CARI AMICI,  oggi festa di un APOSTOLO, S. BARTOLOMEO,  la chiesa ci fa meditare pagine molto belle… UNA IN PARTICOLARE mi ha colpito da sempre e la voglio condividere con voi.  E’ PREZIOSA PERCHE’  SI PONE gli INTERROGATIVI SERI che spesso ci poniamo (o ci dovremmo porre…!!!) ANCHE NOI SULLA VERIDICITA’  DEI VANGELI E LA RAGIONEVOLEZZA DELLA NOSTRA FEDE IN GESU’ RISORTO. Si tratta di una pagina di S. GIOVANNI CRISOSTOMO  che commenta così una lettera di S. PAOLO ai Corinzi. 

LA DEBOLEZZA DI DIO … È PIÙ FORTE DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI                      S. GIOVANNI CRISOSTOMO

  La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di UOMINI POCO DOTATI. Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, dell’ideale evangelico nella sua genuinità. Fu questa dottrina che CAMBIÒ GLI ILLETTERATI IN DOTTI. Dai mezzi usati da Dio si vede come la STOLTEZZA DI DIO sia più saggia della SAPIENZA DEGLI UOMINI, e come la sua DEBOLEZZA SIA PIÙ FORTE DELLA FORTEZZA UMANA. Nel senso che la croce, nonostante gli uomini, si è affermata su tutto l’universo e ha attirato a sé tutti gli uomini. MOLTI HANNO TENTATO DI SOPPRIMERE IL NOME DEL CROCIFISSO, MA HANNO OTTENUTO L’EFFETTO CONTRARIO.                  Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere. Perciò quando un pagano dice a un cristiano che è FUORI DELLA VITA, DICE UNA STOLTEZZA. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. I filosofi, i re e tutto il mondo, CHE SI PERDE IN MILLE FACCENDE, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, PAOLO ESCLAMAVA: «CIÒ CHE È DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DEGLI UOMINI» (1 Cor 1, 25). Questa frase è chiaramente divina. Infatti come poteva venire in mente a DODICI POVERI UOMINI, E PER DI PIÙ IGNORANTI, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. E ALLORA COME POTEVANO PENSARE DI AFFRONTARE TUTTA LA TERRA? Che fossero PAUROSI E PUSILLANIMI l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la MIGLIOR GARANZIA DI VERIDICITÀ di quanto asserisce.  Quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. COME SI SPIEGA ALLORA CHE TUTTI COSTORO, QUANDO IL CRISTO ERA ANCORA IN VITA, NON AVEVANO SAPUTO RESISTERE A POCHI GIUDEI, MENTRE POI, GIACENDO LUI MORTO E SEPOLTO E, SECONDO GLI INCREDULI, NON RISORTO, E QUINDI NON IN GRADO DI PARLARE, AVREBBERO RICEVUTO DA LUI TANTO CORAGGIO DA SCHIERARSI VITTORIOSAMENTE CONTRO IL MONDO INTERO? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? NON HA POTUTO SALVARE SE STESSO, COME POTRÀ DIFENDERE NOI? NON È STATO CAPACE DI PROTEGGERE SE STESSO, COME POTRÀ TENDERCI LA MANO DA MORTO? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?  È EVIDENTE PERCIÒ CHE, SE NON LO AVESSERO VISTO RISUSCITATO E NON AVESSERO AVUTO UNA PROVA INCONFUTABILE DELLA SUA POTENZA, NON SI SAREBBERO ESPOSTI A TANTO RISCHIO.

CHE NE DITE, AMICI? CHE GRANDE S. PAOLO… CHE GRANDE S. GIOVANNI CRISOSTOMO!!! E NOI ( CHE …CI PERDIAMO IN MILLE FACCENDE!!!…) ALMENO QUALCHE VOLTA CI PONIAMO QUESTI INTERROGATIVI SERI SULLA NOSTRA FEDE? ? COME?…———————————————————————————————————————————————————

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3 comments

  1. 1Cor 4, 1-16
    È la malattia dell’uomo la superbia, è insita in noi, sentirci superiori ad un altro ci è familiare, il giudizio ne è compagno, solo chi si sente superiore può giudicare e noi, ci sentiamo tali, molto spesso rivendichiamo una sapienza che ci inganna. San Paolo afferma a questi tali, ma anche a noi che, la vera sapienza è fata di carità la quale, tutto sopporta, ma non per amore proprio ma, per Cristo. San Bartolomeo in questo ci rappresenta appieno, è uno di noi, scettico, giudica secondo un giudizio concreto, riferendosi anche alle scritture per le sue argomentazioni. Bartolomeo non crede ai cambiamenti, il suo credere è concreto, come d’altronde la fede del suo popolo, mi sembra di vederlo davanti alle parole di Filippo che gli espone il suo incontro con Gesù, l’atteso, il Messia. Il suo atteggiamento è di chiusura, si barrica dietro la sua conoscenza: Ma figurati se da questo posto può venir fuori qualcosa di buono!
    Filippo ha pazienza, lo conduce davanti a Gesù e, davanti a questo uomo mite, Bartolomeo si ritrova conosciuto, amato così com’è, con tutti i suoi dubbi, contraddizioni, giudizi e chiusure. Gesù lo chiama, lo conosce fino in fondo, eppure vuole anche lui dietro alla sua sequela. Anche Bartolomeo si sentiva sapiente, infatti giudica, la sapienza ha il giudizio, conosce, sa distinguere, Bartolomeo è spiazzato, è Gesù che ha la Sapienza, infatti non lo giudica, lo accoglie, perché la vera Sapienza è Carità. Ieri seguivo una trasmissione sulla Bibbia, questo libro è un mistero, in tanti vi hanno messo mano, in tanti traducendolo ne hanno cambiato anche il senso, in tanti si sono fatti la loro Bibbia, secondo i propri intendimenti e secondo il loro potere. Può un libro così dirsi ispirato da Dio? Quale potere ha tale libro se è un’accozzaglia di miti, di favole, in cui in molti hanno aggiunto ciò che più serviva al momento storico in cui viveva? In molti si sono serviti delle parole di questo libro per separare, giudicare, mettere a morte, in molti hanno formato chiese, sette, rivoli e rivoletti servendosi di lui, del Libro per antonomasia.
    È vero però che è un Libro misterioso, come misteriosa è la figura di Gesù, può essere vista come un mito, come una favola, come un’utopia, ma rimane il fatto che ancora oggi questo Libro ha il potere di cambiare la vita dell’uomo. Vi sono due uomini che ci vengono presentati, il primo nell’A. T. è l’uomo carnale e, non lo dico in senso dispregiativo, anzi, è l’uomo nella sua storia, nella sua creaturalità decaduta, sempre dedita a sopraffare l’altro, come afferma Paolo, perché così è l’uomo, l’uomo deve sopravvivere all’altro, al nemico, all’ignoto, al nuovo che gli si para davanti e lo interroga. Nel secondo, il N.T. è presentato l’uomo nuovo, l’uomo secondo il pensiero di Dio, e che, essendo secondo i pensieri di Dio, conosce e sa che è solo Dio Colui che giudica. È Dio che ha ispirato la Bibbia? Credo proprio di sì, perché racconta il percorso dell’uomo, la sua evoluzione, la sua coscientizzazione, la sua ascesa al cielo. Noi continuamente chiamati a passare all’altra riva, a passare da non credenti a credenti, a sentirci riconosciuti eppure nonostante questo chiamati. Siamo i Natanaele di ogni tempo, questi uomini di Galilea ci rappresentano appieno, sono l’uomo vecchio che incontra l’Uomo Nuovo e, questo è così affascinante e appagante che non gli si può dire di no. Lo segui questo uomo che ti conosce, che ti conosce già da quando stavi sotto il fico, cioè da quando trasgredivi, da quando coglievi il frutto che non dovevi e con le sue foglie ti coprivi. Da allora ti conosce, eppure ti chiama, quando ci riconosciamo nell’uomo vecchio con sincerità, quando la nostra storia incontra la Verità su noi, allora questo Libro ha raggiunto il suo scopo, ci parla di Dio poiché solo Dio ci conosce così. Non puoi vantarti di questo, perché guardando l’altro, vedi ciò che Dio ha visto in te, una possibilità, una promessa per il mondo.
    riflessioni sul mio diario

  2. PRIMO MAZZOLARI

    “Gesù è l’unico personaggio della storia che si vorrebbe non fosse esistito…
    Gli altri uomini, grandi o infami, sono memoria e polvere: Cristo, no, è presenza.
    Comincia a diventare interessante uno che… gli uomini non vorrebbero che fosse!
    Non può essere uno qualunque,
    se lui o qualcosa di lui è così vivo e inquietante
    da desiderare che non fosse…”.

  3. Interrogativi sulla nostra fede….. Forse tutti abbiamo bisogno di un “Filippo” che ci dice, come a Bartolomeo VIENI E VEDI…. mi viene d’aggiungere VIVI, anche noi come i publicani e dei pescatori, con la grazia di Dio possiamo essere piccoli testimoni, di questo GRANDE DIO che non ci abbandona MAI

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