LETTERA APOSTOLICA  “SCRIPTURAE  SACRAE AFFECTUS”  DI PAPA FRANCESCO  XVI CENTENARIO  DELLA MORTE  DI SAN GIROLAMO

 

  • PERCHÉ UNA LETTERA APOSTOLICA SULLA SCRITTURA?                      UN AFFETTO PER LA SACRA SCRITTURA, UN AMORE VIVO E SOAVE PER LA PAROLA DI DIO SCRITTA è l’eredità che SAN GIROLAMO ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere. QUESTO AMORE SI DIRAMA, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della sacra scrittura; Oggi, 1600 anni dopo, la sua figura rimane di grande attualità per noi cristiani del XXI secolo.
  • PERCHÉ PROPRIO IL 30 SETTEMBRE 2020? Il 30 settembre del 420 Girolamo concludeva a Betlemme, nella comunità da lui fondata presso la grotta della Natività, la sua vicenda terrena. Si affidava, così, a quel Signore che aveva sempre cercato e conosciuto nella Scrittura…, consacrando la sua esistenza a rendere sempre più accessibili le lettere divine agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore.
  • UN SOLITARIO  O  HA AVUTO RAPPORTI IMPORTANTI?                               San Girolamo entra a pieno titolo tra le grandi figure della Chiesa Amico di gioventù di Rufino di Aquileia, incontra Ambrogio e intrattiene una fitta corrispondenza con In Oriente conosce Gregorio di Nazianzo, Didimo, Epifanio di Salamina.
  • QUALCHE NOTIZIA DELLA SUA VITA?  La vita e l’itinerario personale di San Girolamo si consumano lungo le strade dell’impero romano, tra l’Europa e l’Oriente. Nato intorno al 345 a Stridone, nel territorio dell’odierna Croazia riceve una solida educazione in una famiglia cristiana. Secondo l’uso dell’epoca, è battezzato in età adulta negli anni che lo vedono a Roma studente di retorica, tra il 358 e il 364
  • AMAVA GLI STUDI MA ANCHE…VIAGGIARE?                                        Proprio in questo periodo romano diventa insaziabile lettore dei classici latini, che studia sotto la guida di illustri maestri di retorica del tempo. Conclusi gli studi, intraprende un lungo VIAGGIO IN GALLIA che lo porta nella città imperiale di Treviri, È là che viene a contatto con l’esperienza monastica orientale. Matura un desiderio profondo che lo accompagna ad Aquileia dove inizia, con alcuni amici, «un coro di beati», un periodo di vita comune.
  • ERA  ANCHE UN POLIGLOTA? Verso l’anno 374, decide di ritirarsi nel deserto della Calcide, per realizzare, una vita ascetica in cui grande spazio è riservato allo studio delle lingue bibliche, prima del greco e poi dell’ebraico. Si affida a un fratello ebreo, diventato cristiano, che lo introduce alla conoscenza della nuova lingua ebraica e dei suoni che definisce «striduli e aspirati».
  • FECE ANCHE L’EREMITA? CON  QUALI  ESPERIENZE?                                     Il deserto, con la conseguente vita eremitica, viene scelto e vissuto da Girolamo nel suo significato più profondo: come luogo delle scelte esistenziali fondamentali, di intimità con Dio, dove attraverso la contemplazione, le prove interiori, il combattimento spirituale, arriva alla conoscenza della fragilità,  riconoscendo l’importanza delle lacrime. Così, nel deserto, avverte la presenza di Dio, il rapporto  con Lui, la sua consolazione misericordiosa.
  • IN PROPOSITO SI RACCONTA UN EPISODIO PARTICOLARE? Mi piace al riguardo ricordare un aneddoto. Girolamo chiede al Signore: “COSA VUOI DA ME?”. Ed Egli risponde: “Ancora non mi hai dato tutto”. “Ma Signore, io ti ho dato questo, questo e questo…” “Manca una cosa” – “Che cosa?” –DAMMI I TUOI PECCATI PERCHÉ IO POSSA AVERE LA GIOIA DI PERDONARLI ANCORA”.
  • ANCHE DA PRETE CONTINUÒ A …STUDIARE? Lo ritroviamo ad Antiochia, dove è ordinato sacerdote dal Vescovo Paolino, poi a COSTANTINOPOLI,  dove conosce Gregorio di Nazianzo e dove si dedica alla traduzione in latino di importanti opere dal greco (omelie di Origene e la cronaca di Eusebio), RESPIRA IL CLIMA DEL CONCILIO  celebrato in quella città nel 381.
  • TORNA A ROMA PER AIUTARE IL PAPA? MA NON SOLO                              Nel 382 Girolamo torna a Roma, mettendosi a disposizione di PAPA DAMASO che, apprezzando le sue qualità, ne fa un suo stretto collaboratore. Qui Girolamo si impegna in una incessante attività senza dimenticare la dimensione spirituale: sull’Aventino, grazie al sostegno di donne aristocratiche desiderose di scelte radicali evangeliche, come Marcella, Paola e la figlia Eustochio, crea un cenacolo fondato sulla lettura e sullo studio rigoroso della Scrittura.
  • E DOPO LA MORTE DI PAPA DAMASO ? ... Si vede costretto a lasciare Roma e, seguito da amici e da alcune donne desiderose di continuare l’esperienza spirituale e di studio biblico avviata, parte alla volta dell’Egitto –e della Palestina, per stabilirsi definitivamente a Betlemme nel 386. PROPRIO A BETLEMME, LUOGO PER LUI PRIVILEGIATO, PRESSO LA GROTTA DELLA NATIVITÀ FONDA DUE MONASTERI “GEMELLI”, MASCHILE E FEMMINILE, con ospizi per l’accoglienza dei pellegrini rivelando la sua generosità nell’ospitare quanti giungevano in quella terra per vedere e toccare i luoghi della storia della salvezza
  • FONDA COMUNITÀ MONASTICHE …CON QUALI REGOLE?    È nella Sacra Scrittura che, Girolamo trova sé stesso, il volto di Dio e quello dei fratelli. .. vede il monastero come “palestra” in cui formare persone «che si ritengono inferiori a tutti per essere primi fra tutti», felici nella povertà e capaci di insegnare con il proprio stile di vita. Ritiene formativo il vivere «sotto il governo di un unico superiore e in compagnia di molti» per apprendere l’umiltà, la pazienza, il silenzio e la mansuetudine… Confessa di «anelare alle cellette del monastero, desiderare quella sollecitudine delle formiche, dove si lavora insieme e non esiste niente che sia proprietà di qualcuno, MA TUTTO È DI TUTTI».
  • STUDIARE PER FARE I …CIARLATANI? Nello studio Girolamo non trova un effimero diletto fine a sé stesso, ma un esercizio di vita spirituale, Una cultura, la sua, messa a servizio e ribadita come necessaria ad ogni evangelizzatore. Così ricorda all’amico Nepoziano: «La parola del sacerdote deve prendere sapore grazie alla lettura delle Scritture. Non voglio che tu sia un declamatore o un ciarlatano dalle molte parole, ma uno che comprende la sacra dottrina e conosce  gli insegnamenti  del tuo Dio. È tipico degli ignoranti rigirare le parole e accattivarsi l’ammirazione del popolo inesperto con il parlare velocemente. Chi è senza pudore spesso spiega ciò che non conosce e pretende di essere un grande esperto solo perché riesce a persuadere gli altri»
  • E COSA FECE A BETLEMME FINO ALLA SUA MORTE ? Girolamo vive, fino alla sua morte nel 420, il periodo più fecondo e intenso della sua vita, completamente dedicato allo studio della Scrittura, impegnato nella monumentale opera della traduzione di tutto l’Antico Testamento a partire dall’originale ebraico.      Nello stesso tempo, commenta i libri profetici, i salmi, le opere paoline
  • FACEVA TUTTO DA SOLO  O  SI FACEVA AIUTARE? Il prezioso lavoro confluito nelle sue opere è frutto di confronto e di collaborazione, dalla copiatura dei manoscritti alla riflessione e discussione: «Non mi sono fidato mai delle mie proprie forze per studiare i volumi divini, […] ho l’abitudine di porre questioni, a proposito di ciò che credevo sapere, a più ragione su ciò di cui non ero sicuro».Perciò, consapevole del proprio limite, chiede continuo sostegno di intercessione per la riuscita della sua traduzione dei testi sacri «nello stesso Spirito con cui furono scritti», 
  • MODELLO DI SINODALITÀ PER LA CHIESA DI OGGI?         Lo studio di Girolamo si rivela come uno sforzo compiuto nella comunità e a servizio della comunità, modello di sinodalità anche per noi, per i nostri tempi e per le diverse istituzioni culturali della Chiesa, perché siano «luogo dove il sapere diventa servizio, perché senza un sapere che nasce dalla collaborazione non c’è sviluppo genuinamente e integralmente umano».       Fondamento di tale comunione è la Scrittura, che non possiamo leggere da soli: «La Bibbia è stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col Popolo di Dio possiamo entrare con il “noi” nel nucleo della verità che Dio stesso ci vuol dire»
  • GUIDA SPIRITUALE CON CORRISPONDENZA EPISTOLARE?  La robusta esperienza di vita, nutrita dalla Parola di Dio, fa sì che Girolamo, attraverso una FITTA CORRISPONDENZA EPISTOLARE, DIVENTI GUIDA SPIRITUALE. Egli si fa compagno di viaggio, convinto che «non c’è arte che s’impari senza maestro», come scrive a Rustico: «ciò che desidero farti capire, prendendoti per mano, come se io fossi un marinaio che, fatta l’esperienza di parecchi naufragi, tenta d’istruire un navigante inesperto».                            Da quell’angolo pacifico segue l’umanità segnata da eventi come il sacco di Roma del 410 che lo colpì profondamente.
  • QUALE RAPPORTO CON I DESTINATARI  DELLE  LETTERE? Alle lettere affida le polemiche dottrinali, nella difesa della fede, rivelandosi uomo di relazioni, vissute con forza e dolcezza, sperimentando che «l’amore non ha prezzo». Così vive i suoi affetti con impeto e sincerità. Consuma gli ultimi anni della sua vita nella lettura orante personale e comunitaria della Scrittura. Tutto questo a Betlemme, accanto alla grotta dove il Verbo fu partorito dalla Vergine, consapevole che è «felice colui che porta nel suo intimo la croce, la risurrezione…Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore Cristo nasce ogni giorno!»
  • COME VIENE RAPPRESENTATO S. GIROLAMO?                                               Potremmo organizzare le tipologie iconografiche lungo 2 linee:  + L’una lo definisce soprattutto come monaco e penitente, con un corpo scolpito dal digiuno,  in ginocchio o prostrato a terra, in molti casi stringendo un sasso nella destra per battersi il petto, e con gli occhi rivolti al Crocifisso. In questa linea si pone il capolavoro di Leonardo da Vinci   + Un altro modo di raffigurare Girolamo è quello che ce lo mostra in veste di studioso, seduto al suo scrittoio, intento a tradurre e commentare la Sacra Scrittura, attorniato da volumi e pergamene. +  I due aspetti sopra evocati si ritrovano congiunti nella tela del Caravaggio, in un’unica scena, viene presentato l’anziano asceta, che sul tavolo ha un cranio, simbolo della vanità delle realtà terrene; ma assieme è raffigurata la qualità dello studioso, che  intinge la penna nel calamaio .
  • AMORE PER LA SACRA SCRITTURA: PERCHÉ ?  Il tratto peculiare della figura spirituale di San Girolamo rimane senza dubbio il suo amore appassionato per la Parola di Dio, trasmessa alla Chiesa nella Sacra Scrittura. PERCHÉ L’IGNORANZA DELLE SCRITTURE È IGNORANZA DI CRISTO.
  • NON BASTANO I VANGELI? Girolamo ci insegna che non vanno studiati solo i Vangeli, e non è solo la tradizione apostolica, presente negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, a dover essere commentata, PERCHÉ TUTTO L’ANTICO TESTAMENTO è indispensabile per penetrare nella verità del CRIsto.Le stesse pagine evangeliche lo attestano: esse ci parlano di Gesù come Maestro che, per spiegare il suo mistero, ricorre a Mosè, ai profeti e ai Salmi (cfr Lc4,16-21; 24,27. 44-47).
  • GIROLAMO IRRUENTE COME GLI ANTICHI PROFETI? La dedizione totale di Girolamo alla Scrittura si manifesta in una forma espressiva appassionata, simile a quella degli antichi profeti. È da loro che il nostro Dottore attinge il fuoco interiore che diventa verbo impetuoso e dirompente … Nella scia di Elia, di Giovanni Battista e anche dell’apostolo Paolo, lo sdegno nei confronti della menzogna, e delle false dottrine infiamma il discorso di Girolamo rendendolo provocatorio e apparentemente aspro. Girolamo, è modello di inflessibile testimonianza della verità, che assume la severità del rimprovero per indurre a conversione. … si manifesta il coraggio del servitore che non VUOLE COMPIACERE GLI UOMINI MA ESCLUSIVAMENTE IL SUO SIGNORE (GAL1,10), PER IL QUALE EGLI HA CONSUMATO OGNI ENERGIA SPIRITUALE.
  • LO STUDIO DELLA SACRA SCRITTURA, A CHE SERVE? L’amore appassionato di San Girolamo per le divine Scritture è intriso di Innanzitutto nei confronti di Dio, che si è comunicato in parole che esigono ascolto riverente, di conseguenza, obbedienza anche a coloro che nella Chiesa rappresentano la vivente tradizione interpretativa del messaggio rivelato. Possiamo considerare San Girolamo un servitore della Parola, fedele e laborioso, consacrato interamente a favorire nei suoi fratelli di fede una più adeguata comprensione del «deposito» sacro loro affidato (cfr 1 Tm6,20; 2 Tm1,14). Senza intelligenza di ciò che è stato scritto dagli autori ispirati, la Parola di Dio è priva di efficacia (cfr Mt 13,19)
  • CI VUOLE QUALCUNO CHE AIUTI A LEGGERE E A CAPIRE? Ora, le pagine bibliche non sempre sono immediatamente accessibili. Come è detto in Isaia (29,11), il libro sacro appare “sigillato”, chiuso ermeticamente all’interpretazione. È, perciò, necessario che intervenga un testimone competente ad apportare la chiave liberatoria, quella del Cristo Signore, il solo capace di sciogliere i sigilli e aprire il libro (cfr Ap5,1-10). Molti poi, anche fra i cristiani praticanti, dichiarano apertamente di non essere capaci di leggere (cfr Is29,12), perché impreparati al linguaggio biblico, per cui il testo biblico risulta indecifrabile, come se fosse scritto in un alfabeto sconosciuto e in una lingua astrusa. L’immagine che può essere evocata, al proposito, è quella del diacono Filippo, suscitato dal Signore per andare incontro all’eunuco che sul suo carro sta leggendo un passo di Isaia (53,7-8), senza però poterne dischiudere il significato. «Capisci quello che leggi?», domanda Filippo; e l’eunuco risponde: «E come potrei capire se nessuno mi guida?» (At 8,30-31)
  • PERCHE’ LA GENTE FA FATICA A CAPIRE? . La ricchezza della Scrittura è purtroppo da molti ignorata o minimizzata, perché a loro non sono state fornite le basi essenziali di conoscenza. Accanto quindi a un incremento degli studi ecclesiastici, indirizzati a sacerdoti e a catechisti, va promossa una formazione estesa a tutti i cristiani, perché ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti inestimabili di sapienza, di speranza e di vita Purtroppo in molte famiglie cristiane nessuno si sente in grado  di far conoscere ai figli la Parola del Signore, con tutta la sua bellezza, Per questo ho voluto istituire la Domenica della Parola di Dio, incoraggiando la lettura orante della Bibbia e la familiarità con la Parola di Dio
  •   LA VULGATA:  A CHE COSA E’ SERVITA?                                                                 Il “frutto più dolce dell’ardua semina” di studio del greco e dell’ebraico, compiuto da Girolamo, è la traduzione dell’Antico Testamento in latino a partire dall’originale ebraico. Fino a quel momento i cristiani dell’impero romano potevano leggere integralmente la Bibbia solo in greco. Mentre i libri del Nuovo Testamento erano stati scritti in greco, per quelli dell’Antico esisteva una versione completa, la cosiddetta Septuaginta (ossia la versione dei Settanta) fatta dalla comunità ebraica di Alessandria attorno al secolo II a.C. Per i lettori di lingua latina, invece, non vi era una versione completa della Bibbia nella loro lingua, bensì solo alcune traduzioni, parziali e incomplete, a partire dal greco. A Girolamo, spetta il merito di aver intrapreso una revisione e una nuova traduzione di tutta la Scrittura. Iniziata a Roma la revisione dei Vangeli e dei Salmi, con l’incoraggiamento di Papa Damaso, Girolamo diede poi inizio nel suo ritiro di Betlemme alla traduzione di tutti i libri anticotestamentari, direttamente dall’ebraico: un’opera protrattasi per anni. Per portare a termine questo lavoro di traduzione, Girolamo mise a frutto la sua conoscenza del greco e dell’ebraico, nonché la sua solida formazione latina, La traduzione di Girolamo,  diventò subito patrimonio comune sia dei dotti, sia del popolo cristiano, donde il nome Vulgata. L’Europa del medioevo ha imparato a leggere, a pregare e a ragionare sulle pagine della Bibbia tradotta da Girolamo.
  • GIROLAMO E LA CATTEDRA DI PIETRO Girolamo ha avuto sempre un particolare rapporto con la città di Roma: Roma è il porto spirituale al quale torna continuamente;  a Roma si è formato l’umanista e si è forgiato il cristiano; egli è homo romanus. Questo legame avviene,  nella lingua dell’Urbe, il latino, di cui è stato maestro e cultore, ma è soprattutto legato alla Chiesa di Roma e, segnatamente, alla cattedra di Pietro. In un’epoca convulsa, in cui la tunica inconsutile della Chiesa è spesso lacerata dalle divisioni tra i cristiani, Girolamo guarda alla cattedra di Pietro come punto di riferimento sicuro: «IO CHE NON SEGUO NESSUNO SE NON IL CRISTO, mi associo in comunione alla CATTEDRA DI PIETRO. SO CHE SU QUELLA ROCCIA È EDIFICATA LA CHIESA». Nel pieno delle dispute contro gli ariani, scrive a Damaso: «Chi non raccoglie con te, disperde, chi non è del Cristo, è dell’anticristo». 
  • AMARE CIÒ CHE GIROLAMO AMÒ…CHE COSA? Tra i tanti elogi tributati dai posteri a San Girolamo vi è quello che egli non fu semplicemente considerato uno dei massimi cultori della “biblioteca” di cui si nutre il cristianesimo, a cominciare dal tesoro delle Sacre Scritture; a lui si può applicare ciò che egli scriveva di Nepoziano: «Con la lettura assidua e la meditazione costante aveva fatto del suo cuore una biblioteca di Cristo».
  • SI DEVE STUDIARE SOLO QUANDO SI E’ GIOVANI? Per lui, lo studio non rimase confinato agli anni giovanili della formazione, fu una priorità di ogni giorno della sua vita. Postumiano, fu testimone oculare dello stile di vita di Girolamo, presso il quale soggiornò alcuni mesi, e così lo descrisse: «EGLI È TUTTO NELLA LETTURA, TUTTO NEI LIBRI; NON RIPOSA NÉ GIORNO NÉ NOTTE; SEMPRE LEGGE O SCRIVE QUALCOSA»
  • IL PAPA LANCIA UNA…SFIDA …QUALE? Esaminando le pagine in rete, difficilmente un giovane potrebbe comprendere come la sete di Dio abbia infiammato GRANDI MENTI LUNGO TUTTI I SECOLI FINO A OGGI; teologi e filosofi, artisti e poeti, storici e scienziati. Uno dei problemi odierni, non solo della religione, è l’analfabetismo. Specialmente ai giovani VOGLIO LANCIARE UNA SFIDA: partite alla ricerca della vostra eredità. Il cristianesimo vi rende eredi di un insuperabile patrimonio culturale di cui dovete prendere possesso. Davvero Girolamo è la «Biblioteca di Cristo», una biblioteca perenne che sedici secoli più tardi continua a insegnarci che cosa significhi l’amore di Cristo, amore che è indissociabile dall’incontro con la sua Parola. Come non ascoltare, nel nostro oggi, ciò a cui Girolamo spronava incessantemente i suoi contemporanei: «Leggi spesso le Divine Scritture; anzi le tue mani non depongano mai il libro sacro»?
  • ABBIAMO UN MODELLO DA IMITARE? ESEMPIO LUMINOSO È LA VERGINE MARIA, da Girolamo evocata, nel suo atteggiamento di lettrice orante della Scrittura. MARIA MEDITAVA IN CUOR SUO (Lc2,19.51) «perché era santa e aveva letto le Sacre Scritture, conosceva i profeti e ricordava ciò che l’angelo Gabriele le aveva annunciato e ciò che era stato vaticinato dai profeti …AFFIDIAMOCI A LEI, che può insegnarci come leggere, meditare, pregare e contemplare Dio che si fa presente nella nostra vita senza mai stancarsi.

Roma, San Giovanni in Laterano, 30 settembre 2020

One comment

  1. GIANFRANCO RAVASI

    “…La MITEZZA non rinuncia alla lotta per debolezza o per paura o per rassegnazione (N. Bobbio).
    Anzi, essa vuole essere come un seme efficace piantato nel terreno della storia per il PROGRESSO,
    per la PACE, per il rispetto della dignità di ogni persona.
    Ma vuole raggiungere questo scopo rifiutando la gara distruttiva della vita,
    la vanagloria e l’orgoglio personale e nazionalistico, etnico e culturale,
    scegliendo invece la via del distacco dalla cupidigia dei beni
    e l’assenza di puntigliosità e grettezza.”….

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