11 Febbraio 2021     MADONNA DI LOURDES – GIORNATA DEL MALATO

  • Cari Amici, ho avuto la grazia  di andare diverse volte a Lourdes, in treno. SI, IN TRENO  Accompagnando gli ammalati… è la forma che fraternamente mi permetto consigliare a tutti. Andare a Lourdes solo da… turisti, sarebbe sciuparne il messaggio.  GIÀ LA MESSA IN TRENO… confessando ammalati e personale. E la benedizione eucaristica in quella immensa “esplanade” di dolore e di pace, confortando o ascoltando malati che ti confidano di non essere venuti a chiedere la grazia per se ma per… l’ammalato della carrozzella accanto… e la  PROCESSIONE AUX FLAMBEAUX    la sera… e le soste notturne davanti alla grotta, per dire alla Mamma celeste le gioie e le pene più segrete … e la sensazione interiore  che in quella ruvida grotta…  IL CIELO SI E’ DAVVERO “APERTO”  per confidare grandi cose a una povera fanciulla andata a raccogliere un pò di legna lungo il torrente… Si tutte grazie di Maria. Grazie che mi hanno segnato… E allora ogni 11 Febbraio viene spontaneo ringraziare e condividere con voi qualcosa di bello.  
  • RILEGGIAMO LA LETTERA DI BERNADETTE in cui racconta ciò che  le è successo quel giorno… a P. Gondrand, a. 1861)       UNA SIGNORA MI HA PARLATOUn giorno, recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta.   Vidi una Signora rivestita di vesti candide. Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d’oro, che era dello stesso colore della corona del rosario. A quella vista mi stropicciai gli occhi, credendo a un abbaglio.  Misi le mani in grembo, dove trovai la  mia corona del rosario. Volli anche farmi il segno della croce sulla fronte, ma non riuscii ad alzare la mano, che mi cadde. Avendo quella Signora fatto il segno della croce, anch’io, pur con mano tremante, mi sforzai e finalmente vi riuscii.
  • C O M I N C I A I  A… RECITARE IL ROSARIO,    mentre anche la stessa Signora faceva scorrere i grani del suo rosario, senza tuttavia muovere le labbra. Terminato il rosario, la visione scomparve. Domandai alle due fanciulle se avessero visto qualcosa, ma quelle dissero di no; anzi mi interrogarono cosa avessi da rivelare loro. Allora risposi di aver visto una Signora in bianche vesti, ma non sapevo chi fosse. Le avvertii però di non farne parola. Allora anch’esse mi esortarono a non tornare più in quel luogo, ma io mi rifiutai.
  • VI RITORNAI PERTANTO LA DOMENICA, sentendo di esservi interiormente chiamata. Quella Signora mi parlò soltanto la terza  volta e mi chiese se volessi recarmi da lei per quindici giorni.  Io le risposi di sì. Ella aggiunse che dovevo esortare i sacerdoti perché facessero costruire là una cappella; poi mi comandò di bere alla fontana. Siccome non ne vedevo alcuna, andavo verso il fiume Gave, ma ella mi fece cenno e mi mostrò col dito una fontana. Recatami là, non trovai se non poca acqua fangosa. Accostai la mano, ma non potei prender niente; perciò cominciai a scavare e potei attingere un po’ d’acqua; la buttai via per tre volte, alla quarta invece potei  berla. La visione allora scomparve ed io me ne tornai verso casa. 
  • PER  QUINDICI  GIORNI PERÒ  RITORNAI COLÀ e  la Signora mi apparve tutti i giorni tranne un lunedì e un venerdì, dicendomi di nuovo di avvertire i  sacerdoti che facessero costruire là una cappella, di andare a lavarmi alla fontana e di pregare per la conversione dei peccatori. Le domandai più volte chi fosse,ma SORRIDEVA DOLCEMENTE. Alla fine, tenendo le braccia levate ed alzando gli occhi al cielo, mi disse di essere L’IMMACOLATA CONCEZIONE. Nello spazio di quei quindici giorni mi svelò anche tre segreti, che mi proibì assolutamente di rivelare ad alcuno; cosa che io ho fedelmente  osservato fino ad oggi.
  • UNA  COMMOVENTE ESPERIENZA DI DON ORIONE      

       NEL 25.MO DI SACERDOZIO

  • Qui di feste non se ne sono fatte; non ho permesso che se ne facessero pel mio XXV di Sacerdozio. Quel giorno io dovevo passarlo a Bra, ma, la vigilia, mi accorsi che il caro Chierico Viano andava peggiorando, e allora mi fermai a Tortona. La notte la passai presso il letto di Viano e la mattina dissi la Messa ai piedi della Madonna della Divina Provvidenza. Ho voluto dire Messa da morto; ho sentito che dovevo pregare per tutti quelli che furono nostri alunni o benefattori e che già sono andati a vita eterna.   Venuta l’ora del pranzo, ti dirò come l’ho passata. Viano andava peggiorando, ma era sempre presente a se stesso; da più giorni quel povero figlio, malgrado gli enteroclismi, non aveva avuto più beneficio di corpo, quando, verso mezzodì ebbe come un rilassamento di corpo, e non si fece a tempo, perchè anche lui non avvertì a tempo o non se ne è neanche accorto, poveretto!   E allora il chierico Don Camillo Secco ora è suddiacono -che fa da infermiere, e che è forte assai, alzò il caro malato diritto sul letto, e abbiamo cambiato tutto, e il letto e il malato, e così mentre gli altri pranzavano, con dell’acqua tiepida io lo lavavo e pulivo, facendo, col nostro caro Viano, quegli uffici umili sì, ma santi, che una madre fa con i suoi bambini.   Ho guardato in quel momento il chierico Camillo, ed ho visto che piangeva. Ci eravamo chiusi in infermeria, perchè nessuno entrasse, e fuori picchiavano con insistenza che andassi giù a pranzo; ma io pensavo che meglio assai era compiere, con amore di Dio e umiltà, quell’opera santa, e veramente di Dio; e dicevo tra me: -Oh molto meglio questo che tutte le prediche che ho fatto! Ora vedo che veramente Gesù mi ama, se mi dà modo di purificare la mia vita e di santificare cosi questo XXV anniversario di mio Sacerdozio. E sentivo che mai avevo più sublimemente né più santamente servito a Dio nel mio prossimo, come in quel momento, ben più grande che tutte le opere fatte nei 25 anni di ministero sacerdotale. E Deo gratias! E Deo gratias!   Vedi? Così noi ci amiamo! Per la grazia di Dio che è in noi e per la Sua Divina Misericordia, COSÌ NOI CI AMIAMO IN LUI! … 18

  • + CARA COLLEGA… LETTERA  ALL’AUSILIARIO SOCIO ASSISTENZIALE  che si occuperà  di  me nell’anno  2020…  Carissima, mi permetta di presentarmi perché nell’anno 2020 io avrò più di settanta anni ed è probabile che sarò una dei suoi pazienti. Considerato il rischio di non essere più in grado di comunicare i miei desideri, intendo farlo ora e voglio dirle come mi piacerebbe che si prendesse cura di me.- Innanzitutto vorrei mantenere la mia identità. Io sono la signora Monique Gavirey ed è così che vorrei essere chiamata; non nonna o … la numero …         
  • +++ Una delle cose più importanti per me è la privacy. Potrò avere una camera singola? Quasi sicuramente no. Allora,cara Collega,potrà far si che vi siano delle tende ben tirate attorno al mio letto mentre mi laverà o mi vestirà? E quando mi laverà, si assicurerà che l’acqua sia ben calda? Non sopporto già ora di fare il bagno in acqua fredda, Abbia la cortesia, la prego, di asciugarmi bene, perché è molto fastidioso essere asciugati a metà…                            
  • +++ Durante il bagno poi, voglia rispettare il mio pudore e la mia dignità.- Se non sarò più in grado di vestirmi da sola spero che vorrà curare il mio aspetto: Mi piacerebbe avere abiti ben abbinati e non essere vestita “come viene” Potrò avere i capelli ben pettinati 
  • +++ Qualche volta mi piacerebbe essere portata in salone. Se solo si potesse stare un po’ tranquilli!  Sono certa che non è poi così necessario lasciare il televisore acceso tutto il giorno,senza nemmeno verificare se qualcuno, o guarda.                                                    
  •  +++ Dovessi essere incontinente, potrà continuare a trattarmi con rispetto? Non mostri disgusto, la prego, quando scoprirà il mio letto bagnato. Non mi metta a disagio e soprattutto non pensi mai che l’abbia fatto apposta.                                                                                
  • +++ Vorrei che mi mettesse un pannolone e mi accompagnasse al bagno regolarmente. Non vorrei passeggiare con un sacchetto dell’urina, oggetto di curiosità per i miei nipotini e vergogna per me.       
  •  +++Se sarò un po’ rimbambita,non urli, non farà che agitarmi e potrei diventare aggressiva. Mi tratti, se potrà, con dolcezza e tutto andrà per il meglio.   Eviti di ignorarmi parlando delle faccende di casa sua con le sue colleghe, mentre mi sta lavando o vestendo; mi farebbe sentire proprio inesistente, senza alcuna importanza.     
  • ++Cara Collega, i miei desideri le sembreranno esagerati,ma non si tratta di richieste banali (stare al caldo, ben nutriti,curati e soprattutto, considerati e rispettati) che ognuno di noi manifesterebbe se dovesse essere ricoverato in un ospedale in un Istituto?  Ricordi sempre che è il nostro corpo ad invecchiare,    ma non la nostra sensibilità di esseri umani…         Con gratitudine.  Una Collega…

CARI AMICI, CHE NE DITE?  SIETE MAI STATI A LOURDES CON GLI AMMALATI ? E QUANTO SAPPIAMO STARE VICINO A CHI STA SOFFRENDO NEL CORPO E/O NELLO SPIRITO? RISONANZE PERSONALI———————————————————————————————————————————-donalesiani@gmail.com

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