«SE LA MAMMA CI RIPENSA…                                                                                LA AIUTEREMO»              Il piccolo trovato LA MATTINA DI PASQUA nella    CULLA PER LA VITA del Policlinico.         La direttrice del Cav Mangiagalli: la maternità ci riguarda TUTTI

  • SI CHIAMA ENEA E STA BENE. È il bimbo che il mattino di Pasqua, il personale del Policlinico di Milano ha trovato alla Culla per la Vita. L’allarme si è attivato alle 11.40 circa. Il piccolo pesa circa 2,6 chili, è di etnia caucasica ed è in buona salute. È il terzo bimbo che viene affidato alla Culla per la Vita da quando è stata attivata nel 2007.

  • IL BIMBO SI CHIAMA ENEA perché nella culla c’era anche una lettera firmata dalla madre, dove viene indicato il nome e si racconta che è super sano, tutti gli esami fatti sono ok”, insieme a parole di grande affetto. Sicuramente Enea troverà famiglia a tempo di record.  “Il tribunale  affiderà il piccolo a una famiglia già resa disponibile ed era stata valutata idonea per accogliere un bambino abbandonato”. “ENEA sta bene, è un bel bambino di circa una settimana ed è coccolato da medici e infermiere

  • È UNA COSA CHE POCHI SANNO ma in Ospedale si può PARTORIRE IN ANONIMATO, per la sicurezza di mamma e bambino. Inoltre esistono le Culle per la Vita: la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori”.

  • LA CULLA PER LA VITA del Policlinico di Milano è attiva da 16 anni e quello di Enea è il terzo caso registrato. La Culla è un ambiente protetto e riscaldato ed è strutturata in modo da avvisare immediatamente il personale sanitario: una volta che il bimbo viene accolto al suo interno, un allarme discreto avvisa medici e infermieri della Neonatologia che possono prendersi cura del piccolo entro pochissimi minuti. perché ci permette di accogliere il bimbo e di aiutare la mamma nella sua drammatica scelta, in tutta sicurezza.

  • VIVO PERÒ QUESTO EVENTO anche come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà. Madre che, QUALORA CI RIPENSASSE, siamo pronti ad accogliere e ad assistere“. È felice per la notizia di una vita ma insieme preoccupataSoemia Sibillo, direttrice del Centro aiuto alla Vita Mangiagalli: «Se da un lato sapere che la Culla per la Vita ha accolto un piccolo bimbo è sollievo per una scelta che poteva essere rischiosa per la vita del neonato, come l’abbandono vicino ai cassonetti,…

  • È ANCHE SEGNO DI UNA SCELTA DOLOROSA che ci deve interrogare. Non è naturale per una mamma separarsi dal proprio bimbo: PERCHÉ MAI UN TALE GESTO? FORSE NON HA TROVATO CHI POTEVA DARLE UN AIUTO? Si sarà così sentita sola da pensare di non farcela? Problemi economici? Non dobbiamo giudicare, ma certamente dobbiamo lasciarci interpellare da questo episodio». Per Soemia Sibillo, che ha raccolto il testimone da Paoloa Bonzi alla guida del Centro che collabora strettamente con la Clinica Mangiagalli, «la maternità non è un fatto individuale ma ci riguarda tutti. Al Cav raccogliamo tanti racconti di sofferenza e solitudine spesso inimmaginabili. Forse questa mamma non ci conosceva. POSSIAMO ANCORA AIUTARLA, SE CI RIPENSA: siamo al terzo piano della scala B della Mangiagalli. È IMPORTANTE FAR SAPERE CHE CI SIAMO».

  • RISONANZE: una vicenda che suscita tenerezza ma dice anche che  “dobbiamo lasciarci interpellare da questo episodio ed essere disposti per casi analoghi a DARE UN AIUTO CONCRETO… che ne dite amici? dv 3338890862 sito: www.donvincenzoalesiani.it

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