I NOSTRI FRATELLI MAGGIORI             LE RADICI EBRAICHE DELLA FEDE CRISTIANA

  • L’EBRAICITÀ DI GESÙ

+ LA MADRE DI GESÙ è una giovane ebrea, figlia di genitori ebrei che osservano gli insegnamenti della legge mosaica.

+- GIUSEPPE, Lo Sposo di Maria, è ebreo della stirpe di Davide.

+- GESÙ È NATO in una famiglia di Ebrei osservanti a Betlemme di Giudea, come aveva predetto il profeta Michea (5,1).

+IL FATTO CHE GESÙ APPARTENGA AL POPOLO EBRAICO è essenziale, perché “Israele è il popolo sacerdotale di Dio. Ad Israele Dio ha donato La Torah, la sua Parola, Il “Bacio” DI DIO agli uomini                                   

+ LA PROFESSIONE DI FEDE che gli ebrei fanno due volte al giorno, lo Shemà, recita: “Adonaj è il nostro Dio. Adonai è unico!”.                     +L’EVANGELISTA MATTEO ritiene così importanti le origini ebraiche di Gesù da iniziare il suo Vangelo con la “Genealogia Di Gesù Cristo Figlio Di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda…”, e così fino a GIUSEPPE, sposo di MARIA, dalla quale è nato GESÙ.

  • EPISODI SIGNIFICATIVI SULL’EBRAICITÀ DI GESÙ:

1) OTTO GIORNI DOPO LA SUA NASCITA, Gesù viene presentato dai suoi genitori al tempio di Gerusalemme dove viene offerto al Signore e circonciso, secondo la Legge di Mosè (Lc 2,21).

2) QUANDO POI GESÙ RAGGIUNGE L’ETÀ stabilita dalla Legge, diventa “figlio del precetto” col rito del bar-mizvah, che segna l’ingresso nel mondo degli adulti di ogni ragazzo ebreo. Il Vangelo di Luca riporta l’episodio di Gesù giovinetto che fu ritrovato dai suoi genitori nel tempio di Gerusalemme “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava” (2,46);

3) -I VANGELI RACCONTANO ANCHE CHE GESÙ, come tutti gli ebrei osservanti, si recava A Gerusalemme, tre volte l’anno, per le feste: Pèsach (Pasqua), Shavuòt (Pentecoste) e Sukkòt (Capanne).

4) GESÙ ERA UN MAESTRO EBREO, UN RABBINO: conosceva perfettamente la Torah, i Profeti e gli altri Scritti. Egli citava spesso i testi sacri, e recitava i Salmi. Frequentava il Tempio di Gerusalemme e partecipava alla liturgia sinagogale. Luca (4,14ss) dice che Gesù “insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi”. Poi aggiunge: “ Si recò a Nazaret, ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del Profeta Isaia dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti stavano fissi su di lui”. Questa profezia si è compiuta nella persona dell’Ebreo Gesù, perché:“la salvezza viene dai Giudei”(Gv 4,22).

5).GESÙ, COME TUTTI I MAESTRI DELLA TORAH, insegnava stando seduto, e parlava “come uno che ha autorità”, suggellando i suoi detti con la parola: “Amen!” “così è!”, “senza alcun dubbio!” Egli stesso dirà: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”.

 6)  QUANDO RECITIAMO I SALMI, ci rivolgiamo a Dio con le stesse parole con cui il Figlio di Dio conversava col Padre suo. I Salmi con cui la Chiesa prega sono i Salmi di Israele; sono gli stessi con cui  pregava e prega il popolo ebraico. IL PADRE NOSTRO, PREGHIERA CHE GESÙ HA INSEGNATO ai suoi discepoli, così cara a noi cristiani, ha le sue fonti ebraiche, tant’è che un ebreo non avrebbe alcuna difficoltà a recitarla con noi.

7)-LA LITURGIA CRISTIANA è intessuta di Sacra Scrittura. “Massima è l’importanza della Sacra Scrittura nella celebrazione liturgica.Possiamo affermare che la preghiera eucaristica, la benedizione del pane e del vino sono di derivazione ebraica, attualizzate con significato nuovo, pasquale.

8)- E’ NEL CONTESTO DELLA PASQUA EBRAICA CHE L’EBREO GESÙ CI HA LASCIATO IL MEMORIALE DELLA SUA PASQUA. Gesù ha sempre vissuto da ebreo osservante, fino alla morte. Sulla sua croce i Romani hanno scritto: “Gesù nazareno, RE DEI GIUDEI”.     G. Paolo II nella Sinagoga di Roma: «la religione ebraica è “intrinseca” alla nostra religione. noi abbiamo verso di lei dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Voi siete i nostri fratelli preferiti e si potrebbe dire I NOSTRI FRATELLI MAGGIORI».

  • IL RABBI DI NAZARET, è “NOSTRO FRATELLO MAGGIORE”.

Egli è la Parola di Dioche si è fatta carne nel grembo di una fanciulla ebrea.  E’ il nostro Maestro che, come ai discepoli di Emmaus, svela alla Chiesa il senso profondo delle Scritture d’Israele.  IL VERBO CHE SI È FATTO CARNE È DAVVERO IL “BACIO” DI DIO ALL’UMANITÀ ASSETATA DI AMORE.

  • NON TROVO NULLA DI PIU’ BELLO DI QUEST’ULTIMA RIGA... E  voi che ne dite, amici? dv 3338890862 SITO:  www.donvincenzoalesiani.it————————————————-

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