NAPOLI. MUSICISTA UCCISO         ARCIVESCOVO  BATTAGLIA:               «PERDONAMI, NON HO FATTO ABBASTANZA»

  • Il dolore di mons. Battaglia e l’appello alla città: «DISARMATEVI».  Fuori dalla chiesa la gente urla:    «GIUSTIZIA!»  La sorella della vittima:   «Napoli sei tu, non Mare fuori o Gomorra»
  • L’INNO ALLA GIOIA DI BEETHOVEN accompagna la bara bianca di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni, ucciso a colpi di pistola da un ragazzo di 17 anni. La scelta è della mamma Daniela che in questi giorni ha chiesto che «AI FUNERALI INTERVENGA LA PARTE SANA DELLA CITTÀ». All’arrivo mamma Daniela posa sul feretro il corno, lo strumento d’orchestra suonato dal figlio e si inginocchia fra le lacrime: «Non è giusto che un giovane così meraviglioso sia morto vittima di un balordo senza valori, voglio giustizia per Giogiò»» dice. In tanti, con lei, gridano “Giustizia”

  • DURANTE L’OMELIA DON MIMMO BATTAGLIA, chiede perdono al ragazzo «Perché fin dal primo giorno dell’arrivo in questa città mi sono reso conto dell’emergenza educativa e forse avrei dovuto gridare fino a quando le promesse non si fossero trasformate in progetti e le parole in azioni concrete. PERDONAMI SE NON HO GRIDATO ABBASTANZA, perdona me e la mia Chiesa se quello che facciamo, pur essendo tanto, è ancora poco, troppo poco». 

  • AI PRESENTI chiarisce che il compito per tutti deve essere: «disarmare NAPOLI, educare NAPOLI, amare NAPOLI». «Le pistole si trasformino in posti di lavoro, i coltelli in luoghi educativi, i pugni in mani tese, gli insulti in concerti»

  • INVITA I GIOVANI A NON ANDARE VIA: «se qualcuno ha detto “fuggite”, io dico: RESTATE!. Seminate tra le pietre della malavita il seme della fraternità,  della giustizia»  Questo può avvenire grazie all’impegno di ognuno di noi con fiducia nel Vangelo e in tanti come Gioiò che hanno seminato bellezza 

  • «LE LACRIME DELLA SUA FAMIGLIA aiutino a pulire i nostri occhi offuscati e vedere che il bene è superiore al male. La parte sana della nostra città è di gran lunga più ampia di quella malata. È arrivato il momento che si faccia sentire. Ancora troppi sono i silenzi che fanno male».

  • L’ARCIVESCOVO, COMMOSSO ha una parola anche per chi ha sbagliato: «Questa mano l’abbiamo armata anche noi. Con i nostri ritardi, con la nostra incapacità di comprendere i problemi di questa città abitata anche da adolescenti che camminano armati, COME IN UNA CITTÀ IN GUERRA».

  • AI PIEDI DELL’ALTARE UNO STRISCIONE. «LA FORZA DELLA MUSICA per sconfiggere la cultura della violenza La Sorella Ludovica, saluta a nome della città: « mi sono limitata sempre a dire che eri la persona più sensibile. Eri la mia piccola ombra, tu sei un uomo d’onore, il migliore. NAPOLI SEI TU». GIOGIO’  FIGLIO DI NAPOLI, accetta la richiesta di perdono della tua città. Vedi, lo faccio al presente, e ti parlo non come “se fossi qui” ma dal vivo, con un tono di amicizia, perché tu, giovane amico, sei qui, presente nel mistero della RESURREZIONE,  Per questo che ti chiedo, caro Giogiò, di essere vicino alla tua mamma, di accarezzarla ogni giorno sussurrandole nel cuore parole di speranza, di suonare per lei la melodia della vita che non muore, donandole la certezza che tu le sei accanto e che ora sarai tu a custodirla e tenerla per mano, allo stesso modo di come lei faceva con te quando eri piccolo. Ciao Giogiò: non so come, non so quando, non so dove: ma so che noi ci incontreremo, ci vedremo, ci abbracceremo… perché l’amore è più forte della morte. E chi ama non muore. Grazie della tua vita e pace a te. Ciao Giogiò.

  • DAVANTI A TANTA BELLEZZA, sento solo di poter dire: GRAZIE, SIGNORE. GRAZIE, GIOGIÒ! E… arrivederci! DV 3338890862                   SITO: www.donvincenzoalesiani.it……………………………………….

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