29 AGOSTO 2019

MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA

“Voce di uno che grida…” Libera rielaborazione della figura di Giovanni il Battista

Mi sono svegliato presto questa mattina. Con qualche presentimento in più sulla mia fine imminente. Da qualche mese mi trovo  in questa orribile prigione. Mi ci ha rinchiuso  il re  Erode per avergli rimproverato la sua condotta  immorale. Non ti è lecito tenere la  moglie di tuo fratello Sono cresciuto in fretta. Forte nel corpo e  nello spirito. Un carattere piuttosto asciutto e rigido. Con me stesso e  con gli altri.  Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Ben presto mi  resi conto che la gente si era allontanata dalla fede genuina. Tutti sospiravano la venuta del Messia, ma pochi erano disposti a vivere coerentemente. Cominciavo a capire che  il Signore aveva un progetto  su di me: preparargli la strada nel cuore degli uomini. Mi ritirai  nel deserto.  Visse in regioni  deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Molto  sobriamente: Giovanni era vestito di peli di cammello, si cibava di locuste e miele selvatico  Non c’è bisogno di molte cose quando si ha Dio nel cuore e un grande sogno da realizzare. Com’era successo ai Profeti prima di me, mi sentii anch’io come investito da una forza dall’alto: Sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria,  nel deserto. Senza perdere tempo, mi recai vicino al fiume Giordano e cominciai a gridare a quanti passavano: Preparate la via del Signore, raddrizzate  i suoi  sentieri! Riconosco che le mie parole non erano molto delicate. Ma efficaci a  scuotere coscienze addormentate: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? All’inizio, molti mi presero per pazzo. Poi, poco alla volta,  cominciavano a farsi pensosi  e mi chiedevano: Che cosa dobbiamo fare?Raccomandavo  quanto mi ispirava il Signore,  secondo la situazione concreta di ciascuno. Ai  pubblicani che raccoglievano le tasse: Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato A quanti avevano beni di questo mondo li scongiuravo: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da  mangiare, faccia altrettanto Purtroppo  cominciarono a  scambiarmi per il Messia atteso. Con chiarezza risposi: io non son degno  di sciogliere neppure il legaccio dei suoi  sandali Un giorno notai  tra la folla, una delegazione ufficiale inviata da Gerusalemme per chiedermi: Chi sei?  Che cosa dici di te stesso?  Non avevo dubbi  sulla  mia identità: Io sono  voce di uno che grida nel deserto:   Preparate la via del Signore                  E un giorno venne anche Lui. Facendosi peccatore con i peccatori.  Si mise in fila. Come gli altri. Lo riconobbi tra mille. Mi rifiutai di battezzarlo, dicendo:  Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?  Ma Egli,  con  sorriso buono di fratello, mi pregò: Lascia fare per ora, poiché conviene che così  adempiamo ogni giustizia. Dovetti acconsentire. Lo battezzai,  tremando per la vicinanza del Santo di Dio.  Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava verso il deserto. Qualche giorno dopo,  seppi  che si era messo a battezzare anche Lui  in una località  non lontana. Qualcuno dei miei discepoli, preoccupati per la possibile concorrenza, vennero a dirmi  ecco sta battezzando e tutti  accorrono a lui. Li rassicurai. Felice che la  mia missione raggiungesse il suo scopo. Egli deve crescere e io invece diminuire. Da quel giorno le cose per me precipitarono. A corte erano venuti a conoscenza delle mie posizioni critiche  nei  loro confronti. I potenti non perdonano chi osa rimproverarli. E cosi mi hanno rinchiuso in questa fortezza, pensando di chiudermi la bocca per sempre. Ma le idee e le coscienze non si incatenano. Con la  forza che mi viene dall’alto, sento che né le loro lusinghe  né le sofferenze del carcere, varranno a intaccare la mia volontà di conservarmi integro sino alla fine. Mi giungono  notizie di Gesù e del suo operato. Ne sono felice,  anche se a  volte  penso  che sia  troppo buono con la gente. Mi raccontano di come avvicina le persone. Soprattutto i peccatori. Mi dicono che addirittura mangia con loro. Rimango perplesso. Tempo fa ho mandato alcuni amici a chiedergli  Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?. Al ritorno  mi hanno riferito cose meravigliose: i ciechi riacquistano la vista,  i sordi odono, i morti risuscitano,  ai poveri  è annunziata la buona novella E  una frase che  mi è suonata come  benevolo rimprovero: Beato è chiunque non sarà  scandalizzato di me! A  suo giudizio sarei troppo rigido.  E forse ha ragione. A pensarci bene,  Dio si è servito di me per scuotere i peccatori.  Ora si serve  di Lui, il Figlio,  per mostrare loro tutta la tenerezza di Padre. Anche qui, Lui deve crescere e io diminuire. Mi conforta però  il suo apprezzamento: Tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di  Giovanni.Possa io essere la sua voce fino alla fine. Ho saputo che oggi è festa grande a corte. Erode per il suo  compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli  ufficiali e i notabili della Galilea. Conosco gli ingredienti di feste come queste.  Non mancheranno certo musiche e danze di belle fanciulle :Entrata la figlia della stessa  Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. E le folli promesse  di uomini accecati dalla passione: Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò,  fosse anche la metà del mio regno E deliranti consigli di perfide madri: “Che cosa devo chiedere? …La testa di  Giovanni il Battista”.  “Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di  Giovanni il Battista”. E infine i  soliti compromessi di coscienza . Il re divenne triste; ma a motivo del  giuramento  e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa … Sento rumori di passi.  All’improvviso la cella si rischiara di  luce sinistra . Una guardia entra con una torcia in mano. Intravvedo il luccichio di una spada sguainata. Ho capito. Oggi  sarà  festa anche per me. Nella corte del mio Signore.  Lo Sposo viene. L’amico dello sposo esulta di gioia:  Ora questa  mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire. Giovanni il Battista, l’amico dello Sposo

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 27 – 28 AGOSTO 2019: SANTA MONICA  E  S. AGOSTINO 

Era ormai vicino il giorno in cui ella sarebbe uscita da questa vita… Per tua disposizione misteriosa e provvidenziale, avvenne una volta che io e lei ce ne stessimo soli, appoggiati al davanzale di una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là presso Ostia, dove noi, lontani dal frastuono della gente, dopo la fatica del lungo viaggio, ci stavamo preparando ad imbarcarci.  Parlavamo soli con grande dolcezza e, dimentichi del passato, ci protendevamo verso il futuro, cercando di conoscere la condizione eterna dei santi, quella vita cioè che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1 Cor 2, 9). Ce ne stavamo con la bocca anelante verso l’acqua che emana dalla tua sorgente, da quella sorgente di vita che si trova presso di te. Tuttavia, Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse: «Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene.  Che sto a fare qui?». Non ricordo bene che cosa io le abbia risposto in proposito. Intanto nel giro di cinque giorni o poco più si mise a letto con la febbre. … vedendoci sconvolti per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria e non in terra straniera. ..Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?». E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore». Quando ebbe espresso, come poté, questo desiderio, tacque. Intanto il male si aggrava ed essa continuava a soffrire. In capo a nove giorni della sua malattia, l’anno cinquantaseiesimo della sua vita, e trentatreesimo della mia, quell’anima benedetta e santa se ne partì da questa terra.

  •  TU SEI IL MEDICO, IO IL MALATO; TU SEI MISERICORDIOSO, IO MISERO. …  E allora ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia.  NON TI NASCONDO  LE MIE FERITE Quando mi sarò unito a Te con tutto il mio essere, non sentirò   più dolore o pena;  la mia sarà vera vita, tutta piena di Te.   Tu sollevi in alto colui che riempi di Te. Io, invece, non sono ancora pieno di Te, sono di peso a me stesso. Gioie di cui dovrei piangere contrastano in me con pene di cui dovrei gioire; non so da che parte stia la vittoria;  false tristezze contrastano in me con gioie vere, e non so da che parte stia la vittoria. Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato;  Tu sei il Signore, io il povero.
  • ACCOGLI TUO FIGLIO  ( I Soliloqui I, 5) Ora sei tu solo che io amo, te solo che seguo,  te solo che cerco,   te solo che mi sento pronto a servire.  Ti prego, ordina tutto ciò che vuoi, ma guarisci e apri le mie orecchie  perché io possa udire la tua voce. Guarisci e apri i miei occhi perché io possa vedere la tua volontà.  Dimmi dove devo volgere il mio sguardo per poterti vedere, e avrò la speranza di fare ciò che tu vuoi.  Ti prego, accogli il figlio tuo che è fuggito,  o Dio amorevole più di ogni padre.  Sento che solo da te io devo ritornare. Ispirami e guidami, traccia una strada davanti a me. 
  • LA VERA PREGHIERA  (S. AGOSTINO)  LA VERA PREGHIERA NON È NELLA VOCE, MA NEL CUORE. non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio.                 se senza parlare,  noi la desideriamo dal profondo del cuore,               IL NOSTRO SILENZIO È UN GRIDO.
  • TARDI  TI  HO  AMATO… Dalle «Confessioni» di sant’Agostino            STIMOLATO A RIENTRARE IN ME STESSO, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. O ETERNA VERITÀ E VERA CARITÀ E CARA ETERNITÀ! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. HAI ABBAGLIATO LA DEBOLEZZA DELLA MIA VISTA, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce: «IO SONO IL CIBO DEI FORTI, CRESCI E MI AVRAI. TU NON TRASFORMERAI ME IN TE, COME IL CIBO DEL CORPO, MA SARAI TU AD ESSERE TRASFORMATO IN ME». CERCAVO IL MODO DI PROCURARMI LA FORZA SUFFICIENTE per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli» (Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne» (Gv1,14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini. TARDI TI HO AMATO, BELLEZZA TANTO ANTICA E TANTO NUOVA, TARDI TI HO AMATO. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo.  E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. 
  • MI HAI CHIAMATO, HAI GRIDATO, HAI INFRANTO LA MIA SORDITÀ.
  • MI HAI ABBAGLIATO, MI HAI FOLGORATO, E HAI GUARITO LA MIA CECITÀ. 
  • HAI ALITATO SU ME IL TUO PROFUMO, HO RESPIRATO, ORA ANELO A TE. 
  • TI HO GUSTATO E ORA HO FAME E SETE DI TE… 
  • MI HAI TOCCATO E ORA ARDO DAL DESIDERIO DI CONSEGUIRE LA TUA PACE.

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ 24 AGOSTO 2019:

S. BARTOLOMEO APOSTOLO

 

Cari amici,  voglio farvi un “regalo” grande… una pagina immortale di S. PAOLO (…che mi ha segnato la vita…) E UN COMMENTO del grande S. GIOVANNI CRISOSTOMO. DUE PAGINE DAVVERO PREZIOSE PER LA “RAGIONEVOLEZZA” DELLA NOSTRA FEDE FONDATA SU SOLIDE BASI...BUONA LETTURA…

  • FACCIAMOCI  IMITATORI DELL’APOSTOLO COME EGLI LO È DI CRISTO  1CORINZI 4,1-16

  Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. ORA, QUANTO SI RICHIEDE NEGLI AMMINISTRATORI È CHE OGNUNO RISULTI FEDELE.           A ME, PERÒ, POCO IMPORTA DI VENIR GIUDICATO DA VOI O DA UN CONSESSO UMANO; ANZI, IO NEPPURE GIUDICO ME STESSO, PERCHÉ ANCHE SE NON SONO CONSAPEVOLE DI COLPA ALCUNA NON PER QUESTO SONO GIUSTIFICATO. IL MIO GIUDICE È IL SIGNORE! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. EGLI METTERÀ IN LUCE I SEGRETI DELLE TENEBRE E MANIFESTERÀ LE INTENZIONI DEI CUORI; ALLORA CIASCUNO AVRÀ LA SUA LODE DA DIO. Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? RITENGO INFATTI CHE DIO ABBIA MESSO NOI, GLI APOSTOLI, ALL’ULTIMO POSTO, COME CONDANNATI A MORTE, POICHÉ SIAMO DIVENTATI SPETTACOLO AL MONDO, AGLI ANGELI E AGLI UOMINI.  NOI STOLTI A CAUSA DI CRISTO, VOI SAPIENTI IN CRISTO; NOI DEBOLI, VOI FORTI;  VOI ONORATI, NOI DISPREZZATI.  SOFFRIAMO LA FAME, LA SETE, LA NUDITÀ, VENIAMO SCHIAFFEGGIATI, ANDIAMO VAGANDO DI LUOGO IN LUOGO, CI AFFATICHIAMO LAVORANDO CON LE NOSTRE MANI. INSULTATI, BENEDICIAMO; PERSEGUITATI, SOPPORTIAMO; CALUNNIATI, CONFORTIAMO; SIAMO DIVENTATI COME LA SPAZZATURA DEL MONDO, IL RIFIUTO DI TUTTI, FINO AD OGGI.  NON PER FARVI VERGOGNARE VI SCRIVO QUESTE COSE, MA PER AMMONIRVI, COME FIGLI MIEI CARISSIMI. POTRESTE INFATTI AVERE ANCHE DIECIMILA PEDAGOGHI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHÉ SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESÙ MEDIANTE IL VANGELO. VI ESORTO DUNQUE, FATEVI MIEI IMITATORI!

LA DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI

Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti.  LA STOLTEZZA DI DIO  più saggia della sapienza degli uomini, e la sua debolezza sia più forte della fortezza umana.  LA CROCE, nonostante gli uomini, SI È AFFERMATA SU TUTTO L’UNIVERSO E HA ATTIRATO A SÉ TUTTI GLI UOMINI. MOLTI HANNO TENTATO DI SOPPRIMERE IL NOME DEL CROCIFISSO, MA HANNO OTTENUTO L’EFFETTO CONTRARIO. QUESTO NOME RIFIORÌ SEMPRE DI PIÙ. I NEMICI invece sono caduti in rovina. ERANO VIVI CHE FACEVANO GUERRA A UN MORTO, e  non l’hanno potuto vincere. Perciò quando un pagano dice a un cristiano che è fuori della vita,  dice una stoltezza. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si accorge che il debole è lui. I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1, 25). Questa frase è chiaramente divina. COME POTEVA VENIRE IN MENTE A DODICI POVERI UOMINI, e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? ESSI FORSE MAI ERANO ENTRATI IN UNA CITTÀ o in una piazza. e allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce.   Costui racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?  È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato, non si sarebbero esposti a tanto rischio.  (S. G. CRISOSTOMO)

CHE VE NE PARE?———————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————–

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RITIRO PER GIOVANI E FAMIGLIE                                               IL CANTICO DEI CANTICI : Imparare ad AMARE per imparare a… VIVERE!

 ORARIO DI MASSIMA  – 08.00: Celebrazione di Lodi –9.15: Meditazione -Lectio Divina  11.45: Adorazione  – ora media – Pranzo – riposo     16.00: Meditazione – preghiera personale       18.30 Vespro e Eucaristia   19.30: Cena – momento Mariano -Risonanze spirituali

 SULLA STRADA DEI NOSTRI INTERROGATIVI, delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)

  • COME CI TROVIAMO? NMI: DUC IN ALTUM! “Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro:« Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!»
  •  IL CANTICO  DEI CANTICI BISOGNO  DI  LUCE:
  • CHIEDIAMOLA   ALLO  SPIRITO  SANTO

 Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni,  vieni, luce dei cuori .Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.Nella fatica, riposo,  nella calura, riparo, nel pianto, conforto.O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.Dona ai tuoi fedeli  che solo in te confidano i tuoi santi doni.    Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. AMEN

  •  MADRE  IO VORREI       Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino  tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, Madre, quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso, per noi.Ave   Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi io benedico il coraggio di vivere sola con Lui ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi per ogni Figlio dell’uomo che muore ti prego così. Ave
  • – I BELIEVE  One day I’ll hear  The laugh of children In a world where war has been banned. One day I’ll see Men of all colours  Sharing words of love and devotion. Stand up and feel The Holy Spirit Find the power of your faith. Open your heart To those who need you  In the name of love and devotion. Yes, I believe.  I believe in the people Of all nations To join and to care For love.  I believe in a world Where light will guide us And giving our love  We’ll make heaven on earth.
  • – BOCELLI: LA VOCE DEL SILENZIO Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai  ed ho sentito nel silenzio  una voce dentro me e tornan vive troppe cose  che credevo morte ormai  e chi ho tanto amato dal mare del silenzio  ritorna come un’onda nei miei occhi  e quello che mi manca  nel mare del silenzio  mi manca sai, molto di più.  Ci sono cose in un silenzio  che non m’aspettavo mai,   vorrei una voce  ed improvvisamente  ti accorgi che il silenzio  ha il volto delle cose che hai perduto  ed io ti sento amore,  ti sento nel mio cuore  stai riprendendo il posto  che  tu non avevi perso mai,  che non avevi perso mai,  che non avevi perso mai.  E quello che mi manca nel mare del silenzio  mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce  e improvvisamente   ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto  ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai

– PREGHIERA Celine Dion e A. Bocelli     I pray you’ll be our eyes And watch us where we go And help us to be wise  In times when we don’t know Let this be our prayer  When we lose our way Lead us to the place  Guide us with your grace To a place where we’ll be safe La luce che tu dai – nel cuore resterà  A ricordarci che – L’eterna stella sei Sogniamo un mondo  Senza più violenza un mondo di giustizia e di speranza Ognuno dia la mano al suo vicino simbolo di pace di fraternità La forza che ci dai – E’ il desiderio che ognuno trovi amor intorno e dentro sé.     E la fede che hai acceso in noi  sento che ci salverà

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  • CANTICO DEI CANTICI: PREMESSE: Una breve composizione di 117 versi. Si celebra l’amore in tutte le sue forme: coniugale, amicale, parentale, sofferente, spezzato dalla vedovanza, tradito, ritrovato, consacrato…E’ un inno primaverile. CDC= canticissimo
  • LE INTERPRETAZIONI: Due serie : una naturalistica e l’altra mistica. Oggi si tende a non separarle ma a leggere una dentro l’altra. 90 Dc.  a Jamnia Ebrei si radunano per riprendere speranza dopo distruzione di Gerusalemme, la prima cosa che fanno è stabilire il canone della Bibbia da cui trarre forza. Nessuno mette in discussione che il CDC debba essere ammesso Rabbi Akiba:Tutti gli scritti sono santi ma il CDC è il santo dei santi
  • IL CDC ALL’INTERNO DELLA BIBBIA: Torà – Profeti – Scritti
  1. Pentateuco della legge: 5 parti (Gen. Es. Numeri- Levitico – Deut.)
  2. Il Pentateuco della preghiera ( i salmi cfr . Amen)
  3. Il Pentateuco dell’amore: CDC in 5 parti

Chouraqui: parla di 3 parti:  Genesi dell’amore (Cfr. Esodo…)  Crisi dell’amore (cfr. Esilio) – Ritrovamento dell’amore( Ritorno esilio)

COMPOSIZIONE: postesilica dopo il 538 A. C. )

  1. OSSERVAZIONI: Tre attori: L’uomo, la donna, il coro.
  2. Canto della fisicità, visione serena del corpo umano: Dalla Genesi: Dio vide che tutto era buono. tutto molto buono.
  3. Coinvolge tutto l’essere: aspetti fisici, psicologici, spirituali, cosmici. Una persona innamorata: vede tutto in una certa luce
  4. Forse non bisogna chiedersi se è un poema di amore umano o di dell’amore di Dio: in ogni autentico amore umano c’è una scintilla dell’amore di Dio. Nel CDC non c’è mai il nome di Dio: si parla di lui proprio parlando di amore, perché …      “DIO E’ AMORE” (1GV 4)

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DUE SERATE CON PENSIERI E MUSICHE DI…CIELO GUARDANDO A MARIA LA MADRE DI CIASCUNO DI NOI TUTTI …ASCOLTIAMOLA…CI ASPETTA. DV

14 AGOSTO VEGLIA MARIANA PER LA FESTA DELL’ASSUNTA

ORE 21  AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA

  1. AVE, O MARIA PIENA DI GRAZIA: ricolma della grazia e benevolenza di Dio fin dal primo istante del suo essere.
  2. Lettore – L’Angelo, entrando da Lei, disse: Ti saluto; o piena di grazia, il Signore è con Te… TUTTI: Ci rallegriamo con Te, o Maria, perchè il Si­gnore, il nostro Salvatore, è con Te… MARIA: Rallegratevi anche voi, figli miei, perchè il Signore è anche con voi, è venuto per voi!
  • IL SIGNORE E’ CON TE..Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo… MARIA. Com’è possibile? Non conosco uomo… 2 lett. Lo Spirito Santo scenderà su di te… colui che nascerà sarà dunque santo e sarà chiamato Figlio di Dio… TUTTI:: O Vergine, affrettati a rispondere… dilla quella parola che attendono il cielo e la terra… L’attende il Signore stesso! MARIA. Eccomi, sono la serva del Signoreavvenga di me quello che hai dettoTUTTI: AVE, O MARIA, PIENA DI GRAZIA.IL SIGNORE È CON TEMaria. II Signore è anche con voi, figli miei… Egli ha bisogno anche di voi: aspetta il vostro “sì”.
  • TU SEI BENEDETTA FRA LE DONNE
  1. – Maria con Gesù in grembo corre da Elisabetta… Il “SI” a Dio, si fa subito “SI” ai fratelli…Ed è gioia per tutti.

1.L.- Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta . fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frut­to del Tuo seno…

MARIA. L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore… Il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva. Tutte le generazioni la chiameranno beata…

  • BENEDETTO IL FRUTTO DEL SENO TUO GESU’
  1. Al centro dell’Ave Maria c’è…GESU’! Maria conduce a Lui.                                1.L. -Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato CRISTO…
  1. IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI…

MARIA. Questo Dio è il mio bambino. Questa carne divi­na è la mia carne.Egli è fatto di me. Egli è Dio e mi assomiglia

TUTTI: Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo; sulle  tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre!

  • SANTA MARIA, MADRE DI DIO
  1. SANTA E’ MARIA: perché ha creduto, per­ché ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio. 2.L.Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

TUTTI: Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio…

  • PREGA PER NOI PECCATORI, ADESSO…
  1. HA PREGATO PER NOI, fin dalle nozze di Cara: Maria: Non hanno più vino… fate tutto quello che Egli vi dirà!
  1. P. HA PREGATO PER NOI, nel cenacolo per ottenere sugli Apostoli e la Chiesa nascente il dono dello Spirito Santo
  2. L. Tutti erano assidui e concordi nella preghiera assieme con Maria la Madre di Gesù. E furono tutti ripieni di Spirito Santo!

TUTTI: Sotto la tua protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio. Ascolta le preghiere che Ti rivol­giamo nelle nostre necessità e liberaci sempre da ogni male, o Vergine gloriosa e benedetto!

 …E NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE AMEN!

  1. SAPIENTE PREGHIERA, l’Ave Maria per questo richiamo all’essenziale verità della nostra ultima ora…
  2. L.Vegliate e pregate perchè non sapete in quale ora il Figlio dell’uomo verrà…
  3. CONFORTANTE PREGHIERA, l’Ave Maria, per la fede che la sorte di Gesù, risorto già condivisa da Maria assunta in cielo, sarà anche la nostra sorte per l’eternità beata.

TUTTI: Non abbandonerai la nostra vita nel sepolcro, lascerai che noi, tuoi santi, vediamo la corruzione.                           Ci indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra…       

VORREI MORIRE  AL SUO POSTO  Le ore passano lente come secoli, sotto un sole di piena estate che di ora, in ora si fa più spietato per quegli uomini distrutti dalla fame, dalla sete e dalla fatica. Qualcuno comincia a stramazzare al suolo svenuto. Se non si rianima sotto il grandinare delle percosse, è trascinato via, per i piedi e gettato in un angolo del “piazzale”. Testa di mastino, si pianta davanti alle sue vittime, sul campo un silenzio di tomba. “L’EVASO NON È STATO RITROVATO… DIECI DI VOI MORIRANNO NEL BUNKER DELLA FAME. LA PROSSIMA VOLTA TOCCHERÀ A VENTI.”      Il capo inizia la sua scelta fissando nello sguardo, uno ad uno i prigionieri e di ciascuno assaporando il terrore.       “QUESTO QUI” Testa di mastino puntava a caso il suo indice sul numero cucito sulla giacca del prigioniero. Il drappello dei martiri è completo.    ARRIVEDERCI AMICI, CI RIVEDREMO LASSÙ, DOVE C’È VERA GIUSTIZIA“, “VIVA LA POLONIA! E’ PER ESSA CHE IO DO LA MIA VITA”. Francesco G. n° 5659, piange disperato ricordando la moglie e i figli. Tra le file dei risparmiati  lo sbigottimento lascia il posto ad un senso di sollievo: vivere ancora, sfuggendo alla morte atroce del bunker della fame.   Un uomo esce dalle fila – numero 16.670         – e con passo deciso si presenta a Testa di Mastino. “COSA VUOLE DA ME QUESTO SPORCO POLACCO?”
“VORREI MORIRE AL POSTO DI UNO DI QUELLI”
“PERCHÉ?”  “Sono vecchio, ormai (aveva 47 anni!)  – La mia vita non può più servire gran che.” “E PER CHI VUOI MORIRE?”     “Per lui, ha moglie e bambini” MA TU CHI SEI?”    “UN PRETE CATTOLICO”                                       P. MASSIMILIANO KOLBE – N° 16.670                                                                      ERA MASSIMILIANO MARIA KOLBE,                                                         MORTO AD AUSCHWITZ IL 14 AGOSTO 1941                                                                   E PROCLAMATO SANTO NEL 1982 DA GIOVANNI PAOLO II.

   ALLELUJA- HAENDEL Alleluia! Alleluia!  Alleluia! Per il Signore Dio onnipotente che regna. Alleluia! Per il Signore Dio onnipotente che regna. Alleluia!  Il regno di questo mondo È diventato il regno di nostro Signore, E del Suo Cristo, Ed Egli regnerà nei secoli dei secoli, Re dei re e Signore dei signori,  Re dei re e Signore dei signor Alleluia! Alleluia!

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PAPA FRANCESCO: CHRISTUS VIVIT (248-277)                            OGNI VITA È VOCAZIONE ?!

  • I GIOVANI SONO CAPACI DI GUSTARE IL SILENZIO ? Molti giovani sono capaci di imparare a gustare il silenzio e l’intimità con Dio. Sono aumentati anche i gruppi che si riuniscono per adorare il Santissimo Sacramento e per pregare con la Parola di Dio. Occorre trovare gli stili e le modalità appropriati per aiutarli a introdursi in questa esperienza di così alto valore.
  • E SONO SENSIBILI AL SERVIZIO VERSO CHI HA BISOGNO? Un’opportunità privilegiata per la crescita è il servizio: molti giovani si sentono attratti dalla possibilità di aiutare gli altri, specialmente i bambini e i poveri. Spesso questo servizio rappresenta il primo passo per scoprire la vita cristiana ed ecclesiale.  Molti giovani si stancano dei nostri programmi di formazione dottrinale e spirituale, e rivendicano la possibilità di essere protagonisti in attività che facciano qualcosa per la gente.
  • DA QUALI REALTÀ SONO PIU ATTRATTI? «Del tutto peculiare è L’IMPORTANZA DELLA MUSICA, che rappresenta L’ ambiente in cui i giovani sono immersi… Il canto può essere un grande stimolo per il percorso dei giovani. Diceva SANT’AGOSTINO: «CANTA, MA CAMMINA; allevia con il canto il tuo lavoro, canta e cammina; però avanza nel bene, nella retta fede, nelle buone opere: CANTA E CAMMINA».
  • «MOLTO SIGNIFICATIVO È IL RILIEVO DATO ALLO SPORT         Alla base dell’esperienza sportiva c’è «la gioia: la gioia di muoversi, la gioia di stare insieme, la gioia per la vita e per i doni che il Creatore ci fa ogni giorno»   
  • In molti adolescenti e giovani suscita speciale attrazione il CONTATTO CON IL CREATO E SONO SENSIBILI ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE…   NELLO SPIRITO DI SAN FRANCESCO, QUESTE SONO ESPERIENZE CHE POSSONO TRACCIARE UN CAMMINO PER INTRODURSI ALLA SCUOLA DELLA FRATERNITÀ UNIVERSALE E ALLA PREGHIERA CONTEMPLATIVA.
  • L’AMORE E LA FAMIGLIA:  È LA MIA VOCAZIONE?                              
    071113-007

       I giovani sentono fortemente la chiamata all’amore e sognano di incontrare la persona giusta con cui formare una famiglia e costruire una vita insieme. Senza dubbio è una vocazione che Dio stesso propone …Mi piace pensare che «due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia di amore  LA CHIAMATA DEL SIGNORE, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita E IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO AVVOLGE QUESTO AMORE CON LA GRAZIA DI DIO, LO RADICA IN DIO STESSO. Con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme!». Dio ci ha creati sessuati. Egli stesso «HA CREATO LA SESSUALITÀ, CHE È UN REGALO MERAVIGLIOSO PER LE SUE CREATURE».   «LA SESSUALITÀ, IL SESSO, È UN DONO DI DIO. NIENTE TABÙ. È UN DONO DI DIO, UN DONO CHE IL SIGNORE CI DÀ. Ha due scopi: AMARSI  E GENERARE VITA. L’amore fra un uomo e una donna, quando è appassionato, ti porta a dare la vita per SEMPRE. E A DARLA CON IL CORPO E L’ANIMA».

  • MA VALE LA PENA OGGI SCOMMETTERE SULLA FAMIGLIA?  … l’aumento di separazioni, divorzi, seconde unioni può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità. QUESTE DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA FAMIGLIA DI ORIGINE PORTANO CERTAMENTE MOLTI GIOVANI A CHIEDERSI SE VALE LA PENA FORMARE UNA NUOVA FAMIGLIA, ESSERE FEDELI, ESSERE GENEROSI.  Voglio dirvi di sì, che VALE LA PENA SCOMMETTERE SULLA FAMIGLIA e che in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere.   Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio. Oggi regna una cultura del provvisorio che è un’illusione. Molte volte «c’è chi dice che oggi il matrimonio è “fuori moda”. […] Nella cultura del provvisorio,  molti predicano che l’importante è “godere” il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive. Io, invece, vi chiedo di ESSERE RIVOLUZIONARI, DI ANDARE CONTROCORRENTE;  di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità … di amare veramente».    IO INVECE HO FIDUCIA IN VOI, PER QUESTO VI INCORAGGIO A SCEGLIERE IL MATRIMONIO.
  • DON ORIONE:  Non si semina mai invano Gesù nel cuore dei giovani                    Buenos Aires, il 7 settembre 1935.                                           Ai carissimi indimenticabili Antichi Alunni.   Non potete immaginarvi quanto io pensi a voi, con tutto l’antico e immutato affetto! Da questa lontana terra… mando i saluti di decine di vostri antichi compagni, i quali, anche in questa ospitale Argentina, sanno tenere alto e onorato il nome italiano, come si gloriano d’essere stati educati nei nostri Istituti.  Fin dal mio arrivo, essi mi circondarono di tanto amore, di tanta riconoscenza, che più d’una volta mi son sentito commosso fino alle lacrime.   Parecchi poi sono venuti sin dal centro dell’Argentina e mi portarono a benedire i loro figli  e al rivedermi non poterono frenarsi dal piangere di gioia, come se avessero riveduto il loro padre o la loro madre.   Pensate che alcuni di questi erano quarant’anni che non li avevo più visti, …Dopo decine e decine di anni, che non ci eravamo mai più veduti, non avrei mai creduto d’essere ancora ricordato e tanto amato!  AH! MI CONVINCO SEMPRE PIÙ CHE NON SI SEMINA, CHE NON SI ARA MAI INVANO GESÙ CRISTO NEL CUORE DELLA FANCIULLEZZA E DELLA GIOVENTÙ.  Che se, in un certo periodo della vita  può talvolta sembrare che Cristo sia un sepolto, Egli è tal Morto, che sempre, presto o tardi, ma sempre, risuscita.   Ogni tanto me ne capitano qui tre o quattro, e alcuni anche dell’Oratorio Festivo, nel giardino del Vescovo. Ora son uomini fatti e già dai capelli più che grigi. Si danno la parola e vengono a trovarmi, come se andassero a casa loro, a casa del vecchio padre. E mi aprono il cuore, e mi fanno le loro confidenze, mi dicono i loro fastidi, le loro gioie e anche – devo dirvelo? – anche i loro peccati!   E così FACCIO LORO DA AMICO, DA PADRE E DA CONFESSORE!   E poi se ne vanno contenti, lasciandomi nel cuore una soddisfazione sì grande, “che intender non la può chi non la prova”(Lett. II, p. 287ss)                     
  • TI AIUTERÒ COME SE FOSSI TUA MADRE 22 giugno 1917        Caro Baldassarre,  Leggo la tua lettera. Non ho nessuna difficoltà di prenderti qui e di farti preparare per la 3ª Ginnasiale. Che i tuoi cerchino che tu non vada a casa, è veramente doloroso…Però tu, venendo qui, mi devi fare una promessa. Senti, caro Baldassarre, per venire qui tu devi cambiare condotta…                                              IO NON VOGLIO FARE DI TE, NÉ UN PRETE NÉ UN FRATE,  POICHÉ NON HO VISTO IN TE QUESTA VOCAZIONE;   ma un bravo giovane, onesto, virtuoso. Ogni miglior avvenire ti sarà serbato, se tu,  lascerai che,  come ti ho accolto e riparato un giorno dai geli e dalle nevi nelle prime baracche di piazza Torlonia, così ti guidi e di difenda ora da altri venti e da altre tempeste, o caro mio Baldassarre!  Tu hai tanti e forti nemici, fuori di te e anche in te stesso. . Sentirai tu la voce di un amico che ti ha dato prove non dubbie di volere il tuo vero bene, e di pensare in modo serio e con amore di padre al tuo avvenire?  Guardati attorno, o caro Baldassarre: non vedi che non hai più nessuno?  MA LA DIVINA PROVVIDENZA E DON ORIONE CI SONO ANCORA PER TE, e ci saranno sempre, se tu lo vuoi. Tu dovrai lottare per diventare buono, ma io TI AIUTERÒ COME SE FOSSI TUA MADRE,  e Dio ti aiuterà… molto volentieri ti accoglierò qui. Ma aspetto una tua parola che venga dal cuore. Ti benedico Tuo aff.mo come padre  Don . L. Orione      42,138                                                                                      ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++    

E QUANDO ARRIVA LA TEMPESTA?     A volte ho visto alberi giovani, belli, che alzavano i loro rami verso il cielo e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li ho trovati caduti, senza vita.  Poiché avevano poche radici, avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde e così hanno ceduto agli assalti della natura. 

      • SAI RICONOSCERE  I  MANIPOLATORI  DI  GIOVANI?                Pensate a questo: se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell’esperienza degli anziani,  non è forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice?   Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati…  Allo stesso tempo, i manipolatori usano un’altra risorsa: un’adorazione della giovinezzaIL CORPO GIOVANE diventa il simbolo di questo nuovo culto, quindi tutto ciò che ha a che fare con quel corpo è idolatrato e desiderato senza limiti, e ciò che non è giovane è guardato con disprezzo.  Cari giovani, non permettete che usino la vostra giovinezza per favorire una vita superficiale, CHE CONFONDE LA BELLEZZA CON L’APPARENZA.
      • QUALE BELLEZZA ? Cari giovani, non permettete che usino la vostra giovinezza per favorire una vita superficiale, che confonde LA BELLEZZA CON L’APPARENZA  Sappiate invece scoprire che     
      • C’È UNA BELLEZZA NEL LAVORATORE che torna a casa sporco , ma con la gioia di aver guadagnato il pane per i suoi figli.                                        
      • C’È UNA BELLEZZA straordinaria nella comunione della famiglia riunita intorno alla tavola e nel pane condiviso con generosità, anche se la mensa è molto povera.                                                                                   
      •    – C’È UNA BELLEZZA NELLA MOGLIE SPETTINATA e un po’ anziana che continua a prendersi cura del marito malato al di là delle proprie forze e della propria salute.                                                                                                 
      • C’È UNA BELLEZZA NELLA FEDELTÀ delle coppie che si amano nell’autunno della vita e in quei vecchietti che camminano tenendosi per mano.
      • C’È UNA BELLEZZA CHE VA AL DI LÀ DELL’APPARENZA in ogni uomo e ogni donna che vivono con amore la loro vocazione personale, nel servizio … Mettere in risalto questa bellezza, che ricorda quella di Cristo sulla croce, significa mettere le basi della solidarietà sociale e la cultura dell’incontro
      • QUALE SPIRITUALITA’ ?     oggi si promuove una spiritualità senza Dio, un’affettività senza impegno, una paura dei poveri visti come soggetti pericolosi.             Con tutto il mio affetto voglio mettervi in guardia da questa ideologia  che non vi renderà più giovani ma vi trasformerà in schiavi.            VI PROPONGO UN’ALTRA STRADA, fatta di libertà, di orizzonti nuovi, ma coltivando le radici che alimentano e sostengono.
      • GIOVANI “OMOGENEIZZATI” e  FATTI  IN  SERIE   Oggi assistiamo a una tendenza ad “omogeneizzare” i giovani, a dissolvere le differenze proprie del loro luogo di origine, a trasformarli in soggetti MANIPOLABILI  FATTI IN SERIE. Così si produce una distruzione culturale, che è tanto grave quanto l’estinzione delle specie animali e vegetali.  Per questo, in un messaggio ai giovani indigeni riuniti a Panama, li ho esortati a «farsi carico delle radici, perché dalle radici viene la forza che vi farà crescere, fiorire e fruttificare».
      • COME E’ IL TUO RAPPORTO CON GLI ANZIANI? Al Sinodo è stato affermato: «i giovani talora tendono a dare poca attenzione alla memoria del passato, dei tanti doni trasmessi dai genitori, dai nonni, dal bagaglio culturale della società in cui vivono. Aiutare i giovani a scoprire la ricchezza viva del passato, facendone memoria e servendosene per le proprie scelte è un vero atto di amore nei loro confronti in vista della loro crescita e delle scelte che sono chiamati a compiere».
      • CHE DICE IN PROPOSITO LA PAROLA DI DIO? … raccomanda di non perdere il contatto con gli anziani, per raccogliere la loro esperienza: «Frequenta le riunioni degli anziani. Se vedi una persona saggia, và di buon mattino da lei, i tuoi piedi logorino i gradini della sua porta» (Sir6,34)  In ogni caso, i lunghi anni che essi hanno vissuto e tutto ciò che è loro capitato nella vita devono portarci a guardarli con rispetto: «Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi» (Lv 19,32)   La Bibbia ci chiede: «Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua madre quando è vecchia» (Pr23,22).  Il comandamento di onorare il padre e la madre «è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa  perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra» (Ef 6,2S)
      • DON ORIONE: IN ASCOLTO DI UN GIOVANE INQUIETO  Ignazio Silone con Don Orione (Incontro con uno strano prete      
        • Benché Don Orione fosse allora già inoltrato nella quarantina ed io un ragazzo di sedici anni, a un certo momento mi avvidi di un fatto straordinario: era scomparsa fra noi ogni differenza di età Sentivo un piacere infinito a udirlo parlare; provavo una pace e una serenità nuove” Don Orione lo invita a riposare: “Non sei stanco? Non vuoi cercare di dormire? “Vorrei che questo viaggio non finisse mai”, risponde il giovane conquistato ormai dalla sua “pacata tenerezza dello sguardo” “Ricordati di questo” mi disse a un certo momento, “DIO NON È SOLO IN CHIESA. Nell’avvenire non ti mancheranno momenti di disperazione.  Anche se ti crederai solo e abbandonato, non lo sarai.   Non dimenticarlo”                                                           
        • UNA LETTERA DI 12 PAGINE …   Arrivati  a Genova Don Orione chiede al giovane di aiutarlo a imbucare ben trecento cartoline di auguri natalizi per i suoi ex-alunni:”Sono tutti figli di operai e per alcuni di essi sarà  forse l’unica cartolina di Natale”      Il ragazzo corre a imbucare le cartoline ma …ne conserva una per sé “In questo modo”, mi scusai, “anch’io avrò i suoi auguri di Natale”  Giungono finalmente a  Remo. Quando  Don Orione sta per ripartire, manda a cercare il giovane per salutarlo Ma io mi nascosi. Non volli ch’egli  mi vedesse piangere.. “Pochi giorni dopo, la mattina di Natale, ricevetti la prima  lettera di Don Orione, una lunga, affettuosa , straordinaria lettera di dodici pagine”     

        EDITH STEIN    (1891-1942)

        Edith Stein nacque nel 1891 a Breslavia (Wroclaw-Polonia). Era l’ultima di sette figli di una famiglia ebrea religiosa e attaccata alle tradizioni. Nacque il 12 ottobre, giorno del Kippur, dell’Espiazione. Intelligente, nel 1910 Edith è iscritta all’università di Breslavia, unica donna a seguire i corsi di filosofia. Disse una volta: “Lo studio della filosofia è un continuo camminare sull’orlo dell’abisso”, ma lei, seppe farne una via privilegiata di incontro con la verità. … a contatto con il pensiero di Edmund Husserl, Fu presa da entusiasmo per l’autore, “il filosofo” del suo tempo. Conobbe Max Scheler:  In lei, che si dichiarava atea, Scheler riuscì a risvegliare il bisogno religioso. Da poco tempo Sheler era tornato alla fede cattolica ed esponeva il suo credo in modo affascinante. Ascoltando Scheler, cadevano le barriere dei pregiudizi razionalistici: ”Il mondo della fede mi si apriva dinanzi”. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, fu crocerossina volontaria in un ospedale militare .Tornò poi alla filosofia con atteggiamento nuovo: “Non la scienza, ma la dedizione della vita ha l’ultima parola!”.     Fu nell’estate del 1921, Edith lesse – in una sola notte – la Vita di S.TERESA D’AVILA, SCRITTA DA LEI STESSA. Nel chiudere il libro, alle prime luci del mattino, dovette confessare a se stessa: “QUESTA È LA VERITÀ!”.Ricevette il battesimo il 1° gennaio 1922. Si recò quindi in famiglia, dall’anziana madre Augusta, per rivelarle quanto era avvenuto. Si mise in ginocchio e le disse: “MAMMA, SONO CATTOLICA!”. La madre, forte custode della fede d’lsraele, pianse. E pianse anche Edith. Entrambe sentivano che pur continuando ad amarsi intensamente, le loro vite si separavano per sempre. Ciascuna delle due trovò a modo suo, nella propria fede, il coraggio di offrire a Dio il sacrificio richiesto.  A Friburgo Edith Avverti i primi richiami interiori della vocazione alla consacrazione totale al Dio di Gesù Cristo.  Il 30 aprile 1933, durante l’adorazione del SS. Sacramento, sentì con chiarezza quella vocazione alla vita religiosa monastica del Carmelo. Per la madre fu un altro schianto! ”Anche restando ebrei si può essere religiosi”, le aveva detto per dissuaderla. ”Certo – aveva risposto Edith – se non si è conosciuto altro”. Dio la chiamava per condurla nel deserto, parlare al suo cuore, Liberamente e lietamente lasciava un mondo pieno di amici e di ammiratori, per entrare nel silenzio di una vita spoglia e silenziosa, attratta solo dall’amore di Gesù. Il 15 ottobre 1933 dello stesso anno, Edith entrava nel Carmelo di Colonia. Aveva 42 anni. …        Ma il 31 dicembre 1938 Per sfuggire alle leggi razziali contro gli ebrei, Si rifugiò  in Olanda, nel Carmelo di Echt.  Il momento era tragico, per tutta l’Europa . Il 23 marzo si offrì a Dio come vittima di espiazione. stese il testamento spirituale… Nel 1941,  incominciò: SCIENTIA CRUCIS. L’opera rimase incompiuta, perché Le squadre delle SS la deportarono nel campo di concentramento di Auschwitz. “Andiamo! – aveva detto alla sorella Rose,a morire per i nostri fratelli . Era passata dalla cattedra di docente al Carmelo. Ed ora, dalla pace del chiostro, passava agli orrori di un lager nazista.. Edith Stein, Suor Teresa Benedetta della Croce, morì nelle camere a gas di Auschwitz il 9 agosto 1942.  Beatificata da Giovanni Paolo II il 1° maggio 1987. E’ stata proclamata Santa 11 ottobre 1998.       

      • NULLA POTRÀ MAI SEPARARMI DAL TUO AMORE   (« Heilige Nacht » )   Mio Signore e mio Dio,  mi hai guidata su un cammino lungo, sassoso, oscuro e faticoso. Sovente sembrava che le mie forze volessero abbandonarmi,  non speravo più di vedere un giorno la luce. Il mio cuore stava pietrificandosi quando il chiarore di una dolce stella sorse ai miei occhi. Fedele, mi guidò ed io la seguii con passo prima timido, poi più sicuro. Giunsi alfine alla porta della Chiesa. Si aprì. Chiesi di entrare. La tua benedizione mi accoglie attraverso le parole del tuo sacerdote. Il mistero che dovevo tenere nascosto nell’intimo del mio cuore,  posso ormai annunciarlo ad alta voce: Credo, confesso la mia fede! Il sacerdote mi conduce ai gradini dell’altare, chino la fronte, l’acqua santa scorre sul mio capo. Signore, come si può rinascere quando si è giunti alla metà della propria vita (Gv 3,4)? Tu l’ hai detto, e questo è divenuto per me realtà. Il peso della colpe e delle pene della mia lunga vita mi ha abbandonato. In piedi, ho ricevuto il vestito bianco posto sulle mie spalle, simbolo luminoso di purezza! Ho portato in mano il cero la cui fiamma annuncia che la tua vita santa arde in me. Il mio cuore è ormai il presepio che attende la tua presenza. Per poco tempo! Maria, tua madre che è anche mia, mi ha dato il suo nome. Oh! Nessun cuore umano può concepire ciò che prepari per coloro che ti amano (1 Cor 2,9). Ormai sei mio e non ti lascerò mai più. Dovunque vada la strada della mia vita, sei accanto a me. Nulla potrà mai separarmi dal tuo amore (Rm 8,39). 
      • EDITH STEIN PREGAVA COSÌSignore, dove saremo portati su questa terra  noi non sappiamo. Sappiamo che per coloro che ti amano, tutte le cose volgono al bene. Signore,  dammi tutto ciò che  mi conduce a Te, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te, Signore, strappa me da me stessa e dammi tutta a Te.

                                                    +++++++++++++++++++++++++++

        • GIOVENTÙ :   – TEMPO DI SOGNI O… DI SCELTE?                                     

          • TEMPO DI SOGNI O… DI SCELTE? «ESSERE GIOVANI È UNA GRAZIA.  È UN DONO che possiamo sprecare inutilmente, o viverlo in pienezza. È una gioia, un canto di speranza.  «La giovinezza è marcata da sogni che vanno prendendo corpo, da scelte che costruiscono un progetto di vita. I giovani sono chiamati a proiettarsi in avanti senza tagliare le radici».
          • LA FEDE IMPEDIMENTO O STIMOLO A CRESCERE?                                       il rapporto con Cristo vivo non ci impedisce di sognare. Anzi ci sprona, ci stimola, ci proietta verso una vita migliore.   SAN PAOLO VI: «proprio nell’insoddisfazione che vi tormenta  c’è un elemento di luce». L’inquietudine  spinge a prendere la propria vita tra le mani e diventare responsabili di una missione.S. AGOSTINO «Signore, ci hai fatti per TE. il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».
          • PAPA FRANCESCO DAVANTI  A UN GIOVANE…COSA VEDE?   La mia risposta: «Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole VOLARE CON I PIEDI. Hanno tanta forza i giovani,. Un giovane è una promessa di vita
          • GIOVINEZZA: TEMPO DI “PARALISI “ O DI DECISIONI?      Alcuni giovani … desiderano « il rimando delle decisioni;  la paura del definitivo genera una sorta di paralisi decisionale. La giovinezza è l’età delle scelte in ambito professionale. Anche per quanto riguarda l’amore, la scelta del partner.  LA STRADA È GESÙ: farlo salire sulla nostra “barca” e prendere il largo con Lui!  Giovani,  non osservate la vita dal BALCONE. Non confondete la felicità con UN DIVANO e non passate tutta la vita davanti a uno SCHERMO. RISCHIATE… fatevi sentire! non andate in pensione prima del tempo.
          • LA VOGLIA DI VIVERE …E’ MALE? IL VERO DIO CHE TI AMA, TI VUOLE FELICE: «Godi, o giovane, si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. (Qo11)  Si tratta di vivere con gratitudine ogni dono della vita.
          • INSOMMA FA BENE ALLORA DARSI… ALLA BELLA VITA?!            Questo non significa lanciarsi in una dissolutezza che ci lascia vuoti e insoddisfatti, bensì vivere il presente, apprezzando ogni piccola gioia della vita come un dono di Dio. Vorrei ricordare che FRANCESCO VAN THUÂN, quando fu in un campo di concentramento,  scelse di «vivere il momento presente riempiendolo d’amore»:  Perché  QUESTO GIORNO DELLA TUA GIOVINEZZA PUÒ ESSERE L’ULTIMO, VALE LA PENA VIVERLO  CON PROFONDITÀ…                    
          • E QUANDO CI SEMBRA CHE DIO CI ABBIA ABBANDONATI? Questo vale anche per i momenti difficili: «Egli è lì dove pensavamo che ci avesse abbandonato. la sofferenza, le tenebre, sono diventate per molti luoghi di incontro con Dio». Il desiderio di vivere e di fare esperienze nuove riguarda specialmente molti giovani in condizione di disabilità fisica, psichica e sensoriale. Essi, anche se non possono fare le stesse esperienze dei coetanei, hanno risorse sorprendenti, che talvolta superano quelle comuni…
          • 7. È IMPORTANTE PER TE L’AMICIZIA CON CRISTO?   Per quanto tu possa vivere e fare esperienze, non conoscerai la vera pienezza dell’essere giovane, se non incontri ogni giorno IL GRANDE AMICO, se non vivi in amicizia con Gesù.  Avere amici ci insegna ad aprirci, a prenderci cura degli altri. L’amicizia è così importante che GESÙ STESSO si presenta come amico: «NON VI CHIAMO PIÙ SERVI, MA VI HO CHIAMATO AMICI» (Gv 15,15). Egli non ci abbandona mai, anche se a volte sembra stare in silenzio. Quando abbiamo bisogno di Lui, si lascia trovare da noi. A noi chiede di non abbandonarlo: «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4 Cerca di scoprirlo e vivrai la bella esperienza di saperti  È quello che hanno vissuto i discepoli di Emmaus: GESÙ «CAMMINAVA CON LORO» (Lc 24,15). Il cristianesimo non è un insieme di verità da credere, di leggi da osservare.  IL CRISTIANESIMO  è una persona che mi ha amato tanto da reclamare il mio amore. IL CRISTIANESIMO È CRISTO».                                                    
          • E QUALI SONO I SOGNI DEI GIOVANI, OGGI? Molti giovani si preoccupano del proprio corpo, di sviluppare la forza fisica o l’aspetto. Altri si danno da fare per potenziare le loro capacità e conoscenze. Alcuni puntano più in alto, e cercano uno sviluppo spirituale. San Giovanni: «Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la Parola di Dio rimane in voi» (1 Gv 2,14).  Cercare il Signore, custodire la sua Parola, crescere nelle virtù. Per questo occorre  la CONNESSIONE” CON GESÙ, ESSERE “IN LINEA” CON LUI, come ti preoccupi di non perdere la connessione a INTERNET, assicurati che sia attiva la tua CONNESSIONE CON IL SIGNORE, ascoltarlo, quando non hai le idee chiare domandagli: «GESÙ, COSA FARESTI TU AL MIO posto?». Quando ho iniziato il mio ministero come Papa, IL SIGNORE ha allargato i miei orizzonti e mi ha dato una rinnovata giovinezza                                                               
          • MA COSA COMPORTA CRESCERE VERAMENTE?                                                Crescere vuol dire alimentare le cose più preziose che ti regala la giovinezza, purificare ciò che non è buono. Lasciati  amare da Dio, che ti ama così come sei, ma ti offre anche sempre di più:  più amicizia con Lui, più fervore nella preghiera, più sete della sua Parola, più desiderio di ricevere Cristo nell’Eucaristia, più voglia di vivere il suo Vangelo, più forza interiore, più pace e gioia       
          • DOBBIAMO COPIARE GLI ALTRI O ESSERE NOI STESSI? «Ci sono testimonianze che sono utili per stimolarci, ma non perché cerchiamo di copiarle… Tu devi scoprire chi sei e sviluppare il tuo modo personale di ESSERE SANTO. Diventare santo vuol dire diventare più te stesso, quello che Dio ha voluto creare, non una fotocopia. La tua vita dev’essere  QUELL’IMPRONTA UNICA che solo tu potrai lasciare ciò che nessun altro potrà offrire al tuo posto.

          11.  ALLORA DOBBIAMO  TUTTI  ANDARE  IN … E-STASI?  

          • La tua crescita spirituale si esprime soprattutto nell’amore fraterno, generoso, misericordioso. Lo diceva San Paolo: «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti» (1 Ts 3,12). Che tu possa vivere sempre più quella “E – STASI” che consiste nell’uscire da te stesso per cercare il bene degli altri. Quando un incontro con Dio si CHIAMA “ESTASI”, è perché ci tira fuori da noi stessi e ci eleva… Per questo è sempre meglio vivere la fede insieme, condividendo con altri giovani il nostro affetto, il nostro tempo, e le nostre inquietudini. La Chiesa offre molti e diversi spazi per vivere la fede in comunità: INSIEME TUTTO È PIÙ FACILE. Le ferite ricevute possono condurti alla tentazione dell’isolamento, a ripiegarti su te stesso, ad accumulare rancori, ma non smettere mai di ascoltare la chiamata di Dio al perdono. In quest’ottica, è vitale distinguere il peccatore dal suo peccato e dalla sua offesa, per arrivare all’autentica riconciliazione. Questo significa che odi il male che l’altro ti infligge, ma continui ad amarlo perché riconosci la sua debolezza e vedi l’immagine di Dio in lui».
          • VECCHI PRIMA DEL  TEMPO?   A volte i sogni della giovinezza si affievoliscono per la tentazione di chiuderci in noi stessi, nei nostri problemi. Non lasciare che questo ti accada, perché diventerai vecchio prima del tempo. Dio ama la gioia dei giovani. Li invita a quell’allegria che si vive nella comunione fraterna, perché «c’è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35) L’amore fraterno ci rende capaci di godere del bene degli altri: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia» (Rm 12,15 Un proverbio africano dice:  «SE VUOI ANDARE VELOCE, CAMMINA DA SOLO.  SE VUOI ARRIVARE LONTANO, CAMMINA CON GLI ALTRI». NON LASCIAMOCI  RUBARE LA FRATERNITÀ.
          • CONCRETAMENTE IN QUALI CAMPI  IMPEGNARSI?                                     …di fronte ad una realtà così piena di violenza e di egoismo, i giovani possono correre il rischio di chiudersi in piccoli gruppi. Questo si aggrava se la vocazione del laico è concepita solo COME UN SERVIZIO ALL’INTERNO DELLA CHIESA (lettori, accoliti, catechisti,…), dimenticando che la vocazione laicale è prima di tutto la carità nella famiglia e la carità sociale o politicaè vivere in mezzo al mondo e alla società … Siate capaci di creare  l’amicizia sociale».  METTERE DA PARTE LE DIFFERENZE PER LOTTARE INSIEME per uno scopo comune. Se riusciamo a trovare  punti di coincidenza in mezzo a tante divergenze, in questo impegno di gettare ponti, questo è il miracolo della cultura dell’incontro che i giovani possono vivere.  L’impegno sociale, il contatto con i poveri sono una occasione di discernimento della propria vocazione.  
          • SI RICEVE PIU’ DI QUANTO  DIAMO?     Oggi,  i gruppi giovanili hanno l’abitudine di andare a fare compagnia agli anziani e agli ammalati, o visitare quartieri poveri …riconoscono che in queste attività quello che ricevono è più di quello che danno, perché si impara molto quando si ha il coraggio di entrare in contatto con la sofferenza degli altri.  Tutto questo a partire dalla SORGENTE VIVA DELL’EUCARISTIA. Voglio incoraggiarti ad assumere questo impegno, perché so che «il tuo cuore, vuole costruire un mondo migliore. Seguo le notizie del mondo e vedo che tanti giovani in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una civiltà più giusta e fraterna. I giovani nelle strade. Voi siete quelli che hanno il futuro! offrendo una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche, Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di un mondo migliore.  Cari giovani, per favore, non guardate la vita  “DAL BALCONE”, entrate in essa come ha fatto Gesù».[92] … lottate per il bene comune, siate servitori dei poveri, siate protagonisti della rivoluzione della carità e del servizio. 
          • DOVE E COME PORTARE GESU’? Innamorati di Cristo, i giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo con la propria vita.. Giovani, Siate capaci di andare controcorrente e di condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato. Vi auguro di sentire nel cuore lo stesso impulso irresistibile che muoveva San Paolo: «GUAI A ME SE NON ANNUNCIO IL VANGELO!» (1 Cor9,16).   «Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limitici invia a tutti.                 Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più accoglienti.  È per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, anche a chi sembra più lontano, più indifferente.  Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore del suo amore». il Signore si avvicina a tutti.                       E vuole voi, giovani, come suoi strumenti per irradiare luce e speranza, perché vuole contare sul vostro coraggio.   Amici, non aspettate fino a domani per collaborare alla trasformazione del mondo con la vostra audacia e la vostra creatività.
          • LA VOSTRA VITA NON È UN “NEL FRATTEMPO”.   VOI SIETE L’ADESSO DI DIO, CHE VI VUOLE FECONDI.   PERCHÉ «È DANDO CHE SI RICEVE»  IL MODO MIGLIORE DI PREPARARE UN BUON FUTURO È VIVERE BENE IL PRESENTE CON DEDIZIONE E GENEROSITÀ.
          • SALMO 127 –  L’ABBANDONO ALLA PROVVIDENZA                                              

Se il Signore non costruisce la casa,    INVANO vi faticano i costruttori.     Se il Signore non custodisce la città,    INVANO veglia il custode.2   INVANO vi alzate di buon mattino,  tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore:      il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.    ECCO, DONO DEL SIGNORE SONO I FIGLI,    è sua grazia il frutto del grembo.     Come frecce in mano a un eroe  sono i figli della giovinezza.  Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:   non resterà confuso quando verrà a trattare     alla porta con i propri nemici.

    • CHE SIA BENEDETTA  (Fiorella Mannoia)
      Ho sbagliato tante volte nella vita  – chissà quante volte ancora sbaglierò – in questa piccola parentesi infinita quante volte ho chiesto scusa e quante no. E’ una corsa che decide la sua meta -quanti ricordi che si lasciano per strada. Quante volte ho rovesciato la clessidra   questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa che passa. Che sia benedetta –  per quanto assurda e complessa ci sembri –  la vita è perfetta. Per quanto sembri  incoerente e testarda, se cadi ti aspetta.   Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela   stretta – tenersela stretta.
      Siamo eterno – siamo passi – siamo storie siamo figli della nostra verità. E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona    – che sia fatta adesso la Sua volontà. In questo traffico di sguardi senza meta  – in quei sorrisi spenti per la strada. Quante volte condanniamo questa vita illudendoci d’averla già capita non basta – non basta. Rit./ A chi trova se stesso nel proprio coraggio – a chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio. A chi lotta da sempre e sopporta il dolore. Qui nessuno è diverso – nessuno è migliore. A chi ha perso tutto e riparte da zero  perché niente finisce quando vivi davvero. A chi resta da solo abbracciato al silenzio – a chi dona l’amore che ha dentro. Che sia benedetta – per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda  – se cadi ti aspetta.  E siamo noi che dovremmo imparare   a tenercela stretta – a tenersela stretta.
         CHE SIA BENEDETTA.
      CONSONANZE     ORIONINE   Viaggiare in aeroplano e… stare in ginocchio! Anime e Anime ! 21 abril del 1936   Caro Paolino,  … come vai di salute? E di anima? E un po’ di meditazione la fai? E hai un confessore fisso?  E alla scuola ti prepari? E tieni la disciplina?   Se non sapessi di far peccato a toglierti da tutto il bene che fai, già ti avrei preso con me, perché sento che avrei bisogno d’un buon segretario, e di persona fidata che, ad un tempo, porti un po’ di testa sulle spalle.  E che sappia almeno, parlare l’inglese e il francese.                                   
    • DON ORIONE  – VIAGGIARE IN AEROPLANO E  IN GINOCCHIO…  Ma bisognerà che ti abitui a viaggiare in aeroplano… Ma, sopra tutto, addestriamoci ad ascendere verso Gesù, a Gesù, E si ascenderà alle più elevate altezze, quanto più ci getteremo dal  profondo della umiltà.      IN GINOCCHIO… ai piedi di Gesù Cristo, in ginocchio ai piedi del Papa, in ginocchio ai piedi dei Vescovi  In ginocchio,  voglio che ci facciamo santi stando in ginocchio: apriremo nuovi solchi d’amore a Gesù e alla S. Chiesa d’in ginocchio…  aff.mo D. Orione  . Scr. 31,253 Devi dare parola d’onore! … un altro professore; ma, se anche lo trovassimo,  i cambiamenti,  a metà anno, sono sempre metà disastri per i giovani. …tu, se hai data la laurea da 26 e poi hai dato l’esame di stato a Napoli,  tu puoi avere diritto ad insegnare. Metterti ad insegnare al Dante di Tortona non posso, c’è però Novi, e sarebbe continuare le lezioni che già hai cominciato tu, sarebbe la cosa più ovvia e naturale. Ma devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte Condizionate. Deve essere un sì o un no:. Terrò nulla qualunque altra risposta, Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai.  Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta. Calmati, fa il tuo anno tranquillo: studia la scienza di Dio, In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima.  Tuo D. Orione  Scr. 31,241                                                                                  

      GESÙ CRISTO NON FU “ SÌ “ E “ NO “, MA IN LUI                                                                              C’È STATO IL “ SÌ (2Cor 2,19)

                                16 – 19 AGOSTO:  RITIRO SPIRITUALE PER TUTTI:

    IL CANTICO DEI CANTICI 

    Imparare ad AMARE per imparare a… VIVERE!

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    vengo a ricordarvi  le prossime proposte formative di VILLA S. BIAGIO PER UNA ESTATE VERAMENTE …ALTERNATIVA.

      1. – DIO  È AMORE   TERZA SERATA: VENERDI’ 2 AGOSTO H. 21CAP. QUARTO ( nn. 111 – 133)    QUALE ANNUNCIO PER I GIOVANI ?                                       TRE GRANDI VERITÀ CHE ABBIAMO BISOGNO DI ASCOLTARE SEMPRE.              

      Anzitutto voglio dire ad ognuno la prima verità: “DIO TI AMA”.  Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: DIO TI AMA. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita… sei infinitamente amato.  Forse l’esperienza di paternità che hai vissuto non è stata la migliore, il tuo padre terreno forse è stato lontano e assente o, al contrario, dominante e possessivo; Non lo so. Però quello che posso dirti con certezza è che puoi gettarti nelle braccia del tuo PADRE DIVINO, che ti ha dato la vita e che te la dà in ogni momento. Nella sua Parola troviamo espressioni del suo amore.

      1. 1. A volte si presenta come quei GENITORI AFFETTUOSI che giocano con i loro figli: «Io li traevo con legami di bontà, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» (Os11,4).
      2. A volte appare colmo dell’amore di QUELLE MADRI che amano i loro figli, con un amore incapace di dimenticare:  «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?  Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is49,15).
      3. Si mostra persino come UN INNAMORATO che arriva al punto di TATUARSI LA PERSONA AMATA sul palmo della mano per avere il suo viso vicino: «Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato» (Is49,16). Prima ancora di esistere, eravamo un progetto del suo amore: «Ti ho amato di amore eterno,  per questo continuo a esserti fedele» (Ger 31,3).
      4. Egli sa vedere la nostra bellezza, «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4).
      5. RIMANI UN MOMENTO IN SILENZIO LASCIANDOTI AMARE DA LUI Cerca di mettere a tacere tutte le voci… rimani un momento NEL SUO ABBRACCIO D’AMORE.  …È l’amore del Signore, amore  discreto e rispettoso, che guarisce ed eleva. È l’amore del Signore, che sa più di risalite che di cadute, di riconciliazione che di proibizione,  di futuro che di passato».
      6. B) – CRISTO TI SALVA  La seconda verità è che Cristo, ha dato sé stesso per salvartI  LE SUE BRACCIA APERTE SULLA CROCE sono il segno più prezioso di un amico capace di arrivare fino all’estremo: «Avendo amato i suoi…li amò fino alla fine» (Gv 13,1). San Paolo: «Questa vita, la vivo nella fede del Figlio di Dio, CHE MI HA AMATO E HA DATO SÉ STESSO  PER ME» (Gal 2,20)  Guarda la sua Croce, aggrappati a Lui,  E se pecchi, Non dimenticare che «Egli perdona settanta volte sette. L’amore del Signore è più grande di tutte le nostre fragilità.  HA abbracciato Pietro dopo i suoi rinnegamenti e ci abbraccia sempre, dopo le nostre cadute aiutandoci ad alzarci.    EGLI CI PERDONA GRATUITAMENTE.  GIOVANI AMATI DAL SIGNORE, QUANTO VALETE voi se siete stati redenti dal SANGUE PREZIOSO DI CRISTO!   Cari giovani,  voi «non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta!  Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre…VOI NON AVETE PREZZO: dovete ripetervelo: non sono all’asta, non ho prezzo. Sono libero! INNAMORATEVI DI QUESTA LIBERTÀ, CHE È QUELLA CHE OFFRE GESÙ».   E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. CONTEMPLA IL SUO SANGUE VERSATO  ..E  LASCIATI  PURIFICARE. COSÌ  POTRAI RINASCERE DI NUOVO.                                                                                                                                                                                     
      7. C) –  CRISTO VIVE!  Occorre ricordarlo spesso, perché corriamo il rischio di prendere Gesù Cristo come un buon esempio del passato, come qualcuno che ci ha salvato 2000 anni fa. Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, Colui che ci trasforma, Colui che ci guarisce e ci conforta è QUALCUNO CHE VIVE. È Cristo risorto.            Per questo San Paolo affermava: «SE CRISTO NON È RISORTO, VANA È LA VOSTRA FEDE» (1 Cor 15,17).   Se Egli vive, allora davvero potrà essere presente nella tua vita. Così non ci saranno più solitudine e abbandono. Anche se tutti se ne andassero, Egli sarà lì: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).  GIOISCI CON IL TUO AMICO CHE HA TRIONFATO.  IL TUO SALVATORE VIVE. Se Egli vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada e che le nostre fatiche serviranno a qualcosa. Se ti lasci amare e salvare da Lui; se entri in amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose concrete della tua vita, questa sarà L’ESPERIENZA FONDAMENTALE che sosterrà la tua vita cristiana. Questa è anche l’esperienza che potrai comunicare ad altri giovani.

      D ) – LO SPIRITO DÀ VITA    In queste 3 verità – Dio ti ama, Cristo è il tuo salvatore,  Egli vive – compare DIO PADRE e compare GESÙ. E LO SPIRITO SANTO.    È Lui che prepara e apre i cuori  perché accolgano questo annuncio, è Lui che mantiene viva questa esperienza di salvezza, è Lui che ti aiuterà a crescere in questa gioia.  Invoca ogni giorno lo Spirito Santo perché rinnovi in te l’esperienza del grande annuncio..   HAI BISOGNO DI AMORE? Non lo troverai nella sfrenatezza, usando gli altri, possedendoli. Lo troverai in un modo che ti renderà  felice. CERCHI INTENSITÀ? Non la vivrai accumulando oggetti, correndo dietro le cose di questo mondo. Arriverà in una maniera molto più bella se ti lascerai guidare dallo Spirito Santo.  CERCHI PASSIONE? INNAMORATI!  perché «niente può essere più importante che incontrare Dio. Innamorarsi di Lui in una maniera definitiva. Ciò di cui tu ti innamori cattura la tua immaginazione. SARÀ QUELLO CHE TI FARÀ ALZARE DAL LETTO LA MATTINA, cosa farai nei tuoi tramonti, come trascorrerai i tuoi fine settimana, quello che leggi, quello che sai, quello che ti spezza il cuore e quello che ti travolge di gioia e gratitudine.       RIMANI NELL’AMORE!  Questo amore di Dio, che prende tutta la vita, è possibile grazie allo Spirito Santo, perché «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).  Egli è la sorgente della migliore gioventù.                   Perché chi confida nel Signore «è come un albero piantato lungo un corso d’acqua, non teme quando viene il caldo, (Ger 17,8). « I giovani faticano e si stancano»  coloro che ripongono la fiducia nel Signore «riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» (Is 40,31).

      • SALMO  63 – INTIMITÀ CON DIO

      O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta arida, senz’acqua.   Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare  la tua potenza e la tua gloria  Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode.   Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani.  Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia    ti loderà la mia bocca.  Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo    e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto,  ESULTO DI GIOIA ALL’OMBRA DELLE TUE ALI.   A TE SI STRINGE L’ANIMA MIA E LA FORZA DELLA TUA DESTRA MI SOSTIENE.

      CONSONANZE     ORIONINE                                  

      • TI AMO, GESÙ, TI AMO E TI AMO! Apro un libro di pensieri serafici ma il libro mi si chiude tra le mani, né so più leggere fino a che non abbia gettato tutto il mio povero cuore nel Tuo: Signore Gesù, Ti amo, Ti amo e Ti amo! Non sciolgo inni di lode, né prego quasi, penso; penso a Te, che mi sei così vicino: al Tuo cuore che non mi sarà mai straniero né freddo: al Tuo amore, che è sempre uguale a se stesso! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più,  e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo !   A Te, che vegli, apro il mio cuore: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo ! E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che  Ti amo, Ti amo e Ti amo ! 
      • LAVORARE CERCANDO DIO SOLO!   eri mi trovavo nella camera di un buon prete e là mi cadde lo sguardo su queste parole: Dio solo! Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quelle di ieri, e sopra il turbinio di tante angosce, e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo:  Dio solo!, anima sconsolata, Dio solo!  E mi pareva che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e mi invitasse a salire in alto,  a confidare a Dio i miei dolori e a pregare.  Che silenzio dolce e pieno di pace…!    e nel silenzio Dio solo! andavo ripetendo tra me Dio solo! E mi pareva sentire come un’atmosfera benefica e calma attorno alla mia anima!…  E allora vidi dietro di me la ragione delle pene presenti: VIDI CHE INVECE DI CERCARE NEL MIO LAVORO DI PIACERE A DIO SOLO, ERA DA ANNI CHE  ANDAVO MENDICANDO LA LODE DEGLI UOMINI,   E CONCHIUSI TRA ME:  BISOGNA COMINCIARE VITA NUOVA ANCHE QUI:  LAVORARE CERCANDO DIO SOLO!   004PG         

      GIANNA   MOLLA

      v     Dall’omelia di S. Giovanni Paolo II

      Sull’esempio di Cristo, che “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine” (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si mantenne fedele all’impegno assunto il giorno del matrimonio. Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!

      • FIDANZATA COSÌ 

      “Quando penso al nostro grande amore reciproco, non faccio che ringraziare il Signore. E noi ci vorremo sempre bene,  Pietro.… mancano pochi giorni e mi sento tanto commossa  ad accostarmi a ricevere il sacramento dell’Amore. Diventiamo  collaboratori di Dio nella creazione, possiamo così dare a Lui dei figli che lo amino e lo servano. Pietro, sarò capace di essere la sposa e la mamma che tu hai desiderato? Lo voglio proprio, perché tu lo meriti e ti voglio tanto bene.

      SPOSA COSÌ: “Ti amo tanto , Pietro e mi sei sempre presente cominciando dal mattino quando,  durante la Messa all’offertorio, offro con il mio il tuo lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze… vivendo così, Pietro, giorno dopo giorno  noi raggiungiamo quella santità coniugale che Dio si aspetta da noi… voglio formare con te una famiglia ricca di figli come le  nostre belle famiglie nelle  quali siamo nati e cresciuti”

      FIBROMA ALL’UTERO: Al dottore che le dice:  Se vogliamo mettere al sicuro la tua vita,  dobbiamo interrompere la gravidanza” risponde: “Non lo permetterò mai…anche se devo rischiare io voglio che il mio bambino viva… Professore, operi in modo che la gravidanza possa continuare…Al marito: Pietro se dovrete decidere se salvare  la mia vita o quella del bambino, io esigo, SALVATE IL BAMBINO!” Entra nel reparto il venerdi santo 1962  dice: “Sono qui a fare il mio dovere di mamma. Sono pronta a tutto pur di salvare la mia creatura

      IL FRATELLO PRETE COMMENTA:  sono parole davanti alle quali io mi inginocchio. Non ha pensato mai di fare  un atto eroico,  ma solo il suo dovere di mamma!!!  Il giorno dopo sabato santo nasce con taglio cesareo Gianna Emanuela… ma per lei comincia l’agonia… chiede di essere portata a casa per morire nel suo letto di sposa…  sente i bambini che si svegliano… due lacrime rigano il suo volto  “GESÙ TI AMO, GESÙ TI AMO!” E SPIRA…

       

      SILENZIO CONTEMPLATIVO…RISONANZE… MOMENTO MARIANO….MUSICA E CANTI:

       

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1 – 6 LUGLIO 2019:   ESERCIZI   SPIRITUALI  PER TUTTI                        

  • VIAGGIO NELLA VITA… ANDATA E RITORNO”  CON IL LIBRO DI TOBIA
  • COME CUSTODIRSI GLI UNI GLI ALTRI…(Papa Francesco)
  • L U G L I O  –  A G O S T O   2019
  • PER UN RIPOSO INTEGRALE… VILLA S. BIAGIO È… L’IDEALE!  PER  LE SUE 4 B: BED & BREAKFAST  BEACH & BIBLE                                                 
  • E LE SERATE BIBLICOMUSICALI
  • QUANDO?  26. 30  LUGLIO – 2.6.9.13.14 AGOSTO – H. 21
  • CHE COSA?  TEMA…  I NOSTRI GIOVANI: SOLE O… TEMPESTA?

ESERCIZI SPIRITUALI  – ORARIO DI MASSIMA 

  • – 08.00: Celebrazione di Lodi – 09.15: Meditazione – Lectio Divina  – 11.45: Adorazione  – ora media – Pranzo – riposo    – 16.00: Meditazione – preghiera personale  – 18.30: Celebrazione di Vespro e Eucaristia   – 19.30: Cena – momento Mariano -Risonanze spirituali
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AFFERRA IL PESCE…   TOBIA C.  6 1 Il giovane partì insieme con l’angelo e anche il cane li seguì e s’avviò con loro.  Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a  passare la notte sul fiume Tigri.  2 Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi,  quand’ecco un grosso pesce balzò dall’acqua e tentò di divorare il piede del  ragazzo, che si mise a gridare.  3 Ma l’angelo gli disse: “Afferra il pesce e non  lasciarlo fuggire”. Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva. 4 Gli disse  allora l’angelo: “Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte e  getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili  medicamenti”. 5 Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato;  arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo  averla salata.  6 Poi tutti e due insieme ripresero il viaggio, finché non furono vicini  alla Media. 7 Allora il ragazzo rivolse all’angelo questa domanda: “Azaria, fratello,  che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?”. 8 Gli rispose: “Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona,  uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni  vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. 9 Il fiele invece serve per spalmarlo  sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia su quelle macchie e gli occhi  guariscono”. 10 Erano entrati nella Media e gia erano vicini a Ecbàtana, 11 quando Raffaele  disse al ragazzo:  “Fratello Tobia!”. Gli rispose: “Eccomi”.  Riprese: “Questa notte  dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia  chiamata Sara 12 e all’infuori di Sara nessun altro figlio o figlia. Tu, come il parente  più stretto, hai diritto di sposarla più di qualunque altro uomo e di avere in eredità  i beni di suo padre.  E` una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è  una brava persona”. 13 E aggiunse: “Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello;  io parlerò della fanciulla al padre questa sera, perché la serbi come tua fidanzata.   Questa sera parleremo della fanciulla  e ne domanderemo la mano.  Al nostro ritorno da Rage la prenderemo e la  condurremo con noi a casa tua”. Allora Tobia rispose a Raffaele: “Fratello  Azaria, ho sentito dire che essa è gia stata data in moglie a sette uomini ed essi  sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho  sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti. 15 Per questo ho paura:  il  demonio è geloso di lei,  a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare,  egli lo uccide. Io sono l’unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre  così alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l’angoscia della mia perdita.  Non hanno un altro figlio che li possa seppellire”. Ma quello gli disse: “Hai forse  dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie  una donna del tuo casato? Ascoltami, o fratello: non preoccuparti di  questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie.  Quando però entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e  mettine un poco sulla brace degli incensi. L’odore si spanderà, il demonio lo dovrà  annusare e fuggirà e non comparirà più intorno a lei. Poi, prima di unirti con essa,  alzatevi tutti e due a pregare. Non temere: essa ti è stata destinata fin  dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che  saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero”.  Quando Tobia sentì le  parole di Raffaele e seppe che Sara era sua consanguinea della stirpe della famiglia  di suo padre, l’amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei.

AMORIS   LAETITIA
Esortazione di Papa Francesco sull’amore nella famiglia 

  • TUTTO SCUSA … la diffamazione può essere un grande peccato, quando colpisce la buona fama degli altri procurando loro dei danni molto difficili da riparare. Gli sposi che si amano parlano bene l’uno dell’altro. L’altro non è soltanto quello che a me dà fastidio. È molto più di questo. Mi ama come è…con i suoi limiti. L’amore sa stare in silenzio davanti ai limiti della persona amata.
  • TUTTO CREDE… HA FIDUCIA. Non c’è bisogno di controllare l’altro, di seguire minuziosamente i suoi passi, per evitare che sfugga dalle nostre braccia. L’amore ha fiducia,  rinuncia a controllare tutto, a possedere, a dominare.
  • TUTTO SPERA: Indica la speranza che l’altro può

cambiare. Implica accettare che forse Dio scriva diritto sulle righe storte di quella personaQuella persona, con tutte le sue debolezze, è chiamata alla pienezza del Cielo. Là, non esisteranno più le sue fragilità, le sue oscurità né le sue patologie.

TUTTO SOPPORTA: Questo mi ricorda le parole di Luther King: «La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sé…. Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Da qualche parte, qualcuno deve avere un po’ di buon senso, e quella è la persona forte… che è capace di spezzare la catena dell’odio ».

  • AMORE MALGRADO TUTTO. Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore. L’amore non si lascia dominare dal rancore, dal desiderio di ferire o di far pagare qualcosa.    L’ideale cristiano, è amore malgrado tutto. A volte ammiro l’atteggiamento di persone che hanno dovuto separarsi dal coniuge per proteggersi dalla violenza fisica, e tuttavia, sono stati capaci di agire per il suo bene, benché attraverso altri, in momenti di malattia o di difficoltà. Anche questo è amore malgrado tutto. 
  • PER SEMPRE O … FINCHÉ DURA?  Promettere un amore che  sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti…Perché tale amore possa mantenersi fedele si richiede il dono della grazia che lo fortifichi e lo elevi.
  • MA SI PUÒ CHIEDERE QUESTO A DUE POVERI SPOSI?

Gli sposi, «in forza del Sacramento, vengono investiti di una missione; rendere visibile, l’amore con cui Cristo ama la Chiesa».

  • genitori si amino, ma anche che rimangano sempre uniti. L’unione matrimoniale, Si radica nelle inclinazioni spontanee della persona umana; e, per i credenti, è un’alleanza davanti a Dio che esige fedeltà: «Il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto: nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio» (Ml 2,14s) PARLIAMONE TRA NOI:
    1. Quali sono le difficoltà che temiamo di più? (fisiche – discordie spirituali?) Come le viviamo? E le ricicliamo?    fonte di Ringraziamento –umiltà –prudenza -sapienza nel consigliare?
    2. E` una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona. quali di queste doti apprezzi e ricerchi di più? In te e nell’altro/a? ­­­­­             

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71 comments

  1. “GANDHI” , mi ha confermato quanto sia necessario il dono della “PREGHIERA”.
    Una volta scoperto il valore, non ne puoi più fare a meno perchè l’anima sente
    il bisogno di DIO che l’attira a se. E’ il respiro per l’anima la ” PREGHIERA, senza la quale
    si è insipidi, senza vita. Mettersi a nudo dinanzi a DIO , riusciamo a rientrare in noi stessi, ci liberiamo
    di tutto ciò che ci allontana dal suo Amore, per dare il primato a LUI nella nostra vita.
    SAREBBE BELLO E IMPORTANTE NON TRALASCIARE MAI LA PREGHIERA, LA SOLA CHE SALVA
    PERCHE’ DIRETTA ESCLUSIVAMENTE A DATORE DI OGNI BENE. ” GRAZIE GANHI”.

  2. “Non sono un uomo di lettere o di scienza, ma pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera.
    E’ la preghiera che ha salvato la mia vita.
    Senza preghiera sarei impazzito da molto tempo.
    Se non ho perso la pace dell’anima, nonostante tutte le prove, è perché questa pace viene dalla preghiera.
    Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non si può vivere nemmeno un giorno senza pregare.
    La preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera.”
    (Mahatma Gandhi)

  3. Santa Teresa d’Avila (1515-1582)
    carmelitana, dottore della Chiesa
    Il cammino di perfezione, cap. 24
    « Uscì e si recò in un luogo deserto »
    Come possiamo non ricordarci il Maestro come colui che ci insegnò la preghiera, che ce la insegnò con tanto amore e con un così grande desiderio che essa ci fosse utile?… Sapete che ci ha insegnato a pregare nella solitudine. Così faceva sempre nostro Signore, quando pregava, non perché gli fosse necessario, ma perché voleva darci un esempio. Abbiamo detto prima che non possiamo parlare allo stesso tempo a Dio e al mondo. Ora, non fanno altro coloro che recitano delle preghiere e contemporaneamente ascoltano quel che si dice attorno, o si fermano ai pensieri che si presentano senza preoccuparsi di respingerli. Non parlo di quelle indisposizioni che sopravvengono a volte, né soprattutto della malinconia e della debolezza dello spirito che affliggono certe persone e le impediscono, malgrado i loro sforzi, di raccogliersi. Lo stesso dicasi per quei temporali interiori che possono turbare a volte i fedeli servi di Dio, e che vengono permessi da lui, per il loro miglior bene. Nella loro afflizione, cercano invano la calma. Qualunque cosa facciano, non possono essere attenti alle preghiere che pronunciano. Il loro spirito, ben lungi dal fissarsi su qualcosa, va talmente alla ventura che sembra in preda a una specie di frenesia. Dalla pena che ne provano, vedranno che non è colpa loro; che non si tormentino dunque… Poiché la loro anima è malata, che si applichino a procurarle qualche riposo e si occupino di qualche altra opera di virtù. Questo devono fare le persone che vegliano su se stesse, e capiscono che non si può parlare a Dio e al mondo allo stesso tempo. Ciò che dipende da noi, è cercare di essere nella solitudine per pregare. E piaccia a Dio che questo basti, lo ripeto, per capire al cospetto di chi siamo e come il Signore risponde alle nostre domande! Pensate forse che egli taccia, quando non lo sentiamo? No, certo. Parla al cuore quando è il cuore che lo prega.

  4. –Santa Teresina del Bambino GESU’–

    ” L’amore si nutre di sacrifici:
    più l’anima si priva di soddisfazioni
    naturali, più la sua tenerezza
    diventa forte e disinteressata ” .

  5. san Gregorio Magno, papa
    PER AMORE DI CRISTO
    NON RISPARMIO ME STESSO NEL PARLARE DI LUI

    «FIGLIO DELL’UOMO, TI HO POSTO PER SENTINELLA ALLA CASA D’ISRAELE» (EZ 3, 16). È DA NOTARE CHE QUANDO IL SIGNORE MANDA UNO A PREDICARE, LO CHIAMA COL NOME DI SENTINELLA. La sentinella infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano qualunque cosa stia per accadere. CHIUNQUE È POSTO COME SENTINELLA DEL POPOLO DEVE STARE IN ALTO CON LA SUA VITA, PER POTER GIOVARE CON LA SUA PREVEGGENZA.
    Come mi suonano dure queste parole che dico! Così parlando, ferisco me stesso, poiché né la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita segue la lingua, anche quando questa fa quello che può.
    ORA IO NON NEGO DI ESSERE COLPEVOLE, E VEDO LA MIA LENTEZZA E NEGLIGENZA. FORSE LO STESSO RICONOSCIMENTO DELLA MIA COLPA MI OTTERRÀ PERDONO PRESSO IL GIUDICE PIETOSO.
    CERTO, QUANDO MI TROVAVO IN MONASTERO ERO IN GRADO DI TRATTENERE LA LINGUA DALLE PAROLE INUTILI, E DI TENERE OCCUPATA LA MENTE IN UNO STATO QUASI CONTINUO DI PROFONDA ORAZIONE. MA DA QUANDO HO SOTTOPOSTO LE SPALLE AL PESO DELL’UFFICIO PASTORALE, L’ANIMO NON PUÒ PIÙ RACCOGLIERSI CON ASSIDUITÀ IN SE STESSO, PERCHÉ È DIVISO TRA MOLTE FACCENDE.
    SONO COSTRETTO A TRATTARE ORA LE QUESTIONI DELLE CHIESE, ORA DEI MONASTERI, SPESSO A ESAMINARE LA VITA E LE AZIONI DEI SINGOLI; ORA AD INTERESSARMI DI FACCENDE PRIVATE DEI CITTADINI; ORA A GEMERE SOTTO LE SPADE IRROMPENTI DEI BARBARI E A TEMERE I LUPI CHE INSIDIANO IL GREGGE AFFIDATOMI.
    ORA DEBBO DARMI PENSIERO DI COSE MATERIALI, PERCHÉ NON MANCHINO OPPORTUNI AIUTI A TUTTI COLORO CHE LA REGOLA DELLA DISCIPLINA TIENE VINCOLATI. A VOLTE DEBBO SOPPORTARE CON ANIMO IMPERTURBATO CERTI PREDONI, ALTRE VOLTE AFFRONTARLI, CERCANDO TUTTAVIA DI CONSERVARE LA CARITÀ.
    Quando dunque la mente divisa e dilaniata si porta a considerare una mole così grande e così vasta di questioni, come potrebbe rientrare in se stessa, per dedicarsi tutta alla predicazione e non allontanarsi dal ministero della parola?
    SICCOME POI PER NECESSITÀ DI UFFICIO DEBBO TRATTARE CON UOMINI DEL MONDO, TALVOLTA NON BADO A TENERE A FRENO LA LINGUA. SE INFATTI MI TENGO NEL COSTANTE RIGORE DELLA VIGILANZA SU ME STESSO, SO CHE I PIÙ DEBOLI MI SFUGGONO E NON RIUSCIRÒ MAI A PORTARLI DOVE IO DESIDERO. PER QUESTO SUCCEDE CHE MOLTE VOLTE STO AD ASCOLTARE PAZIENTEMENTE LE LORO PAROLE INUTILI. E POICHÉ ANCH’IO SONO DEBOLE, TRASCINATO UN POCO IN DISCORSI VANI, FINISCO PER PARLARE VOLENTIERI DI CIÒ CHE AVEVO COMINCIATO AD ASCOLTARE CONTRO VOGLIA, E DI STARMENE PIACEVOLMENTE A GIACERE DOVE MI RINCRESCEVA DI CADERE.
    CHE RAZZA DI SENTINELLA SONO DUNQUE IO, CHE INVECE DI STARE SULLA MONTAGNA A LAVORARE, GIACCIO ANCORA NELLA VALLE DELLA DEBOLEZZA?
    PERÒ IL CREATORE E REDENTORE DEL GENERE UMANO HA LA CAPACITÀ DI DONARE A ME INDEGNO L’ELEVATEZZA DELLA VITA E L’EFFICIENZA DELLA LINGUA, PERCHÉ, PER SUO AMORE, NON RISPARMIO ME STESSO NEL PARLARE DI LUI.

  6. Siediti
    (Vahira)
    Siediti ai bordi dell’aurora…
    per te si leverà il sole.
    Siediti ai bordi della notte…
    per te scintilleranno le stelle.
    Siediti ai bordi del torrente…
    per te canterà l’usignolo.
    Siediti ai bordi del silenzio…
    Dio ti parlerà.

  7. «Imitazione di Cristo»

    DIO PARLÒ AI PROFETI E PARLA A TUTTI

    IL SIGNORE DICE: ASCOLTA, FIGLIO, LE MIE PAROLE, PAROLE SOAVISSIME CHE OLTREPASSANO OGNI SCIENZA DI FILOSOFI E DI SAPIENTI DEL MONDO. LE MIE PAROLE SONO SPIRITO E VITA (cfr. Gv 6, 63), né sono da pesare con la bilancia del senso umano, né da giudicare in base al gradimento degli uomini, ma da ascoltare piuttosto in silenzio, e da accogliere con tutta umiltà e affetto grande.
    Rispondo: «BEATO L’UOMO CHE TU ISTRUISCI, SIGNORE, E CHE AMMAESTRI NELLA TUA LEGGE, PER DARGLI RIPOSO NEI GIORNI DI SVENTURA E NON LASCIARLO NELLA DESOLAZIONE SULLA TERRA» (SAL 93, 12-13).
    Io, dice il Signore, ho illuminato i profeti sin dall’inizio, e anche ora non cesso di parlare a tutti. MOLTI PERÒ ALLA MIA VOCE STAN DURI E SORDI. ASCOLTANO PIÙ VOLENTIERI IL MONDO CHE NON DIO. SEGUONO PIÙ FACILMENTE IL DESIDERIO DELLA CARNE CHE NON IL PIACERE DI DIO. IL MONDO PROMETTE COSE TEMPORALI, MESCHINE E LO SI SERVE CON GRANDE FERVORE. IO PROMETTO LE COSE PIÙ ALTE, LE COSE ETERNE E I CUORI DEGLI UOMINI STAN LÌ INTORPIDITI. CHI SERVE ME CON TANTA CURA, CHI OBBEDISCE A ME IN TUTTO, COME SI SERVE AL MONDO E AI SUOI PADRONI?
    ARROSSISCI DUNQUE, SERVO PIGRO E QUERULO, AL VEDERE CHE SI TROVANO PIÙ PRONTI LORO ALLA PERDIZIONE CHE NON TU ALLA VITA.
    Godono più loro della vanità, che non tu della verità. Di fatto, spesso la loro speranza li inganna; ma la promessa mia non inganna nessuno, né rimanda a mani vuote chi in me confida. Quel che ho promesso, manterrò; QUEL CHE HO DETTO, ADEMPIRÒ; PURCHÉ SI RESTI FERMI E FEDELI NEL MIO AMORE SINO ALLA FINE. SONO IO CHE RIMUNERO TUTTI I BUONI E METTO A FORTE PROVA TUTTI I DEVOTI.
    SCRIVI LE MIE PAROLE NEL TUO CUORE, E MEDITALE CON DILIGENZA; NEL TEMPO DELLA TENTAZIONE TI SARANNO INDISPENSABILI. QUEL CHE NON CAPISCI MENTRE LEGGI, LO CAPIRAI NEL GIORNO DELLA PROVA. SONO SOLITO PROVARE I MIEI IN DUE MANIERE: CON LA TENTAZIONE, E CON LA CONSOLAZIONE. E IMPARTISCO LORO OGNI GIORNO DUE LEZIONI: UNA RIMPROVERANDO I LORO VIZI, L’ALTRA ESORTANDOLI A CRESCERE NELLE VIRTÙ.
    CHI HA LE MIE PAROLE E LE DISPREZZA, HA CHI LO GIUDICHERÀ NEL GIORNO ULTIMO (CFR. GV 12, 48).

  8. Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
    IL SIGNORE HA AVUTO MISERICORDIA DI NOI

    SIAMO VERAMENTE BEATI SE, QUELLO CHE ASCOLTIAMO, O CANTIAMO, LO METTIAMO ANCHE IN PRATICA. INFATTI IL NOSTRO ASCOLTARE RAPPRESENTA LA SEMINA, MENTRE NELL’OPERA ABBIAMO IL FRUTTO DEL SEME. PREMESSO CIÒ, VORREI ESORTARVI A NON ANDARE IN CHIESA E POI RESTARE SENZA FRUTTO, ASCOLTARE CIOÈ TANTE BELLE VERITÀ, SENZA POI MUOVERVI AD AGIRE.
    Tuttavia non dimentichiamo quanto ci dice l’Apostolo: «Per questa grazia siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio, né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene» (Ef 2, 8-9). Ribadisce: «Per grazia siete stati salvati» (Ef 2, 5).
    In realtà non vi era in precedenza nella nostra vita nulla di buono, che Dio potesse apprezzare e amare, quasi avesse dovuto dire a se stesso: «Andiamo, soccorriamo questi uomini, perché la loro vita è buona». Non poteva piacergli la nostra vita col nostro modo di agire, però non poteva dispiacergli ciò che egli stesso aveva operato in noi. Pertanto condannerà il nostro operato, ma salverà ciò che egli stesso ha creato.
    DUNQUE NON ERAVAMO DAVVERO BUONI. CIÒ NONOSTANTE, DIO EBBE COMPASSIONE DI NOI E MANDÒ IL SUO FIGLIO, PERCHÉ MORISSE, NON GIÀ PER I BUONI, MA PER I CATTIVI, NON PER I GIUSTI, MA PER GLI EMPI. PROPRIO COSÌ: «CRISTO MORÌ PER GLI EMPI» (RM 5, 6). E CHE COSA AGGIUNGE? «ORA A STENTO SI TROVA CHI SIA DISPOSTO A MORIRE PER UN GIUSTO», AL MASSIMO «CI PUÒ ESSERE CHI HA IL CORAGGIO DI MORIRE PER UNA PERSONA DABBENE» (RM 5, 7). Può darsi che qualcuno abbia la forza di morire per il giusto. Ma per l’ingiusto, l’empio, l’iniquo, chi accetterebbe di morire, se non Cristo soltanto, che è talmente giusto da poter giustificare anche gli ingiusti?
    Come vedete, fratelli, non avevamo opere buone, ma tutte erano cattive. Tuttavia, pur essendo tali le opere degli uomini, la misericordia divina non li abbandonò. Anzi Dio mandò il suo Figlio a redimerci non con oro né con argento, ma a prezzo del suo sangue, che egli, quale Agnello immacolato condotto al sacrificio ha sparso per le pecore macchiate, se pure solo macchiate e non del tutto corrotte.
    QUESTA È LA GRAZIA CHE ABBIAMO RICEVUTO. VIVIAMO PERCIÒ IN MODO DEGNO DI ESSA, PER NON FARE OLTRAGGIO A UN DONO SÌ GRANDE. CI È VENUTO INCONTRO UN MEDICO TANTO BUONO E VALENTE DA LIBERARCI DA TUTTI I NOSTRI MALI. SE VOGLIAMO DI NUOVO RICADERE NELLA MALATTIA, NON SOLO RECHEREMO DANNO A NOI STESSI, MA CI DIMOSTREREMO ANCHE INGRATI VERSO IL NOSTRO MEDICO.
    Seguiamo perciò le vie che egli ci ha mostrato, specialmente la via dell’umiltà, quella per la quale si è incamminato lui stesso. Infatti ci ha tracciato la via dell’umiltà con il suo insegnamento e l’ha percorsa fino in fondo soffrendo per noi.
    Perché dunque colui che era immortale potesse morire per noi, «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). L’immortale assunse la mortalità, per poter morire per noi e distruggere in tal modo con la sua morte la nostra morte.
    QUESTO HA COMPIUTO IL SIGNORE, IN QUESTO CI HA PRECEDUTO. LUI CHE È GRANDE SI È UMILIATO, UMILIATO FU UCCISO, UCCISO RISUSCITÒ E FU ESALTATO PER NON LASCIARE NOI NELL’INFERNO, MA PER ESALTARE IN SÉ, NELLA RISURREZIONE DAI MORTI, COLORO CHE IN QUESTA TERRA AVEVA ESALTATI SOLTANTO NELLA FEDE E NELLA CONFESSIONE DEI GIUSTI. DUNQUE CI HA CHIESTO DI SEGUIRE LA VIA DELL’UMILTÀ: SE LO FAREMO DAREMO GLORIA AL SIGNORE E A RAGIONE POTREMO CANTARE: «NOI TI RENDIAMO GRAZIE, O DIO, TI RENDIAMO GRAZIE, INVOCANDO IL TUO NOME» (SAL 74, 2).

  9. ADORNA IL TEMPIO,
    MA NON TRASCURARE I POVERI

    VUOI ONORARE IL CORPO DI CRISTO? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. colui che ha detto: «QUESTO È IL MIO CORPO», ha detto anche: mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (cfr. mt 25, 42), e: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l’avete fatto neppure a me (cfr. mt 25, 45). IL CORPO DI CRISTO CHE STA SULL’ALTARE NON HA BISOGNO DI MANTELLI, MA DI ANIME PURE; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura. DIO NON HA BISOGNO DI VASI D’ORO, MA DI ANIME D’ORO. Con Questo Non Intendo Certo Proibirvi Di Fare Doni Alla Chiesa. NO. ma vi scongiuro di elargire, con questi e prima di questi, l’elemosina. dio infatti accetta i doni alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri. CHE VANTAGGIO PUÒ AVERE CRISTO se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? PRIMA SAZIA L’AFFAMATO, e solo in seguito orna l’altare con quello che rimane. GLI OFFRIRAI UN CALICE D’ORO E NON GLI DARAI UN BICCHIERE D’ACQUA? che bisogno c’è di adornare con veli d’oro il suo altare, se poi non gli offri il vestito necessario? Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. TU RIFIUTI DI ACCOGLIERLO NEL PELLEGRINO E ADORNI INVECE IL PAVIMENTO, LE PARETI, LE COLONNE E I MURI DELL’EDIFICIO SACRO. ATTACCHI CATENE D’ARGENTO ALLE LAMPADE, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. NESSUNO È MAI STATO CONDANNATO PER NON AVER COOPERATO AD ABBELLIRE IL TEMPIO, MA CHI TRASCURA IL POVERO È DESTINATO ALLA GEENNA, AL FUOCO INESTINGUIBILE E AL SUPPLIZIO CON I DEMONI. PERCIÒ MENTRE ADORNI L’AMBIENTE DEL CULTO, NON CHIUDERE IL TUO CUORE AL FRATELLO CHE SOFFRE. QUESTI È UN TEMPIO VIVO PIÙ PREZIOSO DI QUELLO.

  10. PREGHIERA DI SANT’AGOSTINO

    Signore, rendici veritieri senza arroganza,
    umili senza finzione,
    allegri senza leggerezza,
    seri ma senza disperazione, giusti
    senza presunzione,
    severi senza cattiveria,
    forti senza crudeltà,
    buoni senza mollezza,
    misericordiosi senza lasciar fare,
    miti senza ostentazione,
    pacifici senza falsità,
    vigilanti senza ossessione,
    sani senza torpore,
    sicuri senza follia,
    poveri senza miseria,
    ricchi senza avarizia,
    prudenti senza sospetto.
    AMEN.

  11. S. BEDA, il Venerabile, sacerdote
    PRECURSORE DELLA NASCITA E DELLA MORTE DI CRISTO

    Il beato precursore della nascita del Signore, della sua predicazione e della sua morte, dimostrò una forza degna degli sguardi celesti nel suo combattimento. ANCHE SE AGLI OCCHI DEGLI UOMINI EBBE A SUBIRE TORMENTI, LA SUA SPERANZA È PIENA DI IMMORTALITÀ, COME DICE LA SCRITTURA (CFR. SAP 3, 4). È BEN GIUSTO CHE NOI RICORDIAMO CON SOLENNE CELEBRAZIONE IL SUO GIORNO NATALIZIO. Egli lo rese memorabile con la sua passione e lo imporporò del suo sangue. È cosa santa venerarne la memoria e celebrarla in gioia di spirito. EGLI CONFERMÒ CON IL MARTIRIO LA TESTIMONIANZA CHE AVEVA DATO PER IL SIGNORE.
    SAN GIOVANNI SUBÌ IL CARCERE E LE CATENE A TESTIMONIANZA PER IL NOSTRO REDENTORE, PERCHÉ DOVEVA PREPARARNE LA STRADA. PER LUI DIEDE LA SUA VITA, ANCHE SE NON GLI FU INGIUNTO DI RINNEGARE GESÙ CRISTO, MA SOLO DI TACERE LA VERITÀ. TUTTAVIA MORÌ PER CRISTO.
    CRISTO HA DETTO: «IO SONO LA VERITÀ» (GV 14, 6), PERCIÒ PROPRIO PER CRISTO VERSÒ IL SANGUE, PERCHÉ LO VERSÒ PER LA VERITÀ. E SICCOME COL NASCERE, COL PREDICARE, COL BATTEZZARE DOVEVA DARE TESTIMONIANZA A COLUI CHE SAREBBE NATO, AVREBBE PREDICATO E BATTEZZATO, COSÌ SOFFRENDO SEGNALÒ ANCHE CHE IL CRISTO AVREBBE SOFFERTO.
    Un uomo di tale e tanta grandezza pose termine alla vita presente con lo spargimento del sangue dopo la lunga sofferenza delle catene. Egli annunziava la libertà della pace superna e fu gettato in prigione dagli empi. FU RINCHIUSO NELL’OSCURITÀ DEL CARCERE COLUI CHE VENNE A RENDERE TESTIMONIANZA ALLA LUCE E CHE DALLA STESSA LUCE, CHE È CRISTO, MERITÒ DI ESSERE CHIAMATO LAMPADA CHE ARDE E ILLUMINA. FU BATTEZZATO NEL PROPRIO SANGUE COLUI AL QUALE ERA STATO CONCESSO DI BATTEZZARE IL REDENTORE DEL MONDO, DI UDIRE LA VOCE DEL PADRE SU DI LUI E DI VEDERE LA GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO SCENDERE SOPRA DI LUI.
    MA A PERSONE COME LUI NON DOVEVA RIUSCIRE GRAVOSO, ANZI FACILE E BELLO SOPPORTARE PER LA VERITÀ TORMENTI TRANSITORI RIPAGABILI CON LE GIOIE ETERNE. PER UNO COME LUI LA MORTE NON RIUSCIVA UN EVENTO INELUTTABILE O UNA DURA NECESSITÀ. ERA PIUTTOSTO UN PREMIO, UNA PALMA DI VITA ETERNA PER LA CONFESSIONE DEL NOME DI CRISTO.
    PERCIÒ BEN DICE L’APOSTOLO: «A VOI È STATA CONCESSA LA GRAZIA NON SOLO DI CREDERE IN CRISTO, MA ANCHE DI SOFFRIRE PER LUI» (FIL 1, 29). CHIAMA GRAZIA DI CRISTO CHE GLI ELETTI SOFFRANO PER LUI: «LE SOFFERENZE DEL MOMENTO PRESENTE NON SONO PARAGONABILI ALLA GLORIA FUTURA CHE DOVRÀ ESSER RIVELATA IN NOI» (RM 8, 18).

  12. san Tommaso d’Aquino, sacerdote
    Il resto d’Israele pascolerà e riposerà

    «Io sono il buon pastore» (Gv 10, 11). A Cristo compete chiaramente di essere pastore. Infatti, come il comune gregge viene guidato e pascolato dal pastore, così i fedeli sono ristorati da Cristo con un cibo spirituale, con il suo corpo e il suo sangue.
    «Un tempo», dice l’Apostolo, «eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime» (1 Pt 2, 25). Ed il profeta: «Come un pastore egli fa pascolare il gregge» (Is 40, 11).
    Ma siccome Cristo ha detto che il pastore entra per la porta e che egli è la porta, mentre qui dice di essere il pastore, ne segue che egli entra attraverso se stesso. E veramente entra attraverso se stesso, perché rivela se stesso e per se stesso conosce il Padre. Noi invece entriamo per lui, perché da lui siamo resi beati.
    Ma osserva che nessun altro, all’infuori di lui, è la porta, perché nessun altro è la luce vera, ma la possiede solo in quanto gli viene partecipata da lui. «Egli non era la luce», è detto di Giovanni Battista, «ma doveva rendere testimonianza alla luce» (Gv 1, 8).
    Invece di Cristo è detto: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9). E perciò nessuno dice di sé di essere la porta. Questo, Cristo lo riservò solo per se stesso. Mentre partecipò ad altri il compito di essere pastori. Infatti Pietro fu pastore, lo furono gli altri apostoli, lo sono i buoni vescovi. «Vi darò, dice la Scrittura, pastori secondo il mio cuore» (Ger 3, 15). Sebbene, infatti, i capi della Chiesa, che sono suoi figli, tutti siano pastori, tuttavia dice di esserlo lui in modo singolare: «Io sono il buon pastore», allo scopo di introdurre con dolcezza la virtù della carità. Non si può essere infatti buon pastore se non diventando una cosa sola con Cristo e suoi membri mediante la carità. La carità è il primo dovere del buon pastore, perciò dice: «Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10, 11). Infatti c’è differenza tra il buono e il cattivo pastore: il buon pastore ha di mira il vantaggio del gregge, mentre il cattivo il proprio.
    Nei guardiani di pecore non si esige che, per essere giudicati buoni, espongano la propria vita per la salvezza del gregge. Ma siccome la salvezza del gregge spirituale ha maggior peso della vita corporale del pastore, quando incombe il pericolo del gregge ogni pastore spirituale deve affrontare il sacrificio della vita corporale. Questo dice il Signore: «Il buon Pastore offre la sua vita per le sue pecore». Egli consacra a loro la sua persona nell’esercizio dell’autorità e della carità. Si esigono tutte e due le cose: che gli ubbidiscano e che le ami. Infatti la prima senza la seconda non è sufficiente.
    Cristo ci ha dato l’esempio di questo insegnamento: «Se Cristo ha dato la sua vita per noi, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16).

  13. “I suoni se ne stanno nella musica
    per rendersi conto del SILENZIO… che li separa”.
    (John Cage)

    “Dopo il SILENZIO
    ciò che ci avvicina di più NELL’ESPRIMERE ciò che NON SI PUO’ ESPRIMERE
    è LA MUSICA”.
    (A. Huxley)

  14. Sant’Ambrogio, vescovo

    UNO SOLO È IL MEDIATORE FRA DIO E GLI UOMINI,
    L’UOMO CRISTO GESÙ

    Il fratello non può redimere il fratello, ma c’è un uomo che compirà la redenzione. Egli però non avrà bisogno di propiziarsi Dio, né dovrà versargli un riscatto per la propria anima (cfr. Sal 48, 8-9 volg.). Ecco, farò nuove tutte le cose, produrrò un rinnovamento quale nessun amore umano saprebbe desiderare o attuare. Colui che il fratello, venuto alla luce dal medesimo grembo materno, non può redimere perché ne è impedito dalla debolezza della medesima natura, LO REDIMERÀ UN UOMO, QUELL’UOMO DEL QUALE È SCRITTO: «IL SIGNORE MANDERÀ LORO UN SALVATORE CHE LI DIFENDERÀ E LI LIBERERÀ» (IS 19, 20). QUEST’UOMO HA DETTO DI SE STESSO: «ORA CERCATE DI UCCIDERE ME CHE VI HO DETTO LA VERITÀ» (GV 8, 40).
    MA BENCHÉ SIA UN UOMO, CHI LO CONOSCERÀ? PERCHÉ, COME UNO SOLO È DIO, COSÌ È ANCHE «UNO SOLO IL MEDIATORE FRA DIO E GLI UOMINI, L’UOMO CRISTO GESÙ» (1 TM 2, 5). EGLI È IL SOLO CHE REDIMERÀ L’UOMO ANDANDO AL DI LÀ DI OGNI AMORE FRATERNO, PERCHÉ HA VERSATO PER ESTRANEI IL SUO SANGUE CHE NESSUNO PUÒ DARE PER UN FRATELLO. PERCIÒ NON RISPARMIÒ IL PROPRIO CORPO PER REDIMERCI DAL PECCATO E «HA DATO SE STESSO IN RISCATTO PER TUTTI» (1 TM 2, 6), COME HA ASSERITO IL SUO TESTIMONE VERACE, L’APOSTOLO PAOLO, IL QUALE AFFERMA: «DICO LA VERITÀ, NON MENTISCO» (RM 9, 1).
    Ma perché lui solamente redimerà? Perché nessuno può eguagliarlo nell’amore, e come lui nessuno dà la propria vita per i suoi schiavi; nessuno può eguagliarlo in integrità: tutti, infatti, sono sotto il peccato perché tutti sottostanno alla caduta di Adamo. VIENE SCELTO SOLAMENTE UN REDENTORE, IL QUALE NON POSSA ESSERE SOGGETTO ALL’ANTICO PECCATO. DUNQUE, PER L’UOMO INTENDIAMO CRISTO SIGNORE, IL QUALE HA PRESO LA CONDIZIONE DELL’UOMO PER CROCIFIGGERE NELLA SUA CARNE IL PECCATO DI TUTTI E PER DISTRUGGERE CON IL SUO SANGUE LA SENTENZA DI CONDANNA CONTRATTA DA TUTTI.
    MA FORSE DIRAI: COME SI NEGA CHE UN FRATELLO POSSA REDIMERE, QUANDO EGLI STESSO HA DETTO: «ANNUNZIERÒ IL TUO NOME AI MIEI FRATELLI»? (SAL 21, 23). L’UOMO CRISTO GESÙ NON CI HA RIMESSO I PECCATI IN QUANTO FRATELLO NOSTRO, MA IN QUANTO DIO NOSTRO. COSÌ INFATTI STA SCRITTO: «È STATO DIO A RICONCILIARE IL MONDO A SÉ IN CRISTO» (2 COR 5, 19) CIOÈ IN QUEL CRISTO GESÙ DEL QUALE SOLAMENTE FU DETTO CHE «IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (GV 1, 14). DUNQUE, NON COME FRATELLO, MA COME SIGNORE ABITÒ FRA DI NOI, QUANDO ABITAVA NELLA CARNE.

  15. NELLA FESTA DI MARIA REGINA PAGINE IMMORTALI
    DANTE:
    «VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO,
    umile e alta più che creatura,
    termine fisso d’eterno consiglio,
    tu se’ colei che l’umana natura
    nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
    non disdegnò di farsi sua fattura.
    Nel ventre tuo si raccese l’amore
    per lo cui caldo ne l’eterna pace
    così è germinato questo fiore.
    Qui se’ a noi meridïana face
    di caritate, e giuso, intra i mortali,
    se’ di speranza fontana vivace.
    Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
    che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
    sua disïanza vuol volar sanz’ali.
    La tua benignità non pur soccorre
    a chi domanda, ma molte fïate
    liberamente al dimandar precorre.
    In te misericordia, in te pietate,
    in te manificienza, in te s’aduna
    quantunque in creatura è di bontate».
    QUANDO SI RIPOSA UNA MAMMA?
    LA MADRE (G. Ungaretti)
    E il cuore quando d’un ultimo battito
    Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
    Per condurmi,Madre, sino al Signore,
    Come una volta mi darai la mano.
    In ginocchio, decisa, Sarai una statua
    di fronte all’Eterno, Come già ti vedeva
    Quando eri ancora in vita.
    Alzerai tremante le vecchie braccia,
    Come quando spirasti
    Dicendo: Mio Dio, eccomi.
    E solo quando m’avrà perdonato,
    Ti verrà desiderio di guardarmi.
    Ricorderai d’avermi atteso tanto,
    E avrai negli occhi un rapido sospiro.
    N’AVE MARIA
    Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva:
    ricordate fijolo,
    quanno te senti veramente solo
    tu prova a recità n’ave Maria.
    L’anima tua da sola spicca er volo
    E se solleva, come pe’ maggìa.
    Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato.
    Da un pezzo s’è addormita la vecchietta
    Ma quer consijo non l’ho mai scordato.
    Come me sento veramente solo
    Io prego la Madonna benedetta
    E l’anima da sola pija er volo!
    (Trilussa)
    Io vorrei tanto parlare con Te di quel Figlio che amavi
    io vorrei tanto ascoltare da Te quello che pensavi,
    quando hai udito che Tu non saresti più stata tua
    e questo Figlio che non aspettavi, non era per Te. Ave Maria…
    Io vorrei tanto saper da Te, se quand’era bambino,
    Tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui
    e quante volte anche Tu di nascosto piangevi, Madre,
    quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso per noi. Ave Maria
    S. LUIGI ORIONE:
    Le nostre madri passano, muoiono. Maria Madre delle madri nostre è la grande Madre che non muore. Maria vive e resta, perchè Dio vuole che tutte le generazioni la sentano e l’abbiamo per madre. Maria è la grande Madre che splende di gloria e di amore nell’orizzonte del cristianesimo; è guida e conforto a ciascuno di noi, è potente e misericordiosissima Madre per tutti quelli che la chiamano e l’invocano. E noi andiamo a Gesù per Maria. I pastori cercavano Gesù e lo trovarono nelle braccia di Maria. re magi vennero da regioni lontane per cercare il messia e lo adorarono nelle braccia di Maria. E noi, dove troveremo ancora e sempre Gesù? Lo ritroveremo e lo adoreremo tra le braccia e nel cuore di Maria.

  16. San Pio X, papa
    LA CHIESA CHE CANTA LE LODI DI DIO

    I salmi furono composti per divina ispirazione e si trovano raccolti nelle Sacre Scritture. Risulta che fin dagli inizi della Chiesa sono serviti meravigliosamente a nutrire la pietà dei fedeli. I CRISTIANI MEDIANTE I SALMI OFFRIVANO CONTINUAMENTE A DIO IL SACRIFICIO DI LODE, CIOÈ IL FRUTTO DELLE LABBRA CHE RENDEVANO OMAGGIO AL SUO NOME (cfr. Eb 13, 15; Os 14, 3). Una parte ragguardevole della stessa sacra Liturgia e del divino Ufficio, secondo l’uso già accolto nella Legge antica, è costituito da salmi. Da essi NACQUE QUELLA «VOCE DELLA CHIESA» DI CUI PARLA BASILIO, E LA SALMODIA, «FIGLIA DI QUELLA INNODIA», COME LA CHIAMA IL NOSTRO PREDECESSORE URBANO OTTAVO, «CHE RISUONA INCESSANTEMENTE DAVANTI AL TRONO DI DIO E DELL’AGNELLO». Sono i salmi soprattutto che, secondo sant’Atanasio, insegnano agli uomini consacrati al culto divino, «IN CHE MISURA SI DEBBA LODARE DIO, E CON QUALI PAROLE RENDERGLI DECOROSAMENTE OMAGGIO». EGREGIAMENTE DICE A TAL PROPOSITO AGOSTINO: «PER ESSERE OPPORTUNAMENTE LODATO DALL’UOMO, DIO STESSO SI È LODATO; E POICHÉ SI È DEGNATO DI LODARE SE STESSO, PER QUESTO L’UOMO HA TROVATO COME LO POSSA LODARE».
    Nei salmi si trova una sorprendente efficacia per suscitare negli animi di tutti il desiderio delle virtù. Benché, infatti, tutta la nostra Scrittura, e antica e nuova, sia divinamente ispirata e utile all’istruzione (cfr. 2 Tm 3, 16), però il libro dei salmi, secondo sant’atanasio è, per così dire, il giardino paradisiaco nel quale si possano cogliere i frutti di tutti gli altri testi ispirati. Così il salterio non solo innalza i canti degli altri libri biblici, ma vi unisce anche i suoi, che modula al suono della cetra. Sant’Atanasio aggiunge: «In verità, a me che innalzo canti, i salmi sembrano essere come degli specchi in cui uno contempla se stesso e il suo stato interiore e da ciò si sente animato a recitarli». Sant’Agostino nelle Confessioni esclama: «QUANTO HO PIANTO AL SENTIRE GLI INNI E I CANTI IN TUO ONORE, VIVAMENTE COMMOSSO DALLE VOCI DELLA TUA CHIESA, CHE CANTAVA DOLCEMENTE! QUELLE VOCI VIBRAVANO NELLE MIE ORECCHIE E LA VERITÀ CALAVA NEL MIO CUORE E TUTTO SI TRASFORMAVA IN SENTIMENTO DI AMORE E MI PROCURAVA TANTA GIOIA DA FARMI SCIOGLIERE IN LACRIME».
    Chi non si sentirebbe altamente edificato nel ripetere qualcuno di quei numerosi passi che cantano così liricamente e profondamente l’infinita grandezza di Dio, la sua potenza, la sua eccelsa santità, la sua bontà e misericordia con tutte le altre infinite prerogative divine?
    Quell’intenso sentimento religioso che li permea è straordinariamente efficace a muovere il cuore alla gratitudine verso i benefici divini, o ad ispirare l’umile supplica in ordine a nuove grazie, o a suscitare salutari propositi di conversione dal peccato.
    I SALMI ACCENDONO L’AMORE A CRISTO PERCHÉ SONO COME UN QUADRO CHE PRESENTA BEN DELINEATA L’IMMAGINE DEL REDENTORE. GIUSTAMENTE DUNQUE AGOSTINO NE «SENTIVA IN TUTTI I SALMI LA VOCE CHE ESULTAVA E CHE GEMEVA, CHE SI ALLIETAVA NELLA SPERANZA O CHE SOSPIRAVA LA META».

  17. AMO PERCHÉ AMO, AMO PER AMARE
    Cantico dei Cantici» di san Bernardo

    L’AMORE È SUFFICIENTE PER SE STESSO, PIACE PER SE STESSO E IN RAGIONE DI SÉ. È a se stesso merito e premio. L’AMORE NON CERCA RAGIONI, NON CERCA VANTAGGI ALL’INFUORI DI SÉ. IL SUO VANTAGGIO STA NELL’ESISTERE. AMO PERCHÉ AMO, AMO PER AMARE. GRANDE COSA È L’AMORE se si rifà al suo principio, se ricondotto alla sua origine, se riportato alla sua sorgente. Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere. L’AMORE È IL SOLO TRA TUTTI I MOTI DELL’ANIMA, TRA I SENTIMENTI E GLI AFFETTI, CON CUI LA CREATURA POSSA CORRISPONDERE AL CREATORE, ANCHE SE NON ALLA PARI; L’UNICO CON IL QUALE POSSA CONTRACCAMBIARE IL PROSSIMO E, IN QUESTO CASO, CERTO ALLA PARI. QUANDO DIO AMA, ALTRO NON DESIDERA CHE ESSERE AMATO. Non per altro ama, se non per essere amato, sapendo che coloro che l’ameranno si beeranno di questo stesso amore. L’AMORE DELLO SPOSO, ANZI LO SPOSO-AMORE CERCA SOLTANTO IL RICAMBIO DELL’AMORE E LA FEDELTÀ. SIA PERCIÒ LECITO ALL’AMATA DI RIAMARE. PERCHÉ LA SPOSA, E LA SPOSA DELL’AMORE NON DOVREBBE AMARE? PERCHÉ NON DOVREBBE ESSERE AMATO L’AMORE?
    È certo che non potranno mai essere equiparati l’amante e l’Amore, l’anima e il Verbo, la sposa e lo Sposo, il Creatore e la creatura. La sorgente, infatti, dà sempre molto più di quanto basti all’assetato.
    Ma che importa tutto questo? Cesserà forse e svanirà del tutto il desiderio della sposa che attende il momento delle nozze, cesserà la brama di chi sospira, l’ardore di chi ama, la fiducia di chi pregusta, perché non è capace di correre alla pari con un gigante, gareggiare in dolcezza col miele, in mitezza con l’agnello, in candore con il giglio, in splendore con il sole, in carità con colui che è l’Amore? No certo. SEBBENE INFATTI LA CREATURA AMI MENO, PERCHÉ È INFERIORE, SE TUTTAVIA AMA CON TUTTA SE STESSA, NON LE RESTA NULLA DA AGGIUNGERE. NULLA MANCA DOVE C’È TUTTO.

  18. SAN GREGORIO MAGNO, PAPA
    BATTAGLIE ALL’ESTERNO, TIMORI ALL’INTERNO

    GLI UOMINI SANTI, PUR SE TORCHIATI DALLE PROVE, SANNO SOPPORTARE CHI LI PERCUOTE E, NELLO STESSO TEMPO, TENER FRONTE A CHI LI VUOLE TRASCINARE NELL’ERRORE. CONTRO QUELLI ALZANO LO SCUDO DELLA PAZIENZA, CONTRO QUESTI IMPUGNANO LE ARMI DELLA VERITÀ. ABBINANO COSÌ I DUE METODI DI LOTTA RICORRENDO ALL’ARTE VERAMENTE INSUPERABILE DELLA FORTEZZA.
    All’interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l’insegnamento illuminato, all’esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. correggono gli uni ammaestrandoli, sconfiggono gli altri sopportandoli. CON LA PAZIENZA si sentono più forti contro i nemici, con la carità sono più idonei a curare le anime ferite dal male. a quelli oppongono resistenza perché non facciano deviare anche gli altri. seguono questi con timore e preoccupazione perché non abbandonino del tutto la via della rettitudine.
    VEDIAMO IL SOLDATO DEGLI ACCAMPAMENTI DI DIO CHE COMBATTE CONTRO ENTRAMBI I MALI: «BATTAGLIE ALL’ESTERNO, TIMORI AL DI DENTRO» (2 COR 7, 5). ENUMERA LE GUERRE CHE SUBISCE DALL’ESTERNO, DICENDO: «PERICOLI DI FIUMI, PERICOLI DI BRIGANTI, PERICOLI DAI MIEI CONNAZIONALI, PERICOLI DAI PAGANI, PERICOLI NELLA CITTÀ, PERICOLI NEL DESERTO, PERICOLI SUL MARE, PERICOLI DA PARTE DI FALSI FRATELLI» (2 COR 11, 26). ALTRE ARMI CHE USA IN QUESTA GUERRA SONO: «fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità» (2 COR 11, 27).
    MA, PUR IMPEGNATO SU TANTI FRONTI, NON ALLENTA L’ATTENZIONE PER LA SICUREZZA DEGLI ACCAMPAMENTI. INFATTI SOGGIUNGE IMMEDIATAMENTE: «E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le chiese» (2 COR 11, 28). ASSUME TUTTE SU DI SÉ LE ASPREZZE DELLA GUERRA E, CONTEMPORANEAMENTE, SI PRODIGA CON PREMURA A DIFESA DEI FRATELLI. PARLA DEI MALI CHE SOPPORTA, E AGGIUNGE I BENI CHE ELARGISCE.
    CONSIDERIAMO POI QUANTA FATICA SIA SOPPORTARE AL MEDESIMO TEMPO LE AVVERSITÀ ALL’ESTERNO E DIFENDERSI ALL’INTERNO CONTRO LE PROPRIE DEBOLEZZE. ALL’ESTERNO SOPPORTA BATTAGLIE, PERCHÉ È LACERATO DALLE BATTITURE, È LEGATO DA CATENE; ALL’INTERNO TOLLERA LA PAURA, PERCHÉ TEME CHE LA SUA SOFFERENZA RECHI DANNO NON A SÉ, MA AI DISCEPOLI. PERCIÒ SCRIVE LORO: «NESSUNO SI LASCI TURBARE IN QUESTE TRIBOLAZIONI. VOI STESSI INFATTI SAPETE CHE A QUESTO SIAMO DESTINATI» (1 TS 3, 3).
    NELLA PROPRIA SOFFERENZA TEMEVA LA CADUTA DEGLI ALTRI, E CIOÈ CHE I DISCEPOLI, VENENDO A CONOSCENZA CHE EGLI VENIVA PERCOSSO PER LA FEDE, RICUSASSERO DI PROFESSARSI FEDELI.
    O SENTIMENTO DI IMMENSA CARITÀ! SPREZZA CIÒ CHE EGLI STESSO SOFFRE, E SI PREOCCUPA CHE NEI DISCEPOLI NON SI FORMINO CONCEZIONI SBAGLIATE. SDEGNA IN SÉ LE FERITE DEL CORPO, E CURA NEGLI ALTRI LE FERITE DEL CUORE. I GRANDI INFATTI HANNO QUESTO DI PARTICOLARE CHE, TROVANDOSI NEL DOLORE DELLA PROPRIA TRIBOLAZIONE, NON CESSANO DI OCCUPARSI DELL’UTILITÀ ALTRUI; E, MENTRE SOFFRONO IN SE STESSI SOPPORTANDO LE PROPRIE TRIBOLAZIONI, PROVVEDONO AGLI ALTRI, CONSIGLIANDO QUANTO LORO ABBISOGNA. SONO COME DEI MEDICI EROICI, COLPITI DA MALATTIA: SOPPORTANO LE FERITE DEL PROPRIO MALE E PROVVEDONO GLI ALTRI DI CURE E DI MEDICINE PER LA GUARIGIONE.

  19. San Giovanni Crisostomo, vescovo
    Sale della terra e luce del mondo

    «Voi siete il sale della terra» (Mt 5, 13). Vi viene affidato il ministero della parola, dice il Cristo, non per voi, ma per il mondo intero. Non vi mando a due, o dieci, o venti città o a un popolo in particolare, come al tempo dei profeti, MA VI INVIO ALLA TERRA, AL MARE, AL MONDO INTERO, A QUESTO MONDO COSÌ CORROTTO. DICENDO INFATTI: «VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA», FA CAPIRE CHE L’UOMO È SNATURATO E CORROTTO DAI PECCATI. PER QUESTO ESIGE DAI SUOI QUELLE VIRTÙ CHE SONO MAGGIORMENTE NECESSARIE E UTILI PER SALVARE GLI ALTRI. Un uomo mite, umile, misericordioso e giusto non tiene nascoste in sé simili virtù, ma fa sì che queste ottime sorgenti scaturiscano a vantaggio degli altri. E chi ha un cuore puro, amante della pace e soffre per la verità, dedica la sua vita per il bene di tutti.
    NON CREDIATE, SEMBRA DIRE, DI ESSERE CHIAMATI A PICCOLE LOTTE E A COMPIERE IMPRESE DA POCO. NO. VOI SIETE «IL SALE DELLA TERRA». A CHE COSA LI PORTÒ QUESTA PREROGATIVA? FORSE A RISANARE CIÒ CHE ERA DIVENTATO MARCIO? NO, CERTO. IL SALE NON SALVA CIÒ CHE È PUTREFATTO. GLI APOSTOLI NON HANNO FATTO QUESTO. MA PRIMA DIO RINNOVAVA I CUORI E LI LIBERAVA DALLA CORRUZIONE, POI LI AFFIDAVA AGLI APOSTOLI, ALLORA ESSI DIVENTAVANO VERAMENTE «IL SALE DELLA TERRA» MANTENENDO E CONSERVANDO GLI UOMINI NELLA NUOVA VITA RICEVUTA DAL SIGNORE. È OPERA DI CRISTO LIBERARE GLI UOMINI DALLA CORRUZIONE DEL PECCATO, MA IMPEDIRE DI RICADERE NEL PRECEDENTE STATO DI MISERIA SPETTA ALLA SOLLECITUDINE E AGLI SFORZI DEGLI APOSTOLI.
    Vedete poi come egli mostra che essi sono migliori dei profeti. Non dice che sono maestri della sola Palestina, ma di tutto il mondo. Non stupitevi, quindi, sembra continuare Gesù, se la mia attenzione si fissa di preferenza su di voi e se vi chiamo ad affrontare difficoltà così gravi. CONSIDERATE QUALI E QUANTE SONO LE CITTÀ, I POPOLI E LE GENTI A CUI STO PER INVIARVI. PERCIÒ VOGLIO CHE NON VI LIMITIATE A ESSERE SANTI PER VOI STESSI, MA CHE FACCIATE GLI ALTRI SIMILI A VOI. SENZA DI CIÒ NON BASTERETE NEPPURE A VOI STESSI.
    AGLI ALTRI, CHE SONO NELL’ERRORE, SARÀ POSSIBILE LA CONVERSIONE PER MEZZO VOSTRO; MA SE CADRETE VOI, TRASCINERETE ANCHE GLI ALTRI NELLA ROVINA. QUANTO PIÙ IMPORTANTI SONO GLI INCARICHI CHE VI SONO STATI AFFIDATI, TANTO MAGGIOR IMPEGNO VI OCCORRE. PER QUESTO GESÙ AFFERMA: «MA SE IL SALE PERDESSE IL SAPORE, CON CHE COSA LO SI POTRÀ RENDER SALATO? A NULL’ALTRO SERVE CHE AD ESSERE GETTATO VIA E CALPESTATO DAGLI UOMINI» (MT 5, 13). PERCHÉ POI, UDENDO LA FRASE: «QUANDO VI INSULTERANNO, VI PERSEGUITERANNO E DIRANNO OGNI SORTA DI MALE CONTRO DI VOI» (MT 5, 11), NON TEMANO DI FARSI AVANTI, SEMBRA VOLER DIRE: SE NON SARETE PRONTI ALLE PROVE, INVANO IO VI HO SCELTI. COSÌ VERRANNO LE MALEDIZIONI A TESTIMONIANZA DELLA VOSTRA DEBOLEZZA. SE, INFATTI, PER TIMORE DEI MALTRATTAMENTI, NON MOSTRERETE TUTTO QUELL’ARDIMENTO CHE VI SI ADDICE, SUBIRETE COSE BEN PEGGIORI, AVRETE CATTIVA FAMA E SARETE A TUTTI OGGETTO DI SCHERNO. QUESTO VUOL DIRE ESSERE CALPESTATI.
    Subito dopo passa ad un’altra analogia più elevata: «VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO» (MT 5, 14). NUOVAMENTE DICE DEL MONDO, NON DI UN SOLO POPOLO O DI VENTI CITTÀ, MA DELL’UNIVERSO INTERO: LUCE INTELLIGIBILE, PIÙ SPLENDENTE DEI RAGGI DEL SOLE. PARLA PRIMA DEL SALE E POI DELLA LUCE, PER MOSTRARE IL VANTAGGIO DI UNA PAROLA RICCA DI MORDENTE E DI UNA DOTTRINA ELEVATA E LUMINOSA. «NON PUÒ RESTAR NASCOSTA UNA CITTÀ COLLOCATA SOPRA UN MONTE, NÉ SI ACCENDE UNA LUCERNA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO» (MT 5, 14-15). CON QUESTE PAROLE LI STIMOLA ANCORA UNA VOLTA A VIGILARE SULLA PROPRIA CONDOTTA, RICORDANDO LORO CHE SONO ESPOSTI AGLI OCCHI DI TUTTI GLI UOMINI E CHE SI MUOVONO DINANZI ALLO SGUARDO DI TUTTA LA TERRA.

  20. san Paciano, vescovo
    Puri e immacolati per il giorno del Signore
    Come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste; poiché il primo uomo tratto dalla terra, è di terra, il secondo uomo viene dal cielo ed è celeste (cfr. 1 Cor 15, 47-49). Comportandoci così, o carissimi, non morremo mai più. Anche se questo corpo sarà preda della corruzione, noi vivremo in Cristo, come egli stesso ha detto: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11, 25).
    Siamo quindi certi, sulla parola di Dio, che Abramo, Isacco, Giacobbe e tutti i santi di Dio vivono. Il Signore effettivamente ha detto che vivono, perché colui che è il loro Dio è Dio dei vivi e non dei morti (cfr. Mt 22, 32). Parlando di se stesso l’Apostolo afferma: Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno: desidero morire ed essere con Cristo (cfr. Fil 1, 21-23). Ed ancora: «Finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione» (2 Cor 5, 6).
    Questa è la nostra fede, o carissimi fratelli. Del resto: se noi riponiamo la nostra speranza soltanto in questo mondo, siamo da compiangere più di tutti gli uomini (cfr. 1 Cor 15, 19). La nostra vita materiale, come voi medesimi potete osservare, ha la stessa durata di quella delle fiere, degli animali, degli uccelli e magari anche minore. Caratteristica dell’uomo invece è di ottenere quello che Cristo ha dato per mezzo del suo Spirito, la vita eterna, a patto però che non pecchiamo più. Come la morte viene a causa del peccato, così dalla morte siamo liberati per mezzo della santità; la vita si perde col peccato, mentre viene salvata dalla santità. «Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 6, 23).
    È lui, è lui che ci ha redenti, perdonandoci, come dice l’Apostolo, tutti i nostri peccati e annullando il documento scritto del nostro debito le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Spogliandosi della carne, ha privato della loro forza i Principati e le Potestà, e ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al suo corteo trionfale (cfr. Col 2, 13-15). Liberò quelli che erano legati in ceppi e spezzò le loro catene, come David aveva profetizzato: Il Signore solleva quelli che sono caduti, il Signore scioglie quelli che sono legati, il Signore illumina i ciechi (cfr. Sal 145, 7-8). E ancora: «Hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode» (Sal 115, 16-17). Siamo stati dunque sciolti dalle nostre catene quando, mediante il sacramento del battesimo, ci siamo raccolti sotto lo stendardo di Cristo, rinunziando al diavolo e a tutti i suoi sostenitori, ai quali avevamo servito fino allora. Siamo stati liberati da essi nel nome e col sangue di Cristo; non dobbiamo più quindi essere loro schiavi.
    Perciò, carissimi, ricordiamoci che veniamo lavati una volta sola; una volta sola veniamo liberati, e una volta sola entriamo nel regno eterno. Una volta sola sono beati quelli a cui sono rimesse le colpe e perdonato il peccato (cfr. Sal 31, 1). Tenete ben stretto quello che avete ricevuto, conservatelo nella gioia; non vogliate più peccare. Conservatevi puri ed immacolati per il giorno del Signore.

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