“HO TROVATO GRAZIA  AI TUOI OCCHI    

 Libera rielaborazione del libro di Rut

  • Ero ragazza. Sentivo spesso gli anziani parlare di una grave carestia  abbattutasi  nei paesi  circostanti. Nel territorio di Moab invece, grazie a Dio, c’era ancora  pane in abbondanza. Ogni giorno incontravo famiglie di immigrati in cerca di lavoro. Tra tante, mi colpì una proveniente da Betlemme: papà, mamma e due figli poco più grandi di me. L’UOMO SI CHIAMAVA ELIMÈLECH,  SUA MOGLIE NOEMI E I SUOI DUE FIGLI  MACLON E CHILION;
  •  Erano persone dignitose nella loro povertà. E anche simpatiche. Ben presto noi ragazzi diventammo amici, coinvolgendo le nostre famiglie. E così la nostra casa si aprì anche per loro. Soffrii molto quando  a quei due  ragazzi venne a mancare il padre.  ELIMÈLECH, MORÌ ED ESSA RIMASE CON I DUE FIGLI.                            
  •  Vedendoli così precocemente orfani, mi affezionai ancor di più a loro. Soprattutto a uno, devo ammetterlo. Quella mia simpatia, non sfuggì a mio padre che, un giorno,  mi chiamò in disparte per dirmi che Maclon, il ragazzo del mio cuore, mi aveva chiesta in sposa. Mio padre acconsentì,  con un sorriso. Ero fuori di me dalla gioia. Cominciò così la nostra vita in comune. Con tanti sogni e progetti nel cuore. Una felicità  intensa. E tanto fugace…  Ancora una volta  la morte infierì, crudele, sulle nostre famiglie.  MACLON E  CHILION MORIRONO TUTTI E DUE                                                            
  • Alla mia solitudine di giovane vedova e senza figli, si aggiungeva la preoccupazione per Noemi, mia  suocera,  rimasta, in breve tempo priva dei suoi due figli  e del marito. Donna forte, non si perse d’animo. Decise di tornare al suo paese d’origine.      NOEMI SI ALZÒ CON LE SUE NUORE PER ANDARSENE DALLA CAMPAGNA DI MOAB, PERCHÉ  AVEVA SENTITO DIRE CHE IL SIGNORE AVEVA VISITATO IL SUO POPOLO, DANDOGLI PANE.                                           
  • Ma durante una sosta,  ci prese in disparte e ci parlò con cuore di mamma. Preoccupata più del nostro  futuro che dei suoi guai.          ANDATE, TORNATE CIASCUNA A CASA DI VOSTRA MADRE; IL SIGNORE USI BONTÀ CON NOI 
  •  E ci salutò, baciandoci. Fu un momento di grande commozione.          Tra le lacrime protestammo il nostro desiderio di non lasciarla sola. NO, NOI  VERREMO CON TE AL TUO POPOLO.
  • Ella insisteva sulla convenienza per noi giovani vedove, di rifarci una vita.  TORNATE INDIETRO, FIGLIE MIE, ANDATE!
  • Era commovente nel  suo amore  disinteressato. Mia cognata si lasciò convincere . ORPA BACIÒ LA SUOCERA E PARTÌ
  • Io no, non potevo. Mai avevo incontrato una persona così dimentica di sé.  Fece un  ultimo tentativo: ECCO, TUA COGNATA È TORNATA AL SUO POPOLO E AI SUOI  DEI;   TORNA INDIETRO ANCHE TU.
  • Ragione e sentimento si combattevano dentro di me. Una scelta difficile. Diedi voce al cuore. Mi uscirono cose più grandi di me.             NON INSISTERE  CON ME… PERCHÉ DOVE ANDRAI TU  ANDRÒ ANCH’IO; IL TUO POPOLO SARÀ IL MIO POPOLO E IL TUO  DIO SARÀ IL MIO DIO   
  • A queste mie parole,  fu Lei ad arrendersi.   QUANDO  NOEMI LA VIDE COSÌ DECISA AD ACCOMPAGNARLA, CESSÒ DI INSISTERE  
  •  Il viaggio da quel momento si fece più rapido. In breve giungemmo in vista di  Betlemme. Tutt’intorno campi di grano, pronti per la mietitura. Festoso vociare di bimbi sulle aie. Le  amiche di Noemi le correvano incontro passandosi la voce:  E` PROPRIO NOEMI! 
  • Quell’accoglienza  mi confermava quanto Noemi fosse donna di grande valore.  Ma  non potevamo continuare a piangere sulle nostre disgrazie. Non volevo pesare su nessuno. Dovevo darmi da fare per il mio sostentamento e, perché no?,  per una nuova sistemazione affettiva. Una mattina,  di buon’ora,  pregai  Noemi:LASCIAMI  ANDARE PER LA CAMPAGNA A SPIGOLARE DIETRO A QUALCUNO, AGLI OCCHI DEL QUALE AVRÒ  TROVATO GRAZIA
  • Al suo intuito materno non sfuggirono le mie segrete intenzioni. Che erano anche le sue. Acconsentì volentieri. RUT ANDÒ E SI MISE A SPIGOLARE NELLA  CAMPAGNA DIETRO AI MIETITORI;  PER CASO SI TROVÒ NELLA CAMPAGNA  DI BOOZ.
  • Al suo arrivo, con immediato interesse nei miei confronti, domandò: “DI CHI È QUESTA GIOVANE?”.
  • Il servo gli riferì  sul mio nome, la mia casa e le mie origini. Sottolineando la mia laboriosità: È VENUTA ED È RIMASTA  IN PIEDI DA STAMATTINA FINO AD ORA
  • Apparentemente  solo intenta al mio lavoro,  avvertivo con piacere lo sguardo di Booz  posarsi, affettuoso, sulla mia persona. Con paterne parole, mi mise in guardia da possibili pericoli :ASCOLTA, FIGLIA MIA, NON ANDARE A SPIGOLARE  IN UN ALTRO CAMPO; NON ALLONTANARTI DI QUI
  • Le sue attenzioni  cominciarono a farsi più esplicite. QUANDO AVRAI SETE, VÀ A BERE DAGLI ORCI CIÒ CHE I GIOVANI AVRANNO ATTINTO. 
  • Mi sentivo confusa. Una povera vedova come me  e per di più straniera, quali titoli aveva mai per tanta benevolenza? PER QUAL MOTIVO HO TROVATO GRAZIA AI TUOI OCCHI, COSÌ CHE TU TI INTERESSI DI ME CHE  SONO UNA STRANIERA?.
  • E lui avvicinandosi a me, con voce fattasi  tremante,  mi rispose:                    MI È STATO RIFERITO QUANTO HAI FATTO PER TUA  SUOCERA E COME HAI ABBANDONATO LA TUA PATRIA PER VENIRE PRESSO UN POPOLO, CHE PRIMA NON CONOSCEVI.
  • All’ora del  pranzo, seduta all’ombra di un albero, stavo tirando  fuori dalla bisaccia il mio pane quando egli mi sorprese con un invito.  “VIENI, MANGIA IL PANE E INTINGI IL BOCCONE  NELL’ACETO”   
  • Mi accostai a loro. Condividendo pane e storie di vita semplice. In un clima nuovo di parità tra uomini e donne, servi e padroni, residenti e stranieri. Piccola realizzazione di un mondo sempre  sognato. Booz  raccomandò ai servi:LASCIATELA SPIGOLARE, ANZI LASCIATE CADERE APPOSTA PER LEI  SPIGHE DAI MANNELLI; NON SGRIDATELA”.
  • Al  calar della sera me ne tornai a casa, stanca e felice. Noemi mi aspettava per condividere notizie della giornata e un pezzo di pane rimasto. Sua suocera vide ciò che essa aveva spigolato. RUT TIRÒ FUORI QUELLO CHE ERA  RIMASTO DEL CIBO E GLIELO DIEDE.
  • E la frugale cena si prolungò in serena  conversazione . DOVE HAI SPIGOLATO OGGI? DOVE HAI LAVORATO?
  • Le  parlai delle affettuose  attenzioni di Booz. BENEDETTO  COLUI CHE SI È INTERESSATO DI TE!. QUESTO UOMO È NOSTRO PARENTE STRETTO; È DI QUELLI CHE  HANNO SU DI NOI IL DIRITTO DI RISCATTO.
  • Mi spiegò che era la persona da cui avrei potuto avere un figlio dopo la morte  di mio marito. Il cuore si riapriva  alla speranza. Fu in uno di quei lunghi colloqui serali che si decise a parlarmi chiaramente. FIGLIA MIA, NON DEVO IO CERCARTI UNA SISTEMAZIONE, COSÌ CHE TU SIA FELICE? 
  • E mi diede suggerimenti,  concreti e sempre efficaci, per facilitare a Booz il compimento… del suo dovere. PROFUMATI, AVVOLGITI NEL TUO MANTO E SCENDI ALL’AIA; MA NON TI FAR RICONOSCERE DA LUI,  PRIMA CHE EGLI ABBIA FINITO DI MANGIARE.
  • Andai ad accovacciarmi  ai piedi del suo letto. Il cuore mi batteva forte.  Booz, accortosi della mia presenza,  mi chiese: “CHI SEI?”. “SONO RUT, TUA  SERVA;  STENDI IL LEMBO DEL TUO MANTELLO SULLA TUA SERVA, PERCHÉ TU HAI IL DIRITTO DI  RISCATTO”.
  • Comprese perfettamente la mia richiesta e la purezza delle  mie intenzioni: SII BENEDETTA DAL SIGNORE, FIGLIA MIA! PERCHÉ NON SEI ANDATA IN CERCA DI UOMINI  GIOVANI, POVERI O RICCHI…
  • Al mattino ci alzammo di buonora. Io per andare al lavoro e lui per assicurarsi  che nella parentela tutti fossero d’accordo nel riconoscere a lui il diritto-dovere del riscatto. A quel punto BOOZ PRESE RUT, CHE DIVENNE SUA MOGLIE. EGLI SI UNÌ A LEI E IL SIGNORE LE  ACCORDÒ DI CONCEPIRE                                                  
  •  Appena mi accorsi di aspettare un bambino, corsi da mia suocera. Ci abbracciammo,  piangendo di gioia. Continuò a starmi vicina,  fino alla sua nascita. Tutta la gente del paese che ormai mi considerava una di loro, si congratulava con me benedicendo il Signore: BENEDETTO IL SIGNORE, IL QUALE OGGI NON TI HA FATTO MANCARE UN RISCATTATORE PERCHÉ  IL NOME DEL DEFUNTO SI PERPETUASSE IN ISRAELE!  
  • Era bello il mio bambino. O meglio il “nostro” bambino. Sì,  perché apparteneva un poco anche  a Noemi che aveva fatto tanto perché potessi averlo. Le donne si complimentavano  con lei rassicurandola:  EGLI SARÀ IL TUO CONSOLATORE E IL  SOSTEGNO DELLA TUA VECCHIAIA; PERCHÉ LO HA PARTORITO TUA NUORA CHE TI AMA E VALE  PER TE PIÙ DI SETTE FIGLI.     
  • Era vero. Volevo bene  a mia suocera come fosse mia madre. Ed ella mi ricambiava offrendomi ogni aiuto nel crescere  il bambino. Glielo affidavo, tranquilla,  quando uscivo  a lavorare.   NOEMI PRESE IL BAMBINO E SE LO POSE IN GREMBO E GLI FU NUTRICE.
  • La sera, lo  mettevamo a letto, fermandoci a lungo accanto a lui, per vegliare i suoi sogni di bimbo. E sui possibili  progetti che il Signore aveva in serbo per lui: essere  una pietra miliare della nostra storia. ESSA LO CHIAMÒ OBED: EGLI FU IL PADRE DI IESSE, PADRE DI DAVIDE.
  • Avevo dunque fatto bene a lasciare la mia terra per seguire Noemi .  Ogni sera, dandole la buona notte, le riconfermavo l’antica promessa “IL TUO POPOLO SARÀ IL MIO POPOLO E IL TUO  DIO SARÀ IL MIO DIO”
  • Mi addormentavo serena al pensiero che la Provvidenza stava servendosi anche  di noi, poveri immigrati, per fare di tutti gli uomini una sola famiglia.        Rut, la moabita

 I CRISTIANI NEL MONDO 

Dalla «Lettera a Diogneto»

  • I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita.  Infatti non abitano città particolari, né usano di un qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. Abitano in città sia greche che barbare, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria per loro, mentre ogni patria è per essi terra straniera.

 E DON ORIONE?  15 Dic. 1921  da RIO DE JANEIRO

  • “Mio caro e venerato padre in Gesù Cristo, Mg.r Arcivescovo mi ha dato una parrocchia al Braz il quartiere più popolato dai nostri emigrati: apriremo, con l’aiuto di Dio e di anime generose, un vero segretariato di lavoro, e una Casa operaia italiana, che sarà la vera Casa del popolo – vi sarà attigua e annessa una bella chiesa, di stile italiano, e andranno uniti: Dio e popolo. 
  • POVERI EMIGRATI! POVERI NOSTRI FRATELLI  ITALIANI che sono a S. Paolo, tra padri e figli, SONO PIU’ DI 300.000,  TUTTO SANGUE ITALIANO!”    

CITTADINI DEL MONDO…

  • Il tuo cristo è EBREO, La tua democrazia è GRECA, La tua scrittura è LATINA, I tuoi numeri sono ARABI,  la tua auto è GIAPPONESE, Il tuo caffè BRASILIANO, Il tuo orologio è SVIZZERO,  il tuo walkman è COREANO, La tua pizza è ITALIANA,  la tua camicia è HAWAIANA, Le tue vacanze sono TURCHE, O MAROCCHINE. CITTADINO  DEL  MONDO Non  rimproverare  il  tuo  vicino   di  essere  STRANIERO(graffito su un muro  di Berlino)

PARLIAMONE INSIEME…

  • Quali sentimenti suscitano in  te   Noemi e  Rut?
  • Cosa pensi degli immigrati? Rientrano anch’essi nel piano della Provvidenza che vuole fare  di tutti i popoli  una sola famiglia?
  • Noi potremmo fare qualcosa di più per loro? Che cosa?
  • LA VISITA DI PAPA FRANCESCO IN IRAQ…CI HA INSEGNATO QUALCOSA? CHE COSA?

Risonanze ——————————————–donalesiani@gmail.com

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