PROPOSTE  DI SPIRITUALITA’  PASQUA 2016 

ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

 A VILLA   S. BIAGIO: 

PASQUA11

 Cari amici,  Alla luce di “QUEL GIORNO …” che ha cambiato la storia umana, possiamo ritrovare anche noi motivi e forza per… “RIPARTIRE”. 

23 – 25 Aprile 2016

RITIRO SPIRITUALE DI PRIMAVERA

FIORI RAMO

“Tu mi hai rapito il cuore…”

(Cantico dei cantici)

Fare famiglia: su quali basi e quali obiettivi?

BISOGNO  DI  LUCE: 

CHIEDIAMOLA   ALLO  SPIRITO  SANTO

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.

O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.

cantico 2

Ripresa del tema : un altro “notturno” dell’amore… fatto di richieste non ascoltate in tempo, lievi ritardi, sonnolenze, pigrizie, …costeranno lacrime. Sia a livello coniugale che sponsale tra Dio e l’anima.

1  Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte.  Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari.2  Io dormo, ma il mio cuore veglia. Un rumore! E` il mio diletto che bussa:  “Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne”.

Le visite di Dio (bagnato di rugiada…) che bussa (cfr. Ap. 3) e  le nostre pigrizie, I suoi silenzi, le notti oscure. Tuttavia Dio, si fa sentire, quasi vorrebbe  farci “violenza”,  lascia il suo profumo sulle maniglie delle nostre porte chiuse: perché ci venga  nostalgia di quello che abbiamo perduto. Agostino: timeo Dominum transeuntem Occorre stare attenti ai…5 minuti.

  •  “Mi sono tolta la veste; come indossarla ancora?  Mi sono lavata i piedi; come ancora sporcarli?”. Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta.  Mi sono alzata per aprire al mio diletto e le mie mani stillavano mirra,  fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. 
  • Ho aperto allora al mio diletto, ma il mio diletto già se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa. L’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non m’ha risposto.7 Mi han trovato le guardie che perlustrano la città; mi han percosso, mi hanno ferito, mi han tolto il mantello le guardie delle mura. 8  Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto,  che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!

LA SPOSA RIASSUME LA SUA ESPERIENZA D’AMORE

cantico dei c 3CON 5 SIMBOLI

1. Mettimi come sigillo sul tuo cuore: come sigillo sul tuo braccio;

Amore-sigillo: il sigillo è la persona stessa che mette la …firma. Il mio essere nelle relazioni con l’esterno. Tu sei il mio sigillo:sei la mia carta di identità, mi fai essere quello che sono,senza di te non sono nulla,  Colui che mi autentica, mi fa essere …

 2. perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: 

Amore-morte: l’amore è più forte. Cfr. in Gesù con la sua morte ci ha liberati dalla morte cfr. 1Pt1, Apoc. 7.

3. le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!                 

Amore-fuoco:  Come i fulmini rivelano la potenza distruttiva, così l’amore è teofania: manifestazione della forza e del calore di Dio per il suo popolo. L’amore manifesta Dio: cfr 1Gv 4: Dio non l’ha mai visto nessuno, se ci amiamo Dio dimora in noi.

  4. Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.

Amore-acque: le acque sono simbolo di tutti i mali, dei pericoli, delle sofferenze (L’acqua mi giunge alla gola…) Quante difficoltà si affrontano e si superano, quanti sacrifici si fanno quando c’è l’amore…Nelle tempeste della vita l’unica roccia che resta è l’amore. Salvare ad ogni costo l’amore. E a livello mistico salvare a tutti i costi il suo amore:  Roccia del mio cuore è Dio!

 5. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa  in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio.

Amore-ricchezze:  Nella vita quanti sacrifici si fanno per il denaro… Magari trascurando valori del dialogo, con la sposa con i figli, con Dio…:. fare una scelta: al di sopra di tutto vi sia la carità. Cfr. 1Cor 13 Decidersi a scoprire la perla dell’amore e “vendere” tutto per  salvarlo.

  • ASCOLTA: SPOSI1la creatura che hai al fianco è mia. Io l’ ho creata: Io le ho voluto bene da sempre.  Per lei non ho esitato a dare la mia vita.  Te l’affido! La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile.  La ameremo insieme. Io la amo da sempre, tu hai incominciato ad amarla da qualche anno …Sono io  che ho messo nel tuo cuore l’amore per lei .E’ stato il modo più bello per dirti “te l’affido”  
  •  UN TEST PER LA NOSTRA CAPACITA’ DI AMARE

1.     Smetto di fare qualcosa quando arriva una persona ?
2.     Cerco il contatto con lo sguardo ?
3.     Ho il volto rilasciato e accogliente ?
4.     Il mio sorriso e’ spontaneo o artificiale ?
5.     Il tono di voce gentile e interessato ?
6.     Appaio nella pace e sono disponibile ?
7.     Guardo l’orologio quando mi sento annoiato dei suoi discorsi ?

 QUARTO POEMA
Ripresa del tema : un altro “notturno” dell’amore… fatto di richieste non ascoltate in tempo, lievi ritardi, sonnolenze, pigrizie, …costeranno lacrime. Sia a livello coniugale che sponsale tra Dio e l’anima.
  • 1  Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte.  Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari.
  • Io dormo, ma il mio cuore veglia…. Un rumore! E` il mio diletto che bussa:  “Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio  Capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne”.
 Le visite di Dio (bagnato di rugiada…) che bussa (cfr. Ap. 3) e  le nostre pigrizie, I suoi silenzi, le notti oscure. Tuttavia Dio, si fa sentire, quasi vorrebbe  farci “violenza”,  lascia il suo profumo sulle maniglie delle nostre porte chiuse: perché ci venga  nostalgia di quello che abbiamo perduto. Agostino: timeo Dominum transeuntem…
  •  3  “Mi sono tolta la veste; come indossarla ancora?  Mi sono lavata i piedi; come ancora sporcarli?”. Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta. 
  • Mi sono alzata per aprire al mio diletto e le mie mani stillavano mirra,  fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. Ho aperto allora al mio diletto, ma il mio diletto già se n’era andato, era scomparso.
  • Io venni meno, per la sua scomparsa. L’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non m’ha risposto.7  Mi han trovato le guardie che perlustrano la città; mi han percosso, mi hanno ferito, mi han tolto il mantello le guardie delle mura. 8  Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto,  che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!
Il coro questa volta prende le parti del tentatore…in fondo vale proprio la pena? Non c’è di meglio sul “mercato” della vita? La sposa che ha perso lo sposo, sente tutta la vacuità  di quello che ha trovato (guardie notturne sgarbate che l’hanno trattata da una poco di buono e l’hanno picchiata…) ora capisce tutta la bellezza di colui che non ha più…
  •  Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne? Che ha il tuo diletto perché così ci scongiuri?  
  •  Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille  Il suo capo è oro, oro puroi suoi riccioli grappoli di palma,  I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua;   i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. LE  sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate;  le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra     Le sue mani sono anelli d’oro.   Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri.  Dolcezza è il suo palato; egli è tutto delizie! Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di Gerusalemme.

EPILOGO

¨       Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto?

…frammenti  che raggiungono vertici di  poesia e sintetizzano tutto il CDC  Ritorno dall’esilio, appoggiandosi al Diletto! Per superare momenti di deserto…appoggiamoci a Lui. Meglio se insieme!

   Sotto il melo ti ho svegliata;là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.

L’amore vero raggiunge le profondità del nostro essere e della nostra storia. E’ completo, amicale, materno-paterno, sessuale-  fecondo,  spirituale…
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PRIMO POEMA…

la sposa si presenta nei suoi limiti e nei suoi pregi,:

una ragazza del popolo (come una tenda dei beduini)

ma degna di stare nel tempio….

  •  Bruna sono ma bella, o figlie di Gerusalemme… Non state a guardare che sono bruna, poiché mi ha abbronzato il sole. I figli di mia madre si sono sdegnati con me:  mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita. 
  • Dimmi, o amore dell’anima mia, dove vai a pascolare il gregge,  dove lo fai riposare al meriggio, perché io non sia come vagabonda  dietro i greggi dei tuoi compagni.

– IL coro indica la strada dove andare a cercarlo. E’ la storia di  Israele, e di ogni anima che cerca Dio…

  •   Se non lo sai, o bellissima tra le donne,   segui le orme del gregge  e mena a pascolare le tue caprette presso le dimore dei pastori.

 Mentre la sposa è in viaggio di ricerca, Lo sposo l’ha Già vista… L’iniziativa  è sempre di Dio: noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo.(1Gv 4) Duetto d’amore: gara per celebrare la bellezza dell’altro/a! E l’incontro  avviene …all’ombra di un soffitto di cedro e di cipressi: allusione al tempio

  •   Alla cavalla del cocchio del faraone io ti assomiglio, amica mia. 10  Belle sono le tue guance fra i pendenti, il tuo collo fra i vezzi di perle. 11  Faremo per te pendenti d’oro, con grani d’argento.
  • 12  Mentre il re è nel suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo. 13  Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto. 14  Il mio diletto è per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi.
  •  Come sei bella, amica mia, come sei bella!  I tuoi occhi sono colombe.  Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!  Anche il nostro letto è verdeggiante. Le travi della nostra casa sono i cedri,
  • Celebrazione dell’incontro di amore con reciproci complimenti: 
  1.   Io sono un narciso di Saron, un giglio delle valli. Come un giglio fra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle.  Come un melo tra gli alberi del bosco,  il mio diletto fra i giovani. Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo   e dolce è il suo frutto al mio palato.  
  2. Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore. Sostenetemi con focacce d’uva passa,     rinfrancatemi con pomi,  perché io sono malata d’amore.    la sua sinistra  è sotto il mio capo  e la sua destra mi abbraccia.
  3. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve dei campi:  non destate, non scuotete dal sonno l’amata, finché essa non lo voglia.

SL 63 

O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,

di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne

come terra deserta,  arida, senz’acqua.

Così ti benedirò finché io viva,

 nel tuo nome alzerò le mie mani.   

Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo

  esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A TE SI STRINGE L’ANIMA MIA

E LA FORZA DELLA TUA DESTRA MI SOSTIENE.

  • CANTICO DEI CANTICI: PREMESSE

Una breve composizione di 117 versi. Si celebra l’amore in tutte le sue forme: coniugale, amicale, parentale, sofferente, spezzato, tradito, ritrovato, consacrato… CDC= canticissimo

  •  LE INTERPRETAZIONI: Due: una naturalistica e l’altra mistica. Oggi si tende a non separarle ma a leggere una dentro l’altra. “Tutti gli scritti sono santi ma il CDC è il santo dei santi
  •  IL CDC ALL’INTERNO DELLA BIBBIA: Torà – Profeti – Scritti
  1. Pentateuco della legge:  5 parti (Gen. Es. Numeri- Levitico – Dt.)
  2. Il Pentateuco della preghiera ( i salmi )
  3. Il Pentateuco dell’amore: CDC in 5 part
  •   Genesi dell’amore (Cfr. Esodo…)
  •  Crisi dell’amore (cfr. Esilio) 
  • Ritrovamento dell’amore (Ritorno dall’esilio)

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TRE ATTORI: L’uomo, la donna, il coro. 

Canto della fisicità: visione serena del corpo umano  Dio vide che tutto era buono…tutto era molto buono   Coinvolge tutto l’essere: aspetti fisici, psicologici, spirituali, cosmici. Una persona innamorata: vede tutto in una certa luce   Forse non bisogna chiedersi se è un poema di amore umano o di amore di Dio: in ogni autentico amore umano c’è una scintilla dell’amore di Dio

Nel CDC non c’è mai il nome di Dio: si parla di lui proprio parlando di amore…  “DIO E’ AMORE…”

  • La sposa parla allo sposo assente ma presentissimo… Il rapporto viene vissuto con tutto la propria complessa realtà:  piano fisico, (baci, profumi), psicologico, (il profumo più intimo è il tuo Nome= la tua persona: intelligenza, sensibilità…attrazione fisica, psicologica, e Spirituale: STANZE DEL TEMPIO…

Cantico dei Cantici di Salomone

cantico dei cantici

Mi baci con i baci della sua bocca!

Sì, migliore del vino è il tuo amore. 

Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza, 

aroma che si spande è il tuo nome:

per questo le ragazze di te si innamorano. 

Trascinami con te, corriamo!

M’introduca il re nelle sue stanze:

gioiremo e ci rallegreremo di te,

ricorderemo il tuo amore più del vino.

A ragione di te ci si innamora!

  • Papa Francesco: seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù.

PENSANDO   ALL’ESTATE…

E’ GIA’ ORA!??! 

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LUGLIO-AGOSTO  2016   

State cercando un posto tranquillo per le vacanze con la famiglia? 

PER UN RIPOSO “INTEGRALE”…

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QUANDO VERRÀ MIO PAPÀ  A PRENDERMI?

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  •  Milano, aprile – Alle cinque di sera nella grande casa di riposo, sedute su delle panchine lungo il corridoio, le ricoverate attendono che si faccia l’ora di cena. Sull’orologio a muro la lancetta avanza con estenuante lentezza. Che silenzio: i rumori da fuori in questi antichi locali arrivano ovattati. Dalle cucine, un vago odore di minestra di verdure si mescola a quello del detersivo dei pavimenti, accuratamente puliti. La signora cui passo accanto mi ferma gentilmente, con un cenno della mano. Ha i capelli candidi ben curati, e sul viso le tracce, sotto gli oltre ottant’anni, di una antica bellezza. È ben vestita, di un’eleganza di altri tempi, e i suoi occhi azzurri sono chiari come il cielo dell’alba.
  • «Scusi, signora – mi chiede gentilmente – lei sa quando verrà il mio papà, a prendermi?». È così serena l’espressione della donna: come di una bambina che sia certa che suo padre non mancherà, davanti a scuola, quando suonerà la campana dell’ultima ora. Interdetta, io non so cosa rispondere. Non voglio spezzare il sogno della sconosciuta. Dico allora: «Verrà certamente suo padre, signora, forse è soltanto un po’ in ritardo». Istintivamente allungo lo sguardo verso il fondo dell’ampio corridoio, quasi credessi anche io che quel padre possa arrivare. Sciocca, mi dico, quell’uomo, se fosse vivo, avrebbe 120 anni.
  • Poi, non so esattamente perché, ma mi siedo accanto alla donna. Mi dice di chiamarsi Giuseppina. Quanti anni ha, ora non lo ricorda: fa un gesto vago con la mano, come se la cosa non fosse poi così importante. Faceva la sarta, mi dice, a brevi frasi interrotte e più volte ripetute: «Vestivo le signore eleganti di Milano, sa». A tratti è qui, presente, a momenti altrove, persa in un indefinito orizzonte. Forse è la tenerezza di Dio, mi dico, in così tarda età a velare come di nebbia lo sguardo: così come si dice ai bambini di chiudere gli occhi, di fronte a qualcosa che può fare loro paura. Le lancette dell’orologio a muro paiono sempre più lente, come se il tempo, fiume impigrito in una lanca, qui si stesse fermando. Vedo che la signora sorveglia il fondo del corridoio, ora di nuovo attenta.
  • «Quando verrà il mio papà a prendermi?», ripete, quieta, ostinata, con i suoi occhi chiari da bambina. VERRÀ, VORREI DIRLE, VERRÀ SUO PADRE, SIGNORA. LUI, INFINE, ARRIVA SEMPRE. SIAMO TUTTI COSÌ AUTONOMI E PADRONI DI NOI, MA POI NEGLI ULTIMISSIMI ANNI, ANCHE SE TUTTO ATTORNO SVANISCE COME IN UNA NEBBIA, RESTA, TENACE, UN PENSIERO: QUALCUNO CI VERRÀ A PRENDERE. È SCRITTO, IN QUALCHE LUOGO, CHE UN PADRE DEBBA VENIRE: BENIGNO, PIETOSO, A PRENDERCI PER MANO, E A RIPORTARCI, INFINE, A CASA. (Avvenire 21 aprile)

18 APRILE 2016

UNA BELLA NOTIZIA…

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FRATELLI GEMELLI: ENTRAMBI  PRETI

  • ​Dai banchi delle elementari fino alle superiori  condividendo tra l’altro la passione comune per il calcio – hanno frequentato sempre le stesse scuole seppure in classi diverse, fino al liceo scientifico “Einstein” di Rimini. Dopodiché entrambi, a un anno di distanza l’uno dall’altro, hanno fatto il solenne ingresso nel convento dei frati domenicani di Bologna. Inseparabili in tutto, perfino nella vocazione religiosa. 
  • È una storia dai tratti speciali quella dei fratelli gemelli Pari: fra Michele (al secolo Roberto) e fra Fabio, nati il 14 ottobre 1987 a Rimini, che domani (16 aprile) alle 18 nella basilica patriarcale di San Domenico a Bologna verranno ordinati presbiteri dall’arcivescovo di Smirne, il domenicano Lorenzo Piretto. 
  • La molla che ha indotto i due ragazzi quasi 29enni a vestire lo stesso abito bianco e nero «LA SPINTA CHE CI HA AIUTATO NELLA SCELTA È STATO IL CONTATTO PERSONALE CON DIO NELLA PREGHIERA, NELLO STUDIO E NELLO STILE DI VITA MATURATO DALL’INCONTRO CON L’ESPERIENZA DOMENICANA, ANTICO ORDINE MENDICANTE DA SEMPRE DEDITO ALLA PREGHIERA, ALLA CONTEMPLAZIONE E ALLA PREDICAZIONE DEL VANGELO ». 
  • Tra i dati interessanti di queste due vocazioni c’è anche il loro percorso accademico: fra Michele ha conseguito la licenza in teologia sistematica alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino “Angelicum” a Roma, mentre fra Fabio, dopo aver trascorso un anno a Gerusalemme per apprendere la lingua ebraica, sarà destinato a frequentare a Roma il Pontificio Istituto Biblico.
  • «Non siamo pazzi o visionari – raccontano i fratelli Pari –. SIAMO SOLO RAGAZZI CHE HANNO RISPOSTO A UNA CHIAMATA. NON C’È NIENTE DA PERDERE IN UNA VITA ACCANTO A DIO, ANZI C’È TUTTO DA GUADAGNARE».

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15 APRILE 2016 

LA CROCE DI CRISTO…

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PONTE PER TUTTI VERSO  L’ETERNITA’…

  LA CROCE DI CRISTO, SALVEZZA DEL MONDO  (Sant’Efrem, diacono)

  1.     Il nostro Signore fu schiacciato dalla morte, ma a sua volta egli la calpestò come una strada battuta. Si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte, che non voleva morire. Nostro Signore infatti uscì reggendo la croce perché così volle la morte. Ma sulla croce col suo grido trasse i morti fuori dagli inferi, nonostante che la morte cercasse di opporsi.
  2.     La morte lo ha ucciso nel corpo, che egli aveva assunto. Ma con le stesse armi egli trionfò sulla morte. LA DIVINITÀ SI NASCOSE SOTTO L’UMANITÀ E SI AVVICINÒ ALLA MORTE, LA QUALE UCCISE E A SUA VOLTA FU UCCISA. LA MORTE UCCISE LA VITA NATURALE, MA VENNE UCCISA DALLA VITA SOPRANNATURALE.
  3. Siccome la morte non poteva inghiottire il Verbo senza il corpo, egli nacque dalla Vergine, per poter scendere mediante il corpo al regno dei morti. Ma una volta giunto colà col corpo che aveva assunto, distrusse e disperse tutte le ricchezze e tutti i tesori infernali. Avvenne allora che la morte si avvicinasse a lui per divorarlo con la sua abituale sicurezza e ineluttabilità. NON SI ACCORSE, PERÒ, CHE NEL FRUTTO MORTALE, CHE MANGIAVA, ERA NASCOSTA LA VITA. FU QUESTA CHE CAUSÒ LA FINE DELLA INCONSAPEVOLE E INCAUTA DIVORATRICE. La morte lo inghiottì senza alcun timore ed egli liberò la vita e con essa la moltitudine degli uomini.
  4.  FU BEN POTENTE CROCI E BURRONE IL FIGLIO DEL FALEGNAME CHE PORTÒ LA SUA CROCE SOPRA GLI INFERI CHE INGOIAVANO TUTTO E TRASFERÌ IL GENERE UMANO NELLA CASA DELLA VITA.  
  • LEGGI TUTTO IN COMMENTI…

S. AGOSTINO

CANTIAMO UN CANTO NUOVO… IL CANTO DELL’AMORE

DAI «DISCORSI» DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO

  •   «Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli» (Sal 149, 1). Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo. L’UOMO NUOVO CONOSCE IL CANTO NUOVO. Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore.      Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto nuovo.  Infatti tutto appartiene a un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il Testamento nuovo. PERCIÒ L’UOMO NUOVO CANTERÀ IL CANTO NUOVO E APPARTERRÀ AL TESTAMENTO NUOVO.   
  • Non c’è nessuno che non ami, ma bisogna vedere che cosa ama. Non siamo esortati a non amare, ma a scegliere l’oggetto del nostro amore. Ma che cosa sceglieremo, se prima non veniamo scelti? POICHÉ NON AMIAMO, SE PRIMA NON SIAMO AMATI. ASCOLTATE L’APOSTOLO GIOVANNI: NOI AMIAMO PERCHÉ EGLI CI HA AMATI PER PRIMO (cfr. 1 Gv 4, 10).
  •   Non basta dire: «L’amore è da Dio» (1 Gv 4, 7). Chi di noi oserebbe dire ciò che è stato detto: «Dio è amore»? Lo disse colui che sapeva ciò che aveva.    DIO CI SI OFFRE IN UN MODO COMPLETO. CI DICE: AMATEMI E MI AVRETE, PERCHÉ NON POTETE AMARMI, SE GIÀ NON MI POSSEDETE.
  •  Ecco, tu dici, io canto. TU CANTI, CERTO, LO SENTO CHE CANTI. MA BADA CHE LA TUA VITA NON ABBIA A TESTIMONIARE CONTRO LA TUA VOCE.   Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa. 
  •  VOLETE DIRE LE LODI A DIO? SIATE VOI STESSI QUELLA LODE CHE SI DEVE DIRE, E SARETE LA SUA LODE, SE VIVRETE BENE.

LEGGI TUTTO IN COMMENTI…

4 – 9 APRILE 2016

PIETRO, UNO DI NOI…

S. PIETRO GOYA

CORSO BIBLICO  SULLA 1 LETTERA DI PIETRO

Pietro chi sei? Qual è il tuo vero nome?

Fedele o traditore? Anche tu, Pietro ci assomigli tanto:

carattere impulsivo – uomo generoso, traditore pentito, 

hai dovuto  ridare l’esame

per fare il pastore di un gregge non tuo…

con un destino segnato: la croce …

TU SEGUIMI

  •     Gesù ti ha cambiato nome: cosa voleva dire? Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo  avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il  Messia (che significa il Cristo)” e lo condusse da Gesù. Gesù,  fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di  Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)”(Gv 1,40)
  •  Facevi il pescatore. Lavoro duro. Un giorno…Un giorno Gesù stava presso il lago di  Genèsaret… vide due barche ormeggiate alla sponda. I  pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di  Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad  ammaestrare le folle dalla barca. Lc  5,1ss
  •  Gesù sulla tua barca: Quale onore… Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. “Maestro, abbiamo  faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di  pesci e le reti si rompevano.
  • Stupore e senso di indegnità …Al veder  questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:  “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore  infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la  pesca che avevano fatto; Gesù disse a Simone: “Non  temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a  terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
  •   Le tue paure vennero subito fuori… Mt 14,28 Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”.  “Vieni!”.  Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e  andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e,  cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito  Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.

COME TI SENTIVI NEL TU RAPPORTO CON GESU’?

UN ROCCIA O UNA…FRANA?¨ 

  • Spesso prendevi posizione chiara in favore di Gesù Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.  E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il  sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. (Mt 16,15ss ) 
  • Disse Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?” Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai  parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il  Santo di Dio”. Gv 6,68 
  •  Ma che fatica a capire un Messia in croce… Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che  doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto e venire ucciso e  risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò  a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti  accadrà mai”. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma  secondo gli uomini!”Mt 16,21s 
  • Quella sera ti sei sbilanciato …troppo! Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte”. “Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu  per tre volte avrai negato di conoscermi”. Lc 22,31ss  E dopo poche ore hai mostrato tutta la tua fragilità Vedutolo seduto presso la  fiamma, una serva fissandolo disse: “Anche questi era con lui”.  Ma  egli negò dicendo: “Donna, non lo conosco!”. E in quell’istante, mentre ancora  parlava, un gallo cantò. Lc 22,54ss 

PIETRO-PIANSE

¨  Quel Suo  sguardo ti salvò dalla disperazione…

Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro,

e Pietro si ricordò delle parole del Signore

“Prima  che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”

.E, uscito, pianse  amaramente. Lc 22,61

  •   La missione riconfermata…previo esame sull’amore   “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”.Gli rispose: “Certo,  Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. “Pasci i miei agnelli.  “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. “Pasci le mie pecorelle”. “Simone di  Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza  volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu  sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. Gv 21,15ss

BENEDETTO XVI

  • La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno. Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta, conosce l’amarezza e l’umiliazione del rinnegamento: Anche Pietro deve imparare a essere debole e bisognoso di perdono. Quando finalmente gli cade la maschera e capisce la verità del suo cuore debole di peccatore credente, scoppia in un liberatorio pianto di pentimento. Dopo questo pianto egli è ormai pronto per la sua missione.
  • In un mattino di primavera questa missione gli sarà affidata da Gesù risorto. L’incontro avverrà sulle sponde del lago di Tiberiade. E’ l’evangelista Giovanni a riferirci il dialogo che in quella circostanza ha luogo tra Gesù e Pietro. Vi si rileva un gioco di verbi molto significativo. … Gesù domanda a Pietro la prima volta: «Simone… mi ami tu (agapâs-me)” con questo amore totale e incondizionato (cfr Gv 21,15)? Prima dell’esperienza del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo (agapô-se) incondizionatamente”. Ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene (filô-se)”, cioè “ti amo del mio povero amore umano”.
  • Il Cristo insiste: “Simone, mi ami tu con questo amore totale che io voglio?”. E Pietro ripete la risposta del suo umile amore umano: “Kyrie, filô-se”, “Signore, ti voglio bene come so voler bene”. Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “Fileîs-me?”, “mi vuoi bene?”. Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace, e tuttavia è rattristato che il Signore gli abbia dovuto dire così. Gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene (filô-se)”.
  • Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù! E’ proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo, che ha conosciuto la sofferenza dell’infedeltà. Da qui nasce la fiducia che lo rende capace della sequela fino alla fine: «Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”» (Gv 21,19).

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LUNEDI 4 APRILE 2016

 FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE 

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“ECCOMI” DI MARIA

  •  Dal Vangelo secondo Luca  Lc 1,26-38  In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 
  • «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.  Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».Le rispose l’angelo:
  • «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
  • Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. 

ECCOMI  DI … GESU’  

GESU GETS

Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà

Eb 10,4-10  

  1.  Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato  allora ho detto:
  2. “Ecco, io vengo  per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato»,  soggiunge:
  3. «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. 

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DOMENICA 3 APRILE 2016: – 10.30:  S. MESSA

Catechesi per tutti: Capire e vivere la Messa

s. tommaso
“TOMMASO…
METTI LA TUA MANO NEL MIO COSTATO…
NON ESSERE INCREDULO MA CREDENTE…
“MIO SIGNORE E MIO DIO”
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  • Gesù: non si scandalizza per la mia fatica di credere! (Gv 20,19-31) La fede nasce da una presenza, non da una rievocazione. Viene Gesù e si rivolge a Tommaso. Nel piccolo gregge cerca proprio colui che dubita. Metti qua il tuo dito, stendi la tua mano, tocca! Ecco Gesù: non si scandalizza di tutti i miei dubbi, non si impressiona per la mia fatica di credere, non pretende la mia fede piena, ma tende le mani a me.
  • 1. Viene Gesù, a porte chiuse. C’è aria di paura in quella casa, paura dei Giudei, ma anche e soprattutto paura di se stessi, di come lo avevano abbandonato, tradito, rinnegato così in fretta. Eppure Gesù viene.  L’abbandonato ritorna da quelli che sanno solo abbandonare, il tradito si mette di nuovo nelle mani di chi lo ha tradito. E sta in mezzo a loro. A Tommaso basta questo gesto. Chi si fa vicino, tende la mano, non ti giudica ma ti incoraggia, è Gesù. Non ti puoi sbagliare!
  • 2. Tommaso si arrende. Si arrende all’amore che ha scritto il suo racconto sul corpo di Gesù con l’alfabeto delle ferite, ferite incancellabili come l’amore che ha per noi. Ferite che Gesù non nasconde, anzi esibisce: il foro dei chiodi, toccalo;  lo squarcio nel  fianco, puoi entrarci con una mano. Piaghe che non ci saremmo aspettati, pensavamo che la risurrezione avrebbe cancellato, rimarginato e chiuso le ferite del Venerdì Santo. E invece no! Perché la Pasqua non è l’annullamento della croce, ma ne è la continuazione, il frutto maturo, la conseguenza; le piaghe incidono per sempre il corpo di Cristo. Fino a oggi: sono l’alfabeto del suo amore.Il Risorto è il Crocifisso. 
 SUOR FAUSTINA ANNO SANTO MISERICORDIA scriveva nel suo Diario: 
  • «La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido […] Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto la scritta: Gesù confido in te! Desidero che quest’immagine venga venerata […] nel mondo intero. Prometto che l’anima che venererà quest’immagine non perirà. […] Voglio che l’immagine […] venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia.»  Papa Giovanni Paolo II scrisse una enciclica: Dives in Misericordia, interamente dedicata alla devozione appresa dall’umile suora polacca ed è stato lui che l’ha proclamata santa, il 30 aprile 2000. In quell’occasione il Papa ha stabilito per la prima volta la Festa della Divina Misericordia, da celebrarsi ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua.

GIORNO … SR. FAUSTINA DESIDERATO     S. Faustina (1905-1938)

  • O giorno eterno, giorno desiderato, ti attendo con nostalgia ed impazienza, tra non molto l’amore scioglierà i veli, tu diverrai la mia salvezza.
  • Giorno stupendo, momento impareggiabile, in cui vedrò per la prima volta il mio Dio, lo Sposo della mia anima e il Signore dei Signori,  sento che la mia anima non proverà timore. 
  • Giorno felice, giorno benedetto, nel quale il mio cuore arderà per Te di ardore eterno poiché fin d’ora Ti sento, sia pure attraverso i veli…
  • Giorno che attendo da tutta la vita, ed attendo Te, Dio, poiché desidero soltanto Te. Solo Tu sei nel mio cuore,  tutto il resto è nulla per me. Giorno di delizia, di eterne dolcezze, Dio di grande Maestà, mio Sposo,  Tu sai che nulla soddisfa il cuore di una vergine.
  • Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore.
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 4 – 9 APRILE: ESERCIZI SPIRITUALI
 
“Padroni o modelli del gregge?”-
Lectio divina con la 1Lett. di Pietro
  • Decalogo della piccola via 
  1.  Camminare nella vita in punta di piedi senza che nessuno si accorga di te. 
  2.  Dimenticarsi e farsi dimenticare. 
  3.  Non chiedere nulla a nessuno e a tutti donare. 
  4.  Ricevere solo quello che ti danno e nulla domandare. 
  5.  Adorare in tutti un raggio della divinità. 
  6.  Credersi perfettamente inutile e d’altra parte far bene ogni cosa. 
  7.  Tacere e sorridere. Sorridere e tacere. 
  8.  Soffrire e pregare. Pregare e amare.
  9.  E vivere nella Trinità  sempre silenziosamente adorando. Calmi e sereni senza turbamenti, senza desideri: 
  10.  soli con Dio solo, per essere nel mosaico dell’umana società la pietruzza che Dio vuole e riflette un po’ della Sua luce.

L’UNIVERSO IN FASCE… ANNO SANTO L'universo in fasce

  • VANGELO DI GIOVANNI C, 1,1ss  Al principio, c’era colui che è “la Parola”. Egli era con Dio; Egli era Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non ha creato nulla. Egli era vita e la vita era luce per gli uomini. La luce vera, colui che illumina ogni uomo, stava per venire nel mondo. Egli era nel mondo, il mondo è stato fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha riconosciuto. Colui che è “la Parola” è diventato un uomo e ha vissuto in mezzo a noi uomini. Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino. È lo splendore  del Figlio unico di Dio Padre pieno di grazia e di verità! Nessuno ha mai visto Dio: il Figlio unico di Dio, quello che è sempre vicino al Padre, ce l’ha fatto conoscere.
  • LETTERA AI COLOSSESI cielo nubi e sole1,15SS  Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo, nato dal Padre prima della creazione del mondo. Tutte le cose create, in cielo e sulla terra, sono state fatte per mezzo di lui, sia le cose visibili sia quelle invisibili…Tutto fu creato per mezzo di lui e per lui.  Cristo è prima di tutte le cose e tiene  Perché Dio ha voluto essere pienamente presente in lui  e per mezzo di lui ha voluto rifare amicizia con tutte le cose, con quelle della terra e con quelle del cielo;   per mezzo della sua morte in croce Dio ha fatto pace con tutti.
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  • “Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per  un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome  Emmaus”  Camminavamo lentamente. Ogni tanto una sosta, come per concentrarci nei ricordi e farci  domande senza risposta. “Conversavano di tutto quello che era accaduto” Ad un tratto,  dietro di noi,  un rumore di passi. Un pellegrino si avvicinava, affrettando l’andatura come per raggiungerci. “Mentre  discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e  camminava con loro.  Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” Il suo fare distinto e fraterno, ci predispose ad accoglierlo per compagno di viaggio. Vedendoci tristi, chiese,  con discrezione, di  poter condividere i nostri pensieri: 
  • “Che sono questi discorsi che state facendo fra  voi durante il cammino” ? La domanda ci sorprese. Ci fermammo come di scatto. “Si fermarono, col volto triste” Di che cosa potevamo parlare? Da tre  giorni non si parlava d’altro a Gerusalemme. Mi uscì spontaneo ribattere: “Tu solo sei così forestiero in  Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni”? Ed Egli, con sincerità a chiedere: “Che cosa?” Quel suo desiderio di sapere, ci offriva l’occasione di sfogarci un poco.
  • E così cominciammo a raccontargli: “Tutto ciò che riguarda  Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a  Dio e a tutto il popolo;  come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo  hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno  crocifisso” Parlare ci faceva bene. Ma il ricordo ci  riconfermava nella cruda realtà: era finito tutto.  “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto  ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute”. Sì, noi speravamo. Ora non più. Buio fitto all’orizzonte. Angoscia  nell’anima ferita. Non speravamo più niente. Da nessuno. Tanto meno potevamo dar credito a voci diffuse  quella  mattina stessa: 
  • alcune donne, delle nostre, recatesi al mattino al  sepolcro  e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di  aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è  vivo”. Voci di donne. Comprensibili nostalgie di creature un tempo affascinate dal Maestro e ora incapaci a rassegnarsi. Per noi, testimoni oculari del suo  capo reclinato nella morte e del colpo di lancia del soldato, non c’era spazio per le illusioni.  Era finito tutto. Per sempre.  Un’ enorme pietra era stata rotolata davanti al  sepolcro. Un macigno di dolore, ci  pesava nell’anima. Ad un tratto, il nostro compagno si fermò in mezzo alla strada deserta. Fattosi  solenne nel suo portamento e scuotendo il capo, in segno di fraterno rimprovero, ci apostrofò: 
  • “Stolti e tardi di cuore nel credere alla  parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste  sofferenze per entrare nella sua gloria”?. Lo fissammo sorpresi. Ci sembrò di riascoltare parole già udite. Simili a quelle  che Gesù più volte ci aveva ripetuto“Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, esser messo a morte e  risorgere il terzo giorno”. Parole che, a dire il vero,  non avevamo mai preso sul serio. La sofferenza non rientrava nei nostri calcoli. Volevamo, la gloria senza la croce, la vita senza la morte. Come tutti. Riprendendo il cammino, si mise a spiegarci: 
  • “Cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a  lui” Mentre parlava,  la nostra mente si apriva poco a poco ad una comprensione nuova delle Scritture. E una pace profonda cominciava a inondarci: 
  • ci ardeva  il cuore nel petto mentre  conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture” Scendeva la sera quando giungemmo al villaggio di  Emmaus. Non fu difficile trovare un luogo di ristoro e  un alloggio per la notte. Il nostro compagno fece come se dovesse proseguire. Lo invitammo a restare con noi. Per  prendere insieme un poco di ristoro dopo aver condiviso  la fatica del viaggio e le pene del cuore. “Resta  con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Accettò, di sedersi a tavola con noi,  laggiù, in un angolo semibuio della modesta locanda.
  •  “Quando fu a tavola con loro, prese il pane,  disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro”. Ricordo ogni dettaglio: il gesto degli occhi elevati al cielo, le stesse parole semplici e solenni di quell’ultima cena con Gesù là nel Cenacolo ornato a festa. La stessa atmosfera densa di mistero.  Il  Pane Benedetto… Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di  me”. 
  • Ma allora… “Allora si aprirono  loro gli occhi e lo riconobbero”. Fu un attimo solo. Che per noi  ebbe il peso di un’eternità. Sì, era Lui.  Risorto e  seduto a tavola con noi. Un nodo di commozione ci serrò la gola. Lo guardammo senza riuscire a dire una parola.  Ci sorrise. Le nostre mani si tesero verso di Lui. Invano. Non c’era più. “Ma lui sparì dalla loro vista”. Non ci fermammo un solo istante. Era scomparsa ogni stanchezza. 
  • “Partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme” Correvamo  nella notte, trafelati e felici.  Consapevoli, ora,  della  stoltezza di  esserci allontanati dai fratelli  proprio nel momento della prova, quando sarebbe  stato  necessario stare uniti e aiutarsi reciprocamente.  Li ritrovammo radunati nella stessa sala: “Trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro e dicevano l’un l’altro: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a  Simone”

leggi tutto: 06 CLEOFA

P R O P O S T E  DI  “V I L L A   S. B I A G I O”

 Pasqua  2016

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  •  DOMENICA 3 APRILE 2016: 

   – 10.30:  S. MESSA – Catechesi per tutti: Capire e vivere la Messa

 4 – 9 APRILE: ESERCIZI SPIRITUALI
“Padroni o modelli del gregge?”-
Lectio divina con la 1Lett. di Pietro
 
  • DOMENICA 10 APRILE 2016: – 10.30 S. MESSA –  Catechesi per tutti: Capire e vivere la Messa

   – Ritiro gruppo Parrocchia S. Cristoforo

  •   DOMENICA 17 APRILE 2016:

– Ore 9 – 17: Ritiro spirituale della terza domenica aperto a tutti  

– 10.30 S. MESSA –  Capire e vivere la Messa 

– 11.45: “Viaggio alle Sorgenti…Guidati da Luca” (2)   

23 –  25 APRILE: RITIRO DI PRIMAVERA 
-IL CANTICO DEI CANTICI- TU MI HAI RAPITO IL CUORE: 
Fare famiglia: su quali basi e con quali obiettivi?
29 APRILE-1° MAGGIO – RITIRO PER  FAMIGLIE
“Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo”
(1lettera di GV)
  •   DOMENICA 1° MAGGIO 10.30 S. MESSA –  Catechesi per tutti: Capire e vivere la Messa

2016:  ANNO SANTO  DELLA MISERICORDIA 

CORSI BIBLICI  ED ESERCIZI SPIRITUALI

 v      23 – 28 Maggio: Sto alla porta e busso… (Apocalisse) In ascolto di  ciò che lo Spirito dice alla Chiesa

 v      13 – 18 Giugno: Quando Mosè alzava le mani (Esodo) Gioie e fatiche della vita in comunità

 v     4 – 9 Luglio: Ora i miei occhi ti vedono…(Giobbe) Le prove della vita: come viverle davanti a Dio?

 v     18 – 21 Agosto: Viaggio nella vita… (Tobia)  La vocazione del custodire: cosa comporta?

 v     7 – 12 Novembre: Consolate il mio popolo (Isaia cc.40-53)  Pastori misericordiosi con l’odore delle pecore

 

I corsi  si svolgono in forma di “lectio divina”

dei testi biblici e del magistero di Papa Francesco 

– INFO E PRENOTAZIONI: 0721.823.175  

–  donalesiani@gmail.com  Sito: www.sanbiaagiofano

 

   A GESÙ RISORTO…

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 Aiutaci, o Signore, a portare avanti, nel mondo e dentro di noi, la Tua Risurrezione! Donaci la forza di frantumare tutte le tombe, in cui la prepotenza, l’ingiustizia, la ricchezza, il peccato, la solitudine, la malattia,  la miseria, l’indifferenza, hanno murato gli uomini vivi. Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente di chi piange. Concedi, a chi non crede in te, di comprendere che la Pasqua è l’unica forza della storia perennemente eversiva. E poi, finalmente, o Signore, restituisci anche noi, tuoi credenti, alla nostra condizione di uomini! DON TONINO BELLO ) PAPA FRANCESCO: Perché impegnarsi tanto se non cambia nulla? 

  • Gesù Cristo vive veramente. “Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola» (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. È vero che a volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità sempre sboccia qualcosa di nuovo.  Questa è la forza della risurrezione…La risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano.
  • Dopo tutti i nostri sforzi, cosa resta?  A volte ci sembra di non aver ottenuto alcun risultato, ma la missione non è un progetto aziendale. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi.
  • Bisogna fidarsi e basta… Qual è la sua esperienza? Questa fiducia nell’invisibile è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, dove Lui desidera.

DONNA, PERCHÉ PIANGI? CHI CERCHI?” Omelia monastica anonima del 13° secolo

PASQUAMAD

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« Donna, perché piangi ? Chi cerchi? »

  • Angeli santi, eppure voi sapete bene chi ella piange e chi cerca. Perché rendere ancor più amare le sue lacrime rinnovando il ricordo di lui? Ma Maria può dar libero corso al suo dolore e al suo pianto, poiché s’avvicina la gioia di una consolazione insperata. Si volge e vede Gesù in piedi, ma non lo riconosce.
  • Scena piena di dolcezza e bontà, dove colui che è desiderato e cercato si mostra e pure si nasconde. Si nasconde per essere cercato con più ardore, trovato con più gioia, trattenuto con più tenerezza, fino ad essere introdotto, per restarvi, nella dimora dell’amore (cfr Ct 3,4). Ecco come la Sapienza si diletta sul globo terrestre, ponendo le sue delizie tra i figli dell’uomo(Pr 8,31).
  • « Donna, perché piangi ? Chi cerchi? » Tu hai colui che cerchi e l’ignori? Hai la vera gioia eterna e piangi? L’hai in te colui che cerchi fuori. Veramente stai fuori in lacrime vicino a una tomba. La mia tomba è il tuo cuore; non vi sto morto, ma vi riposo, vivo per l’eternità.
  • La tua anima è il mio giardino. Avevi ragione a pensare che sono giardiniere. Nuovo Adamo, coltivo il mio paradiso e lo custodisco. Le tue lacrime, il tuo amore ed il tuo desiderio sono la mia opera. Mi possiedi in te senza saperlo: ecco perché mi cerchi fuori. Sto per mostrami a te là anche per farti rientrare in te stessa così che tu possa trovare dentro colui che cerchi fuori.

 

Riflettiamo…I cristiani aspettano la risurrezione?

(Ignazio Silone)

 Vedo dei cristiani che credono nella risurrezione e aspettano il ritorno di Cristo

con la stessa indifferenza con cui aspettano l’autobus!

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19 comments

  1. …NOI ” CRISTIANI” COME CI COMPORTIAMO, COME CI PRESENTIAMO, COME CI RAPPORTIAMO CON IL MONDO DI OGGI? Belle domande! dov’è la “LUCE” CHE DOVREMMO
    EMANARE DAI NOSTRI COMPORTAMENTI? Dov’è il “SALE” CON CUI DOVREMMO INSAPORIRE LE NOSTRE AZIONI?

    Essere SALE e LUCE per il mondo ce lo raccomanda GESU’ nel suo VANGELO. Ora mi domando: TRA TUTTE LE MI FRAGILITA’, SONO CAPACE DI ESSERE NEL “MONDO” MA NON APPARTENERCI? La risposta non è sempre facile e immediata.
    .
    SIGNORE GESU’! METTI NEL MIO CUORE IL DESIDERIO ARDENTE DI TE, LA PASSIONE IN CIO che la TUA VOLONTA’ SI MANIFESTA NON APPENA APRO GLI OCCHI OGNI GIORNO. Aumenta la mia FEDE IN TE.

  2. CARI AMICI
    ECCO UNA DELLE PAGINE PIU’ BELLE E IMPORTANTI DELLA LETTERATURA CRISTIANA ANTICA…GODIAMOCELA

    Dalla «Lettera a Diogneto» I CRISTIANI NEL MONDO
    I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita. Infatti non abitano città particolari, né usano di un qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. LA LORO DOTTRINA NON È STATA INVENTATA PER RIFLESSIONE E INDAGINE DI UOMINI AMANTI DELLE NOVITÀ, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filosofico umano.
    Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. OGNI TERRA STRANIERA È PATRIA PER LORO, MENTRE OGNI PATRIA È PER ESSI TERRA STRANIERA. Come tutti gli altri si sposano e hanno figli, ma non espongono i loro bambini. HANNO IN COMUNE LA MENSA, MA NON IL TALAMO.
    VIVONO NELLA CARNE, MA NON SECONDO LA CARNE. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, sono superiori alle leggi.
    AMANO TUTTI E DA TUTTI SONO PERSEGUITATI. SONO SCONOSCIUTI EPPURE CONDANNATI. SONO MANDATI A MORTE, MA CON QUESTO RICEVONO LA VITA. SONO POVERI, MA ARRICCHISCONO MOLTI.
    Sono ingiuriati e benedicono, sono trattati ignominiosamente e ricambiano con l’onore. Pur facendo il bene, sono puniti come malfattori; e quando sono puniti si rallegrano, quasi si desse loro la vita. I giudei fanno loro guerra, come a gente straniera, e i pagani li perseguitano. Ma quanti li odiano non sanno dire il motivo della loro inimicizia.
    IN UNA PAROLA, I CRISTIANI SONO NEL MONDO QUELLO CHE È L’ANIMA NEL CORPO. L’anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo. Anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile, anche i cristiani si vedono abitare nel mondo, ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile.
    La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all’anima, perché questa le impedisce di godere dei piaceri sensuali; così anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna, solo perché questi si oppongono al male.
    Sebbene ne sia odiata, l’anima ama la carne e le sue membra, così anche i cristiani amano coloro che li odiano. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo. L’anima immortale abita in una tenda mortale, così anche i cristiani sono come dei pellegrini in viaggio tra cose corruttibili, ma aspettano l’incorruttibilità celeste.
    L’ANIMA, MALTRATTATA NEI CIBI E NELLE BEVANDE, DIVENTA MIGLIORE. COSÌ ANCHE I CRISTIANI, ESPOSTI AI SUPPLIZI, CRESCONO DI NUMERO OGNI GIORNO. DIO LI HA MESSI IN UN POSTO COSÌ NOBILE, CHE NON È LORO LECITO ABBANDONARE.

  3. “Mettimi come SIGILLO sul TUO CUORE
    perché FORTE come la MORTE è L’AMORE!!”

    “Le Grandi Acque NON POSSONO spegnere l’AMORE,
    né i fiumi TRAVOLGERLO!!”
    (CdC)

    “La CROCE… NON LA SCELGO io!!
    La scommessa è CREDERE che Gesù,
    alle persone PIU’CARE
    possa dare come “REGALO” la… CROCE!!!!”

    (da uno scritto di un missionario ucciso in Perù nel 1997)

  4. “SIGNORE INSEGNACI”

    SIGNORE,
    insegnaci a non amare noi stessi,
    a non amare soltanto quelli che ci amano.
    Insegnaci a pensare agli altri,
    ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.

    Concedi la grazia di capire che ad ogni istante,
    mentre noi viviamo
    una vita felice,
    ci sono milioni di esseri umani,
    che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
    che muoiono di fame
    senza aver meritato di morire di fame,
    che muoiono di freddo
    senza aver meritato di morire di freddo.

    SIGNORE, abbi pietà di tutti i poveri del mondo
    e non permettere più, o SIGNORE,
    CHE NOI VIVIAMO FELICI DA SOLI.
    Facci sentire l’angoscia della miseria universale
    e liberaci dal nostro EGOISMO.

    RAUL FOLLERAU

  5. ” NON C’È NIENTE DA PERDERE IN UNA VITA ACCANTO A DIO, ANZI C’È TUTTO DA GUADAGNARE ”

    e trovo queste parole fortissime , profonde e …VERE !

    E mentre le rileggo lo sguardo cade sull’ immagine di quella CROCE …lì vicino…appena sotto .

    Ed è croce che ancora una volta mi parla e con ancora più intensità .

    C’ è da GUADAGNARE una croce perché ” stare accanto a Dio ” è stare anche accanto a un Dio Crocifisso

    C ‘ è da SCEGLIERE la Croce perché LUI ha scelto di viverla

    C’è da SALIRCI SOPRA PERCHE’ SUCCEDE CHE quando allarghi le braccia , alcune persone sono lì , pronte con chiodi e martello …e questo fa male

    Eppure ….quando senti che nel ” morire” a te stesso , al ” mondo ” , al peccato…c’è un DIO vicino che ti guarda e ti fa compagnia e tu provi a farla a LUI ..ti accorgi che anche la croce può essere seme , porta , ” ponte ” , strumento di lavoro

    E RINGRAZI per la consapevolezza di due giovani preti che sanno che ” NON C’È NIENTE DA PERDERE IN UNA VITA ACCANTO A DIO, ANZI C’È TUTTO DA GUADAGNARE “

  6. LA CROCE DI CRISTO, SALVEZZA DEL MONDO
    (Sant’Efrem, diacono)

    Il nostro Signore fu schiacciato dalla morte, ma a sua volta egli la calpestò come una strada battuta. Si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte, che non voleva morire. Nostro Signore infatti uscì reggendo la croce perché così volle la morte. Ma sulla croce col suo grido trasse i morti fuori dagli inferi, nonostante che la morte cercasse di opporsi.
    La morte lo ha ucciso nel corpo, che egli aveva assunto. Ma con le stesse armi egli trionfò sulla morte. LA DIVINITÀ SI NASCOSE SOTTO L’UMANITÀ E SI AVVICINÒ ALLA MORTE, LA QUALE UCCISE E A SUA VOLTA FU UCCISA. LA MORTE UCCISE LA VITA NATURALE, MA VENNE UCCISA DALLA VITA SOPRANNATURALE. Siccome la morte non poteva inghiottire il Verbo senza il corpo, né gli inferi accoglierlo senza la carne, egli nacque dalla Vergine, per poter scendere mediante il corpo al regno dei morti. Ma una volta giunto colà col corpo che aveva assunto, distrusse e disperse tutte le ricchezze e tutti i tesori infernali.
    Cristo venne da Eva, genitrice di tutti i viventi. Ella è la vigna, la cui siepe fu aperta proprio dalla morte per le mani di quella stessa Eva che doveva, per questo, gustare i frutti della morte.
    Eva, madre di tutti i viventi, divenne anche causa di morte per tutti i viventi.
    Fiorì poi Maria, nuova vite rispetto all’antica Eva, e in lei prese dimora la nuova vita, Cristo. Avvenne allora che la morte si avvicinasse a lui per divorarlo con la sua abituale sicurezza e ineluttabilità. NON SI ACCORSE, PERÒ, CHE NEL FRUTTO MORTALE, CHE MANGIAVA, ERA NASCOSTA LA VITA. FU QUESTA CHE CAUSÒ LA FINE DELLA INCONSAPEVOLE E INCAUTA DIVORATRICE. La morte lo inghiottì senza alcun timore ed egli liberò la vita e con essa la moltitudine degli uomini.
    FU BEN POTENTE IL FIGLIO DEL FALEGNAME, CHE PORTÒ LA SUA CROCE SOPRA GLI INFERI CHE INGOIAVANO TUTTO E TRASFERÌ IL GENERE UMANO NELLA CASA DELLA VITA. Siccome poi a causa del legno il genere umano era sprofondato in questi luoghi sotterranei, sopra un legno entrò nell’abitazione della vita. Perciò in quel legno in cui era stato innestato il ramoscello amaro, venne innestato un ramoscello dolce, perché riconosciamo colui al quale nessuna creatura è in grado di resistere. GLORIA A TE CHE DELLA TUA CROCE HAI FATTO UN PONTE SULLA MORTE. ATTRAVERSO QUESTO PONTE LE ANIME SI POSSONO TRASFERIRE DALLA REGIONE DELLA MORTE A QUELLA DELLA VITA.
    Gloria a te che ti sei rivestito del corpo dell’uomo mortale e lo hai trasformato in sorgente di vita per tutti i mortali.
    Tu ora certo vivi. Coloro che ti hanno ucciso hanno agito verso la tua vita come gli agricoltori. LA SEMINARONO COME FRUMENTO NEL SOLCO PROFONDO. MA DI LÀ RIFIORÌ E FECE RISORGERE CON SÉ TUTTI.
    Venite, offriamo il nostro amore come sacrificio grande e universale, eleviamo cantici solenni e rivolgiamo preghiere a colui che offrì la sua croce in sacrificio a Dio, per rendere ricchi tutti noi del suo inestimabile tesoro.

  7. Essere “donna invisibile” è sempre meglio che…
    essere “invisibile, e basta”.
    Mai ho saputo cosa significhi essere…”DONNA”,
    ho però saputo, per tutta la vita,
    cosa significhi essere… “INVISIBILE”!

    Ma Lui, SCRUTA OGNI SFUMATURA INVISIBILE
    del CUORE che GEME in OGNI PALPITO,
    SILENZIOSAMENTE… INVISIBILE!

  8. RICEVO E PARTECIPO … MOLTO ISTRUTTIVO …

    LA DONNA INVISIBILE
    E’ iniziato gradualmente, entravo e dicevo qualcosa e nessuno se ne accorgeva
    ” abbassa la tv per favore” e non succedeva niente, allora ripetevo più forte
    “ABBASSA IL VOLUME” alla fine toccava farlo da me.
    Poi l’ho notato in altre occasioni, ero ad una festa con mio marito era ora di andare lui stava parlando con un amico, mi avvicino e lui continua a parlare, non si è nemmeno voltato
    allora ho iniziato a capire: non può vedermi, sono invisibile! sono invisibile!!
    allora l’ho notato sempre di più, accompagno mio figlio a scuola la maestra gli dice
    “jake chi era con te?: ” nessuno” ha cinque anni ma …..nessuno?una sera festeggiavamo il ritorno di un’amica era stata in Inghilterra e raccontava del viaggio guardavo le altre donne, io mi ero truccata in auto, avevo un vestito vecchio addosso i capelli in disordine mi sentivo patetica, la mia amica mi dice ” ti ho portato un libro sulle cattedrali d’Europa”
    non capivo poi leggo la dedica ” con ammirazione per la grandezza di quello che costruisci senza essere vista” noi non sappiamo i nomi dei costruttori di queste cattedrali, vedi queste grandezze, cerchi il nome dice” costruttore sconosciuto”
    lavoravano senza pretendere di essere notati, si racconta di uno di loro, stava intagliando un uccello in un trave che sarebbe rimasto coperto dal tetto, qualcuno gli dice ” perché perdi tempo per una cosa che nessuno vedrà?”
    lui rispose “perché Dio vede”sapevano che Dio vede tutto, spendevano la vita per un lavoro gigantesco che non avrebbero mai visto finito
    giorno dopo giorno…. alcune hanno richiesto più di cento anni di lavoro, più di una vita di lavoro, giorno dopo giorno con sacrificio senza gloria, impegnati in un lavoro che non avrebbero visto finito, un edificio che non avrebbe portato il loro nome, un autore dice ” non si faranno più cattedrali perché non ci sono più uomini capaci di questi sacrifici”.
    ho chiuso il libro e sentivo il Signore dirmi ” io ti vedo, tu non sei invisibile per me, nessun sacrificio è troppo piccolo perché io non lo noti, vedo ogni piccolo pasticcino che sforni ogni tuo lavoro e sorrido! ogni volta
    ogni lacrima di delusione quando le cose non vanno come vorresti ma ricorda stai costruendo una grande cattedrale non la finirai nella tua vita, non ci abiterai dentro, ma se la costruirai bene, ci abiterò io”
    a volte la mia invisibilità mi affligge, ma non è una malattia che mi distrugge è la cura per la malattia dell’egoismo è l’antidoto per il mio orgoglio.
    va bene che non mi vedano, non voglio che mio figlio dica ai suoi amici ” non sai cosa fa mia madre! si alza alle quattro cucina pulisce lava” e faccio tutte queste cose ma non voglio che lo dica, voglio, che voglia venire a casa e voglio che dica ai suoi amici “casa mia ti piacerà”
    va bene che non vedano, non lavoriamo per loro, lavoriamo per LUI, ci sacrifichiamo per LUI, non vedremo se lo facciamo bene ma preghiamo che il nostro lavoro sia un monumento alla grandezza di Dio.

    … tratto da un monologo di un’attrice americana. anche noi siamo chiamati a costruire cattedrali dove Lui possa abitarci?!

  9. CANTIAMO AL SIGNORE IL CANTO DELL’AMORE
    DAI «DISCORSI» DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO

    «Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli» (Sal 149, 1). Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo. L’UOMO NUOVO CONOSCE IL CANTO NUOVO. Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore.
    Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto nuovo. Che cosa sia questa vita nuova, dobbiamo saperlo in vista del canto nuovo. Infatti tutto appartiene a un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il Testamento nuovo. PERCIÒ L’UOMO NUOVO CANTERÀ IL CANTO NUOVO E APPARTERRÀ AL TESTAMENTO NUOVO.
    Non c’è nessuno che non ami, ma bisogna vedere che cosa ama. Non siamo esortati a non amare, ma a scegliere l’oggetto del nostro amore. Ma che cosa sceglieremo, se prima non veniamo scelti? POICHÉ NON AMIAMO, SE PRIMA NON SIAMO AMATI. ASCOLTATE L’APOSTOLO GIOVANNI: NOI AMIAMO PERCHÉ EGLI CI HA AMATI PER PRIMO (cfr. 1 Gv 4, 10).
    Cerca per l’uomo il motivo per cui debba amare Dio e non troverai che questo: perché Dio per primo lo ha amato. COLUI CHE NOI ABBIAMO AMATO, HA DATO GIÀ SE STESSO PER NOI, HA DATO CIÒ PER CUI POTESSIMO AMARLO.
    Che cosa abbia dato perché lo amassimo, ascoltatelo più chiaramente dall’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5, 5). Da dove? Forse da noi? No. Da chi dunque? «Per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Avendo dunque una sì grande fiducia, amiamo Dio per mezzo di Dio. Ascoltate più chiaramente lo stesso Giovanni: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4, 16).
    Non basta dire: «L’amore è da Dio» (1 Gv 4, 7). Chi di noi oserebbe dire ciò che è stato detto: «Dio è amore»? Lo disse colui che sapeva ciò che aveva.
    DIO CI SI OFFRE IN UN MODO COMPLETO. CI DICE: AMATEMI E MI AVRETE, PERCHÉ NON POTETE AMARMI, SE GIÀ NON MI POSSEDETE.
    O fratelli, o figli, o popolo cristiano, o santa e celeste stirpe, o rigenerati in Cristo, o creature di un mondo divino, ascoltate me, anzi per mezzo mio: «Cantate al Signore un canto nuovo».
    Ecco, tu dici, io canto. TU CANTI, CERTO, LO SENTO CHE CANTI. MA BADA CHE LA TUA VITA NON ABBIA A TESTIMONIARE CONTRO LA TUA VOCE.
    Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa. «Cantate al Signore un canto nuovo». Mi domandate che cosa dovete cantare di colui che amate? Parlate senza dubbio di colui che amate, di lui volete cantare. Cercate le lodi da cantare… Il cantore diventa egli stesso la lode del suo canto.
    VOLETE DIRE LE LODI A DIO? SIATE VOI STESSI QUELLA LODE CHE SI DEVE DIRE, E SARETE LA SUA LODE, SE VIVRETE BENE.

  10. …LA PREZIOSA PAGINA DI S. GIUSTINO SULLA S. MESSA
    E’ UNO DI QUEI GIOIELLI DA NON SOTTOVALUTARE.
    MEDITARE QUESTE PAGINE NON SI PUO’ RIMANERE NELL’INDIFFERENZA; TUTTO IL NOSTRO ESSERE VIENE COINVOLTO NELL’INFINITO MISTERO; L’INTELLIGENZA UMANA FINO A CHE PUNTO POTRA’ COMPRENDERE LA RICCHEZZA DEL DONO LASCIATO DA GESU’ ALL’UOMO ?
    SIGNORE, VOGLIAMO CREDERE, VOGLIAMO AMARE! DACCI LA CAPACITA’ E RINVIGORISCI OGNI GIORNO LA NOSTRA FEDE IN TE.

  11. Cari amici, eccovi una PREZIOSA PAGINA SULLA S. MESSA DI S. GIUSTINO MORTO NEL 155 D.C

    La celebrazione dell’Eucaristia
    «Prima Apologia a favore dei cristiani» di san Giustino, martire
    A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
    Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
    Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
    Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
    E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
    Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
    Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
    Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.
    CI RADUNIAMO TUTTI INSIEME NEL GIORNO DEL SOLE…sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione.

  12. La ” piccola via ” e il suo grande e sconvolgente decalogo….

    E , nel quotidiano , mi sono ritrovata a ripetere più volte queste due parole : ” PICCOLA VIA “,E A TROVARLE PROFONDE E BELLISSIME .

    Affianco a grandi strade , ci sono quei sentieri tanto piccoli che , allo sguardo , quasi ” si perdono ” nel prato , ma anche loro sono sinonimo di Cammino , Direzione , Vita , Meta , Amore .

    Piccoli sentieri che si affacciano su grandi panorami e che tendono a una meta : preziose ” pietruzze ” che possono dissetarsi della pioggia , trovarsi accarezzate o affaticate dal vento… e che possono , poi , arrivare a riflettere la luce del sole …

    E mi sono ritrovata a pensare che ” tutto ” può diventare ” piccola via ” , anche una fatica , anche un momento di salita non capita o di curva inaspettata, perché ” tutto ” può diventare un pezzetto di strada PER crescere , offrire , camminare .

    Sì , affianco a grandi strade , ci sono quei sentieri silenziosi , seminascosti , ma quanto belli per la montagna perché ogni sentiero è ” unico ” per lei ,e prezioso per chi lo scopre direzione verso la cima ,per chi lo incontra , lo percorre..

    Buona giornata , pensando anche a chi termina il ritiro a S. Biagio oggi..

  13. IL CONTADINO E LA PIETRA
    In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada. Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si sarebbe preso la briga di spostare la grande pietra che troneggiava in mezzo alla strada.
    Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girarle attorno; altri protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì. Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle spalle; avvicinandosi all’immensa roccia poggiò il carico al lato della strada per tentare di rimuoverla. Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a spostare la pietra, spingendola fino al ciglio della strada. Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c’era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.
    La borsa conteneva molte monete d’oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell’oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada. Il campagnolo imparò quello che molti di noi neanche comprendono: “Tutti gli ostacoli sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione”.

  14. “RESTA IN MEZZO A NOI, SIGNORE RISORTO”

    Entra, SIGNORE RISORTO, nei nostri luoghi protetti,
    nei nostri rifugi sicuri, nelle nostre comunità
    spesso chiuse.

    Entra e spalanca le porte della paura e della diffidenza perchè una nuova solidarietà diventi
    possibile.

    SIGNORE RISORTO, che hai spezzato le catene della
    morte, vieni in mezzo a noi e spezza tutto ciò
    che ci trattiene dal seminare nel mondo “gesti” di
    misericordia, “semi” di accoglienza,
    “pane” di riconciliazione…

    v.v.p.p.

  15. UNA PAGINA ESEMPLARE PER CAPIRE…QUALCOSA DEL MISTERO DELLA PERSONA DI GESU’…

    Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa

    Il ministero della nostra riconciliazione
    Dalla Maestà divina fu assunta l’umiltà della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno, la nostra mortalità; e per pagare il debito che gravava sulla nostra condizione, la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile. Tutto questo avvenne perché, come era conveniente per la nostra salvezza, il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, immune dalla morte per un verso, fosse, per l’altro, ad essa soggetto.
    Vera, integra e perfetta fu la natura nella quale è nato Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. In lui c’è tutto della sua divinità e tutto della nostra umanità.
    Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. Nessuna traccia invece vi fu nel Salvatore di quelle malvagità che il seduttore portò nel mondo e che furono accolte dall’uomo sedotto. Volle addossarsi certo la nostra debolezza, ma non essere partecipe delle nostre colpe.
    Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l’umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l’invisibile e mortale il creatore e il signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. Fu creatore dell’uomo nella condizione divina e uomo nella condizione di schiavo. Questo fu l’unico e medesimo Salvatore.
    Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre. Entra in una condizione nuova, nasce in un modo nuovo. Entra in una condizione nuova: infatti invisibile in se stesso si rende visibile nella nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e signore dell’universo, nasconde la sua infinita maestà, prende la forma di servo; impassibile e immortale, in quanto Dio, non sdegna di farsi uomo passibile e soggetto alle leggi della morte.
    Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l’umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina.
    Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l’uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione con l’altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta al Verbo, e l’umanità esegue ciò che è proprio dell’umanità. La prima di queste nature risplende per i miracoli che compie, l’altra soggiace agli oltraggi che subisce. E come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l’umanità non abbandona la natura propria della specie.
    Non ci stancheremo di ripeterlo: L’unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell’uomo. È Dio, perché «in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). È uomo, perché «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).

  16. …RESTA CON NOI SIGNORE! NON POSSIAMO VIVERE SENZA LA TUA COSTANTE PRESENZA NEL “PANE” E NEL
    “VINO”. VOGLIAMO CAMMINARE CON TE; ANCHE SE IL NOSTRO PASSO, DEBOLE E INCERTO , NON RIUSCIRA’ MAI A RAGGIUNGERE IL TUO. AIUTACI! DACCI LA FORZA! COSI CE LA POSSIAMO FARE…così sia.

  17. ECCO UNA PREZIOSA PAGINA SULLA FEDE NELLA SANTA EUCARISTIA… TRATTA
    DALLE «CATECHESI» DI GERUSALEMME

    Il pane del cielo e la bevanda di salvezza

    Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo. E preso il calice rese grazie, e disse: Prendete e bevete; questo è il mio sangue (cfr. 1 Cor 11, 23). POICHÉ EGLI HA PROCLAMATO E DETTO DEL PANE: «QUESTO È IL MIO CORPO», CHI OSERÀ ANCORA DUBITARE? E POICHÉ EGLI HA AFFERMATO E DETTO: «QUESTO È IL MIO SANGUE», CHI MAI DUBITERÀ, AFFERMANDO CHE NON È IL SUO SANGUE?
    Perciò riceviamoli con tutta certezza come corpo e sangue di Cristo. Nel segno del pane ti vien dato il corpo e nel segno del vino ti vien dato il sangue, perché, ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi concorporeo e consanguineo di Cristo. AVENDO RICEVUTO IN NOI IL SUO CORPO E IL SUO SANGUE, CI TRASFORMIAMO IN PORTATORI DI CRISTO, ANZI, SECONDO SAN PIETRO, DIVENTIAMO CONSORTI DELLA NATURA DIVINA.
    Un giorno Cristo, disputando con i Giudei, disse: Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avrete in voi la vita (cfr. Gv 6, 53). E poiché quelli non capirono nel giusto senso spirituale le cose dette, se ne andarono via urtati, pensando che li esortasse a mangiare le carni.
    C’erano anche nell’antica alleanza i pani dell’offerta, ma poiché appartenevano all’Antico Testamento, ebbero termine. NEL NUOVO TESTAMENTO C’È UN PANE CELESTE E UNA BEVANDA DI SALVEZZA, CHE SANTIFICANO L’ANIMA E IL CORPO. COME INFATTI IL PANE FA BENE AL CORPO, COSÌ ANCHE IL VERBO GIOVA IMMENSAMENTE ALL’ANIMA.
    Perciò non guardare al pane e al vino eucaristici come se fossero semplici e comuni elementi. Sono il corpo e il sangue di Cristo, secondo l’affermazione del Signore. Anche se i sensi ti fanno dubitare, la fede deve renderti certo e sicuro.
    BENE ISTRUITO SU QUESTE COSE E ANIMATO DA SALDISSIMA FEDE, CREDI CHE QUANTO SEMBRA PANE, PANE NON È, ANCHE SE AL GUSTO È TALE, MA CORPO DI CRISTO. CREDI CHE QUANTO SEMBRA VINO, VINO NON È, ANCHE SE COSÌ SI PRESENTA AL PALATO, MA SANGUE DI CRISTO. Di queste divine realtà già in antico Davide diceva nei Salmi: «Il pane che sostiene il suo vigore e l’olio che fa brillare il suo volto» (Sal 103, 15). Ebbene, sostieni la tua anima, prendendo quel pane come pane spirituale, e fa’ brillare il volto della tua anima.
    Voglia il cielo che con la faccia illuminata da una coscienza pura, contempli la gloria del Signore come in uno specchio, e proceda di gloria in gloria, in Cristo Gesù, Signore nostro. A lui onore, potestà e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

  18. “DONNA, PERCHE’ PIANGI? CHI CERCHI?”

    ….Sto cercando disperatamente il RISORTO! Spesso
    Gesù sembra voglia nascondersi ai nostri occhi malati di cecità spirituale. La peggiore malattia è quella di non volerlo riconoscere nel momento della prova.
    Ci allontaniamo da LUI per cercarlo chissà dove, mentre EGLI è proprio li, accanto alla nostra pena, desidera sanarla,aiutarci a guarirne , ma spesso noi non glielo permettiamo a causa della nostra forte incredulità. SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE, E:
    “RESTA CON NOI PERCHE’LA NOTTE NON CI SORPRENDA ALL’IMPROVVISO”.

  19. RESTA CON NOI, SIGNORE…
    quando tutto sembra essere grigio e incolore, e la strada un deserto in piena notte.

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