DON  BOHDAN SACERDOTE E MEDICO che cura le ferite sotto le bombe di Kharkiv

  • SI FA UN PO’ DI FATICA A IMMAGINARLO su un’ambulanza quando lo si incontra nella sua parrocchia a Kharkiv con la talare e una vistosa croce in legno sul petto. Eppure don Bohdan  è PRETE E MEDICO: SACERDOTE GRECO-CATTOLICO dal 12 febbraio, pochi giorni prima che iniziasse l’invasione russa dell’Ucraina. E DOTTORE con una laurea conseguita mentre era seminarista a KIEV

  • HA 25 ANNI E DA GIUGNO è tornato nella sua regione  di Kharkiv. Sotto le bombe. «come lo sono stato nelle prime settimane di guerra quando con l’ambulanza soccorrevamo chi veniva freddato per strada dalle truppe di Mosca o quando una volta un razzo ha ferito uno dei miei colleghi»

  • ORA INTORNO A SÉ HA DECINE DI VOLONTARI. Perché la sua comunità è in prima linea nell’aiutare una metropoli stremata dagli attacchi. Pane, viveri, medicine, vengono distribuiti ogni giorno a centinaia di “ultimi” che a Kharkiv sono rimasti nonostante il fuoco senza tregua dell’esercito russo. «È UN’ALTRA MODALITÀ DI SOCCORSO. MA SEMPRE SOCCORSO ALLA GENTE»,dice il prete.

  • «QUELLE SETTIMANE SOPRA L’AMBULANZA sono state una scuola di vita. Ho accumulato un bagaglio di esperienze che oggi mi tornano utili per vivere in una città ferita». Sul cellulare ha le sue foto con la divisa rossa da medico d’emergenza. «Sono stato fra i primi soccorritori ad arrivare a Bucha e a Irpin dopo che erano state liberate e le truppe russe le avevano lasciate distrutte. Posso testimoniare che erano decine i corpi senza vita abbandonati lungo le strade e anche bruciati».

  • I GENITORI DEL SACERDOTE ABITANO in una delle zone occupate a ridosso del Donbass. Li sente al telefono non più di una volta al mese. «ALLA GENTE I SOLDATI RUSSI HANNO SEQUESTRATO I CELLULARI. E la rete telefonica è stata bloccata. Si vive come in prigione». La madre è una veterinaria. «Almeno lei riesce a uscire di casa per cercare qualcosa da mangiare. Mio padre no: ha 45 anni e, se venisse fermato fuori, rischierebbe la vita o di essere arruolato fra le file russe. E se si vuole comprare qualcosa, l’unica moneta ammessa è il rublo: un’assurdità… Siamo in Ucraina».

  • PER LUI È IMPOSSIBILE METTERE PIEDE NEL SUO PAESE. «SONO UN PRETE CATTOLICO, verrei subito imprigionato» «I nostri soldati ci proteggono. Preghiamo per loro durante le liturgie… LA PREGHIERA È SORGENTE DI SPERANZA,Se non hai più un lavoro, se hai la casa bombardata,  l’unica cosa a cui pensi è al conflitto. E allora rischi l’ossessione. PERCHÉ la guerra uccide non solo i corpi ma anche LE MENTI.  Chissà quanto ci vorrà per ricostruire LA NOSTRA NAZIONE?»

  • DIFFICILE RISPONDERE A QUESTA DOMANDA... Possiamo aiutarli almeno con la preghiera? Che ne dite, amici? donalesiani@gmail.com –SITO: www.donvincenzoalesiani.it

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