«DOVE  SEI,  DIO?»                                     LA DOMANDA  DEI GIOVANI…            UNA GENERAZIONE IN RICERCA        Paola Bignardi sabato 7 ottobre 2023

  • I VUOTI DI RAGAZZI nelle comunità cristiane  sono frutto di MODELLI ECCLESIALI NON PIU’ ADEGUATI.                                                                 
  • LA SENSIBILITÀ RELIGIOSA OGGI è attraversata da trasformazioni profonde: si vede particolarmente nei giovani basta osservare da quante persone sono composte oggi le ASSEMBLEE FESTIVE, qual è la percentuale di  GIOVANI.
  • IL CAMBIO DI COMPORTAMENTI a volte è frutto di perdita di interesse o ricerche che non trovano risposte. Sono vuoti che interrogano quanti hanno a cuore i percorsi formativi delle nuove generazioni. Spesso questi Vuoti sono frutto di modelli ecclesiali non più in sintonia con questo tempo                                                      D. MAZZOLARI: “se qualcuno si allontana è perché qualcun altro si è allontanato NELLA DIREZIONE OPPOSTA”  
  • I CAMBIAMENTI nella vita dei giovani di oggi si riflettono sulla dimensione religiosa: come influiscono sul modo di vivere IL RAPPORTO CON DIO? Se si prendono in considerazione questi aspetti, ci si rende conto che i modi di credere, di pregare, possono esserne influenzati.
  • IN RICERCA Nei mesi scorsi ho realizzato lunghe interviste a giovani dai 18 ai 30 anni. Non c’era una preparazione. La profondità di alcune risposte dice che con quegli interrogativi i giovani non si misuravano per la prima volta; con essi si erano già CONFRONTATI, nella loro vita una ricerca aperta, magari mai condivisa con nessuno.
  • ESSERE IN RICERCA! UNA GIOVANE 26.ENNE ha rappresentato così la sua situazione: «Mi sento come una persona in una stanza buia in cerca dell’interruttore». È un’immagine che parla in maniera forte di un’inquietudine, un interesse, una domanda di autenticità che non si accontenta di risposte facili, scontate. La condizione è quella del buio, ma si continua a cercare un interruttore che accenda una luce. La ricerca percorre sentieri impervi, strade numerose; l’impressione è quella di un andare a tentoni, come ebbe a dire L’APOSTOLO PAOLO nel suo discorso agli Ateniesi. Uno di questi sentieri si dirige verso Dio. Dio non è tanto da dimostrare, MA DA INCONTRARE. Sono pochi i giovani che si interrogano sull’esistenza di Dio; sono più numerosi quelli che cercano con Lui UN RAPPORTO PERSONALE, scoprendo che non si presenta loro con i tratti che sono stati proposti loro quando andavano a catechismo.
  • DICE QUESTA GIOVANE: «DOV’È? SE IO NON TI POSSO chiamare quando ho un problema, se non mi posso confrontare con te per avere un’opinione, che dialogo c’è, che amicizia c’è? Questo è il vero problema, è come se mi mancasse un pezzo, è come se mi mancasse un qualcosa per capire. (…). IO NON LO VEDO, NON LO SENTO».
  • LA DESCRIZIONE DI DIO che dà il giovane nne autore della dichiarazione che segue potrebbe essere considerata un condensato della sensibilità diffusa: «LA FEDE nasce dal RAPPORTO PERSONALE che hai tu con Dio…
  • Io con il mio Dio ho un RAPPORTO PERSONALE. Ognuno di noi ha un RAPPORTO SINGOLARE col proprio Dio. Ognuno di noi è unico e quindi ognuno di noi HA LA SUA IDEA DI DIO». la parola che ricorre più frequentemente È… RAPPORTO domanda di relazione e di intimità COSÌ LA PREGHIERA, come scrive questa giovane, è «QUALCOSA DI INTIMO.
  • È COME QUANDO PARLI CON UNA TUA AMICA, con una persona cara, hai delle cose da dire che magari preferisci tenere per te e per quella persona. Preferisco sempre la preghiera in camera mia e preferisco le preghiere non prestabiliteL’AVE MARIA, IL PADRE NOSTRO sono preghiere bellissime, e ovviamente non si toccano, PERÒ MI PIACE ANCHE UN DISCORSO DIRETTO CON DIO».
  • ANCHE IN QUESTO CASO, VI È DOMANDA DI INTIMITÀ, di espressione soggettiva della propria fede nella quale raccogliere Le Piccole Cose Della Propria Vita Quotidiana. Credere è difficile: lo è per gli adulti, lo è a maggior ragione per i giovani, che sperimentano come, nella società dei consumi, sia difficile credere IN UN DIO CHE «NON SI VEDE E NON SI COMPRA», come si è espresso uno di loro.
  • UNA FEDE AMICA DELLA VITA Nell’immaginario dei giovani che hanno frequentato il catechismo, almeno fino alla celebrazione della Comunione, l’esperienza religiosa è caratterizzata dall’obbligo o dalla rinuncia. La fede dice che cosa bisogna fare, che cosa è vietato fare.
  • LA RELIGIONE DEGLI OBBLIGHI E DEI DIVIETI, nella cultura di oggi, è sicuramente destinata a essere rifiutata. Spesso alla proposta cristiana è associata l’idea di sacrificio I “fioretti” che moltissimi ragazzi anche di oggi si sono sentiti proporre hanno potuto rappresentare una simpatica gara con sé stessi, ma superata la fase della fanciullezza, essi lasciano nell’animo l’idea che la fede è qualcosa che ha a che fare con la rinuncia. Solo una fede che prospetti la realizzazione del proprio desiderio di felicità  può avere un interesse per un giovane (e non solo per lui).
  • LA FEDE CHE I GIOVANI CERCANO È AMICA DELLA VITA, che apre loro prospettive di un’esistenza piena...LA FEDE DEVE PARLARE ALLA VITA E DELLA VITA; Ma i giovani che dell’essere cristiani si sono fatti l’idea che significhi ANDARE A MESSA LA DOMENICA E COMPORTARSI BENE” sono lontani dal capire la vastità di orizzonti che il Vangelo può aprire loro. Nella comunicazione formativa qualcosa non ha funzionato. Forse occorre soprattutto UNA NUOVA SENSIBILITÀ FORMATIVA, e la conversione a una VISIONE DELL’ESISTENZA IN CERCA DI AUTENTICITÀ E DI VITA.
  • RISONANZE: POCHE RIGHE PER …IL TEMA DEI TEMI… ED è BELLO CHE SIANO  I NOSTRI GIOVANI A DARCI SPUNTI SPLENDIDI DI RIFLESSIONE…CHE NE DITE, AMICI? dv 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it

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