SEMPRE MENO FEDELI A MESSA…    «ECCO DA DOVE POSSIAMO RIPARTIRE»

Il calo delle presenze dopo il Covid,               

  l’assenza dei giovani, il disagio per riti “scadenti”                       

 Le diocesi si interrogano. Parla il vescovo Busca

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  • IL CAMPANILE NON CHIAMA PIÙ come accadeva fino a pochi anni fa. Invece di un popolo intorno alla mensa eucaristica, c’è un “gregge disperso” che frequenta meno le Messe nelle parrocchie italiane. Qualcuno parla di «CHIESE VUOTE».

  • CHI PRENDE PARTE A UN RITO RELIGIOSO almeno una volta alla settimana è circa il 19% della popolazione. «È evidente la diminuzione della pratica della fede.     Ma occorre ricordare che l’esperienza ecclesiale non si esaurisce entro i confini del RITO.  CRISTO è passato beneficando e risanando tutti quelli che incontrava   nei contesti ordinari della vita. La Chiesa intercetta non solo coloro che siedono sulle panche ma l’intero popolo di Dio che comprende anche chi si interroga sulla verità e sul bene. DOBBIAMO RICONOSCERE UNA RICERCA DI SPIRITUALITÀ nel nostro paese, di cui la Chiesa è chiamata a farsi interprete»

  • «SPESSO SIAMO DI FRONTE A COMUNITÀ con legami fragili “RITROVARE FORZA DALL’EUCARISTIA”. «Nelle sintesi giunte a Roma per il Cammino sinodale viene sottolineato un divario fra liturgia e vita che balza agli occhi soprattutto nell’Omelia

  • IL PUNTO DI PARTENZA È L’ADDIO ALLA MESSAUn distacco che il Covid, ha amplificato.«Con la pandemia la frequenza ai riti domenicali ha subìto un calo sensibile. Dopo la ripresa delle celebrazioni comunitarie, un segmento dei fedeli non è tornato. L’emergenza sanitaria non ha contribuito a far comprendere che c’è anche una LITURGIA DOMESTICA CON LA PREGHIERA IN FAMIGLIA… C’È UN SACERDOZIO BATTESIMALE CHE ANDAVA VALORIZZATO.

  • ABBIAMO AFFOLLATO IL WEB di pseudo-ritualità. E in alcuni è passata l’idea che LA MESSA IN TV fosse non solo più comoda ma EQUIVALENTE. Ciò ha alimentato il rischio di una SPIRITUALITÀ FAI-DA-TE. L’esperienza Cristiana implica una comunità in carne e ossa, che celebra il mistero attraverso la corporeità dove ai momenti celebrativi si aggiungono percorsi di fraternità

  • ALL’APPELLO MANCANO IN PARTICOLARE I RAGAZZI  «L’estraneità dei giovani alla liturgia è lo specchio di una Chiesa a due velocità: quella degli “OVER” che vanno a messa e quella delle nuove generazioni che si ricompattano nei GRANDI EVENTI COME LA GMG. Le critiche per riti noiosi, sono da tenere in conto. FA PENSARE che a LISBONA I GIOVANI abbiano partecipato con entusiasmo OGNI GIORNO ALL’EUCARISTIA o che nei campi estivi le celebrazioni siano accolte positivamente.

  • ALLORA DA DOVE RIPARTIRE? «SERVONO PROPOSTE per riapprendere questo linguaggio dell’anima      Nel celebrare, si coglie il valore del SILENZIO, si viene catturati dal messaggio di una PREGHIERA, si è aiutati dalla spiegazione della PAROLA. La Qualità Dei Riti può essere riassunta nel mottoPIÙ MESSA, MENO MESSE”.    E L’ALTARE diventa sorgente di CARITÀ...E CI APRE ALL’OSPITALITÀ DEL FRATELLO …

  • RISONANZE: nella Messa abbiamo un TESORO e non lo conosciamo. DOBBIAMO RISCOPRIRLO… che ne dite amici? dv 3338890862 SITO: donvincenzoalesiani.it …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

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