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CONVERSIONE   DI S. PAOLO

“IL PRIMO DOPO L’UNICO”   

  Rivelò a me il Suo Figlio perché lo annunziassi

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  • PAOLO RACCONTA LA SUA CONVERSIONE (Gal.1,11ss)

“ Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato …           non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, MA PER RIVELAZIONE DI GESÙ CRISTO. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, COME IO PERSEGUITASSI FIERAMENTE LA CHIESA DI DIO E LA DEVASTASSI, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei …. MA QUANDO COLUI CHE MI SCELSE FIN DAL SENO DI MIA MADRE  e mi chiamò con la sua grazia si compiacque DI RIVELARE A ME SUO FIGLIO PERCHÉ LO ANNUNZIASSI  in mezzo ai pagani, subito, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.  In seguito, DOPO TRE ANNI ANDAI A GERUSALEMME PER CONSULTARE CEFA…In ciò che vi scrivo io ATTESTO DAVANTI A DIO CHE NON MENTISCO.               Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia- Ma ero sconosciuto personalmente alle chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire:     «COLUI CHE UNA VOLTA CI PERSEGUITAVA, VA ORA ANNUNZIANDO LA FEDE CHE UN TEMPO VOLEVA DISTRUGGERE».  E GLORIFICAVANO DIO A CAUSA MIA.

  •  GIOVANNI CRISOSTOMO – PANEGIRICO DI SAN PAOLO

Che cosa sia l’uomo e quanta la nobiltà della nostra natura, di quanta forza sia capace questo essere pensante, LO MOSTRA IN UN MODO DEL TUTTO PARTICOLARE PAOLO. Ogni giorno saliva più in alto, e combatteva con sempre maggior coraggio contro le difficoltà che incontrava. Diceva: DIMENTICO IL PASSATO E SONO PROTESO VERSO IL FUTURO (cfr. Fil 3, 13). Vedendo che la morte era ormai imminente, invita tutti alla comunione di quella sua gioia: «GIOITE E RALLEGRATEVI CON ME» (Fil 2, 18). Esulta anche di fronte ai pericoli incombenti, alle offese e a qualsiasi ingiuria e ai Corinzi, dice: SONO CONTENTO DELLE MIE INFERMITÀ, DEGLI AFFRONTI E DELLE PERSECUZIONI (2 Cor 12, 10). Battuto ovunque con verghe, colpito da INGIURIE E INSULTI, si comporta come se celebrasse trionfi gloriosi o elevasse in alto trofei. Si vanta e ringrazia Dio, dicendo: SIANO RESE GRAZIE A DIO che trionfa sempre in noi (2 Cor 2, 14). Per questo, animato dal suo zelo di apostolo, GRADIVA DI PIÙ LE INGIURIE CHE L’ONORE, di cui invece noi siamo così avidi. PREFERIVA LA MORTE ALLA VITA, la povertà alla ricchezza e desiderava assai di più la fatica che non il riposo. Una cosa detestava: L’OFFESA A DIO, al quale per parte sua voleva piacere in ogni cosa. PREFERIVA ESSERE L’ULTIMO DI TUTTI, ANZI UN CONDANNATO, PERÒ CON L’AMORE DI CRISTO, piuttosto che trovarsi fra i più grandi e i più potenti del mondo, ma privo di quel tesoro. GODERE DELL’AMORE DI CRISTO era per lui tutto: vita, mondo, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro bene. All’infuori di questo, NIENTE REPUTAVA BELLO, NIENTE GIOIOSO. Ecco perché guardava alle cose sensibili come ad erba avvizzita. Gli stessi tiranni e le rivoluzioni di popoli perdevano ogni mordente. PENSAVA INFINE CHE LA MORTE, LA SOFFERENZA E MILLE SUPPLIZI DIVENTASSERO COME GIOCHI DA BAMBINI QUANDO SI TRATTAVA DI SOPPORTARLI PER CRISTO.

…che meraviglia, amici! Che ve ne pare? 

risonanze spirituali… _____________________________________________________________________________________________________ donalesiani@gmail.com

 

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