“ PANINO  … DOC ”

APOCALISSE: PAURA O SPERANZA?

 CARI AMICI, ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico…In questi ultimi  giorni la Chiesa ci propone la lettura di alcuni brani dell’APOCALISSE… Libro difficile, misterioso  e…splendido.   Ho pensato di rileggerne con voi qualche brano che ci aiuti a comprendere e a vivere questo tempo di attesa… Sono sincero.I  primi destinatari di questo “PANINO… DOC” sono i seminaristi del “TEOLOGICO DON ORIONE DI ROMA”. Ma  tranquilli. Non ha controindicazioni… Potrà fare bene anche a tutti noi  E’ un PANINO DOC: di origine controllata!  Ma bisogna  cominciare proprio da qui. Dalla Provenienza… Da dove viene questo libro splendido e misterioso?. CHI  È L’AUTORE? Possiamo fidarci?… Mentre mi ponevo queste lecite (… obbligatorie!)  domande,  mi sono ricordato che qualche anno fa l’Autore S. GIOVANNI EVANGELISTA, si era collegato col modesto sito di Fano e mi aveva confidato qualche prezioso dettaglio della sua vita.. Ecco qualche passaggio della nostra conversazione…” ONLINE” DA EFESO…

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Sono vecchio, ormai. Spesso mi guardo attorno e vedo che sono rimasto solo. Tutti i  miei compagni, Pietro, Andrea, mio fratello Giacomo, tutti, se ne sono andati con Gesù… mi è di conforto stare con i  cristiani della comunità qui a Efeso.  Ogni giorno mi chiedono di raccontare loro qualcosa di Gesù. E vi confesso mi è dolce abbandonarmi ai ricordi …Mi dicono che parlo sempre del comandamento dell’amore, lasciatoci dal Signore…. Ma sapete come siamo noi anziani:  ripetiamo sempre le stesse cose. D’altra parte come si fa a tenersi per sé una esperienza come quella che abbiamo fatto con Lui?: Ciò che noi abbiamo udito, ciò che  noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita …noi lo annunziamo anche a voi. (1Gv 1,1) Ricordo ancora, dopo 60 anni, l’ora esatta del mio primo incontro con Lui. Erano circa le quattro del pomeriggio”  E quelle sue prime parole che mi scavarono nell’anima “CHE CERCATE?” e l’invito  a fare un’esperienza con Lui: “VENITE E VEDETE” Un’esperienza di  poche ore  che mi cambiò la vita. Ne parlai subito a mio fratello Giacomo… Qualche giorno dopo, mentre eravamo al lavoro,  Lui ripassò. Ci chiamò. Irresistibilmente. Ed essi, lasciato il  loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Ero il più giovane dei discepoli . Forse per questo tutti mi volevano bene . Ma soprattutto mi voleva bene Lui, Gesù. Se ne erano accorti tutti, tanto che i miei compagni hanno cominciato a chiamarmi: “IL DISCEPOLO CHE  GESÙ AMAVA”    Devo ammetterlo, era un po’ vero. E spesso approfittando di questo,  riuscivo a stargli anche fisicamente  vicino e a carpirgli qualche sguardo più intenso che mi allargava il cuore. Altre volte ho condiviso questa fortuna con Pietro e mio fratello Giacomo,. Ricordo in particolare quando ci ha portati con sé in casa di Giairo, il capo della sinagoga a cui era morta la figlioletta di 12 anni…Non  permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni,  fratello di Giacomo. Entrammo in casa… La gente attorno piangeva disperata… Gesù mandò via tutti dicendo una frase un po’ strana “La bambina non è  morta, ma dorme”. Era la prima volta che vedevo una ragazzina di soli 12 anni, morta! Gesù le si avvicinò, la prese per mano e gridò forte: Talità Kum, fanciulla alzatiLa vidi riaprire gli occhi, come svegliandosi da un sonno profondo. Gesù le sorrise, come sapeva sorridere Lui, e le chiese se …aveva fame! La fanciulla, scendendo dal lettuccio, rispose di si. Mentre la riconsegnava, viva, ai  suoi genitori “Gesù ordinò di darle da mangiareEra la prima volta che costatavo  così da vicino la bontà del Signore. Mi fece tanta impressione. Anche perché,  a quel tempo ero tutt’altro che mite e umile di cuore .Quanta pazienza di Gesù nel correggere la impulsività mia e di mio fratello. Ci aveva appioppato anche un nomignolo: ci chiamava  Boanèrghes, cioè figli del tuono. Eravamo per le soluzioni radicali. Un giorno, passando per un villaggio della Samaria, avevamo invocato il fuoco sugli abitanti che non ci avevano accolti:  “Signore, vuoi che  diciamo che  scenda un fuoco dal cielo e li consumi ?”. Un’altra volta,( mi vergogno perfino a ricordarlo!) mentre salivamo a Gerusalemme e Gesù ci stava parlando del suo destino di umiliazione e di morte, io e mio fratello sfacciatamente ci siamo fatti  avanti e gli abbiamo chiesto: “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra” Questo scatenò ovviamente la gelosia degli altri: All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e  Giovanni. Eravamo tutti tanto meschini. E Gesù continuava con pazienza a educarci all’umiltà e alla reciproca tolleranza.

…Fermiamoci qui per oggi…Anche perché mentre scrivo queste righe, ricevo la notizia della morte, in Belgio,  di un mio carissimo Nipote… emigrato bambino  in Belgio con la famiglia negli anni 50 del secolo scorso… E allora, pur tra le lacrime, “PAURA O SPERANZA?”  diventa la domanda perennemente  attuale…  Una preghiera a vicenda…dv  ——————————————————————————-

donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

One comment

  1. SE MI AMI NON PIANGERE (S. Agostino)

    “Se mi ami non piangere!
    Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
    se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
    e in questa luce che tutto investe e penetra,
    tu non piangeresti se mi ami.

    Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
    dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
    Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.
    Mi è rimasto l’affetto per te:
    una tenerezza che non ho mai conosciuto.

    Sono felice di averti incontrato nel tempo,
    anche se tutto era allora così fugace e limitato.
    Ora l’amore che mi stringe profondamente a te è gioia pura e senza tramonto.

    Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
    tu pensami così!
    Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
    pensa a questa meravigliosa casa dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
    nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
    Non piangere più, se veramente mi ami!”

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