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GIULIA E LE PAROLE NECESSARIE: GRAZIE A NOME DI TUTTI I PADRI Massimo Calvi
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I FUNERALI DI GIULIA CECCHETTIN, celebrati dal vescovo di Padova Claudio Cipolla hanno restituito un’immagine che faticheremo a dimenticare, dopo giorni di dolore e rabbia… È LA FIGURA DI UN PADRE. La dignità con cui GINO, il papà della giovane uccisa è intervenuto … le parole che ha scelto nascondendo a fatica l’emozione per la “tempesta terribile” che lo ha investito… È EMERSO UN PADRE, e ne avevamo bisogno. Perché tutti abbiamo vacillato, ci siamo ricordati delle imperfezioni nella fatica di ricoprire questo ruolo… Nei pochi minuti in cui ha parlato, Gino Cecchettin non è stato soltanto IL PAPÀ DI GIULIA. È DIVENTATO IL PADRE CHE SI DEVE ESSERE.
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HA DETTO CHE EDUCARE È aiutare i figli a conoscere il sacrificio, l’impegno, l’accettazione della sconfitta, è insegnare a guardare negli occhi degli altri, ad ascoltare, a comunicare con empatia e rispetto. Eppure, forse, non è in queste verissime parole pronunciate con la voce che si interrompeva per l’emozione, che sta tutta la forza del messaggio che è importante ricordare.
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GINO CECCHETTIN È DIVENTATO IL PADRE che fatichiamo a essere, quando ha distribuito le responsabilità chiamando tutti, la famiglia, la scuola, la società civile, a sentirsi coinvolti per essere agenti del cambiamento. Perché lo scenario con il quale stiamo facendo i conti oggi è la deresponsabilizzazione rispetto alla funzione genitoriale che dovrebbe essere prerogativa di una intera comunità.
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I PADRI CI SONO ANCORA, ma troppo spesso sono soli, perché il villaggio là fuori ha abdicato, rinunciando a essere la guida che indica come procedere in salita, mostra la ferita del sacrificio, insegna a vivere. Lontano, consumati da un dolore differente, due altri genitori in questi giorni hanno trovato la forza di non abbandonare un ragazzo che è pur sempre figlio, Filippo Turetta, e che ora dovrà scontare la sua pena. L’omelia del vescovo, monsignor Cipolla, ha invocato il Signore chiedendo di insegnarci proprio questo, la pace tra i generi, la pace tra le generazioni, LA PACE PER I CUORI DI TUTTI. TUTTI.
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IL SENSO DEL LIMITE E DELLA FRAGILITÀ è quanto ci restituisce questa straziante vicenda, insieme al desiderio forte che sia realmente lo spunto per cambiare. Nessuno è al riparo dagli errori nella crescita dei figli, consapevoli di quante volte, sperando di fare bene, Sembra facile, a parole: volersi bene e mostrarlo ai figli, essere presenti, saper dire no quando serve, lasciare andare.
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POI LE COSE SUCCEDONO, perché il male esiste e però si spera non entri mai in casa nostra. Soprattutto si prega che non accada, e lo fa ogni genitore: è nella natura dell’essere padre o madre, anche se non si è credenti. Sapere, cioè, che stiamo provando a fare tutto il possibile, ma alla fine ci troveremo sempre a dover chiedere perdono, a perdonare, a ringraziare.
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Mentre il padre di Giulia camminava ormai fuori dalla chiesa, NELLA PIAZZA SI È UDITO UN GRIDO, COMMOSSO: “GRAZIE A NOME DI TUTTI I PAPÀ”. PROVIAMO A RIPARTIRE ANCHE DA QUI…
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RISONANZE: Si, amici, proviamo a ripartire da qui. TUTTI INSIEME… Ognuno al suo posto. Con un pò più di amore. Che ne dite, possiamo migliorare un pò questo nostro mondo?! dv 3338890862 sito: donvincenzoalesiani.it ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
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