LA GUERRA DEL CUORE  PER RENDERLO UNIFICATO                                         XXVI Domenica del Tempo ordinario – Anno A                                        

  •   IN QUEL TEMPO, GESÙ DISSE ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi và a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “NON NE HO VOGLIA”. Ma poi SI PENTÌ E VI ANDÒ. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “SÌ, SIGNORE”. MA NON VI ANDÒ. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «IL PRIMO».«Un uomo aveva 2 figli». Dal seguito della parabola capiamo che «ogni figlio aveva due cuori».
  •  ESPERIENZA DI TUTTI: abbiamo in noi UN CUORE che DICE SÌ E UNO CHE DICE NO. Non esiste un terzo figlio dal cuore unificato che incarna la perfetta coerenza tra il dire e il fare. SIAMO PERSONE, CONTRADDITORIE: non capisco me stesso, FACCIO IL MALE CHE NON VORREI, E IL BENE CHE VORREI NON RIESCO A FARLO (Rm 7,15.19).
  •  MA TUTTI IN CAMMINO VERSO IL CUORE UNIFICATO. Antonio del deserto diceva che anche nel monaco nascosto nella più sperduta grotta del monte, C’È UNA GUERRA CHE RIMANE FINO ALLA FINE: «LA GUERRA DEL CUORE».         Il conflitto di scelte contradditorie, il misurarsi con la forza selvatica del desiderio. La parabola prende avvio da un triangolo di relazioni, padre-figli, non esemplari. La prima azione riportata è un ordine: «Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna». Il racconto che segue è la reazione a un comando percepito da entrambi i figli COME UNA IMPOSIZIONE, un peso da scrollarsi di dosso,  a parole o coi fatti. Se portiamo la parabola sul piano della nostra vita personale, anche noi ci sentiamo spesso esecutori di ordini di un DIO SOVRANO che si impone come un PADRE-PADRONE; viviamo la religione come un insieme di REGOLE E DIVIETI, dove quasi tutto è PROIBITO E IL RESTO OBLIGATORIO.
  • MA DIO NON È UN DOVERE, È UNO STUPORE: in principio alla fede c’è IL VANGELO, una bella, lieta notizia. Dio è venuto ed ha fatto risplendere la vita; è venuto ed ha messo sogni e canzoni nuove nel cuore; non ha piantato ulteriori paletti, ma ci ha dato ULTERIORI ALI. Per volare più lontano, più sicuri, per giungere più veloci alla felicità, CIOÈ ALLA VITA BUONA, BELLA E BEATA DI GESÙ.
  • IN PRINCIPIO C’È IL REGNO DI DIO, ma come un vino di festa, un banchetto; non un campo amaro di sudore ma una vigna di grappoli. Nella parabola è in gioco IL NOSTRO RAPPORTO CON DIO. Il primo figlio si pentì e andò a lavorare. SI CONVERTI, trasformò il suo modo di vedere le cose.
  • IL TEMA GRANDE NON È ETICO, ma TEOLOGICO: il cambio di SGUARDO SU DIO, scoprire con stupore il senso della storia. Il primo figlio ha capito che la vigna di famiglia produce UN VINO CHE E’ SIMBOLO DI FESTA e di gioia per tutta la casa. Non un campo di LAVORI FORZATI, ma un luogo dove IL MONDO DIVENTA PIU’ BELLO. Ha fretta di andarvi, anche se nessuno lo vedrà, perché va a rendere MENO ARIDA LA TERRA, MENO STERILE LA STORIA
  • RISONANZE:  Che cosa piccola e…grande!  SI… Anche noi nel nostro piccolo …possiamo RENDERE IL MONDO PIU’ FECONDO E PIU’ BELLO. CHE ONORE E RESPONSABILITÀ!!!… Ci pensiamo, amici? DV 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

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