Diego Motta lunedì 8 aprile 2024  La vedova del commissario ucciso in un agguato  nel 1972 a Milano, torna a raccontare la sua storia   di dolore e di perdono. «Passare dall’odio alla pace, soprattutto con se stessi, è difficilissimo»

***IL MOMENTO più bello nell’incontro con Gemma Clabresi  arriva alla fine, quando la tensione del racconto che commuove l’Italia ormai da mezzo secolo si scioglie, in una lunga processione di abbracci, carezze, lacrime. Sono soprattutto le donne a mettersi in fila. A tutte succede di immedesimarsi  in quella ragazza 26.enne che si svegliò una mattina, con due bimbi piccoli e il terzo in grembo, e si ritrovò improvvisamente da sola al mondo. Perduta.

  • «HANNO SPARATO A UN COMMISSARIO», le disse la signora delle pulizie. «Anche quella donna, che non ho mai più rivisto, fu fondamentale perché si prese cura dei miei bambini, in un momento drammatico. Gli sconosciuti ancora oggi mi danno tanta solidarietà, mi dicono: ho pregato per lei, l’ho pensata. Nella mia tragedia non mi sono mai sentita sola. Ho scoperto l’importanza degli altri. È COME SE, DOPO IL MALE,    IL BENE AVESSE BUSSATO ALLA MIA PORTA»
  • LA FINE RAPPRESENTA SEMPRE UN NUOVO INIZIO. Così la vita un continuo ricominciare, scalando le pareti dell’odio, i pregiudizi, le paure. L’IMMAGINE DEGLI ANNI DI PIOMBO è stata nitida per Gemma Calabresi: i cortei, le minacce, la vita blindata di una coppia appena sposata. L’omicidio del commissario pochi metri fuori da casa. «In quel momento, ero prima di tutto una madre che doveva proteggere i propri figli. Pesava molto la rabbia, pesava la necessità di togliere da Luigi il timbro di assassino». Odio e rancore rischiano di fare prigionieri, possono moltiplicare il dolore e le tragedie.
  • PER GEMMA CALABRESI, «BISOGNA IMPEDIRE che questo succeda, che il male ti divori. Quando vedo le guerre di oggi, quando vedo cos’è diventato il terrorismo, cioè distruggere l’altro fino a mostrarlo e a farne scempio, rabbrividisco… Aprite le braccia: lasciate che scompaia la voglia di prepotenza, accorgetevi che il prossimo per voi è importante… ».
  • SIGNORA GEMMA, TANTE DONNE hanno sfilato in questi mesi, dal Medioriente all’Est Europa, chiedendo una tregua, chiedendo verità e giustizia spesso in mezzo alle bombe.Mi capita di soffermarmi sulle manifestazioni in cui a scendere in piazza, insieme, sono donne che arrivano da fronti opposti: ho visto donne palestinesi e donne israeliane collaborare, iniziando dalle piccole cose, per far smettere questo odio atavico. Se nell’altro vedi sempre il nemico da combattere, il nemico diventa un’ossessione. Se pensi che avrà anche lui dei figli, una moglie e degli affetti a cui rispondere, se riesci a ridargli un minimo di umanità, allora tutto cambia.
  • UNA PERSONA NON È soltanto il male che ha compiuto. Quando vado nelle scuole, lo dico ai ragazzi: non andate dietro a chi urla più forte. Prego per i ragazzi di oggi, perché non si lascino schiacciare dalle logiche del mondo. Quando li incontro, trovo studenti profondi e intelligenti. Non siate gregari, dico loro. una bugia detta una volta, gridata in corteo mille altre volte, rischia di diventare una verità.
  • GIGI ERA IL VOLTO CONOSCIUTO DELLA QUESTURA, il più dialogante: divenne ben presto il capro espiatorio. Ricordo una sera: avevamo invitato a cena la mia maestra e alla fine lei aveva detto a Gigi: “È un momento pericoloso, riguardati”. Mio marito era uomo di profonda fede e le aveva risposto così: “IL SIGNORE È IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA”.
  • LEI HA CONFESSATO RECENTEMENTE DI AVER AVUTO ANCHE FANTASIE DI VENDETTA. È vero. C’è stato un periodo, all’inizio, in cui mi sembrava che quei pensieri mi facessero stare bene, mi svegliavo con l’odio nel cuore. Dentro di me avevo      la rabbia, lo scoraggiamento, il pianto, una cattiveria sconosciuta. Ma io non ero così e non potevo farmi divorare dal rancore. Avevo i miei figli e volevo educarli al bene, alla gioia di vivere. Dovevo farmi aiutare e ho trovato tanta gente, oltre alla mia famiglia, disposta a farlo. Poi si ricade, tante volte: bastava una scritta sui muri e tornavo a scivolare indietro, mi facevo catturare ancora dalla rabbia… Passare dall’odio alla pace, innanzitutto con se stessi, è stato difficilissimo. Però ho sempre avuto tanta solidarietà intorno a me, anche le persone sconosciute che mi riconoscono al supermercato. Il bene bussa alla nostra porta, il problema è che non ce ne accorgiamo. Signora Gemma, che ruolo possono avere le donne in questa società dove l’individualismo si è trasformato in ritiro sociale e le ragioni per stare insieme, paiono venire meno?  È un discorso che vale, a maggior ragione, per i genitori… I genitori sono chiamati, oggi più di ieri, a donarsi completamente ai figli… offrite voi stessi, parlate con loro
  • CHE AIUTO HA TROVATO DALLA FEDE IN DIO? Io nella preghiera mi affido e affido, sapesse quante persone mi passano per la mente… mi sfogo, parlo col Padre eterno. Posso dire che adesso mi sento meno giudicante di un tempo.
  • LA PACE CON SE STESSI si trova se si desidera il bene dell’altro. Una volta ho detto a un sacerdote: “Sono un pò stanca, vorrei tirare i remi in barca”. Lui mi ha risposto: “NON  PUÒ  FARLO, lei ha una missione. Deve andare avanti”.

  • RISONANZE: CHE GRANDE LEZIONE CI DONA GEMMA…  SI, ciascuno di noi ha una missione  da portare avanti      fino in fondo… che ne dite, amici? dv 3338890862      SITO: www.donvincenzoalesiani.it 

 

 

 

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