SAN GREGORIO MAGNO:  PER AMORE DI CRISTO NON RISPARMIO                ME STESSO  NEL PARLARE DI LUI

  • «FIGLIO DELL’UOMO, TI HO POSTO PER SENTINELLA ALLA CASA D’ISRAELE» (Ez 3, 16). È da notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di LA SENTINELLA infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano qualunque cosa stia per accadere. Chiunque è posto come sentinella del popolo DEVE STARE IN ALTO CON LA SUA VITA, per poter giovare con la sua preveggenza.

  • COME MI SUONANO DURE QUESTE PAROLE CHE DICO! Così parlando, ferisco me stesso, poiché né la mia lingua esercita come si conviene la predicazione, né la mia vita segue la lingua, anche quando questa fa quello che può.  Ora io non nego di essere colpevole… Forse lo stesso riconoscimento della mia colpa mi otterrà perdono presso il giudice pietoso.  

  • CERTO, QUANDO MI TROVAVO IN MONASTERO ero in grado di trattenere la lingua dalle parole inutili, e di tenere occupata la mente in uno stato quasi continuo di profonda orazione. Da quando ho sottoposto le spalle al peso dell’ufficio pastorale, l’animo non può più raccogliersi in se stesso, perchè è diviso tra molte faccende.

  • SONO COSTRETTO A TRATTARE ora le questioni delle chiese, ora dei monasteri, spesso ad esaminare la vita e le azioni dei singoli; ora ad interessarmi di faccende private dei cittadini; ora a gemere sotto le spade  dei barbari e a temere i lupi che insidiano il gregge affidatomi.

  • ORA DEBBO DARMI PENSIERO di cose materiali, perchè non manchino opportuni aiuti a tutti coloro che la regola della disciplina tiene vincolati.   Quando dunque la mente divisa e dilaniata si porta a considerare una mole così grande e così vasta di questioni, come potrebbe rientrare in se stessa, per dedicarsi tutta alla predicazione e non allontanarsi dal ministero della parola?

  • SICCOME POI PER NECESSITÀ DI UFFICIO DEBBO TRATTARE CON UOMINI DEL MONDO, talvolta non bado a tenere a freno la lingua. Per questo succede che molte volte sto ad ascoltare pazientemente le loro parole inutili. E POICHÈ ANCH’IO SONO DEBOLE, TRASCINATO IN DISCORSI VANI, FINISCO PER PARLARE VOLENTIERI di ciò che avevo cominciato ad ascoltare contro voglia, e di starmene piacevolmente a giacere dove mi rincresceva di cadere.

  • CHE RAZZA DI SENTINELLA SONO IO, CHE INVECE DI STARE SULLA MONTAGNA A LAVORARE, GIACCIO ANCORA NELLA VALLE DELLA DEBOLEZZA?
     Però il creatore e redentore del genere umano ha la capacità di donare a me indegno l’elevatezza della vita e l’efficienza della lingua, perchè, per suo amore, NON RISPARMIO ME STESSO NEL PARLARE DI LUI.

  • CHE MERAVIGLIA DI PAPA… vissuto TANTI SECOLI FA  ma COSI’ FORTE, IMPEGNATO E ANCHE… UMILE NEL RICONOSCERE  LE SUE UMANE DEBOLEZZE... DAVVERO CI FA FARE UN BEL ESAME DI COSCIENZA A TUTTI… CHE NE DITE, AMICI? ……………donalesiani@gmail.com ……………………………                                        sito: www.donvincenzoalesiani.it

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