AFRICA COME SPECIALITÀ…                  PER GIOVANI MEDICI…                                           Le storie di Silvia, internista in Sierra Leone; Alessandra, ginecologa in Tanzania;  Gianluca, anestesista in Uganda;  Silvia, pediatra in Benin

  •  SILVIA E ALESSANDRA ABBAMONDI rispondono da due Paesi dell’Africa distanti migliaia di chilometri. La prima è in SIERRA LEONE, la seconda IN TANZANIA. Sono partite a metà settembre con “MEDICI CON L’AFRICA”  per vivere 6 mesi all’estero. Sono specializzande in Medicina e in Ginecologia
  • PRIMA DI PARTIRE hanno dovuto partecipare a un percorso di formazione. Ogni anno GIOVANI MEDICI scelgono di passare un periodo in contesti umanitari di emergenza

  • DA DOVE NASCE QUESTO DESIDERIO, A COSA SERVE? SILVIA: ​ «Mi sto confrontando con un contesto totalmente diverso da quello a cui sono abituata. Sono a Pujehun, un piccolo paese della Sierra Leone circondato da palme e banani. Lavoro in un ospedale governativo che comprende un ambulatorio gestito dal Cuamm». L’impatto con la realtà locale è stato molto forte, dice subito la dottoressa. «Qui ci sono pochi medici e nessuno specialista. La sanità è tutta a pagamento, i dottori impostano le terapie MA POI IL PAZIENTE DEVE PROCURARSI TUTTO.

  • MI È CAPITATO DI VEDERE persone ricoverate che non ricevono cure perché nessun parente ha risorse per COMPRARE I FARMACI. Mancano macchinari diagnostici … LE PATOLOGIE PIÙ FREQUENTI SONO «malaria, febbre tifoide e altre problematiche infettive», ma tante persone vengono ricoverate per «complicanze acute di malattie come diabete e ipertensione, mai diagnosticate in precedenza».

  • LE SITUAZIONI DI EMERGENZA sono all’ordine del giorno, e non mancano certo le occasioni per imparare. Silvia specifica le sfide più impegnative: «Non è immediato passare da un ospedale italiano a questo contesto. La cosa più bella per me è cercare di esserci in punta di piedi e TROVARE LA GIUSTA VIA DI MEZZO tra il NOSTRO MODO DI LAVORARE E CIÒ CHE SI FA QUI».

  • PERCHÉ HA DECISO DI PARTIRE? «Ho sempre sentito il tema del DIRITTO ALLA SALUTE, mi colpisce che ci siano differenze così marcate tra Paesi  e mi piace rendermi utile in questo senso».

  • ALESSANDRA: ora so gestire le emergenze ostetriche Mi occupo soprattutto di attività ostetrica e ginecologica e lavoro con un team di medici locali che spesso non sono specializzati perché qui la scuola di specializzazione costa molto e non ci sono borse di studio,. L’ospedale è il punto di riferimento di tutta la regione  

  • GIANLUCA: LÌ S’IMPARA TANTO. CI TORNERÒ Passare un periodo in Uganda, tornare in Italia, terminare il percorso di studi e poi rimettersi in viaggio per lo stesso ospedale ugandese.    È l’esperienza di Gianluca Bortignon, medico e anestesista, classe 1988. Ha messo piede in Uganda nel 2021 per passare gli ultimi 6 mesi  di specializzazione in Anestesia e Rianimazione.

  • LÌ SORGE UN OSPEDALE DI EMERGENCY che tutti chiamano “LA CASA DEI BAMBINI” anche se il suo vero nome èCENTRO DI CHIRURGIA PEDIATRICA”. È MODERNO, CON GRANDI VETRATE E PANNELLI FOTOVOLTAICI SUL TETTO.  La struttura accoglie bambini e bambine che devono subire INTERVENTI CHIRURGICI legati  a problemi addominali o urologici  «La prima volta ho pensato di essere in un’astronave perché tutto è all’avanguardia, le cure offerte hanno un livello molto elevato

  • HO VISTO PERÒ CASI DI MALATTIE ESTREME, come non mi era mai capitato prima. Mi ha colpito la SOLITUDINE DI TANTI BAMBINI, SOPRATTUTTO I PIÙ DEBOLI, perché spesso mentre loro sono ricoverati i genitori devono allontanarsi per lavorare e sostenere il resto della famiglia». Gianluca andava al lavoro a piedi. «ERA LA MIA MEZZ’ORA DI SILENZIO …Passavo attraverso villaggi costruiti con fango e lamiere».

  • QUALI SONO LE COSE PIÙ IMPORTANTI CHE HA IMPARATO? «Ho potuto formarmi in una materia l’anestesia pediatrica. Sono sempre stato affiancato a professionisti con più esperienza di me e questo mi ha dato molto: NON HO MAI PERCEPITO COMPETIZIONE, avevo l’impressione che ci sentissimo tutti parte di una stessa missione. È una cosa CHE NEI NOSTRI OSPEDALI  ITALIANI  A VOLTE  MANCA».

  • PER GIANLUCA L’ESPERIENZA IN UGANDA non è stata una parentesi. A metà novembre ripartirà per Entebbe e vivrà lì altri 6 mesi, questa volta come medico specialista, e non da solo: «PARTIRÒ CON LA MIA RAGAZZA, anche lei dottoressa e anestesista. Vogliamo dedicare alcuni mesi a una missione. Ed Emergency ci ha proposto di RIPARTIRE INSIEME».

  • RISONANZE: esperienza ammirevole per quanto riescono a fare e anche per lo stile equilibrato e rispettoso dei valori che i poveri hanno…  bello questo passaggio: “NON HO MAI PERCEPITO COMPETIZIONE, avevo l’impressione che ci sentissimo tutti parte di una stessa missione. È una cosa CHE NEI NOSTRI OSPEDALI  ITALIANI  A VOLTE  MANCA».

  • Che ne dite, amici? Dv 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

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