FRA IL TEMPO E L’ETERNO,                                                                                            LO SGUARDO DELLA FEDE                                                                              Gianfranco Ravasi, venerdì 20 ottobre 2023                                              LA BIBBIA È INTESSUTA DI CARNE ED ETERNITÀ…                    Dio si può incontrare a ogni angolo di strada,

 ARTE E AMORE LO SANNO INDICARE.

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  • «IL SIGNORE, ALLA VOCE DELL’ARCANGELO discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo e quindi noi, ancora vivi, SAREMO RAPITI CON LORO». Siamo nella Prima Lettera che Paolo indirizza ai cristiani di Tessalonica (4,16). Il passo affronta il tema del RITORNO dallo spazio terreno all’infinito DI CRISTO ALLA FINE DELLA STORIA. L’Apostolo cerca di risolvere un quesito che rodeva l’anima dei CRISTIANI TESSALONICESI, convinti che quell’ultimo evento fosse imminente. Essi domandavano: in quell’istante in cui risorgeranno, coloro che sono morti in pace con Cristo, i cristiani ancora vivi QUALE SORTE AVRANNO?

  • L’APOSTOLO RICALCA Le visioni apocalittiche: cori celesti, trombe divine, cieli squarciati. Non è una descrizione, ma una rappresentazione simbolica di quel PASSAGGIO DAL TEMPO ALL’ETERNO, DI DIO. I morti e coloro che sono viventi entreranno anch’essi NELL’ORIZZONTE  DELL’ETERNITÀ: ai Corinzi dirà: «non tutti dovremo morire, TUTTI PERÒ SAREMO TRASFORMATI» (1Cor 15,51)  

  • SODDISFATTA QUESTA CURIOSITÀ Dei Tessalonicesi, ciò che a Paolo preme è ribadire che il destino di tutti i fedeli è quello di «ANDARE INCONTRO AL SIGNORE E COSÌ ESSERE PER SEMPRE CON LUI» (4,17).

  • A QUESTO PUNTO PROPONIAMO UNA RIFLESSIONE sul tema dell’eternità. Una caratteristica della religione biblica e quindi del cristianesimo e dell’ebraismo è il loro legame proprio con la storia e con la temporalità.

  • DIO NON RIMANE RELEGATO NEI CIELI dell’infinito ma decide di incamminarsi per le strade polverose della storia umana. Emblematica è la celebre frase che è incastonata in quel capolavoro che è l’inno che fa da prologo al Vangelo di GiovanniHO LÓGOS SÁRX EGHÉNETO,  la Parola divina che era «in principio», che era «presso Dio», anzi che era Dio, si intreccia CON LA «CARNE», LA FRAGILITÀ, umana

  • LA STORIA PER LA BIBBIA è la sede delle epifanie divine: il cosiddetto “CREDO STORICO” DI ISRAELE è ritmato non su definizioni astratte di Dio MA SULLE SUE AZIONI NELLE VICENDE DEL POPOLO EBRAICO: la chiamata dei Patriarchi, la liberazione dalla schiavitù faraonica, il dono della terra promessa. Come ha intuito MARC CHAGALL nei suoi famosi dipinti, si può incrociare Dio appena svoltato l’angolo della casa, all’interno del villaggio ebraico; gli angeli entrano ed escono dai comignoli delle case e nell’amore di una coppia intravedono i simbolismi celebrati dal CANTICO DEI CANTICI.

  • CERTO NOI  che guardiamo o viviamo nella prospettiva del tempo sentiamo ancora remota la pienezza dell’eternità. Non per nulla Paolo nella Lettera ai Romani(8,18-27) usa immagini di parto, di tensione impaziente perché il nostro tempo è “pesante”, segnato dal male e scandito dal dolore e dalla morte. Gesù ricorrerà al simbolo del seme di senape che è piccolo e sepolto dalla terra e che deve vivere una lunga avventura prima di crescere  Il Regno di Dio è già «in mezzo a noi», si dice nei Vangeli, ma Dio non è ancora «tutto in tutti», come proclama Paolo, e non si è ancora raggiunta la promessa dell’Apocalisse secondo la quale «LA MORTE NON CI SARÀ PIÙ» (21,4).

  • RISONANZE: RAVASI PROSEGUE… A me basta questa ultima frase: «LA MORTE NON CI SARÀ PIÙ» (21,4). LA GRANDE NEMICA SCONFITTA … E LA NOSTRA UNICA SPERANZA: “ANDARE INCONTRO AL SIGNORE  E COSÌ SAREMO PER SEMPRE CON LUI» . CHE NE DITE, AMICI? DV 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it …………………………………………………………………………………………………..

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