«IO, PAPA FRANCESCO E LE DONNE:                                                             INSIEME AGLI UOMINI,                    FUORI DAL CLERICALISMO»                                       Papa Francesco assieme a suor Alessandra Smerilli

  • «SUORA, DI QUALE CARDINALE È LEI?». Ero nei primi mesi di lavoro all’interno della Curia romana e questa domanda fu come uno squarcio. Il Concilio Vaticano II ha segnato un’evoluzione epocale nella Chiesa cattolica, ma il passaggio dai testi alla vita non si è ancora compiuto.

  • PAPA FRANCESCO nei primi 10 anni da Vescovo di Roma ci ha molte volte sorpreso traducendo il Concilio in gesti.La sua è una quotidiana opera di traduzione del Vaticano II,  come una nuova Pentecoste, ha ristabilito il dialogo tra Chiesa e mondo contemporaneo. Siamo di fronte a una partecipazione senza precedenti delle donne alla vita pubblica, in ambito professionale, politico,  scientifico

  • LE LORO LOTTE, LA NUOVA COSCIENZA della loro dignità sono uno degli esiti più importanti della modernità. È ben difficile non riconoscere in questo UN “SEGNO DEI TEMPI”. Eppure, nel suo volto istituzionale, la Chiesa sembra non avere registrato ciò che ha reso più ricca la convivenza civile.

  • PAPA FRANCESCO LO SA BENE: molto rimane da fare, ma ci sono contesti in cui si tratta di iniziare. In ambito teologico questa consapevolezza ha reso possibili importanti contributi da chi fino a pochi decenni fa non aveva nemmeno accesso alle facoltà ecclesiastiche.

  • HANNO FATTO RUMORE LE PAROLE DEL PAPA: «Le donne hanno una capacità di gestire e pensare totalmente differente da noi e io direi, superiore a noi. Lo vediamo in Vaticano: dove abbiamo messo donne, subito la cosa cambia, va avanti». In realtà, esse rivelano la sua principale preoccupazione: che le cose si muovano. Nei suoi primi dieci anni si è dedicato ad avviare processi più che ad occupare spazi.

  • È UN ATTEGGIAMENTO FONDAMENTALE per attuare il Concilio…che è vento, soffio, potenza. Come donna, lasciarmi ispirare dal suo stile e dal suo magistero significa non cadere in una logica di occupazione degli spazi e educare anche gli altri a uscirne. Occorre uscire tutti, uomini e donne, dal clericalismo.  Oggi il problema non è che in Vaticano ci sia qualche donna in più, ma che una religiosa o un laico possa avere responsabilità su un vescovo o un prete. Ci vuole delicatezza e determinazione perché prenda forma una Chiesa popolo di Dio. Occorrono «mente, cuore e mani», come suggerisce papa Francesco, per demolire le logiche di potere e il carrierismo.

  • CIÒ CHE CONTA È LO SCENARIO DI INSIEME che così si apre: lavorare insieme donne e uomini, consacrati e laici, giovani e anziani, con provenienze geografiche, sensibilità ecclesiali e teologiche diverse. A Roma abbiamo un vescovo, naturalmente: PAPA FRANCESCO. E con lui condividiamo il cammino. Ecco il punto: la valorizzazione non solo delle donne, ma di ciascunoUn’alleanza tra i diversi, cui certo le donne possono dare un contributo decisivoSappiamo per esperienza che cosa significa non essere visti. Tessere relazioni  inoltre, è qualcosa cui siamo piuttosto portate.

  • VORREI DIRE CHE L’ALLEANZA UOMO-DONNA Descritta Nella Genesi, quell’unità dei differenti a cui Dio affida il futuro della Terra, può realmente risplendere nel modo in cui saremo Chiesa, se attuiamo il Concilio. Uomini e donne insieme siamo l’immagine di Dio, e solo insieme possiamo far risplendere questa immagine nel mondo. Papa Francesco ci fa lasciare alle spalle molte abitudini che hanno oscurato la bellezza del disegno di Dio. Vogliamo che in questo non sia solo: Forse c’è questo nella RICHIESTA CHE SI PREGHI PER LUI: UNO SCAMBIO DI DONI.

  •  RISONANZE: cari amici, forse per qualcuno/a di voi è  un tema difficile, delicato ma importante… per il futuro della Chiesa. E ora capiamo un pò di più la richiesta che fa sempre di …pregare per Lui. Non vi pare, amici?                                   dv 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it

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