27 – 28  AGOSTO  2017:  

FESTA DI S.  MONICA E S. AGOSTINO…

GODIAMOCI 2 PAGINE IMMORTALI DALLE CONFESSIONI DI S. AGOSTINO

P a r l a v a m o   s o l i                       c o n  g r a n d e  d o l c e z z a…  Era ormai vicino il giorno in cui ella sarebbe uscita da questa vita… Per tua disposizione misteriosa e provvidenziale, avvenne una volta che io e lei ce ne stessimo soli, appoggiati al davanzale di una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là presso Ostia, dove noi, lontani dal frastuono della gente, dopo la fatica del lungo viaggio, ci stavamo preparando ad imbarcarci.  Parlavamo soli con grande dolcezza e, dimentichi del passato, ci protendevamo verso il futuro, cercando di conoscere la condizione eterna dei santi, quella vita cioè che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1 Cor 2, 9). Ce ne stavamo con la bocca anelante verso l’acqua che emana dalla tua sorgente, da quella sorgente di vita che si trova presso di te. Tuttavia, Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse: «Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene.  Che sto a fare qui?». Non ricordo bene che cosa io le abbia risposto in proposito. Intanto nel giro di cinque giorni o poco più si mise a letto con la febbre. … vedendoci sconvolti per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria e non in terra straniera. ..Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?». E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore». Quando ebbe espresso, come poté, questo desiderio, tacque. Intanto il male si aggrava ed essa continuava a soffrire. In capo a nove giorni della sua malattia, l’anno cinquantaseiesimo della sua vita, e trentatreesimo della mia, quell’anima benedetta e santa se ne partì da questa terra.

 Tardi ti ho amato (S. Agostino, Confessioni 10.27.38)

Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova,  TARDI TI HO AMATO.
Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo.

Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
TU ERI CON ME, MA IO NON ERO CON TE.
Mi tenevano lontano da te quelle creature  che non esisterebbero se non esistessero in te. MI HAI CHIAMATO,
e il tuo grido ha squarciato la mia sordità.

HAI EFFUSO IL TUO PROFUMO;
l’ho aspirato e ora anelo a te. TI HO GUSTATO,      e ora ho fame e sete di te.

MI HAI TOCCATO,  ora ardo dal desiderio della tua pace.

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IL TUO VOLTO,  SIGNORE,  IO CERCO…       Imparare a PREGARE per imparare a VIVERE” (Salmi )      

ORARIO DI MASSIMA

8.00: Celebriamo le LODI – colazione 9.00 Meditazione – preghiera personale 11.30 ADORAZIONE  eucaristica – Ora media 12.30 Pranzo – riposo 16.00 – Meditazione 18.30 VESPRI – EUCARISTIA 19.30 Cena – momento contemplativo con Maria 20.45 Compieta – buona notte

 Il silenzio fa lavorare in noi il nostro spirito,

più  che degli anni  di lettura… 

Bisogna, dunque, farlo lavorare.

(S. L. Orione)

  • CHE COSA DI PIÙ DOLCE DI UN SALMO?

Che cosa di più dolce di un salmo? Per questo lo stesso Davide dice splendidamente: «Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene» (Sal 146, 1). Davvero!                          Il salmo infatti è benedizione per i fedeli, lode a Dio, inno del popolo,  parola universale, voce della Chiesa, professione e canto di fede, espressione di autentica devozione,  grido di giubilo, suono di letizia. Mitiga l’ira, libera dalle sollecitudini, solleva dalla mestizia. E’ protezione nella notte, istruzione nel giorno, scudo nel timore, festa nella santità, pegno di pace e di concordia. Il salmo canta il sorgere del giorno,     il salmo ne fa risuonare il tramonto. Il santo profeta ci ha ricordato che egli salmeggiava per liberare la sua anima e per questo disse: «Ti canterò sulla cetra, o santo d’Israele. Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra e la  vita, che tu hai riscattato»     (Sal 70, 22-23). (S. Ambrogio)

III – SALMI DI SUPPLICA Sono  un terzo del salterio (circa 50) Se negli Inni il protagonista è Dio, nelle suppliche in primo piano c’è l’UOMO  nella sua povertà: la sua solitudine (sl 37) la sua malattia (40) la constatazione della vita breve (89)- davanti al peso del suo peccato (50) e il suo desiderio di immortalità (15)

  • Protagonisti variano ma sono per lo più TRE:
    1. IL NEMICO: una distruzione – una malattia, il proprio peccato
    2. DIO STESSO: oggetto di accusa e di supplica: Perché?
    3. L’ORANTE che si dibatte tra passato felice, presente infelice

 

Salmo  39  L’uomo è come un soffio

Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta  per non peccare con la mia lingua;  porrò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta dinanzi”  Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.  Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco; allora ho parlato: “Rivelami, Signore, la mia fine;  quale sia la misura dei miei giorni  e saprò quanto è breve la mia vita”. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l’uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore?   In te la mia speranza.  Liberami da tutte le mie colpe,  non rendermi scherno dello stolto. Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci. Allontana da me i tuoi colpi:  sono distrutto sotto il peso della tua mano.12  Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio. Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l’orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero,  uno straniero come tutti i miei padri. 1Distogli il tuo sguardo, che io respiri,  prima che me ne vada e più non sia.

 

 

IL SALMO 74: LAMENTO PER IL SACCHEGGIO DEL TEMPIO

Dio, perché ci respingi per sempre,   perché divampa la tua ira contro il gregge del tuo  pascolo? Ricordati del popolo  che ti sei acquistato nei tempi antichi. Hai riscattato la tribù che è tuo possesso, il monte Sion, dove hai preso dimora.

3  Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario. Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,  issarono i loro vessilli come insegna. Come chi vibra in alto la scure nel folto di una selva, con l’ascia e con la scure frantumavano le sue porte. Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,  hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;8  pensavano: “Distruggiamoli tutti”;  hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese. Non vediamo più le nostre insegne, non ci sono più profeti e tra di noi nessuno sa fino a quandoFino a quando, o Dio, insulterà l’avversario,  il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?  Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,  ha operato la salvezza nella nostra terra.  Tu con potenza hai diviso il mare,  hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque. Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,  hai inaridito fiumi perenni. Tuo è il giorno e tua è la notte,  la luna e il sole tu li hai creati. Tu hai fissato i confini della terra,  l’estate e l’inverno tu li hai ordinati. Ricorda: il nemico ha insultato Dio,  un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,  non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.  Sii fedele alla tua alleanza;  gli angoli della terra sono covi di violenza.  L’umile non torni confuso,  l’afflitto e il povero lodino il tuo nome. Sorgi, Dio, difendi la tua causa,  ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;   il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

UN FIORE CRESCIUTO SUL  MARCIUME DI AUSCHWITZ…

Etty Hillesum  Cenni biografici Nata nel 1914 in Olanda da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, Etty Hillesum muore ad Auschwitz nel novembre del 1943. Ragazza brillante, intensa, con la passione della letteratura e della filosofia…

  • Pagine dal Diario 1941-1943  Io non chiamo in causa la tua responsabilità… Esistono persone che si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di salvare te, mio Dio.   Mio Dio è un periodo troppo duro per persone fragili come me. Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte. Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano le strada per la campagna: Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci nulla, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: Dobbiamo pregare di tutto cuore che succeda qualcosa di buono. Infatti, se il nostro odio ci fa degenerare in bestie come lo sono loro, non servirà a nulla.   L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Io non chiamo in causa la tua responsabilità… tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi. 
  • Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami anche dispensare  agli altri a piene mani. La mia vita  è diventata un colloquio ininterrotto con te, Mio Dio, un unico grande colloquio. A volte, quando me ne sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi rivolti al cielo, le lacrime mi scorrono sulla faccia, lacrime che sgorgano da una profonda emozione e riconoscenza. Anche di sera, quando sono coricata nel mio letto e riposo in te…lacrime di riconoscenza mi scorrono sulla faccia e questa è la mia preghiera… a volte vorrei incidere delle piccole massime e storie appassionate ma mi ritrovo prontamente con una parola sola: DIO e questa parola contiene tutto e allora non ho più bisogno di dire quelle altre cose. Etty Hillesum, Diario 1941-1943   
  • Ieri, per un momento, ho pensato che non avrei potuto continuare a vivere, che avevo bisogno di aiuto. La vita e il dolore avevano perso il loro significato, avevo la sensazione di “sfasciarmi” sotto un peso enorme, ma anche questa volta ho combattuto una battaglia che poi all’improvviso mi ha permesso di andare avanti con maggiore forza. Ho provato a guardare in faccia il “dolore dell’umanità”.

A M O                                                                                           Piangendo Francesco disse un giorno a Gesù:
“Amo il sole, amo le stelle, amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini, amo tutte le cose belle.
O Signore, mi devi perdonare,
perché te solo io vorrei amare”.
Sorridendo il Signore gli rispose così:
“Amo il sole, amo le stelle, amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini, amo tutte le cose belle.
O Francesco, non devi pianger più, 

perché io amo ciò che ami tu”. (Antonio Pagano)  

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INNI –  SALMO 103:

GLI SPLENDORI DELLA CREAZIONE

 

1 Benedici il Signore, anima mia,  Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, 2  avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda,  costruisci sulle acque la tua dimora,  fai delle nubi il tuo carro,  cammini sulle ali del vento;4  fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.   Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare  L’oceano l’avvolgeva come un manto,  le acque coprivano le montagne. Alla tua minaccia sono fuggite,  al fragore del tuo tuono hanno tremato. Emergono i monti, scendono le valli  al luogo che hai loro assegnato. Hai posto un limite alle acque:  non lo passeranno,  non torneranno  a coprire la terra.  Fai scaturire le sorgenti nelle valli  e scorrono tra i monti; 12 Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,   cantano tra le fronde. 13  Dalle tue alte dimore irrighi i monti,  con il frutto delle tue opere sazi la terra. 14  Fai crescere il fieno per gli armenti  e l’erba al servizio dell’uomo,  perché tragga alimento dalla terra:il vino che allieta il cuore dell’uomo; l’olio che fa brillare il suo volto  E il pane che sostiene il suo vigore.  Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati.17  Là gli uccelli fanno il loro nido e la cicogna sui cipressi ha la sua casa. 19  Per segnare le stagioni hai fatto la luna  e il sole che conosce il suo tramonto.  Stendi le tenebre e viene la notte  e vagano tutte le bestie della foresta;21  ruggiscono i leoncelli in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo.            Sorge il sole, si ritirano  e si accovacciano nelle tane.23  Allora l’uomo esce al suo lavoro, per la sua fatica fino a sera. 24  Quanto sono grandi, Signore,  le tue opere!  Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature.  Ecco il mare spazioso e vasto:  lì guizzano senza numero animali piccoli e grandi. Tutti da te aspettano  che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.  Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,  tu apri la mano, si saziano di beni. Se nascondi il tuo volto, vengono meno,  togli loro il respiro, muoiono  e ritornano nella loro polvere.  Mandi il tuo spirito, sono creati,  e rinnovi la faccia della terra. La gloria del Signore sia per sempre;  gioisca il Signore delle sue opere.  Egli guarda la terra e la fa sussultare, tocca i monti ed essi fumano. Voglio cantare al Signore finché ho vita,  cantare al mio Dio finché esisto. A lui sia gradito il mio canto; la mia gioia è nel Signore.  Scompaiano i peccatori dalla terra  e più non esistano gli empi.  Benedici il Signore, anima mia

 

  •  Salmo 65: DIO CUSTODISCE LA CREAZIONE  A te si deve lode, o Dio, in Sion; a te si sciolga il voto in Gerusalemme.  A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale.   Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati.  Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atrii. Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio. Con i prodigi della tua giustizia,  tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani. Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza.  Tu fai tacere il fragore del mare,  il fragore dei suoi flutti, tu plachi il tumulto dei popoli.  Gli abitanti degli estremi confini  stupiscono davanti ai tuoi prodigi: di gioia fai gridare la terra,  le soglie dell’oriente e dell’occidente. Tu visiti la terra e la disseti:  la ricolmi delle sue ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra:11  Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge  e benedici i suoi germogli. Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza.   I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di grano;   tutto canta e grida di gioia.

·         FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA 

  1. Dolce sentire come nel mio cuore, ora umilmente sta nascendo Amore dolce capire che non son più solo, ma che son parte di un’immensa vita che generosa risplende intorno a me, dono di Lui, del suo immenso amor.
  2. Ci ha dato i cieli e le chiare stelle, Fratello Sole e Sorella Luna,la madre terra, coi frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura, fonte di vita per le sue creature, dono di lui, del suo immenso amor, dono di lui, del suo immenso amor.
  3. MIRIAM Lungo la notte ti ho cercato buio pesto e lacrime. Lo  ti chiamo e non rispondi tu non ci sei più. La tua morte sulla croce, quella tomba vuota e poi dietro ad un muro troppo alto sei Signore mio. Donna dimmi perché piangi e chi stai cercando qui. Sto cercando il mio diletto l’hai nascosto tu. Non lasciarmi vagabonda per questi deserti qui tu custode del giardino dimmi dove è Lui. “Miriam” oh quella voce  e gli occhi due colombe su ruscelli d’acqua. “Miriam” ancora il vento a scoperchiarmi casa e a gonfiare la mia vela. Mio Maestro la tua mano ancora sulla porta mia. E’ passato ormai l’inverno e allora canterò. Mettimi come un sigillo Sopra il braccio e il cuore tuo. Non andartene di nuovo, non resisterei.Miriam non trattenermi ma vai dai miei fratelli e dì che ormai li sto aspettando”.

 

Risonanze …———————————————————————-           donalesiani@gmail.com   – www.donvincenzoalesiani.it

 

 

  •  IL VANGELO DELLA  NOSTRA VITA… Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini,  talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)
  • COME CI TROVIAMO? NMI: DUC IN ALTUM!  “Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: « Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! » (Eb 13,8). 
  • SALMI: POESIA, PREGHIERA, VITA DI UN POPOLO!  Chouraqui:“Noi nasciamo con questo libro nelle viscere. Un librettino: 150 poesie; 150 specchi delle nostre rivolte e  delle nostre fedeltà, delle nostre agonie e delle nostre resurrezioni. 
  • 150 POESIE diverse per estensione, contenuti, (tutta la gamma dei sentimenti umani) . composizione ( 1000 anni ). per numerazione diversa
  • PREGHIERA SALMICA: Respiro cosmico …tutto l’uomo prega: cfr sl 63 – Preghiera  confidenziale con Dio ma anche solidale 
  • I SALMI E CRISTO: GESU’, Maria e Giuseppe pregavano coi salmi  –I VANGELI Himno dicto: il 135 Mt 26,30 – Al Getsemani – In croce: in manus tuas Domine (30,6) Dio mio, perché mi hai abbandonato? (sl 21)

NOTE PERSONALI

Sono venuto per…——————————————————————————————————————————————————————————————-

 

7 comments

  1. ” CHI HA SETE VENGA E BEVA” Gv 7,37. GESU’ abbiamo estremo bisogno di dissetarci alla TUA fonte inesauribile. Solo la TUA acqua ha il potere di farlo.

  2. …”MI HAI CHIAMATO””….. Io volontariamente ho soffocavo la Tua voce . Quando mi sono resa
    conto… “TI HO GUSTATO”…. E ora la TUA presenza mi ricolma di gioia…. “MI HAI TOCCATO”….. Il tocco della TUA grazia ha ,come miracolo, sconvolto la mia vita. Grazie SANT’AGOSTINO.

  3. ” Getta sul SIGNORE il tuo affanno ed EGLI ti darà sostegno,
    mai permetterà che il giusto vacilli. ( Sl.54)

  4. LA DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE
    DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI
    di san Giovanni Crisostomo, vescovo
    IL DISCORSO DELLA CROCE NON È FATTO DI PAROLE VUOTE, ma di Dio, della vera religione, dell’ideale evangelico nella sua genuinità. Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana. In che senso più forte? MOLTI HANNO TENTATO DI SOPPRIMERE IL NOME DEL CROCIFISSO, MA HANNO OTTENUTO L’EFFETTO CONTRARIO. Questo nome rifiorì e si sviluppò con progresso crescente. ERANO VIVI CHE FACEVANO GUERRA A UN MORTO, E CIONONOSTANTE NON L’HANNO POTUTO VINCERE. PERCIÒ QUANDO UN PAGANO DICE A UN CRISTIANO CHE È FUORI DELLA VITA, DICE UNA STOLTEZZA. I filosofi, i re e tutto il mondo, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «CIÒ CHE È DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DEGLI UOMINI» (1 Cor 1, 25). QUESTA FRASE È CHIARAMENTE DIVINA. Infatti dodici poveri uomini, per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi…Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? CHE FOSSERO PAUROSI E PUSILLANIMI l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce. Costui, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, GIACENDO LUI MORTO E SEPOLTO E, SECONDO GLI INCREDULI, NON RISORTO, AVREBBERO RICEVUTO DA LUI TANTO CORAGGIO DA SCHIERARSI VITTORIOSAMENTE CONTRO IL MONDO INTERO? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di proteggere se stesso, come potrà tenderci la mano da morto? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla? E’ EVIDENTE PERCIÒ CHE, SE NON LO AVESSERO VISTO RISUSCITATO E NON AVESSERO AVUTO UNA PROVA INCONFUTABILE DELLA SUA POTENZA, NON SI SAREBBERO ESPOSTI A TANTO RISCHIO.

  5. da “IMITAZIONE di CRISTO”

    “Oggi, di innamorati del suo regno celeste, Gesù ne trova molti;
    pochi invece ne trova pronti a portare la SUA croce.
    Trova molti desiderosi di consolazione; pochi desiderosi della TRIBOLAZIONE;
    molti disposti a “sedere a mensa”, pochi disposti a “DIGIUNARE”.

    Molti seguono Gesù fino alla “distribuzione del pane, pochi invece fino al momento di BERE IL CALICE DELLA PASSIONE.

    Dove si troverà uno che voglia servire Dio SENZA RICOMPENSA?
    E’ difficile trovare chi sia spiritualmente così ALTO da VOLER ESSERE SPOGLIATO DI OGNI COSA.

    Ma nessuno è più RICCO e LIBERO di chi sa ABBANDONARE SE STESSO e OGNI COSA e porsi ALL’ULTIMO POSTO”

  6. (D. BONHOEFFER)

    Facciamo SILENZIO “prima di ascoltare” la Parola,
    perché i nostri pensieri siano già rivolti verso la Parola.

    Facciamo silenzio “dopo l’ascolto” della Parola,
    perché questa ci parli ancora,
    viva e dimori in noi.

    Facciamo SILENZIO la mattina presto,
    perché Dio deve avere la “prima parola”,
    e facciamo SILENZIO prima di coricarci,
    perché “l’ultima parola” appartiene a Dio.

    Facciamo silenzio per amore alla “Parola”.

  7. (P. A. Gasparino)

    “Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera, perché chi impara a pregare impara a vivere.”

    “Non c’è tentazione, lotta, prova che non possa venire superata con la preghiera”

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