+  FATTI E PAROLE DI  VITA….

 

22 LUGLIO:  S. MARIA MADDALENA

 A TE SI STRINGE L’ANIMA MIA…

ARDEVA DAL DESIDERIO DI CRISTO (Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno)
Maria Maddalena, venuta al sepolcro, e non trovandovi il corpo del Signore, pensò che fosse stato portato via e riferì la cosa ai discepoli. Essi vennero a vedere, e si persuasero che le cose stavano proprio come la donna aveva detto. Di loro si afferma subito: «I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa»; poi si soggiunse: «Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva» (Gv 20, 10-11).
In questo fatto dobbiamo considerare quanta forza d’amore aveva invaso l’anima di questa donna, che non si staccava dal sepolcro del Signore, anche dopo che i discepoli se ne erano allontanati. Cercava colui che non aveva trovato, piangeva in questa ricerca e, accesa di vivo amore per lui, ardeva di desiderio, pensando che fosse stato trafugato. Accadde perciò che poté vederlo essa sola che era rimasta per cercarlo; perché la forza dell’opera buona sta nella perseveranza, come afferma la voce stessa della verità: «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 10, 22).
Cercò dunque una prima volta, ma non trovò, perseverò nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne così che i desideri col protrarsi crescessero, e crescendo raggiungessero l’oggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi. Se invece nell’attesa si affievoliscono, è segno che non erano veri desideri. Ha provato questo ardente amore chiunque è riuscito a giungere alla verità. … E la Chiesa dice ancora nel Cantico de Cantici: Io sono ferita d’amore (cfr. Ct 4, 9). E di nuovo dice: L’anima mia è venuta meno (cfr. Ct 5, 6).
«Donna perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20, 15). Le viene chiesta la causa del dolore, perché il desiderio cresca, e chiamando per nome colui che cerca, s’infiammi di più nell’amore di lui. «Gesù le disse: Maria!» (Gv 20, 16). Dopo che l’ha chiamata con l’appellativo generico del sesso senza essere riconosciuto, la chiama per nome come se volesse dire: Riconosci colui dal quale sei riconosciuta. Io ti conosco non come si conosce una persona qualunque, ma in modo del tutto speciale. Maria dunque, chiamata per nome, riconosce il Creatore e subito grida: «Rabbunì», cioè «Maestro»: era lui che ella cercava all’esterno, ed era ancora lui che la guidava interiormente nella ricerca.

  • LA POTENZA DELL’AMORE… E NOI, QUANTO AMIAMO?…QUANTO CERCHIAMO?

Pensieri di …mezza estate

 1.    Ti senti fragile…Sei stanco di lottare? Ecco i consigli di un…esperto

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 5-18  Fragilità e fiducia dell’Apostolo
Noi fratelli, non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

2. Il futuro ti spaventa? La morte di una persona cara ha spento la tua gioia?  Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato (Sal 115, 10), anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.

3. La salute comincia a dare qualche problema?  Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne.
 
4. Qualcuno non ti guarda più come prima e questo ti intristisce?

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto «Perché nascondi il tuo volto?» (Sal 43, 25). Noi crediamo che Dio distolga da noi il suo volto quando ci troviamo in qualche tribolazione. Allora sul nostro spirito si stende un velo tenebroso, che ci impedisce di scorgere il fulgore della verità.  Zaccheo,  sentendo che passava il Signore, salì su un albero, perché, essendo di bassa statura e piccolo, non poteva vederlo in mezzo alla folla. Vide Cristo e trovò la luce; lo vide, e mentre prima rubava le cose altrui, dopo distribuì le sue. …nessuno può sussistere, se tu, Signore,  distogli completamente da noi il tuo volto. (S. Ambrogio)

5. Da tempo non sorridi più e avresti tanto bisogno di un po’ di gioia?

Il vino della gioia(Fratel Carlo Carretto)  Se tu bevi quel vino che Dio stesso ti offre, sei nella gioia. Non è detto che tale gioia sia sempre facile, libera dal dolore e dalle lacrime, ma è gioia. Ti può capitare di bere quel vino della volontà di Dio nelle contraddizioni e nelle amarezze della vita, ma senti la gioia. Dio è gioia anche se sei crocifisso. Dio è gioia sempre. Dio è gioia perché sa trasformare l’acqua della nostra povertà nel vino della Risurrezione. E la gioia è la nostra riconoscente risposta. Sì, il discepolo di Gesù deve vivere nella gioia, deve diffondere la gioia, deve “ubriacarsi” di gioia. E questo sarà sempre il suo vero apostolato.

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1. Che profumo usi?  Hai mai provato un profumo eccezionale? S. Paolo  ce lo consiglia…

Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all’altezza di questi compiti? Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.

2.  E’ un profumo che lascia questi frutti dietro di sé… «Imitazione di Cristo»   (Lib. 2, 1-6)

Il regno di Dio è pace e gioia nello Spirito Santo …Convèrtiti di tutto cuore al Signore, abbandona questo misero mondo, e l’anima tua riposerà, perché il regno di Dio è pace e gioia nello Spirito Santo. Verrà a te Cristo e ti mostrerà la sua consolazione, se però tu gli avrai preparato nell’intimo una degna dimora. Frequente è la sua visita all’uomo interiore, dolce il suo discorrere, gradita la sua consolazione, molta la sua pace, e la familiarità stupenda assai. Su, anima fedele, apri a questo sposo il tuo cuore, così che abbia a degnarsi di venire a te e abitare in te. Dice infatti così: «Se uno mi ama, osserva la mia parola, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Quando hai Cristo, sei ricco e ti basta.  Poni tutta la tua fiducia in Dio. Risponderà lui per te, e farà bene, farà quel che sarà meglio. Non hai qui la tua «città stabile» (Eb 13,14); e dovunque tu sia, tu sei un estraneo e un pellegrino, né avrai mai riposo sintanto che non ti sarai intimamente unito a Cristo. Il regno di Dio è pace e gioia nello Spirito Santo…

3.  Dove incontrare il Signore?  

 Ti incontro là,

Ti incontro là nei sogni di pace,

nel cuore degli uomini,

nelle forme di bellezza,

nei cuori assetati di Te.

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 18 – 24 Luglio 2011

 LE RAGAZZE DI “CASA SERENA” IN VACANZA A S. BIAGIO

  

Cari amici, una bella notizia. Da oggi le ragazze di casa serena di Bellocchi, assitite maternamente dalle suore di D. Orione e dal personale, vengono a S. Biagio per una settimana di riposo e di…mare! Se tutti coloro che vengono a S. Biagio sono i benvenuti le ragazze di Casa serena lo sono in MODO PARTICOLARE…CHI LE CONOSCE SA COSA VOGLIO DIRE…E quanto bene si riceve a stare con loro…come diceva D. Orione sono i I NOSTRI TESORI E LE NOSTRE PERLE.

Ieri le ragazze di Casa serena hanno animato una MESSA TUTTA SPECIALE… I LORO CANTI più belli di quelli della  CAPPELLA SISTINA.  OGGI sono state al mare tutto il giorno…sono davvero care. E gli altri ospiti di Villa S. Biagio le guardano con sguardo affettuoso e delicato. LA VERA PREDICA DELLA VITA… QUESTI GIORNI LA FANNO LORO… CERTO CHE CI VUOLE TANTO AMORE  E le suore e il personale che le assistono ce ne hanno tanto… e ci mettono anche…

  • UNA SPRUZZATINA DI CIOCCOLATA (di S. Lawrence)  . Una casa è solo una casa fino a quando  l’amore non ne varca la soglia...
  1.  Il denaro può trasformare la casa in una reggia,   ma solo l’amore ne fa un focolare.
  2.  Il buon dì ti saluta con una tazza di caffellatte caldo,  ma solo l’amore può aggiungervi una spruzzatina di cioccolata.
  3.  Il dovere prepara le merendine per la scuola, ma l’amore infila di nascosto bigliettini affettuosi nelle tasche degli zainetti.
  4. I Soldi possono comprare computer e giochi elettronici, ma l’amore ne modera l’uso e, se occorre, sa dire di no, sorridendo alle piccole proteste e ai mugugni.
  5.  Il pranzo obbliga a mettersi ai fornelli,       ma l’amore addobba la tavola con fiori e candeline.   

6. La cortesia sa sbrigare molta corrispondenza,      ma l’amore vi aggiunge un disegnino o l’ultima barzelletta.

7. La meticolosità mantiene brillante la casa,           ma l’amore fa sprizzare di gioia la famiglia.

8. L’impegno si adombra se non e’ riconosciuto,      l’amore invece lavora per la semplice gioia di donare.

9. L’orologio segna l’ora della buonanotte, ma l’amore sa rimboccare le coperte ai più piccoli e dare una carezza anche ai più grandi.

10. La sera ti riserva il meritato riposo,         ma solo l’amore lo trasforma in dolce compagnia.

Buona giornata con una …SPRUZZATINA DI CIOCCOLATA!

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A persone come loro, fisicamente o psichicamente disabili,  D. Orione dall’America scriveva parole di infinita paterna tenerezza:

Buenos Aires, aprile 1936.-         Dio sa con che amore mi rivolgo a voi! Quante volte al giorno vi penso! Posso ben dire d’avervi sempre presenti. Quanto vorrei consolarvi e passar la mia vita vicino a voi, a servirvi uno ad uno, come servirei Gesù Cristo. Ogni tanto mando a voi il mio Angelo: lo sentite?    Ve lo mando a darvi conforto, a suggerirvi sentimenti di fede viva, di pazienza, di cristiana rassegnazione, di amore a Dio, di devozione alla Madonna, Madre e Consolatrice degli afflitti.   Se piacerà a Dio, spero di rivedervi presto: la mia prima visita sarà per voi, e vi racconterò tante cose belle; sarò tutto per voi, cari i miei poveri, buone vecchierelle, cari malati, cari i miei vecchi, cari miei orfanelli!  Verrò e vi porterò i regalucci dell’America; parte ve li mandano i poveri di qui, i nostro fratelli di qui. Sapete che sono stato al Cile, sorvolando in aeroplano grandi montagne, più alte che le nostre Alpi?  E ci ritornerò, e la Divina Provvidenza aprirà anche il “Piccolo Cottolengo Cileno”, in Santiago, la capitale, e altra Casa avremo sul mare, presso Valparàiso,  Ma farò presto, e sarò da voi; magari poi ritornerò qui.   Intanto, statemi bene, state buoni, fatemi tante Comunioni, pregate!  Vi benedico tutti … E qui fo’ punto, ché, del resto, non finirei più. Vostro aff.mo in Cristo e nella santa Madonna Don Orione della divina Provvidenza Lett.II,75

  • Preghiamo con G. Paolo II – PREGHIERA NELLA MALATTIA

 O Signore, la malattia mi ha sradicato dalla mia casa

e mi ha trapiantato in un altro mondo:

il mondo dei malati.  Un’esperienza dura, Signore, una realtà difficile da accettare.

Mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà della mia vita,

mi ha liberato da tante illusioni.  Ora guardo tutto con occhi diversi:

quello che sono non mi appartiene, è un tuo dono.

 Ho scoperto cosa vuol dire: dipendere, avere bisogno di tutto e di tutti,

non poter far nulla da solo.  Ho provato la solitudine, l’angoscia,

la disperazione, ma anche l’affetto, l’amore, l’amicizia di tante persone.

 Signore, anche se mi è difficile Ti dico: sia fatta la tua volontà!

Ti offro le mie sofferenze e la unisco a quelle di Cristo. 

Ti prego, benedici  tutte le persone che mi assistono e tutti quelli

che soffrono con me. E, se vuoi, dona la guarigione a me e agli altri.

Giovanni Paolo II

 

 

16 luglio: B. VERGINE DEL CARMELO

Cari amici, forse non lo sapete ma VILLA S. BIAGIO  è nel territorio della Parrocchia di Fano: MADONNA DEL CARMINE.  Abbiamo rapporti cordialissimi col parroco e con molte persone che domani vengono qui a fare la festa della Parrocchia…pensando a tutto questo questa mattina ho svegliato gli amici ospiti con un bel canto a Maria:

  •  MARIA, VOGLIAMO AMARTI: Siamo tutti tuoi e vogliamo amarti come nessuno ti ha amato mai. Con Te sulla tua via, il nostro cammino è sicuro. Con Te, ogni passo conduce alla mèta, ed anche nella notte Tu ci sei vicina, trasformi ogni timore in certezza. La tua corona di rose vogliamo essere noi …Una corona di figli tutti tuoi. Maria … Siamo tutti tuoi e vogliamo amarti come nessuno ti ha amato mai…Maria.
  •  E ora per voi un pensiero bello di Paolo VI:
  1.  Te beata, che hai creduto
    La beata Vergine Maria fu certamente illuminata interiormente da un carisma di luce straordinaria…E tuttavia la Madonna ebbe la fede, la quale suppone non l’evidenza diretta della conoscenza, ma l’accettazione della verità per motivo della parola rivelatrice di Dio. «Anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede», dice il Concilio Vaticano II .
    La Madonna santissima vi conforti nella vostra vocazione carmelitana; Ella vi conservi il gusto delle cose spirituali; Ella vi ottenga i carismi delle sante e ardue ascensioni verso la conoscenza del mondo divino e verso le ineffabili esperienze delle sue notti oscure e delle sue luminose giornate; Ella vi dia l’anelito alla santità e alla testimonianza escatologica del regno dei cieli; Ella vi renda esemplari e fraterni nella Chiesa di Dio; Ella infine vi introduca un giorno a quel possesso di Cristo e della sua gloria a cui tutta la vostra vita vuoi essere fin d’ora consacrata.
  2. Maria ci conduce a Cristo .-( Michele di sant’Agostino)
    Non posso passare sotto silenzio  la cordiale devozione, l’amore filiale, l’affetto colmo di tenerezza verso la Madre, degna d’amore, Maria: quei sentimenti sono un mezzo singolare ed efficace per educare a condurre una vita pia in Cristo.  Dirò dunque con l’Apostolo: «Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno». Ma per poterci accostare a questo trono di grazia con fiducia, è necessario conquistare l’amore di Maria verso di noi. Perciò, tu che l’ami come Madre, imitane l’umiltà, la castità, la povertà, la docilità; imitala nell’amore di Dio e del prossimo; in tutte le virtù. A lei affida tutto te stesso. A lei accostati come ad una maestra espertissima, consultala come vergine prudentissima. Comportati, in una sola parola, come un bravo figlio; costaterai per esperienza che essa è madre del bell’amore e della santa speranza.  essa sarà per te una fonte di acqua viva. Nell’ora della tua morte, non sdegnerà di dire che ti è sorella, anzi madre. Allora sarà il momento più bello per te e la tua anima si sentirà viva più che mai, in grazia di lei. Così conducendo nell’ossequio e nel culto di lei una vita devota, meriterai di spirare tranquillo e fiducioso e pio, nell’abbraccio di lei. Tra quelle braccia materne sarai guidato al porto della tua salvezza. Chi ama Maria certamente si salverà.

Davanti alla Madonnina della cappella interna di  S. BIAGIO,

  1. riflettiamo alla nostra debolezza che puo diventare nostra forza… 

 La tua debolezza è la tua forza,

resisti con pazienza,

dei venti contrari mi servirò

per condurti in porto!!!

    

 

2. CANTIAMO A MARIA, GIOVANE DONNA

  • GIOVANE DONNA – attesa dall’umanità; un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui vicino a te voce e silenzio, annuncio di novità. AVE MARIA,
  • Ecco l’ancella che vive della tua Parola libero il cuore perché l’amore trovi casa. Ora l’attesa è densa di preghiera, e l’uomo nuovo è qui, in mezzo a noi.

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15 luglio: memoria di  S. BONAVENTURA 

 

Cari amici, voliamo un pò alto oggi…la fede cristiana ha “prodotto” persone e realtà spirituali davvero grandi che non conosciamo…una di esse è certamente il Santo di oggi. Voglio farvi il dono di una pagina del “CAMMINO VERSO DIO”…io ci capisco poco. Ma si sente un’aria purissima di alta montagna… gustiamocela…  

  • Da «Itinerario della mente a Dio» di san Bonaventura, vescovo La mistica sapienza rivelata mediante lo Spirito Santo
    Cristo è la via e la porta. Cristo è la scala e il veicolo. È «il mistero nascosto da secoli» (Ef 3,9). Chi fissa lo sguardo sul crocifisso Signore mediante la fede, la speranza, la carità, la devozione, l’ammirazione, l’esultanza, la stima, la lode e il giubilo del cuore, fa con lui la Pasqua, cioè il passaggio; attraversa con la verga della croce il Mare Rosso, uscendo dall’Egitto per inoltrarsi nel deserto. Qui gusta la manna nascosta, riposa con Cristo nella tomba come morto esteriormente, ma sente, tuttavia, per quanto lo consenta la condizione di viatori, ciò che in croce fu detto al buon ladrone, tanto vicino a Cristo con l’amore: «Oggi sarai con me nel paradiso!» (Lc 23,43).
    Ma perché questo passaggio sia perfetto, è necessario che, sospesa l’attività intellettuale, ogni affetto del cuore sia integralmente trasformato e trasferito in Dio. È questo un fatto mistico e straordinario che nessuno conosce se non chi lo riceve. Lo riceve solo chi lo desidera, non lo desidera se non colui che viene infiammato dal fuoco dello Spirito Santo, che Cristo ha portato in terra. Ecco perché l’Apostolo afferma che questa mistica sapienza è rivelata dallo Spirito Santo.
    Se poi vuoi sapere come avvenga tutto ciò, interroga la grazia, non la scienza, il desiderio non l’intelletto, il sospiro della preghiera non la brama del leggere, lo sposo non il maestro, Dio non l’uomo, la caligine non la chiarezza, non la luce ma il fuoco che infiamma tutto l’essere e lo inabissa in Dio con la sua soavissima unzione e con gli affetti più ardenti.
    Ora questo fuoco è Dio e questa fornace si trova nella santa Gerusalemme; ed è Cristo che li accende col calore della sua ardentissima passione. Lo può percepire solo colui che dice: L’anima mia ha preferito essere sospesa in croce e le mie ossa hanno prescelto la morte! (cfr. Gb 7,15).  Chi ama tale morte, può vedere Dio, perché rimane pur vero che: «Nessun uomo può vedermi e restar vivo» (Es 33,20). Moriamo dunque ed entriamo in questa caligine; facciamo tacere le sollecitudini, le concupiscenze e le fantasie. Passiamo con Cristo crocifisso, «da questo mondo al Padre», perché, dopo averlo visto, possiamo dire con Filippo «questo ci basta» (Gv 14,8); ascoltiamo con Paolo: «Ti basta la mia grazia» (2Cor 12,9); rallegriamoci con Davide, dicendo: «Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre» (Sal 72,26).

ESPERIENZA DI RISURREZIONE…

(Ronald Stuart Thomas)

Ci sono stati momenti
in cui dopo ore passate in ginocchio
in una chiesa fredda, una pietra è rotolata via
dalla mia mente, e ho guardato dentro e ho visto le vecchie domande giacere
piegate e messe in un angolo a parte, come il mucchio
di panni funebri di un corpo d’amore risorto.

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Ricevo e partecipo questa bella preghiera di Quoist… perché anche in certi momenti in cui la solitudine si fa sentire non dimentichiamo mai che:

  1.  Nessuno è inutile quando cerca d’amare.
  2.  Possiamo fiorire dove ci troviamo: Eccomi qui per fiorire dove la vita mi ha piantata.

 

SIGNORE,  SONO SOLA QUESTA SERA…

  •    L’altro giorno, per caso, ho incontrato una zitella sola e avvilita, di cui avevo più volte sentito parlare. Piccola, insignificante, troppo debole e malaticcia per fare grandi cose, si interessa tuttavia a tutti, ascolta e distribuisce un sorriso così schivo e discreto che non c’è povero o ricco che possa rifiutarglielo. Ho cercato di farle capire che non era affatto inutile, lei, infermiera del mondo, che dal suo cuore sempre nuovo distilla l’amore goccia a goccia nel grande corpo dell’umanità. Molti le devono tutto, ma non lo sanno. E lei ignora che, grazie alla sua silenziosa  testimonianza, dei moribondi sono sopravvissuti. Non la conoscevo a sufficienza, e non ho osato invitarla a pregare. Ma ho pregato per lei e per tutte le zitelle come lei. Ho pregato in suo nome. Forse un giorno le manderò queste righe:  Signore, sono sola questa sera, vestita di grigio, prigioniera tra i muri della mia solita camera…  a disagio nella mia pelle secca come foglia morta.  E la voce profonda si eleva in me:  Che cosa fai, ignorata, abbandonata?   Gli altri sono due, tre e più ancora, perché la loro carne è fiorita. Che cosa fai mentre tanti ti prendono in giro perché ti credono infeconda? Che cosa fai, parassita inutile in questo mondo di lotte  dove combattono sulle barricate quelli che fanno giustizia?
  • Tu non sei sola, dice Gesù, perché ove sei tu   CI SONO IO. Fai tacere la voce che ti tormenta. Fai silenzio. Ascolta! Con te, non mi piacciono i limiti della tua camera i limiti del tuo corpo, i limiti della tua vita. Devi lottare con tutte le tue forze contro di essi. Ma non dimenticare mai che, quali che siano questi limiti, il tuo cuore è immenso, e la sua sorgente feconda.  Nessuno è inutile quando cerca d’amare. Guarda  Mia Madre, anche Lei era sola e schernita… Eppure, senti quel che ti dico: con me ha salvato il mondo!
  • –          Ma era Tua Madre –          E tu sei mia sorella. –          Ma se mi trovassi altrove… –          Io sono altrove per altri, ma sono qui per te. Eccomi, Signore, tra i muri, nella mia pelle, nella mia vita Seme interrato – Lievito nascosto. Eccomi qui per fiorire dove la vita mi ha piantata. Perché pensare ad altre terre? Niente può germogliare nel vento del mio sogno?  ( Michel Quoist )

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Cari amici, stamattina mi sono svegliato con un senso di gratitudine al Signore per la bella Messa in suffragio di D. Dario celebrata ieri sera con tanta gente partecipe e commossa… e un sentimento di forte e santa indignazione verso persone capaci di compiere le ingiustizie più crudeli verso persone povere e indifese…. non è certo una novità ma ieri ne ho avuto amara conferma in una telefonata che ho ricevuto…mi ha fatto tanto male…e questa mattina apro il Breviario e che ti leggo?

La pagina bella e tremenda del Profeta Elia che affronta  senza paura chi fa violenza ai poveri…ho pensato di farvene partecipi. Non è una pagina proprio da…ombrellone ma qualche volta ci fa proprio bene. A svegliarci da un certo torpore morale e spirituale. I poveri non si toccano…Buona lettura.

  • Dal primo libro dei re 21, 1-21. 27-29: Elia, il difensore della giustizia verso i poveri
    In quel tempo avvenne il seguente episodio. Nabot di Izreel possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l’eredità dei miei padri». Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreel, che aveva affermato: «Non ti cederò l’eredità dei miei padri». Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non volle mangiare. Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: «Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreel: Cedimi la tua vigna per denaro o, se preferisci, te la cambierò con un’altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederò la mia vigna!». Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreel». Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l’accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia». Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedite. Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo. Quindi mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è stato lapidato ed è morto». Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: «Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreel, il quale ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreel a prenderla in possesso. Allora il Signore disse a Elia il Tisbita: «Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso. Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue». Acab disse a Elia: «Mi hai dunque colto in fallo, o mio nemico!». Quegli soggiunse: «Sì, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. Ecco ti farò piombare addosso una sciagura; ti spazzerò via. Sterminerò, nella casa di Acab, ogni maschio, schiavo o libero in Israele». 

MA ANCHE I CATTIVI POSSONO RAVVEDERSI??!!

Quando sentì tali parole, Acab si strappò le vesti, indossò un sacco sulla carne e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa. Il Signore disse a Elia, il Tisbita: «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò piombare la sciagura durante la sua vita, ma la farò scendere sulla sua casa durante la vita del figlio».
 
Responsorio
   Lavate le vostre mani, peccatori; purificate i vostri cuori, uomini irresoluti. * Fate lutto e piangete, umiliatevi davanti al Signore. V. Avete condannato e ucciso il giusto, ed egli non può opporre resistenza:
R. fate lutto e piangete, umiliatevi davanti al Signore

CFR. MT. 25: “QUALUNQUE COSA AVRETE FATTO AL PIU’ PICCOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI…L’AVETE FATTO A ME” – GESU’

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Cari amici, per una 10.na di giorni ho avuto problemi col sito…e non ho potuto mantenere la promessa fatta di inviarvi qualcosa dei contenuti degli esercizi spirituali sull’APOCALISSE… RIMEDIO  oggi RICORDANDOVI INNANZITUTTO CHE DOMANI QUI A  S. BIAGIO RICORDIAMO D. DARIO  A UN MESE PRECISO DALLA SUA MORTE CON UNA S. MESSA CELEBRATA ALLE ORE  18.30

VIENI SERVO BUONO E FEDELE…

+TRIGESIMA DON DARIO

 CARI AMICI, Vi invito a unirvi al nostro ricordo di DON DARIO nella S. Messa delle ore 18.30…ecco IL FOGLIETTO  PER LA CELEBRAZIONE

D. DARIO MESSA DI TRIGESIMADEF

  1. QUANDO BUSSERÒ ALLA TUA PORTA, avrò fatto tanta strada,  avrò piedi stanchi e nudi, avrò mani bianche e pure (2v)
  2. Quando busserò alla tua porta avrò frutti da portare,    avrò ceste di dolore,  avrò grappoli d’amore (2v)
  3. Quando busserò alla tua porta, avrò amato tanta gente,  avrò amici da ritrovare  e nemici per cui pregare (2v)  o mio Signore (2v)

 

  •  IO CREDO, RISORGERÒ,  QUESTO MIO CORPO VEDRÀ IL SALVATORE.
  • 

  1.  Prima che io nascessi, mio Dio, tu mi conosci, ricordati Signore,  che l’uomo è come l’erba come il fiore del campo.
  2.  Padre che mi hai formato a immagine del tuo volto conserva in me, Signore, il segno della tua gloria  che risplenda in eterno.
  3.  Cristo mio Redentore, risorto nella luce, io spero in te Signore, hai vinto, mi hai liberato,  dalle tenebre eterne.
  4.  Spirito della vita, che abiti nel mio cuore, rimani in me, Signore, rimani oltre la morte per i secoli eterni

 

  • SE  MI  AMI NON  PIANGERE ! Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio, nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto!  Mi è rimasto l’amore di te, una tenerezza dilatata  che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore infinito. Non piangere se veramente mi ami ! (S. Agostino)

 

  • PENSIERI DI SPERANZA TRATTI DALL’APOCALISSE.
  1. QUELLA SUA MANO SULLA NOSTRA SPALLA CI TOGLIE OGNI PAURA E CI DA SICUREZZA NEL CAMMINO…Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi.
  2. APRIAMOGLI LA PORTA QUANDO BUSSA … ALL’ANGELO DELLA CHIESA DI LAODICÈA SCRIVI: Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della  creazione di Dio: 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né  caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei  cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Io tutti  quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e  ravvediti. 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia  voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.  21 Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho  vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha  orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
  3. LUI  ASCIUGHERA’ LE NOSTRE LACRIME …:“Essi sono coloro che sono passati attraverso la  grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide  col sangue dell’Agnello.  Per questo stanno davanti al trono di Dio e  gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che  siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.   Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta , perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima  dai loro occhi”.
  • ESPERIENZE DI DIO:
  1. ETTY HILLESUM Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte. Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano le strada per la campagna: Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci nulla, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, possono provarci di qualche bene materiale e di un po’ di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: Dobbiamo pregare di tutto cuore che succeda qualcosa di buono. Infatti, se il nostro odio ci fa degenerare in bestie come lo sono loro, non servirà a nulla.    L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi e anche l’unica che veramente conti è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Sì mio Dio sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali. Io non chiamo in causa la tua responsabilità…tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.
  2. DON ORIONE e le sue “esperienze” del Signore… Ieri mi trovavo nella camera di un buon prete e là mi cadde lo sguardo su queste parole: Dio solo! Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quelle di ieri, e sopra il turbinio di tante angosce, e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo: Dio solo!, anima sconsolata, Dio solo! E mi pareva che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e mi invitasse a salire in alto, a confidare a Dio i miei dolori e a pregare. Che silenzio dolce e pieno di pace! e nel silenzio andavo ripetendo tra me Dio solo! E allora vidi dietro di me la ragione delle pene presenti: vidi che invece di cercare nel mio lavoro di piacere a Dio solo! era da anni che andavo mendicando la lode degli uomini, ed ero in una continua ricerca, in un continuo affanno di qualcuno che mi potesse vedere, apprezzare, applaudire, e conchiusi tra me: bisogna cominciare vita nuova anche qui: lavorare cercando Dio solo!

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Domenica 3 luglio 2011:  dal vangelo Mt 11,25-30.


In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.  Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.  Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

  • Il 3 luglio è data importante per Don Orione e i suoi figli…IL PERCHE’ CE LO SPIEGA LO STESSO DON ORIONE  in una memorabile lettera scritta da Buenos Aires, il 3 luglio 1936  (L78)
  •  Cari miei Figliuoli in Gesù Cristo, Oggi è il tre luglio! – Che bella data! Grande data quest’oggi per me, o miei cari! Quanti anni sono passati da quel 3 luglio; ma il ricordo mi sta ancor vivo dinanzi, come fosse ieri.   Ero chierico e custode del duomo: I ragazzi e giovanetti che mi si serravano attorno erano tanti, alcune centinaia: ce n’erano delle elementari, delle tecniche, del ginnasio e un bel gruppo che già lavorava. Non si potevano più tenere: non capivano più nella mia cameretta, là in alto, sul voltone del duomo, l’ultima: non si potevano tenere in cattedrale, perché correvano su e giù, da tutte le parti, non ci stavano più.   E c’era chi borbottava, chi faceva della critica, chi rideva e derideva e chi dava del pazzo fin da allora…C’erano, però, anche dei Canonici degnissimi…soprattutto il Vescovo, il quale era molto contento che si raccogliessero quei ragazzi e si facesse un Oratorio Festivo in Tortona.   E diede il suo stesso giardino e parecchie stanze del Palazzo Vescovile. Fu il primo Oratorio che si aprisse in Diocesi, e fu nella casa dello stesso Vescovo. La inaugurazione si fece il 3 luglio, e fu solenne, presente Sua Ecc.za Mons. Bandi, Mons. Daffra…
  •   C’era molta gente, moltissimi ragazzi. L’inaugurazione si fece nel giardino stesso dell’Episcopio: qualche domenica dopo, tutto era ridotto a cortile.   Mons. Bandi fece un bel discorso: si sentiva che le parole gli uscivano dal cuore. L’Oratorio si chiamò: « Oratorio festivo S. Luigi ».   La Piccola Opera della Divina Provvidenza, nata da quel primo Oratorio festivo, e la primizia di quei ragazzi, già era stata offerta e, direi, consacrata al Signore, ai piedi del Crocifisso che ora sta al santuario, durante la settimana precedente.

  •   Cari miei figli, ho voluto, oggi 3 luglio, ricordarvi quel primo Oratorio e quella prima fatica, non solo perché mi aiutiate a dar grazia al Signore, ma perché riflettiate bene che la Piccola nostra Congregazione è nata da un Oratorio Festivo: un Oratorio di giovanetti è stata la pietra angolare della nostra Istituzione.   E la SS. Vergine, in momenti, allora, di grande afflizione e di viva persecuzione, maternamente si degnò prendere fin d’allora, sotto il suo manto celeste, non solo l’Oratorio – del quale avevo posta in Sue mani la chiave – , ma tutta la moltitudine, senza fine, dei Figli della Divina Provvidenza che sarebbero venuti poi, di ogni genere e colore.

 Che bella pagina di pastorale giovanile…D. Orione ci conceda di imitarne lo zelo e la sapienza educativa…

NB. INIZIA QUESTA SERA IL CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI SU: APOCALISSE, MESSAGGIO DI SPERANZA

Una preghiera…buona domenica

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 Sabato 02 Luglio 2011: IL CUORE IMMACOLATO della B.V.M.

Vangelo del giorno: lc 2, 41-51.
I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.
E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».  Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

  

  

Ora Gesù è vivente in Maria e fa come parte di lei, e il cuore di Gesù è vicinissimo al cuore di Maria. Ora Maria è vivente in Gesù e Gesù è il suo tutto ; e il cuore di Maria è vicinissimo al cuore di Gesù e vi fa scorrere la vita ; ora sembra Gesù e Maria siano una cosa sola e vivente sulla terra. Il cuore dell’uno vive e  respira  solo per l’altro.O cuore di Gesù vivente in Maria e per Maria ! O cuore di Maria vivente in Gesù e per Gesù ! O legame delizioso fra questi due cuori ! Il cuore della Vergine è il primo altare sul quale Gesù ha offerto il suo cuore, il suo corpo, il suo spirito come ostia di lode perpetua, e dove Gesù offre il suo primo sacrificio e fa la sua prima oblazione di se stesso…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

  
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  • Pensando alle mamme in attesa… e ai genitori  che stanno tribolando con figli adolescenti. Fanno fatica a capirli…anche Giuseppe e Maria fecero fatica… Ma essi non compresero le sue parole… Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

  •  

    1° LUGLIO :

     FESTA DEL S. CUORE DI GESU’

    O Gesù redentore, immagine del Padre,
    luce d’eterna luce, accogli il nostro canto.

    Per radunare i popoli nel patto dell’amore,
    distendi le tue braccia sul legno della croce.

     Dal tuo fianco squarciato effondi sull’altare
    i misteri pasquali della nostra salvezza.

    • Qual è lo scopo di questa festa? 

    Ricordare agli uomini, sotto l’eloquente simbolo del cuore, il messaggio fondamentale del vangelo: Dio è amore.

     Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi, e io vi farò riposare.
     Io sono mite ed umile di cuore:
     

    IMPARATE DA ME…

    Invocazioni
    Rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera a Gesù mite e umile di cuore:
    Mostraci, o Signore, la tua misericordia.

    Gesù, in cui dimora la pienezza della divinità,
    – fa’ che partecipiamo alla tua vita immortale.

    Gesù, Figlio prediletto, nel quale il Padre ha riposto la sua compiacenza,
    – fa’ che ascoltiamo la tua parola e la testimoniamo con la coerenza della vita.

    Gesù, dalla cui pienezza riceviamo ogni bene,
    – riversa su di noi la grazia e la verità del Padre.

    Gesù, fonte di vita e di santità,
    – rinnovaci e santificaci nel tuo amore. 

    O Padre, che nel cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni. Per il nostro Signore.

    • Cardinal Pierre de Bérulle (1575-1629), teologo, « Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore »
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    7 comments

    1. …vorrei dire parole che scaldino il cuore per amare meglio la Chiesa, che si dovrebbe amare con lo stesso trasporto di una mamma che la si scopre non sempre casta. Rimane mamma, se ci crediamo, altrimenti è un altro discorso. La tua preghiera non sarà utile, ma indispensabile…

    2. Valter, al di là del contesto (di Radio Maria…del resto molto secondario)
      scrivi una frase che mi colpisce: …può rischiare di far del male alla Chiesa.
      Complimenti Valter, perché in un tempo in cui tutti siamo autorizzati a parlare male di tutto e di tutti e per essere originali e “moderni” (e aumentare l’audience?…) ci mettiamo volentieri una bella spruzzatina di
      veleno contro la Chiesa, tu hai il CORAGGIO DI METTERE TRA I CRITERI DI DISCERNIMENTO del nostro parlare e operare, anche quello del rischio di far male alla Chiesa ( cioè a noi stessi!!! cfr 1Cor 3,16ss: se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui, perché santo è il tempio di Dio CHE
      SIETE VOI!)…) E’ la prima volta che lo sento dire in modo così esplicito….Gli esercizi spirituali hanno portato davvero frutto. dv

    3. Veloce meditazione post-esercizi di uno dei tanti argomenti trattati.In questi anni, nel passaggio da ateo a “sperante”, di riflessioni su Dio,
      ne ho fatte e ascoltate tante. L’amore del e per il prossimo è stato l’aiuto più grande. Il dare senso alla vita e alla morte uno stimolo forte.Ok. In tutto questo una figura, grande assente sicuramente è stata Maria,
      quasi che in lei si incarnassero più stereoptipi di devozionismo e
      bigottismo, da farle incarnare solo una parte conservatrice e puerile della
      chiesa più che il Figlio in cui crediamo o tentiamo di credere.In questo, malgrado qualche lettura di don Oreste e Tonino Bello, non mi sono mai sentito molto aiutato. E non è colpa di nessuno perché in questo
      sentimento poco mariano mi sono forse sentito “stupidamente” benissimo… un
      po’ di sinistra, direbbe Giorgio Gaber.
      Devo però dire che non mi sono mai sentito a mio agio verso una critica che
      in certi casi mi pare rischi di buttare non l’acqua, ma Maria col bambino. Anche l’accanimento verso Radio Maria, se non contestualizzato a certe prese
      di posizione politiche, può rischiare di essere esagerata e far del male
      alla Chiesa. Quante volte, ascoltandola ho ritenuto banali e stupide le domande che venivano poste dagli ascoltatori. Eppure erano le stesse che ci poneva don Giorgio e che mi hanno fatto sentire nella mia ignoranza, nudo come Adamo dopo che se ne accorto.
      E così in questi giorni sono venuto a scoprire che senza di Maria, senza un
      recupero reale, profondo e sincero, la nostra fede non solo è monca, ma rischia di non essere. La nostra fede pretende che siano diverse le cose da non spezzare, l’unica è
      il pane:
      – non spezzare Dio per non dimenticare una parte della Trinità
      – non spezzare la divinità e l’umanità di Cristo per non dimenticare l’uomo
      e la Carità.
      – non spezzare l’Eucarestia dalla Parola.
      – non spezzare la Madre dal Figlio, non solo per ridare all’umanità la completezza della donna, ma perché è così che si può avere una chiave
      interpretativa delle scritture e soprattutto del divino e dell’umano.Mi era venuto quasi in mente di fare una proposta per i prossimi tempi: dedicare un anno di biblico a Maria. Ma ho paura che venga interpretata o sentita più come una penitenza, che come un dono.

      Affettuosamente
      WVT

    4. Solitudine. Penso che ciascuno di noi abbia la “sua”..,data dai “propri muri e dalla propria pelle”, da situazioni, da rapporti sbagliati anche con se stesso.. ma, qualunque essa sia,ci ferisce profondamente e diventa prepotente tentazione che tende a tirarci in basso. E’qualche giorno che stò cercando di guardare, nel giusto modo, la “mia”, provando anche ad andare “oltre”, perchè fissarla vorrebbe dire lasciare che vinca lei.
      Credo, in questo percorso,di aver segnato un punto a mio favore nel volerla vedere quel “seme interrato” che ci fa sentire il freddo e il buio della terra ma che , col suo farci crescere, può diventare, se non altro, piccola piantina. Ma oggi parole di sito mi fanno capire di più : mi fanno capire quanto ,del modo con cui combatto e vivo anche questi miei momenti di solitudine , ne risentono gli altri ,chi mi stà attorno e ai quali io “devo” dare . Non è “solo” un discorso con me stessa! E mi fanno capire che anche in questi miei momenti LUI vuole entrare, LUI c’è e io devo aprirGli la porta…
      Non è “solo” un discorso con me stessa..

      Grazie,dv

    5. “Che bella data !”,e poi don Orione la chiama anche, in modo profondo e grande,”la prima fatica”.. Sì ,ci sono DATE che è bello ricordare e farlo ci regala forza. A volte succede che,una tra le altre,diventa “la data della nostra vita”, quella che ne ha segnato la svolta : prima la schiavitù, il panico, le bugie, dopoInvece la libertà,la vita, il bisogno e la consapevolezza di Lui. Possiamo essere alberi storti, piante velenose per noi stesse e per gli altri, possiamo essere caduti nel fango più maleodorante, ma Lui vuole regalarcela una svolta..una data! Ci chiede solo di non arrenderci all’ albero storto che siamo, di non addormentarci nel nostro fango,..ci chiede di voler essere quella piccola goccia di acqua nel calice del Suo vino.. ,ci chiede un passettino con quella poca volontà che ancora ci resta e la forza di chiedere aiuto ..poi ci regala la Vita, poi ci prende per mano e ci porta sulle Sue spalle!!
      Ci sono CHIAVI che ci teniamo in tasca , le teniamo ben strette e cucite nelle nostre mani perchè ci fanno sentire stupidamente sicuri e padroni delle nostre illusorie “uscite di sicurezza”… Ma, solo quando,lasciamo che Lui vinca le nostre resistenze e le mettiamo nelle Sue mani (siano esse di Cristo o di Maria ), allora ci accorgiamo che solo in quel momento e con il coraggio e le lacrime di quel gesto, siamo vivi ..vivi e liberi.
      Ci sono “date” , ci sono “chiavi” che diventano pane e strada…

    6. QUOTIDIANITA’ ED EUCARISTIA…
      A volte mi chiedo come possa essere vissuto in pienezza il rapporto con Dio, con la memoria di Gesù fatta pane, corpo e sacrificio se i figli della modernità e del presunto progresso faticano o addirittura arrancano nel costruire relazioni consistenti e durature. Basta considerare il proprio piccolo circuito di conoscenze e di amicizie per accorgersi e per verificare una scarsa disponibilità all’ascolto, a quello vero, che entra nei sentimenti e nelle emozioni, che partecipa, che si dona, che comprende, che condivide, che cerca significati. Piuttosto, dopo che ci si è dedicati a un ascolto consapevole e profondo … quando si tenta o si ha bisogno di fare un accenno a sé, a un problema personale, a una situazione che si sta attraversando, capita sovente di non ricevere un ascolto altrettanto coinvolto e disponibile, di riscontrare distrazione, segnali di chiusura o di noia. …perché i troppi impegni depistano e separano, perché gli interessi vertono altrove o perché si va di fretta, ci si concentra sull’effimero, sul provvisorio. Così facendo, non ci si preoccupa di trovare il tempo per vivere davvero. A volte ho l’impressione che persino l’amore sia diventato un oggetto, un mezzo ad uso e consumo personale, come se ciascuno pretendesse che la propria idea di amore debba valere in generale, come se il bisogno d’amore riguardasse quello da ricevere e non da dare… A volte mi chiedo che cosa resti della vita se le quotidianità diventano briciole, avanzi di un pranzo divorato per abitudine e magari di corsa… Le quotidianità non sono annotazioni da calendario, arrivismi, vuoti a rendere; piuttosto sono irripetibili occasioni di incontro, di scoperta e di maturità, sono gli endecasillabi di una poesia, ricordi, avvicinamenti a Dio e agli altri, sono offerte, doni, Messe … SONO EUCARISTIA !

    7. LE PAROLE DI DON MAZZOLARI
      “…E si va soli … soli senza illusione. Soli, fra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora … Soli, fra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna …”
      DA UN SACERDOTE CI SI ASPETTA sempre qualcosa, possibilmente di buono, e spesso non ci si accorge che la propria pretesa, la propria richiesta, la propria esigenza del momento, associata a tutte le altre e sommata ai momenti di tutti gli altri, lo depriva di energie, di tempo e di pazienza. Si vuole essere capiti da un prete, ma non sempre ci si pone nelle condizioni e nella disposizione d’animo di capirlo. A lungo andare la disponibilità di un sacerdote, qualora sia piena, approfondita e partecipe, rischia di diventare fatica, dimenticanza di sé, stanchezza. E’ pur vero che, con la sua missione, si fa servo, ma non si dovrebbe abusare dell’offerta che dà di sé e renderlo addirittura schiavo! E’ capitato che mi sia chiesta che cosa provi un prete quando arriva la sera, quando entra nella propria stanza dopo aver chiuso la porta. L’idea che, umanamente, trovi solitudine e, a tratti, smarrimento, mi mette tristezza. La concretezza e il benessere tangibile di un’accoglienza, di una cura, di un ascolto, di uno sguardo rappresentano quasi un diritto! Penso che il rapporto di un prete con la propria solitudine sia un combattimento interiore, una sorta di contraddizione, una prova (necessaria?) di fede. I.TE

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