LE POESIE DAL CARCERE   DI  BONHOEFFER             IL CANZONIERE DI DIECI COMPONIMENTI            scritti in carcere dal teologo evangelico  ucciso nell’aprile 1945 per aver aderito  al complotto contro Hitler

  • TEOLOGO, PASTORE, ANTINAZISTA, Dietrich Bonhoeffer, venne impiccato per ordine di Hitler il 9 aprile 1945  nel carcere di Flossenbürg,  pochi giorni prima del crollo del Terzo Reich. Bonhoeffer è uno dei rari intellettuali tedeschi che riscattano la cultura assoggettata alla devastazione nazista materiale e spirituale

  • BONHOEFFER PROVENIVA DA FAMIGLIA  che coltivava contatti con l’intellighenzia. Rilke gli dedicò il suo stupendo REQUIEM…                       LA MORTE percorre la sua esistenza… compiuti studi brillanti, scelse di dedicarsi alla TEOLOGIA intesa come esperienza intellettuale e come servizio alla comunità con soggiorni pastorali negli Usa, Londra e  ritorno in GERMANIA in anni in cui il regime hitleriano cominciava a esercitare la sua pressione totalitaria. La convivenza con le autorità naziste si fece sempre più turbolenta, costringendolo all’inizio dell’estate del 1939 a EMIGRARE NEGLI USA.

  • CON LO SCOPPIO DELLA GUERRA, Dietrich sentì che non si poteva sottrarre al destino del suo popolo e RIENTRÒ IN GERMANIA, sapendo che sarebbe stata la sua fine. E così fu: Bonhoeffer aderì alla congiura dei servizi segretiNell’aprile del 1943 venne imprigionato a Berlino. Bonhoeffer pensò al suicidio  per resistere agli interrogatori di  Roeder  il «cane sanguinario di Hitler»  L’allontanamento di ROEDER permise a BONHOEFFER un periodo di relativa calma, consentendogli di SCRIVERE LE LETTERE ai genitori e alla giovane fidanzata, Maria.   A LEI  E  ALL’AMICO BETHGE dedicò quelle più intense, che si trasformarono, spontaneamente, in poesie. 10 POESIE che vennero pubblicate nel volume RESISTENZA E RESA.

  • LA SITUAZIONE precipitò quando la GESTAPO, scoperto il suo coinvolgimento nell’ attentato a Hitler, 8 ottobre 1944, lo trasportò nel lager di Buchenwald e Flossenbürg. Questo suo “canzoniere”, noto col titolo POESIE sono pagine di un teologo, combattente, un predicatore e la sua lingua è quella della tradizione patristica, della Bibbia,  pervasa dalla musicalità di J.  BACH

  • BONHOEFFER È INTELLETTUALE che vive le contraddizioni del suo tempo: «Fratelli, finché dopo la lunga notte / non spunti il nostro giorno, noi resistiamo!». Talvolta rassegnato come un cristiano che sente di essere nella verità sa dire «MORTE , VIENI, Vieni, ora, festa suprema sulla via per l’eterna libertà,MORTE rompi le gravose catene e le mura al nostro effimero corpo  e alla nostra anima accecata,  perché finalmente vediamo / ciò che qui non c’è dato di vedere.   Ora morendo, PROPRIO TE, RICONOSCIAMO NEL VOLTO DI DIO».

  • QUEL  DEUS ABSCONDITUS, lo inquietava, fino a elevarlo all’audace, paradossale visione di un CRISTIANESIMO SENZA RELIGIONE, «realtà metafisica», umanamente pensata, ma spiritualmente INESPRIMIBILE.  Dietrich è tutto nella ricerca: «Ciò che m’intriga è la domanda “COSA E’ OGGI per noi il CRISTIANESIMO, o perfino CRISTO».  Lo apprese negli ultimi giorni del SUO CALVARIO  nel carcere di FLOSSEMBURG, dove era stato trasportato con agli altri congiurati superstiti.

  • L’IMMENSA SOLITUDINE  lo risolleva fino alla comprensione di quella nostalgia che pervade la sua  poesia.  «Tendo le mani / e prego – / IL PASSATO RITORNA / come il pezzo più vivente della vita / PER IL GRAZIE E PER IL PENTIMENTO.  Cogli nel passato Perdono e Bontà di Dio / prega che Dio ti custodisca oggi e domani». DA FORZE BUONE  la sua poesia più famosa, musicata più di 70 volte che è entrato a far parte del GOTTESLOB, dell’innario cattolico di lingua tedesca. Il testo in sé ha una sua forza trascinante, sorretto anche dall’occasione di essere stato composto alla vigilia di Natale 1944, Il canto è un inno di speranza e di riconciliazione, che possiamo accogliere come il suo TESTAMENTO SPIRITUALE. «Da FORZE BUONE, miracolosamente accolti / attendiamo confidenti qualunque cosa accada. / DIO E’ CON NOI ALLA SERA E AL MATTINO, / e stanne certa, in ogni nuovo giorno». Così  Dietrich Bonhoeffer assurge nella schiera dei più intensi poeti del novecento

  • NELLA MIA “POVERA  ANZIANITÀ” mi è di conforto ripetermi:     “IL PASSATO ritorna / come il pezzo più vivente della vita / per il GRAZIE E  IL PENTIMENTO... E voi che ne dite, amici?  DV 3338890862   SITO:  www. donvincenzoalesiani.it 

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