“ PANINO  … DOC ”

APOCALISSE: PAURA O SPERANZA?

 Cari Amici, S. GIOVANNI anche oggi collegato con noi online da Efeso…

“…Verso la fine della vita di Gesù, stavamo andando a Gerusalemme…. quando Gesù venne fuori un’altra volta con un discorso strano sulla sua prossima fine dolorosa. La cosa  non ci era piaciuta affatto. Gesù se ne accorse e una  mattina… ”prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e  li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli.” Giunti sulla cima,  mentre stavamo ammirando lo stupendo panorama, mi accorsi che  poco a poco… le sue vesti divennero splendenti,  bianchissime. Quante volte avevo ammirato il bianco bucato fatto dalla mamma. Ma questa volta le vesti splendevano di un bianco “diverso”: “Nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così  bianche” …..

  Giungemmo a Gerusalemme per la festa di Pasqua e Gesù volle usare ancora una delicatezza con me: mi mandò insieme a Pietro a fare i preparativi per la festa .“Andate  a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare”. Un signore  ci mise a disposizione una bella sala. Mi riservai il posto accanto a Lui, anche quella sera. Soprattutto quella sera. Perché sentivo nell’aria un’atmosfera densa di mistero. Quando fummo a mensa… “Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio,  se lo cinse attorno alla vita.  Poi versò dell’acqua nel catino e  cominciò a lavare i piedi dei discepoli”. Che sensazione, mio Dio, vederlo in ginocchio davanti a me. A lavarmi i piedi e ad asciugarli amorevolmente. Alla fine ci raccomandò di volerci bene tra noi : ”Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho  fatto io, facciate anche voi”. Subito però si fece triste e ci confidò il segreto che si portava in cuore da  tempo “Gesù si commosse profondamente e dichiarò:   “In verità, in verità vi dico: UNO DI VOI MI TRADIRÀ”. Rimanemmo senza fiato. Pietro mi fece cenno di chiedergli chi fosse colui che lo avrebbe tradito. Mi feci coraggio : “CHI È SIGNORE?”  Gesù stava per rispondermi, quando notai Giuda alzarsi, furtivo, da tavola e uscire di scatto. ”ED ERA NOTTE”.  Davvero la notte era scesa nel suo cuore. Un velo di profonda tristezza ci avvolse… Gesù fece di tutto per confortarci:  ”Non sia turbato il vostro cuore…vi lascio la pace, vi do la mia paceCi rivelò la sua intimità col Padre,  come non aveva mai fatto prima e ci chiamò amici: “VI HO CHIAMATO AMICI PERCHÉ  TUTTO CIÒ  CHE HO UDITO DAL PADRE L’HO FATTO CONOSCERE A VOI. Dopo poco ci ritrovammo nell’orto del Getsemani… Ricordo che stava  a pochi metri da me, in ginocchio per terra, immerso nella preghiera e prostrato dal dolore . Ad un certo punto si avvicinò a  noi, mezzo addormentati,  e ci confidò l’angoscia che lo divorava: LA MIA ANIMA È TRISTE FINO ALLA MORTE. RESTATE QUI  E VEGLIATE” All’improvviso le cose precipitarono: l’arresto di Gesù. L’abbandono e la fuga vergognosa di tutti noi. ”Allora tutti i discepoli abbandonatolo, fuggirono. Al mattino, seppi che era stato condannato e che già si stavano facendo i preparativi per l’esecuzione Mi unii, smarrito e confuso,  a un piccolo corteo di donne fedeli che  si dirigevano verso il Golgota. Ci stringemmo accanto a Maria, impietrita dal dolore. Lo sguardo fisso al Figlio spogliato, inchiodato, innalzato sulla Croce. ”Stavano presso la croce di Gesù SUA MADRE, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala        E Gesù morente  si mise a invocare il perdono del Padre sui suoi crocifissori: “PADRE,  PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”. Quale lezione per me che avevo invocato il fuoco dal cielo sugli abitanti di Samaria. Ad un tratto in un supremo sforzo Gesù si rivolse con parole soffocate a sua Madre: “DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO!”.  e a me mormorò: ”ECCO TUA MADRE”. Tesoro più prezioso non poteva lasciarmi. Da quel momento davvero lei fu la mia mamma e io, suo figlio e suo trepido custode: ”E DA QUEL MOMENTO IL DISCEPOLO LA PRESE NELLA SUA CASA”. Dopo quei tremendi giorni, alcuni di noi tornarono in Galilea. Eravamo solo in 7 quel giorno. Facevamo fatica, senza di Lui, a stare tutti uniti. Pietro ci invitò ad andare a pescare… Ma quella notte non prendemmo nulla. Stavamo tornando a riva, stanchi e sconsolati, quando scorgemmo un signore sulla riva che ci chiese premurosamente: “Figlioli, non  avete nulla da mangiare?”. Alla nostra risposta negativa, ci invitò a gettare le reti sulla parte destra della barca. Un comando ridicolo per noi esperti di pesca. Ma gli obbedimmo. Ed ecco la rete piena di pesci… Guardammo tutti verso quello strano signore che passeggiava sulla riva …Ricordo che un fremito mi percorse la vita. Sentii che era Lui! Lo gridai pieno di gioia ai miei compagni “E’ IL SIGNORE!”  Ancora una volta potevo costatare la sua premura nel venirci incontro nei momenti di difficoltà. E questa volta lo faceva con sfumature materne: ci aveva acceso il fuoco, di mattino presto,  per prepararci  la colazione, come fa  una mamma con i suoi figlioli. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce  sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un pò del pesce che  avete preso or ora”. Dunque era vivo. Era davvero risorto.  Era con noi. Per sempre . Non dimenticherò mai quella “colazione” che ad un certo punto prese toni che mi fecero ricordare l’ultima Cena con lui: Gesù disse loro: Venite a mangiare” Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così  pure il pesce”. Queste sue delicatezze mi stavano cambiando dentro. Stavo capendo che alla fine solo l’amore conta e vince…Anche a Pietro in quella stessa occasione, chiese  una triplice testimonianza di sincero amore: “SIMONE DI  GIOVANNI, MI VUOI BENE?”  Pasci le mie pecorelle. Ripeto, sono passati 60 anni da quel giorno. E mi convinco sempre più che l’amore è il cuore di tutto quello che abbiamo vissuto e che ha cambiato il mondo. “Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo”  Veramente mi ha cambiato il suo amore. Il suo amore soltanto, cambierà il mondo.                                                  Giovanni, il discepolo che Gesù amava. 

DON ORIONE:                                      “Carità! Carità! Carità!”.  È la carità, o miei cari,  e solo la carità  che salverà il mondo”

 CARI AMICI, Ora che conosciamo qualcosa di GIOVANNI EVANGELISTA, il suo temperamento, la sua esperienza con Gesù… la sua convivenza con Maria… Possiamo osare di aprire  Il misterioso libro dell’Apocalisse. Per rispondere alla domanda di sempre davanti al mistero della vita e della morte: PAURA O SPERANZA?    A domani… Per rispondere a un’altra difficile  domanda: SIAMO  FOGLIE O… SEMI? Ambedue cadono per terra e …marciscono. Con quale differenza?

—————————————————————–

donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *