XXX  DOMENICA  TEMPO ORDINARIO

  • Cari Amici, siccome DOMENICA  prossima devo essere fuori Roma e quindi non ci sarà il nostro consueto incontro domenicale… ho pensato di “REGALARVI” IL commento al Vangelo di questo bravissimo PADRE  Ermes Ronchi. Noi ci diamo appuntamento per DOMENICA PROSSIMA 30 Ottobre… Se Dio, vuole ! dv

Ermes   Ronchi

  • «Due uomini salirono al tempio a pregare (…). IL FARISEO stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
  • IL PUBBLICANO INVECE, FERMATOSI a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”».                          Il fariseo inizia bene la sua preghiera:
  • O DIO, TI RINGRAZIO, sono le parole giuste. Ma poi sbaglia tutto quando ne spiega la ragione: perché non sono come gli altri… tutti imbroglioni, ladri, falsi, disonesti. IO SONO MOLTO MEGLIO DEGLI ALTRI”. Non si può lodare Dio e disprezzare i suoi figli. Ed ecco la preghiera diventa insensata: tutto prende a ruotare attorno a due lettere magiche, anzi stregate: IO, IO, IO: “IO SONO… IO DIGIUNO… IO PAGO”.
  • IL FARISEO ADORA IL PROPRIO IO, non riesce a pronunciare la parola più importante è:TU”. PREGARE È DARE DEL TU A DIO. Ringraziando perché il centro della fede non è mai ciò che io faccio o non faccio per Dio, MA CIÒ CHE LUI FA PER ME.
  • IL FARISEO HA L’ATTEGGIAMENTO, di un uomo che non si aspetta più nulla, senza più desideri. Ha tutto, è sazio, appagato. Una stupidità che blocca il pensiero, chiude il cuore, distrugge la fonte del desiderio. La Sua è LA VERA VITA ATEA … DIO È IL TOTALMENTE ALTRO, che entra nella storia perché la storia diventi altra da quello che è (K. Barth)
  • INVECE IL PUBBLICANO, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: “O DIO, ABBI PIETÀ DI ME PECCATORE”. E mette in campo corpo, cuore, mani e le mani  sul cuore e ne fa uscire parole di supplica e di dolore, dove una brevissima parola cambia tutto: «TU»…«SIGNORE, TU ABBI PIETÀ»
  • E POI UN LAMENTO: sono un ladro, è vero, ma così non sto bene, vorrei essere diverso, vorrei cambiare, ma non ci riesco, non ce la faccio ancora, MA TU PERDONA E AIUTA. Il pubblicano desidera e spera, e vorrebbe riuscire a cambiare, magari domani, magari solo un pochino,  “però sì, con il tuo aiuto, Signore, qualcosa farò, anche solo piccolo passo”. E tornò a casa  giustificato,  e pronto a un primo piccolo grande passo buono.
  • SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE ! DV-————————————————————————– CELL. 333.88.90.862  ………………SITO:  www.donvincenzoalesiani.it                             –

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