemergere la consapevolezza di sé.

  13. – NUTRIRSI DI TE, SIGNORE –

    SIGNORE GESU’,
    PANE di VITA, nutrici di TE:
    COLMA LA NOSTRA SETE D’INFINITO,
    Sazia la nostra fame di senso.
    NULLA PUO’ DONARCI LA VITA SE NON TU,
    VITA VERA DEL MONDO.

    NULLA PUO’ REGALARCI IL CIELO SE NON TU,
    ETERNO fatto storia.
    NULLA PUO’ SVELARCI L’INFINITO SE NON TU,
    DIO FATTO UOMO.
    NUTRIRCI DI TE
    PANE VIVO DISCESO DAL CIELO,
    E TUTTO PER NOI
    SCINTILLA DI VITA VERA,
    CHE RIDONA SPERANZA AL MONDO.
    AMEN
    (VPP)

  14. San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa
    O prezioso e meraviglioso convito!

    L’UNIGENITO FIGLIO DI DIO, VOLENDOCI PARTECIPI DELLA SUA DIVINITÀ, ASSUNSE LA NOSTRA NATURA E SI FECE UOMO PER FAR DI NOI, DA UOMINI, DÈI.
    Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati.
    PERCHÉ RIMANESSE IN NOI, INFINE, UN COSTANTE RICORDO DI COSÌ GRANDE BENEFICIO, LASCIÒ AI SUOI FEDELI IL SUO CORPO IN CIBO E IL SUO SANGUE COME BEVANDA, SOTTO LE SPECIE DEL PANE E DEL VINO.
    O INAPPREZZABILE E MERAVIGLIOSO CONVITO, CHE DÀ AI COMMENSALI SALVEZZA E GIOIA SENZA FINE! CHE COSA MAI VI PUÒ ESSERE DI PIÙ PREZIOSO? NON CI VENGONO IMBANDITE LE CARNI DEI VITELLI E DEI CAPRI, COME NELLA LEGGE ANTICA, MA CI VIENE DATO IN CIBO CRISTO, VERO DIO. CHE COSA DI PIÙ SUBLIME DI QUESTO SACRAMENTO?
    Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l’Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.
    NESSUNO INFINE PUÒ ESPRIMERE LA SOAVITÀ DI QUESTO SACRAMENTO. PER MEZZO DI ESSO SI GUSTA LA DOLCEZZA SPIRITUALE NELLA SUA STESSA FONTE E SI FA MEMORIA DI QUELLA ALTISSIMA CARITÀ, CHE CRISTO HA DIMOSTRATO NELLA SUA PASSIONE.
    Egli istituì l’Eucaristia nell’ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre.
    L’EUCARISTIA È IL MEMORIALE DELLA PASSIONE, IL COMPIMENTO DELLE FIGURE DELL’ANTICA ALLEANZA, LA PIÙ GRANDE DI TUTTE LE MERAVIGLIE OPERATE DAL CRISTO, IL MIRABILE DOCUMENTO DEL SUO AMORE IMMENSO PER GLI UOMINI.

  15. San Antonio da Padova 
    Di quest’uomo che si è ” lasciato impregnare tutto di Dio ” , mi colpisce , anche ,  il suo INIZIO : 
    il martirio in Africa di cinque fratelli francescani fu per lui “spinta” in avanti  , aiuto nella scelta ( la sofferenza nostra e/ o di altri può rivelarsi ” seme ” ) 

    Mi colpisce il suo ” FINO ALLA FINE “: 
    — la sua stanchezza ( ” la Quaresima e la predicazione avevano FIACCATO Antonio ” ) 
    — il suo ultimo viaggio ” su un carro agricolo ” , ” adagiato per terra ”
    — le sue ultime parole  ” VEDO IL MIO SIGNORE ”  !

    Di questo santo , che in realtà non conoscevo , mi colpiscono anche la sua determinazione e la sua perseveranza .

  16. E’ vero, un santo noto, ma poco veramente conosciuto… Antonio da Padova.
    Mi colpisce la sua intelligente oratoria delicata e “calibrata a seconda delle persone”… , governava da guardiano con “clemenza e benignità”, e poi colpisce quello STILE di vita umile, sobrio, “splendente d’intima PUREZZA, PACIFICA, MODESTA, colma di bontà verso I BISOGNOSI”.
    E ancora «…non nel vento gagliardo, non nel sussulto del terremoto, non nell’incendio È IL SIGNORE,
    MA NEL SUSSURRO DI UNA BREZZA SOAVE IVI È IL SIGNORE.».
    L’impressione che fa… è una “santa invidia” per essersi lasciato impregnare tutto di Dio… ha capito fino in fondo l’unico Bene Supremo, vive e muore a 36 anni profumando di Paradiso!

  17. S. AMBROGIO, VESCOVO
    IL DOLCE LIBRO DEI SALMI

    TUTTA LA SCRITTURA DIVINA SPIRA LA BONTÀ DI DIO, TUTTAVIA LO FA PIÙ DI TUTTO IL DOLCE LIBRO DEI SALMI. PENSIAMO A QUANTO FECE MOSÈ. Egli descrisse le gesta degli antenati sempre con stile piano. Vi furono circostanze, però, nelle quali sentì il bisogno di innalzarsi ad altezze liriche. Così quando in quel memorabile evento fece passare attraverso il Mare Rosso il popolo dei padri, vedendo il re Faraone sommerso con il suo esercito, dopo aver compiuto cose superiori alle sue forze, si sentì profondamente ispirato e cantò al Signore un inno trionfale. Anche Maria, la profetessa, prendendo il cèmbalo, esortava le altre sue compagne dicendo: «CANTATE AL SIGNORE PERCHÉ HA MIRABILMENTE TRIONFATO: HA GETTATO IN MARE CAVALLO E CAVALIERE!» (Es 15, 21).
    LA STORIA AMMAESTRA, LA LEGGE ISTRUISCE, LA PROFEZIA PREDICE, LA CORREZIONE CASTIGA, LA BUONA CONDOTTA PERSUADE, MA NEL LIBRO DEI SALMI VI È COME UNA SINTESI DI TUTTO QUESTO E COME UNA MEDICINA DELL’UMANA SALVEZZA. Chiunque li legge, trova di che curare le ferite delle proprie passioni con uno speciale rimedio. CHIUNQUE VOGLIA LOTTARE, GUARDI QUANTO SI DICE NEI SALMI E GLI SEMBRERÀ DI TROVARSI NELLA PUBBLICA PALESTRA DELLE ANIME E NELLO STADIO DELLE VIRTÙ E GLI SI OFFRIRANNO DIVERSE SPECIE DI GARE. Si scelga fra queste quella alla quale si riconosce più adatto, per giungere più facilmente alla corona del premio.
    Se uno ama di ripercorrere e di imitare le gesta degli antenati, troverà tutta la storia dei padri raccolta in un solo salmo, e si procurerà con una breve lettura un vero tesoro per la memoria. Se altri vuol conoscere la forza dell’amore della legge che tutta sta nel vincolo dell’amore, poiché «pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13, 10) legga nei salmi con quanto sentimento di amore uno solo si è esposto a gravi pericoli per respingere il disonore di tutto un popolo e in questa trionfale prova di valore riconoscerà una non minore gloria di amore.
    E che dirò del carisma profetico? Ciò che altri hanno annunziato in maniera confusa, solamente a Davide appare promesso con chiarezza ed apertamente. Sentì, infatti, che il Signore Gesù sarebbe nato dalla sua stessa stirpe, come gli disse Dio: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono!» (Sal 131, 11). NEI SALMI GESÙ NON SOLAMENTE È PREANNUNZIATO NELLA SUA NASCITA PER NOI, MA ACCETTA ANCHE LA SUA PASSIONE, COME CAUSA DI SALVEZZA. PER NOI MUORE, RISORGE, SALE AL CIELO, SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE. CIÒ CHE NESSUN UOMO AVREBBE MAI OSATO DIRE, LO HA ANNUNZIATO IL SALMISTA PROFETA E POI LO HA PREDICATO NEL VANGELO LO STESSO SIGNORE.

  18. Che splendida la libera rielaborazione… “Barnaba in linea”, densa di fatti e fatiche attualissimi!
    E a proposito di SEMINARE PACE O ZIZZANIA,
    mi è capitato un raccontino che forse non c’entra nulla, ma mi sembra che racchiuda uno “stile di…semina”?!

    ALBERI DI MANGO
    Un uomo molto anziano stava scavando nel suo giardino.
    “Cosa stai facendo?” gli chiesero
    .“Pianto alberi di mango!” rispose.
    “Pensi di riuscire a mangiarne?” domandarono.
    “No, io non vivrò abbastanza, ma gli altri sì.
    Per tutta la vita ho gustato manghi piantati da altri.
    Questo è il mio modo di dimostrare la mia riconoscenza!” spiegò l’anziano.

  19. I sacerdoti con i loro cammini …dallle ” loro prime Messe …ai monti più brulli , sassosi , impervi ” ( quanto profonde le parole di don Mazzolari ! )
    Loro , con le loro solitudini ma anche con le consolazioni nei loro cercare non più ” qualcosa ma QIALCUNO . E attenderlo ” : di Lui hanno ” sete ” .

    No , non è mancata nemmeno oggi la preghiera e la gratitudine per i preti incontrati …

  20. Il prete
    (Mario Pomilio, Il quinto evangelio)
    Un prete è sempre un sospetto: ciascuno pretende di trovarlo conforme ad un ruolo e di domandargli se è quel che deve e se crede in ciò che dice; ciascuno lo vuole coerente con l’idea che se ne è fatta e in continuo contatto con l’assoluto e il sublime; ciascuno si stupisce per il coraggio di una scelta che per la sua irreversibilità si è cambiata in un destino.
    Ma egli è semplicemente una persona che accetta di confondersi in una comunità e di spendersi per essa.

  21. San Cromazio, vescovo
    VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO

    «VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO. NON PUÒ RESTARE NASCOSTA UNA CITTÀ COLLOCATA SOPRA UN MONTE, NÉ SI ACCENDE UNA LUCERNA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO, MA SOPRA IL LUCERNIERE PERCHÉ FACCIA LUCE A TUTTI QUELLI CHE SONO NELLA CASA» (MT 5, 14-15).
    IL SIGNORE HA CHIAMATO I SUOI DISCEPOLI «SALE DELLA TERRA», PERCHÉ HANNO DATO SAPORE, PER MEZZO DELLA SAPIENZA CELESTE, AI CUORI DEGLI UOMINI RESI INSIPIDI DAL DIAVOLO. ORA LI CHIAMA ANCHE «LUCE DEL MONDO» PERCHÉ, ILLUMINATI DA LUI STESSO CHE È LA LUCE VERA ED ETERNA, SONO DIVENTATI, A LORO VOLTA, LUCE CHE SPLENDE NELLE TENEBRE.
    EGLI È IL SOLE DI GIUSTIZIA. Molto giustamente quindi chiama luce del mondo anche i suoi discepoli, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità. Diffondendo la luce della verità, essi hanno tolto le tenebre dell’errore dai cuori degli uomini.
    ANCHE NOI SIAMO STATI ILLUMINATI PER MEZZO DI LORO, COSÌ DA TRASFORMARCI DA TENEBRE IN LUCE, COME DICE L’APOSTOLO: «SE UN TEMPO ERAVATE TENEBRA, ORA SIETE LUCE NEL SIGNORE: COMPORTATEVI COME FIGLI DELLA LUCE» (EF 5, 8). E ANCORA: VOI NON SIETE FIGLI DELLA NOTTE E DELLE TENEBRE, MA FIGLI DELLA LUCE DEL GIORNO (cfr. 1 Ts 5, 5). Ben a ragione quindi anche san Giovanni ha lasciato scritto nella sua lettera: «Dio è luce» (1 Gv 1, 5) e chi rimane in Dio si trova nella luce. Poiché dunque ci rallegriamo di essere stati liberati dalle tenebre dell’errore, è logico che quali figli della luce dobbiamo camminare sempre in essa.
    Per questo l’Apostolo dice ancora: Risplendete come astri in questo mondo, attenendovi fedelmente alla parola di vita (cfr. Fil 2, 15-16).
    SE NON FAREMO QUESTO, NOI NASCONDEREMO E OSCUREREMO CON IL VELO DELLA NOSTRA INFEDELTÀ, A DANNO NOSTRO E DEGLI ALTRI, QUELLA LUCE CHE SPLENDE A UTILITÀ DI TUTTI. SAPPIAMO INFATTI, E LO ABBIAMO ANCHE LETTO, CHE QUEL SERVO INVECE DI PORTARE IN BANCA IL TALENTO RICEVUTO PER GUADAGNARSI IL CIELO AVEVA PREFERITO NASCONDERLO, E COSÌ FU COLPITO DA GIUSTO CASTIGO.
    QUELLA LUCERNA SPIRITUALE CHE È STATA ACCESA PERCHÉ NE USIAMO A NOSTRA SALVEZZA, DEVE SEMPRE RISPLENDERE IN NOI. ABBIAMO A NOSTRA DISPOSIZIONE LA LUCERNA DEI COMANDAMENTI DI DIO e della grazia spirituale, di cui David dice: Il tuo comandamento è lucerna ai miei piedi e luce nei miei sentieri (cfr. Sal 118, 105). Di questa parla anche Salomone quando afferma: Il comando della legge è come una lucerna (cfr. Pro 6, 23). NON DOBBIAMO QUINDI TENER NASCOSTA QUESTA LUCERNA DELLA LEGGE E DELLA FEDE. DOBBIAMO ANZI TENERLA ALTA NELLA CHIESA, COME SOPRA UN CANDELABRO, AFFINCHÉ SIA DI SALVEZZA A MOLTI, PERCHÉ NOI STESSI CI CONFORTIAMO ALLA LUCE DELLA STESSA VERITÀ E TUTTI I CREDENTI NE SIANO ILLUMINATI.

  22. PREGHIERA PER I SACERDOTI – Santa Teresa di Lisieux

    O Gesù, sommo ed eterno Sacerdote,
    custodisci il tuo sacerdote dentro il Tuo Sacro Cuore.

    Conserva immacolate le sue mani unte
    che toccano ogni giorno il Tuo Sacro Corpo.

    Custodisci pure le sue labbra
    arrossate dal Tuo Prezioso Sangue.

    Mantieni puro e celeste il suo cuore
    segnato dal Tuo sublime carattere sacerdotale.

    Fa’ che cresca nella fedeltà e nell’amore per Te
    e preservalo dal contagio del mondo.

    Col potere di trasformare il pane e il vino
    donagli anche quello di trasformare i cuori.

    Benedici e rendi fruttuose le sue fatiche
    e dagli un giorno la corona della vita eterna.

    (S. Teresa di Lisieux)

  23. Dalla «Lettera ai Romani» di sant’Ignazio di Antiochia
    UN’ACQUA VIVA MORMORA DENTRO DI ME
    E MI DICE:VIENI AL PADRE
    1. A NULLA MI GIOVERANNO LE ATTRATTIVE DEL MONDO NÉ I REGNI DI QUESTA TERRA. È MEGLIO PER ME MORIRE PER GESÙ CRISTO CHE ESTENDERE IL MIO IMPERO FINO AI CONFINI DELLA TERRA. IO CERCO COLUI CHE È MORTO PER NOI, VOGLIO COLUI CHE PER NOI È RISORTO. È VICINO IL MOMENTO DELLA MIA NASCITA.
    2. LASCIATE CHE IO IMITI LA PASSIONE DEL MIO DIO. SE QUALCUNO LO HA IN SÉ, COMPRENDA QUELLO CHE IO VOGLIO E MI COMPATISCA, PENSANDO ALL’ANGOSCIA CHE MI OPPRIME. NON SIATE DI QUELLI CHE PROFESSANO GESÙ CRISTO E AMANO IL MONDO. ANCHE SE VI SUPPLICASSI, QUANDO SARÒ TRA VOI, NON DATEMI ASCOLTO. CREDETE PIUTTOSTO A QUEL CHE VI SCRIVO ORA, NEL PIENO POSSESSO DELLA MIA VITA. VI SCRIVO CHE DESIDERO MORIRE.
    3. OGNI MIO DESIDERIO TERRENO È CROCIFISSO … UN’ACQUA VIVA MORMORA DENTRO DI ME E MI DICE: VIENI AL PADRE. NON MI DILETTO PIÙ DI UN CIBO CORRUTTIBILE, NÉ DEI PIACERI DI QUESTA VITA. VOGLIO IL PANE DI DIO, CHE È LA CARNE DI GESÙ CRISTO, VOGLIO PER BEVANDA IL SUO SANGUE CHE È LA CARITÀ INCORRUTTIBILE.
    4. RICORDATEVI NELLE VOSTRE PREGHIERE DELLA CHIESA DI SIRIA, CHE HA DIO COME PASTORE AL POSTO MIO. SOLO GESÙ CRISTO LA GOVERNERÀ COME VESCOVO, E LA VOSTRA CARITÀ. IO MI VERGOGNO DI DIRMI MEMBRO DI QUELLA COMUNITÀ. NON NE SONO DEGNO, PERCHÉ SONO L’ULTIMO DI TUTTI E COME UN ABORTO. MA OTTERRÒ PER MISERICORDIA D’ESSERE QUALCUNO SE RAGGIUNGERÒ DIO.
    • Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza che sarebbe inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi è dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Sollecitate piuttosto le fiere perché diventino mio sepolcro e non lascino nulla del mio corpo, e nel mio ultimo sonno io non sia di incomodo a nessuno. Quando il mondo non vedrà più il mio corpo, allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo.
    • Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per Dio. Io non vi do ordini, come Pietro e Paolo. Essi erano apostoli, io sono un condannato; essi erano liberi, io finora non sono che uno schiavo. Ma se soffrirò il martirio, diventerò un liberto di Gesù Cristo e in lui risorgerò libero.
    • Dalla Siria fino a Roma, per terra e per mare, giorno e notte, lotto con le belve, legato a dieci leopardi, cioè al manipolo dei soldati di scorta. Più faccio loro del bene, e più mi maltrattano. Però con i loro oltraggi faccio profitto sempre più nella scuola di Cristo, ma non per questo sono giustificato.
    • Perdonatemi, io so quello che va bene per me. Ora incomincio ad essere un vero discepolo. Nessuna delle cose visibili o invisibili mi trattenga dal raggiungere Gesù Cristo. Fuoco e croce, branchi di bestie feroci, lacerazioni, squartamenti, slogature delle ossa, taglio delle membra, stritolamento di tutto il corpo, i più crudeli tormenti del diavolo ben vengano tutti su di me, purché io possa raggiungere Gesù Cristo.

  24. ANONIMO

    “Ho dato un pane a un povero.
    Credevo d’essere stato caritatevole; invece era giustizia,
    perché io ho tanto pane e lui ha fame.

    Ho guidato un cieco per un tratto di strada.
    Mi sentivo buono; invece era giustizia,
    perché io ci vedo e lui no.

    Ho regalato un abito usato ad una povera anziana.
    Credevo d’essere stato altruista; invece era CONVENIENZA:
    gliel’ho dato per disfarmene, a me non serviva più.

    Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l’elemosina.
    Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia:
    aveva bisogno di lavoro e di rispetto.

    Al Signore, che mi dona ogni istante di vita,
    riservo solo le briciole della mia giornata,
    e ai miei fratelli riservo le briciole dell’amore che egli mi dona.”

  25. S. BONIFACIO MARTIRE
    NON SIAMO DEI CANI MUTI… MA PASTORI SOLLECITI E VIGILANTI

    LA CHIESA È COME UNA GRANDE NAVE che solca il mare del mondo. sbattuta com’è dai diversi flutti di avversità, non si deve abbandonare, ma guidare. Grandi nocchieri furono i primi padri, quali Clemente e Cornelio e moltissimi altri a Roma, Cipriano a Cartagine e Atanasio ad Alessandria. Essi al tempo degli imperatori pagani, governavano la nave di Cristo, anzi la sua carissima Sposa. INSEGNARONO, COMBATTERONO, FATICARONO E SOFFRIRONO FINO A DARE IL LORO SANGUE.
    AL PENSIERO DI QUESTE COSE, timore e spavento mi hanno invaso e quasi mi hanno sopraffatto le tenebre dei miei peccati. PERCIÒ AVREI VOLUTO ABBANDONARE del tutto il timone della chiesa, …ma non potendolo fare, l’anima mia stanca ricorre a colui che per mezzo di salomone dice: «CONFIDA NEL SIGNORE con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi PENSA A LUI ED EGLI APPIANERÀ I TUOI SENTIERI» (Pro 3,5-6). Stiamo saldi nella giustizia e prepariamo le nostre anime alla tentazione per ottenere l’appoggio di Dio e diciamogli: «SIGNORE, TU SEI STATO PER NOI RIFUGIO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE» (sal 89) CONFIDIAMO IN LUI che ha messo sulle nostre spalle questo peso. ciò che noi da soli non siamo capaci di portare, portiamolo con il suo aiuto. EGLI È ONNIPOTENTE e dice: «il mio giogo è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,30). Stiamo saldi nella battaglia fino al giorno del Signore, perché ci sono venuti addosso giorni di angustia e di tribolazione. Moriamo, se Dio vorrà, per le sante leggi dei nostri padri, per poter conseguire con essi l’eredità eterna. NON SIAMO DEI CANI MUTI, NON SIAMO SPETTATORI SILENZIOSI, NON SIAMO MERCENARI CHE FUGGONO IL LUPO, MA PASTORI SOLLECITI E VIGILANTI SUL GREGGE DI CRISTO. PREDICHIAMO I DISEGNI DI DIO AI GRANDI E AI PICCOLI, ai ricchi e ai poveri. annunziamoli a tutti i ceti e a tutte le età finché il signore ci darà forza, a tempo opportuno e importuno, a quel modo CHE S. GREGORIO SCRISSE NELLA SUA «REGOLA PASTORALE».

  26. FELIX JIMENEZ

    “Un catechista chiese un giorno a un gruppo di giovani in preparazione per la Cresima: “Qual è la parte più importante della Messa?”

    La maggioranza rispose: “La Consacrazione”. Ma uno disse: “La parte più importante è il rito di congedo”.

    Il catechista stupito chiese: “Perché dici questo?”
    Ed egli rispose: “La Messa serve a nutrirci con la Parola, il Corpo e il Sangue del Signore.
    Però la messa inizia quando termina, quando usciamo nelle strade per andare a FARE e dire quello che hanno detto i discepoli di Emmaus: Abbiamo riconosciuto il Signore nella frazione del pane, ed è vivo e vive per sempre e per noi”.

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