STARE COL SIGNORE                                                                                    E NON AVER PAURA DELLA DESOLAZIONE

  • PAPA FRANCESCO ha iniziato l’udienza facendo salire, 5 bambini sulla papamobile, che dalla loro posizione hanno potuto godersi il giro tra i vari settori della piazza. Francesco, seduto a bordo della jeep bianca, ha salutato la folla dei fedeli, prendendo in braccio e baciando molti bambini che gli hanno porto. Prima di compiere l’ultimo tratto, il Papa si è congedato dai suoi piccoli ospiti facendoli scendere uno a uno.

  • UNA SERENITÀ PERFETTA ma senza sentimenti, quando diventa criterio di comportamenti, ci rende disumani. Sono le parole del Papa, che ha dedicato l’udienza al tema della desolazione, come elemento del discernimento. “Non possiamo non fare caso ai sentimenti” Non saremmo umani. Senza sentimenti saremo indifferenti alla sofferenza degli altri e incapaci di accogliere la nostra”. Tale serenità non  si raggiunge per la via dell’indifferenza”: ‘io non mi immischio nelle cose” Questa non è vita, è come se vivessimo in un laboratorio, chiusi per non avere malattie!”.

  • “ANCHE LA DESOLAZIONE – quando nel cuore è tutto buio, è triste – può essere occasione di CRESCITA”, ha detto Francesco: “Se non c’è un po’ di insoddisfazione, di tristezza salutare, una sana capacità di abitare nella solitudine, di stare con noi stessi senza fuggire, rischiamo non prendere mai contatto con il centro della nostra esistenza

  • “LE SCELTE IMPORTANTI non vengono dalla lotteria: hanno un prezzo che tu devi pagare, è un prezzo della decisione, non è gratis. La desolazione,  “provoca uno scuotimento dell’anima, favorisce  l’umiltà e ci protegge dal vento del capriccio…per il progresso nella vita spirituale

  • PER MOLTI SANTI E SANTE, “l’inquietudine è stata La spinta decisiva per una svolta alla propria vita”, ha detto il Papa citando “il caso di Agostino di Ippona, di Edith Stein, di G. B. Cottolengo, di Charles de Foucauld” La serenità artificiale non va: va la sana inquietudineil cuore inquieto, che cerca la strada”.Essere desolati ci offre la possibilità di crescere, di iniziare una relazione più matura con il Signore,  che non si riduca a un mero scambio di dare e avere”.

  • PENSIAMO ALLA NOSTRA INFANZIADa bambini, capita spesso di cercare i genitori per ottenere qualcosa, un giocattolo, i soldi per un gelato… E così li cerchiamo non per se stessi, ma per un interesse. Eppure, il dono più grande sono loro, i genitori, e questo lo capiamo man mano che cresciamo

  • MOLTE NOSTRE PREGHIERE sono richieste di favoriAndiamo a chiedere, chiedere, chiedere”. La vita spirituale è relazione con Dio, il Vivente. “IL VANGELO NOTA CHE GESÙ era spesso circondato da gente che lo cercava per ottenere guarigioni, aiuti materiali, ma nonsemplicemente PER STARE CON LUIEra pressato dalle folle, eppure era SOLO” “Potrebbe sembrare strano chiedere al Signore: ‘COME STAI?: INVECE È UNA MANIERA MOLTO BELLA di entrare in una relazione vera, sincera, con la sua umanità, con la sua sofferenza, con la sua solitudine. Con lui, che ha voluto condividere la sua vita con noi”. “Ci fa tanto bene imparare a stare con lui”.Stare Col Signore,senza altro scopo,  come ci succede con le persone a cui vogliamo bene: desideriamo conoscerle sempre più, perché è bello stare con loro”.

  • NON AVER PAURA DELLA DESOLAZIONE, è l’invito finale a braccio: “portarla avanti con perseveranza, e nella desolazione cercare di trovare il cuore di Cristo, il Signore. E la riposta arriva, sempre”. Di fronte alle difficoltà “mai scoraggiarsi, ma affrontare la prova con decisione, con l’aiuto della grazia di Dio che non ci viene mai a mancare:

  • RISONANZE: non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per averci dato un Papa così…Questa volta poi l’averci insegnato che AL SIGNORE possiamo e dobbiamo dirgli: COME STAI?  UNA MERAVIGLIA. Che ne dite, amici?…………..    dv  3338890862  sito www.donvincenzoalesiani.it

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